9 Ottobre 2024

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Il segretario Usa Pompeo incontra Di Maio: “Cina è minaccia”

il segretario Usa Mike Pompeo e Luigi Di Maio

Dopo aver incontrato il premier Conte il segretario di Stato americano Mike Pompeo, a Roma da lunedì, ha incontrato oggi il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Al centro del faccia a faccia le politiche commerciali tra i due paesi, incluso i dazi, e i rapporti tra i due partner atlantici.

Pompeo: “Cina è minaccia comune”
“L’Italia è un Paese sovrano ma ribadisco anche in Italia che la Cina ha un approccio predatorio negli scambi commerciali, negli investimenti” e altro e quindi rappresenta “una minaccia comune” per i nostri Paesi, ha detto Pompeo nella conferenza stampa con Di Maio a Villa Madama durante la quale ha sottolineato come ci sia una “collaborazione stretta” tra Stati Uniti e Italia. A cominciare dagli “ottimi rapporti” che ci sono tra Trump e Mattarella.

Africa, Libia e Iran
“Siamo molto grati all’Italia per la sua leadership efficace in Libia e Africa del Nord”, ha poi aggiunto Pompeo e dobbiamo essere “uniti contro l’aggressione dell’Iran”. “Voglio ringraziare Roma per le sanzioni contro la Russia finché la situazione non cambia”, ha affermato. In Libia “il ruolo degli Stati Uniti per stimolare tutti i protagonisti ad andare verso un cessate il fuoco sarà importante”, ha ribadito il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Siamo al lavoro con i nostri partner italiani per convincere che il processo politico deve andare avanti e sono convinto che si possa raggiungere l’obiettivo”, ha ribattuto Pompeo.

Ucrainagate e impeachment
“Le domande poste a noi violano in maniera profonda la separazione dei poteri. Risponderemo al nostro obbligo costituzionale ma in modo che siano in linea con il sistema americano e non tollereremo intimidazioni”, ha detto Pompeo in merito al suo veto agli interrogatori di cinque dirigenti del dipartimento di Stato nell’indagine d’impeachment contro Donald Trump nella vicenda dell’Ucrainagate e confermando aver partecipato alla telefonata tra Trump e il leader ucraino Zelensky.

Di Maio sui dazi: “Difendere imprese italiane”
“In un momento in cui l’economia rallenta, le nostre imprese devono avere certezze e non faremo sconti nel difendere le imprese italiane con tutte le nostre forze”, ha assicurato”. Ieri è andato in scena un siperietto all’incontro tra Conte e Pompeo con una giornalista delle Iene che ha donato un pezzo di Parmigiano reggiano al segretario Usa in segno di rispetto per il made in Italy che verrebbe colpito dai dazi statunitensi.  Un episodio che ha molto infastidito il premier italiano.

Infrastrutture 5G
“Siamo alleati degli Usa e condividiamo le preoccupazioni su determinate infrastrutture strategiche come il 5G. Non abbiamo nessuna intenzione di partecipare ad accordi commerciali che possano ledere la nostra sovranità come Stato”, ha poi detto il ministro degli Esteri Di Maio ricordando che tuttavia “la nuova normativa in Italia ci rende tra i più avanzati sulla sicurezza in Europa”.

“Siamo alleati degli Usa e condividiamo le preoccupazioni su determinate infrastrutture strategiche come il 5G – ha detto Di Maio – non abbiamo nessuna intenzione di partecipare ad accordi commerciali che possano ledere la nostra sovranità come Stato”. Di Maio, riferendosi alla norma sulla Golden power approvata dal governo italiano, ha anche ricordato che tuttavia “la nuova normativa in Italia ci rende tra i più avanzati sulla sicurezza in Europa”.

Cadavere trovato in una casa nel Catanzarese, indagini

Il cadavere di un uomo di 34 anni è stato rinvenuto nella notte a Satriano, nel Catanzarese. Il corpo senza vita dell’uomo, del posto ma residente in Lombardia, è stato trovato nell’appartamento di un cinquantenne, probabilmente suo amico.

Dai primi accertamenti, non sarebbero emersi segni di violenza sul corpo della vittima. La salma è stata trasportata nel centro di medicina legale di Catanzaro, in attesa dell’esame autoptico da cui verranno accertate le cause del decesso. Sul caso indagano i carabinieri della Compagnia di Soverato.

L’astronauta Parmitano al comando della Stazione spaziale internazionale

Al centro Luca Parmitano durante il passaggio di consegne nella SSI (Ansa/NASA)

L’astronauta Luca Parmitano è il nuovo comandante della Stazione Spaziale Internazionale. L’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) è il primo italiano e il terzo europeo ad assumere questo ruolo.

La cerimonia del passaggio di consegne con il comandante russo Alexei Ovchinin è avvenuta a bordo di una stazione orbitale affollatissima, con ben nove astronauti a bordo. Domani in tre, compreso Ovchinin, rientreranno a Terra e comincerà ufficialmente la Expedition 61.

“Grazie all’Europa e all’Italia”: sono state fra le prime parole pronunciate da Luca Parmitano (AstroLuca) subito dopo il passaggio di consegne da parte del russo Alexei Ovchinin. Intorno ai due, gli altri sette astronauti che in questi giorni si trovano a bordo della stazione orbitale. E’ stata una cerimonia breve e carica di emozione, conclusa con il suono simbolico di una campanella di ottone.

Non solo comandante della Stazione Spaziale Internazionale: l’astronauta Luca Parmitano avrà anche il comando di una delle passeggiate spaziali che affronterà in novembre.
“E’ la prima volta che un astronauta non americano riveste il ruolo di leader di un’attività extra-veicolare”, ha detto il capo del Gruppo esplorazione dell’Esa, Bernardo Patti, nella diretta in streaming organizzata oggi dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) per la cerimonia con cui AstroLuca ha assunto il comando della Stazione Spaziale.

Adesca ragazzina sui social e la ricatta dopo video hot, arrestato

polizia postale arrestato un cosentino per materiale pedopornografico

Ha adescato tramite un social network una dodicenne per poi indurla a effettuare videochat dal contenuto erotico. Un uomo di 33 anni, residente nell’hinterland di Cosenza, è stato arrestato dalla Polizia postale con l’accusa di stalking, atti sessuali e violenza su minore.

L’arresto è stato disposto dal gip del Tribunale di Cosenza su richiesta della Procura. Le indagini sono scattate dopo la denuncia della madre della bambina. L’uomo, dopo avere carpito la fiducia della sua vittima, secondo quanto emerso dalle indagini, l’ha convinta ad avviare videochiamate erotiche costringendola a ripeterle con la minaccia di divulgare i video più compromettenti.

La dodicenne è sprofondata in un grave stato di ansia e ha iniziato a non mangiare arrivando al punto di pensare di togliersi la vita. All’uomo, destinatario in passato di provvedimenti di altre Procure per lo stesso tipo di reati, è stato sequestrato materiale informatico. S’indaga dunque su possibili altre vittime.

Sbarco fantasma a Sellia, giunti 75 pachistani in barca a vela

Settantacinque migranti, tra cui 12 minori non accompagnati, sono sbarcati all’alba sulla spiaggia di Sellia Marina, nella costa ionica catanzarese.  I migranti, tutti maschi e di nazionalità pachistana, erano a bordo di una barca a vela che si è fermata a pochi metri dalla battigia.

A segnalare la presenza dell’imbarcazione è stata all’alba una telefonata giunta alla Compagnia dei Carabinieri di Sellia Marina.  Sul posto anche personale della Guardia di Finanza, della Questura e della Prefettura di Catanzaro. Attualmente sono in corso le procedure di identificazione dei migranti. Indagini in corso per risalire ai trafficanti di esseri umani.

Mons. Bertolone: “Lo Stato faccia di più contro le mafie”

Mons. Bertolone:

(ANSA) – CASTROVILLARI (COSENZA), 1 OTT – “Lo Stato deve fare di più contro le mafie. La sola magistratura o le sole forze dell’ordine non bastano. Ci vuole altro. E ciò che bisogna risolvere, in primo luogo, è il problema del lavoro anche per non perdere le nostre migliori intelligenze. Non c’è un calabrese o un siciliano che va via dalla propria terra e non riesce. Sono talenti che vanno via. Quello che perdiamo è il meglio”.

Lo ha detto il presidente della Conferenza episcopale calabrese, mons. Vincenzo Bertolone, incontrando i giornalisti a Castrovillari per presentare il corso organizzato dalla Cec per la formazione del futuro clero sul tema “La Chiesa di fronte alla ‘ndrangheta”.

“Sin dal 1916 – ha aggiunto mons. Bertolone – la Conferenza episcopale calabrese si é occupata di questa malapianta, per estirpare la quale serve un’azione convergente di tutta la società, Stato, Chiesa, scuola e famiglie. E questo non vale solo nella nostra Calabria”.

Tentato rapina alle Poste ma carabiniere sventa il colpo. Arrestati

Irrompono in ufficio postale per rapina, ma colpo sventato da ccHanno fatto irruzione in un ufficio postale armati di mazze e una pistola allo scopo di compiere una rapina, ma grazie all’apertura ritardata della cassaforte non sono riusciti nel loro intento; e nella fuga, sono stati bloccati e arrestati dai carabinieri, intanto allertati da un militare fuori servizio che ha di fatto sventato il colpo.

E’ quanto successo stamani alle poste di Rosalì, nel reggino. A finire in manette Carmine Scibilia, di 56 anni, Nicola Romano, 61enne, entrambi di Sinopoli, e Carmine Alvaro, 33enne, di San Procopio. Tutti con precedenti.

Secondo quanto ricostruito, i tre, travisati ed armati di una pistola e di mazze, giunti a bordo di un’autovettura rubata, hanno fatto irruzione all’interno dell’ufficio postale, infrangendo a colpi di mazza le vetrate di sicurezza.

Due di loro, una volta entrati negli uffici hanno minacciato il direttore con una pistola, intimatogli l’apertura della cassaforte. Tuttavia l’apertura a tempo non gli ha consentito di asportare il denaro. Troppa attesa. Intanto, il terzo complice ha segnalato loro l’arrivo di pattuglie dell’Arma.

I tre si sono dati alla fuga riuscendo a rubare il solo borsello del direttore. Le “gazzelle” erano state inviate dalla centrale operativa su segnalazione di un carabiniere libero dal servizio, che trovandosi nelle vicinanze della Posta aveva assistito agli eventi.

Il militare è riuscito a bloccare, dopo un breve inseguimento, uno dei tre rapinatori, ricevendo ausilio da una delle pattuglie intervenute. Nella concitazione il carabiniere ha riportato forti contusioni. Un’altra gazzella nel frattempo è riuscita subito dopo a bloccare gli altri due fuggitivi dopo un inseguimento per le vie limitrofe.

I tre arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati associati nel carcere di Reggio Calabria-Arghillà. Dovranno rispondere di rapina in concorso. Sequestrate l’autovettura utilizzata e le armi nella disponibilità dei tre: due mazze ed una pistola a salve.

Folle inseguimento tra auto a Tarsia, sfiorata la tragedia

Auto coinvolte incidente in centro a Tarsia
Le auto coinvolte nell’incidente a Tarsia (Ansa)

Un inseguimento tra auto sfociato con un incidente stradale che, solo per un caso, non ha provocato vittime. E’ accaduto a Tarsia e a denunciare l’episodio è il sindaco della cittadina, Roberto Ameruso.

Secondo quanto riferisce, in un comunicato, il primo cittadino, due auto, provenienti da fuori paese, sarebbero entrate nel centro storico ad alta velocità. “Giunte in una zona centrale, in una zona in cui erano parcheggiate diverse auto, con numerosi dossi ed i locali fortunatamente chiusi – prosegue Ameruso – l’inseguitore ha tamponato violentemente l’auto inseguita, innescando una spaventosa carambola, con il coinvolgimento delle vetture ferme e con le ringhiere che sono state letteralmente divelte. Diverse persone hanno assistito all’impatto e, lo ripeto, solo per caso non si sono registrate vittime”.

“Siamo ancora scioccati – ha detto ancora il sindaco – ed è stato un miracolo se non si è verificata una tragedia. Intraprenderemo azioni severe contro i responsabili”.

Caos rifiuti a Roma, si è dimesso il Cda di Ama contro Raggi

Si è dimesso il Consiglio di amministrazione di Ama, la Società che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti a Roma. La decisione è stata presa a poco più di cento giorni dall’insediamento, a giugno. All’origine della decisione del Cda – presieduto da Luisa Melara, con Paolo Longoni amministratore delegato e consigliere Massimo Ranieri – il duro scontro con la giunta guidata dal sindaco Virginia Raggi sugli oltre 18 milioni di crediti vantati sui servizi cimiteriali già al centro delle dimissioni dell’ex Cda presieduto da Lorenzo Bagnacani.

“Il Consiglio di Amministrazione di Ama Spa, nelle persone della Presidente, Luisa Melara, dell’Amministratore Delegato, Paolo Longoni e del Consigliere, Massimo Ranieri, ha rassegnato oggi le proprie dimissioni”, si legge nella comunicazione ufficiale inviata nel pomeriggio dalla società.

Mentre nella lettera alla sindaca Raggi con cui hanno rimesso l’incarico, i componenti del Cda spiegano che è venuta meno la “necessaria fiducia” nel Campidoglio. “Le comunichiamo, nostro malgrado, che da parte nostra – si legge nella lettera – è venuta meno la necessaria fiducia nel socio unico di Ama Spa e pertanto con la presente dichiariamo di rassegnare le dimissioni con decorrenza dalle 18 di oggi primo ottobre da componenti del consiglio d’amministrazione di Ama”.

Ranieri: Noi abbandonati da sindaco
“Se Raggi dice di essere stata lasciata sola, allora noi siamo stati abbandonati. Sono deluso e arrabbiato, se il piano per Ama era un altro ce lo potevano dire subito. Il problema dei rifiuti non si gestisce con l’ideologia ma servono azioni concrete”. Dice all’Adnkronos il consigliere del Cda Ama Massimo Ranieri.

“Anche oggi abbiamo continuato a lavorare, ho appena visto un dirigente Hera per la gestione dei flussi. Vanno avanti anche le procedure per l’apertura dei due compostaggi. Noi abbiamo provato a lavorare: oggi avrei dovuto vedere in V Municipio i cittadini perché con il presidente Giovanni Boccuzzi ci eravamo impegnati a far partire il porta a porta da Natale, ma purtroppo è andata così. Tutto questo avviene sulla pelle dei cittadini e dei lavoratori di Ama”.

In tre anni cinque cambi al vertice della Società. Quello che verrà è il sesto
Con le dimissioni odierne del Cda di Ama si va verso il sesto cambio in tre anni della governance dell’azienda. Con l’arrivo della giunta targata M5S in azienda siedeva Daniele Fortini che, nominato durante l’era di Ignazio Marino e rimasto con il commissario Francesco Paolo Tronca, andò via al termine di un duro scontro con l’allora assessore all’ambiente Paola Muraro, dimessasi successivamente per guai giudiziari). Fu nominato Alessandro Solidoro, vicino all’allora assessore al bilancio Marcello Minenna. Solidoro si dimetterà nel 2016 lo stesso giorno che in Campidoglio sbatterono la porta lo stesso Minenna e la capo di gabinetto Carla Raineri.

Poi fu la volta di Antonella Giglio, che lasciò la dirigenza nel 2017, seguita da Lorenzo Bagnacani che lasciò proprio dopo uno scontro durissimo sul bilancio e il credito di 18 milioni sui servizi cimiteriali. Sempre per il nodo bilancio Ama si dimise l’ex assessore Pinuccia Montanari. Subito dopo il cda presieduto da Bagnacani fu nominato amministratore unico pro tempore il dirigente Massimo Bagatti. Un incarico temporaneo, circa un mese e mezzo, che servì all’amministrazione per avere il tempo di reperire i nuovi amministratori della partecipata. I nuovi amministratori che si sono dimessi oggi.

Ama: il nodo 18 milioni, bruciati 2 cda e un assessore
Uno scontro che ha bruciato due Consigli di amministrazione e un assessore quello sul bilancio Ama e che ruota tutto attorno ad un credito vantato dall’azienda di 18 milioni per i vecchi servizi cimiteriali. Un debito che però il Campidoglio sostiene di non avere e, dunque, di non volere pagare.

Diciotto milioni che di fatto hanno sequestrato da due anni il bilancio di Ama, azienda preposta alla difficilissima gestione dei rifiuti nella Capitale. I 18 milioni sono relativi agli anni tra il 2008 e il 2016 e, prima della giunta Raggi, sono stati sempre inseriti nei rendiconti di Ama. Ora per il Campidoglio non vanno più inseriti, neanche in un limbo finanziario, ovvero un fondo rischi, come ha fatto il Cda dimissionario. Il Campidoglio ha infatti ribadito tre giorni fa che “non approverà mai un bilancio di Ama Spa che sia redatto in maniera non corretta e contenga valutazioni già in precedenza non avallate dal Comune”.

Per l’amministrazione “i 18 milioni di euro derivanti dai servizi cimiteriali sono soldi dei cittadini romani che Ama aveva incassato in più rispetto alla somma prevista nel contratto di servizio con il Comune, senza alcuna giustificazione. Soldi che dovevano essere restituiti ai cittadini e quindi ritornare nelle casse del Comune per poter essere gestiti nell’interesse pubblico, così come Ama aveva riconosciuto nel 2017 riversandoli all’Amministrazione. Non risulta dunque alcun credito che possa essere vantato da Ama su tale somma”. A complicare la situazione c’è anche l’ordinanza della Regione Lazio, prorogata proprio ieri e che di fatto salva Roma dall’emergenza rifiuti. Il documento firmato dal presidente Nicola Zingaretti infatti prevede una serie di impegni da parte del Campidoglio e uno di questi è proprio l’approvazione del bilancio Ama che però con le dimissioni odierne del cda è ancora in stallo. Ovvero resta quello del 2016 con i conti del 2017 al centro di uno scontro che anche oggi ha mietuto vittime.

Condannato a 9 anni Nicastri, re dell’eolico: “Concorso esterno”

Vito Nicastri
Vito Nicastri

L’imprenditore trapanese Vito Nicastri è stato condannato dal Gup, in abbreviato, per concorso esterno in associazione mafiosa, a nove anni di carcere. Nicastri, soprannominato il “Re dell’Eolico” per i suoi investimenti nelle energie rinnovabili, secondo l’accusa sarebbe stato tra i finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro.

L’imprenditore Nicastri avrebbe ammesso un presunto giro di tangenti ma non i legami con la mafia da cui si è sempre detto assolutamente estraneo.

Il nome di Nicastri era emerso nei mesi scorsi nell’ambito di una inchiesta che ha coinvolto il “socio” Francesco Paolo Arata, ex parlamentare di Forza Italia, indagato per corruzione.

L’indagine, coordinata dalla Dda di Palermo, ha svelato un giro di presunte mazzette alla Regione siciliana finalizzate ad agevolazioni nelle pratiche relative agli investimenti nelle energie rinnovabili.

Nell’ambito dell’inchiesta è emersa anche una presunta tangente che Arata avrebbe pagato all’ex sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri per la presentazione di un emendamento favorevole alle imprese che si occupano di energie alternative, indagine trasmessa a Roma. L’emendamento non poi stato mai presentato da Siri.

Posato il primo impalcato del nuovo Ponte di Genova

Ansa

A 414 giorni dal crollo del ponte Morandi, che il 14 agosto 2018 ha collassato provocando 43 vittime, nasce oggi il nuovo viadotto sul Polcevera. Alle 11:17 è stato posato il primo impalcato tra le pile 5 e 6 a 50 metri d’altezza. I primi 50 metri di acciaio del nuovo ponte sono stati issati fra le pile 5 e 6, che in questi mesi sono cresciute fino a arrivare a oltre 40 metri di altezza. Questa è la prima delle 19 campate che costituiranno l’intera opera. “Un evento cardine nelle tappe verso la completa costruzione del viadotto che riconnetterà Genova al Paese – ha detto un rappresentante di PerGenova che sta assistendo alla cerimonia -: finalmente il ponte fa il suo ingresso nel panorama della Valpolcevera”.

Iniziate le operazioni di sollevamento della trave che sorreggerà il primo impalcato del nuovo viadotto sul Polcevera tra le pile 5 e 6. Le operazione, annunciate da un suono di sirena, sono cominciate alla presenza del premier Giuseppe Conte, del ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli, del sindaco Bucci, del governatore Toti, dell’architetto Piano che ha donato il disegno del viadotto. Presenti anche Salini e Bono per il consorzio PerGenova (Salini-Impregilo e Fincantieri) che ricostruisce il ponte. E’ una struttura lunga 50 metri, costruita in acciaio e pesa 500 tonnellate e verrà issata a quasi 50 metri di altezza. E’ la prima di 19 campate che costituiranno il nuovo viadotto: 16 da 50 metri e 3 da 100 metri.

“Genova – ha detto il premier Conte – è un simbolo di rinascita che si sta concretizzando. Tocchiamo con mano. La collaborazione tra pubblico e privato con spirito squadra in modo intelligente. le eccellenze insieme possono fare grandi cose. Il Paese balza agli onori della cronaca per queste capacità. Grazie alla comunità operosa che rende concreto questo progetto: operai, dirigenti, istituzioni, ingeneri. Non dimentichiamo le 43 vittime. Il progetto rappresenta il riscatto ma ha incorporato il ricordo delle vittime”. Atti concreti e impegno costante per la sicurezza delle infrastrutture e l’impegno del governo perché la sicurezza sia un imperativo categorico sono stati ricordati da Conte che ha aggiunto: “Ci sarà un monitoraggio costante per inaugurare secondo il crono programma. La fase di avanzamento consente di essere più precisi e i tempi sono confermati”, ha aggiunto Conte. “In tempi record consegneremo l’opera alla storia. Genova offre una grande lezione. Abbiamo ridato luce e speranza al Paese intero”. E a proposito delle concessioni autostradali, Conte ha sottolineato che il procedimento in corso è per la caducazione della concessione. “E’ un procedimento complesso anche perché acquisisce di volta in volta nuove perizie e i materiali delle inchieste anche di quella penale. Non faremo sconti ai privati e perseguiremo solo l’interesse pubblico”.

Ansa

Da parte dell’architetto Renzo Piano, che ha donato il disegno del nuovo viadotto, parole per chi sta costruendo la struttura: “Parlo per un migliaio di persone, un esercito che sta costruendo il ponte. Da saldatori a ingegneri. Costruire è un gesto collettivo. Far nascere una cosa è bellissimo. Questo costruire è un gesto di speranza, di pace. Un ponte è speciale, unisce, è un gesto di pace. Grazie a tutti. In Giappone per tradizione gli architetti parlano poco dicono agli operai state attenti lavorate in sicurezza. Noi lavoriamo al tavolo seduti in sicurezza voi siete gli acrobati operai, ma lavorate in sicurezza”.

“Questo ponte – ha ricordato il sindaco di Genova e commissario straordinario alla ricostruzione, Marco Bucci – non è solo il ricordo di una grande tragedia ma anche la certezza che quando stiamo tutti insieme diamo un segnale che noi, in Italia, riusciamo a fare le cose giuste nei tempi giusti. E’ un ponte che riguarda il dna dei genovesi, che ha un impalcato forte come l’acciaio e che somiglia a una nave e per i genovesi andare per mare significa dare ricchezza alla nostra città. Poi ci sono le pile che vanno su una dopo l’altra ‘cianin cianin’ come diciamo a Genova”, ha aggiunto Bucci che con voce commossa ha voluto ringraziare “con nel cuore il ricordo delle 43 vittime chi ha demolito il ponte, chi lo ha costruendo e tutti i cittadini genovesi che vivono intorno al ponte, che soffrono un disagio per cantiere che non si ferma mai e che tra qualche mese riunirà le due valli”.

“Lavoriamo 24 ore su 24, sette giorni su sette – ha detto ancora Bucci – le cose vanno avanti secondo i programmi e di questo sono assolutamente contento. La città sta rispondendo benissimo, siamo esattamente sul percorso indicato e che sta dando i suoi frutti. Voglio ringraziare e lo farò anche nel discorso ufficiale quelli che vivono intorno al ponte che maggiormente soffrono i disagi per questa costruzione – ha aggiunto Bucci -. Siamo contenti di avere qui i più alti rappresentanti del governo”. Il sindaco indossava la cravatta delle grandi occasioni con inciso “Femmo torna Zena superba” (facciamo tornare Genova superba): “Se lo avete notato questa è la cravatta che – ha spiegato – metto sempre nei momenti importanti anche perché vuole mandare un messaggio chiaro cioè che Genova aspira a diventare una delle città più importanti in Europa”. (Ansa)

Botte ai bimbi che sbagliavano i versi del Corano, in cella un imam

Picchiava e minacciava i giovanissimi studenti che frequentavano le lezioni di religione islamica e per questo che un imam è stato arrestato dalla Digos di Padova. Gli agenti della polizia di Stato hanno infatti notificato ad un cittadino del Bangladesh, di 23 anni, il provvedimento di custodia cautelare in carcere disposta dal gip del Tribunale di Padova. L’accusa è di maltrattamenti ai danni di minori.

Le indagini, coordinate dalla procura padovana che ha denominato l’inchiesta “Bad school”, sono state avviate dopo diverse segnalazioni che alcune insegnanti hanno fornito all’ufficio minori della Divisione anticrimine della Questura di Padova, preoccupate del cambiamento di umore di alcuni loro alunni tutti di originari del Bangladesh.

Le investigazioni si sono sviluppate anche attraverso l’acquisizione di notizie veicolate nell’ambito della comunità islamica di Padova con la quale da tempo è in atto un percorso di collaborazione finalizzato proprio a prevenire episodi di estremizzazione nell’insegnamento della religione.

Sono state quindi raccolte decisive prove, documentate da video, inerenti le condotte violente poste in essere dall’imam ai danni dei piccoli allievi i quali nel corso delle lezioni erano costretti a vivere in un vero e proprio stato di terrore e pressione psicologica.

I maltrattamenti che l’imam attuava nei confronti dei suoi allievi, di età compresa tra cinque e dieci anni, a lui affidati per l’insegnamento della religione mussulmana, si concretizzavano in minacce, pugni, dati anche sulla testa e strattonamenti, posti in essere ogni qualvolta i bimbi sbagliavano a recitare le sure del Corano.

Incassa soldi senza consegnare merce, arrestato truffatore seriale

Un uomo di 34 anni di Marano Marchesato (Cosenza) è stato arrestato e posto ai domiciliari dai Carabinieri di Castrolibero e da agenti della Polizia postale in quanto ritenuto responsabile di truffa aggravata continuata e possesso di documenti falsi.

Il provvedimento, emesso dal tribunale di Cosenza su richiesta della Procura, scaturisce da due querele presentate da due distinte vittime presso i Carabinieri di Sora (Frosinone) e Calliano (Trento), dove sono residenti.

In entrambi i casi, il truffatore seriale, con artifizi e raggiri consistiti nel pubblicizzare su un noto sito internet di vendite on-line, la messa in vendita di una scheda video al prezzo di 400 euro, ha ottenuto dalle sue vittime, interessate all’acquisto, concordando telefonicamente le modalità, il pagamento tramite sistema Paysafecard, senza poi provvedere a far recapitare la merce concordata.

Infatti, a seguito del versamento del denaro sui conti indicati per il tramite delle ricariche, l’acquirente non riceveva la merce pattuita ed il venditore si rendeva irreperibile. La vittima si accorgeva della truffa solo successivamente, quando notava che l’annuncio del bene che sperava di avere restava ancora on-line.

A rafforzare il quadro indiziario sul conto del truffatore seriale hanno inoltre contribuito le risultanze delle perquisizioni svolte nella sua abitazione, sita a Marano Marchesato, nel corso delle quali sono state rinvenute una carta di credito Paysafecard e diverse carte prepagate, nonché una carta di identità ed una tessera sanitaria contraffatte.

Inoltre, da quanto emerso negli accertamenti successivi, a suo carico risultano ben quattro precedenti specifici, nonché altri quattro procedimenti pendenti e ulteriori cinque procedimenti estinti per remissione di querela, motivo per il quale si possa ritenere un forte pericolo di reiterazione del reato e quindi sussistente il presupposto dell’esigenza cautelare.

I CONSIGLI DEI CARABINIERI PER GLI ACQUISTI SU INTERNET
L’utilizzo di nuove tecnologie e l’evoluzione tecnica della telefonia mobile e dell’informatica hanno rivoluzionato lo stile di vita delle persone sotto numerosi punti di vista: tra questi è sicuramente individuabile lo shopping fatto online. Acquistare su internet ha sicuramente numerosi vantaggi, in quanto è facile, veloce, i prodotti arrivano direttamente a casa nostra e si possono trovare offerte molto vantaggiose. Come potenziali acquirenti, è dunque bene non lasciarsi incantare da prezzi troppo bassi oppure da abili venditori che, dopo aver ricevuto il pagamento, spariscono nel nulla. I metodi per truffare il prossimo sono molteplici: fra le condotte illecite più frequenti è possibile infatti spedire prodotti non conformi alla descrizione, contraffatti, falsi, danneggiati, pacchi vuoti.

La fantasia di chi mette in scena questi raggiri infatti non conosce limiti e strumenti. Collegando questo aspetto pericoloso al dato statistico che vede in Italia l’e-commerce in crescita esponenziale, è opportuno mettere in guardia i cittadini, affinché possano imparare a proteggersi dai truffatori, seguendo dei semplici e pratici consigli.
È opportuno:
– prestare attenzione ai siti nei quali si decide di acquistare online, preferendo possibilmente le piattaforme di e-commerce che garantiscano l’affidabilità del venditore e la qualità della merce;

– diffidare da offerte troppo basse del prodotto;

– valutare bene la scelta del metodo di pagamento, prendendo alcune precauzioni, evitando di prendere soltanto accordi orali con l’interlocutore. È opportuno infatti ricordarsi di inviare sempre una comunicazione scritta (via mail, preferibilmente) al venditore in cui si ribadisce l’oggetto a cui siamo interessati, le sue caratteristiche e il prezzo;

– controllare sempre bene la descrizione dell’oggetto desiderato,ponendo dunque grande attenzione nella lettura delle caratteristiche del prodotto, controllando le foto che vi sono allegate. Questo poiché in genere i truffatori giocano sulle descrizioni ambigue, sperando che il possibile cliente non noti o legga male una determinata parola o aggettivo. È opportuno leggere bene sempre tutto e porre sempre qualche domanda al venditore, soprattutto se la descrizione è molto breve. Bisogna inoltre chiedere sempre esplicitamente se il bene funziona, se risulta qualche danneggiamento o se riporta dei problemi di natura meramente estetica;

– utilizzare le applicazioni ufficiali dei negozi online,che sonoritenuti comunque sicuri per la consegna della merce. Questo semplice accorgimento permette di evitare i rischi di “passare” o “essere indirizzati” su siti falsi o siti cloni;

– non fidarsi di chi chiede di essere contattato al di fuori del sistema della piattaforma di e-commerce o del sito di annunci, diffidando di chi chiede, ad esempio, di contattarlo su mail alternative o di chi ha troppa fretta di concludere l’affare attraverso soluzioni non sicure.
In questo modo, seguendo questi consigli di natura strettamente pratica, sarà possibile per i consumatori tenere alta la guardia e proteggersi da un fenomeno delittuoso che è sempre in agguato.

Ministro istruzione: “Togliere crocifisso dalle scuole”. Polemiche

Dopo aver proposto di tassare merendine e bibite gassate per finanziare l’aumento della paga dei docenti a scuola, idea che ha suscitato molte critiche, il ministro pentastellato dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti propone ora di togliere il Crocifisso dalle aule scolastiche per non offendere i mussulmani. Al suo posto, il titolare dell’istruzione, vorrebbe far mettere una cartina geografica. Nel mirino del ministro anche la foto del capo dello Stato negli uffici pubblici.

Altre polemiche con i cattolici sul piede di guerra. La sortita del ministro costringe il M5s a prendere le distanze e a smentirlo: “Togliere il crocifisso dalle scuole non è un tema all’ordine del giorno per il MoVimento 5 Stelle. Le scuole italiane hanno ben altri problemi, seri e concreti, da affrontare. Messa in sicurezza degli istituti, e loro ammodernamento, aumento degli stipendi di insegnanti e personale sono le priorità. Dibattiti e polemiche su questioni distanti dalla vita quotidiana dei cittadini non ci appassionano né interessano”, fanno sapere fonti dei cinquestelle.

Intanto, ieri si è sollevato un altro polverone per una proposta che avrebbe fatto l’arcivescovo di Bologna di cambiare il ripieno dei tortellini: anziché la tradizionale carne di maiale, il pollo, così da non offendere gli islamici che il suino non lo mangiano. Idea che ha suscitato molta indignazione sui social, anche se l’alto prelato pare abbia smentito di aver mai fatto una proposta simile sul piatto principe dell’Emilia-Romagna.

Provoca incendio nel parco d’Aspromonte, arrestato

I carabinieri-forestali di Melito Porto Salvo e della stazione parco di Bagaladi hanno arrestato un uomo di 54 anni, Giuseppe Nucera, di Condofuri, perché sorpreso ad appiccare il fuoco in località “Grecia”, all’interno del Parco Nazionale d’Aspromonte.

L’uomo, con precedenti, al momento del fermo era in possesso di un accendino probabilmente usato per appiccare le fiamme. Il rogo, domato dopo ore da squadre anti incendio boschivo, ha interessato circa un ettaro e mezzo di macchia mediterranea.

Il 54enne, al termine delle formalità di rito, è stato posto agli arresti domiciliari e messo a disposizione dell’autorità giudiziaria reggina.

Trovato il cadavere di un uomo a Isola di Capo Rizzuto

Il cadavere di un uomo in avanzato stato di decomposizione è stato rinvenuto nel pomeriggio a Isola di Capo Rizzuto, in provincia di Crotone.

A ritrovare il corpo riverso in un ruscello sito in località Santo Stefano, i carabinieri della Tenenza di Isola dopo le segnalazioni di alcuni contadini del posto.

L’uomo, secondo quanto riferito dai militari, avrebbe una età apparente tra i 30 e 40 anni. Sono in corso indagini per l’identificazione e per risalire alle cause della morte. Sul posto, oltre ai carabinieri di Isola e Crotone, i vigili del fuoco che hanno provveduto al recupero del cadavere.

I genitori di Nicholas Green in Calabria

Un momento dell’iniziativa a Polistena

(ANSA) – POLISTENA (REGGIO CALABRIA), 30 SET – A 25 anni dalla morte di Nicholas Green, Reginald e Maggie Green, genitori del bambino di sette anni vittima di un tentativo di rapina sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria, sono tornati oggi a Polistena. Il bambino, che viaggiava sul sedile posteriore dell’auto assieme alla sorellina di 4 anni, morì a causa dei colpi sparati da due banditi poi identificati e condannati. Da quell’evento tragico, dopo che i coniugi autorizzarono l’espianto dei suoi organi, oltre alla speranza per sette persone, scaturì un’ondata di solidarietà che fece triplicare le donazioni. Ai genitori di Nicholas il sindaco di Polistena, Michele Tripodi, ha donato una targa per ricordare un gesto che ha generato amore e solidarietà. “E’ difficile – ha detto Maggie Green – tornare nel luogo dove abbiamo passato la peggiore notte della nostra vita, ma non possiamo dimenticare tutti gli incontri che abbiamo fatto qui, contrassegnati dal calore e dalla generosità delle persone”.

Producevano pellet senza permessi, denunciati

Uno stabilimento industriale dedicato alla lavorazione del pellet è stato sequestrato dai carabinieri-forestali di Cerzeto a Mongrassano, nel cosentino, poiché da accertamenti è risultato essere abusivo e senza autorizzazioni a svolgere l’attività. Denunciate due persone.

I militari hanno accertato che all’interno di un capannone sito in località “Sbrandello” veniva trasformato e confezionato del pellet la cui quantità prodotta necessitava delle autorizzazioni ambientali relativi alle emissioni in atmosfera che non erano in possesso dei proprietari.

Inoltre la struttura, una vera e propria fabbrica completa di impianti, macchinari e materiali necessari per la produzione, è risultata abusiva, ossia priva dei titoli abilitativi previsti dalla normativa.

Il pellet era già stato confezionato e pronto per essere immesso nel mercato. In particolare sono stati rinvenuti 755 sacchetti per un totale di circa 114 quintali nella cui etichetta non era ben specificata la composizione e l’essenza del prodotto.

I carabinieri forestali hanno pertanto proceduto al sequestro dell’impianto di produzione, della materia prima rinvenuta in attesa di essere confezionata, 470 quintali di segature e cippato di legname miscelato, 110 metri cubi di truciolo di abete oltre che dei sacchetti trovati all’interno della struttura. Due le persone denunciate in concorso, l’amministratore dell’azienda ed il gestore della’attività, per “emissioni in atmosfera non autorizzate”.

Strattoni e insulti ai bambini delle elementari, sospese tre maestre

Strattoni e insulti ai bambini delle elementari, sospese tre maestreTre maestre di una scuola elementare sita nella frazione Papanice di Crotone sono state sospese dall’insegnamento perché ritenute responsabili di maltrattamenti aggravati verso i loro alunni. Il provvedimento, eseguito dai carabinieri di Crotone è stato emesso dal tribunale pitagorico su richiesta della procura.

L’indagine, iniziata i primi giorni dello scorso Aprile e conclusa a ridosso della fine dell’anno scolastico, è stata condotta dai militari della stazione di Crotone Principale ed è scaturita dalle dichiarazioni di alcuni genitori di bambini iscritti all’Istituto Comprensivo di Papanice che hanno denunciato presunti maltrattamenti subìti dai loro figli.

Dalle attività investigative, condotte attraverso attività tecniche di intercettazione audio e video in aula, hanno consentito di accertare plurime azioni di maltrattamenti ai danni di bambini di 7 anni di età. I militari hanno registrato in particolare strattoni, sculaccioni e insulti.

In un anno catturate 320 “vacche sacre” della ‘ndrangheta

In poco meno di un anno sono state 320 le “vacche sacre”, i bovini cioè vaganti nelle campagne del reggino, con pesanti conseguenze per l’agricoltura e la sicurezza stradale, gestiti da cosche della ‘ndrangheta, catturate grazie alla task force coordinata dal Commissariato di Cittanova della Polizia di Stato, con l’ausilio della Polizia provinciale e dei carabinieri forestale.

Il fenomeno delle “vacche sacre” ebbe origine negli anni ’80 quando a Cittanova i proprietari abbandonarono gli animali sul territorio dopo lo scoppio di una faida tra alcune cosche della ‘ndrangheta a causa della quale molti affiliati furono uccisi ed altri si resero irreperibili o furono arrestati, lasciando così gli animali allo stato brado.

Nessuno degli agricoltori e degli automobilisti incappati nelle “vacche sacre”, tranne rare eccezioni, ha mai osato ribellarsi di fronte a questa situazione, nel timore di possibili conseguenze. Da qui la denominazione data agli animali.

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