11 Ottobre 2024

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Oltre due chili di marijuana nel vano motore, arrestato corriere reggino

Oltre due chili di marijuana nel motore, arrestato corriere regginoUn 31enne di Reggio Calabria, G.B., è stato arrestato dalla Polizia, a Villa San Giovanni, dopo essere stato trovato in possesso di oltre due chili di marijuana. Gli agenti della Volante del Commissariato hanno notato un’auto Alfa 147 che, alla vista della vettura della Polizia, accelerava l’andatura.

L’atteggiamento ha insospettito i poliziotti che hanno fermato l’auto sottoponendo a perquisizione il conducente e la stessa vettura. Nascosto nel vano motore è stato trovato un sacco con due involucri sigillati e all’interno la sostanza stupefacente.

Scattate le manette per possesso di droga ai fini dello spaccio, l’autorità giudiziaria, informata della misura provvisoria di polizia eseguita, in virtù della gravita del fatto ed i precedenti del soggetto, ha disposto la traduzione dell’uomo in carcere.

Droga, i carabinieri di Rende arrestano un incensurato. Due denunce

Un incensurato 35enne di Lattarico è stato arrestato e posto ai domiciliari dai carabinieri di Rende dopo essere stato trovato in possesso di cocaina.

Nel corso di controlli del territorio, i militari della stazione di Lattarico e del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Rende, transitando nella contrada Astimata di quel comune, hanno notato l’uomo che estraeva una busta da una buca scavata sotto un albero.

Alla vista delle divise, l’uomo ha buttato subito a terra il sacchetto poco prima preso dalla buca, all’interno del quale sono stati rinvenuti due involucri contenenti 18 grammi di cocaina (suddivisa in 14 dosi) e un bilancino di precisione. La successiva perquisizione personale ha consentito di rinvenire, all’interno della tasca dei jeans del 35enne, la somma di 1.100 euro in banconote di vario taglio.

Nel corso dello stesso servizio i militari rendesi hanno denunciato in stato di libertà, per detenzione di stupefacenti ai fini dello spaccio, un 32enne di Rende e un sedicenne di Cosenza. Il primo è stato trovato in possesso di 31 grammi di marijuana, un grammo di hashish e tre piante di marijuana; il minorenne era invece in possesso di 7 grammi di cocaina suddivisa in dosi.

Arrestato uno spacciatore nel villaggio rom di Cosenza

I Carabinieri della Compagnia di Cosenza, nell’ambito di controlli antidroga, hanno arrestato mercoledì un 38enne cosentino, di cui non sono state rese note le generalità, con l’accusa di detenzione di droga ai fini dello spaccio. L’arresto è avvenuto presso il “villaggio Rom” di via degli Stadi.

I militari hanno notato l’uomo con un atteggiamento sospetto, il quale, nei pressi della propria casa sembrava essere intento in attività di confezionamento di stupefacente. Il soggetto, alla vista dei Carabinieri, di scatto si è diretto verso la propria abitazione facendo tra l’altro cadere dalle proprie tasche un bilancino di precisione ed una dose di eroina.

Una volta raggiunta la casa, il fuggitivo si è asserragliato in bagno, riuscendo a gettare dalla finestra lo stupefacente posseduto. I militari, una volta effettuata la perquisizione domiciliare, hanno trovato a terra, sotto la finestra, 24 dosi di eroina per un peso complessivo di 24,2 grammi appena confezionati e termosaldati.

Al termine delle operazioni i militari hanno proceduto a sequestrare quanto rinvenuto e trarre in stato d’arresto l’uomo e successivamente sottoposto agli arresti domiciliari su disposizione dell’autorità giudiziaria. Nella mattinata di ieri, il giudice del Tribunale di Cosenza, su richiesta della locale Procura, ha convalidato l’arresto.

Assunto in esclusiva all’ospedale lavorava in privato, sequestro a medico

Assunto in esclusiva all'ospedale lavorava in privato, sequestro a medicoAveva optato per un regime di esclusività con l’azienda ospedaliera in cui lavora, ma in realtà svolgeva anche attività libero-professionale. Per questo motivo i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro hanno sottoposto a sequestro preventivo, in esecuzione di un decreto del gip, 58.723 euro a un dirigente medico ortopedico dipendente di un ospedale di Catanzaro.

Il medico è indagato per truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale. Le indagini, dirette dal pm Veronica Calcagno, con il coordinamento del procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e del procuratore Nicola Gratteri, e condotte dal Gruppo tutela spesa pubblica del nucleo Pef della Finanza hanno evidenziato che nella sua attività libero-professionale, il medico aveva fatturato in nome e per conto proprio e ottenuto elevati compensi.

Per l’accusa il professionista ha percepito, tra il 2013 ed il 2015, indebiti compensi, indennità e retribuzioni per remunerare il rispetto dell’esclusività, pari a 58.723 euro.

Opere d’arte rubate, 4 arresti e venti indagati. Recuperati centinaia di reperti

Opere d'arte rubate, 4 arresti e venti indagati. Recuperati centinaia di reperti

E’ di quattro arresti, venti indagati e un sequestro di opere d’arte per un valore di circa 1,5 milioni di euro il bilancio di un’operazione dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Cosenza, Roma e Napoli che hanno sgominato una organizzazione dedita al traffico di reperti antichi nell’ambito di una inchiesta coordinata dalla procura di Reggio Calabria.

A finire ai domiciliari sono Luigi Benducci, di 39 anni; Pasquale Iuliano, (51); Giuseppe Pedata, (46) e Raffaele Petti, (68). I provvedimenti sono stati emessi dal gip del tribunale reggino. Una ventina le perquisizioni in diverse città italiane. Le persone coinvolte sono accusate di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione di opere d’arte, quali dipinti, sculture in bronzo e marmo, oggetti chiesastici, provento di furto in territorio nazionale ed alla loro esportazione illecita, per la successiva commercializzazione in ambito internazionale.

L’inchiesta scaturisce dall’esito di un’indagine, denominata “Antiques”, svolta dai Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza supportati dai militari del Nucleo di Napoli e coordinata dal procuratore aggiunto di Reggio Gerardo Dominijanni e dai sostituti Giovanni Calamita e Alessandro Moffa.

Le investigazioni, avviate nel novembre del 2015 a seguito di un controllo ad esercizio commerciale d’antiquariato di Reggio Calabria, confermate dalla banca dati in uso al nucleo Tpc hanno consentito di acquisire numerosi elementi di colpevolezza nei confronti dei componenti di un pericoloso sodalizio, con base a Napoli e provincia e con ramificazioni nel bresciano, dedito alla ricettazione di beni antiquariali trafugati sul territorio nazionale e commercializzati anche tramite antiquari calabresi compiacenti, ed esportati illecitamente per essere venduti presso fiere di settore in Francia, come Avignone e Montpellier.

Recuperate diverse opere rubate, alcune di rilevante importanza, nonché un ingente quantitativo di oggetti d’antiquariato esportati in territorio francese, senza la prescritta autorizzazione dei competenti organi del ministero per i Beni culturali.

Nello specifico sono stati recuperati beni di rilevanza storico artistica, provento di furto ai danni di abitazioni private in Italia, tra i quali emerge, per importanza, un dipinto, olio su tela, del ‘700, raffigurante “Madonna con Bambino”, di Scuola Napoletana, trafugato nel 2014 da un palazzo nobiliare di Arcevia (AN), nonché di sequestrare, al valico di Ventimiglia, al confine con la Francia, centinaia di beni antiquariali, costituiti prevalentemente da elementi di arredo antico e di pregio, quali sculture in marmo e bronzo, consolle, dipinti su tavola e su tela, suppellettili antichi in argento, ceramica e porcellana, trasportati a mezzo di furgoni presi a noleggio per l’occasione dagli appartenenti al sodalizio.

Carabiniere ucciso a coltellate in centro a Roma, è caccia all’uomo

Il Vice Brigadiere ucciso Mario Cerciello Rega (Ansa)

Un vice brigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega, di 35 anni, è stato ucciso nella notte nel centro di Roma con diverse coltellate sferrate da una persone al momento ignota. Il fatto è successo in via Pietro Cossa, nel quartiere Prati, mentre il militare era in servizio. Ora è caccia all’uomo. Diversi posti di blocco nella capitale. Centinaia di colleghi ma anche personale di altri corpi, sono impegnati nella ricerca dell’autore, “probabilmente un cittadino africano”, spiega una nota dell’Arma.

Da una prima ricostruzione, il vice brigadiere, era impegnato con un collega a controllare due uomini considerati responsabili di furto e tentata estorsione quando uno di loro avrebbe estratto il coltello ferendolo più volte. Poi entrambi sono scappati. Trasportato d’urgenza all’ospedale Santo Spirito, Cerciello Rega è poi deceduto.

Il carabiniere è stato colpito più volte in varie parti del corpo e avrebbe ricevuto 8 coltellate. Una di queste all’altezza del cuore e anche una alla schiena. Il carabiniere è arrivato in ospedale in condizioni disperate ed è deceduto poco dopo. Dalle prime informazioni, sembra fosse in borghese.

Militare ucciso per un “cavallo di ritorno” da cento euro
Il sott’ufficiale Mario Cerciello Rega sarebbe stato ucciso per cento euro: è questa la cifra, spiega ancora l’Arma, che sarebbe stata chiesta in cambio della restituzione di un borsello rubato dai due. Quello che in gergo si chiama “cavallo di ritorno”.

Giorno di lutto per l’Arma
Il militare era sposato da circa un mese e mezzo e 13 giorni fa aveva compiuto il suo 35esimo compleanno, fa sapere l’Arma su Twitter scrivendo che oggi è una giornata di lutto per i Carabinieri.

Tante le reazioni di sdegno sui social. Un utente su Twitter scrive: “RIP …ma quanta rabbia per quest’altra giovane vita stroncata …ma d’altronde se speronare una motovedetta della GDF non è reato ora diranno che uccidere un carabiniere non lo è ugualmente”.

Trenta: “Tolleranza zero”
“Stanotte – commenta il ministro della Difesa Elisabetta Trenta – il Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega è stato accoltellato mentre era in servizio. Stringo in un forte abbraccio sua moglie, la sua famiglia e i suoi cari. Sono vicina all’Arma dei Carabinieri e a tutti agli uomini e le donne che quotidianamente mettono a rischio la loro vita per garantire la nostra sicurezza. Chiedo tolleranza zero per i delinquenti che hanno commesso questo vile atto!”.

Salvini: “Pagherà fino in fondo”
“Caccia all’uomo a Roma per fermare il bastardo che stanotte ha ucciso un carabiniere a coltellate. Sono sicuro che lo prenderanno e che pagherà fino in fondo la sua violenza: lavori forzati in carcere finché campa”, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Il cordoglio di Di Maio alla famiglia e all’Arma  
“Nella notte, a Roma, un giovane vice brigadiere dei Carabinieri è stato ucciso a coltellate da un rapinatore. Aveva solo 34 anni. Il mio abbraccio alla famiglia del militare e a tutta l’Arma. È un momento di grande dolore per lo vicebrigadiere di Stato”. Lo scrive il vicepremier Luigi Di Maio sul suo profilo twitter.

Durissimo il segretario generale del sindacato dei Carabinieri: “I (politici) burattinai scaldano le poltrone, i burattini (carabinieri) muoiono”.

“Dopo il morto che peccato! Siamo stanchi di piangere, stanchi di vedere famiglie distrutte e vite spezzate”. Lo scrive in una nota Antonio Serpi, segretario generale del Sim, sindacato dei Carabinieri.

“Oggi a Roma e domani altrove – aggiunge Serpi -, mentre i burattinai scaldano le poltrone i burattini muoiono. Domani voi avrete dimenticato, noi continueremo a uscire di pattuglia pronti a sedare la prossima rissa, la prossima lite in famiglia, la prossima coltellata ricevuta. Non piangete, non serve, preparatevi alle vacanze che tanto ci siamo noi con i nostri problemi e i nostri feretri che non trovano più spazio. A nome mio, del SIM Carabinieri e di tutti quei colleghi stanchi di sopravvivere sperando di tornare a casa a fine servizio, dico: onori a Mario, onori ai colleghi che vanno avanti nonostante l’assenza di uno Stato che fa pubblicità sulla nostra pelle. Non fiori ma opere di bene si scrive in questi casi. Bene, io aggiungo: non lacrime ma strumenti efficaci per farci tornare a casa vivi”, conclude il comunicato del sindacalista del’Arma.

Controlli nel Vibonese, sospese tre attività per lavoro nero: Multe salate

carabinieri vibo valentiaTre attività sono state sospese nel Vibonese per aver stipulato contratti in nero e per carenze igienico-sanitarie dai carabinieri del Nucleo ispettorato del Lavoro e del Nas che hanno anche elevato multe per 20 mila euro.

I militari, insieme a quelli delle stazioni, hanno effettuato mirati controlli in attività commerciali e aziende agricole e di allevamento. In particolare sono state sospese un’azienda di allevamento a Maierato, un negozio di vendita al dettaglio gestito da personale cinese a Tropea e un’azienda agricola a Briatico.

L’attività promossa dal Comando divisione Unità specializzate dei Carabinieri si è concentrata sia sul contrasto ma anche sulla prevenzione per la salute pubblica. I controlli sono serviti anche a far rispettare i limiti di occupazione del suolo pubblico da parte di bar ed esercizi di ristoro.

“Elemento fondamentale per l’ordine e la sicurezza pubblica, specie nel periodo estivo, – è scritto in una nota dell’Arma –  è infatti l’assicurazione di vie di fuga nelle piazze dei piccoli centri dell’hinterland Vibonese, affollatissime in occasione dei molteplici eventi quali sagre, concerti, spettacoli teatrali e pirotecnici che vedono i Carabinieri impegnati in prima linea a tutela dell’ordine pubblico. Spesso gli arredi degli esercizi pubblici invadono arbitrariamente spazi e vie di fuga che dovrebbero rimanere invalicabili per evitare stragi da panico come quella di piazza San Carlo a Torino”.

Violenze sui bambini, sospese due maestre di scuola elementare

Due maestre di una scuola elementare della marina di San Sostene, centro del catanzarese, sono state sospese dall’insegnamento per un anno perché accusate di avere maltrattato i bambini.

Il provvedimento, emesso dal gip del Tribunale di Catanzaro, ed eseguito dai carabinieri di Davoli, scaturisce dalla denuncia di una madre di bambini che frequentano l’istituto.

Più nello specifico, spiegano gli investigatori, le attività di indagine condotte dai carabinieri della Compagnia di Soverato, avrebbero permesso di delineare un sistematico ed ingiustificato quadro di violenze fisiche e verbali adottate dalle insegnanti nei confronti dei bambini.

Il reato contestato dalla procura catanzarese, che ha coordinato le indagini, è quello di “maltrattamenti contro familiari, conviventi o persone affidate per ragioni di educazione”.

“Malasanitas” ai Riuniti di Reggio, condannati otto medici

Donna muore dopo parto gemellare, inchiesta della Procura
Gli Ospedali riuniti di Reggio Calabria

Otto medici degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria sono stati condannati dal tribunale a conclusione del processo “Mala sanitas” su presunti errori compiuti nei reparti di ostetricia e ginecologia, di neonatologia e di anestesia coperti con la falsificazione delle cartelle cliniche.

I reati, a vario titolo, erano falso ideologico e materiale, soppressione, distruzione e occultamento di atti, interruzione di gravidanza senza il consenso della gestante.

I giudici hanno condannato l’ex primario di ginecologia Pasquale Vadalà (4 anni e 9 mesi); l’ex primario facente funzioni Alessandro Tripodi (4 anni e otto mesi); i ginecologi Filippo Saccà (4 anni e 6 mesi), Daniela Manuzio (6 anni e 2 mesi), Antonella Musella (4 anni); i neonatologi Maria Concetta Maio (4 anni); Massimo Sorace (4 anni); l’anestesista Luigi Grasso (2 anni e 3 mesi).

Assolti l’ex primario di anestesia Annibale Musitano e i ginecologi Roberto Pennisi e Marcello Tripodi. Caduta l’accusa di associazione per delinquere.

Truffa alla regione Calabria, complici funzionari: sequestro a 11 indagati e a due società

cittadella Regione Calabria

La Guardia di finanza di Reggio Calabria hanno portato alla luce un truffa alla Regione e sequestrato beni per circa 350 mila euro a 11 persone e due società.

Le indagini, avviate nel 2017 dai militari della Compagnia di Villa San Giovanni, coordinate dal procuratore di Reggio Giovanni Bombardieri e dall’aggiunto Gerardo Dominijanni e dirette dal pm Diego Capece Minutolo, hanno riguardato un finanziamento di 690mila euro del Psr Calabria per il primo imboschimento di superfici non agricole ad una cooperativa di Scilla.

Sono state effettuate perquisizioni, acquisizioni documentali e bancarie e accertamenti con droni di ultima generazione co funzionari del Sistema informativo nazionale per lo sviluppo dell’agricoltura.

E’ così emerso che l’azienda aveva realizzato solo parte dei lavori producendo falsa documentazione per comprovare l’avvenuta spesa e ottenendo i finanziamenti anche grazie alla complicità di funzionari della Regione che hanno attestato falsamente i collaudi propedeutici.

Omicidio nel Cosentino, ucciso un uomo dopo una lite tra vicini

Archivio

Omicidio stamattina nel Cosentino. Un uomo di 42 anni, Giuseppe Ramundo, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco a Fuscaldo, sulla costa tirrenica, pare al culmine di una lite tra vicini di casa.

Al momento la dinamica non è chiara. Sul luogo sarebbe stata trovata una sola pistola, ma gli investigatori non escludono che possa essere stata usata anche un’altra arma. Una persona è rimasta ferita e trasportata nell’ospedale di Paola.

Le indagini sono condotte dai carabinieri del reparto operativo di Cosenza e della Compagnia di Paola e coordinate dalla Procura di Paola.

Da quanto appreso, la vittima avrebbe litigato con un suo vicino omonimo, Geppino Ramundo, di 62 anni, a causa di una perdita d’acqua. La lite è degenerata e c’è scappato il morto.

Sequestrati beni a calabrese coinvolto in “Mafia capitale”

guardia di finanza generico

Beni per un valore di circa 800 mila euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Catanzaro a Giovanni Campennì, di 53 anni, di Nicotera, ritenuto contiguo alla cosca Mancuso di Limbadi e già condannato in via definitiva per ricettazione e tentata estorsione.

Campennì era stato indagato nell’operazione “Mondo di mezzo” che aveva fatto emergere un accordo “imprenditoriale” tra l’associazione romana, riconducibile a Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, e il clan Mancuso.

In virtù dell’accordo, secondo l’accusa, i Mancuso, per il tramite del loro rappresentante Campennì, avrebbero avviato attività imprenditoriali in collaborazione con l’associazione riferibile a Carminati – in particolare la gestione dell’appalto per la pulizia del mercato Esquilino di Roma – in cambio della possibilità per il clan laziale di svolgere attività economiche in Calabria sotto la protezione della cosca Mancuso.

Il provvedimento di sequestro, eseguito dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro coordinati dal procuratore Nicola Gratteri e dai pm Annamaria Frustaci e Andrea Mancuso, ha riguardato due ditte individuali, con sede a Nicotera, di commercio all’ingrosso di mezzi e attrezzature da trasporto e di trasporto merci su strada (intestata alla moglie), due fabbricati e un terreno a Nicotera, tre auto e diversi rapporti bancari e finanziari.

Boris Johnson è il nuovo primo ministro britannico

Boris Johnson (Ansa/Ap)

Boris Johnson, leader conservatore dei Tory, è ufficialmente il nuovo primo ministro britannico. Ad affidargli l’incarico la regina Elisabetta, a Buckingham Palace, secondo il rito reale.

Di fronte a Downing Street lo attendono ora i suoi collaboratori e la giovane fidanzata Carrie Symonds, che sarà dunque la sua partner ufficiale anche secondo il protocollo.

Il neoleader Tory, 55 anni, paladino della Brexit, subentra alla 66enne collega di partito Theresa May. E’ il premier numero 14 accolto dalla 93enne Elisabetta II negli oltre 67 anni del suo lungo regno. Il primo fu Winston Churchill, in una lista che comprende da oggi 12 uomini e due donne.

Prima del passaggio formale di consegne, si sono dimessi come preannunciato alcuni ministri del governo May considerati più moderati di Boris Johnson e contrari all’ipotesi (che il premier entrante non esclude) di una Brexit no deal il 31 ottobre.

I nomi di maggiore spicco fra coloro che si sono fatti da parte, certamente fuori dalla prossima compagine sono quelli di David Lidington, vicepremier di fatto con May, del cancelliere dello Scacchiere, Philip Hammond, del ministro della Giustizia, David Gauke, e del titolare della Cooperazione Internazionale (e già candidato alla leadership Tory), Rory Stewart.

L’ex premier May ha lasciato Downing street e fatto i propri auguri al nuovo primo ministro.

Trovate armi e munizioni in un casolare di Cessaniti, indagini

I Carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia supportati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria, durante un rastrellamento delle aree rurali di Cessaniti, hanno trovato armi, centinaia di munizioni e ordigni esplosivi.

L’arsenale, composto da un fucile a pompa con matricola abrasa, una pistola calibro 9 completo di caricatori e oltre trecento cartucce di vario calibro, era nascosto nelle intercapedini murarie e dei tetti del rudere.

I militari hanno anche rinvenuto due bombe carta, fatte poi brillare dagli artificieri, e due passamontagna, evidentemente usati per compiere rapine. Indagini sono state avviate per risalire ai “proprietari” e per sapere se le armi siano state utilizzate in eventi criminali.

Piantagioni di marijuana, nove misure nel Reggino

Un’organizzazione dedita alla coltivazione di marijuana è stata sgominata a San Luca dai carabinieri che hanno eseguito un’ordinanza cautelare del gip nei confronti di 9 persone – 2 in carcere, 4 ai domiciliari e 3 obblighi di presentazione alla pg – mentre altre 3 risultano irreperibili.

L’indagine è stata condotta dai carabinieri della Compagnia di Bianco, con il supporto dei Cacciatori di Calabria, e coordinata dal pm Rosanna Sgueglia della Procura di Locri diretta da Luigi D’Alessio.

I militari, dal luglio 2017, hanno trovato nel tempo 7 piantagioni per oltre 1.500 piante e 67 kg di marijuana dal valore di svariati milioni di euro. Grazie ad appostamenti e riprese video sulla prima piantagione gli investigatori hanno identificato i primi due coltivatori; ulteriori accertamenti, rastrellamenti e riprese aeree hanno consentito di identificare gli altri indagati, tra i quali soggetti vicini, per vincoli di parentela, ai Giorgi detti “Boviciani” di San Luca.

Il comunicato degli inquirenti

Operazione “SANTAVENERE”
Ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 12 indagati.

Questa mattina, nei comuni di San Luca (RC) e Benestare (RC), al termine di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Locri, diretta dal Procuratore dott. Luigi D’Alessio, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e i militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Locri – Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 12 persone.
L’esecuzione dei provvedimenti cautelari costituisce l’epilogo di un’articolata attività investigativa, condotta dalla Compagnia Carabinieri di Bianco con il supporto operativo dello Squadrone Eliportato “Cacciatori”, con il coordinamento del Sost. Proc. Dott.ssa Rosanna Sgueglia della Procura di Locri, che ha comprovato l’operatività di un sodalizio criminale a San Luca dedito alla coltivazione intensiva di marijuana.

Avviata nel luglio 2017, l’indagine “Santavenere” – così denominata dalla località sanluchese in cui è stata individuata la prima piantagione – ha consentito di trovare, nel corso del tempo e sempre nel territorio di San Luca, numerose coltivazioni di cannabis indica nelle zone di Santavenere (luglio 2017), Carrosello (luglio 2017), Ciliti (agosto 2018), Guardia (settembre 2018), Napurdà (settembre 2018), D’Ustra (settembre 2018), Jentile (ottobre 2018, due piantagioni con sequestro a carico di ignoti), per un sequestro complessivo di oltre 1.500 piante e 67 kg di marijuana – pari a circa 534.000 dosi – dal valore commerciale di svariati milioni di euro, considerato che la quasi totalità delle piante e dello stupefacente presenta un elevato principio attivo, come risultato dagli accertamenti dei Carabinieri del RIS di Messina.

Con lunghi appostamenti e riprese video sulla prima piantagione individuata è stato possibile identificare i primi due coltivatori ed un’ulteriore piantagione realizzata in una località vicina; ulteriori accertamenti, i rastrellamenti e le riprese aeree in zone aspromontane hanno poi consentito di identificare gli altri indagati, tra i quali diversi soggetti vicini, per vincoli di parentela, ai GIORGI detti “Boviciani” di San Luca, ottenendo dall’A.G. l’emissione di 9 decreti di ritardato arresto, necessari per non pregiudicare le complesse indagini in corso.
Come recentemente riscontrato in analoghe attività d’indagine (Operazione “Selfie” su tutte), anche in questo caso gli indagati hanno sovente installato delle foto-trappole a presidio delle piantagioni, escogitando ogni possibile accorgimento per complicare la loro identificazione, compreso l’uso di passamontagna.

E’ stata accertata anche la disponibilità di armi, in particolare un fucile da caccia modificato e perfettamente funzionante, portato da alcuni indagati in una delle piantagioni per essere provato, mentre nelle aree circostanti alle piantagioni sono stati rinvenuti 3 fucili da caccia e 151 munizioni per fucile di vario calibro, sequestrati a carico di ignoti.
Nel corso delle perquisizioni svolte nella fase esecutiva, presso l’abitazione di uno degli indagati sono stati rinvenuti e sequestrati 3 involucri di marijuana del peso complessivo di 700 gr circa.
A rispondere, a vario titolo, dei reati di produzione e traffico illecito in concorso di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti e detenzione e porto illegale in concorso di armi comuni da sparo, sono:

PIZZATA Antonio, nato a Locri (RC) il 20.03.1992, residente a San Luca (misura della custodia in carcere);
SCIPIONE Domenico, nato a Locri (RC) il 23.05.1987 residente a San Luca (misura della custodia in carcere);
BONAPARTE Roberto, nato a Melito di Porto Salvo (RC) il 21.05.1993, residente a San Luca (arresti domiciliari);
GIORGI Francesco, nato a Locri (RC) il 18.01.1986, residente a San Luca (arresti domiciliari);
GIORGI Michele, nato a Melito di Porto Salvo (RC) il 19.05.1999, residente a San Luca (arresti domiciliari);
VARACALLI Ferdinando nato Locri (RC) il 26.01.1987, residente a Benestare (arresti domiciliari);
COSTANZO Domenico, nato a Locri (RC) il 15.07.1973, residente a San Luca (obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria);
GIAMPAOLO Stefano, nato a Locri (RC) il 29.10.1990, residente a San Luca (obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria);
PELLE Antonio, nato a San Luca (RC) il 16.02.1969, residente a San Luca (obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria)

oltre ad altri tre indagati destinatari del provvedimento cautelare risultati irreperibili e pertanto tuttora attivamente ricercati.

Duplice omicidio nel Crotonese, arrestato il killer. “Rancore verso i Raffa”

arresto carabinieri

I carabinieri di Crotone hanno eseguito una misura di custodia cautelare in carcere a carico di Annunziato Lerose, di 61 anni, ritenuto l’autore del duplice omicidio consumato nelle campagne di Pallagorio, il 22 dicembre 2018 in cui due allevatori del posto, Francesco Raffa e il figlio Saverino, furono barbaramente uccisi a colpi di fucile.

Lerose, come le vittime è di San Nicola dell’Alto, un paese vicino a Pallagorio. L’uomo, adesso pensionato, in passato faceva l’agricoltore. Il movente del duplice omicidio è riconducibile a contrasti di vicinato con le vittime.

La svolta nelle indagini è arrivata a conclusione di attività tecniche sulla scena del crimine, a casa dell’indagato e dall’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza.

In particolare – spiegano gli investigatori – Lerose, conoscendo le abitudini delle vittime, predisponeva un fucile calibro 12 e lo riponeva all’interno della propria autovettura, tramite una strada isolata, giungeva nei pressi dell’azienda agricola dei Raffa, occultava il proprio veicolo e a piedi raggiungeva il luogo ove i due allevatori, a bordo della loro Suzuki Samurai, risalivano la strada che dalla loro azienda porta al cancello che ne delimita l’accesso.

Quando Francesco Raffa alla sua vista arrestava il veicolo e abbassava il finestrino (verosimilmente per chiedergli cosa volesse) dapprima Lerose puntava il fucile contro di lui esplodendo tre colpi e successivamente quando Saverino Raffa, già ferito, scendeva dal mezzo di trasporto per cercare di guadagnare la fuga lo raggiungeva e gli esplodeva contro due colpi mortali.

Secondo l’accusa, Annunziato Lerose avrebbe premeditato l’omicidio perché, già da tempo serbava rancore nei confronti delle vittime ritenute colpevoli di non essersi (alcuni anni prima) adoperate ad aiutarlo per individuare i responsabili del furto di un attrezzo agricolo che gli era stato sottratto, e, successivi dissidi riconducibili a problematiche legate ai terreni, lo hanno determinato nel proposito criminoso.

L’attività investigativa è stata sviluppata eseguendo scrupolosi rilievi sulla scena del crimine e a casa dell’autore che hanno permesso di ottenere importanti riscontri tecnico-scientifici a seguito di esami di laboratorio effettuati presso il R.I.S. di Messina.

L’indagato era stato sottoposto a prelievi per la ricerca di residui dall’esplosione di colpi di arma da fuoco (STUB) su superfici cutanee ed indumenti e gli esiti hanno evidenziato la presenza di particelle che per composizione e disposizione possono essere classificate come derivanti da colpi d’arma da fuoco. Anche i prelievi eseguiti all’interno dell’abitacolo della sua autovettura hanno evidenziato la presenza di particelle derivanti da colpi d’arma da fuoco.

A completare il quadro indiziario anche importanti testimonianze, il racconto ricco di contraddizioni del presunto autore dell’efferato delitto e della moglie, l’analisi dei tabulati telefonici delle vittime e di numerose immagini acquisite da molteplici sistemi di videosorveglianza pubblici e privati e un’efficace attività informativa a livello locale. Tutto ciò ha consentito di individuare il presunto responsabile del gravissimo episodio delittuoso ed il movente, da ricondurre a dissidi tra confinanti di terreno.

Trovato morto uomo scomparso a Cosenza

È stato ritrovato senza vita Pasquale Filice, il 73enne scomparso sabato scorso da Donnici, frazione di Cosenza.

A ritrovare il corpo dell’anziano una squadra del Soccorso alpino e speleologico Calabria impegnata da giorni nelle attività di ricerca.

Il ritrovamento è avvenuto durante una battuta di ricerca su richiesta della Prefettura di Cosenza, in un posto impervio, nascosto dalla fitta vegetazione in contrada Diodato nel comune di Cosenza, a circa cinquecento metri dalla sua abitazione.

L’uomo sabato scorso era andato nelle scarpate pare per raccogliete frutti di stagione ma non ha più fatto ritorno, da lì la denuncia dei familiari.

Gettoni di presenza “gonfiati”, a processo 14 ex consiglieri di Crotone

Quattordici ex consiglieri comunali di Crotone, in carica dal 2012 al 2017, sono stati rinviati a giudizio dal gup di Crotone con le accuse, a vario titolo, di falso e truffa aggravata ai danni del Comune.

Gli ex consiglieri, secondo l’accusa, avrebbero attestato falsamente la partecipazione a commissioni permanenti percependo indebitamente i gettoni di presenza durante giornate in cui in realtà risultavano al lavoro o per lavori di commissioni interrotte ma ugualmente retribuite.

Il 24 ottobre compariranno davanti al Tribunale Michele Marseglia, Pantaleone Megna, Teresa Cortese, Manuela Cimino, Sergio Contarino, Mario Scarriglia, Sergio Iritale, Fabio Lucente, Nino Corigliano, Michela Cortese, Giancarlo Devona, Claudia Scarriglia, Fabrizio Meo e Salvatore Frisenda. Il gup ha disposto il non luogo a procedere per Domenico Panucci, Ferruccio Colosimo, Fabio Antonio Trocino, Giuseppe Candigliota, Vincenzo Camposano, Enrico Pedace, Gaetano Sorrentino e Michele Ambrosio, anch’essi ex consiglieri.

Duplice omicidio nel Cosentino, esecuzione mafiosa

Pietro Greco e Francesco Romano sono stati prima freddati a colpi di Kalashnikov e poi finiti con il colpo di grazia
L’auto nella quale sono stati rinvenuti i cadaveri di Greco e Romano,  a Corigliano Rossano (Ansa)

Sono stati crivellati a colpi di Kalashnikov e poi finiti con colpi sparati da una pistola calibro 9 Pietro Greco e Francesco Romano, i due uomini uccisi tra ieri sera e stanotte in un uliveto sito nelle campagne di Corigliano Rossano, nella frazione Apollinare.

I carabinieri della scientifica hanno repertato sul posto bossoli di entrambe le armi. Dalle prime risultanze e dalle modalità si tratta di un vero e proprio omicidio di mafia.

Le vittime sono state trovate all’interno di un’auto, una Fiat Punto. A dare l’allarme sono stati alcuni agricoltori che hanno subito avvertito i carabinieri.

Pietro Greco, di 39 anni, di Castrovillari, era un sorvegliato speciale, con precedenti per droga, mentre Francesco Romano, 44enne, era un imprenditore agricolo già noto alle forze dell’ordine per fatti meno gravi rispetto a Greco.

Ansa

Sebbene nessuna ipotesi viene esclusa, la pista più battuta è quella di un regolamento di conti in ambienti del crimine organizzato.

Investigatori sulla scena del crimine (Ansa)

Scandalo Bibbiano, 4 bambini riaffidati alle famiglie. Salvini annuncia inchiesta

tribunale aula toga

Bibbiano (Reggio Emilia) – Quattro dei sette bambini coinvolti nell’inchiesta ‘Angeli e Demoni’, sugli affidi, della Procura di Reggio Emilia, sono tornati a vivere con i genitori naturali.

La decisione del tribunale per i Minorenni di Bologna, a quanto si apprende, non è recentissima ed è emersa nelle verifiche e nei controlli avviati dagli uffici giudiziari minorili su segnalazione della Procura reggiana di anomalie e illeciti da parte dei servizi sociali della Val d’Enza.

Salvini a Bibbiano: “Entro agosto Commissione d’inchiesta sugli affidi illeciti”

“Entro i primi di agosto verrà approvata la proposta della Lega sulla commissione d’inchiesta delle Case famiglia”. Lo ha annunciato dalla piazza del municipio di Bibbiano, paese finito al centro dell’inchiesta sugli affidi illeciti, il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

“Andremo fino in fondo, non solo sui 10mila bambini portati via alle famiglie in Emilia-Romagna, ma in tutta Italia. E’ una vergogna che ci sia chi fa business persino sulla pelle dei bambini”, ha aggiunto.

“Invito chiunque sia a conoscenza di altri abusi, ovunque in Italia, di segnalarli al ministero dell’Interno, se vuole anche dietro anonimato e faremo tutte le verifiche del caso”, è l’appello rivolto dal ministro dell’Interno dalla piazza di Bibbiano, paese al centro dello scandalo sui presunti affidi illeciti. Il vicepremier chiede dunque di rivolgersi al Viminale, per evitare il ripetersi di situazioni simili. “Non avrò pace finchè l’ultimo bambino sottratto ingiustamente alla propria famiglia non tornerà a casa da mamma e papà”, ha detto il vicepremier.

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