9 Ottobre 2024

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Israele colpisce a Gaza le scuole dell’Onu, decine di vittime e feriti

Ci sono diversi bambini tra le vittime nella scuola di al-Fakhura, gestita dall’Onu, che ospita migliaia di sfollati dal campo di Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza. Lo ha detto Juliette Touma, portavoce dell’Unrwa, agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi.

L’agenzia dell’Onu ha confermato “un attacco” che ha colpito “il cortile della scuola dove si trovano le famiglie sfollate”. Secondo il ministero della Sanità palestinese le vittime sarebbero 15: “Il massacro nella scuola di al-Fakhoura, perpetrato dagli occupanti israeliani, ha causato 15 vittime e 70 feriti”, ha dichiarato il portavoce Ashraf al-Qidreh citati dall’Ansa-Afp.

Il ministero della Sanità di Gaza ha dichiarato che almeno 12 persone sono state uccise in un attacco israeliano a una scuola delle Nazioni Unite dove si rifugiavano migliaia di palestinesi sfollati. Ad essere colpita dai raid israeliani anche una scuola cattolica nella zona di Tel al-Hawa, ha reso noto la preside; nessuna vittima. Sul fronte diplomatico, ad Amman si sono riuniti 5 ministri degli Esteri arabi in vista dell’incontro con il Segretario di Stato americano Blinken, giunto ieri in Giordania. La Turchia ha richiamato l’ambasciatore a Tel Aviv per consultazioni. Intanto un bombardamento israeliano ha completamente distrutto oggi a Gaza la moschea Sheikh Zayed.

Unrwa, “Bambini tra le vittime della scuola al-Fakhoura”
Ci sono anche bambini tra le vittime nella scuola di al-Fakhura, gestita dall’Onu, che ospita migliaia di sfollati dal campo di Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza. Lo ha detto Juliette Touma, portavoce dell’Unrwa, agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. L’agenzia dell’Onu ha confermato “un attacco” che ha colpito “il cortile della scuola dove si trovano le famiglie sfollate”. Secondo il ministero della Sanità di Hamas le vittime sarebbero 15: “Il massacro nella scuola di al-Fakhoura, perpetrato dagli occupanti israeliani, ha causato 15 vittime e 70 feriti”, ha dichiarato il portavoce Ashraf al-Qidreh.

“Sventati attacchi all’estero contro israeliani ed ebrei”
Israele ha sventato in molti Paesi esteri una serie di attacchi a obiettivi israeliani ed ebraici a causa della guerra con Hamas. Lo ha riferito la tv Kan che ha citato una fonte della sicurezza israeliana secondo cui le minacce contro questi obiettivi stanno crescendo in modo “eccezionale e straordinario”. Secondo la stessa fonte, alcuni di questi attacchi sono spontanei mentre altri sono programmati da gruppi jihadisti.

La moschea sheikh Zayed a Gaza distrutta dalle bombe
Un bombardamento israeliano ha completamente distrutto oggi a Gaza la moschea Sheikh Zayed, nota anche come moschea al-Khativa in quanto si trova in prossimità della vasta piazza al-Khatiba. Lo riferiscono fonti locali. Non si hanno notizie di vittime. La moschea è situata di fronte alla università di Al Azhar, il più influente centro teologico e universitario dell’islam sunnita.

Media arabi: Nuovo attacco a scuole di Gaza
In un nuovo brutale attacco, gli aerei da guerra dell’occupazione israeliana questa sera hanno preso di mira una scuola a nord della città di Gaza, provocando l’uccisione e il ferimento di dozzine di civili. Lo riferiscono i media arabi.

Decine di persone sono state uccise e ferite nell’attacco israeliano contro la scuola Amr Ibn Al-Aas nel quartiere di Sheikh Radwan, a nord di Gaza City.

Ieri gli aerei da guerra israeliani hanno commesso un massacro contro le scuole al-Fakhouri e Tal Al-Zaatar gestite dall’UNRWA, che ha provocato l’uccisione di decine di civili e il ferimento di centinaia di persone.

Auto si scontra contro un autocarro, morto un 64enne

pronto soccorso ambulanza

Un uomo di 64 anni originario di Filadelfia, Francesco Mastrandrea, ha perso la vita stamane in un incidente stradale avvenuto lungo la strada provinciale 89 che collega Cortale a Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro.

Stando ai primi riscontri, effettuati dai carabinieri intervenuti sul posto insieme ai sanitari del 118 di Girifalco, l’auto condotta dalla vittima si è scontrata, per cause che sono in corso di accertamento, con un autocarro che transitava in direzione opposta.

Nell’impatto, ad avere la peggio è stato il conducente dell’autovettura che è stata travolta. L’impatto ha provocato il decesso del sessantaquattrenne.

Armi e droga scoperte tra i rifiuti, indagini

Tre fucili di diversi calibri, due pistole con relativi munizionamenti e polvere da sparo, oltre che 200 grammi di marijuana contenuta in sacchetto di plastica e due radio ricetrasmittenti sono stati scoperti e sequestrati dai carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria all’interno di un’area demaniale cittadina caratterizzata da forte degrado ambientale.

L’arsenale e la sostanza stupefacente, trovati nell’ambito di una serie di controlli che hanno interessato anche alcuni edifici abbandonati, erano nascosti tra materiale di risulta e spazzatura.

Sul posto è intervenuta la squadra rilievi dell’Arma che ha provveduto a repertare tutto il materiale allo scopo di effettuare gli accertamenti scientifici necessari. Durante le attività di controllo, inoltre, i militari hanno anche denunciato in stato di libertà un trentaquattrenne per detenzione abusiva di munizionamento da fucile. In una pertinenza dell’abitazione dell’uomo, infatti, sono state trovate diverse cartucce nascoste dentro un borsone.

Il Tribunale della Libertà revoca i domiciliari a due avvocati, solo interdizione

aula giustizia processo

Il Tribunale della libertà di Catanzaro ha revocato la misura degli arresti domiciliari nei confronti degli avvocati Pierpaolo Greco, di 48 anni, e Pasquale Barbieri (66), disponendo per entrambi l’interdittiva dalla professione per 12 mesi.

Il Tribunale ha così accolto la richiesta avanzata dai legali dei due professionisti, rispettivamente gli avvocati Francesco Iacopino e Valerio Murgano.

Greco, curatore fallimentare della fondazione Betania di Catanzaro e Barbieri – arrestati in flagranza di reato il 20 ottobre scorso dai finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro – sono accusati di concussione.

Ai due l’accusa addebita l’illecita richiesta di 50mila euro al presidente della società palermitana Karol spa, l’avvocato Marco Zummo, per “fluidificare” un presunto accordo che consentisse a Karol di continuare a gestire gli asset di Betania per i quali esisteva già un accordo che era in corso di rinegoziazione in seguito del fallimento della fondazione.

Secondo l’accusa, in particolare, Barbieri avrebbe avanzato la proposta a Zummo per conto di Greco. Sarebbe stato Zummo, con la sua denuncia alla Guardia di finanza, a far scattare l’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica. Gli investigatori delle Fiamme gialle avrebbero monitorato Barbieri mentre riceveva una prima tranche di 25mila euro.

L’arresto è scattato nel momento in cui Barbieri ha lasciato nello studio di Greco uno zainetto all’interno del quale c’erano circa 10mila euro. La restante parte della somma, 15 mila euro, è stata trovata nello studio di Barbieri.

‘Ndrangheta, sequestrati beni per 7 milioni a imprenditore vicino a clan

Beni per circa 7 milioni di euro sono stati sequestrati dai militari del Comando provinciale della Guardia di finanza e dei Carabinieri di Reggio Calabria, con il coordinamento della Dda diretta da Giovanni Bombardieri, ad un imprenditore di Rosarno ritenuto vicino alla cosca Pesce. Il Provvedimento è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale.

L’imprenditore è ritenuto un esponente di spicco della consorteria, inserito nel tessuto criminale a partire già dagli anni ’80 ed è rimasto coinvolto nell’operazione “Faust”, eseguita dai carabinieri del Nucleo investigativo di Reggio Calabria nel gennaio 2021 che, secondo gli investigatori, ha permesso di accertare l’operatività della cosca Pisano sul territorio di Rosarno, l’articolazione denominata “società di Polistena” e della locale di Anoia oltre al narcotraffico che dal porto di Gioia Tauro si dipanava in altre regioni. Emerso anche l’appoggio elettorale fornito ad alcuni politici di Rosarno.

L’imprenditore è rimasto coinvolto anche nell’operazione “Handover-pecunia olet”, eseguita nell’aprile 2021 dalla Finanza e dal Ros dei carabinieri di Reggio nei confronti della cosca Pesce dalla quale sarebbe emerso un vero e proprio accordo che avrebbe consentito alla cosca di gestire in monopolio i settori dell’indotto della grande distribuzione alimentare e del trasporto merci su gomma. L’imprenditore avrebbe attuato un sistema di intestazioni fittizie per schermare la sua posizione di dominus di beni illecitamente accumulati e evitare eventuali sequestri. Per questi fatti è stato rinviato a giudizio per associazione mafiosa e trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso.

La Dda ha quindi delegato il Nucleo di polizia economico finanziaria-Gico della Guardia di finanza di Reggio a svolgere accertamenti economico-patrimoniali che hanno portato a ricostruire il patrimonio nella sua disponibilità il cui valore sarebbe risultato sproporzionato rispetto al reddito.

Il sequestro ha riguardato il compendio aziendale di una cooperativa agricola intestata a prestanome, comprensivo di 2 terreni e un immobile, 4 fabbricati, un’auto, nonché tutti i rapporti bancari, finanziari e relative disponibilità.

Operazione antidroga della Polizia a Crotone, 12 misure cautelari

Nelle prime ore di questa mattina, personale della Polizia di Stato, ha dato esecuzione all’ordinanza cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Crotone, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 12 soggetti fortemente indiziati, a vario titolo, di detenere, cedere, vendere e procurare sostanza stupefacente del tipo cocaina, eroina, hashish e marijuana.

Il provvedimento restrittivo è stato adottato al termine di un’articolata indagine svolta dai poliziotti della Squadra Mobile di Crotone, avviata nel febbraio del 2023, sulla base degli esiti investigativi emersi in altro procedimento penale, relativo ad un fatto di lesioni personali aggravate dall’uso di arma, commesso in concorso da alcuni degli indagati, in danno di due assuntori, per questioni legate all’attività di spaccio.

Le acquisizioni probatorie, – spiega una nota della Questura – raccolte dalle attività tecniche di intercettazioni telefoniche ed ambientali, dalle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza, dai numerosi riscontri effettuati dalla pg operante mediante sequestri dello stupefacente ceduto, dalle dichiarazioni rese dagli acquirenti, consolidavano l’ipotesi dell’esistenza di una vera e propria “piazza di spaccio” esistente nel quartiere Acquabona, piazza gestita da soggetti ivi residenti che si muovevano in autonomia, agendo in rare occasioni in concorso tra loro.

La prosecuzione delle indagini ha evidenziato la presenza di un gran numero di avventori che, quotidianamente, in ogni ora del giorno e della notte, si recavano nel quartiere per approvvigionarsi di sostanza stupefacente, trovandone, di volta in volta, la disponibilità in diversi soggetti pronti a soddisfare la loro domanda; le cessioni avvenivano con modalità differenti, arrivando persino a consentire il consumo della sostanza all’interno delle abitazioni degli indagati, per eludere i controlli delle forze di polizia.

È stato documentato inoltre che gran parte dell’attività di cessione di stupefacente veniva effettuata nell’area che circonda l’edificio abbandonato della ex scuola Gravina nonché a pochi metri da altri tre Istituti scolastici attivi nella zona; per questo, ad alcuni degli indagati, è stata contestata anche l’aggravante.

Infine, a due degli indagati, è stato contestato anche il reato di detenzione e porto di arma clandestina, occultata in un cassonetto dell’immondizia e rinvenuta e sequestrata dalla polizia giudiziaria nel corso di un mirato servizio di controllo del territorio; tale modus operandi veniva, tra l’altro, utilizzato anche per occultare sostanza stupefacente, celata oltreché in bidoni della spazzatura, in sottotetti di abitazioni o in accumuli di materiali posizionati tra le abitazioni degli indagati.

All’esecuzione dei provvedimenti restrittivi disposti dalla Autorità Giudiziaria, di cui 5 custodie cautelari in carcere, 1 arresto domiciliare, 4 divieti di dimora nella Regione Calabria e 2 obblighi di firma, hanno partecipato, dalle prime ore dell’alba, un centinaio di donne e uomini della Polizia di Stato, appartenenti alla Squadra Mobile di Crotone, in collaborazione con la Squadra Mobile di Mantova e con il Reparto Prevenzione Crimine di Cosenza, Siderno e Vibo Valentia nonché con il supporto delle unità cinofile delle Questure di Vibo Valentia e Reggio Calabria.

Le persone coinvolte (da ritenersi innocenti fino a sentenza passata in giudicato)
Le cinque persone arrestate e per le quali è stata disposta la custodia cautelare in carcere sono Donato Bevilacqua, di 31 anni, Armando Manetta (34), Nicola Manetta (42), Domenico Passalacqua (28) e Franco Passalacqua (19). Ai domiciliari è stata posta Romina Bevilacqua, di 31 anni, mentre il divieto di dimora in Calabria riguarda Cosimo, Domenico e Leonardo Bevilacqua, di 21, 55 e 40 anni, e Maurizio Manetta, di 47. All’obbligo di firma sono stati sottoposti Francesco Passalacqua, di 43 anni, e Matteo Pio Passalacqua, di 21.

Violenza sessuale ai danni di due ragazze, 4 arresti

Volante della Polizia

La Polizia di Stato di Palmi ha eseguito questa mattina a Seminara (Reggio Calabria), Preganziol (Treviso), Cislago (Varese) e Desio (Monza Brianza), una ordinanza con cui si dispone la misura della custodia cautelare in carcere per 3 persone e la misura degli arresti domiciliari per un altro soggetto, al momento irreperibile, sospettati del reato di violenza sessuale aggravata ai danni di due ragazze originarie della Piana di Gioia Tauro.

L’attività investigativa, svolta anche grazie alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno portato a ritenere che i tre giovani, tutti legati da parentela a vari esponenti di vertice di cosche di ‘ndrangheta, ed altro soggetto, legato da vincoli di parentela ad un amministratore locale, abbiano compiuto violenze sessuali di gruppo ai danni delle due ragazze minorenni, reiterate nei confronti di una delle vittime ed almeno in un’occasione nei confronti dell’altra, avvenute tra l’estate 2022 ed il corrente anno. Nel corso dell’attività svolta è emerso, altresì, che i giovani abbiano posto in essere anche attività diretta all’individuazione di altre possibili vittime.

Contestualmente all’esecuzione delle 4 misure cautelari, il personale della Polizia di Stato ha dato esecuzione a 16 decreti di perquisizione personale e domiciliare a carico di altrettanti indagati per il medesimo reato in concorso tra loro, di cui 4 minorenni, durante i quali sono stati sequestrati diversi dispositivi elettronici, informatici e di telefonia mobile.

All’operazione, in codice “Masnada” hanno partecipato anche agenti della Squadra mobile di Reggio Calabria, dei Commissariati distaccati di Gioia Tauro, Villa San Giovanni, Polistena, Cittanova e Taurianova, delle Squadre mobili di Treviso, Varese e Monza Brianza, e con il supporto degli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Siderno, Rende e Vibo Valentia. La misura cautelare è stata emessa lo scorso 31 ottobre dal giudice presso il Tribunale di Palmi, su richiesta della locale Procura della Repubblica diretta dal procuratore Emanuele Crescenti.
lla Procura della Repubblica di Palmi diretta dal Procuratore Emanuele Crescenti.

Farmabusiness, Tallini assolto anche in Appello

Domenico Tallini

La Corte d’Appello di Catanzaro ha confermato l’assoluzione, già disposta in primo grado, nei confronti dell’ex presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini, di Forza Italia, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso nel processo Farmabusiness, riguardante presunti illeciti nella vendita all’ingrosso di farmaci. Tallini è stato difeso dagli avvocati Enzo Ioppoli, Valerio Zimatore e Carlo Petitto.

La vendita dei farmaci sarebbe stata organizzata, secondo l’accusa, da componenti della cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri di Cutro (Crotone), che avrebbero investito i proventi delle attività illecite del clan con l’aiuto di imprenditori, esponenti politici e funzionari pubblici.

I giudici hanno anche assolto dall’accusa di associazione mafiosa Santo Castagnino, condannato in primo grado a 10 anni e 8 mesi, difeso dagli avvocati Vincenzo Cicino e Salvatore Perri.

Sconto di pena per Domenico Scozzafava, considerato il fulcro della truffa dei farmaci e il “trait d’union” tra la cosca Grande Aracri ed il mondo dell’imprenditoria e della politica.

Per Scozzafava la condanna in primo grado a 16 anni di reclusione è stata ridotta a 11 anni e otto mesi. Diminuite le condanne anche per Giuseppina Mauro ed Elisabetta Grande Aracri, moglie e figlia del “boss” della ‘ndrangheta Nicolino Grande Aracri, che sono state condannate, rispettivamente, a 13 anni e otto mesi ed otto anni di reclusione.

In primo grado le due donne erano state condannate a 14 anni ed a dieci anni e otto mesi. Nel processo era imputato anche il fratello di Grande Aracri, Domenico, avvocato, per il quale è stata confermata la condanna di primo grado a due anni e otto mesi.

Processo “Quinta bolgia”, chiesta la conferma di condanna per 7 persone

Ospedale Giovanni Paolo II Lamezia Terme

Sette condanne e la confisca di quattro società sono state chieste dal sostituto procuratore generale di Catanzaro Raffaela Sforza nel processo d’appello “Quinta Bolgia” sulle presunte ingerenze delle cosche di ‘ndrangheta di Lamezia Terme nella gestione dell’ospedale Giovanni Paolo II.

Le imprese “Rocca” e “Putrino”, secondo l’accusa, si sarebbero accaparrate i servizi di onoranze funebri dell’ospedale, attuando un’illecita concorrenza “con violenza o minaccia” ai danni di altre imprese e facendo leva sull’appartenenza alle cosche attraverso i propri dipendenti legati alla criminalità organizzata, ed in particolare al contesto della consorteria Iannazzo-Cannizzaro-Daponte.

Gli imputati per i quali è stata chiesta la conferma della condanna sono Franco Antonio Di Spena, dipendente della Rocca Servizi, al quale in primo grado sono stati comminati 2 anni e 8 mesi; Giuseppe Perri, ex direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro (8 mesi); due omonimi, Diego Putrino, di 41 e 57 anni, rispettivamente, amministratore della Putrino service srl e socio al 95% ed amministratore delle altre società legate alla famiglia Putrino, condannati entrambi in primo grado a 9 anni e 6 mesi; Pietro Putrino, capo dell’omonimo gruppo imprenditoriale (11 anni); Ugo Bernardo Rocca (9 anni e 2 mesi) e Vincenzo Torcasio, dipendente della ditta Putrino (9 anni e 4 mesi).

Le società di cui il pg Sforza ha chiesto la confisca sono “La Pietà Putrino srl”, la “Croce Rosa Putrino srl”, la “Putrino Service srl” e la “Rocca Servizi srl”.

Dopo la requisitoria hanno depositato le loro conclusioni le parti civili: la ditta Vescio funeral home, rappresentata dall’avvocato Fernando Marrocco; la Regione Calabria (avvocato Nicola Greco); l’associazione Antiracket Lametina (avvocato Carlo Carere); l’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro (avvocato Gaetano Callipo) ed il Comune di Lamezia Terme (avvocato Caterina Restuccia).

Prefetto di Cosenza: “Su criminalità daremo risposta ai cittadini”

“Siamo qui per dimostrare la vicinanza alle istituzioni locali ma anche un’attenzione massima ai cittadini. La percezione di insicurezza che si determina non può essere perfettamente allineata con la risposta dello Stato, perché le dinamiche sono diverse e la reazione dal punto di vista investigativo è più lenta. Ma voglio rassicurare i cittadini che avranno una risposta condivisa e fattuale”. Lo ha detto il prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, parlando con i giornalisti a margine della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica sugli episodi di criminalità verificatisi degli ultimi giorni nell’alto Tirreno cosentino e nello Ionio.

“Aumenteremo la presenza delle forze dell’ordine – ha aggiunto il prefetto – con un’attività maggiore sui territori. Dal punto di vista quantitativo saranno interventi importanti perché lo richiede l’esigenza di sicurezza che emerge dalle comunità”. “Il ministro Piantedosi – ha concluso Vittoria Ciaramella – è informato di tutto ed è costantemente aggiornato su quanto sta accadendo”.

Nel 2022 in Calabria 74 vittime in quasi 3mila incidenti stradali

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In Calabria, nel 2022, si sono verificati 2.847 incidenti stradali che hanno causato la morte di 74 persone e il ferimento di altre 4.470. Il 2022 è stato caratterizzato da una netta ripresa della mobilità e, come conseguenza, dell’incidentalità stradale.

Rispetto al 2021 aumentano gli incidenti (+10,1%) e i feriti (+11%) con variazioni superiori a quelle nazionali (entrambi rispettivamente pari a +9,2%). Si riduce, invece, il numero delle vittime (-12,9%) a fronte di un aumento in Italia del 9,9%. E’ quanto emerge da un focus dell’Istat.

Tra le cause più frequenti di incidenti la velocità elevata, la distrazione e il mancato rispetto delle regole di precedenza. I 3 gruppi costituiscono complessivamente il 36,9% dei casi.

Considerando solo le strade extraurbane, la velocità troppo elevata incide da sola per il 16,2%; seguono la guida distratta per il 15,2% e le manovre irregolari 9,7%. Il tasso di mortalità standardizzato è più alto per la classe di età 15-29 anni (4,8 per 100mila abitanti) e per quella 65 e oltre (4,6 per 100mila abitanti). I conducenti dei veicoli coinvolti rappresentano il 71,6% delle vittime e il 63,9% dei feriti in incidenti stradali, le persone trasportate il 14,9% dei morti e il 29,0% dei feriti, i pedoni il 13,5% dei deceduti e il 7,1% dei feriti. Il 70,0% dei pedoni rimasti vittima di incidente stradale appartiene alla classe di età 65+ mentre il 67,6% dei pedoni feriti ha più di 44 anni.

Nel 2022 il costo dell’incidentalità con lesioni alle persone è stimato in 17 miliardi e circa 900 milioni di euro per l’Italia (303,5 euro pro capite) e in oltre 370 milioni di euro (201 euro pro capite) per la Calabria; la regione incide per il 2,1% sul totale nazionale.

Diminuiscono gli incidenti sulla A2 (147 incidenti, 6 morti e 247 feriti) e lungo la costa: si confermano le criticità della SS106 ionica con 250 incidenti, 23 decessi e 477 feriti, e della SS18 tirrenica (98 incidenti, 1 decessi e 172 feriti); nelle zone interne rimane alto l’indice di mortalità lungo la SS283 delle Terme Luigiane che registra un indice di mortalità pari a 33,33. La SS108 Silana di Cariati e la SS531 di Cropalati registrano il più alto indice di lesività (rispettivamente 400 e 300).

Nel 2022 il maggior numero di incidenti (1.722, il 60,5% del totale) si è verificato sulle strade urbane, con 20 morti (27,0% del totale) e 2.490 feriti (55,7%). Rispetto al 2021 i sinistri aumentano: sulle strade urbane +13,6%, seguite dalle altre strade (+6,9%). Gli incidenti più gravi avvengono sulle altre strade e sulle autostrade. Sulle strade urbane il 30,3% dei sinistri stradali si verifica nei pressi di un incrocio, percentuale che scende al 5,3% sulle
strade extraurbane. In ambito urbano gli incidenti che avvengono lungo un rettilineo sono il 50,9%, seguono quelli che si verificano nei pressi di un incrocio, di una curva (7,6%) di una intersezione (7,1%), e di una rotatoria (2,3%). Lungo le strade extraurbane il 56,5% degli incidenti si verifica lungo un rettilineo, il 28,4% in curva e il 5,3% nei pressi di un incrocio.

Nel periodo gennaio-aprile si sono registrati in Calabria 757 incidenti (26,6% del totale) mentre tra maggio e settembre, in coincidenza del periodo di maggiore mobilità per vacanze, 1.418 (il 49,8%), in cui hanno subito lesioni 2.231 persone (49,9%) e 35 sono decedute (47,3%). Il 77,2% degli incidenti ha avuto luogo tra le 8 e le 21 ma l’indice di mortalità raggiunge i valori più elevati nella fascia tra le due e le tre del mattino (7,1 morti ogni 100 incidenti) e tra le quattro e le cinque (6 morti ogni 100 incidenti). Il venerdì e il sabato notte si concentrano il 41,5% degli incidenti notturni, il 52,9% delle vittime e il 44,2% dei feriti. L’indice di mortalità dei soli incidenti notturni è 3,5 decessi ogni 100 incidenti. Il valore più elevato si registra il venerdì notte.

La maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli (69,4%); la tipologia più diffusa è lo scontro frontale-laterale (930 casi, 16 vittime e 1.561 feriti), seguita dal tamponamento (453 casi, 5 decessi e 818 persone ferite). La tipologia più pericolosa è lo scontro frontale (7,9 decessi ogni 100 incidenti), seguono la fuoriuscita (5,4 decessi ogni 100 incidenti) e la caduta da veicolo (4,9 decessi ogni 100 incidenti). Gli incidenti a veicoli isolati risultano più rischiosi, con una media di 3,9 morti ogni 100 incidenti, rispetto a quelli che vedono coinvolti più veicoli (2 decessi).

‘Ndrangheta, disarticolata cellula nel reggino. Scoperti nuovi assetti tra clan. 27 arresti

Ventisette persone sono state arrestate stamattina dalla Guardia di finanza nell’ambito di un’operazione denominata “Garden”, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, che ha riguardato le cosche Borghetto e Latella operanti nei quartieri di Modena e Ciccarello. Il blitz è scattato all’alba nelle province di Reggio Calabria, Agrigento, Cosenza, Messina, Milano e Roma.

I finanzieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e dell’aggiunto Walter Ignazitto.

I reati contestati, a vario titolo, agli indagati sono associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, spaccio e traffico di sostanze stupefacenti e usura. Per 25 indagati è stato disposto il carcere mentre per uno gli arresti domiciliari e per un altro l’obbligo di firma.

Arrestando i vertici della cosca, con l’inchiesta “Garden”, i finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria a la Dda ritengono di avere decapitato la cosca Borghetto-Latella che storicamente era federata alla famiglia mafiosa Libri mentre negli ultimi anni è di fatto un gruppo più autonomo che controlla i quartieri Modena e Ciccarello, nella zona sud di Reggio Calabria.

Una parte delle indagini riguarda i rapporti tra la ‘ndrangheta e la comunità rom di Ciccarello che, secondo gli inquirenti, non è più manovalanza al servizio dei clan ma, così come in altri territori della Calabria, si sta trasformando una vera e propria cosca.

I soggetti destinatari dei provvedimenti restrittivi della libertà, di cui 25 in carcere, sono indagati a vario titolo per i reati di associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, spaccio e traffico di sostanze stupefacenti, usura. Contestualmente, è in corso l’esecuzione del sequestro preventivo di un’imbarcazione, alcuni immobili, una società agricola, diversi terreni e varie autovetture.

L’Operazione costituisce l’epilogo di una complessa attività d’indagine, coordinata dalla locale Procura ed eseguita dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Reggio Calabria, che ha consentito di disvelare – allo stato del procedimento e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità – l’esistenza di un sodalizio criminale egemone principalmente nel quadrante sud di Reggio Calabria.

L’operatività della cosca di ‘ndrangheta Borghetto-Latella, oggetto di investigazioni – per decenni non del tutto autonoma, in quanto articolazione satellite della storica cosca Libri – avrebbe conquistato, nel tempo, con le modalità tipiche delle associazioni mafiose, il controllo delle attività criminali ed economiche di un’ampia zona di Reggio Calabria, coincidente con i quartieri di Modena, Ciccarello e San Giorgio Extra.

Il potere mafioso esercitato dal clan sui citati territori, garantito anche dalla disponibilità di veri e propri arsenali militari e da continui atti intimidatori e violenti, si sarebbe consolidato anche attraverso un’imponente attività estorsiva, monopolizzando vaste sacche commerciali ed economico-imprenditoriali, nonché numerose piazze del territorio anzidetto, con espansioni anche fuori dalla città di Reggio Calabria.

A riprova dello spessore criminale del clan oggi smantellato, si registra la frase con cui un esponente di spicco appartenente ad un’altra famiglia della ‘ndrangheta reggina indica la famiglia Borghetto-Latella come “la corona della nostra testa”.

Il capo-cosca, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe assurto a tutti gli effetti ai vertici del Mandamento di ‘ndrangheta di Reggio Calabria, rivestendo un ruolo di apicale spessore nelle gerarchie mafiose, di dispensatore di doti e cariche organizzative, nonché di programmatore delle ripartizioni dei proventi illegali fra il suo sodalizio e le altre ‘ndrine della città.

L’attività investigativa ha confermato, per altro, l’esistenza di un legame sempre più profondo e sinergico tra la ‘ndrangheta della provincia reggina e pericolosi esponenti di gruppi criminali appartenenti alle comunità nomadi. Sulla base degli elementi raccolti – ed in linea con quanto già giudiziariamente accertato nell’ambito di altri processi celebrati nel distretto reggino – verrebbe svelato un nuovo e pericolosissimo volto della ‘ndrangheta che, pur di perseguire i propri lucrosi scopi, ampliare la potenza economica, rafforzare le fila militari e il controllo sul territorio, sarebbe giunta a stringere patti gravissimi con le citate comunità nomadi, avvalendosi della stabile collaborazione dei loro più temibili esponenti.

In tal senso, le indagini avrebbero consentito di appurare che l’organizzazione si sarebbe avvalsa – specialmente per il compimento delle più efferate attività criminali, come reati in materia di armi, di droga e, alla bisogna, anche di condotte violente – delle locali comunità rom, non solo asservendole a sé, ma anche in forza di un ormai necessario “do ut des”. In questo modo, tali comunità sarebbero state non solo legittimate sul territorio, ma, fatto ancor più grave ed inedito, avrebbero conquistato uno spazio di autonomia e libertà delinquenziale di estrema pericolosità sociale mai goduto prima e che, senza la protezione di cosche storiche e potenti, altrimenti non avrebbero potuto avere.

Ulteriore terreno di operatività criminale della cosca sarebbe, da sempre, anche l’usura. I vertici, infatti, si sarebbero dedicati a tale attività illecita, anche grazie ai proventi derivanti dell’intenso traffico di stupefacenti. Numerosi, inoltre, sono gli episodi estorsivi registrati ai danni di imprenditori reggini.

Peraltro, l’articolata attività d’indagine ha portato al rinvenimento di un vero e proprio arsenale, costituito da decine di armi, anche da guerra, tra mitragliette, fucili e pistole, perfettamente funzionanti e con relativo munizionamento, nonché di un ordigno esplosivo dalla potenza micidiale, il cui possesso non sarebbe giustificabile se non da finalità criminali di tipo mafioso.

“L’Operazione “Garden” – spiega una nota della Finanza – testimonia la costante ed efficace azione posta in essere dalla Guardia di Finanza e dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nel contrasto alla criminalità organizzata ed ai fenomeni connotati da forte pericolosità sociale, quali il traffico di armi, di sostanze stupefacenti e all’infiltrazione della ‘ndrangheta nell’economia, a salvaguardia delle libertà economiche e sociali”.

Nessuna irregolarità in gestione depuratore Crosia, assolto sindaco

Non vi è stata nessuna irregolarità nella gestione del depuratore comunale di Crosia. Il Tribunale di Castrovillari, con sentenza emessa dal Giudice monocratico Luca Fragolino, ha assolto, dopo nove anni, il sindaco di Crosia Antonio Russo, perché “il fatto non è previsto dalla legge come reato” e perché “il fatto non costituisce reato”, il responsabile dell’area tecnica, Luigi Lepera, e il gestore dell’impianto. Con la stessa sentenza il giudice ha disposto il dissequestro dell’ impianto di depurazione di contrada Pantano.

“Dopo nove anni si chiude, di fatto, una triste vicenda per la città e per l’Amministrazione comunale con una sentenza che restituisce giustizia” è scritto in una nota dell’Ente. Tutto inizia nel 2014, a un mese dall’insediamento di Russo.

Gli investigatori, nel corso di un sopralluogo, ravvisano “presunte irregolarità nella gestione dell’impianto di depurazione per il cattivo funzionamento del carroponte e con conseguente scarico delle acque non a norma”. Presunte irregolarità che portano al sequestro dell’impianto e alla denuncia del sindaco e del responsabile dell’area tecnica. Nel corso del dibattimento, il sindaco, è scritto nella nota, ha dimostrato che “appena insediatosi aveva adottato apposito atto deliberativo al fine di consentire la riparazione del carro ponte dimostrando la straordinarietà dell’evento non dovuto a negligenza o cattiva gestione della struttura depurativa, nonostante la manutenzione fosse a carico della ditta gestrice a mente del capitolato d’oneri”.

Il giudice, è scritto nella nota, “ha accolto in pieno le tesi dell’avvocato Francesco Coppola, difensore di Russo, e dell’avvocato Aldo Zagarese, difensore di Lepera, secondo cui la rottura improvvisa del carro ponte non poteva essere addebitata al sindaco che ad appena un mese dall’insediamento della giunta, si era attivato per l’approvazione di una delibera che disponeva un intervento urgente di ripristino”.

Russo, nel dirsi estremamente soddisfatto per il proscioglimento, ha sottolineato di aver sempre confidato nel corso della giustizia e di aver riservato un’attenzione scrupolosa verso l’ambiente e la salubrità delle acque.

Serie B, Venezia Catanzaro 2-1

Il Catanzaro cade a Venezia per 2-1 e incassa la terza sconfitta consecutiva che lo allontana dalle zone alte della Serie B. Tra veneti e calabresi succede tutto nel primo tempo ma le emozioni durano fino al 97′.

I padroni di casa passano al 25′ su rigore di Pohjanpalo procurato da Ellertsson. Al 40′ è Ghion a pareggiare con un gran tiro da fuori. Nel recupero Johnsen con un’azione personale trova il nuovo vantaggio per i padroni di casa che poi sarà definitivo.

Nella ripresa il Catanzaro prova a fare la partita facendo tanto possesso palla, ma l’unica vera chance capita a Iemmello che calcia di poco alto. Tante invece le occasioni per i padroni di casa che non riescono però a portarsi sul 3-1. Prima Fulignati è miracoloso a tu per tu con Pohjanpalo, poi si ripete su Busio. Gytkjaer invece viene murato due volte dai difensori davanti alla porta.

Quando il Venezia sembra in controllo Bjarkason subisce un rosso diretto a due minuti dalla fine. Nei sette di recupero c’è l’assalto degli ospiti che produce però una sola conclusione vera con Brignola su cui si immola Altare.

Il Venezia resta quindi secondo a quota 27 a due lunghezze dal Parma capolista, che deve però ancora giocare la sua partita. Il Catanzaro resta bloccato a quota 21 al quinto posto momentaneo, ma soprattutto colleziona la terza sconfitta consecutiva nonostante il bel gioco espresso.

TABELLINO

Venezia (4-4-2): Bertinato Candela Modolo, Altare , Sverko (30’ st Dembelé ), Johnsen (45’ st Lella ), Tessman, Busio , Ellertsson (20’ st Bjarkason), Pohjanpalo (30’ st Gytkjaer ), Pierini (20’ st Zampano)
A disposizione: Purg, Grandi, Ullmann, Cheryshev, Jajalo, Andersen, Olivieri
Allenatore: Vanoli

Catanzaro (4-4-2): Fulignati, Veroli (29 st Miranda), Brighenti, Krajnc (45’ st Biasci ), Situm (29’ st Katseris ), Vandeputte, Pompetti, Ghion , Sounas (23’ st Brignola), Iemmello , Stoppa (23’ st Ambrosino)
A disposizione: Borrelli, Sala, Krastev, D’Andrea, Pontisso, Oliveri
Allenatore: Vivarini 6+

Arbitro: Alberto Santoro
Assistenti: De Giudici – Arace

Angoli: uno Venezia, due Catanzaro
Recupero: 2‘ pt; 7’ st
Ammoniti: 5’ pt Situm (C); 13’ st Altare (V), 46’ st Gytkjaer (V)
Espulsi: 42’ st Bjarkason (V)
Marcatori: 25’ pt Pohjanpalo (rig) (V), 40’ pt Ghion (C), 46’ st Johnsen (V)

Sintesi video

Serie B, il Cosenza batte la Reggiana per 2-0

Il Cosenza ritrova il successo prima della sosta che condurrà al derby con il Catanzaro. Con i tre punti conquistati contro la Reggiana, la formazione di Fabio Caserta avrà adesso la possibilità di lavorare senza pressioni nelle prossime due settimane. I rossoblù, dopo tre match senza successi, hanno interrotto la striscia positiva dei granata dell’ex ds Roberto Goretti.

Un gol per tempo è stato sufficiente ai Lupi per restituire fiducia all’ambiente. La gara è stata sbloccata dopo 23’ minuti da Idriz Voca. L’ex Lucerna si è confermato letale in posizione di trequartista e seguendo con i tempi giusti l’azione offensiva dei suoi ha girato in porta dopo un precedente tentativo di Forte in seguito ad un illuminante passaggio filtrante di Praszelik.

In avvio di secondo tempo, Baroni ha revocato un calcio di rigore precedentemente concesso agli ospiti mediante l’ausilio del monitor. Non ha avuto dubbi poi, in chiusura, quando Kabashi ha atterrato Florenzi: Tutino ha ribadito in rete dopo la precedente parata di Bardi spezzando così un lungo digiuno.

COSENZA: Micai; Martino; Meroni, Venturi, D’Orazio; Calò, Praszelik (86′ Zuccon); Mazzocchi (70′ Marras), Voca (77′ Florenzi), Tutino; Forte (86′ Zilli). In panchina: Marson, Sgarbi, Rispoli, Fontanarosa, Crespi, Arioli, Canotto, La Vardera. All. : Caserta

REGGIANA: Bardi; Syzminski (74′ Fiamozzi), Rozzio, Marcandalli, Pieragnolo; Bianco (62′ Cigarini), Crnigoi (62′ Kabashi), Portanova; Girma (74′ Varela); Gondo, Antiste (84′ Melegoni). In panchina: Sposito, Satalino, Libutti, Da Riva, Nardi. All. : Nesta

ARBITRO:  Niccolò Baroni di Firenze. Assistenti: Matteo Bottegoni di Terni e Marco Belsanti di Bari . IV ufficiale: Antonino Costanza di Agrigento. VAR: Lorenzo Maggioni di Lecco . AVAR: Oreste Muto di Torre Annunziata.

MARCATORI: Voca 23′, Tutino 84′

La sintesi in video

Omicidio nel Cosentino, ucciso un 46enne

La vittima Alessandro Cataldo

Agguato mortale ieri sera a Cetraro. Un uomo di 46 anni, Alessandro Cataldo, con precedenti, è stato assassinato nella zona portuale della cittadina del Tirreno cosentino da un sicario che avrebbe esploso quattro colpi di pistola all’indirizzo dell’uomo. Per poi dileguarsi con un auto a bordo della quale ci sarebbe stato un complice. L’omicidio davanti ad una pizzeria della zona che sarebbe di proprietà della famiglia.

Sul posto sono giunti immediatamente i soccorsi prestati dai sanitari del 118 del vicino ospedale. In azione i carabinieri del comando di Paola, guidati da Marco Pedullà, e i carabinieri del reparto operativo Cosenza, guidati da Dario Pini. Presente anche una pattuglia della polizia di Cetraro.

La Procura tirrenica ha aperto un’indagine per comprendere l’esatta dinamica di quanto avvenuto e a risalire ai nomi degli esecutori e dei mandanti. Gli investigatori stanno sentendo alcune persone che si trovavano sul posto per raccogliere elementi possibili per ricostruire la maggiore dinamica dell’agguato.

Il profilo della vittima
Alessandro Cataldo, la vittima dell’agguato, era finito al centro dell’Operazione antimafia “Overloading”, coordinata dalla Distrettuale di Catanzaro. Nell’inchiesta portata avanti contro il narcotraffico lungo il Tirreno cosentino, il 46enne aveva rimediato una condanna. Si tratta della mega operazione contro un cartello che avrebbe fatto capo al clan Muto, la storica cosca ‘ndrangheta di Cetraro.

Per Cataldo durante la fase del carcere preventivo si erano battuti alcuni parlamentari per la sua liberazione. L’uomo era afflitto da una patologia neoplastica da qui quella richiesta, all’epoca accolta. A distanza di anni è invece giunta la sua condanna a morte.

Accordo dei ministri degli Esteri G7 per il documento finale su Gaza: “Soluzione due Stati”

“I membri del G7 sono impegnati a lavorare a stretto contatto con i partner per preparare soluzioni sostenibili a lungo termine per Gaza e il ritorno a un processo di pace più ampio in linea con i parametri concordati a livello internazionale. Sottolineiamo che una soluzione a due Stati, che prevede che Israele e uno Stato palestinese vivano fianco a fianco in pace, sicurezza e riconoscimento reciproco, rimane l’unica via verso una pace giusta, duratura e sicura”. E’ quanto si legge nella dichiarazione congiunta della riunione dei ministri degli Esteri G7 a Tokyo.

I ministri degli Esteri del G7 hanno dunque trovato un accordo per una dichiarazione congiunta a conclusione della ministeriale G7 a Tokyo, nella quale si sono detti “più uniti che mai nel perseguimento della pace internazionale, della sicurezza, e prosperità”.

“Ribadiamo la nostra forte opposizione a qualsiasi tentativo unilaterale di modificare lo status pacificamente stabilito dei territori con la forza o la coercizione in qualsiasi parte del mondo.

Tali tentativi minano lo stato di diritto, che protegge tutte le nazioni, soprattutto quelle vulnerabili, così come la sicurezza globale e la dignità umana”, si legge nella dichiarazione.

“Condanniamo inequivocabilmente gli attacchi terroristici di Hamas e altri in tutto Israele iniziati il 7 ottobre 2023, nonché gli attacchi missilistici in corso contro Israele. Sottolineiamo il diritto di Israele a difendere se stesso e il suo popolo in conformità con il diritto internazionale nel tentativo di prevenire che ciò si ripeta”, si legge nella dichiarazione congiunta. “Chiediamo il rilascio immediato di tutti gli ostaggi senza precondizioni”.

“L’aumento della violenza estremista commessa dai coloni contro i palestinesi è inaccettabile, mina la sicurezza in Cisgiordania e minaccia le prospettive di una pace duratura”.

“I membri del G7, insieme ai partner della regione, stanno lavorando intensamente per evitare che il conflitto si inasprisca ulteriormente e si diffonda più ampiamente. Stiamo anche lavorando insieme, anche imponendo sanzioni o altre misure, per negare ad Hamas la capacità di raccogliere e utilizzare fondi per compiere atrocità”.

‘Ndrangheta, arrestato un latitante reggino in Germania

Archivio

La Polizia tedesca, nell’ambito del progetto Interpol – Cooperation Against ‘Ndragheta, ha tratto in arresto a Duisburg, in Germania, il latitante Antonio Strangio, 44 enne, alias “u meccanicu” e “TT”, ritenuto contiguo per vincoli di parentela diretta alla ‘ndrina sanluchese dei Pelle, alias “Vanchelli” (egli è difatti cugino di primo grado dell’ex superlatitante Francesco Pelle classe ‘77 detto “Ciccio Pakistan”) ed arrestato nell’aprile del 2019 nell’Operazione Pollino, condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia reggina contro le ramificazioni dell’organizzazione all’estero, ed in particolare in Germania.

Nella circostanza Strangio, già condannato per traffico illecito di sostanze stupefacenti in secondo grado dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria, a partire dal dicembre dello scorso anno si rendeva responsabile di reiterate violazioni alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria cui era sottoposto, facendo successivamente perdere le proprie tracce.

Le attività – sviluppate dalla Stazione Carabinieri di San Luca – hanno consentito di localizzare quest’ultimo in Germania, nonché richiedere contestualmente alla competente Procura generale della Repubblica di Reggio Calabria diretta da Gerardo Dominjanni, l’emissione di un mandato di arresto europeo, quale aggravamento per essersi volontariamente sottratto alle prescrizioni impostegli.

Le successive attività di estensione delle ricerche – per mezzo dell’Unita I-CAN – alle forze di polizia tedesche, coordinate dal reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria ha reso possibile la cattura del soggetto, il quale, a seguito di un sinistro stradale in cui è rimasto coinvolto a Duisburg, è stato prontamente identificato e tradotto in carcere, in attesa della successiva estradizione in Italia.

Uccise l’ex moglie, pensionato condannato all’ergastolo

E’ stato condannato all’ergastolo Alfonso Diletto, il pensionato di 70 anni che l’8 marzo del 2022, a San Leonardo di Cutro, nel Crotonese, uccise con un colpo di pistola al cuore l’ex moglie, Vincenza Ribecco, di 60 anni.

La sentenza è stata emessa dalla Corte d’assise di Catanzaro (presidente Massimo Forciniti), che ha accolto la richiesta che era stata avanzata il 17 ottobre dal pubblico ministero, Diletto, difeso dall’avvocato Luigi Colacino, era accusato di omicidio volontario premeditato, detenzione di arma clandestina e ricettazione.

L’uxoricidio avvenne dopo che Diletto si presentò a casa dell’ex moglie, dove la donna viveva insieme al figlio, come già aveva fatto altre volte dopo la separazione, avvenuta un anno e mezzo prima.

Diletto, nell’occasione, portò con sé una pistola calibro 7,65 con la matricola cancellata, a dimostrazione, secondo l’accusa, della premeditazione dell’assassinio da parte dell’uomo.

Quando Diletto suonò al campanello e chiese all’ex moglie di aprirgli, la donna non lo fece entrare e gli intimò di andarsene. L’uomo estrasse la pistola che aveva portato con sé e sparò alla moglie da dietro una porta finestra. La morte della donna fu istantanea.

‘Ndrangheta, preso a Bari un latitante

Nel tardo pomeriggio del 6 novembre 2023, a Bari, i carabinieri di Cosenza e Bari, hanno dato esecuzione alla misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di Leonardo Abbruzzese, classe 1985, disposta, a suo tempo dal gip presso il Tribunale di Catanzaro, per associazione mafiosa e altro, circa la sua presunta partecipazione, con ruolo di rilevo, all’associazione di tipo ‘ndranghetista riconducibile ad esponenti della famiglia Abbruzzese di Lauropoli (frazione di Cassano all’Ionio, comune calabrese in provincia di Cosenza) e all’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravato dalle finalità mafiose, operante sotto l’egida del medesimo sodalizio di ‘ndrangheta.

Lo stesso si era sottratto alla esecuzione della misura cautelare in carcere, a suo tempo adottata dal giudice presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, ed eseguita in data 30 giugno 2023 nei confronti di numerosi altri indagati, nell’ambito del procedimento penale convenzionalmente denominato “Athena”, che allo stato si trova nella fase delle indagini preliminari.

Dopo il significativo periodo di tempo durante il quale si è sottratto alla esecuzione del provvedimento di natura cautelare, i carabinieri del Nucleo investigativo di Cosenza, con il costante coordinamento della Dda di Catanzaro, hanno localizzato l’uomo a Bari, in una ampia villa nei pressi del capoluogo, dove aveva trovato ospitalità e sostegno logistico, all’esito dell’impegnativa attività di indagine articolata attraversi plurimi strumenti di investigazione, nella ricostruzione dei movimenti dei soggetti gravitanti nella rete di relazione della quale poteva godere, e che ha consentito l’individuazione e la cattura.

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