9 Ottobre 2024

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Volano stracci nel Centrodestra. Invernizzi (Lega Calabria): “Non accettiamo imposizioni”.

Il Commissario della Lega Calabria Cristian Invernizzi

“La Lega non accetta imposizioni da parte di nessuno”. Lo afferma il Commissario della Lega Calabria Cristian Invernizzi dopo le polemiche legate alla scelta del candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Calabria. Forza Italia, cui spetterebbe la candidatura, ha ribadito convergenza per il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, ma il Carroccio ha detto ancora di no.

“La Lega Calabria – dice Invernizzi – prende atto della posizione di Forza Italia che ha indicato come candidato alla Presidenza della Regione Calabria Mario Occhiuto”.

“Tuttavia la promessa che abbiamo fatto ai calabresi e alle calabresi, vittime di un disastro perpetuato per anni e anni di cattiva politica, è quella del cambiamento, della svolta, del ridare dignità a una terra meravigliosa sfruttata e massacrata da sistemi di potere, clientelismo e malaffare”, sottolinea il deputato leghista.

“Non riteniamo – spiega – che questa posizione possa rappresentare quel cambio di passo, quel cambiamento che la Calabria meriti, motivo per il quale facciamo i nostri migliori auguri ma non sosteniamo la sua candidatura a Presidente della Regione” .

“Riteniamo che vi siano tantissime donne e tantissimi uomini calabresi che possano essere artefici di un futuro diverso e prospero per la Calabria, soprattutto dopo l’inqualificabile gestione della Regione per mano del Partito Democratico” .

“La Lega – evidenzia il fedelissimo di Salvini -, è il partito delle persone libere, la Lega ha promesso alla Calabria libertà e un futuro diverso”; partito del centro-destra che risulta “il più votato in Calabria alle ultime competizioni elettorali”, per cui, “non accetta imposizioni da parte di nessuno”.

“Siamo convintamente dalla parte di tutti i calabresi che si aspettano e chiedono un cambiamento, e siamo certi che tra loro individueremo il profilo migliore che possa rappresentarlo”, conclude il commissario Invernizzi.

Regionali in Calabria, Roberto Occhiuto: “Coi veti della Lega FI andrà da sola”

Roberto Occhiuto
Roberto Occhiuto

Se la Lega insiste con i veti su Mario Occhiuto per i suoi problemi giudiziari “allora significa che Forza Italia andrà da sola” alle prossime elezioni regionali in Calabria. Parola di Roberto Occhiuto, parlamentare azzurro e fratello del sindaco di Cosenza.

Interpellato al telefono, Roberto Occhiuto riferisce che una sua eventuale investitura al posto del fratello Mario da parte dei vertici di FI e degli alleati “non esiste proprio”, taglia corto.

“Abbiamo fatto accordi nazionali – spiega Occhiuto – e la Calabria tocca a Forza Italia, quindi il candidato lo decidiamo noi”. I veti della Lega per le questioni giudiziarie del fratello Mario sono solo “un pretesto”.

La Lega “farebbe bene a guardare ai problemi giudiziari di Salvini”, sbotta il parlamentare. Già, ma a questo punto come uscirne? Se si insiste con questi veti sul sindaco cosentino, per Roberto Occhiuto vuol dire “che andremo da soli”. La strada solitaria è rischiosa? “Tutti ci davano per sconfitti quando andavamo da soli, ma abbiamo sempre vinto e vinceremo anche stavolta”, assicura Occhiuto.

Dino Granata

Regionali in Calabria, Carfagna: “Grave veto della Lega su Occhiuto”

Mara Carfagna

Dopo il “no” della Lega al sindaco di Cosenza Mario Occhiuto come candidato governatore del centrodestra unito alle prossime elezioni regionali arriva una nota del vicepresidente della Camera dei deputati Mara Carfagna che esprime perplessità sulla posizione del Carroccio.

“Nel giorno in cui Forza Italia conferma l’adesione con una delegazione alla manifestazione di Matteo Salvini a Roma, – spiega – suscita gravi interrogativi il rifiuto della Lega di sostenere la campagna di Mario Occhiuto per la guida della Calabria, dove gli accordi prevedono che sia FI a indicare il candidato governatore”.

“Noi annunciamo la partecipazione a un evento che, senza la presenza di Silvio Berlusconi sul palco, rischia di rivelarsi l’atto di sottomissione a una nuova leadership del centrodestra, e loro rompono le intese sui territori?” è l’interrogativo critico della Carfagna.

“Se questo è ciò che la Lega intende per “alleanza” – conclude la parlamentare azzurra – è un dovere esprimere perplessità. Vorrei invitare anche chi sta dichiarando entusiasmo sull’evento di Piazza San Giovanni a moderare il fervore: senza pari dignità non c’è centrodestra, piazza o non piazza”.

Regionali in Calabria, strada in salita per Mario Occhiuto. No della Lega

Mario Occhiuto

Strada in salita per il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto per la candidatura alla presidenza della Regione Calabria alle prossime regionali. Il sindaco ha tutto il sostegno dei vertici nazionali di Forza Italia, ma trova il muro della Lega di Matteo Salvini che ancora una volta, ribadisce la sua contrarietà a candidare nel centrodestra unito il primo cittadino della città dei Bruzi.

“La Lega ha già dichiarato che non sosterrà Mario Occhiuto, ci sono tante donne e uomini calabresi (senza problemi con la giustizia) che possono rappresentare meglio il futuro di questa splendida terra dopo i disastri del Pd. La Calabria deve guardare al futuro, non al passato”. E’ quanto si legge in una nota fatta filtrare da ambienti della Lega a proposito della designazione del sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, da parte di Forza Italia come candidato del centrodestra per la presidenza della Regione Calabria.

Nel primo pomeriggio il sindaco Occhiuto avrebbe ricevuto, stando a quanto riporta Adnkronos, la benedizione del presidente Berlusconi. Anche il coordinamento nazionale ha subito dopo diramato una nota in cui si dava il via libera a Mario Occhiuto a candidato “del centrodestra” in Calabria. Una dichiarazione forzata e non condivisa, che non è evidentemente piaciuta ai leghisti che nel giro di qualche ora hanno smorzato ogni entusiasmo degli azzurri calabresi. Non è ancora dato sapere le determinazioni di Fratelli d’Italia che per adesso scelgono di osservare in silenzio.

Ora cosa succede? A meno di non andare divisi, ipotesi non improbabile, visto il precedente del 2014, i partiti del centrodestra, Forza italia in testa, dovrebbero convergere su un altro candidato, magari forzista ma che non sia il sindaco di Cosenza che aveva ricevuto già lo stop di Salvini in persona durante il comizio a Cosenza.

Il veto leghista su Occhiuto, da come esplicitato, è da ricondurre alle inchieste giudiziarie in cui il sindaco di Cosenza è coinvolto. A questo punto per risolvere la “crisi” le ipotesi sono due o tre: la prima è che Forza Italia tiri dritto per la sua strada presentandosi senza gli alleati, cioè Lega e Fratelli d’Italia, e con Mario Occhiuto candidato, trovando magari delle liste civiche a sostegno. Una strada rischiosa che potrebbe portare a una sconfitta come nel 2014 le cui divisioni hanno di fatto spianato la strada a Mario Oliverio come governatore.

Nell’ipotesi di una corsa unitaria per tentare di conquistare la Cittadella c’è da considerare che se il candidato spetta a FI, in esito agli accordi per le ripartizioni regionali, il candidato azzurro su cui gli alleati possono convergere, potrebbe essere Roberto Occhiuto, fratello di Mario nonché attuale parlamentare azzurro e vicepresidente del gruppo alla Camera.

Il deputato, che ha una lunga esperienza politica, anche in consiglio regionale, ha già fatto sapere che non intende tuffarsi in questa esperienza, e che il candidato è il fratello Mario. Tuttavia, se glielo dovesse chiedere Berlusconi per superare lo stallo? “Non esiste”, taglia corto Roberto Occhiuto interpellato al proposito… Leggi

La terza ipotesi, potrebbe vedere in campo come candidata Wanda Ferro, attuale parlamentare di Fratelli d’Italia e già sfidante di Oliverio cinque anni fa con un centrodestra dilaniato. L’esponente politico già qualche settimana addietro aveva fatto sapere di essere a disposizione delle determinazioni del suo partito e della coalizione. In questa ipotesi sarebbe sostenuta solo dai meloniani e dalla Lega.

Estorsione mafiosa a imprenditori, un altro arresto

I carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno, supportati nella fase esecutiva da quelli del Nucleo investigativo di Vibo Valentia e della Compagnia di Vibo Valentia, hanno arrestato Domenico Franzone, vibonese di 62 anni.

Il provvedimento rientra nell’operazione “‘Mbasciata” del febbraio scorso quando due persone, Emilio Pisano e Vincenzo Puntoriero, furono arrestati per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di due imprenditori edili.

I due costruttori avevano denunciato che mentre stavano eseguendo un lavoro per il ripristino delle condutture fognarie a Vibo erano stati avvicinati da Pisano e Puntoriero. In un’altra circostanza uno dei titolari della ditta, secondo l’accusa, era stato avvicinato anche da Franzone.

Inizialmente non era stata emessa misura per quest’ultimo ma dopo l’appello del pm della Dda di Catanzaro, il Tribunale ha disposto l’applicazione della custodia cautelare in carcere di Franzone. Contro il provvedimento, l’indagato aveva fatto ricorso in Cassazione che l’ha giudicato inammissibile.

Trovato morto ultra novantenne scomparso

Un pensionato di 96 anni, Giuseppe Murdica, ex comandante dei Vigili urbani di Oppido Mamertina, è stato trovato cadavere stamattina in un burrone sulle montagne reggine di Zervò. Il pensionato si era allontanato da casa ieri sera.

Intorno alle 19 i parenti avevano lanciato l’allarme. Per tutta la notte carabinieri, carabinieri forestale e polizia, oltre alla polizia locale e a volontari, avevano avviato le ricerche sul territorio montano di Oppido.

Stamattina il tragico epilogo con il rinvenimento del corpo del pensionato che era abituato ad uscire e passeggiare nei boschi. Il corpo è stato recuperato dai vigili del fuoco con l’ausilio di un elicottero. Ignote al momento le cause del decesso.

Suicida un calabrese agente della Penitenziaria a Piacenza

Carcere di BollateUn assistente capo della Polizia Penitenziaria, di circa 53 anni, originario della Calabria e da molti anni in servizio nel carcere di Piacenza, si è tolto la vita in mattinata, impiccandosi nei pressi della cantina di casa. A darne notizia è il Sindacato autonomo polizia penitenziaria, Sappe.

“Siamo sconvolti”, dice Donato Capece, segretario generale del sindacato. “L’uomo era da tempo assente dal servizio per malattia ma era benvoluto da tutti. Ha atteso che la moglie uscisse di casa ed ha posto in essere il tragico gesto”.

“Non sappiamo se, in questo, era percepibile o meno un eventuale disagio che viveva il collega. Quel che è certo – sottolinea Capece – è che sui temi del benessere lavorativo dei poliziotti penitenziari l’Amministrazione Penitenziaria e il Ministero della Giustizia sono in colpevole ritardo, senza alcuna iniziativa concreta. Al ministro Bonafade ed ai Sottosegretari di Stato Andrea Giorgis e Vittorio Ferraresi chiedo un incontro urgente per attivare serie iniziative di contrasto al disagio dei poliziotti penitenziari”.

Feto morto a Vibo, inchiesta della Procura. Indagata ginecologa

ospedale vibo valentiaC’è un’indagata nell’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia sulla vicenda del mancato parto cesareo su una gestante di 32 anni a causa del quale il feto di 39 settimane che la donna portava in grembo sarebbe morto.

L’indagata, cui è stata notificata un’informazione di garanzia emessa dal Pm titolare del fascicolo d’inchiesta, Concettina Iannazzo, è la ginecologa dell’ospedale di Vibo Valentia che aveva seguito la 32enne durante la gravidanza. L’ipotesi sarebbe di omicidio colposo.

Intanto, l’inchiesta della Procura di Vibo, le cui indagini sono state delegate alla Squadra mobile della questura di Vibo, è stata avviata sulla base di una denuncia presentata dai genitori del bambino deceduto.

Per domani è stata fissata l’autopsia sul feto, affidata all’anatomo patologa Katiuscia Bisogni. I genitori del bambino deceduto hanno nominato come legale di fiducia l’avvocato Antonella Natale ed un perito di parte, Alfonso Luciano.

Nascondeva cocaina nella canna fumaria, scoperto e arrestato

Nascondeva la cocaina all’interno della canna fumaria di casa, un posto ritenuto sicuro da uno spacciatore che però è stato scoperto e arrestato dai carabinieri della Compagnia di Rossano. Protagonista un 31enne del posto, B.L., che è stato sorpreso ieri scambiare un involucro di droga con un consumatore.

I carabinieri della stazione di Mirto Crosia, che sono intervenuti durante lo scambio, hanno appurato che all’interno della stagnola vi era una dose di coca per mezzo grammo.

Scattata una perquisizione a casa dell’uomo, i militari, supportati dal cane antidroga, hanno rinvenuto un involucro, contenente altri 17,5 grammi di cocaina, occultato all’interno della canna fumaria, nonché un bilancino di precisione che il trentunenne aveva nascosto all’interno di una stufa.

Addosso all’uomo, inoltre, sono stati rinvenuti 480 euro, somma ritenuta provento dell’attività di spaccio e sottoposti a sequestro unitamente allo stupefacente. Su disposizione del pm di turno presso la procura di Castrovillari il pusher è stato posto ai domiciliari.

L’uomo, difeso dall’avvocato Raffaele Meles, è stato poi rimesso in libertà dal gip che ha disposto il solo obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. (aggiornato il 12-10-2019)

Nobel per la pace al primo ministro etiope Abiy Ahmed Ali

Il primo ministro etiope Abiy Ahmed Ali, premio Nobel per la pace 2019 (Ansa/Ap)

Il Nobel per la pace è stato assegnato al primo ministro etiope Abiy Ahmed Ali, ha detto una rappresentante del comitato leggendo la motivazione, “per i suoi sforzi per raggiungere la pace e la cooperazione internazionale, e in particolare per la sua decisiva iniziativa per risolvere il conflitto di confine con la vicina Eritrea”.

“Il premio Nobel per la pace 2019 – ha poi precisato il Comitato in un tweet – intende anche riconoscere tutte le parti interessate che lavorano per la pace e la riconciliazione in Etiopia e nelle regioni dell’Africa orientale e nordorientale”.

“In stretta collaborazione con Isaias Afwerki, il presidente dell’Eritrea, il premiato di quest’anno ha rapidamente elaborato i principi di un accordo di pace per porre fine alla lunga situazione di stallo ‘nessuna pace, nessuna guerra’ tra Etiopia ed Eritrea”.

“In Etiopia – ricorda il Comitato – anche se rimane molto lavoro da fare, Abiy Ahmed ha avviato importanti riforme per dare a molti cittadini la speranza per una vita migliore e un futuro più luminoso. Come primo ministro, Abiy Ahmed ha cercato di promuovere la riconciliazione, la solidarietà e la giustizia sociale”.

L’Etiopia “è fiera in quanto nazione” dell’assegnazione del premio Nobel per la Pace al premier Abiy Ahmed Ali, ha fatto sapere l’ufficio del primo ministro.

Feto morto a Vibo, il ministro Speranza invia ispettori

Il ministro della Salute Roberto Speranza

Il ministro della Salute Roberto Speranza “ha immediatamente predisposto l’invio di un’ispezione nell’ospedale di Vibo Valentia in seguito al decesso del feto in grembo a una donna di 32 anni”. Lo comunica il ministero della Salute. Il ministero vuole capire le circostanze sulla morte del feto in grembo a una donna di Cessaniti, a cui non è stato fatto il cesario per assenza di anestetisti.

I fatti – I familiari della donna hanno riferito che il 26 settembre scorso la gestante si era sottoposta ad un controllo in ospedale e le condizioni del bimbo erano state giudicate normali. Alla donna sarebbe stato detto, quindi, che a giorni sarebbe stata chiamata per effettuare il cesareo.

Tuttavia fino a ieri mattina la gestante non ha avuto notizie. E così ieri, insieme al marito, si è recata in ospedale per chiedere spiegazioni sui motivi del ritardo dell’intervento.

A quel punto alla coppia, sempre a detta dei familiari, sarebbe stata comunicata l’impossibilità di procedere al parto cesareo per l’assenza di anestesisti e di tornare l’indomani, cioè ieri mattina. Nel frattempo, però, il bambino è deceduto.

Cambio al vertice della Guardia di finanza di Cosenza

Guardia di finanza Cosenza
La sede della Guardia di Finanza di Cosenza

Dopo quattro anni, il Colonnello Marco Grazioli lascia il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza e passa le consegne al Colonnello Danilo Nastasi.

Alla presenza del Comandante Regionale Calabria, Generale di Divisione Fabio Contini e di tutto il personale, i due Ufficiali si sono avvicendati nel prestigioso e delicato incarico.
Il Colonnello Grazioli, destinato al Comando Regionale Calabria quale Capo di Stato Maggiore, ha salutato i militari presenti, ringraziando per la preziosa collaborazione fornita e gli importanti risultanti raggiunti ed esortando a proseguire nell’impegno profuso con serenità, determinazione e spirito di servizio.

Un ringraziamento particolare è stato espresso nei confronti di tutte le Autorità locali, in
particolare a S.E. il Prefetto di Cosenza, all’Autorità Giudiziaria, al Sig. Questore ed al
Comandante dell’Arma dei Carabinieri, al Presidente della Provincia di Cosenza ed al Sindaco di Cosenza.

Anni intensi e ricchi di soddisfazioni, condivisi in una continua comunione di intenti al servizio del Paese e della meravigliosa “terra calabra”.

Il Colonnello Danilo Nastasi è originario di Milazzo (Messina) e proviene da Varese, dove negli ultimi anni ha retto il comando del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria.

Nel corso della sua carriera, dopo aver frequentato l’Accademia del Corpo, ha svolto numerosi incarichi operativi presso il Nucleo P.E.F. di Firenze, la Compagnia di Bergamo, il Nucleo di Polizia Valutaria alla sede di Milano e la Direzione Investigativa Antimafia di Messina.

Il Colonnello Nastasi ha manifestato l’’impegno di continuare nell’efficace opera di servizio e di armonica cooperazione istituzionale che contraddistingue la provincia cosentina, finalizzata al perseguimento dell’interesse pubblico e delle esigenze di legalità dei cittadini.

Il Comandante Regionale ha concluso la breve ma significativa cerimonia richiamando i
caratteri essenziali dei due Ufficiali, augurando un buon lavoro ed il raggiungimento di
importanti risultati di servizio a favore dell’intera popolazione calabrese.

Assunto in scuola al nord si dà sempre malato con falsi certificati

Avrebbe presentato svariati certificati medici falsi, attestanti una patologia grave per cui era necessaria una terapia salvavita, assentandosi dal servizio tra ottobre 2018 e giugno 2019 pur percependo lo stipendio pieno.

Ad un reggino di 36 anni, docente di un istituto di istruzione superiore a Lonigo (Vicenza), accusato di truffa ai danni dello Stato e false attestazioni e certificazioni, i finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno sequestrato preventivamente le somme indebitamente percepite.

Assunto a tempo determinato come docente non era di fatto, per tutto il periodo del contratto, mai stato in servizio giustificando le assenze con documenti rivelatisi falsi a partire dal certificato medico “madre”, apparentemente rilasciato da un ospedale di Reggio Calabria, che attestava la presunta grave patologia. In base al quadro clinico il medico aveva prodotto e trasmesso all’Istituto scolastico vicentino tutti i successivi certificati consentendo la presunta frode.

Feto morto a Vibo, in ospedale non c’erano anestetisti per il cesario

Si presenta in ospedale e scopre che il figlio che porta in grembo è morto. É accaduto nell’ospedale di Vibo Valentia. Protagonista della vicenda una donna di 32 anni,arrivata alla fase finale della gravidanza. Dal tracciato è però risultato che il bambino che la donna aveva in grembo era già morto.

I familiari della donna hanno riferito che il 26 settembre scorso la gestante si era sottoposta ad un controllo in ospedale e le condizioni del bimbo erano state giudicate normali. Alla donna sarebbe stato detto, quindi, che a giorni sarebbe stata chiamata per effettuare il cesareo.

Tuttavia fino a ieri mattina la gestante non ha avuto notizie. E così ieri, insieme al marito, si è recata in ospedale per chiedere spiegazioni sui motivi del ritardo dell’intervento.

A quel punto alla coppia, sempre a detta dei familiari, sarebbe stata comunicata l’impossibilità di procedere al parto cesareo per l’assenza di anestesisti e di tornare l’indomani, cioè oggi. Nel frattempo, però, il bambino è deceduto. (Ansa)

Perseguita ex compagna e le incendia l’auto, arrestato

carabinieriAvrebbe perseguitato per mesi l’ex compagna arrivando ad incendiarle l’auto. Un uomo di 42 anni è stato arrestato e posto ai domiciliari dai carabinieri di Cassano allo Ionio con l’accusa di atti persecutori e danneggiamento.

La donna, in occasione dell’incendio dell’autovettura, aveva riferito ai carabinieri di essere da tempo oggetto di atti persecutori da parte di un uomo con cui in passato aveva intrattenuto una relazione sentimentale. L’ex compagno, non rassegnandosi alla fine del loro rapporto, aveva dapprima iniziato a tempestarla di telefonate in qualsiasi orario del giorno e della notte ed era poi passato ai messaggi di natura offensiva e minacciosa.

Le indagini dei carabinieri di Cassano si sono subito indirizzate sulla ricerca di testimoni e all’acquisizione di immagini di impianti di videosorveglianza. Da un filmato sono state estrapolate immagini in cui compariva l’uomo che, assieme ad un’altra persona, versava liquido infiammabile sulla vettura dell’ex compagna per poi darle fuoco.

Presunti illeciti in Procura, chiesto il rinvio per Facciolla

Il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla
Il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla

(ANSA) – CATANZARO, 10 OTT – La Procura della Repubblica di Salerno, competente per le inchieste in cui sono indagati magistrati del Distretto di Catanzaro, ha chiesto il rinvio a giudizio delle persone coinvolte nell’indagine su presunti illeciti attribuiti alla Procura della Repubblica di Castrovillari.
   
Gli indagati sono il Procuratore Eugenio Facciolla; l’agente della Polizia stradale di Cosenza Vito Tignanelli, amministratore di fatto della Stm srl, che fornisce apparecchiature per intercettazioni; Carmine Greco, comandante della forestale di Cava di Melis (Cosenza); Alessandro Nota, carabiniere in servizio anche lui a Cava di Melis, e Marisa Aquino, moglie di Tignanelli e titolare della Stm.
   
L’udienza preliminare é stata fissata dal gup di Salerno Giandomenico D’Agostino per il prossimo 27 novembre.
   
I reati per i quali sono indagate le persone coinvolte nell’inchiesta sono corruzione e falso e riguardano presunti illeciti nell’affidamento alla Stm del noleggio di apparecchiature per intercettazione.

Donna incinta va per esami in ospedale e le dicono che il bimbo è morto.

ospedale viboSi presenta in ospedale e scopre che il figlio che porta in grembo è morto. E’ accaduto stamattina nell’ospedale di Vibo Valentia. Protagonista della vicenda una donna di 32 anni di Cessaniti (Vibo Valentia), arrivata alla fase finale della gravidanza (trentanovesima settimana) e che avrebbe dovuto sottoporsi ad alcuni esami.

Il tracciato ha fatto però emergere la triste realtà: il bambino che la donna aveva in grembo era già morto da alcuni giorni. Il merito della donna, nel momento in cui gli è stata comunicata la notizia, è andato in escandescenze, sferrando calci e pugni contro la porta della sala parto, danneggiando un vetro e inveendo contro l’ostetrica e il personale del reparto.

Sul posto è intervenuta la polizia che ha condotto l’uomo in Questura per ricostruire i fatti, mentre la moglie è rimasta in ospedale per gli accertamenti del caso. Per domani è stato programmato il taglio cesareo per stabilire cause e data del decesso del feto.

‘Ndrangheta, confiscati beni per un milione a condannato

Dia antimafiaLa Dia di Reggio Calabria, coordinata dal Procuratore distrettuale Giovanni Bombardieri, ha eseguito un provvedimento di confisca di beni del valore di circa un milione, emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale nei confronti di un affiliato alla ‘ndrangheta, Rosario Aricò, di 59 anni, con trascorsi lavorativi nel settore dell’ortofrutta.

Aricò, già coinvolto nell’operazione “Archi”, è stato condannato dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria, con sentenza diventata definitiva nel 2015, a sei anni ed otto mesi di reclusione per associazione mafiosa quale affiliato alla cosca “Tegano”, operante prevalentemente nel quartiere Archi del capoluogo.

I beni confiscati ad Aricò consistono, in particolare, in sei immobili, tra cui una villa di pregio e due appartamenti a Reggio Calabria e Scilla; due autovetture, varie disponibilità finanziarie e due diritti di credito vantati presso terzi.

Siria, Erdogan: “Se Ue ostacola vi farò invadere da milioni di profughi”

Prosegue l’offensiva militare della Turchia nel nord-est della Siria. A meno di 24 ore dall’inizio dell’operazione “Sorgente di pace”, “109 terroristi sono stati uccisi” dai raid dell’esercito turco”, fa sapere il presidente turco Recep Tayyip Erdogan tracciando un primo bilancio dell’attacco dell’artiglieria della mezza luna.

Se l’Ue – attacca Erdogan – ci accuserà di “occupazione” della Siria e ostacolerà la nostra “operazione” militare, “apriremo le porte a 3,6 milioni di rifugiati e li manderemo da voi”, ha minacciato il presidente turco.

L’Unione europea si sta opponendo all’azione militare preoccupata dal fatto che nella “caccia” ai terroristi del PKK curdo, possano finire vittime i civili curdo-siriani. Alcune informazioni non indipendenti hanno già fatto filtrare che vi sono vittime fra i civili curdi, ma al momento non vi è conferma. A far filtrare queste “notizie” il sedicente Osservatorio dei diritti umani in Siria gestito da una sola persona che vive a Londra.

“L’operazione militare della Turchia nel nord-est della Siria è il risultato delle azioni degli Stati Uniti in quell’area”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, citato da Interfax.

“La Russia promuoverà il dialogo “tra Damasco e Ankara” alla luce dell’operazione turca in Siria, ha aggiunto il ministro Lavrov. “Abbiamo motivi per credere che soddisferà gli interessi di entrambe le parti”, ha affermato ancora Lavrov. Allo stesso tempo la Russia “promuoverà i contatti tra Damasco e i gruppi curdi che rinunciano all’estremismo e alle tattiche terroristiche”.

Al mondo intero “voglio dare questa rassicurazione: Daesh (Isis) non sarà presente nella regione” della Siria nordorientale dopo l’operazione militare avviata dalla Turchia, ha detto ancora il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, parlando ai leader provinciali del suo Akp.

Prendeva il reddito e “arrotondava” spacciando droga, arrestato

Guardia di finanza CatanzaroDa disoccupato percepiva il reddito di cittadinanza e per “arrotondare” era dedito allo spaccio di droga. Così un lametino di 47 anni è stato scoperto e arrestato dai finanzieri di Lamezia Terme che durante controlli nel quartiere Capizzaglie lo hanno trovato in possesso di dieci grammi di cocaina, dopo una perquisizione veicolare e personale.

Estesi i controlli a casa dell’uomo – in passato coinvolto in inchieste di criminalità organizzata -, le Fiamme gialle hanno trovato un bilancino di precisione e alcuni grammi di marijuana. Processato per direttissima, il giudice nel convalidare l’arresto, ha disposto per lui l’obbligo di dimora e il divieto di allontanarsi dalla propria abitazione.

I militari della Guardia di finanza avevano anche scoperto che l’uomo era percettore del reddito, così il pm ha chiesto e ottenuto dal giudice la sospensione del beneficio. Si tratta, spiegano gli investigatori, del primo provvedimento del tribunale di Lamezia di sospensione della misura di sostegno nei confronti di percettori che vengono sottoposti a misure cautelari personali.

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