9 Ottobre 2024

Home Blog Pagina 48

Perito: “Incendio e strage in casa Corasoniti provocato da batterie al litio”

Il tragico incendio avvenuto durante la notte tra il 21 e il 22 ottobre 2022 nel quartiere Pistoia di Catanzaro all’interno di un appartamento al quinto piano che provocò la morte di tre fratelli non è da attribuire al fattore umano ma ad una causa elettrica, al “possibile innesco legato al surriscaldamento e all’esplosione di batterie al litio interne a cellulari o a laptop”. E’ questa la conclusione a cui è giunto il consulente tecnico nominato dalla Procura di Catanzaro, il professore Daniele Menniti.

Nell’incendio in una palazzina dell’Aterp, morirono i fratelli Saverio, di 22 anni, affetto da autismo, Aldo Pio di 16 e Mattia di 12, riportarono gravi ustioni la mamma Rita Mazzei (42) con la figlia Zaira Maria (11), e vennero ricoverati a causa delle esalazioni da fumo il padre Vitaliano Corasoniti (43) e un altro figlio, Antonello (15).

Secondo il perito “… non si sono rilevati elementi da far supporre l’uso di combustibili impropriamente introdotti nell’appartamento e utilizzati per dare luogo a fiamme libere in ambito non controllato”. Secondo il rapporto, l’incendio ha avuto inizio nel soggiorno.

Il fuoco ha preso vigore nel momento in cui sono stati aperti balconi e finestre permettendo l’entrata e il circolo di una maggiore quantità di aria “causando la morte dei tre fratelli dovuta alle difficoltà di questi ad intravedere e raggiungere possibili vie di fuga e alla tossicità e quantità dei fumi stessi inalati”.

Nella relazione di Menniti, fatta con la collaborazione dell’ingegnere Giovanni Brusco, si specifica che generalmente l’uso di batterie al litio è sicuro ma, in alcune circostanze, a causa “di possibili difetti costruttivi, contaminazioni, urti o di un loro improprio utilizzo, possono generare situazioni di pericolo”. Dalle testimonianze dei sopravvissuti è emerso che nel soggiorno “vi erano tutte le notti sotto carica ben cinque cellulari e due tablet e, soprattutto, ben sei laptop”.

Nella relazione si afferma “con ragionevole certezza” che “l’incendio è da ricondursi a un fenomeno elettrico combinato con dispositivi di accumulo elettrochimico al litio a supporto di apparecchiature elettroniche sotto carica la notte dell’incendio e non da un fattore umano”.

Ancora nei guai l’avvocato Pittelli: ai domiciliari per bancarotta fraudolenta

Arrestato Giancarlo Pittelli

I militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro hanno arrestato e posto ai domiciliari una persona, indagata per più ipotesi di bancarotta fraudolenta patrimoniale, in quanto amministratore di fatto di una società già in liquidazione e, successivamente, dichiarata fallita. Si tratta di Giancarlo Pittelli, ex parlamentare di Forza Italia e avvocato del foro di Catanzaro, condannato proprio lunedì scorso, in primo grado, a 11 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa nel processo Rinascita Scott.

Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le indagini preliminari presso il
Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica per fatti risalenti agli anni 2021 e 2022. Il giudice ha disposto il sequestro preventivo di un terreno edificabile, sito nel comune di Stalettì (Catanzaro), e di denaro per circa 1,5 milioni di euro, quale presunto profitto del reato ipotizzato dai magistrati catanzaresi.

Secondo l’ipotesi di reato formulata, allo stato ritenuta dal gip assistita da gravità indiziaria, e che necessita della successiva verifica processuale in contraddittorio con la difesa, l’indagato, in concorso con altri, avrebbe distratto l’unico bene della società di cui era amministratore di fatto, ossia il predetto terreno, che, contestualmente all’avvio della liquidazione, veniva ceduto ad altra società appositamente costituita, anch’essa riconducibile all’indagato, nonché il corrispettivo della cessione del predetto bene.

Sono stati ritenuti, altresì, sussistenti gravi indizi in ordine ad un ulteriore episodio di bancarotta fraudolenta consistente nella mancata richiesta di restituzione di un credito di oltre 800.000 euro vantato dalla società fallita nei confronti di un’ulteriore società, anche quest’ultima poi dichiarata fallita, pur in presenza di un debito, verso la Regione Calabria,
di oltre un milione di euro derivante dall’anticipo di un contributo pubblico ottenuto nel 2005 per la realizzazione sul terreno sequestrato di un complesso alberghiero, finanziamento poi oggetto di rinuncia e mai restituito.

Oltre a Pittelli, nell’inchiesta sono indagate altre sette persone. A carico di uno di questi è stato disposto il sequestro preventivo, anche nella forma per equivalente, della somma di circa 77.000 euro in relazione all’ipotesi di reato di indebita compensazione di debito Iva, in quanto il debito Iva in capo alla società fallita sarebbe stato illecitamente neutralizzato con crediti riconducibili alla nuova società appositamente costituita.

Omicidio medico, disposta la perizia balistica sulla scena del crimine

La Procura di Palmi vuole vederci chiaro sulla dinamica dell’agguato in cui, sabato mattina, a Santa Cristina d’Aspromonte, è stata uccisa la dottoressa della guardia medica Francesca Romeo mentre era in auto con il marito Antonio Napoli, medico psichiatra, rimasto ferito di striscio a un braccio.

Il procuratore Emanuele Crescenti, l’aggiunto Santo Melidona e il pm Elio Romano, hanno chiesto alla Squadra mobile di Reggio Calabria e alla Scientifica una dettagliata ricostruzione balistica per capire la traiettoria dei colpi esplosi dal sicario.

Il primo sarebbe stato frontale e, dopo aver attraversato il parabrezza, non ha colpito nessuno e si è conficcato nel cofano. Il secondo, a pallettoni, stando ai primi rilievi, sarebbe stato sparato dal lato guida e, dopo aver sfiorato il braccio di Napoli, ha colpito la donna uccidendola.

Il secondo colpo farebbe pensare che l’obiettivo fosse l’uomo ma, al momento, secondo gli inquirenti, ci sono troppe variabili per averne la certezza. A partire dall’auto in movimento e dalla decisione presa da chi ha sparato di spostarsi sulla destra e non sulla sinistra dove avrebbe avuto, se fosse stata lei il bersaglio, maggiore probabilità di uccidere Romeo.

Occorre capire se questa è stata una scelta voluta dell’assassino o dettata dalle circostanze. Nel primo caso l’obiettivo sarebbe stato senza dubbio il marito che, nel secondo caso, invece, per il sicario potrebbe essere stato indifferente uccidere uno dei due coniugi o entrambi. Questo, però, cambierebbe lo scenario sul movente che, per ora, non è chiaro. Avvalorerebbe quello legato alla vita privata piuttosto che lavorativa. Su questo fronte, tutte le ipotesi sono in piedi.

Gli investigatori della Squadra mobile stanno continuando a scavare a 360 gradi non sottovalutando nulla. Non essendo ancora emersi, e in attesa di capire se ci sono realmente stati, problemi legati alla professione della vittima, gli inquirenti stanno verificando alcune voci che circolano a Seminara secondo cui i due coniugi potrebbero avere avuto discussioni legate a terreni di famiglia. Si tratta, però, al momento solo di voci su fatti datati e sui quali fino ad oggi non ci sono elementi di connessione col delitto.

Autopsia dottoressa Romeo, fatale un colpo tra volto e collo

E’ stata raggiunta dai pallettoni tra il volto ed il collo, ferendola mortalmente, nella zona facciale sinistra, Francesca Romeo, la dottoressa della guardia medica uccisa in un agguato sabato scorso a Santa Cristina d’Aspromonte.

E’ questo l’esito dell’autopsia eseguita lunedì sera dai periti medici nominati dalla Procura di Palmi che coordina le indagini sull’omicidio della professionista e sul ferimento del marito Antonio Napoli, che era in auto con lei al momento dell’agguato.

La perizia sembra confermare la ricostruzione secondo la quale l’agguato è stato verosimilmente compiuto da una sola persona armata di fucile che prima ha sparato un colpo caricato a palla, che non ha colpito nessuno dei due occupanti della Pegeout 3008, entrato dal parabrezza anteriore e conficcato nel cofano posteriore dell’auto.

Poi subito dopo un secondo colpo caricato a pallettoni mentre la macchina era in movimento. I pallettoni sarebbero stati sparati dal lato guida, dove sedeva Napoli, e avrebbero ferito il conducente e raggiunto la vittima tra il volto ed il collo.

Una dinamica che confermerebbe come ancora debba essere definitivamente chiarito chi fosse il vero obiettivo del sicario – così come resta un mistero il movente – non escludendo che potesse essere anche il coniuge della donna uccisa il bersaglio.

Ragione per la quale inquirenti e gli investigatori della Polizia dovrebbero risentire nuovamente l’uomo nei prossimi giorni per chiarire alcuni punti sulla dinamica a cui solo il dottor Napoli è l’unico testimone oculare.

Omicidio Romeo, svolti i funerali della dottoressa uccisa in agguato

Ansa

Seminara ha rivolto oggi l’ultimo saluto a Francesca Romeo, la dottoressa della guardia medica uccisa sabato mattina a Santa Cristina d’Aspromonte in un agguato con alcuni colpi di fucile mentre rientrava a casa insieme al marito, Antonio Napoli, rimasto lievemente ferito.

Oggi si sono celebrate le esequie della professionista nella chiesetta della frazione S.Anna di Seminara. Un funerale che la famiglia ha voluto in forma strettamente privata.

Ma nonostante questo, in tanti si sono presentati davanti alla chiesa per dare un ultimo saluto a una donna che per tanti anni ha dispensato cure e consigli a tutti. La salma è giunta in chiesa direttamente dall’ospedale di Locri dove si è svolto l’esame autoptico.

Le esequie sono state celebrate dal parroco, don Mimmo Caruso. Tra le autorità, presente solo il sindaco, Giovanni Piccolo, che per oggi ha proclamato il lutto cittadino e che per dopodomani ha annunciato un Consiglio comunale aperto.

Visibilmente provato il marito della vittima, Antonio Napoli, che ha trovato solo la forza, alla fine della cerimonia, di sussurrare poche parole di ringraziamento ai presenti.

Omicidio dottoressa Romeo, cosa non torna. L’obiettivo era il Napoli? L’ipotesi del killer sugli alberi

Da sinistra Francesca Romeo e il marito Antonio Napoli

Gli investigatori della Squadra mobile di Reggio Calabria stanno spulciando a fondo la posizione del dottor Antonio Napoli, marito della dottoressa Francesca Romeo, la donna uccisa sabato mattina in un agguato sulla stradina isolata di Santa Cristina d’Aspromonte dopo che la professionista aveva smesso di lavorare nella postazione di Guardia medica di quel centro.

Al momento non vi sono elementi che veicolino le attenzioni della Polizia sul medico psichiatra che guidava l’auto al momento dell’agguato, ma restano alcuni punti che al momento sembrano sollevare qualche punto poco chiaro, almeno nelle prime ipotesi di ricostruzione.

Resta pacifico che il delitto è stato eseguito con modalità mafiose. Perché allestire questo “teatrino” se il delitto potrebbe essere stato compiuto altrove e non in zona isolata? Non lo è, per ora, soltanto per esclusione del fatto che entrambi i coniugi erano senza macchia “criminale”, professionisti rispettati che non risulterebbero mischiati in giri poco raccomandabili, almeno dalle prime indagini.

Tuttavia la zona isolata, certamente super sorvegliata da “vedette” stile ‘ndrangheta che avevano il compito di avvisare il sicario o i killer al giungere della Peugeot a ridosso del curvone teatro del delitto, dà tutto da pensare ad una esecuzione appunto poco plateale con pochi rumori, stradine evidentemente bloccate e soprattutto senza occhi indiscreti: gli unici sono quelli del dottor Napoli, il supertestimone, il solo, l’unico ad aver visto ciò che è successo. Ed è questo un elemento non poco importante.

Il primo punto è il seguente: come mai l’auto guidata dal dottor Napoli non si è “svincolata” appena sono giunti i primi colpi, soprattutto guardando in faccia il killer (travisato?) della moglie col fucile da caccia puntato contro? Si è vero, è rimasto lievemente ferito. Magari un pallino di striscio, ma il colpo fatale lo ha preso la moglie, pare di lato.

Per “svincolata” si intende che il conducente poteva fare delle manovre molto brusche su strada, come sbandare, lasciare segni vistosi di frenate o accelerate. Succede. Se uno viene preso di mira, la prima cosa che di istinto tende a fare è scappare a ruote levate. Ipotizziamo ad esempio di avere improvvisamente davanti una buca, la prima cosa che fa il guidatore è di evitarla, anche al costo di sbandare o finirci dentro. E’ un gesto abbastanza spontaneo. Perché?

Dalle immagini sembra invece che la Peugeot si sia incomprensibilmente fermata all’esplosione del primo colpo, sempre che il primo colpo fosse già partito. Inchiodata presenza di segnali di pericolo alcuno. Perché questo comportamento? Che significa questo? C’è stato un appostamento “mafioso” da parte del sicario sbucato dal nulla per parlare dapprima con il Napoli o con vittima o con entrambi? Un professionista o un dilettante? Non sappiamo.

Un altro punto, non secondario: Dal parabrezza della Peugeot forato appare che la traiettoria sembra parallela all’obiettivo: al proposito, le indagini al momento non hanno chiarito se l’obiettivo dei sicari fosse la dottoressa Romeo o il marito dottor Napoli. Il primo foro della fucilata è quasi centrale, più sulla sinistra, il secondo sarebbe laterale. Davvero difficile stabilire se la vittima designata fosse la signora o il consorte. Fra l’altro il proiettile che fora il parabrezza, a detta degli investigatori, sarebbe finito nel cofano senza fare danni. Quindi, chi ha sparato il primo colpo?

Per cercare il movente del delitto eccellente sono all’opera decine di esperti della Polizia. Gli inquirenti procedono per esclusione: non ci sarebbe apparentemente mafia, sono al vaglio questioni professionali della Romeo, ma pure del dottor Napoli, così come potrebbero esserci motivi privati legali alla compravendita di qualcosa oppure alla cessione “forzosa” di qualche proprietà, richiesta magari non concessa. Non è chiaro nulla. Si procede alla cieca.

Tornando al punto precedente, non conoscendo gli esiti dell’autopsia, cioè in che punto o punti del corpo è stata colpita la dottoressa Romeo. L’esame autoptico ci dirà di più.

Con questo non possiamo escludere che il sicario per compiere il delitto si sia posto al sicuro sopra un grosso ramo di un albero che sovrasta la strada per cogliere proprio in piena sorpresa i coniugi Napoli. La strategia sembra perfetta per un assassino, o forse due. “Lo uccido è manco se ne accorge…”.

Il killer sull’albero fallisce però l’obiettivo (non prende ne l’una, di vittima designata, nell’altro); ci riuscirà quello a terra sparando lateralmente, se quello sparato dall’alto o frontale è andato a vuoto. Tornando alla domanda iniziale, chi era il vero destinatario dei killer? La dottoressa Francesca Romeo o il dottor Antonio Napoli?

Dino Granata

Il magistrato Ignazitto si è insediato come procuratore aggiunto di Reggio

Il procuratore aggiunto di Reggio Walter Ignazitto

Il magistrato Walter Ignazitto si è insediato nel ruolo di procuratore aggiunto di Reggio Calabria. Il giuramento è avvenuto ieri, nell’aula di Corte d’Assise, davanti al presidente del Tribunale Maria Grazia Arena e del presidente della prima sezione civile Giuseppe Campagna.

Oltre a molti colleghi di Ignazitto e ai vertici delle forze dell’ordine della provincia di Reggio Calabria, alla cerimonia hanno partecipato anche il procuratore generale Gerardo Dominijanni, il procuratore Giovanni Bombardieri e gli aggiunti Giuseppe Lombardo e Stefano Musolino.

Walter Ignazitto è stato nominato procuratore aggiunto nella seduta dell’8 novembre del Plenum del Csm che ha ratificato quanto deciso a ottobre dalla quinta commissione del Consiglio superiore della magistratura.

Di origine messinese, Ignazitto ha 49 anni ed è in magistratura dal 2002: è stato prima giudice al Tribunale di Messina, poi sostituto procuratore a Venezia, dove si è occupato di terrorismo.

Dal 2016 era sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria dove ha coordinato alcune delle più importanti inchieste contro la ‘ndrangheta reggina.

Massacra di botte i genitori e la sorella, arrestato

Un quadro in vetro frantumato sulla testa del padre, schiaffi e pugni alla madre e colpi alla schiena della sorella, intervenuta per difenderli, utilizzando un bastone: è quanto accaduto alcune sere fa a Melissa (Crotone) provocando l’intervento dei carabinieri che hanno arrestato un ragazzo di 28 anni.

Dopo l’intervento dei sanitari, le vittime hanno denunciato formalmente il ragazzo, descrivendo un quadro fatto di violenza fisica e psicologica, che andava avanti da almeno un paio di mesi.

Solo dopo l’episodio di violenza più grave, però, i genitori, esausti, dopo settimane di insulti, minacce di morte e aggressioni di ogni genere, hanno trovato la forza di denunciare il figlio.

L’uomo è stato portato nella Casa circondariale di Crotone su disposizione dell’autorità giudiziaria, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto.

Anziani in “casa di cura” trattati peggio di animali, arrestata una coppia di coniugi

Carabinieri Nas

Trentuno anziani, incapaci di provvedere a loro stessi per vecchiaia e gravi patologie, lasciati in una situazione di “drammatico degrado, abbandono e incuria”, in una struttura abusiva in gravissime condizioni igienico sanitarie, con resti di feci e urina per terra e sui letti, pannoloni sporchi, resti di cibo e stoviglie usate, tanto che tutti gli ambienti erano impregnati di un odore nauseabondo.

E’ quanto hanno trovato i carabinieri del Nas di Reggio Calabria in una casa di riposo abusiva gestita da due coniugi, Mariangela Di Benedetto, di 38 anni, e Luigi Moragas (55), che sono stati arrestati e posti ai domiciliari per maltrattamenti e abbandono di persone incapaci, con l’aggravante di aver causato lesioni personali.

Gli arresti sono stati disposti dal gip su richiesta della Procura di Reggio Calabria diretta da Giovanni Bombardieri ed eseguiti con l’ausilio dei carabinieri del Comando provinciale, al termine dell’inchiesta “Domus aurea”.

Le indagini sono partite il 29 giugno scorso quando i carabinieri del Nas sono andati in un albergo dismesso dove era stata allestita una vera e propria casa di riposo senza alcun titolo autorizzativo, la “Domus Aurea Santa Rita”. Oltre alla situazione di degrado, incuria, disordine della struttura, i carabinieri avevano trovato in cucina carne e uova in cattivo stato di conservazione oltre a molti farmaci scaduti nella medicheria. E’ stato accertato anche che la struttura era alimentata con un allaccio abusivo alla rete elettrica.

Nel corso delle indagini è stato accertato che i parenti degli anziani erano obbligati a preavvisare i gestori di una eventuale visita e gli incontri dovevano avvenire nella vecchia hall dell’albergo, con il divieto di accedere nelle camere, condotta verosimile finalizzata a celare le gravi carenze igienico sanitari. I gestori avevano anche ridotto il personale, sia sanitario che delle pulizie, abbandonando di fatto, secondo gli investigatori, gli anziani. Molti ospiti sono stati affetti da scabbia.

I due arrestati erano già stati denunciati in passato per fatti simili e gli erano state sequestrate altre due strutture. Tre operatori socio sanitari sono stati denunciati in stato di libertà per gli stessi reati.

Leggi anche

Farmaci scaduti e locali sporchi, sequestrata una casa di riposo

Giovane latitante ucraino arrestato a Reggio Calabria

Un cittadino ucraino, Orletskyi Vitali, di 28 anni, è stato arrestato dagli agenti delle Volanti di Reggio Calabria. Sul giovane, dall’ottobre 2022 pendeva un mandato di arresto europeo emesso dall’Interpol, per un omicidio commesso in Ucraina. Il provvedimento riguardava anche il reato di maltrattamenti.

Dai sistemi informatici in dotazione alla sala operativa della questura, Orletskyi Vitali risultava alloggiare in una struttura ricettiva di Reggio Calabria dove, però, le Volanti non l’hanno trovato. Estese le ricerche a tutta la città, la polizia ha rintracciato l’uomo nei pressi di piazza San Marco.

In seguito alla perquisizione, l’uomo è stato trovato in possesso di alcuni documenti che sono stati sequestrati. In particolare, Orletskyi Vitali aveva addosso una carta d’identità polacca ed un passaporto ucraino.

Accompagnato in questura, il ricercato è stato sottoposto ai controlli ed alle procedure di foto-segnalamento. Alla luce del mandato di arresto europeo, è stato quindi fermato sia per i reati contestati in Ucraina che per possesso di documenti falsi validi per l’espatrio. La carta di identità polacca, in seguito agli accertamenti della Scientifica, è risultata falsa.

Ucraina Italia 0-0, un pareggio che vale il pass per l’Europeo 2024

Auf Wiedersehen Germania, ci si rivede a giugno! A Leverkusen basta lo 0-0 con l’Ucraina per raggiungere la qualificazione alla fase finale dell’Europeo, dove potremo difendere il titolo conquistato a Wembley. Per volare la prossima estate in Germania era sufficiente un pari ed è arrivato uno 0-0 che ha il sapore della vittoria. Ma quanta sofferenza. Tante occasioni da gol, da una parte e dall’altra, con Chiesa e Mudryk protagonisti di un’entusiasmante sfida nella sfida vissuta a mille all’ora. L’Italia non gioca per il pari, sfiorando il vantaggio con Frattesi e Raspadori e accendendosi grazie alle fiammate del suo numero 14. Anche Donnarumma si rivela fondamentale con due parate, una per tempo, su Sudakov e Mudryk. E tutta la squadra convince, mostrando quel carattere e quella compattezza necessari per fare di un gruppo un gruppo vincente.

LA PARTITA. Sono quattro i cambi rispetto al match con la Macedonia del Nord. Dopo aver scontato la squalifica rientra Di Lorenzo, mentre al centro della difesa Buongiorno, alla sua seconda presenza in Nazionale, va ad affiancare Acerbi. Confermati a centrocampo Jorginho e Barella, è Frattesi l’altra mezzala. Una novità anche nel tridente, con Zaniolo al posto di Berardi, mentre Raspadori vince il ballottaggio con Scamacca. Con loro c’è Federico Chiesa, l’uomo più atteso dopo la doppietta realizzata venerdì all’Olimpico. L’Ucraina può contare su tutti i suoi big, da Zinchenko a mister 100 milioni Mudryk, con Dovbyk terminale offensivo nel 4-2-3-1 di Rebrov, che diventa 5-4-1 in fase di non possesso. È Zinchenko ad abbassarsi a sinistra, in un ruolo che occupa abitualmente in Premier League.

L’ambiente è caldissimo e l’urlo ‘Italia, Italia’, che si alza più volte dagli spalti della BayArena, dimostra che i tifosi azzurri sono molti di più dei 1800 che hanno acquistato il tagliando del settore ospiti. I ritmi sono alti e al 5’ la prima conclusione nello specchio è di Tsygankov, con Donnarumma che blocca senza problemi. La velocità di Dovbyk mette in difficoltà prima Acerbi e poi Buongiorno, costretto a spendere subito un’ammonizione per fermare la falcata del bomber del Girona. Al 14’ Donnarumma è bravo a distendersi sulla conclusione di Sudakov, un minuto dopo è Trubin a volare sul destro violento dal limite dell’area di Barella. Nessun attendismo, si gioca a carte scoperte. Al 27’ angolo di Dimarco, Di Lorenzo di testa manda a lato. E un minuto dopo l’Italia ha l’occasione per sbloccare il risultato: Chiesa se ne va in campo aperto e serve in profondità Frattesi, che incrocia il sinistro trovando la respinta in uscita di Trubin. Subito dopo altra gran giocata di Chiesa, che innescato da un colpo di tacco di Dimarco si invola e crossa per l’accorrente Raspadori, in ritardo per una questione di centimetri. È un’Italia coraggiosa, che non gioca per lo 0-0 e sfonda più volte a sinistra sull’asse Dimarco-Chiesa. Manca solo il gol.

La ripresa si apre con Scamacca al posto di Raspadori. L’attaccante dell’Atalanta ha subito il pallone buono per colpire, ma da pochi passi calcia alto. Si alza anche la bandierina del guardalinee: fuorigioco. Chiesa, che parte ancora una volta larghissimo a sinistra, salta regolarmente l’uomo, così come dall’altra parte Mudryk dimostra di avere una marcia in più. Una sfida nella sfida a colpi di sgasate. Al 65’ un brivido nell’area di rigore azzurra: incomprensione tra Di Lorenzo e Donnarumma, che sbaglia l’uscita ma poi si rifà salvando sulla conclusione a botta sicura del solito Mudryk. Con un ripiegamento in fase difensiva Chiesa conferma di essere in una condizione atletica straripante e si guadagna anche gli applausi dei compagni di squadra.

Al 70′ doppio cambio per l’Italia: escono Zaniolo e Jorginho, dentro Politano e Cristante. L’Ucraina deve vincere e alza il baricentro alla ricerca del gol qualificazione, gettando nella mischia Zubkov e Pikhalyonok. Esce uno stremato Chiesa, al suo posto Kean, mentre Rebrov si gioca le ultime carte con gli ingressi in campo di Tymchyk, Sikan e Malinovskyi. La BayArena è una bolgia, c’è da soffrire fino alla fine. La partita di Politano dura solo venti minuti, al suo posto entra Darmian. Altro brivido nel finale. Un intervento di Cristante su Mudryk fa invocare il rigore all’Ucraina, ma lo spagnolo Gil Manzano fa proseguire e il VAR non interviene. E dopo 5 minuti di recupero che sembrano interminabili arriva il fischio finale. Missione compiuta: scongiurati i play off, l’Italia vola all’Europeo. Appuntamento il 2 dicembre ad Amburgo per il sorteggio dei gironi della fase finale: ci saremo anche noi.

RISULTATI E CLASSIFICA DEL GRUPPO C

Ucraina-Italia 0-0
Macedonia del Nord-Inghilterra 1-1

Classifica: *Inghilterra 20 punti, *Italia e Ucraina 14, Macedonia del Nord 8, Malta 0

*qualificate per la fase finale del Campionato Europeo

Omicidio dottoressa Romeo, mistero fitto sul movente

La dottoressa Francesca Romeo

Non accenna a diradarsi il mistero sul movente del delitto di Francesca Romeo, di 67 anni, la dottoressa di guardia medica uccisa sabato mattina a Santa Cristina d’Aspromonte in un agguato con alcuni colpi di fucile mentre rientrava a casa in auto a Seminara insieme al marito, Antonio Napoli, rimasto lievemente ferito ed anche lui medico, dopo avere concluso il suo turno di lavoro.

Per fare il punto sulle indagini c’è stato oggi un vertice a Palmi, in Procura, tra i magistrati che stanno coordinando le indagini, il procuratore della Repubblica, Emanuele Crescenti, l’aggiunto Santo Melidona ed il sostituto Elio Romano, e gli investigatori della Squadra mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Taurianova.

In serata è stata anche effettuata l’autopsia sul corpo della vittima. Investigatori ed inquirenti citati dall’Ansa riferiscono di non avere certezze, al momento, sui motivi dell’omicidio.

Un elemento certo, comunque, almeno per il momento, è che l’obiettivo dell’agguato fosse proprio la dottoressa Romeo. Anche perché dai rilievi balistici effettuati e dalla direzione dei colpi che sono stati sparati non ci sarebbero dubbi sul fatto che l’intenzione dell’assassino, o degli assassini, fosse proprio quella di uccidere la professionista e non il marito. Con l’aggiunta, si osserva ancora in ambienti investigativi, che difficilmente chi si è assunto il compito di eseguire un omicidio così “importante” poteva sbagliare il proprio obiettivo.

Il killer o i sicari sono sbucati all’improvviso da un’area boscata che dà sulla curva a gomito dove è avvenuto il delitto. Una zona abbastanza isolata per dare certezza agli assassini di colpire indisturbati con la evidente presenza di un “palo” o complici.

Un’ipotesi che continua ad essere presa in considerazione, anche se mancano elementi oggettivi di riscontro, è che la dottoressa possa essere rimasta vittima di una vendetta per motivi legati alla sua attività professionale. Il rifiuto ad accogliere una richiesta che le sarebbe stata rivolta da ambienti della criminalità. Un’ipotesi, però, in merito alla quale il marito, secondo quanto emerge, non avrebbe fornito alcuna conferma. Altra ipotesi da non escludere è di un “regolamento” in ambito privato per la compravendita di casa o terreni oppure altro.

Nei prossimi giorni saranno sentiti familiari e conoscenti della vittima e del marito nel tentativo di acquisire ulteriori elementi utili per le indagini.

Elezioni in Argentina, il nuovo presidente è il conservatore Javier Milei

Il nuovo presidente dell’Argentina, Javier Milei

Javier Milei è il nuovo presidente dell’Argentina. Milei è stato eletto con quasi il 56% dei voti incassati nel ballottaggio contro il candidato peronista, attuale ministro dell’economia Sergio Massa (44,03%), in un’elezione storica e cruciale per il Paese.

Milei, a capo della formazione “La Libertà avanza”, è filo Ucraino pro-Zelensky, quindi anti-russo, considerato un conservatore, economista e libertario. Egli vince una sfida ritenuta da media e opinionisti politici “improbabile” fino alla vigilia.

Il rivale Sergio Massa, considerato un filo americano, appena ha fiutato di aver perso, numeri alla mano, è salito sul palco per ammettere la sconfitta e congratularsi con Milei per la sua vittoria. “Oggi si chiude una tappa della mia vita politica”, ha detto Massa citato dai media.

Le congratulazioni di Trump

“Congratulazioni. Sono fiero di te. Trasformerai il tuo Paese e renderai l’Argentina di nuovo grande”, ha detto l’ex presidente americano Donald Trump, commentando l’elezione di Milei.

Le congratulazioni di Meloni

“Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto oggi un colloquio telefonico con il nuovo Presidente eletto della Repubblica Argentina, Javier Milei, al quale ha formulato le proprie congratulazioni e gli auguri di buon lavoro. L’Argentina è una nazione a cui siamo legati da profondi legami storici e culturali e in cui vive la più grande comunità di italiani all’estero. Roma e Buenos Aires condividono valori comuni che definiscono la nostra azione di politica estera nell’attuale contesto internazionale”. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi.

Il primo discorso di Milei

“Oggi inizia la fine della decadenza argentina. Iniziamo la ricostruzione e a voltare la pagina della nostra storia. Riprendiamo il cammino che non avremmo mai dovuto perdere. Finisce il modello dello stato che impoverisce e benedice solo alcuni mentre la maggioranza soffre. E’ una notte storica, torniamo ad abbracciare l’idea della libertà”, ha detto il nuovo capo dello Stato nel suo primo discorso.

“Sappiamo che ci sono persone che resisteranno per mantenere i loro privilegi. Saremo implacabili: dentro la legge tutto, fuori la legge niente”, ha avvertito mettendo in guardia la “casta dei privilegi”.

Milei assumerà il suo mandato il 10 dicembre. “La situazione è drammatica”, ha proseguito, Milei, “non c’è spazio per la gradualità, per le mezze misure”, ha indicato il vincitore, elencando l’inflazione, la povertà, la miseria e l’insicurezza come le sfide più urgenti. “L’Argentina ha un futuro ed è liberale”, ha poi osservato promettendo che, tra 35 anni, il Paese sarà “una potenza mondiale”.

Nelle città del Paese Sudamericano, da Buenos Aires a Cordoba a Mendoza, a migliaia con le bandiere biancocelesti si sono riunite per festeggiare con canti, balli, rulli di tamburo e caroselli di auto l’elezione di Javier Milei.

Le congratulazioni di Bolsonaro

L’ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro ha avuto una videochiamata con Javier Milei, il nuovo presidente eletto. È stato suo figlio Eduardo, attuale deputato in Brasile, a pubblicare uno video dell’incontro virtuale con il “libertario” e suo padre. Inoltre, ha annunciato che saranno a Buenos Aires per il trasferimento del comando il 10 dicembre.

“Eccellente videochiamata di @jairbolsonaro e del presidente eletto dell’Argentina @JMilei. Lula ha tentato di interferire nelle elezioni argentine a favore di Massa, candidato del Forum SP, ma non ci è riuscito. Accettiamo l’invito di Milei e saremo a Buenos Aires per il suo insediamento”, ha scritto Eduardo Bolsonaro sul social network X insieme allo screenshot della videochiamata.

Condanna Pittelli, de Magistris: “Il tempo è galantuomo”

Luigi de Magistris

“Questa mattina il Tribunale di Lamezia Terme ha condannato (in primo grado, ndr) nel processo Rinascita Scott ad 11 anni di reclusione per concorso in associazione mafiosa l’avvocato Giancarlo Pittelli”, già parlamentare di Forza Italia. Lo scrive Luigi de Magistris, all’epoca sostituto procuratore di Catanzaro, commentando la sfilza di condanne nel processo Rinascita Scott, tra cui anche il legale catanzarese.

“Quando da pm a Catanzaro – spiega l’ex magistrato – indagai nel 2006/2007 Pittelli per associazione a delinquere, riciclaggio e partecipazione a logge occulte nell’ambito dell’indagine Poseidone su gravissimi crimini nel settore ambientale, il Procuratore della Repubblica (Mariano) Lombardi, di cui Pittelli era avvocato ed amico caro, mi revocò l’indagine. Sei mesi prima il figlio della moglie del Procuratore era stato anche assunto nella società dell’Avvocato Pittelli e il Procuratore diede pure fideiussione. Lo stesso figlio recentemente è stato arrestato in flagranza per una concussione di 50.000 euro”.

“Il Consiglio Superiore della Magistratura – prosegue de Magistris – su richiesta del Ministro della Giustizia mi trasferì per incompatibilità ambientale e funzionale, cacciò me che indagavo su corruzione e mafie obbligandomi a non fare più il pm in nessuna sede, perché non avevo avvisato il Procuratore che stavo indagando sul suo amico ed avvocato. Non gli dissi nulla anche perché un anno prima lo avvisai della perquisizione, sempre nella stessa indagine, al presidente della regione Giuseppe Chiaravalloti, già procuratore generale a Catanzaro e Reggio Calabria, e dopo averlo informato ci fu una grave fuga di notizia che scoprimmo grazie alle intercettazioni. Il tempo è galantuomo, ma le ingiustizie subite dalla criminalità istituzionale non saranno mai riparate”, conclude l’ex magistrato.

Processo Rinascita Scott, ecco il verdetto di 1° grado: 200 condanne e 130 assoluzioni

Ansa

Cosa resta di tre anni di udienze: più di 2mila anni di carcere inflitti, oltre 200 condannati ma anche 130 assoluzioni. Un maxi processo, quello di Rinascita Scott, che ha scardinato un mosaico criminale che si teneva insieme grazie a ‘ndranghetisti, imprenditori, avvocati e uomini delle istituzioni, ma anche esponenti delle forze dell’ordine che hanno tradito.

Poi l’operazione del Ros dei carabinieri, il 19 dicembre di 4 anni fa, fatta anticipare di un giorno da Gratteri per una fuga di notizie…Una giustizia incredibilmente veloce, in Calabria, che in un’aula bunker costruita apposta a Lamezia – alla lettura del dispositivo c’erano 500 tra avvocati e imputati – ha celebrato un rito giudiziario complicatissimo.

Tre giovani giudici hanno comminato le pene dopo giorni di camera di consiglio. Le più gravi 30 anni a quattro presunti capibastone: Paolino Lo Bianco, Saverio Razionale, Domenico Bonavota e Antonio Vacatello. Pesante la mannaia della giustizia sugli imprenditori: ad alcuni anche 20 anni. Poi la condanna a 11 anni (sempre in primo grado, ndr) all’avvocato Giancarlo Pittelli (FI), imputato eccellente; e le assoluzioni dell’ex sindaco di Pizzo Gianluca Callipo (PD) e Luigi Incarnato (PSI). La Dda di Catanzaro aveva chiesto complessivamente 4.744 anni di carcere per i 338 imputati.

Si dovrà vedere adesso gli eventuali ricorsi della Dda e gli esiti dei giudizi in Corte di Appello nel prossimo futuro. Poi infine la Corte di Cassazione, cui spetterà l’onere di mettere il sigillo su tutto il processo. In sostanza nessuno è colpevole sino a sentenza di condanna definitiva.

Ecco il verdetto di primo grado:

1. ACCORINTI Ambrogio, di Zungri, 19 anni e 6 mesi (chiesti 27 anni)
2. ACCORINTI Angelo (classe 1988), di Zungri, 1 anno e 3 mesi (chiesti 17 anni)
3. ACCORINTI Angelo (classe 1991), di Zungri, assolto chiesti 4 anni 6 mesi;
4. ACCORINTI Paolo, di Zungri, assolto chiesti 1 anno;
5. ACCORINTI Pietro, alias “Scimusca” 21 anni;
6. ACCORINTI Salvatore, di Tropea, assolto (chiesti 8 anni e 6 mesi e 7.500 euro di multa)
7. AIELLO Domenico, di Vibo Valentia, 1 anno e 3 mesi (chiesti 6 anni);
8. ALTAMURA Irene, di Serra San Bruno, 10 mesi (chiesti 2 anni);
9. AMABILE Francesco, di Parghelia, non doversi procedere (chiesti 5 anni e 5000 euro)
10. ANELLO Domenico, detto “Andrea”, di Curinga, 3 anni (chiesti 3 anni e 6 mesi);
11. ARCELLA Onofrio, di Sant’Onofrio, prescrizione (chiesti 3 anni e 6 mesi);
12. ARTUSA Domenico, di Vibo Valentia, assolto (chiesti 3 anni);
13. ARTUSA Mario, di Vibo Valentia, 21 anni (chiesti 29 anni);
14. ARTUSA Umberto Maurizio, di Vibo Valentia, 18 anni (chiesti 26 anni);
15. ARTUSA Vittoria, detta “Mirella”, di Vibo Valentia, assolta (chiesti 3 anni);
16. BARBA Bruno, di Vibo Valentia, 11 anni (chiesti 18 anni);
17. BARBA Francesco, di Vibo Valentia, 17 anni e 6 mesi (chiesti 21 anni);
18. BARBA Nicola, di Vibo Valentia, 3 anni e 8mila euro (chiesti 7 anni e 9000 euro);
19. BARBA Vincenzo, alias “U Musichiere”, di Vibo Valentia, 28 anni (chiesti 26 anni);
20. BARBIERI Antonino, alias “Camera”, di Cessaniti, assolto (chiesti 20 anni);
21. BARBIERI Francesco, classe ’65, detto “Ciccione o Cartiera”, di Cessaniti, 24 anni (chiesti 30 anni);
22. BARBIERI Francesco, classe ’88 di San Calogero, 6 anni (chiesti 8 anni e 6 mesi);
23. BARBIERI Giuseppe, classe ’73 alias “Padre Pio”, di Sant’Onofrio, 16 anni (chiesti 3 anni);
24. BARBIERI Giuseppe, alias “Pepparijeu”, di Rombiolo, 17 anni e 6 mesi (chiesti 20 anni);
25. BARBIERI Michelangelo, di Cessaniti, 18 anni (chiesti 18 anni);
26. BARBIERI Onofrio, alias “38”, di Vena Superiore, 16 anni (chiesti 26 anni);
27. BARBUZZA Giuseppe, Leonforte (En), 4 anni e 6 mesi (chiesti 20 anni e 9 mesi)
28. BARONE Antonio, di Mileto, assolto (chiesti 8 anni);
29. BASILE Antonio Paolo, di Vibo Valentia, assolto (chiesti 7 anni);
30. BASILE Francesco Ferdinando, di Vibo Valentia, assolto (chiesti 3 anni e 6 mesi);
31. BATTAGLIA Michele, di Nicotera, assolto (chiesti 8 anni e 7.500 euro);
32. BELSITO Luca, di Sant’Onofrio, assolto (chiesti 20 anni)
33. BELSITO Rocco, di Sant’Onofrio, assolto (chiesti 18 anni);
34. BOGNANNI Francesco, di Vibo Valentia, 17 anni (chiesti 18 anni);
35. BONAVENA Francesco, di Pannaconi di Cessaniti, 19 anni (chiesti 25 anni);
36. BONAVITA Giuseppe Armando, Briatico, assolto (chiesti l’assoluzione)
37. BONAVOTA Domenico, di Sant’Onofrio, 30 anni (chiesti 30 anni);
38. BONAVOTA Michele, di Sant’Onofrio, 4 anni (chiesti 16 anni);
39. BONAVOTA Nicola, di Sant’Onofrio, 26 anni (chiesti 30 anni);
40. BONAVOTA Pasquale, di Sant’Onofrio, 28 anni (chiesti 30 anni);
41. BONAVOTA Salvatore, alias “Tore”, di Sant’Onofrio, 16 anni (chiesti 24 anni);
42. CALABRETTA Giulio, di Catanzaro, 1 anno e 8 mesi (chiesti 8 anni);
43. CALABRETTA Giuseppe, di Pineto, 4 mesi (chiesti 6 anni);
44. CALLIPO Gianluca, di Pizzo, assolto (chiesti 18 anni);
45. CAMILLO’ Domenico, classe ’94, di Vibo, 26 anni (chiesti 23 anni);
46. CAMILLO’ Giuseppe di Vibo, 23 anni (chiesti 27 anni);
47. CANNATA’ Francesco, di Vibo Valentia, 3 anni e 3 mesi e 8mila euro (chiesti 9 anni e 10mila euro);
48. CAPOLONGO Pasquale, di Tufino (Na), assolto (chiesti 17 anni);
49. CAPOMOLLA Cristian, di Soriano, 10 anni (chiesti 15 anni e 3000 euro);
50. CARA’ Filippina, di Zungri, 17 anni e 6 mesi (chiesti 17 anni);
51. CARIA Enrico, di Pizzo, assolto (chiesti 17 anni);
52. CARNOVALE Francesco, di Vibo Valentia, 16 anni (chiesti 20 anni);
53. CASTAGNA Jessica, Vibo Valentia, assolto (chiesti 7 anni e 3000 euro);
54. CASTAGNA Nazzareno, detto “Neno”, assolto (chiesti 4 anni);
55. CATANIA Domenico, di Vibo Valentia, 9 anni e 4 mesi (chiesti 12 anni);
56. CATANIA Filippo, di Vibo Valentia, 22 anni (chiesti 20 anni);
57. CERASO Fortunato, Vibo Valentia, 17 anni e 4 mesi (chiesti 18 anni);
58. CHIARAMONTE Danilo, Vibo Valentia, 8 mesi e 2000 euro (chiesti 10 anni e 35mila euro);
59. CICHELLO Caterina, Filandari, assolta (chiesti 4 anni);
60. CICHELLO Domenico, di Filandari, 18 anni (chiesti 20 anni);
61. CICHELLO Rocco, di Filandari, 4 anni e 12mila euro (chiesti 8 anni 30mila euro);
62. CICONTE Maria Carmela, di Sorianello, 7 anni e 30mila euro (chiesti 16 anni);
63. CIRIANNI Francesco, di Carmagnola, 2 anni (chiesti 4 anni);
64. COLLOTTA Francesca, di Polia, 10 anni (chiesti 16 anni);
65. CONTARTESE Pantaleone, di Limbadi, assolto (chiesti 18 anni);
66. CONTARTESE Salvatore, di Limbadi, 4 anni e 6 mesi e 4mila euro (chiesti 20 anni);
67. CORIGLIANO Fabio Salvatore, Vibo Valentia, assolto (chiesti 7 anni e 28mila euro);
68. CRACOLICI Francesco di Maierato, 18 anni (chiesti 20 anni);
69. CRISTELLI Chiarina, di Pizzo, 11 anni (chiesti 17 anni);
70. CRUDO Antonio, di Zungri, assolto (chiesti 6 anni);
71. CRUDO Domenico, di Vena Superiore, 250 euro di multa (chiesti 6 anni);
72. CUGLIARI Domenico, alias “Micu i Mela”, di Sant’Onofrio, 22 anni e 6 mesi (chiesti 30 anni);
73. CUGLIARI Domenico, cl ‘82 detto “Scric”, di Sant’Onofrio, 19 anni e 4 mesi (chiesti 24 anni);
74. CUGLIARI Giuseppe, di Sant’Onofrio, 4 anni (chiesti 17 anni);
75. CUGLIARI Maria Teresa, di Sant’Onofrio, 4 anni (chiesta assoluzione)
76. CUGLIARI Raffaele, di Sant’Onofrio, 4 anni (chiesti 18 anni);
77. CUOMO Pino, 1 anno e 6 mesi (chiesti 2 anni);
78. CURELLO Antonio Emiliano, di Sant’Onofrio, 16 anni (chiesti 20 anni);
79. CURELLO Nazzareno Antonio, di Vibo Valentia, 16 anni 6 mesi (chiesti 18 anni);
80. CURELLO Saverio, di Sant’Onofrio, 16 anni (chiesti 20 anni);
81. CURTOSI Rosario, 52 anni, di San Gregorio d’Ippona, (chiesta prescrizione);
82. CUTRI’ Antonino, di Sinopoli, (chiesta assoluzione);
83. D’AMBROSIO Giuseppe, (chiesti 7 anni);
84. D’ANDREA Giuseppe, alias “Pino Coscia d’Agneiu” di Vibo Valentia, (chiesti 20 anni);
85. DE CARIA Paola, di Pizzo, 7 anni e 8mila euro (chiesti 20 anni);
86. DE DOMENICO Paolo, di Messina, (chiesti 19 anni);
87. DE FILIPPIS Vincenzo, di Vibo Valentia, (chiesti 4 anni e 1000 euro);
88. DE IASIO Franco Domenico, di Benevento, 3 anni 9 mesi e 3mila euro (chiesti 5 anni e 5000 euro);
89. DELFINO Antonino, (chiesti 24 anni);
90. DELFINO Rocco, di Satriano, 5 anni (chiesti 12 anni);
91. DELFINO Salvatore, di Satriano, (chiesti 6 anni);
92. DE LUCA Giuseppina, di Vibo Valentia, 4 anni (chiesti 6 anni);
93. DE MARCO Daniela, di Filadelfia, 2 anni e 4 mesi (chiesti 6 anni);
94. DE RITO Mario, di Ionadi, 10 anni e 4 mesi 2500 euro (chiesti 22 anni);
95. DE VITA Massimiliano, di Pizzo, 3 anni e 4 mesi 3500 euro (chiesti 9 anni e 15mila euro);
96. DE VITO Cinzia, di Piscopio, 4 anni e 6 mesi 13 mila euro (chiesti 6 anni)
97. DI MARIA Bruno, Porto Empedocle (Ag), 4 anni e 8mila euro (chiesti 20 anni);
98. DI MARIA Giuseppe, Agrigento, (chiesti 17 anni);
99. DI MICELI Francesco, Piscopio, (chiesti 6 anni e 10mila euro);
100. DI MICELI Salvatore, Piscopio, (chiesti 6 anni e 10mila euro);
101. DIMITROVA ZHIVKA Taneva, di Sant’Onofrio, 2 anni (chiesti 6 anni);
102. DRAGO Giuseppe, Cosenza, 4 anni e 4 mesi 14 mila euro (chiesti 20 anni);
103. D’URZO Onofrio, Sant’Onofrio, 17 anni e 2 mesi (chiesti 22 anni);
104. FAZZARI Palmiro, Rosarno, (chiesti 7 anni e 28mila euro);
105. FEBBRARO Domenico, di Sant’Onofrio, 4 anni (chiesti 16 anni);
106. FEDERICI Luigi, di Vibo Valentia, 25 anni (chiesti 21 anni);
107. FERRANTE Gianfranco, di Vibo Valentia, 20 anni e 2 mesi (chiesti 26 anni);
108. FERRARO Marco, di Vibo Valentia, 20 anni (chiesti 20 anni);
109. FERRERI Miranda, Filandari, (chiesti 4 anni e 6 mesi);
110. FIARE’ Filippo, di San Gregorio d’Ippona, (chiesti 20 anni);
111. FIGLIANO Rosa, di Sant’Onofrio, 19-11-1964, (chiesti 6 anni);
112. FIORILLO Michele, di Piscopio, 6 anni e 14mila euro (chiesti 12 anni e 40mila euro);
113. FIORILLO Nazzareno, di Piscopio, 6 anni e 14mila euro (chiesti 13 anni e 40mila euro);
114. FIORILLO Patrizia, di Agrigento, (chiesta l’assoluzione)
115. FORGIONE Roberto, di Rizziconi; (chiesti 6 anni);
116. FORTUNA Francesco Salvatore, di Sant’Onofrio, 20 anni (chiesti 7 anni e 7000 mila euro);
117. FORTUNA Francesco, di Vibo Valentia, (chiesti 22 anni);
118. FORTUNA Giuseppe, classe ’63, di Vibo Valentia, 4 anni e 6 mesi (chiesti 20 anni);
119. FORTUNA Giuseppe, classe ’77, di Filogaso, 17 anni (chiesti 24 anni);
120. FORTUNA Luigi, di Vibo Valentia, (chiesti 6 anni);
121. FRANCOLINO Antonello Salvatore, Vibo Valentia, (chiesti 7 anni e 28mila euro);
122. FRANZE’ Giovanni, di Stefanaconi, (chiesti 9 anni e 12mila euro);
123. FRANZONE Domenico, detto “Chianozzo”, di Vibo Valentia, (chiesti 22 anni);
124. FUOCO Antonio, di Vibo Marina, 2 anni e 2 mesi 1.200 euro (chiesti 9 anni e 9000 euro di multa);
125. FURLANO Salvatore, di Vibo Valentia, 17 anni (chiesti 22 anni);
126. FUSCA Leonardo, di Stefanaconi, (chiesti 16 anni);
127. FUSCA Nicola, di Mileto, (chiesti 20 anni);
128. GALATI Lucia, di Pizzo, 1 anno e 8 mesi 1000 euro (chiesti 8 anni);
129. GALATI Vito, di San Costantino Calabro, (chiesti 8 anni);
130. GALEANO Ornella, di Longobardi (Vibo), (chiesti 6 anni);
131. GALLORO Raffaele, di Pizzo, 5 anni e 2mila euro (chiesti 18 anni);
132. GANINO Sandro, di Acquaro, (chiesti 15 anni e 3000 euro);
133. GARISTO Pantaleo Maurizio, di Zungri, 4 anni (chiesti 18 anni);
134. GAROFALO Luigi, di Rombiolo, 3 anni e 4 mesi (chiesti 13 anni);
135. GENTILE Emilio, alias “Toba”, di Vibo Valentia, (chiesti 10 anni e 15mila euro);
136. GIAMBORINO Benedetta, di Vibo Valentia, 4 anni e 5mila euro (chiesti 6 anni);
137. GIAMBORINO Giovanni, di Piscopio, 19 anni e 6 mesi (chiesti 26 anni);
138. GIAMBORINO Pietro, di Piscopio, 1 anno e 6 mesi (chiesti 20 anni);
139. GIAMBORINO Rosa, di Piscopio, (chiesti 6 anni);
140. GIAMBORINO Salvatore, di Piscopio, (chiesti 7 anni);
141. GIURGOLA Rosario, di Vibo Valentia, (chiesto 1 anno);
142. GRECO Leonardo, di Pizzo, (chiesti 18 anni);
143. GRILLO Domenico, Vibo Valentia, 3 anni e 2500 euro (chiesti 8 anni e 15mila euro);
144. GRILLO Filippo, di Nerviano, 5 anni e 9mila euro (chiesti 7 anni);
145. GRILLO Pietro, Vibo Valentia, 3 anni e 9mila euro (chiesti 8 anni e 28mila euro);
146. GUASTALEGNAME Antonio, Vibo Marina, 7 anni (chiesti 6 anni e 9 mesi);
147. IANNARELLI Alessandro, di Marino (Rimini) (chiesti 20 anni);
148. IANNELLO Antonio, di Vibo Valentia, (chiesti 8 anni);
149. INCARNATO Luigi, di Cosenza, assolto (chiesti 1 anno e 6 mesi);
150. INZILLO Davide, di Soriano Calabro, 3 anni e 4mila euro (chiesti 8 anni e 8000 euro);
151. IONADI Roberto, di Vibo Valentia, 1 anno e 2,500 euro (chiesti 14 anni e 14mila euro);
152. ISOLABELLA Carmelita, di Pizzo, (chiesti 3 anni);
153. ISOLABELLA Francesco, di Pizzo, 2 anni (chiesti 10 anni);
154. LA BELLA Rosa, di Vibo Valentia, (chiesta l’assoluzione);
155. LA MALFA Emanuele, di Limbadi, 17 anni e 6 mesi (chiesti 22 anni);
156. LA PIANA Giuseppe, di Cessaniti, 3 anni (chiesti 6 anni);
157. LA ROSA Antonio, di Tropea, 24 anni (chiesti 30 anni);
158. LA ROSA Francesco, di Tropea, (chiesti 3 anni);
159. LACQUANITI Saverio, detto “Caramella”, di San Gregorio d’Ippona, 4 anni (chiesti 22 anni);
160. LAGROTTERIA Andrea, di Maierato, 3 anni e 4 mesi 2000 euro (chiesti 6 anni e 2000 euro di multa);
161. LAGROTTERIA Daniele, di San Gregorio d’Ippona, 5 anni e 10mila euro (chiesti 19 anni);
162. LAGROTTERIA Mirko Francesco, di San Gregorio, 5 anni 6 mesi e 15.500 euro (chiesti 7 anni e 2000 euro);
163. LATASSA Antonio Salvatore, di Mongiana, (chiesti 4 anni);
164. LATASSA Nazzareno, di Vibo Valentia, 4 anni (chiesti 4 anni);
165. LAZAJ Robert, Albania, 18 anni e 6 mesi (chiesti 22 anni);
166. LENZA Giovanni, di Vibo Valentia, 2 anni e 6 mesi (chiesti 22 anni);
167. LO BIANCO Alfredo, di Vibo Valentia, (chiesti 5 anni e 500 euro);
168. LO BIANCO Antonino, detto “Nino Crapina”, di Vibo Valentia, (chiesta prescrizione)
169. LO BIANCO Antonio, di Vibo Valentia, 18 anni e 2 mesi (chiesti 28 anni);
170. LO BIANCO Carmela, detta “Melina” di Vibo Valentia, 2 anni (chiesti 14 anni);
171. LO BIANCO Carmelo, classe ’72, di Vibo Valentia, (chiesti 18 anni);
172. LO BIANCO Carmelo, classe ’92di Vibo Valentia, (chiesti 16 anni);
173. LO BIANCO Domenico, Vibo Valentia, 7 anni e 8000 euro (chiesti 24 anni);
174. LO BIANCO Domenico, cl ’68, 7 anni e 8mila euro(chiesti 8 anni e 15mila euro di multa);
175. LO BIANCO Domenico cl ‘90, Vibo Valentia, (chiesti 9 anni);
176. LO BIANCO Leoluca, Vibo Valentia, (chiesti 9 anni);
177. LO BIANCO Michele, classe ’67, di Vibo Valentia, (chiesti 8 anni);
178. LO BIANCO Michele, classe ’75, di Vibo Valentia, 5 anni e 5000 euro (chiesti 18 anni);
179. LO BIANCO Michele, classe ’99, di Vibo Valentia, 2 anni (chiesti 7 anni);
180. LO BIANCO Michele, classe ’48, di Vibo Valentia, 16 anni e 6 mesi (chiesti 22 anni);
181. LO BIANCO Nazzareno, Vibo Valentia, (chiesti 6 anni);
182. LO BIANCO Orazio, di Vibo Valentia, 22 anni (chiesti 25anni);
183. LO BIANCO Paolino, di Vibo Valentia, 30 anni (chiesti 30 anni);
184. LO GATTO Vincenzo, di Vibo Valentia, (chiesti 18 anni);
185. LO IACONO Elisabetta, di Siracusa, (chiesti 7 anni);
186. LO SCHIAVO Raffaele, di Vibo Valentia, (chiesti 1 anno e 6 mesi);
187. LOPEZ Y ROYO Antonio, di Vibo Valentia, 10 mesi (chiesti 5 anni e 7000 euro);
188. LO RIGGIO Mario, di Vibo Valentia, 17 anni (chiesti 22 anni);
189. LOSCHIAVO Gaetano, di Sant’Onofrio, 10 anni (chiesti 16 anni);
190. LUCAJ Alfred, Albania, 5 anni e 10mila euro (chiesti 17 anni);
191. MACRI’ Antonio, classe ’57 di Vibo Valentia, 20 anni e 10 mesi (chiesti 30 anni);
192. MACRI’ Antonio, classe ’90 di Vibo Valentia, assolto (chiesta l’assoluzione);
193. MACRI’ Michele Pio Maximiliano, di Vibo Valentia, 8 anni 9 mesi (chiesti 18 anni);
194. MALARA Salvatore, di Vibo Marina, (chiesti 4 anni);
195. MANCUSO Giuseppe, di Limbadi, cl ’90, 16 anni e 8 mesi (chiesti 20 anni);
196. MANDARADONI Domenico, di Potenzoni di Briatico, 4 anni e 6 mesi e 14mila euro (chiesti 18 anni);
197. MANDARADONI Giuseppe, di Piscopio, assolto (chiesti 4 anni);
198. MANDARADONI Salvatore, di Vibo Valentia, assolto (chiesti 4 anni e 5000 euro);
199. MANGONE Giuseppe, di Mileto, 16 anni (chiesti 18 anni);
200. MANTELLA Andrea, di Vibo Valentia, 8 anni (chiesti 6 anni e 9 mesi);
201. MANTELLA Salvatore, di Vibo Valentia, 18 anni (chiesti 18 anni);
202. MARASCO Salvatore, di Limbadi, assolto (chiesti 7 anni e 6500 euro);
203. MARINARO Michele, di Girifalco, 10 anni e 6 mesi (chiesti 17 anni);
204. MARINO Pasquale, di Pizzo, assolto (chiesti 3 anni);
205. MAZZOTTA Salvatore Francesco, di Pizzo, 23 anni (chiesti 28 anni);
206. MENNITI Vincenzo, di Sant’Onofrio, 2 anni (chiesti 6 anni);
207. MILLITARI’ Vincenzo Francesco, di Pizzo, (chiesta l’assoluzione);
208. MOISE’ Giuseppe, di Limbadi, assolto (chiesti 18 anni);
209. MOLINO Gaetano, di Limbadi, 18 anni (chiesti 20 anni);
210. MONTEMAGNO Maria Olga, di Latina, assolto (chiesti 7 anni 7000 euro di multa);
211. MORELLI Salvatore, di Vibo Valentia, 28 anni e 4 mesi (chiesti 30 anni);
212. MOSCATO Antonio, di Vibo Valentia, (chiesti 9 anni);
213. MOSCATO Domenico Bruno, alias “u Baruni”, di Vibo Valentia, 4 anni e 8mila euro (chiesti 21 anni);
214. MURMORA Francesco, di Pizzo, (chiesti 4 anni);
215. NASELLI Giorgio, ex comandante provinciale dei carabinieri di Teramo, 2 anni e 6 mesi (chiesti 8 anni);
216. NASO Antonella, di Limbadi, (chiesti 3 anni);
217. NASO Francesco, di Limbadi, 18 anni (chiesti 25 anni);
218. NASO Gregorio Giuseppe, di Vibo Valentia, 3 anni e 6 mesi (chiesti 4 anni);
219. NASO Maria Teresa, di Limbadi, 3 anni (chiesti 3 anni);
220. NAVARRA Giuseppe, Vibo Valentia, 7 anni e 15mila euro (chiesti 22 anni);
221. NAVARRA Sebastiano, Rombiolo, 3 anni e 9mila euro (chiesti 8 anni e 30mila euro);
222. NAVARRA Valerio, di Rombiolo, 23 anni (chiesti 30 anni);
223. NESCI Filippo, di Vibo Valentia, 4 anni (chiesti 6 anni);
224. NIGLIA Francesco Giuseppe, alias “Pinu u cani”, di Briatico, 16 anni (chiesti 23 anni);
225. OLIVA Emiliano, Vibo Valentia, 8 mesi e 3mila euro (chiesti 4 anni e 6 mesi e 5000 euro);
226. PAGLIANITI Domenico Antonio, di San Calogero, (chiesti 18 anni);
227. PAGLIANITI Domenico cl ‘57, di San Calogero, 3 anni e 6 mesi (chiesti 6 anni e 6000 euro);
228. PALMISANO Giuseppe, di Vibo Valentia, 4 anni e 4,5 mila euro (chiesti 13 anni e 15mila);
229. PALMISANO Loris, di Vibo Valentia, 14 anni e 2 mesi (chiesti 22 anni);
230. PAPAIANNI Agostino, di Joppolo, 20 anni (chiesti 30 anni);
231. PAPAIANNI Giuseppe di Joppolo, (chiesti 10 anni);
232. PAPALIA Rosaria, Vibo Valentia, (chiesti 7 anni);
233. PAPUZZO Franco, Vibo Valentia, 6 anni e 14mila euro (chiesti 12 anni);
234. PARDEA Damiano, Ionadi, (chiesti 19 anni);
235. PARDEA Raffaele, di Vibo Valentia, 18 anni (chiesti 25 anni);
236. PARDEA Rosario, di Vibo Valentia, 3 anni e 4 mesi 5mila euro (chiesti 10 anni e 9000 euro);
237. PATANIA Alessio, di Vibo Valentia, (chiesti 9 anni e 9000 euro);
238. PATANIA Francesco Michelino, alias “Ciccio Bello”, di Vibo Valentia, (chiesti 19 anni);
239. PATANIA Salvatore, di Stefanaconi, 20 anni (chiesti 24 anni);
240. PATERNO’ Francesco, detto “Cisca”, di Vibo Valentia, 12 anni e 6 mesi (chiesti 19 anni);
241. PENNA Nicola, di Maierato, (chiesto 1 anno);
242. PETROLO Paolo, di Sant’Onofrio, 11 anni e 6 mesi (chiesti 20 anni);
243. PETTINATO Caterina, di Francavilla Angitola, assolta (chiesti 4 anni);
244. PIPERNO Maria, Vibo Valentia, 2 anni e 8 mesi 750 euro (chiesti 6 anni)
245. PITTELLI Giancarlo, Catanzaro, 11 anni (chiesti 17 anni);
246. POLITO Domenico Salvatore, di Tropea, 18 anni e 6 mesi (chiesti 20 anni);
247. POLITO Pietro, Briatico, 3 anni e 6mila euro (chiesti 16 anni e 6 mesi);
248. PONTORIERO Antonella, Vibo Valentia, (chiesti 6 anni);
249. PONTORIERO Fortunato, di San Calogero, 2 anni e 8 mesi e 600 euro (chiesti 6 anni e 6500 euro);
250. PREITI Domenico, di San Calogero, (chiesti 18 anni);
251. PREITI Isabella, di Limbadi, 3 anni (chiesti 3 anni);
252. PRESTIA Antonio, di San Calogero, 16 anni (chiesti 18 anni);
253. PROFETA Antonio, di Vibo Valentia, 6 anni e 6 mesi 7mila euro (chiesti 9 anni e 15mila euro);
254. PROFITI Giovanna, di Sant’Onofrio, 4 anni (chiesti 6 anni);
255. PROSSOMARITI Giuseppe, Santa Domenica di Ricadi, (chiesti 16 anni e 6 mesi);
256. PUGLIESE CARCHEDI Vincenzo, di Vibo Valentia, 10 anni e 6 mesi (chiesti 17 anni);
257. PUGLIESE Francesco, detto “Biondo”, Vibo Valentia, 16 anni (chiesti 17 anni);
258. PUGLIESE Francesco, detto “Willy”, di Vibo Valentia, (chiesti 4 anni);
259. PUGLIESE Giuseppe, detto “Pino”, di Vibo Valentia, (chiesta l’assoluzione);
260. PUGLIESE Michael Joseph, di Vibo Valentia, (chiesti 17 anni);
261. PUGLIESE Nazzareno, di San Costantino Calabro, (chiesti 4 anni);
262. PUGLIESE Rosario, alias “Saro Cassarola”, di Vibo Valentia, 28 anni (chiesti 30 anni);
263. PUGLIESE Tommaso Vitantonio, di Vibo Valentia, (chiesti 3 anni);
264. PULITANO Daniele, di Pizzo, (chiesti 17 anni);
265. PUNTORIERO Vincenzo, detto “Enzo”, di Vibo Valentia, 5 anni e 5mila euro (chiesti 20 anni);
266. PUNTORNO Andrea, di Agrigento, 6 anni e 6 mesi e 16mila euro (chiesti 19 anni);
267. RAZIONALE Saverio, di San Gregorio d’Ippona, 30 anni (chiesti 30 anni);
268. REDI Agostino, di Limbadi, 10 anni (chiesti 16 anni);
269. RELLA Paola, di Vibo Valentia, (chiesti 3 anni);
270. RIGGIO Vincenzo, di Briatico, (chiesti 8 anni);
271. RIZZO Calogero, Raffaladi (Ag), (chiesta l’assoluzione);
272. RIZZO Giovanni, di Nicotera, 17 anni (chiesti 20 anni);
273. RIZZO Giuseppe, di Nicotera, 17 anni e 6 mesi (chiesti 18 anni);
274. RIZZO Salvatore, di Nicotera, (chiesti 18 anni);
275. ROMANO Francesco, di Briatico, 21 anni e 2 mesi (chiesti 25 anni);
276. ROMANO Giuseppe, di Briatico, (chiesti 6 anni);
277. ROMANO Paolo, di Briatico, 16 anni e 10 mesi (chiesti 20 anni);
278. ROMANO Rosario, di Briatico, (chiesta l’assoluzione)
279. ROSSO Domenico, di Zungri, (chiesti 4 anni);
280. RUBINO Domenico, di Vibo Valentia, 17 anni (chiesti 20 anni);
281. RUFFA Francesco, di San Gregorio d’Ippona, 2 anni e 2mila euro (chiesti 5 anni);
282. RUGGIERO Antonio, di Vibo Valentia, 3 anni e 6 mesi e 8mila euro (chiesti 9 anni e 40mila euro);
283. SCARAFILE Pietro, Catanzaro, (chiesti 12 anni e 40mila euro);
284. SCARPINO Emma, di Catanzaro, (chiesti 3 anni);
285. SCIARRONE Antonio, di Pizzo, (chiesti 10 anni e 30mila euro);
286. SCRUGLI Antonio, di Vibo Valentia, 16 anni (chiesti 21 anni);
287. SCRUGLI Marco di Vibo Valentia, (chiesti 7 anni);
288. SERRATORE Giuseppe, di Sant’Onofrio, 4 anni (chiesti 7 anni e 3000 euro);
289. SERRATORE Rosa, di Sant’Onofrio, 4 anni e 6 mesi (chiesti 7 anni);
290. SESSA Giuseppe, di Giussano, (chiesti 6 anni);
291. SESSA Lucia, Vibo Valentia, (chiesta l’assoluzione);
292. SGRO’ Nicola, di Vibo Valentia, (chiesti 6 anni);
293. SICARI Alessandro, di Vibo Valentia, 4 anni e 7mila euro (chiesti 6 anni);
294. SICARI Giovanni, di Briatico, 19 anni e 2 mesi (chiesti 25 anni);
295. SICARI Mario, Briatico, 2 anni 5 mila euro(chiesti 7 anni);
296. SIGNORETTA Renato, Ionadi, 17 anni e 6 mesi (chiesti 17 anni);
297. SIMONETTI Domenico, di San Gregorio d’Ippona, (chiesti 18 anni);
298. SPASARI Vincenzo, di Nicotera, 17 anni (chiesti 17 anni);
299. STARTARI Marco, di Vibo Valentia, 10 anni (chiesti 17 anni);
300. STILO Francesco, di Lamezia Terme, 14 anni (chiesti 15 anni);
301. STUPPIA Maria Alfonsina, di Vibo Valentia, (chiesti 2 anni);
302. SURACE Cristian, di Cessaniti, 3 anni (chiesti 6 anni);
303. SURIANO Giuseppe, di Vibo Valentia, 18 anni e 6 mesi (chiesti 16 anni);
304. TAHIRAJ Eduard, Albania, 7 anni ie 3 mesi (chiesti 16 anni e 6 mesi);
305. TAHIRAJ Floriand, Valone, (chiesti 16 anni e 9 mesi);
306. TARZIA Francesco, di Acquaro, (chiesti 15 anni);
307. TASSI Francesco, Mileto, (chiesti 6 anni);
308. TASSONE Vincenzo, di Vibo, 2 anni (chiesti 18 anni);
309. TAVELLA Rocco, di Vibo Valentia, (chiesti 6 anni);
310. TEDESCHI Vittorio, di Vibo Valentia, 2 anni e 8 mesi (chiesti 5 anni e 4 mesi);
311. TOMAINO Aurelio, di Vibo Valentia, 2 anni e 3 mesi (chiesti 6 anni);
312. TOMAINO Domenico, alias “il Lupo”, di Vibo Valentia, 17 anni e 4 mesi (chiesti 23 anni);
313. TOMAINO Giuseppe Alessandro, di Vibo Valentia, (chiesti 28 anni);
314. TOMEO Antonio, di Nicotera, 4 anni (chiesti 19 anni);
315. TOMEO Francesco, di Nicotera, (chiesta l’assoluzione);
316. TRIPODI Antonio Mario, di Portosalvo, 6 anni e 3 mesi (chiesti 9 anni);
317. TRIPODI Danilo, di Vibo Valentia, 1 anno (chiesti 17 anni);
318. TRIPODI Domenico, 54 anni, di Portosalvo, (chiesti 9 anni);
319. TRIPODI SANTE, 49 anni, di Portosalvo, 6 anni e 3 mesi (chiesti 9 anni e 15mila euro);
320. TRIPOLINO Ilenia, di Marina di Gioiosa Ionica, 6 mesi (chiesti 6 anni);
321. VACATELLO Antonio, di Vibo Marina, 30 anni (chiesti 30 anni);
322. VACATELLO Domenica, di Vibo Marina, 4 anni (chiesti 24 anni);
323. VACATELLO Leonardo, Vibo Marina, 11 anni (chiesti 24 anni);
324. VACATELLO Maria, di Vibo Marina, 4 anni (chiesti 6 anni);
325. VACATELLO Rodolfo, Vibo Marina, (chiesti 16 anni);
326. VALENTI Francesco, di San Calogero, (chiesti 7 anni e 6 mesi);
327. VALENZISE Salvatore, di Castiglione (chiesti Olona, 8 anni);
328. VALLONE Cristian, di Pizzo, (chiesta l’assoluzione);
329. VALLONE Olga, di Tropea, (chiesti 6 anni);
330. VANGELI Pierangelo, 45 anni, di Ionadi, (chiesta prescrizione);
331. VARONE Francesco, (chiesti 9 anni);
332. VENTRICE Orsola, di Stefanaconi, (chiesti 6 anni);
333. VENTURA Antonio, di Vibo, 5 anni e 6 mesi (chiesti 18 anni);
334. VONAZZO Francesco, di Vibo Valentia, (chiesti 4 anni);
335. VOZZA Concetta di Vibo Valentia, 2 anni e 8 mesi 700 euro (chiesti 6 anni);
336. ZINNA’ Daniel, di San Nicola da Crissa, (chiesti 6 anni);
337. ZULIANI Luigi, di Piscopio, (chiesti 8 anni);
338. ZUPO Gaetano, Vibo Valentia, 10 mesi 2500 (chiesti 7 anni).

Elenco in aggiornamento

Rinascita Scott, assolto l’ex sindaco di Pizzo Gianluca Callipo

Gianluca Callipo

I giudici del Tribunale di Vibo Valentia, al termine del processo di primo grado Rinascita Scott, hanno assolto l’ex sindaco di Pizzo ed ex presidente di Anci Calabria Gianluca Callipo. Per lui, la Dda di Catanzaro aveva chiesto la condanna a 18 anni di reclusione.

Condannato a 14 anni, l’avvocato di Vibo Valentia Francesco Stilo per il quale i pm avevano sollecitato 15 anni. Le condanne più pesanti – 30 anni di reclusione – sono state inflitte a Saverio Razionale, indicato come il boss di San Gregorio d’Ippona e a Domenico Bonavota, ritenuto il boss di Sant’Onofrio.

Nell’aula bunker di Lamezia Terme, la presidente del Tribunale di Vibo Brigida Cavasino sta ancora continuando la lettura del dispositivo della sentenza. Sempre stamane i giudici hanno condannato a 11 anni l’avvocato Giancarlo Pittelli, ex parlamentare di Forza Italia. L’accusa aveva chiesto 17 anni.

Processo Rinascita-Scott, condannato a 11 anni l’avvocato Pittelli

Giancarlo Pittelli in una fotto d’archivio

Undici anni di reclusione: è questa la pena inflitta dal Tribunale di Vibo Valentia all’avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia Giancarlo Pittelli, imputato nel processo Rinascita Scott. Per lui la Dda aveva chiesto la condanna a 17 anni.

La lettura della sentenza è ancora in corso essendo 338 gli imputati. Tra i nomi già pronunciati dai giudici quelli del tenente colonnello dei carabinieri Giorgio Naselli, condannato a 2 anni e 6 mesi (8 anni la richiesta), dell’ex finanziere Michele Marinaro condannato a 10 anni e sei mesi (17) e dell’ex consigliere regionale Pietro Giamborino condannato a 1 anno e 6 mesi (20).

Omicidio dottoressa Francesca Romeo: un “strano” delitto, inspiegabile

Un delitto al momento inspiegabile – “strano” come lo definisce un investigatore – quello della dottoressa Francesca Romeo, uccisa stamani 18 novembre in un agguato mentre, in auto col marito Antonio Napoli rimasto lievemente ferito, rientrava a casa dopo il turno alla guardia medica di Santa Cristina d’Aspromonte. Chi conosce marito e moglie, che non avevano figli, parla di persone perbene, riservate.

Niente, dunque, che possa giustificare un agguato compiuto con modalità mafiose ma che, secondo le prime ipotesi degli investigatori, non sarebbe legato alla criminalità organizzata.

I magistrati della Procura di Palmi diretta da Emanuele Crescenti e gli investigatori della Squadra mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Taurianova stanno adesso cercando di ricostruire la vita della dottoressa, le sue conoscenze, per cercare di dare un perché all’omicidio.

Gli inquirenti hanno sentito stamani il marito nella speranza di avere da lui notizie utili per indirizzare le indagini verso una pista definita.

Agguato nel Reggino, uccisa una guardia medica. Ferito il marito

Una donna medico di 66 anni, Francesca Romeo, in servizio alla guardia medica di Santa Cristina in Aspromonte, nel Reggino, è stata uccisa a colpi di arma da fuoco in un agguato. La donna stava rientrando in auto, dopo avere finito il proprio turno, assieme al marito Antonio Napoli, anche lui medico, coetaneo della vittima, che è rimasto ferito.

Secondo quanto emerso, alcune persone nascoste nei terreni circostanti hanno fatto fuoco contro l’autovettura nei pressi di una curva a gomito sulla strada che collega Santa Cristina a Taurianova. Sul posto gli agenti del Commissariato di Taurianova della Polizia per le prime indagini sull’agguato.

La vittima era originaria di Seminara, dove risiedeva con il marito, originario invece di Locri, anche lui medico e in servizio nel Csm di Palmi. L’uomo, secondo quanto si è appreso, e rimasto ferito di striscio ad un braccio. I due erano a bordo della loro auto, una Peugeot.

Sul luogo dell’agguato sono intervenuti anche gli investigatori della Squadra mobile di Reggio Calabria che hanno eseguito i primi rilievi e stanno cercando di ricostruire la dinamica del fatto su cui è stata aperta un’inchiesta dalla Procura della Repubblica di Palmi.

Gli investigatori stanno cercando di capire il contesto in cui è maturato il delitto. Dalle primissime ipotesi, tutte da verificare, sembrerebbe da escludersi l’ipotesi di una vicenda legata alla criminalità organizzata ma le indagini sono appena all’inizio.

L’obiettivo dell’agguato di stamattina a Santa Cristina d’Aspromonte era senza dubbio Francesca Romeo, la dottoressa uccisa mentre rientrava a casa dopo il turno prestato all’ambulatorio di guardia medica, insieme al marito Antonio Napoli. Stando a quanto trapela da ambienti investigativi alla luce dei rilievi svolti, infatti, la distanza da cui è stato sparato il colpo di fucile “non consentiva errori”. Il colpo ha forato il parabrezza dal lato passeggero. Un secondo colpo è stato sparato di lato, sempre verso il passeggero. Chi sparava sapeva benissimo chi era nell’abitacolo. Si esclude così l’errore di persona.

Sul luogo dell’agguato dove stamani è stata uccisa la dottoressa Francesca Romeo e ferito il marito Antonio Napoli, sono arrivati il procuratore aggiunto di Palmi Santo Melidona ed il pm Elio Romano che coordinano l’indagine col procuratore Emanuele Crescenti. I magistrati stanno sentendo Napoli che dopo essere stato medicato è stato subito dimesso ed è stato accompagnato sul luogo dell’omicidio dove adesso sta rispondendo alle domande dei pm.

Hanno sparato con un fucile da posizione frontale, contro il parabrezza dell’auto, i sicari che stamani hanno ucciso Francesca Romeo, medico di 67 anni, in servizio alla guardia medica di Santa Cristina in Aspromonte, e ferito il marito Antonio Napoli, di 66 anche lui medico, mentre si trovavano in auto. Alla guida della vettura c’era l’uomo che ha fermato la corsa alcune decine di metri dopo il luogo dello sparo. Sul parabrezza è chiaramente visibile il foro lasciato dal proiettile. Al momento non è ancora chiaro se sia stata usata una cartuccia a pallini o a palla unica.

Sul posto si trovano i tecnici della polizia scientifica che stanno facendo i rilievi per cercare di ricostruire la dinamica dell’agguato. Nessuna pista viene esclusa. Da quanto trapela, si indebolisce quella criminale mentre si rafforzano altre ipotesi, da quella professionale a quella prettamente privata.

Il Qatar condanna il raid israeliano sulla scuola di Gaza: “Crimine atroce”

Il Qatar ha condannato fermamente i rinnovati attacchi aerei israeliani sulla scuola Al-Fakhura nel campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza. L’attacco ha provocato la tragica uccisione e il ferimento di centinaia di persone, soprattutto bambini e donne.

In un comunicato stampa rilasciato sabato, il Ministero degli Affari Esteri del Qatar ha descritto l’attacco mortale israeliano come “un orribile massacro e un crimine atroce contro civili innocenti. Il Qatar considera ciò una palese violazione del diritto internazionale e del diritto umanitario internazionale”.

Il Qatar ha ribadito la sua richiesta di un’urgente indagine internazionale, compreso l’invio di investigatori indipendenti delle Nazioni Unite, per scoprire i fatti riguardanti i continui attacchi di Israele contro scuole e ospedali.

La dichiarazione esorta la comunità internazionale ad agire rapidamente per ritenere Israele responsabile e dissuaderlo dal commettere ulteriori crimini contro i civili. Il Qatar ha sottolineato la necessità di fornire la protezione necessaria agli sfollati che cercano rifugio nelle scuole dell’UNRWA.

Il ministero degli Esteri del Qatar ha avvertito che il silenzio della comunità internazionale sui crimini di guerra e contro l’umanità commessi dall’occupazione israeliana contro il popolo palestinese aggraverebbe le tensioni, allargherebbe il cerchio della violenza e porterebbe a un’ulteriore escalation e instabilità.

Il Qatar ha riaffermato la sua ferma posizione sulla giustizia della causa palestinese e sui diritti legittimi del popolo palestinese. Ciò include la creazione di uno Stato indipendente di Palestina entro i confini del 1967, con Gerusalemme Est come capitale.

NOTIZIE DALLA CALABRIA

ITALIA E MONDO