10 Ottobre 2024

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Fondi Lega, la Cassazione: truffa prescritta, confisca confermata

Umberto Bossi Francesco Belsito
Umberto Bossi e Francesco Belsito in una foto d’archivio

Reati prescritti per Umberto Bossi e Francesco Belsito nel procedimento sulla truffa per i rimborsi elettorali. Ma la confisca dei 49 milioni alla Lega è confermata e definitiva. Lo ha deciso la sentenza della Cassazione, che dopo 5 ore di camera di consiglio ha annullato senza rinvio le condanne e le confische personali per l’allora leader della Lega e l’ex tesoriere del partito.

Ma non si ‘salva’ il Carroccio, su cui continua a pendere la maxi-confisca. Belsito resta responsabile di appropriazione indebita: per lui ci sarà in questo caso la rideterminazione della pena in Appello. Confermate le condanne per i revisori Diego Sanavio e Antonio Turci, accusati di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Assolto il terzo revisore Stefano Aldovisi.

Il processo di secondo grado, per l’ipotizzata truffa aggravata ai danni dello Stato da parte dei due esponenti dell’allora Lega Nord, si era invece concluso con la sostanziale conferma del verdetto di primo grado: i giudici avevano inflitto 1 anno e 10 mesi a Bossi e 3 anni e 9 mesi a Belsito.

Secondo l’accusa il partito aveva ottenuto i rimborsi elettorali ai danni del Parlamento, tra il 2008 e il 2010, falsificando rendiconti e il bilancio. Durante l’udienza in Cassazione, Belsito aveva chiesto la ricusazione dei giudici del collegio della sezione feriale chiamato a decidere sulle condanne dopo che il suo avvocato aveva avanzato istanza di “rinvio per integrazione documentale”, rilevando che in cancelleria mancava il fascicolo relativo al dibattimento di primo grado e la “documentazione sui conti correnti del partito Lega”.

Una richiesta bocciata dai giudici del collegio deputato a decidere e che ha dato il via alla Camera di consiglio che ha poi emesso la sentenza. Nella sua requisitoria il Pg, Marco Dall’Olio, aveva invece chiesto la conferma delle condanne per Belsito e Bossi, parlando di “indubbie spese per la famiglia Bossi”.

Piantagioni di marijuana, arrestate cinque persone ad Africo

Cinque persone sono state arrestate nel Reggino perché sorprese a coltivare una piantagione di marijuana di vaste dimensioni sita in un’impervia area dell’Aspromonte in prossimità del vecchio centro di Africo.

Gli arresti sono avvenuti lo scorso fine settimana dopo una indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria e condotta dai Carabinieri della Compagnia di Bianco insieme ai colleghi della stazione di Africo Nuovo.

In manette sono finiti Domenico Antonio Versace, di 36 anni; Francesco Strangio, (43);
Arcangelo Mollica, (57); Leo Mollica, (56) e Rocco Morabito, trentaseienne. Sono tutti del reggino.
Gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di produzione e traffico illecito in concorso di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti.

Avviata lo scorso luglio, l’indagine ha consentito di rinveniree sequestrare 7.500 piante di marijuana nonché quasi un chilo dello stesso stupefacente già essiccato. Con lunghi appostamenti e riprese video sulla piantagione individuata è stato possibile identificare i coltivatori, tra i quali diversi soggetti ritenuti vicini, per vincoli di parentela, alla cosca di ‘ndrangheta “Speranza–Palamara–Scriva”, di Africo.

Come già emerso in altre attività d’indagine (l’operazione “Selfie” su tutte, eseguita lo scorso 28 maggio), anche in questo caso gli indagati hanno installato alcune foto-trappole a presidio delle piantagioni, strumentazione sequestrata per i successivi accertamenti tecnici.

In totale, dallo scorso maggio, i Carabinieri del Gruppo di Locri hanno sequestrato e distrutto 9 piazzole, sulle quali erano presenti oltre 16.000 piante di marijuana, arrestando nella flagranza del reato di coltivazione di sostanze stupefacenti 7 persone, alcuni dei quali giovanissimi i quali –allettati dal guadagno facile che deriva da tali attività – sono molto spesso inconsapevoli del fatto che per il reato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti è prevista una pena detentiva superiore ai venti anni.

Scoperta piantagione di marijuana per un milione di euro, un arresto

Una coltivazione con oltre 1.100 piantine di canapa indiana è stata scoperta a Limbadi dai carabinieri che hanno arrestato in flagranza di reato e posto ai domiciliari P.B., di 34 anni, incensurato.

I militari, dopo avere individuato la piantagione con esemplari tutti in avanzato stato di fioritura di un’altezza variabile tra il metro e settanta e i due metri, si sono appostati e hanno sorpreso il trentaquattrenne.

Il terreno utilizzato per la coltivazione, suddiviso su più terrazzamenti, era interamente contornato da una siepe che costituiva una vera e propria barriera e le piantine messe a dimora venivano innaffiate grazie ad un sistema che consentiva il prelievo e l’utilizzo delle acque di un vicino corso d’acqua. La sostanza stupefacente prodotta dalla piantagione avrebbe potuto fruttare, se immessa sul mercato, circa un milione di euro.

Incidente sulla 107 Silana Crotonese, un morto e due feriti gravi

ambulanza campagnaE’ di un morto e due feriti il bilancio di un grave incidente stradale avvenuto sulla statale 107 Silana-Crotonese, all’altezza di San Pietro in Guarano, in provincia di Cosenza. La vittima è Francesco Granata, 73enne di Celico.

Due auto, per cause in corso di accertamento, si sono scontrate frontalmente e, nell’impatto, sono rimaste gravemente ferite altre due persone. Una di loro è stata trasportata, in gravissime condizioni, nell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza con l’elisoccorso. Sul posto sono presenti le Forze dell’ordine, i sanitari del 118 e personale Anas.

A causa dell’incidente, la statale è stata chiusa al traffico in entrambe le direzioni. La circolazione è stata deviata su strade provinciali.

Scoperto arsenale di armi a Crotone, tre arresti

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Archivio

Tre fucili, di cui uno a canne mozze, sette pistole, centinaia di munizioni di diverso calibro, 2 mirini di precisione, 250 carte d’identità in bianco, uno strumento meccanico per la produzione di munizioni e un chilo di marijuana già essiccata e confezionata sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Crotone che ha arrestato tre persone.

L’operazione denominata “Estate di fuoco” ha permesso di scoprire l’arsenale e tutto il materiale all’interno di alcuni capannoni di località Gabella, a Crotone, utilizzati per la lavorazione di ferro e pellame. Le armi e la droga erano stati nascosti in macchinari e frigoriferi in disuso o sotterrati in zone vicine a canneti in un terreno di proprietà di uno degli arrestati.

Le carte d’identità in bianco, invece, sono state trovate all’interno di un fusto di plastica chiuso ermeticamente. Le armi, tutte in buono stato di conservazione, saranno sottoposte ad accertamenti balistici per verificarne l’eventuale uso recente in azioni criminali.

Operazione Galassia, presa in Montenegro una ricercata

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I finanzieri di Reggio Calabria, insieme ad altri reparti del corpo e di polizia, hanno eseguito in Montenegro un mandato di arresto internazionale emesso dal Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di Ivana Ivanovic.

La donna si era sottratta al provvedimento di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria lo scorso 12 novembre – in relazione al quale era stata emessa successiva ordinanza di custodia cautelare in carcere da parte del gip – nell’ambito dell’operazione “Galassia” condotta dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria e dallo Scico con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia reggina diretta da Giovanni Bombardieri, che aveva rilevato l’esistenza di più associazioni per delinquere operanti sul territorio nazionale nel settore della raccolta del gioco e delle scommesse con i marchi “Planetwin365”, “Betaland” ed “Enjoybet” le quali, in rapporto con la ‘ndrangheta, da un lato avevano consentito a quest’ultima di infiltrarsi nella propria rete commerciale e di riciclare gli imponenti proventi illeciti, dall’altro avevano tratto esse stesse significativo supporto per l’ampliamento della propria rete commerciale e per la distribuzione capillare del proprio marchio sul territorio.

Sulla scorta delle investigazioni e sugli elementi indiziari raccolti, la DDA con proprio provvedimento aveva disposto il fermo nei confronti di 18 soggetti – tra i quali Ivana Ivanovic – nei cui confronti era stata emessa successiva misura cautelare da parte del giudice, nonché il sequestro preventivo di 23 società estere, 15 imprese operanti sul territorio nazionale, 33 siti nazionali e internazionali, numerosi immobili, automezzi, conti correnti italiani ed esteri e innumerevoli quote societarie per un valore complessivo stimato in oltre 723 milioni di euro.

L’operazione condotta dalle Fiamme gialle reggine, ha avuto il determinante supporto del Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata di Roma e del II Reparto del Comando Generale del Corpo, in collaborazione con il Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno

Droga, riciclaggio e armi, 18 misure nel reggino

blitz carabinieri reggioÈ in corso dalle prime ore di questa mattina un’operazione dei Carabinieri a Reggio Calabria ed in altre città italiane, coordinata dalla Procura reggina, in esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare a carico di 18 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di droga, riciclaggio e detenzione illegale di armi.

Le indagini hanno accertato l’operatività di due organizzazioni, una operante nel traffico di droga destinata al mercato calabrese, con predilezione per i locali della movida reggina, l’altra attiva nel riciclaggio dei proventi illeciti realizzati attraverso l’acquisizione fraudolenta delle credenziali di accesso da quasi 200 correntisti convinti di essere contattati dalla propria banca.

Terzi compiacenti (oltre 100 identificati), in cambio di piccole somme, mettevano a disposizione dell’organizzazione rapporti di conto corrente a proprio nome dove far confluire i proventi dello spaccio o indirizzare i bonifici disposti illegalmente.

Intesta a donna, in modo fittizio, un immobile a Scalea, arrestato

Carabinieri Compagnia ScaleaI Carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Cosenza e della compagnia di Scalea hanno notificato un ordinanza di custodia cautelare a un quarantenne di Napoli, P.M., già detenuto per altra causa, ritenuto responsabile di “intestazione fittizia di beni”, nello specifico un immobile ubicato in Scalea, per il quale, contestualmente, è stato disposto il sequestro preventivo ai fini di confisca.

Il provvedimento, in carcere, è stato emesso dal Gip presso il Tribunale di Paola, Maria Grazia Elia, su richiesta del procuratore della Repubblica Pierpaolo Bruni, e del pm Rossana Esposito.

Le indagini hanno permesso di acquisire come l’uomo avesse, in modo fittizio attribuito a una donna, abitante a Scalea, estranea sia dal contesto criminale che da quello familiare dell’indagato, la proprietà di un immobile, ubicato in un complesso edilizio di Scalea, acquistato con i proventi del narcotraffico svolto dall’uomo e riciclati nell’investimento immobiliare, operato dalla donna “proprietaria” dell’immobile e da una terza persona, conseguentemente ritenuti responsabili di “riciclaggio”, sebbene non destinatari di provvedimento cautelare.

Dl sicurezza, dalle multe al sequestro delle navi Ong. Ecco le novità

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Multe salate per le Ong che violano il divieto di accesso nel mare territoriale fino all’arresto in flagranza del capitano della nave che non si ferma di fronte allo stop della Guardia di finanza. Ma anche sequestro immediato delle imbarcazioni, che potranno essere vendute o distrutte. Sono le principali novità introdotte al testo del decreto Sicurezza bis durante l’iter parlamentare. In tutto il decreto si compone di diciotto articoli, suddivisi in due parti: la prima relativa alle nuove norme sui migranti, la seconda inerente le misure sull’ordine pubblico, in particolare nelle manifestazioni sportive.

Ma ci sono anche norme, fortemente volute dalla Lega, a favore della Polizia di Stato e dei Vigili del fuoco. Sebbene dal testo approvato dal Cdm l’11 giugno scorso sia scomparso ogni esplicito riferimento alle attività di soccorso dei migranti, gli articoli 1 e 2 del provvedimento, come del resto ha detto lo stesso titolare del Viminale, Matteo Salvini, rappresentano il ‘cuore’ del decreto e affidano al ministro dell’Interno ampi poteri (anche se meno vasti di quelli che la Lega avrebbe voluto, frenata dalle resistenze dei 5 stelle).

1. POTERI VIMINALE: Il ministro dell’Interno può “limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale, salvo che si tratti di naviglio militare o di navi in servizio governativo non commerciale, per motivi di ordine e Sicurezza pubblica”, ovvero quando si concretizzano le condizioni di cui all’articolo 19 della Convenzione di Montego Bay (sul cosiddetto “passaggio inoffensivo”). Il provvedimento viene adottato “di concerto con il ministro della Difesa e con il ministro delle infrastrutture e dei Trasporti, secondo le rispettive competenze, informandone il presidente del Consiglio dei ministri”.

2. MAXIMULTE A ONG: la Lega ha voluto un forte inasprimento delle sanzioni, misure inizialmente osteggiate dai 5 stelle: le navi (leggi Ong) che violano il divieto di accedere nelle acque territoriali subiranno una supermulta che va da un minimo di 250 mila euro a un massimo di 1 milione (nel testo originario le sanzioni erano da 10 a 50 mila).

3. ARRESTO IN FLAGRANZA DEL CAPITANO: il capitano della nave, se contravviene al divieto e non si ferma davanti allo stop imposto dalla Guardia costiera, può essere immediatamente arrestato. Viene infatti modificato il codice penale, inserendo il nuovo reato tra le condizioni che fanno scattare l’arresto in flagranza.

4. SEQUESTRO NAVE E VENDITA O DISTRUZIONE: Le navi che non rispettano il divieto saranno immediatamente confiscate (nella versione iniziale del decreto la confisca avveniva solo dopo la reiterazione del reato da parte della stessa imbarcazione) e sequestrate. Le imbarcazioni confiscate saranno assegnate “dal prefetto in custodia agli organi di polizia, alle Capitanerie di porto o alla Marina militare ovvero ad altre amministrazioni dello Stato che ne facciano richiesta per l’impiego in attività istituzionali. Gli oneri relativi alla gestione dei beni sono posti a carico dell’amministrazione che ne ha l’uso, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Le somme derivanti dalle sanzioni amministrative per le violazioni sono versate ad apposito capitolo dell’entrata del bilancio dello Stato delle amministrazioni interessate, per essere utilizzate quale concorso agli oneri di gestione delle navi assegnate, a quelli di custodia e a quelli di distruzione. Le navi delle Ong che vengono sequestrate immediatamente dopo la violazione del divieto di ingresso nelle acque territoriali, possono essere vendute (anche per parti separate), se non utilizzate dallo Stato, o infine distrutte dopo due anni. Le spese sono a carico del proprietario o armatore.

5. PENE PIU’ SEVERE PER I MANIFESTANTI: vengono inasprite le pene per chi, durante una manifestazione in luogo pubblico e aperto al pubblico, usa senza giustificato motivo caschi protettivi o qualunque altro mezzo che rende difficoltoso il riconoscimento della persona. La pena, attualmente fissata nell’arresto da uno a due anni e nell’ammenda da 1.000 a 2.000 euro, viene aumentata da due a tre anni, mentre l’ammenda passa da 2.000 a 6.000 euro. È inoltre punito con la reclusione da uno a quattro anni, chi, nel corso di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico, lancia o utilizza illegittimamente, in modo da creare un concreto pericolo per l’incolumità delle persone, razzi, bengala, fuochi artificiali, petardi, strumenti per l’emissione di fumo o di gas visibile o in grado di nebulizzare gas contenenti principi attivi urticanti, ovvero bastoni, mazze, oggetti contundenti o, comunque, atti a offendere.

6. OLTRAGGIO E RESISTENZA A PUBBLICO UFFICIALE DURANTE LE MANIFESTAZIONI: vengono inasprite anche le pene per i reati  commessi durante manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico, e diventa un’aggravante il fatto di commettere il reato di violenza o minaccia a pubblico ufficiale, resistenza a pubblico ufficiale o violenza o minaccia ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario se commesso nel corso di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico. Infine, non è più prevista l’archiviazione per “lieve tenuità del fatto” di chi commette reati di violenza, oltraggio o resistenza a pubblico ufficiale, sarà sufficiente anche l’atto di sputare contro un rappresentante delle forze dell’ordine.

7. OPERAZIONI SOTTO COPERTURA: più risorse per potenziare le operazioni di polizia svolte sotto copertura, effettuate da operatori di Stati esteri con i quali siano stati stipulati appositi accordi, in particolare per il contrasto dell’immigrazione clandestina: vengono stanziati 500mila euro per il 2019, 1 milione per il 2020 e 1,5 milioni per il 2021.

8. BUONI PASTO E DIVISE POLIZIA: Volute fortemente dalla Lega, sono inserite nel provvedimento delle norme a favore delle forze dell’ordine. In particolare, vengono aumentati da 4 a 7 euro i buoni pasto della Polizia e vengono stanziate risorse per il miglioramento e il ricambio del vestiario del personale sempre della Polizia di Stato.

9. AUMENTO ORE DI STRAORDINARIO PER I VIGILI DEL FUOCO: viene aumentato il monte ore annuo di straordinario per il personale operativo del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Nel dettaglio, l’aumenta è di 259.890 ore per l’anno 2019 e di 340.000 ore a decorrere dal 2020.

10. DANNEGGIAMENTO BENI MOBILI O IMMOBILI:chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose mobili o immobili altrui in occasione di manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al pubblico è punito con la reclusione da uno a cinque anni.

11. DASPO PIU’ RIGIDO PER ‘RECIDIVI’ E TUTELA ARBITRI:per chi ha già subito un Daspo, ovvero il divieto di accedere alle manifestazioni sportive come le partite di calcio negli stadi, e viene nuovamente sottoposto alla misura, la durata del nuovo divieto non potrà essere inferiore a 5 anni né superiore a 10. E’ poi prevista la reclusione da 6 mesi a 5 anni nei confronti di chi commette fatti di violenza o minaccia verso gli arbitri e altri soggetti che assicurano la regolarità tecnica delle manifestazioni sportive.

12. AFFITTI BREVI E TURISTICI: per i soggiorni non superiori alle ventiquattro ore la comunicazione da parte dei gestori di strutture ricettive alla questura territorialmente competente delle generalità delle persone alloggiate deve avvenire entro sei ore, anziché entro ventiquattro ore dall’arrivo. Tuttavia, l’entrata in vigore della norma è subordinata alla adozione di un decreto del Viminale sulle modalità di comunicazione telematica alle questure. (AGI)

Multipla in una scarpata, due morti e 4 feriti

ambulanzaDue persone sono morte ed altre 4 sono rimaste ferite in un incidente avvenuto a Longobucco, nel Cosentino. I sei viaggiavano su un’auto Multipla che per cause in corso di accertamento, è finita in una scarpata mentre transitava sulla strada del “Macrocioli”.

Il conducente è morto sul colpo mentre l’altra vittima è deceduta mentre stava per essere trasportata nell’ospedale di Cosenza con l’eliambulanza. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Rossano ed i medici del 118.

Violano i sigilli delle Gole del Raganello, denunciati

Due persone, un uomo e una donna, sono stati denunciati dai militari del Reparto Carabinieri Parco di Civita per aver violato i sigilli di accesso alle gole del Raganello. Le Gole sono state sequestrate e sono costantemente controllate dai carabinieri, dalla Procura di Castrovillari dopo l’onda anomala che il 20 agosto 2018 travolse un gruppo di escursionisti provocando la morte di dieci persone.

Vicenda che ha portato la Procura ad emettere l’avviso di conclusione indagini per 14 persone accusate, a vario titolo, di omicidio colposo, inondazione, lesioni colpose, omissione in atti d’ufficio ed esercizio abusivo della professione.

I due avrebbero percorso l’intero tratto del Raganello sottoposto a sequestro postando sui social uno scritto e le loro foto. Un episodio che non è passato inosservato ai carabinieri di Civita che hanno provveduto ad individuare le due persone e a denunciarle. Nel luglio scorso, il sindaco di Civita Alessandro Tocci, aveva emesso un’ordinanza che rafforzava i controlli.

Serie B, la prima è derby tra Crotone e Cosenza

goal Idda Crotone Cosenza
Archivio

Il derby calabrese tra Crotone e Cosenza e la gara tra Perugia e Chievo sono le sfide di cartello della prima giornata del campionato di serie B, secondo il sorteggio effettuato oggi ad Ascoli Piceno. La stagione comincerà il 24 agosto prossimo, con primo anticipo il 23.

Questo il programma della prima giornata: Ascoli-Trapani Cittadella-Spezia Crotone-Cosenza Empoli-Juve Stabia Perugia-Chievo Pisa-Benevento Pordenone-Frosinone Salernitana-Pescara Venezia-Cremonese Entella-Livorno.

Oliverio sull’accusa di peculato: “Vicenda allucinante”

Mario Oliverio
Mario Oliverio

“Ritengo allucinante questa vicenda perché si contesta al presidente della Regione un reato di peculato senza che ci sia l’oggetto, cioè la dazione di denaro”. Lo ha detto, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine di una conferenza stampa, il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio sull’indagine della Procura di Catanzaro che lo coinvolge con l’ipotesi di peculato per una trasferta in Umbria. Al governatore calabrese e a un’altra persona sono stati sequestrati oltre 95 mila euro.

“Non si contesta la dazione di denaro – ha aggiunto – ma il fatto che una iniziativa di promozione turistica in una vetrina importante come il “Festival dei Due Mondi” (di Spoleto, ndr) sia stata fatta più che per promuovere la Calabria stessa, per promuovere il presidente della Regione. Niente di più infondato. La Regione ha finanziato con centomila euro un programma di valorizzazione e promozione della Calabria in quella vetrina durata 15 giorni con diversi strumenti: cartellonistica, evidentissima, con un desk al quale si distribuiva materiale e dove proiettavano le immagini della regione che sono state diffuse su un network di media nel mondo”.

“C’è stata – spiega il governatore – anche una cena a base di prodotti enogastronomici calabresi con chef calabresi a cui sono stati invitati rappresentanti di varie realtà, dal cinema al giornalismo all’arte, che erano al festival. All’interno di questa promozione c’è stata anche un’intervista da parte di un giornalista importante che è Paolo Mieli al presidente della Regione e nell’intervista c’è stata promozione della Calabria perché il massimo rappresentante istituzionale di una regione non promuove se stesso, promuove la Calabria”.

“So solo – ha sostenuto Oliverio – che in questi mesi prossimi alle regionali, perché prima mai si è verificato nulla, senza lanciare sospetti, sono oggetto di iniziative giudiziarie, come quella del 17 dicembre che mi ha visto oggetto di obbligo di dimora nel Comune di residenza, demolita dalla Cassazione che ha parlato di “chiaro pregiudizio accusatorio” e “assenza totale di indizi di colpevolezza” nei miei confronti. Adesso c’è questa e rifletto sul perché avviene a ridosso delle regionali”.

“C’è una concentrazione sul presidente che fa riflettere. Ho amministrato 4 anni dalla data in cui sono avvenuti alcuni fatti che mi si contestano ma prima non è venuto nessuno a dirmi nulla. Sono una persona onesta e libera che non ha abusato nemmeno di un euro, che ha sempre preteso trasparenza e correttezza nell’azione amministrativa perché ha sempre inteso la funzione pubblica come servizio alla comunità e il bene comune lo ha sempre inteso come un bene da custodire gelosamente. I tempi della giustizia, però, sono quello che sono e avere caratterizzato questa fase a ridosso delle regionali significa condizionare quelle che sono le vicende politiche, perché i processi non si fanno subito e magari si fissa al punto giusto una udienza per condizionare le scadenza. Questo – ha concluso – deve far riflettere ai fini della sostanza democratica. Non c’è solo un problema democratico che io pongo anche nelle sedi competenti. Perché chi batte le mani lo fa o perché ha la coda di paglia o perché ha paura di qualcosa. Io non ho né code di paglia né ho paura di nulla e svolgo la mia funzione a mani nude”.

Trasferta calabrese a Spoleto, indagato pure ex deputato Aiello

cittadella Regione Calabria

C’è anche l’ex deputato del Partito democratico, Ferdinando Aiello, tra le persone indagate nell’inchiesta che coinvolge il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, al quale sono stati sequestrati beni per un importo di oltre 95.000 euro.

Secondo la Procura della Repubblica di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, Aiello sarebbe stato “l’istigatore e determinatore della condotta, nonché in parte il beneficiario dei fondi distratti” per la partecipazione al festival di Spoleto.

L’accusa ritiene, infatti, che il parlamentare avrebbe messo in contatto Oliverio con la società “Hdrà Spa”, il cui presidente Mauro Luchetti è anch’egli indagato, “istigandone la partecipazione e partecipando lui stesso (sebbene privo di titolo) a spese regionali”.

Aiello, ex deputato cosentino di 57 anni, è stato eletto deputato a febbraio 2013 con Sinistra, Ecologia e Libertà, quindi l’anno successivo, dopo le elezioni europee, ha aderito al Partito democratico.

Il decreto Sicurezza bis è legge, fiducia al Senato. Esulta Salvini

Il Senato ha votato la fiducia posta dal governo sul decreto sicurezza bis con 160 voti favorevoli, 57 voti contrari e 21 astenuti. Il provvedimento ha incassato l’ultimo via libera del Parlamento e con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale sarà legge. I parlamentari di Fratelli d’Italia, come annunciato, si sono astenuti mentre Forza Italia non ha partecipato al voto pur rimanendo in Aula. I presenti sono stati 289, i votanti 238, la maggioranza 109.

Un applauso dei senatori della maggioranza, sia della Lega che del M5s, e pure un selfie del senatore leghista Simone Pillon con alcuni colleghi hanno salutato il voto di fiducia al governo. Qualche voce di protesta si è levata dai banchi del Pd.

“Il decreto Sicurezza bis, più poteri alle forze dell’ordine, più controlli ai confini, più uomini per arrestare mafiosi e camorristi, è legge. Ringrazio voi, gli Italiani e la Beata Vergine Maria”. Così su Facebook il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini ha commentato il sì del Senato al dl sicurezza pochi minuti dopo il voto di fiducia.

Sono cinque gli assenti M5S in Senato che non hanno quindi votato la fiducia al dl sicurezza bis: si tratta di Virginia La Mura, Matteo Mantero, Michela Montevecchi, Lello Ciampolillo, Elena Fattori. Assente anche la senatrice cinquestelle Bogo Deledda che ha però problemi di salute. Per la Lega assenti anche Umberto Bossi (sempre per ragioni di salute) e Massimo Candura per motivi personali. Infine, assenti anche i sei senatori a vita.

“Il decreto Salvini è passato, l’Italia è più insicura. Grazie agli schiavi 5 stelle la situazione nelle città e nei quartieri rimarrà la stessa, anzi peggiorerà. Il crimine ringrazia, le persone sono sempre sole e le paure aumentano. Salvini ci campa”. Lo scrive in una nota il segretario del Pd Nicola Zingaretti, sottolineando che nel decreto non si parla di lotta alla mafia.

Applausi di scherno e grida “vergogna” si sono levati dai banchi del Pd quando, in Senato, il ministro per i rapporti con il Parlamento, Fraccaro, ha comunicato che il governo avrebbe posto la fiducia. Dalla maggioranza, prima i senatori della Lega e poi quelli del M5S, dopo qualche secondo hanno risposto, a loro volta, con applausi di scherno rivolti ai parlamentari del Pd.

“Oggi bado ai fatti, alla sostanza, del resto dei temi politici parleremo da domani”, il vicepremier Matteo Salvini a chi gli chiede se ci saranno conseguenze politiche se i numeri della maggioranza saranno inferiori a quota 161 sulla fiducia al dl sicurezza bis.

Peculato, indagato il governatore della Calabria Mario Oliverio

Mario Oliverio a Spoleto con il giornalista Paolo Mieli

Il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio è indagato per peculato insieme a un’altra persona nell’ambito di una inchiesta della Procura di Catanzaro che ha anche chiesto e ottenuto dal gip, il sequestro preventivo di oltre 95mila euro, i quali, secondo l’accusa, sarebbero stati distratti per promuovere una iniziativa politico-giornalistica in Umbria, anziché l’immagine della Regione per cui i fondi erano destinati.

L’operazione è stata condotta dalla Guardia di finanza di Catanzaro che stamane ha notificato l’atto al governatore e a Mauro Luchetti, legale rappresentante della “Hdrà” srl, società con sede a Roma, operante nel settore della comunicazione e dell’organizzazione di eventi.

La contestazione mossa agli indagati riguarda l’ipotesi di peculato per l’utilizzo di oltre 95 mila euro di fondi pubblici, destinati alla promozione turistica della Regione Calabria, impiegati invece per finanziare un evento giornalistico, svoltosi nel luglio 2018 a Spoleto, con finalità privatistiche di promozione politica.

In particolare, le indagini, svolte dal Gruppo tutela spesa pubblica del Nucleo economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro, hanno accertato che, con delibera della giunta regionale numero 244 del 14 giugno 2018, era stato rimodulato il piano di sviluppo turistico regionale, inserendo fra le attività finanziate “la partecipazione della Regione Calabria alla manifestazione “Festival dei Due Mondi” in programma a Spoleto”.
In realtà, spiega una nota della Procura, l’evento finanziato era un format giornalistico svoltosi a margine del festival spoletino, nel cui contesto non venivano promosse le attività turistiche regionali, bensì si realizzavano le interviste tipiche di un talk show.

Si rilevava che i fondi pubblici oggetto di indagine sono stati destinati a finanziare la materiale organizzazione dell’evento giornalistico, ivi inclusa l’ospitalità (alberghi e cena di gala) di personalità del giornalismo e dello spettacolo, intervistate nel corso della manifestazione, tra cui anche il presidente della Regione Calabria.

I risultati delle indagini hanno consentito di ipotizzare che si sia dissimulato l’uso del denaro pubblico per finalità di promozione turistica, utilizzandolo, al contrario, per fini personalistici (la promozione del personaggio politico) e per il pagamento di tutti i costi sostenuti dal talk show che evidentemente avevano scopi diversi dalla promozione turistica della Regione Calabria.

Il provvedimento di sequestro, ai fini di confisca, è stato emesso dal Giudice per le indagini preliminari, Antonio Battaglia. L’indagine condotta dai militari è stata diretta dal sostituto procuratore Graziella Viscomi, con il coordinamento del procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e del procuratore capo Nicola Gratteri.

Giochi irregolari, sequestrate slot-machine. Una denuncia

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Gestiva un circolo privato in un comune della provincia di Cosenza dove venivano svolte attività illegali nel settore dei giochi e delle scommesse. Un uomo di 44 anni, C.U.F. è stato denunciato dalla Polizia di Stato.

Dagli accertamenti dei poliziotti, in collaborazione con personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, è emerso che l’uomo in assenza di alcuna concessione, autorizzazione o licenza esercitava un’attività mirata ad accettare o raccogliere, o favorire, anche per via telematica, la raccolta di scommesse.

Inoltre, pubblicizzava il proprio operato attraverso cartelli ed un’insegna luminosa senza apporre la tabella dei giochi proibiti. Sequestrate dieci “slot machine” non collegate alla rete statale e prive di scheda identificativa, dieci computer abilitati alle scommesse telematiche, due stampanti e un apparecchio da gioco. Gli ausili sono stati trovati accesi e connessi e venivano utilizzate per la raccolta di scommesse su piattaforme di gioco online non autorizzate.

Carabiniere ucciso, Elder si difende: “Avevo paura di essere strangolato”

La famiglia Elder durante la conferenza stampa del loro avvocato negli Usa (Ansa/Ap)

“Elder ci ha detto che aveva paura di essere strangolato, di essere oggetto di un’aggressione da parte di Cerciello quella notte, non sapeva che fosse un carabiniere”. Lo riferiscono gli avvocati Roberto Capra e Renato Borzone, legali di Finnegan Lee Elder, il ragazzo americano reo confesso dell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega.

Elder non ha ribadito la confessione al Gip. “Stiamo conducendo una serie di accertamenti – spiegano i legali – per stabilire con esattezza la dinamica di quanto è accaduto quella notte sul luogo dell’omicidio e non è escluso che, aldilà delle persone direttamente coinvolte, possano esserci dei testimoni che possano aiutare a chiarire la vicenda. Ci auguriamo che la Procura riesca ad acquisire tutte le immagini della videosorveglianza in strada, affinché venga fatta piena luce sul caso”, hanno concluso.

Intanto la famiglia da San Francisco ha fatto sapere tramite un legale di auspicare che “la verità venga fuori e nostro figlio torni presto a casa. Abbiamo l’impressione che l’opinione pubblica abbia avuto un resoconto incompleto della verità degli eventi”, ha detto l’avvocato Craig Peters leggendo un comunicato davanti alla casa degli Elder a San Francisco.

Gli stessi genitori di Elder hanno assistito alla lettura della nota, al termine della quale il legale non ha accettato domande. “Continuiamo ad avere questa famiglia nei nostri pensieri e preghiamo per loro in questo difficile momento”, ha aggiunto l’avvocato. Il comunicato è stato scritto dopo la visita del padre di Finnegan Elder, Ethan, a Roma, dove ha fatto visita al figlio 19enne in carcere.

Gli investigatori hanno riferito che il giovane ha confessato l’accoltellamento avvenuto durante una rissa. Secondo quanto risulta da documenti del tribunale, Elder ha detto di aver creduto che uno “strano uomo” volesse strangolarlo, e di non sapere che Cerciello fosse un poliziotto in borghese.

Bergamo, tampona e uccide due ragazzi per uno sguardo di troppo

ambulanza

Due giovani lombardi sono morti in un tragico tamponamento avvenuto nelle prime ore di questa mattina nel Bergamasco, ad Azzano San Paolo. Arrestato il conducente dell’auto per omicidio stradale. Avrebbe agito con premeditazione dopo un litigio, pare per dei complimenti a una donna.

Le vittime sono Luca Carissimi, 21 anni, e Matteo Ferrari, 18, entrambi di Bergamo, zona Borgo Palazzo. I due giovani sono deceduti all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, dov’erano stati ricoverati in gravissime condizioni.

Il giovane al volante della vettura avrebbe tamponato una moto con a bordo le vittime e avrebbe agito volontariamente, a seguito di una litigio. Per lui sono scattate le manette per omicidio stradale e omissione di soccorso. Sul grave fatto indaga la Polizia stradale di Bergamo.

I giovani, stando alle prime informazioni, erano appena usciti dalla discoteca “Setai” di Orio al Serio (Bergamo) quando sono stati tamponati da un’auto, forse una Mini Cooper, guidata da un 33enne, di Curno, ora arrestato.

In un primo momento l’uomo si è allontanato dal luogo dell’incidente, per poi presentarsi più tardi alla polizia. Sembra anche che fra i tre ci fosse stata prima una lite, forse degli apprezzamenti poco graditi a una ragazza.

Sparatoria in un supermercato di El Paso, in Texas: 20 morti e molti feriti

Sparatoria in un supermercato di El Paso, in Texas: 20 morti e molti feriti
La Polizia sul luogo della strage, in Texas (Ansa/Epa)

Strage in supermarket a El Paso, in Texas, dove un giovane armato di un fucile d’assalto Ak-47, ha sparato all’impazzata uccidendo 20 persone e ferendone un’altra trentina.

Il fatto è avvenuto sabato in un supermercato della catena Walmart di El Paso, che si trova all’interno di un affollato centro commerciale frequentato da ispanici. L’autore sarebbe un ragazzo di 21 anni. Dalle prime immagini riprese dalle videocamere di sorveglianza, l’assalitore ha fatto irruzione armato di Kalashnikov e con delle cuffie. Tra le vittime vi sarebbero anche bambini, mentre alcuni feriti versano in gravi condizioni.

Il giovane, che è stato fermato dalla polizia, potrebbe avere agito per motivi di odio razziale, spiega la CNN, mentre un agente speciale dell’FBI giunto a El Paso, citato dall’emittente, ha affermato che sono necessarie “ulteriori indagini prima di stabilire che il movente della sparatoria sia riconducibile all’odio suprematista”.

“Terribile sparatoria a El Paso, Texas”, è il primo commento del presidente americano Donald Trump. “Le notizie sono molto brutte, molte vittime. Stiamo lavorando con le autorità statali e locali e con le forze dell’ordine. Ho parlato con il governatore promettendo il totale sostegno del governo federale. Dio sia con tutti voi!”.

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