10 Ottobre 2024

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Aggressione a Polizia, arrestato un cosentino

questura di CosenzaUn cosentino di 54 anni, D.S., è stato arrestato e posto ai domiciliari da agenti della Squadra Volante della Polizia di Cosenza, che hanno eseguito un provvedimento restrittivo emesso dal tribunale con l’accusa di resistenza e minacce a pubblico ufficiale.

I fatti risalgono al 28 luglio scorso quando i poliziotti sono intervenuti in ausilio alla polizia municipale che, intenti a rilevare un incidente stradale avvenuto in via Siniscalchi, sono stati aggrediti dall’uomo.

L’indagato, in evidenza stato di ebbrezza alcoolica, oltre a scagliarsi contro gli agenti locali e di Stato, ha colpito con una testata anche un suo amico che si era avvicinato per calmarlo. Inevitabili per lui le manette.

Visita di Salvini oggi in Calabria: prima ad Amantea, poi a Soverato

Salvini in CalabriaIl vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini sarà oggi in Calabria nell’ambito di un tour di incontri in giro per l’Italia. La visita di Salvini avviene dopo due giorni di “fuoco” che hanno portato alla crisi di Governo, con la Lega che ha presentato al Senato una mozione di sfiducia al premier Giuseppe Conte.

Nel primo pomeriggio il vicepremier leghista sarà ad Amantea, sulla costa tirrenica cosentina; in serata, invece, sul lungomare di Soverato, jonio catanzarese. Come in altre occasioni per Salvini sarà riservato un bagno di folla, ma non mancheranno i contestatori.

“Beach tour? Sono incontri pubblici che mi hanno chiesto i cittadini dei territori, ahimè non vado a giocare a beach volley.. “, ha detto il vice presidente del Consiglio.

Appello di FdI-Mns a Salvini: Ok autonomia, ma più attenzione al Sud

Ernesto Rapani

«Se cresce il Mezzogiorno ed in particolare la Calabria, cresce l’Italia. Non siamo contro l’autonomia, ovvero il federalismo differenziato, ma ci opponiamo a quelli che appaiono dei veri e propri scippi al Mezzogiorno». È quanto affermano, in una dichiarazione congiunta, condivisa dal coordinatore regionale del Movimento nazionale per la Sovranità, Domenico Arena, il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Ernesto Rapani ed il dirigente nazionale dell’Mns, Domenico Campana, riferendosi alla visita in Calabria del Ministro e segretario nazionale della Lega, Matteo Salvini.

«Rivolgiamo – affermano – un appello a Salvini, al quale riconosciamo uno dei grandi meriti di aver “fatto metabolizzare” al suo movimento, il valore dell’unità e della sovranità nazionali, per un vero e proprio “patto” tra Sud e Nord all’insegna della solidarietà e della sussidiarietà e lanciamo il Presidenzialismo come baricentro unitario».

«Nell’ambito dell’unità nazionale – sottolineano Rapani e Campana – invitiamo il vicepremier a correggere le “storture” della legge del 2009 sul federalismo differenziato. A nostro avviso il “patto” dovrebbe mutare metodi: investimenti non in base alla spesa storica, altrimenti il ricco (il nord) sarà sempre più ricco ed il povero (il sud), sempre più povero. L’accordo, ancora, non dovrebbe lasciare inalterati i livelli essenziali di prestazioni e dei fabbisogni standard che non tutelano attualmente la parità dei diritti dei cittadini nel Mezzogiorno, nei settori della mobilità, della sanità e dell’istruzione pubblica».

«E poi non sono mancati i soliti proclami, non ultimo quello della Ministra del Sud, Barbara Lezzi, sui cosiddetti “Contratti istituzionali”, sottoscritti alcuni giorni addietro in Calabria: anche in questo caso le profonde disparità permangono su gradi temi quali le infrastrutture deficitarie e cantieri fermi, i tagli alle risorse per il Mezzogiorno che può appena fare affidamento al Fondo di coesione. Sarebbe, invece, necessario riscrivere il “piano infrastrutturale speciale” che presenta una ripartizione territoriale molto sperequata: quasi il 70% dei 190 miliardi riguarda progetti del Centro-Nord e soltanto 86 miliardi sono destinati al Mezzogiorno».

«Anche lo ‘Sblocca cantieri’ – proseguono Rapani e Campana – presenta non poche criticità. Secondo l’Ance, al Sud ci sono 130 opere bloccate per un valore di investimenti di 11,7 miliardi. L’Anas ha segnalato che nel Mezzogiorno il 60% degli interventi è fermo. Non meno di 115 cantieri per 9 miliardi di euro di investimenti, saranno rimandati. In caso di adozione di quell’autonomia tanto richiesta da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, il “Patto Sud-Nord” – ribadiscono – dovrebbe contemplare una rivisitazione nella direzione dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep); negli indicatori di fabbisogno infrastrutturale; verso un percorso per determinare la spesa oltre rispetto a quella per le funzioni fondamentali. Bisogna, in sostanza, rivedere – concludono Rapani e Campana – i criteri dei decreti attuativi della legge 2009».

Caporalato, scoperta masseria dove venivano stipati i migranti: tre denunce

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La Squadra mobile della Questura di Reggio Calabria, insieme agli agenti del Commissariato di Gioia Tauro, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal giudice presso il Tribunale di Palmi, di una masseria sita in contrada San Fili di Melicucco (Rc), all’interno della quale erano alloggiati numerosi cittadini extracomunitari di origine africana in condizioni igienico-sanitarie precarie.

Le indagini condotte dagli investigatori hanno preso il via nell’ambito dei consueti controlli interforze disposti dal Questore di Reggio Calabria finalizzati a prevenire e reprimere il dilagante fenomeno dello sfruttamento della manodopera straniera nei campi, particolarmente diffuso nella Piana di Gioia Tauro, meglio conosciuto come “caporalato”.

L’attività investigativa – condotta con servizi di osservazione e pedinamento, nonché con l’ausilio di strumenti tecnici di intercettazione -, iniziata nel mese di novembre dello scorso anno, ha fatto emergere, in maniera chiara, la centralità strategica della struttura posta sotto sequestro, risultata di proprietà di V.F. classe ‘38, quale sito in cui decine e decine di extracomunitari di origine africana, in condizioni di assoluto disagio, degrado e di igiene precaria, dimoravano in attesa di essere “collocati” al lavoro, in condizioni di sfruttamento, da un imprenditore agricolo locale, V.F. classe ‘84, il quale poteva contare su un suo fedelissimo caporale, K.S. classe ’65 del Burkina Faso, che aveva il compito, altresì, di trasportare, alle prime ore del mattino, la manodopera sui campi a bordo di un furgone bianco nove posti, per poi ricondurla all’interno della masseria nel tardo pomeriggio.

In particolare, gli stranieri, tutti privi di mezzi di sostentamento, giunti in passato in Italia con i barconi, prevalentemente regolari sul territorio nazionale, venivano fatti alloggiare all’interno della masseria in due stanzoni, illuminati con lampadine collegate a fili elettrici volanti, al cui interno erano ammassate brandine e materassi; disponevano di servizi igienici comuni all’aperto collocati nelle vicinanze di un fienile con maiali e galline; si servivano di un garage adibito a cucina, dove si districavano tra bombole di gas e fornelli, con seri rischi anche per la propria incolumità.

Tanto apparivano precarie le condizioni igienico-sanitarie che, nel corso delle indagini, il personale della Polizia di Stato ha ritenuto di dover richiedere l’intervento dell’Asp di Reggio Calabria che, recandosi sul posto, ha fatto emergere l’assoluta precarietà della situazione.

Si è appurato, inoltre, che il caporale del Burkina Faso era anch’esso dimorante all’interno della masseria, ma in una stanza autonoma all’interno della quale viveva con la moglie, in tal modo potendo reclutare prontamente, su richiesta giornaliera del datore di lavoro, il numero di operai necessari.

All’interno della struttura in cui sono stati apposti i sigilli sono stati trovati 4 stranieri (tre del Mali e uno del Burkina Faso) che sono stati ospitati presso la nuova tendopoli di San Ferdinando.

I tre soggetti citati – il proprietario della struttura sottoposta a sequestro preventivo, il titolare dell’azienda agricola utilizzatore (in condizioni di sfruttamento) della manodopera straniera e il “caporale” reclutatore del Burkina Faso, sono stati denunciati a piede libero alla autorità giudiziaria.

Interravano rifiuti speciali, denunciati

I Carabinieri Forestale di Cosenza hanno denunciato tre persone sorprese a interrare rifiuti speciali in località Santa Maria di Settimo di Montalto Uffugo. Sequestrata l’area.

Le tre persone stavano procedendo, con l’ausilio di mezzi, alla ripulitura di una vasta area da adibire ad attività economica smaltendo i rifiuti in una grossa buca realizzata per tale scopo.

L’attività illecita era finalizzata allo smaltimento dei rifiuti speciali in modo economico e veloce invece di essere conferirti ad aziende del settore per il loro recupero e smaltimento secondo le vigenti norme in materia.

L’area è stata posta sotto sequestro e le tre persone sono state quindi deferite alla Procura della Repubblica di Cosenza per il reato di deposito ed abbandono incontrollato di rifiuti speciali nel suolo.

Crisi di governo, Salvini: “Inciucio tra Di Maio e Renzi”. M5s: “Vaneggi”

Il Presidente del Senato Elisabetta Casellati ha convocato la conferenza dei capigruppo per lunedì 12 agosto alle ore 16. La data della discussione della mozione di sfiducia al premier Giuseppe Conte, presentata dalla Lega, sarà fissata in quella circostanza.

La Lega rimarca anche che Conte non era in Aula sulla Tav a ribadire il Sì, e ha così creato “il paradosso della spaccatura, come su altri temi”. Matteo Salvini, da Termoli, ha affermato: “Sento toni simili tra Pd e Di Maio, sarebbe incredibile che ci fosse un governo così. Conte mi ha sempre detto: “mai un altro governo”. Pronta la replica di M5s: “Caro Salvini stai vaneggiando, inventatene un’altra per giustificare quello che hai fatto, giullare”. “Questa storia di Di Maio-Renzi è una fake news di Salvini per nascondere il tradimento del contratto di governo e del Paese”, conclude la nota M5s.

E da Facebook anche Davide Casaleggio attacca il ministro dell’Interno: “Salvini sta giocando d’azzardo con la vita degli italiani per un (presunto) tornaconto personale, ma soprattutto perché non vuole tagliare le poltrone” in Parlamento (la cui proposta dei Cinquestelle era fissata per Settembre, ndr). “Le ultime elezioni fatte in autunno sono quelle nel 1919, proprio perché non avere un governo mentre si fa la legge di bilancio espone al rischio concreto di far scattare” gli aumenti Iva. “Se dobbiamo andare a elezioni andiamo il prima possibile. Prima si faccia il taglio dei parlamentari, anche ad agosto, servono due ore”, scrive Casaleggio.

Salvini intanto chiama tutti i parlamentari della Lega lunedì a Roma. “Spero che Conte arrivi in Parlamento già la prossima settimana”, annuncia il leader leghista replicando al premier Conte che aveva chiesto di chiarire le ragioni della crisi davanti alle Camere.

E M5s valuta la possibilità di chiedere la convocazione straordinaria della Camera, prima che venga votata la mozione di sfiducia al governo, per approvare in via definitiva la riforma costituzionale per il taglio dei parlamentari. Il M5s potrebbe farlo a norma dell’articolo 62 della Costituzione, che stabilisce che ciascuna Camera possa essere “convocata in via straordinaria per iniziativa di un terzo dei suoi componenti”.

Il gruppo M5s è composto da 216 deputati: ne bastano 210. Salvini invece vuole stringere i tempi: “Chi perde tempo vuole solo salvare la poltrona”. In vista delle elezioni, con la Lega si fa avanti Giorgia Meloni: “Noi le alleanze le facciamo prima del voto e non dopo – dice la leader di FdI – perché vogliamo essere chiari. Non avrebbe senso rischiare – sostiene – di fare un altro governo con un gioco di palazzo dopo il voto, piuttosto che un’alleanza che gli italiani invocano da mesi”.

Entra in campagna elettorale anche Zingaretti, secondo il quale la sfida “non è persa: il populismo al governo ha fallito – sostiene – e Salvini ha accelerato la crisi perché ha paura di fare la manovra”. Dal centrodestra, Toti assicura che il suo movimento “Cambiamo” parteciperà alle elezioni. “Siamo con chi difende gli interessi nazionali del Paese – dice – e vogliamo cambiare il centrodestra: nessuno pensi di tornare a coalizioni del passato”.

Serie B, Soprintendenza nega utilizzo parte dello stadio di Crotone

Lo stadio Ezio Scida di Crotone
Lo stadio Ezio Scida di Crotone

La Soprintendenza archeologica ha negato l’autorizzazione all’utilizzo delle strutture amovibili dello stadio Ezio Scida ed ha chiesto che siano smantellate.

La decisione è arrivata malgrado la sentenza del Tar Calabria di giugno con la quale era stato accolto il ricorso di Comune e Fc Crotone contro il diniego della Soprintendenza che nel 2018 aveva revocato l’autorizzazione concessa per installare le strutture amovibili per ampliare curva Sud e Tribuna coperta per il campionato di Serie A 2016-2017.

Secondo i giudici del Tar “le strutture non insistono sull’area vincolata direttamente per essere custode dei reperti archeologici, ma sono solo su area limitrofa sulla quale dal 1981 grava vincolo ‘indiretto’ in quanto fascia di rispetto alla prima”.

Il soprintendente Mario Pagano ha rinnovato la richiesta di smantellamento delle tribune amovibili con motivazioni simili a quelle che il Tar ha ritenuto inidonee. La risposta arriva alla vigilia della partita di Coppa Italia di domenica 11 agosto.

Giro di estorsioni a Nicotera, altri due arresti

rissa a Nicotera MarinaSi allarga l’inchiesta sul giro di estorsioni a Nicotera che lo scorso 18 luglio ha portato all’arresto di Antonio Mancuso, l’anziano boss dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta operante nel Vibonese, e del nipote Alfonso Cicerone, 45 anni.

Nel corso della notte i Carabinieri della Compagnia di Tropea hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip distrettuale di Catanzaro nei confronti di altre due persone accusate di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Si tratta di Giuseppe Cicerone, 88 anni, cognato di Antonio Mancuso, e di Francesco D’Ambrosio, 39 anni, entrambi di Nicotera.

L’operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri, è stata denominata “Maqlub” che in arabo significa ribaltamento. Si tratta della stessa inchiesta che ha fatto luce sull’estorsione perpetrata ai danni dell’imprenditore Carmine Zappia.

La sua coraggiosa denuncia aveva permesso agli inquirenti di costruire un solido impianto accusatorio che ha retto al vaglio del gip di Vibo Valentia in sede di convalida tant’è che sia Antonio Mancuso che Alfonso Cicerone sono ancora in carcere.

Ai domiciliari finisce adesso Giuseppe Cicerone che – secondo l’accusa – avrebbe concorso all’estorsione aggravata dalle modalità mafiose ai danni dell’imprenditore nicoterese. In particolare l’88enne avrebbe riferito alla vittima che “era stato deciso di pestarlo” e che ciò non avveniva solo per il suo personale parere negativo. Avrebbe dunque agito nell’interesse del boss Antonio Mancuso.

Dall’indagine emergono però altre vicende estorsive scoperte dai Carabinieri della Compagnia di Tropea e della Stazione di Nicotera. Ricostruita infatti una tentata estorsione ai danni di alcuni ambulanti e, in particolare, nei confronti di un cittadino extracomunitario.

Lo scorso 1 giugno Francesco D’Ambrosio, Alfonso Cicerone e Rocco D’Amico (indagato a piede libero) avrebbero cercato di farsi consegnare da ciascun ambulante che frequentava piazza Garibaldi 50 euro ciascuno per l’occupazione e l’utilizzo degli spazi. Per questo motivo D’Ambrosio deve rispondere di estorsione aggravata dalle modalità mafiose e nei suoi confronti il gip ha disposto oggi l’applicazione della misura cautelare agli arresti domiciliari.

L’inchiesta sulla rete dei Muià-Figliomeni e sul potente clan Commiso

polizia romaAlle prime ore della mattinata odierna, al culmine di complesse ed articolate indagini, condotte dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dalla Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria, sotto le direttive della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura Distrettuale della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal Procuratore Giovanni BOMBARDIERI, con il coordinamento del Procuratore Aggiunto Giuseppe LOMBARDO e dei Sostituti Procuratori Giovanni CALAMITA e Simona FERRAIUOLO, gli investigatori della Polizia di Stato hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di 28 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione mafiosa transnazionale ed armata, porto e detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, esercizio abusivo del credito, usura e favoreggiamento personale, aggravati dalle modalità mafiose.

L’ordinanza del G.I.P. di Reggio Calabria rinnova le misure cautelari già emesse dal G.I.P. competente per territorio sulla convalida del Fermo di indiziato di delitto eseguito il 18 luglio u.s. dalla Polizia di Stato, su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, a carico di 14 soggetti nell’ambito dell’Operazione “Canadian ‘Ndrangheta Connection”, e contestualmente dispone – in accoglimento di una nuova richiesta cautelare avanzata dalla D.D.A. – altre misure restrittive nei confronti di ulteriori 14 soggetti.

In particolare, 14 misure cautelari in carcere sono state emesse nei confronti dei seguenti soggetti – già sottoposti a fermo di indiziato di delitto nell’ambito dell’Operazione “Canadian ‘ndrangheta connection” – in quanto ritenuti responsabili dei delitti indicati accanto a ciascuno di essi:
1. ARCHINA’ Michelangelo, nato a Toronto (Canada) il 6 ottobre 1976 (custodia cautelare in carcere per detenzione e porto in luogo pubblico di armi comuni di sparo, con l’aggravante di aver agevolato l’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta) ;
2. CERISANO Domenico, nato a Siderno (RC) il 14 dicembre 1967 (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di partecipe alla ‘ndrina FIGLIOMENI di contrada Donisi di Siderno);
3. FILIPPONE Francesco, nato a Siderno (RC) il 22 marzo 1981 (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di partecipe alla ‘ndrangheta di Siderno);
4. FUTIA Cosimo, detto “Shuster”, nato a Siderno (RC) il 13 agosto 1977 (custodia cautelare in carcere per detenzione di armi (mitra) anche da guerra (bombe a mano), con l’aggravante di aver agevolato la ‘ndrangheta);
5. GREGORACI Giuseppe, detto “Pino”, nato a Siderno (RC) il 24 marzo 1968 (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di partecipe alla ‘ndrina Figliomeni di contrada Donisi di Siderno ed esercizio abusivo del credito, con l’aggravante di aver agevolato la ‘ndrangheta);
6. MACRI’ Giuseppe, nato a Siderno (RC) il 2 agosto 1954 (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di partecipe alla locale di ‘ndrangheta di Siderno);
7. MUIA’ Armando, nato a Siderno (RC) il 19 settembre 1956 (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di partecipe alla ‘ndrina Muià);
8. MUIA’ Giuseppe, nato a Siderno (RC) il 9 gennaio 1944 (custodia cautelare in carcere, per associazione mafiosa in qualità di capo, promotore ed organizzatore della ‘ndrina MUIA’);
9. MUIA’ Vincenzo, nato a Siderno (RC) il 14 agosto 1972 (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di partecipe della ‘ndrina MUIA’);
10. MUIA’ Vincenzo, nato a Siderno (RC) il 10 dicembre 1968 (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di partecipe della ‘ndrina MUIA’);
11. MUIA’ Vincenzo, detto “il fontaniere”, nato a Siderno (RC) il 4 ottobre 1969 (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di partecipe alla ‘ndrina MUIA’);
12. MUIA’ Vincenzo, nato a Siderno (RC) il 6 novembre 1969 (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, con il ruolo di capo, organizzatore e promotore dell’omonima ‘ndrina di contrada Ferraro; intestazione fittizia di beni, detenzione e porto in luogo pubblico di armi comuni da sparo, usura e favoreggiamento personale, con aggravante di aver agevolato la ‘ndrangheta);
13. RUMBO Santo, nato a Siderno (RC) il 7 ottobre 1989 (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, con dote elevata nell’ambito della ‘ndrangheta di Siderno);
14. CARABETTA Michele, nato a Siderno (RC) il 28 novembre 1957, residente in Canada (custodia cautelare in carcere, per associazione mafiosa, in qualità di partecipe della locale di ‘ndrangheta di Siderno e della sua proiezione in Canada nella “Greater Toronto Area”);

Altre 14 misure cautelari (di cui 9 in carcere e 5 agli arresti domiciliari) sono state disposte, come detto, sulla base di una nuova richiesta avanzata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nei confronti dei seguenti soggetti, ritenuti responsabili dei delitti indicati a fianco di ciascuno di essi:

15. COMMISSO Francesco, alias “u scelto”, nato a Siderno (RC) il 3 ottobre 1956, residente in Canada (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di capo ed organizzatore della locale di ‘ndrangheta di Siderno e della sua proiezione in Canada nella “Greater Toronto Area”;
16. COMMISSO Rocco Remo, nato a Siderno (RC) il 29 giugno 1946, residente in Canada (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di capo ed organizzatore della locale di ‘ndrangheta di Siderno e della sua proiezione in Canada nella “Greater Toronto Area”;
17. DE MARIA Giuseppe, detto “Joe”, nato in Canada il 2 giugno 1963, residente in Canada (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di partecipe della locale di ‘ndrangheta di Siderno e della sua proiezione in Canada nella “Greater Toronto Area”);
18. FIGLIOMENI Angelo, detto “Angelino”, nato a Siderno (RC) il 30 settembre 1962, domiciliato in Canada (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di capo, organizzatore e promotore della locale di ‘ndrangheta di Siderno e della sua proiezione in Canada nella “Greater Toronto Area”);
19. FIGLIOMENI Antonio, detto “’Ntoni e fredu”, nato a Siderno (RC) il 25 ottobre 1961, residente in Canada (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di capo, organizzatore e promotore della locale di ‘ndrangheta di Siderno e della sua proiezione in Canada nella “Greater Toronto Area”);
20. FIGLIOMENI Cosimo, detto “Cosimino”, nato a Siderno (RC) il 6 febbraio 1965, domiciliato in Canada (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di capo, organizzatore e promotore della locale di ‘ndrangheta di Siderno e della sua proiezione in Canada nella “Greater Toronto Area”, esercizio abusivo del credito, con l’aggravante di aver agevolato la ‘ndrangheta);
21. FILIPPONE Bruno, nato a Siderno (RC) l’8 luglio 1983, già detenuto per altra causa (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di partecipe dell’organizzazione di ‘ndrangheta operante in Siderno);
22. GALEA Antonio, nato a Siderno il 31 luglio 1962, già detenuto per altra causa (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di organizzatore e dirigente della locale di ndrangheta di Siderno, con il ruolo di mastro di giornata);
23. VESCIO Luigi, nato in Canada l’8 luglio 1971, residente in Canada, (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di partecipe della locale di ‘ndrangheta di Siderno e della sua proiezione in Canada nella “Greater Toronto Area”);
24. GRAVINA Marilena, nata a Melito di Porto Salvo (RC) il 25 dicembre 1972 (custodia cautelare degli arresti domiciliari per favoreggiamento personale aggravato dalla circostanza di aver agevolato la ‘ndrangheta);
25. FIGLIOMENI Emanuela, nata a Locri (RC) il 7 novembre 1980 (custodia cautelare degli arresti domiciliari per intestazione fittizia di beni aggravata dalla circostanza di aver agevolato la ‘ndrangheta);
26. FIGLIOMENI Teresa, nata a Locri (RC) il 24 settembre 1975 (custodia cautelare degli arresti domiciliari per intestazione fittizia di beni aggravata dalla circostanza di aver agevolato la ‘ndrangheta);
27. IERACI Pietro, nato a Locri (RC) il 10 luglio 1976 (custodia cautelare degli arresti domiciliari per intestazione fittizia di beni aggravata dalla circostanza di aver agevolato la ‘ndrangheta);
28. MAMONE Antonio, nato a Messina il 3 dicembre 1977, residente a Marina di Gioiosa Ionica (RC) (custodia cautelare degli arresti domiciliari per intestazione fittizia di beni aggravata dalla circostanza di aver agevolato la ‘ndrangheta).

Otto dei soggetti destinatari della misura cautelare in carcere si trovano in Canada.

RUMBO Santo è stato localizzato in Lussemburgo ed è stato catturato dall’Enfast Team della Polizia lussemburghese in collaborazione con l’omologo organismo dello S.C.I.P. italiano (Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia), in esecuzione di un M.A.E. (Mandato di Arresto Europeo) emesso dalla competente Autorità Giudiziaria di Reggio Calabria.

L’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria convalida pienamente l’impianto accusatorio prospettato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nei confronti dei suindicati 28 soggetti ritenuti elementi di vertice, appartenenti e prestanomi delle ‘ndrine MUIÀ e FIGLIOMENI federate alla potente cosca di ‘ndrangheta COMMISSO di Siderno.

Le attività investigative – condotte con l’ausilio di sofisticate tecniche di intercettazioni telefoniche ed ambientali – hanno portato alla luce le attuali dinamiche criminali che caratterizzano le ‘ndrine MUIA’ e FIGLIOMENI alleate alla cosca COMMISSO operante a Siderno (RC) e in Canada, dove è nota come Siderno Group of Crime.

Le indagini hanno avuto origine dall’omicidio di MUIÀ Carmelo detto “Mino” – assassinato a Siderno (RC) a colpi d’arma da fuoco il 18 gennaio 2018. Costui era ritenuto il luogotenente del boss COMMISSO Giuseppe alias il Mastro ed era collocato al vertice dell’omonima‘ndrina di contrada Ferraro di Siderno.

Dopo l’omicidio, al fine di comprendere le causali che lo avevano determinato, il fratello dell’ucciso, MUIA’ Vincenzo, effettuava una serie di serrati confronti con soggetti vicini agli ambienti della ‘ndrangheta, maturando il convincimento che l’agguato fosse da ricondurre ad una grave azione di rivalsa messa in atto dal rivale SALERNO Vincenzo , appartenente all’omonima famiglia che, in passato, spinta da ambizioni autonomistiche, si era scissa dalla cosca madre dei COMMISSO.

Prospettiva che egli considerava in termini concreti, richiamando in alcune conversazioni intercettate le ragioni di un aspro conflitto armato – a cui i MUIA’ stessi avrebbero preso parte – durante il quale furono uccisi anche SALERNO Salvatore ed Agostino , fratelli di Vincenzo.

Nel corso di un summit tenutosi a Siderno (RC) nella primavera del 2018 MUIA’ Vincenzo chiamava a raccolta un nutrito manipolo di fedelissimi, ai cui affidare l’esecuzione di un piano volto ad arginare eventuali mire violente contro la propria famiglia.

Nel contempo, assunto ormai il comando della ‘ndrina di contrada Ferraro, anche attraverso la direzione delle attività commerciali fittiziamente gestite dal fratello, egli avviava un deciso riarmo del gruppo, sollecitando i titolari di una rivendita a rifornirlo di munizioni e provando alcune micidiali armi da guerra.

In tale contesto, nello scorso mese di aprile, MUIÀ Vincenzo – animato dalla volontà di conoscere le reali motivazioni che avevano portato all’omicidio del fratello – e il sodale GREGORACI Giuseppe si recavano a Toronto, dove incontravano i fratelli FIGLIOMENI Cosimo e FIGLIOMENI Angelo detti “i briganti”, entrambi latitanti in Canada in relazione all’operazione della D.D.A. reggina “Acero-Krupi- Connection”.

Gli accertamenti ed approfondimenti investigativi svolti durante la permanenza in Canada dei due fermati hanno consentito di verificare una serie di contatti con i fratelli FIGLIOMENI finalizzati ad ottenere una risposta certa sulle ragioni e le responsabilità dell’omicidio di MUIA’ Carmelo, che costoro gli avrebbero effettivamente dato, con una serie però di indicazioni insufficienti per attribuire la piena responsabilità del delitto.

Da quanto emerso è stato possibile tracciare, in linea con le acquisizioni di altri procedimenti definiti della D.D.A. reggina, l’operatività di strutture a carattere intermedio con funzioni di coordinamento e supervisione, quali la “commissione” o “camera di controllo” di Toronto, istituita ed operante nell’ambito del Crimine di Siderno, come articolazione intermedia di ‘ndrangheta distaccata dal mandamento ionico reggino nella macro area ruotante attorno alla Regione dell’Ontario in Canada, ma indissolubilmente legata, in una sorta di “blockchain criminale”, alla provincia di Reggio Calabria.

Nel corso dell’inchiesta, si è avuto modo di cogliere come la ‘ndrangheta sidernese, che da moltissimi anni è insediata in Canada, ha bisogno di ricorrere a strutture di comando sovranazionale al fine di governare al meglio assetti complessi in ambiti territoriali molto distanti dalla casa madre.

Dai colloqui captati è stato, poi, possibile ricostruire la composizione del “crimine di Siderno” – da intendersi quale massima espressione della ‘ndrangheta operante in Canada, a cui è riservata una competenza che in alcuni casi, come quello in esame, può estendersi al verificarsi di fatti riconducibili alle realtà locali della Locride – cui attualmente sembrano partecipare anche
1. COMMISSO Francesco , alias “u scelto”, latitante in Canada in relazione alle operazioni “La falsa politica” e “Acero Krupy Connection;
2. FIGLIOMENI Cosimo, sopra citato;
3. COMMISSO Rocco Remo sopra citato;
4. un soggetto di nome Filippo, non meglio identificato.
Tali risultanze – di grandissimo rilievo in quanto allargano l’orizzonte delle attuali conoscenze sull’articolata struttura della ‘ndrangheta anche in ambito sovranazionale – permettono di accertare, per la prima volta, che l’articolazione territoriale operante in Canada, riferibile al locale di Siderno, è attualmente governata da un organismo (“il Crimine di Siderno”) composto da una pluralità di soggetti (sopra indicati) che, allo scopo di preservare la sua operatività rispetto alle problematiche connesse alla notoria pressione investigativa operata nei confronti della ‘ndrangheta in territorio italiano, è abilitato a riunirsi ed assumere decisioni anche in territorio estero.

Sostanzialmente può ritenersi che l’organismo decisionale operante in territorio estero è direttamente riferibile alla struttura territoriale operante in Siderno (la Società di Siderno) e, tramite questa, alle strutture di vertice che governano gli ampi assetti organizzativi, in Italia ed all’estero, dell’intera ‘ndrangheta.

Tale conclusione trova conforto negli esiti della presente indagine, ed in particolare in tale ottica deve essere interpretato (peraltro per come dallo stesso affermato) il viaggio in Canada del MUIA’ Vincenzo: esiti, pertanto, che confermano la competenza del predetto organismo canadese in relazione a vicende di rilevanza criminale riferibili al più ampio governo dell’area territoriale di Siderno, le cui notorie e stabili proiezioni estere non sono più solo gestite nella zona di origine ma trovano una nuova, e più efficiente, delocalizzazione operativa in territorio canadese: che si tratti di organismo dalle ampie competenze, delegate dalla casa madre senza rigidi vincoli territoriali, lo si ricava dal fatto che è chiamato ad occuparsi tanto di fatti di grande rilievo (quale l’omicidio di un capo ‘ndrina quale Carmelo MUIÀ) che di vicende apparentemente più banali, quali le mancanze, a cui segue il rimprovero orale verso COMMISSO Francesco inteso “Ciccio di Grazia”, elemento di rilievo del clan COMMISSO, latitante in Canada (operazione “Acero-Krupi-Connection”) a cui si contesta una eccessiva vicinanza, in quel territorio, ad altre cosche di ‘ndrangheta distinte dalla locale di Siderno.

Quindi, le risultanze investigative consentono in altri termini di affermare che l’organo di governo della locale di Siderno non opera più solo in territorio calabrese (trasmettendo ordini all’estero) ma lo fa direttamente in territorio canadese, all’evidente fine di rendere sempre più efficiente la sua struttura ed efficace l’azione di comando.

La presenza e l’operatività della ‘ndrangheta in Canada è confermata anche da una recente ed innovativa sentenza emessa dalla Corte Superiore di Giustizia dell’Ontario il 28 febbraio 2019, nell’ambito dell’inchiesta denominata “Project Ophenix”, condotta dalla Combined Forces Special Enforcement Unit (CSFEU) di Toronto, con la quale, appunto, la ’ndrangheta è stata riconosciuta, per la prima volta, come un’organizzazione criminale pienamente operante in quel territorio. La citata indagine, svolta grazie al prezioso contributo di un Police Agent infiltrato, che nel 2014 registrò numerosi incontri con importanti esponenti della criminalità italo-canadese, ha permesso di raccogliere validi elementi probatori a carico di URSINO Giuseppe, nato a Gioiosa Ionica (RC) il 12 aprile 1953, il quale è stato condannato a 12 anni e mezzo di carcere per traffico internazionale di stupefacenti e associazione a delinquere.

L’inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, tiene conto anche degli esiti di un’efficace attività di cooperazione internazionale tra investigatori della Polizia di Stato (Squadra Mobile di Reggio Calabria e Servizio Centrale Operativo di Roma) e canadesi (York Regional Police di Aurora), operanti sotto le direttive dei magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, d’intesa con il York Region Attorney`s General, al fine di monitorare le proiezioni e le dinamiche criminali delle cosche della ’ndrangheta tradizionalmente attive nello Stato del Nord America.

Nell’ambito dell’inchiesta, grazie all’attività di cooperazione internazionale è stato possibile documentare, con il coordinamento dei magistrati della D.D.A. di Reggio Calabria – attraverso mirati servizi di osservazione effettuati da investigatori canadesi e italiani nel grande Stato nordamericano e scambi di informazioni – aspetti importanti dell’operatività delle ‘ndrine di Siderno (RC) nella “Greater Toronto Area”, dove lo scorso 12 luglio, a conclusione di indagini parallele a quelle svolte a Reggio Calabria, la Polizia Canadese ha arrestato 10 soggetti, tra i quali FIGLIOMENI Angelo classe 1962 inteso u briganti, elemento di spicco della ‘ndrangheta di Siderno (RC) – oggi colpito dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. di Regio Calabria per associazione mafiosa – e sequestrato beni mobili ed immobili, tra cui alcune di auto di lusso e ingenti somme di danaro, per un valore complessivo di circa 23 milioni di dollari, provento di attività delittuose (riciclaggio, usura, gioco d’azzardo).

Particolare rilievo ed efficacia investigativa hanno avuto le risultanze delle due indagini, canadese ed italiana, che, avviate autonomamente, in maniera completamente distinta dalle diverse Autorità Giudiziarie, ciascuno nei territori di propria competenza, hanno, successivamente, trovato punti di collegamento e convergenze tali da spingere gli investigatori stranieri ad inviare spontaneamente alcune loro risultanze di indagine e ad avviare contatti con gli investigatori italiani.

Le attività di indagine fanno ritenere che le cosche di‘ndrangheta di Siderno (RC) con le loro propaggini oltreoceano, stiano realizzando diversificate attività illecite nella Greater Toronto Area, forti dello stretto legame che unisce tra la Camera di Controllo canadese al Crimine di Siderno.

L’operazione “Canadian ‘ndrangheta connection 2” rappresenta un ulteriore ed importantissimo tassello nell’azione di contrasto al crimine organizzato di matrice calabrese che, ormai da diverso tempo, ha posto le sue radici in vari Stati ed in particolare nella ricca Regione dell’Ontario.

Crisi di governo, dalla Lega mozione di sfiducia a Conte

La Lega ha presentato in Senato una mozione di sfiducia al premier Giuseppe Conte. “Troppi no (da ultimo il clamoroso e incredibile no alla Tav) fanno male all’Italia che invece ha bisogno di tornare a crescere e quindi di andare a votare in fretta. Chi perde tempo danneggia il Paese e pensa solo alla poltrona”, afferma il partito guidato da Matteo Salvini che da ieri ha di fatto aperto la crisi di governo.

“Chi perde tempo vuole solo salvare la poltrona – ha scritto su Twitter Salvini, che pubblica un video che lo ritrae commosso al comizio di Pescara -. Per qualcuno prima la poltrona, per noi prima gli italiani. No inciuci! No governi tecnici! No giochini di palazzo! L’Italia dei Sì non aspetta, la parola subito al Popolo!”.

La tensione tra Lega e M5s è evidente da qualche settimana ma è salita alle stelle giovedì pomeriggio con scambi di accuse tra gli alleati della maggioranza con la Lega che ha evocato esplicitamente le elezioni.

Nel pomeriggio di ieri c’era stato un vertice a Palazzo Chigi tra il premier, Giuseppe Conte, e il vicepremier Matteo Salvini. Conte ha affermato che il vicepremier leghista gli ha rappresentato la volontà di interrompere la legislatura per i dissidi sulle tasse, migranti e in ultimo la Tav, che di fatto ha fatto emergere come la maggioranza si sia dissolta con i grillini, almeno l’anima interna di sinistra, che è contraria.

“Andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav, e restituiamo velocemente la parola agli elettori”, aveva scritto ieri in una nota Salvini. “Inutile andare avanti a colpi di NO e di litigi, come nelle ultime settimane, gli Italiani hanno bisogno di certezze e di un governo che faccia, non di “Signor No. Non vogliamo poltrone o ministri in più, non vogliamo rimpasti o governi tecnici: dopo questo governo (che ha fatto tante cose buone) ci sono solo le elezioni”.

La Tav provoca la crisi di governo, Salvini: “Si va alle elezioni”

Il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini (Ansa)

Il vicepremier della Lega Matteo Salvini ha evocato esplicitamente le elezioni dopo le tensioni delle ultime settimane con gli alleati del M5s, soprattutto dopo il voto sulla Tav le cui mozioni a favore sono passate senza il voto dei pentastellati che si sono visti bocciare un documento per il “No” all’opera.

“Andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav, e restituiamo velocemente la parola agli elettori”, ha scritto in una nota Salvini. “Inutile andare avanti a colpi di NO e di litigi, come nelle ultime settimane, gli Italiani hanno bisogno di certezze e di un governo che faccia, non di “Signor No. Non vogliamo poltrone o ministri in più, non vogliamo rimpasti o governi tecnici: dopo questo governo (che ha fatto tante cose buone) ci sono solo le elezioni”, ha detto il ministro dell’Interno.

L’ipotesi che circola è di indire le elezioni nel mese di Ottobre. A meno di ripensamenti della Lega, il capo dello Stato, preso atto della volontà della Lega di finire in anticipo la legislatura, sentiti i presidenti dei due rami del parlamento, potrebbe sciogliere le Camere già nei prossimi giorni per trovare l’ultima finestra utile in autunno: domenica 27 ottobre.

Da sottolineare è che la Lega vola nei sondaggi e sfiora quasi la maggioranza con il 38% nelle ultime rilevazioni. Potrebbe governare da sola con Fratelli d’Italia che si attesta sul 7%. Un dato di poco superiore a Forza Italia che è precipitata al 6.4 percento. 

Tuttavia, Conte giovedì mattina ha visto il Capo dello Stato Mattarella. Si è trattato di un colloquio informativo per fare il punto della situazione. Non si sarebbe quindi parlato di apertura di crisi e tanto meno di dimissioni del premier. Ma la situazione pare sia precipitata nel pomeriggio, dopo il vertice a Palazzo Chigi tra il premier, Giuseppe Conte, e il vicepremier Matteo Salvini. Il presidente del Consiglio, dopo che il capo della Lega in alcuni comizi evocava le elezioni, ha affermato che Salvini dovrà spiegare in parlamento le ragioni della crisi.

La Lega smentisce indiscrezioni secondo cui Matteo Salvini avrebbe chiesto le dimissioni del premier Giuseppe Conte o starebbe valutando l’ipotesi di ritirare la delegazione dei suoi ministri dal governo. “Parliamo solo attraverso note e fonti ufficiali”, sottolineano da via Bellerio, a Milano. 

L’ipotesi di un ritiro della delegazione di ministri leghisti dal governo potrebbe infatti dare il “là” al Quirinale per cercare di trovare una nuova maggioranza e formare un governo, probabilmente tecnico, sostenuto dal Pd, M5s e dalla sinistra. Mentre il vicepremier Salvini ha esplicitamente affermato che l’unica alternativa a questo esecutivo sono le elezioni.

Della crisi non l’ha presa bene il Movimento cinque stelle che con l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, attacca: “La Lega ha preso in giro il Paese; votare subito taglio parlamentari, poi le elezioni. Una cosa è certa: quando prendi in giro il Paese e i cittadini prima o poi ti torna contro. Prima o poi ne paghi le conseguenze”, sottolinea Di Maio.

Per il vicepremier Luigi Di Maio “c’è una riforma a settembre, fondamentale, che riguarda il taglio definitivo di 345 parlamentari. E’ una riforma epocale, tagliamo 345 poltrone e mandiamo a casa 345 vecchi politicanti. Se riapriamo le Camere per la parlamentarizzazione, a questo punto cogliamo l’opportunità di anticipare anche il voto di questa riforma, votiamola subito e poi ridiamo la parola agli italiani. Il mio è un appello a tutte le forze politiche in Parlamento: votiamo il taglio di 345 poltrone e poi voto”.

“Con la mossa di Salvini, l’Italia probabilmente perderà importante Commissario europeo alla concorrenza che avrebbe sostenuto il sistema Italia e le nostre imprese in Europa. Non si è mai visto un partito che prende il 34% alle elezioni europee e si condanna in questo modo all’irrilevanza internazionale. Nemmeno Renzi riuscì in tale impresa. Salvini e la Lega stanno danzando sulla pelle degli italiani, complimenti”. Così in una nota il Movimento 5 Stelle Europa definendo un “autogol” la mossa del leader leghista.

Su Facebook il segretario del Pd Nicola Zingaretti si dice “pronto alla sfida”. “Nelle prossime elezioni non si deciderà solo quale governo ma anche il destino della nostra democrazia, della collocazione internazionale del nostro Paese. Il Pd chiama a raccolta tutte le forze che intendono fermare idee e personaggi pericolosi. Da subito tutti al lavoro,insieme,per fare vincere l’Italia migliore”.

“Noi siamo prontissimi, perché siamo quella forza che ha aperto una grande fase di rinnovamento e che oggi è la vera alternativa a Salvini”, ha spiegato Zingaretti a chi gli chiedeva se il Pd sia pronto alle elezioni.

“Le prossime elezioni – spiega Zingaretti – saranno una scelta tra la Lega di Salvini o il Partito Democratico, che abbiamo rimesso in campo. E dobbiamo chiamare a raccolta tutta quella parte di Italia onesta che vuole il lavoro, la crescita e lo sviluppo, non vuole la cultura dell’odio, che vuole ridare una dignità all’Italia che è isolata nell’Europa e nel mondo, che vuole salvare l’Italia da chi ha promesso la rivoluzione e poi ha reso questo paese più debole e più fragile. Noi diciamo innanzitutto lavoro, scuola, formazione, ripresa produttiva, investimenti, un programma per l’Italia che dia una speranza a questo bellissimo paese”.

‘Ndrangheta, nuovo colpo contro cosche Muià e Figliomeni: 28 arresti

È in corso dalle prime ore di questa mattina una vasta operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, finalizzata all’esecuzione di 28 ordinanze di custodia cautelare (23 in carcere e 5 agli arresti domiciliari) nei confronti di elementi di vertice, affiliati e prestanomi delle ‘ndrine Muià e Figliomeni e della potente cosca Commisso di Siderno (RC), ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa transnazionale ed armata, porto e detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, esercizio abusivo del credito, usura e favoreggiamento personale, commessi con l’aggravante del ricorso al metodo mafioso,

L’operazione è la prosecuzione dell’inchiesta Canadian Ndrangheta Connection nell’ambito della quale, il 18 luglio scorso, il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e la Squadra Mobile di Reggio Calabria hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto 12 soggetti affiliati alla ‘ndrina Muià. Gli investigatori stanno eseguendo anche perquisizioni in Calabria e Liguria. Impiegati 150 uomini e donne della Polizia di Stato.

L’inchiesta della DDA – sviluppata nel biennio 2018-2019 – con un’articolata indagine condotta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dallo Sco della Polizia di Stato – ha consentito di delineare gli assetti e l’operatività delle ‘ndrine Muià e Figliomeni, collegate alla più affermata e risalente cosca Commiso attiva a Siderno e in Canada e di allargare le conoscenze sull’articolata struttura della ‘ndrangheta in ambito sovranazionale, dal momento che è stato possibile documentare, per la prima volta, che l’articolazione territoriale operante nel grande Stato nordamericano, riferibile alla locale di Siderno, è attualmente governata da un organismo abilitato a riunirsi in territorio estero e ad assumere decisioni anche con riferimento alle dinamiche criminali attualmente esistenti nel territorio calabrese.

Diede pugno mortale al connazionale, arrestato in Polonia

L'aeroporto di Fiumicino
l’aeroporto di Fiumicino

Negli uffici di Polizia dell’aeroporto di Fiumicino, i carabinieri della Compagnia di Cosenza, insieme alla PolAria, hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a Oktawian Julian Gorczyk, accusato per l’omicidio preterintenzionale di Marek Karol Cielinski, avvenuto il 31 luglio 2018 nella Villa Nuova di Cosenza.

L’uomo è stato rintracciato in Polonia dopo una ricerca durata un anno ed estesa in ambito europeo. Gorczyk è stato bloccato il 25 luglio scorso, nell’ambito della cooperazione tra le forze di Polizia europee, dalla Polizia Polacca all’aeroporto di Varsavia mentre rientrava dall’Olanda.

Le indagini scaturite dopo la morte nell’ospedale di Cosenza di Cielinski avevano portato ad individuare Gorczyk quale presunto autore. La vittima era stata trovata in una pozza di sangue. Da alcuni testimonianze è emerso che i due connazionali erano insieme quando, senza un chiaro motivo, Gorczyk avrebbe sferrato un pugno al volto di Cielinski. Nella caduta l’uomo aveva battuto la testa in uno spigolo del monumento della villa.

Salvini: “Dateci la forza di prendere in mano questo Paese e salvarlo”. E’ crisi

Matteo Salvini nel comizio a Pescara, dateci forza per salvare il paese
Matteo Salvini nel comizio a Pescara

“Noi guardiamo avanti e chiediamo agli italiani la forza di prendere in mano questo Paese e salvarlo, riportarlo dove i nostri nonni lo avevano lasciato”. Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini in un comizio a Pescara dove per lui c’è stato un vero e proprio bagno di folla.

“Bisogna far le cose bene, in fretta e con coraggio”, ha aggiunto. “E’ urgente il taglio delle tasse, bisogna sbloccare le opere pubbliche, non abbiamo bisogno di ministri che le bloccano. Non sopporto più i no, io che sono l’uomo più paziente del mondo. Siamo disposti a mettere in gioco le nostre poltrone, magari lo pensano gli altri alle poltrone, noi siamo al servizio del popolo italiano”.

“Deputati e senatori alzano il culo e vengano in Parlamento, anche la settimana di Ferragosto, se serve. Chi non viene è perché vuole tenersi la poltrona. I parlamentari della Lega sono pronti a venire in Aula lunedì e poi anche sabato e domenica”.

“Piuttosto che tenere fermo il Paese diamo la parola agli italiani, che ci dicano cosa bisogna fare. E beninteso, non mi interessa tornare al vecchio, se devo mettermi in gioco con un’idea di futuro lo faccio da solo e a testa alta. Poi potremo scegliere dei compagni di viaggio, certo”, ha detto ancora Matteo Salvini dal palco di Pescara.

Picchiata da ex compagno si barrica in bagno, salvata dai carabinieri

violenza sulle donneTrauma cranico facciale e trauma cervicale. Sono queste le lesioni con le quali “se l’è cavata” questa volta una giovane donna dopo l’ennesima aggressione del suo ex compagno. Una relazione tormentata, un amore che ha lasciato i lividi nel cuore e sul corpo della donna che per troppo tempo non è riuscita a reagire a quell’uomo che non esitava a colpirla ad ogni minima discussione.

Una spirale di violenza alla quale però aveva deciso di reagire e che aveva fatto inevitabilmente terminare quel rapporto. Fino a quando l’uomo si è presentato a casa sua per chiederle un chiarimento ma, di fronte al rifiuto della giovane, è andato nuovamente su tutte le furie. Dopo qualche attimo gli insulti si sono trasformati in schiaffi e calci.

Ma in quel susseguirsi di colpi non sono mancati i palpeggiamenti alla vittima nel tentativo di costringerla ad avere un rapporto sessuale, arrivando persino a cercare di strangolarla fino a quando la donna non è riuscita a svincolarsi e, con un slancio di istintiva sopravvivenza, a barricarsi in bagno da dove, affannata, ha chiamato il numero d’emergenza 112 spiegando all’operatore con poche parole strozzate dal terrore e dal pianto cosa stesse succedendo in casa.

I Carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme sono arrivati immediatamente sul posto ed hanno sorpreso l’uomo ancora nell’appartamento mentre stava danneggiando, nel tentativo di aprirla, quella porta che lo divideva dalla “Sua donna”, quella per la quale era disposto a fare qualsiasi cosa pur di averla. L’uomo è stato bloccato e tarrestato per violenza sessuale, atti persecutori e lesioni personali e tradotto presso la casa circondariale di Catanzaro dove è rimasto anche a seguito della convalida.

‘Ndrangheta e scommesse, società nasconde al fisco ricavi per 4 miliardi

La Guardia di finanza di Reggio Calabria, insieme ad altri reparti, ha concluso una verifica fiscale nei confronti di una società maltese con stabile organizzazione in Italia, operante nel settore del gioco on-line, relativamente agli anni d’imposta 2015 e 2016, in esito alla quale è stato possibile accertare che quest’ultima ha omesso di dichiarare ricavi per quasi 4 miliardi di euro ed una base imponibile ai fini della Imposta Unica sulle Scommesse pari ad oltre 1 miliardo di euro.

La verifica fiscale appena conclusa è scaturita dalle risultanze dell’Operazione “Galassia”, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Reggio Calabria in collaborazione con lo Scico e conclusa nel novembre del 2018 con l’esecuzione di 18 provvedimenti di fermo e con il sequestro di società nazionali ed estere, siti di scommesse on line e altri beni per un valore pari ad oltre 723 milioni di euro, disposti dalla locale Procura distrettuale, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri.

Nell’inchiesta è stata accertata l’esistenza di un’associazione per delinquere di tipo mafioso con proiezione transnazionale, costituita da soggetti appartenenti alla ‘ndrangheta, che, avvalendosi di società estere – tra le quali la società verificata – ha esercitato abusivamente l’attività di gioco in Italia, riciclando ingenti proventi illeciti.

E’ emerso che la raccolta di scommesse è stata attuata anche al di fuori del proprio Paese di stabilimento, e ha conosciuto un notevole sviluppo con la diffusione della tecnologia informatica che permette il rapido scambio di dati attraverso le reti telematiche.

L’azione di vigilanza e controllo a tutela del monopolio statale sui giochi, sulle scommesse e sui concorsi pronostici – orientata a prevenire e reprimere tutti gli illeciti legati al gioco irregolare e clandestino – ha evidenziato che in Italia,negli ultimi anni,si è registratauna proliferazione di agenzie che effettuano la raccolta di scommesse via internet, affiliate a bookmaker esteri il più delle volte privi delle previste concessioni rilasciate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

In sostanza è stato rilevato che alcuni bookmaker transnazionali operano sul territorio italiano attraverso reti di agenzie perfettamente organizzate che rappresentano l’interfaccia della “casa madre” e alle quali è riconosciuta dal bookmaker una provvigione commisurata alle giocate raccolte.

Nel corso delle operazioni complessivamente condotte dalla Fiamme gialle è emerso che la società verificata, sebbene avesse aderito alla procedura di emersione prevista dalla Legge di Stabilità 2015 (“Sanatoria”) e fosse munita di apposita autorizzazione a svolgere sul territorio nazionale attività di raccolta di scommesse, con vincita in denaro, attraverso una rete fisica (cosiddetta “gaming a terra”), costituita da una pluralità di “Punti di Raccolta”, ha continuato abusivamente a proporre scommesse in parallelo rispetto alla autorizzazione ufficiale, così integrando il reato di Esercizio abusivo di attività di gioco o scommessa, nonché sottraendo rilevante materia imponibile all’Imposta Unica, all’IRES ed all’IRAP, conseguente al riciclaggio dei relativi proventi illeciti.

I Finanzieri hanno così proceduto alla dettagliata analisi della documentazione contabile acquisita, oltre che delle risultanze investigative emerse nell’ambito delle pregresse indagini, verificando, sulla base dei riscontri tecnici posti in essere dalla componente specialistica del Corpo coinvolta, l’effettivo volume delle scommesse illegali complessivamente poste in essere sia in ambito sportivo via internet che sui Casinò virtuali ovvero nel Poker on-line.

Alla luce delle risultanze e al termine di dettagliati accertamenti tecnico-contabili, è stata così accertata una maxi evasione d’imposta anche con riferimento all’IRAP per oltre 6 milioni di euro, all’IRES per oltre 47 milioni di euro ed alla IUS per oltre 71 milioni di euro.

Prostituzione, smantellata organizzazione a Isola Capo Rizzuto: 7 arresti

prostituzioneI Carabinieri di Isola Capo Rizzuto hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di Crotone, su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico di 7 persone (4 rumeni e 3 italiani) ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione nei confronti di donne straniere provenienti dall’Est-Europa appositamente adescate; violenza sessuale, lesioni personali e minaccia aggravati; reati commessi da maggio 2018 a gennaio 2019.

In carcere sono finiti Sebi Costel Dragoi, di 23 anni e Aurel Petrica Dragoi, di 22, entrambi romeni e con precedenti.

Ai domiciliari Vito Vallone, di 48 anni, con precedenti; Giovanni Cristofalo, di 82 anni,  incensurato; Francesco Carmine Verterame, di 63 anni, con precedenti. I sopra citati sono tutti di Isola Capo Rizzuto. Infine in manette è finita Alexandra Galion, cittadina romena di 19 anni. La settima persona colpita da misura cautelare è ricercata all’estero.

L’indagine è stata condotta dalla Tenenza Carabinieri di Isola di Capo Rizzuto dall’ottobre 2018 a gennaio 2019, con osservazioni e pedinamenti nonché intercettazioni, e colpisce un gruppo che, nel periodo delle investigazioni – secondo l’accusa -, avrebbe adescato giovani donne dell’Est Europa al fine di avviarle alla prostituzione. In alcuni casi per costringerle è stata usata nei loro confronti violenza e minacce gravi.

Le indagini sono partite dalla denuncia di una delle “schiave” che, dopo essere fuggita dai suoi aguzzini, ha cercato rifugio presso la caserma dei Carabinieri. La giovane donna, rassicurata dai militari, ha raccontato così la sua storia di violenza e costrizioni, liberandosi dalla sottomissione che la portava a vendersi sulla strada. Ora la giovane è affidata ai servizi sociali che per lei ha avviato un percorso di recupero.

L’attività investigativa ha consentito di individuare l’intero sodalizio, composta da 7 indagati uno dei quali attualmente si trova in Romania; inoltre sono state individuare altre due persone di nazionalità italiana, ritenute responsabili di tentato furto, e un minorenne di detenzione illegale e vendita di arma da fuoco clandestina.

Sibari, turisti denunciano: Da rubinetti acqua con vermi

(ANSA) – CASSANO ALLO IONIO (COSENZA), 7 AGO – “Dai rubinetti di alcune abitazioni di ‘Marina di Sibari’ insieme all’acqua escono anche piccoli vermicelli”. A denunciarlo all’Ansa, sono stati alcuni villeggianti ospiti del villaggio di contrada “Salicetta” nel comune di Cassano.

“I ritrovamenti – ha riferito un villeggiante – sono avvenuti in diverse abitazioni anche distanti fra loro e in diverse strade del vicinato, il che fa dedurre che il problema deriva dalle condutture idriche. A poco è valso avvisare la polizia locale e il servizio Ambiente del Comune”.

L’approvvigionamento idrico della zona verte su un sistema di pozzi artesiani dotati di potabilizzatore di recente riqualificazione a fronte di una rete idrica di fornitura alle utenze realizzata negli ’70 e da allora mai rinnovata.

La contaminazione potrebbe essere dovuta alle condizioni della rete di distribuzione idrica in quanto le analisi effettuate negli ultimi semestri hanno riscontrato la potabilità dell’acqua in uscita dell’impianto di potabilizzazione

TAV, passi avanti in Senato. Si a mozioni “pro”, bocciata quella del M5s contrario a opera

Salvini con i suoi parlamentari durante la discussione sul TAV (Ansa)

La realizzazione del Treno ad alta velocità (Tav) tra Italia e Francia (Torino-Lione) fa progressi dopo anni di attese e dopo accesi scontri tra contrari e favorevoli all’opera.

Il Senato ha approvato tutte le mozioni pro Tav, dalla Lega a FI, e ha invece bocciato la mozione dei Cinquestelle per il “No Tav”, da sempre cavallo di battaglia dell’anima sinistra dei grillini.

A palazzo Madama è passata quella del Pd con 180 sì, 109 contrari e un astenuto. La mozione Bonino ha ottenuto 181 sì, 107 no e un astenuto. Quella di FdI è passata con 181 sì, 109 no e un astenuto. Infine quella di FI ha preso un voto in più ottenendo 182 voti favorevoli, 109 no e 2 astenuti.

La mozione del M5s, contraria appunto alla Tav è stata bocciata dal Senato con 181 no, mentre i voti favorevoli sono stati 110.

Al Senato era presente il vicepremier Matteo Salvini che ha cancellato l’iniziativa politica a Sabaudia (Latina) prevista in mattinata, prima tappa del suo tour agostano nel centrosud e il comizo ad Anzio (Roma) nel pomeriggio, sarebbe confermato invece l’evento a Sabaudia in serata.

Anche il vicepremier Luigi Di Maio era presente in Aula. Si è seduto accanto ai ministri del M5s Riccardo Fraccaro e Danilo Toninelli, che ha votato contro.

“Sono a favore della Tav ma ho votato per disciplina del gruppo, perché politicamente sarebbe stato molto più utile uscire dall’Aula”, ha detto il senatore del Pd Luigi Zanda, esprimendo dissenso sulla linea scelta dal gruppo in Aula. “Uscire poteva aiutare a fare emergere con più forza l’incompatibilità ormai conclamata tra Lega e M5s: c’erano ministri della Lega da una parte e M5s dall’altra. Ma sarebbe stato utile uscire dall’Aula anche per noi perché non mi è piaciuto vedere il voto Pd accostato a Lega, Fi e Fdi”.

Traffico di droga, pishing ai danni di correntisti e riciclaggio, arresti

 Sono due le indagini che hanno portato all’arresto di 18 persone per traffico di droga, frode su conti correnti e riciclaggio. Dalle inchieste, condotte dai carabinieri di Reggio Calabria, sotto il coordinamento della procura, è emerso che una organizzazione era dedita al traffico di stupefacenti, l’altra per riciclare il denaro provento di pishing ai danni di correntisti.

Per l’indagine “Random”, sono state arrestate 15 persone, 8 in carcere e 7 ai domiciliari, mentre 5 sono quelle finite in carcere nell’operazione “Fullones”. Due degli arrestati sono coinvolti in entrambe le operazioni.

Sono 111 le persone coinvolte nell’indagine Fullones, quasi tutti reggine, che avrebbero messo a disposizione dell’organizzazione carte prepagate per poter prelevare il denaro che veniva sottratto all’estero dai conti correnti delle vittime, circa 200 per un danno economico totale pari ad almeno 171 mila euro.

Un numero provvisorio che potrebbe aumentare e che si riferisce solo al periodo dell’indagine Fullones, dal nome latino con cui venivano appellati coloro che lavavano i tessuti nell’antica Roma.

Dalle investigazioni è emerso una mega operazione di “lavaggio” di denaro illecito. Le indagini sono scattate dopo che una vittima si è vista decurtare in un sol colpo 9.300 euro dal proprio conto corrente. Solitamente le somme sottratte erano inferiori, tutto era studiato nel dettaglio per non destare sospetti e ritardare il più possibile le indagini.

Le vittime veniva adescate con email fraudolente, il fenomeno del “phishing”, con cui loro stessi cliccavano su un portale che credevano essere quello del proprio istituto di credito fornendo invece ai criminali le loro credenziali.

Una volta avuto accesso ai conti, i criminali studiavano i movimenti, in modo da prelevare somme all’insaputa delle vittime, che spesso si accorgevano solo a fine mese degli ammanchi, o addirittura dopo qualche mese.

Il denaro veniva “bonificato” a soggetti di Reggio Calabria che si presentavano subito agli sportelli automatici per prelevare le somme. Erano stati tutti istruiti a rispondere la stessa cosa nel caso di controlli delle forze dell’ordine: non sapevano come mai del denaro gli era stato accreditato, ma una volta disponibile lo avevano speso.

Per tutti loro invece l’accusa ipotizzata dalla procura diretta dal procuratore capo Giovanni Bombardieri è di riciclaggio. L’altra indagine invece ha colpito un’organizzazione dedita al traffico di droga, marijuana, eroina e cocaina. La banda aveva individuato come base logistica un locale da ristrutturare e adibire a sala giochi, in pieno centro, vicino agli istituti scolastici d’inverno e ai locali della movida in estate.

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