9 Ottobre 2024

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Cosenza dedica una strada a Don Francesco Mottola

Una nuova strada di Cosenza è stata intitolata questa mattina dall’Amministrazione comunale a Don Francesco Mottola, che tra qualche mese sarà beatificato. Un luogo scelto non a caso e che, come ha tenuto ad evidenziare durante la cerimonia monsignor Francesco Nolé, arcivescovo della diocesi Cosenza-Bisignano, “rimanda al significato di unire”, considerando che in linea d’aria si trova al centro fra due chiese periferiche, quella di San Giuseppe a Serra Spiga, retta da don Emanuele Mastrilli, e la parrocchia di San Giovanni Battista in via De Rada (con la sua grande croce a campeggiare sull’ingresso autostradale di Cosenza Sud), guidata da don Pier Maria Del Vecchio.

“Don Francesco Mottola – spiega una nota dell’amministrazione di Cosenza – è il santo sacerdote che ha unito contemplazione e carità dedicando la propria vita agli emarginati, agli ultimi, alle donne e agli uomini che la società ghettizzava e che il sacerdote di Tropea chiamava “i nuju du mundu”.

Il postulatore della Causa che culminerà, indicativamente nel prossimo mese di maggio, con la celebrazione di beatificazione in Vaticano, è don Enzo Gabrieli, che sta seguendo l’inchiesta diocesana dal 2011 e che, questa mattina, era presente alla scopertura della targa insieme a diversi parroci del territorio.

Don Francesco Mottola nel 2010 ha compiuto un miracolo che è stato riconosciuto e che ha consentito che l’inchiesta diocesana passasse alla fase romana della Congregazione delle Cause dei Santi dove il miracolo è stato vagliato da una Commissione medica, da una Commissione teologica e da una Commissione di Cardinali e Vescovi che hanno espresso parere favorevole. A questi voti è seguita l’autorizzazione di Papa Francesco.

Ai sacerdoti delle parrocchie cittadine, in virtù dell’esempio di don Mottola, ha rivolto un pensiero e un ringraziamento il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto: “Siamo grati ai nostri sacerdoti perché ci supportano nel sostenere le fasce più deboli, laddove la nostra attività politico-amministrativa incontra dei limiti. Il nostro impegno rimane comunque sempre rivolto ai cittadini più bisognosi”, ha detto Occhiuto.

Statale 106, interrogazione di Salvini al ministro De Micheli

Fabio Pugliese con Matteo Salvini

Il leader della Lega Matteo Salvini è il primo firmatario di una interrogazione al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli sulle condizioni della statale 106 jonica. Nell’atto ispettivo il senatore chiede al ministro “di indicare i tempi previsti per lo sblocco dell’approvazione del progetto esecutivo dei lavori della 2^ tratta dal km 18+863 della Statale 106 “Jonica”, tristemente nota come “strada della morte”.

“Si tratta di un’opera che la Calabria attende da 20 anni non più procrastinabile. In questa strada hanno perso la vita più di 700 persone. Ci auguriamo che il ministro De Micheli agisca in fretta prima che aumentino le vittime”.

L’impegno di Salvini sulla 106 era stato preso durante l’ultima visita che ha fatto in Calabria a settembre. In quella due giorni l’ex vicepremier ebbe un incontro con Fabio Pugliese, presidente dell’associazione “Basta vittime sulla statale 106”.

Latitanza Matacena, pm: “Scajola non poteva non sapere”

Il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo (frame Tg3 Calabria)

L’ex ministro dell’Interno ed attuale sindaco di Forza Italia di Imperia Claudio Scajola “non poteva non sapere, anzi, era a perfetta conoscenza dello stato di ricercato dell’ex parlamentare Amedeo Matacena, dopo la condanna definitiva della Corte di Cassazione per concorso esterno in associazione mafiosa”.

A dirlo il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo che stamani, nell’aula bunker di Reggio, ha iniziato la requisitoria nel processo “Breakfast”, dov’è imputato, tra gli altri, anche Scajola, accusato di procurata inosservanza della pena per il presunto tentativo di favorire la latitanza di Matacena.

Lombardo ha insistito nell’indicare al Tribunale “la presenza di una rese strutturata a protezione di Matacena, in cui tutti i protagonisti della vicenda avevano un ruolo preciso da assolvere. Scajola ha fornito un contributo importante a Matacena per sottrarsi alla legge in perfetta consapevolezza”. (Ansa)

Confiscati beni per 900 mila euro a condannato

sequestro
Archivio

I carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito un’ordinanza di sequestro e confisca di beni immobili, e prodotti finanziari riconducibili al patrimonio di Vincenzo Perri, di 36 anni, di Gioia Tauro, attualmente detenuto.

L’uomo, ritenuto affiliato alla famiglia di ‘ndrangheta Brandimarte-Perri, è stato condannato per omicidio, armi e produzione e traffico di sostanze stupefacenti. Le indagini condotte dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Reggio Calabria e sul quale il provvedimento si fonda, derivano da due condanne a 3 anni e a 12 anni.

Nella circostanza sono stati confiscati sei fabbricati a Gioia Tauro ed alcuni prodotti finanziari, per un valore complessivo di 900 mila euro.

108 migranti su due velieri sbarcati nel Reggino

trasbordo migranti
Archivio

Due piccole imbarcazioni che trasportavano, complessivamente, 108 migranti di nazionalità iraniana e irachena, sono state individuate stamani da motovedette della Guardia costiera e della sezione navale della Guardia di finanza di Roccella Ionica al largo di Brancaleone.

Per motivi di sicurezza, i migranti sono stati trasbordati sulle unità militari e trasportati nel porto di Roccella. Le due imbarcazioni sono state individuate a distanza di un’ora l’una dall’altra.

Sulla prima, una piccola barca a motore di meno di 15 metri, c’erano 64 persone, tra le quali 5 donne e 4 bambini. Sulla seconda, una piccola barca a vela, erano in 44, tra cui una donna ed una bambina. Le loro condizioni sono buone.

I migranti, giunti in porto, hanno ricevuto la prima assistenza e poi sono stati trasferiti temporaneamente in un centro messo a disposizione del Comune e gestito dalla locale sezione della Protezione civile.

Regionali in Calabria, Salvini insiste su Occhiuto: “No a candidato indagato”

Matteo Salvini in Umbria (Fb)

Mentre Berlusconi domenica ha dato un sostanziale via libera al sindaco di Cosenza  Mario Occhiuto per la candidatura a governatore della Calabria, per il centrodestra (“Gli avvocati dicono che le indagini cui è sottoposto Occhiuto non sono preoccupanti”), dalla Lega, che tre giorni fa aveva posto il veto appunto per via delle questioni giudiziarie del sindaco, arriva un altro deciso “no”, questa volta direttamente da Matteo Salvini che in una video diretta sui social ha bocciato senza appello la candidatura del sindaco cosentino.

“…In Calabria chiedo il nuovo– ha detto Salvini –, a nome di tanti calabresi chiedo candidati che non siano indagati, pluriprocessati, candidati che guardino avanti non che ci riportino indietro, che permettano alla Calabria di sognare, di respirare, di lavorare…”.

La situazione a questo punto è caotica e i veti leghisti sul candidato di Forza Italia stanno di fatto spaccando il Centrodestra, con il parlamentare Roberto Occhiuto (fratello del sindaco Mario) che ha già fatto sapere che Forza Italia è disposta ad andare da sola alle prossime regionali se non cadono i veti sul fratello. Posizione ribadita anche dal diretto interessato che sabato in un incontro con i comitati in favore della sua candidatura si è detto stupito del “garantismo a fasi alterne” del Carroccio.

Dai vertici della Lega calabrese la linea tracciata rimarca la posizione di Salvini, mentre i vertici di FI, Tajani e Gelmini dopo il via del comitato nazionale azzurro rimandano la decisione nelle mani del cavaliere: “Saprà trovare una soluzione ragionevole, per ora pensiamo all’Umbria”. L’altro alleato forte nel centrodestra calabrese, Fratelli d’Italia, per adesso osserva e attende in religioso silenzio.

Scontro frontale a Roma, due morti

incidente segnale poliziaUn uomo di 30 anni e una donna di 31 sono morti in un incidente stradale avvenuto nel pomeriggio di ieri in via dell’Acqua Vergine, a Roma. Per cause in corso di accertamento, due mezzi, una moto Piaggio e una Mercedes, si sono scontrati frontalmente. Il conducente del motorino è deceduto sul colpo, mentre la passeggera è stata trasportata presso il policlinico di Tor Vergata in gravi condizioni ma è poi deceduta in ospedale.

Il conducente dell’auto, un uomo di 34 anni, è stato accompagnato in ospedale per accertamenti tossicologici di rito. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia Locale Gruppo Torri che hanno proceduto ai rilievi.

L’incidente di domenica a Roma segue la strage del sabato sera a Catania in cui in un impatto autonomo contro uno spartitraffico hanno perso la vita 4 giovani, tra i quali due minorenni. Nella notte di sabato tra il 5 e il 6 ottobre, alle porte di Cosenza, uno scontro tra due mezzi ha causato la morte di 4 giovanissimi.

Elezioni in Polonia, plebiscito per il PIS di Kaczynski: Maggioranza assoluta

Il Partito “Diritto e Giustizia” (PIS), del leader Jaroslaw Kaczynski, si avvia ad una storica vittoria nelle elezioni politiche in Polonia. Quando sono state scrutinate circa il 42 percento delle schede il movimento nazionalista sfiora quasi il 50% (49,30) al Sejm, (la Camera bassa). Lo ha comunicato la Commissione elettorale nazionale citata da gazeta.pl. L’affluenza è stata molto alta, oltre il 61%. Alle precedenti elezioni parlamentari del 2015 il PIS ottenne il 37,6%.

Secondo i dati parziali, viene staccata la Piattaforma civica di Donald Tusk che al momento si attesta attorno al 22,27%. Al terzo posto la sinistra polacca (Lewica) al 10.88 percento, seguita dal Partito popolare polacco (Psl) al 9,75%, mentre la Confederazione per la libertà e l’indipendenza è riuscita a racimolare il 6.2%. Se la tendenza viene confermata il PIS va verso la maggioranza assoluta in Parlamento. Per i risultati ufficiali c’è da attendere tra lunedì sera e martedì mattina.

Aggiornamento: i risultati finali sono:

PiS: 43,59 percento (236 seggi) 
KO: 27,40% (134 seggi)
Sinistra: 12,56% (50 seggi)
PSL: 8,55% (28 seggi)
Confederazione: 6,81 percento (11 seggi). La “Konfederacja” è un partito di estrema destra. Un seggio è stato assegnato alla minoranza tedesca.

I seggi alla Camera bassa (Sejm) sono 460.

Su scala nazionale, sono stati espressi 18 milioni 470 mila voti validi. Di questi oltre 8 milioni sono andati al partito nazionalista PIS.

Maxi evasione di 100 milioni con false fatture. Misure

Oltre 100 milioni di evasione fiscale realizzati attraverso fatture false. È quanto hanno accertato gli uomini del Nucleo di polizia Valutaria della Guardia di Finanza nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura di Roma.

Complessivamente sono 21 le misure interdittive emesse mentre sono in corso sequestri preventivi di beni nelle province di Roma e Latina per un valore di circa 20 milioni.

Manovra in alto mare, lite su Quota 100. Renzi: “Abolirla”

Tropea come Corleone: comune sciolto per mafia da Palazzo Chigi
Palazzo Chigi

Tre miliardi di taglio delle tasse sul lavoro nel 2020 e l’ingresso in manovra di un fondo per la famiglia. Sono le novità che spuntano sul tavolo del vertice notturno sulla legge di bilancio a Palazzo Chigi. Ipotesi che mirano a rendere il testo “più ambizioso”, ma anche a ridurre gli attriti tra i partiti.

E’ una vigilia di liti, infatti, quella che precede l’arrivo in Consiglio dei ministri della manovra (previsto per lunedì sera, potrebbe tenersi martedì mattina), con il documento programmatico di bilancio da inviare all’Ue e il decreto fiscale. Sottotraccia duellano M5s e Pd proprio sul taglio del cuneo. Sulla scena, si scontrano Iv e M5s sulla proposta di Matteo Renzi di abolire quota 100, che per Luigi Di Maio è inaccettabile.

A Palazzo Chigi, intorno alle 22, il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri accolgono i capi delegazione dei quattro partiti di maggioranza, Di Maio, Dario Franceschini, Roberto Speranza, Teresa Bellanova. C’è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. E i viceministri all’Economia Laura Castelli (M5s) e Antonio Misiani (Pd), la sottosegretaria Maria Cecilia Guerra (Leu), il deputato Luigi Marattin (Iv).

Sono passate le 23 quando la riunione entra nel vivo e attorno all’una di notte, in un clima definito “sereno”, il confronto risulta “ancora in alto mare”. Sono numerosi i nodi da sciogliere: fino all’ultimo mancano coperture, anche perché ciascuna voce richiede una decisione politica.

Si ipotizza di ricavare, ad esempio, circa 400 milioni dai giochi e una cifra più bassa dalla revisione al rialzo delle accise sui tabacchi. Ma poiché quest’ultimo intervento potrebbe far aumentare il prezzo delle sigarette, la scelta viene lasciata ai partiti. E i partiti litigano. Italia Vera e M5s si scontrano su quota 100: Renzi chiede di abolirla, dando risorse alle famiglie, Di Maio risponde di no. Sul tavolo del vertice di maggioranza arriva l’ipotesi intermedia di intervenire sulle finestre di uscita previste con quota 100 nel 2020: farle slittare libererebbe risorse.

Anche in questo caso il no del M5s sembra netto. Ma proprio il ritocco alle finestre di quota 100 potrebbe essere tra le misure decise in extremis per consentire di aumentare la dote per il taglio del cuneo fiscale. Nel Def si era stimato per il 2020 un taglio di 2,7 miliardi: potrebbero salire a 3 miliardi. Su come tagliare, duellano Pd e M5s.

La richiesta del Movimento sarebbe quella di ridurre le tasse in parte ai lavoratori e in parte alle imprese (avviando insieme il salario minimo orario di 9 euro). Ma il Pd, che fin dall’accordo di governo ha chiesto il taglio del cuneo ai lavoratori, non ci sta. La mediazione potrebbe essere destinare per il 2020 (magari da metà anno) tutto al taglio delle buste paga, poi dal 2021 agire sulle imprese. Sotto i riflettori c’è poi l’assegno unico per i figli.

Nella lunga notte della manovra appare assai probabile che entri in legge di bilancio un fondo per la famiglia, che apra la strada all’assegno vero e proprio. In questo fondo confluirebbero le risorse per i servizi alle famiglie, da quelle per lo stop alle rette degli asili nido ad altri bonus. Sarebbe questa la base per creare in un secondo momento l’assegno unico per i figli.

Da discutere fino all’ultimo sono anche due interventi che il Movimento vorrebbe nel decreto fiscale: l’innalzamento delle soglie minime per il carcere agli evasori (il Pd vorrebbe parlarne in una legge collegata alla manovra, lasciando nel decreto fiscale solo la confisca dei beni degli evasori) e le compensazioni dei crediti Inps e Inail. E’ invece accantonata l’idea di abbassare la soglia per il contante, da 3000 a 1000 euro. A seconda delle risorse, si capirà anche se si riuscirà a cancellare, per tutto il 2020 o magari da metà anno, i superticket nella sanità. (Ansa)

‘Ndrangheta, blitz nel Catanzarese: 17 arresti

blitz elicottero

I Carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro, con il supporto dello squadrone cacciatori e di un elicottero, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 17 persone ritenute appartenenti e fiancheggiatori della cosca di ‘ndrangheta Iozzo-Chiefari, radicata, in particolare, nei comuni catanzaresi di Torre di Ruggero, Chiaravalle Centrale, Cardinale e aree limitrofe.

Con il provvedimento cautelare, emesso dal GIP del Tribunale di Catanzaro su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia diretta dal procuratore Nicola Gratteri, vengono contestati, i reati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, omicidio, tentato omicidio, coltivazione e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi, estorsione, ricettazione e altro.

L’attività investigativa, protrattasi per quasi 3 anni, ha consentito di documentare l’operatività criminale della cosca Iozzo – Chiefari e come i componenti avevano la disponibilità di numerose armi, anche da guerra, e avevano generato nella popolazione locale uno stato di soggezione con conseguenti manifestazioni di omertà e accondiscendenza.

Gli elementi investigativi raccolti hanno permesso di appurare l’illecito controllo da parte del sodalizio criminale, di attività imprenditoriali e commerciali (nei settori dell’edilizia, del movimento terra e del commercio all’ingrosso di legname), di subappalti connessi con la realizzazione di opere pubbliche anche di rilevante entità come la cosiddetta “Trasversale delle Serre”, nonché alcuni interessi connessi con attività commerciali anche in occasione della festa patronale di uno dei citati centri catanzaresi.

Una ulteriore fonte di proventi illeciti consisteva nella gestione di una redditizia piazza di spaccio di stupefacente, marijuana e cocaina, attivata nel territorio.
L’indagine ha consentito, inoltre, di fare luce sulle dinamiche di un tentato omicidio e di un duplice omicidio, consumati rispettivamente nel 2005 e nel 2009, entrambi a Chiaravalle Centrale, riconducibili a regolamenti interni all’organizzazione criminale.
Tra i destinatari del provvedimento figurano i vertici della consorteria.

Regionali in Calabria, Berlusconi: “Su Occhiuto legali dicono nessuna preoccupazione”

Silvio Berlusconi

Occhiuto si, Occhiuto no. Questo il dilemma per la scelta del candidato presidente del centrodestra in Calabria in cui Forza Italia ha indicato il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, candidatura che non trova l’assenso della Lega di Matteo Salvini.

“Dobbiamo parlarne”, ha detto al proposito Silvio Berlusconi a Milano. “Noi – spiega il presidente di FI – abbiamo sottoposto a due gruppi di avvocati le vicende che riguardano Mario Occhiuto e che vengono dalla giustizia calabrese. Ci hanno risposto entrambi che sono cose non solo lontane nel tempo, ma anche che assolutamente non danno alcuna preoccupazione”, ha detto il presidente degli azzurri.

“Quindi – ha aggiunto Berlusconi – avrò modo di parlare con Salvini e con i suoi e vedremo. Io credo che anche loro si renderanno conto di qual è la vera situazione”. Dopo il “no” ribadito due giorni fa dal commissario della Lega in Calabria, Cristian Invernizzi, il leader del Carroccio ha fatto sapere che a Roma “troveremo una soluzione”.

Intanto ieri, il candidato di Forza Italia in una convention con i comitati pro-Occhiuto ha affermato che se non ci dovessero essere gli alleati andrà avanti comunque da solo sulla linea di cambiamento già tracciata mesi fa. Lo stesso sindaco ha avuto modo di recriminare il “doppiopesismo” della Lega che si mostrerebbe garantista a “fasi alterne”. Occhiuto, questo il veto dei leghisti sulla sua persona, risulta indagato da più procure con più ipotesi di reato.

Siria, la Turchia non arretra. Merkel a Erdogan: “Fermati”

Prosegue l’offensiva militare della Turchia nel nord-est del confine con la Siria. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan afferma che l’operazione mira a rimuovere le forze a guida curda dall’area di confine e creare una “zona sicura” in cui milioni di rifugiati siriani possano essere rimpatriati.

Secondo informazioni non indipendenti, durante le azioni militari, oggi al quinto giorno, sarebbero stati uccisi una ventina di civili curdi. Secondo i curdi sarebbero scappati dalle prigioni un migliaio di terroristi dell’Isil (variante irachena-siriana di Daesh). Altri media riferiscono che sarebbe stato colpito un convoglio di reporter. Nel raid sarebbero stati uccisi due giornalisti.

Intanto, la cancelliera tedesca Angela Merkel avrebbe chiesto “la conclusione immediata dell’operazione militare” turca in Siria nel corso di una conversazione telefonica avuta con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. A darne notizia è stata una portavoce del governo tedesco: malgrado i legittimi interessi di sicurezza della Turchia, l’operazione minaccia di spostare gran parte della popolazione, destabilizzare la regione e rafforzare l’Isis, ha osservato.

Dal canto suo il presidente americano Donald Trump prende le distanze su Twitter dalla guerra in corso, giustificando al tempo stesso la decisione di ritirare i militari americani dispiegati in zona, appena confermata dal segretario alla Difesa. “Molto intelligente – afferma l’inquilino della Casa Bianca – non lasciarsi coinvolgere negli intensi combattimenti lungo il confine turco, per cambiare. Quelli che ci hanno portato erroneamente nelle guerre del Medio Oriente stanno ancora spingendo per combattere. Non hanno idea di quale cattiva decisione abbiano preso. Perché non stanno chiedendo una Dichiarazione di guerra?”.

L’offensiva turca avrebbe già causato l’esodo di 130 mila persone, in fuga dai primi luoghi individuati da Ankara come propri obiettivi, le città di Ras al Ain e Tel Abyad, e le zone rurali circostanti, mentre è critica la situazione in altre aree minacciate, una tra tutte Hasaka, per la mancanza di acqua potabile. Questa l’ultima valutazione della situazione sul terreno in Siria fatta dall’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha).

Germania, Francia e Gran Bretagna, cui si è accodata l’Italia, hanno espresso la volontà di non vendere più armi alla Turchia. Un annuncio che si somma alle molteplici promesse del passato senza risultati: Ankara è stata da sempre armata dai paesi occidentali ed europei.

Italia 5 stelle, militanti M5s aggrediscono cronista de “Le Iene”

Il sindaco di Roma Raggi durante i momenti di tensione a Napoli (Ansa)
Tensione alle stelle al raduno “Italia 5 stelle” a Napoli dove decine di militanti grillini hanno tentato di aggredire alcuni cronisti che erano in procinto di fare delle domande al sindaco di Roma Virginia Raggi.

“Fatemi parlare un minuto con i cronisti, poi vengo a salutarvi”; ha detto Raggi ma la situazione è precipitata all’arrivo di Filippo Roma, cronista satirico de Le Iene: “Venduto, venduto”, hanno urlato gli attivisti. La sicurezza ha quindi scelto di portare la Raggi nel retropalco per evitare che la situazione peggiorasse.

“E’ stato un vero e proprio tentativo di linciaggio, di manzoniana memoria direi”. Così, all’Adnkronos, l’inviato delle Iene Filippo Roma racconta l’aggressione subita a Napoli, dove si trova tuttora per intervistare la sindaca di Roma Virginia Raggi a Italia 5 Stelle.

Circondato e aggredito da un gruppo di attivisti, allontanati solo grazie all’intervento degli agenti della Digos, spiega: “Appena mi hanno visto sono impazziti. Mi hanno urlato ‘bastardo’, ‘figlio di put…’, ‘venduto’. So bene che gli attivisti e i simpatizzanti del Movimento da sempre mi odiano per le inchieste che ho fatto sui Cinque Stelle, una su tutte quella delle false firme. Dimenticano, però, come tante altre ne abbia fatte su membri del Partito democratico o di Forza Italia e pensano sia un venduto al soldo di Berlusconi”.

Filippo Roma, che con l’operatore sta continuando a girare a Italia 5 stelle nel capoluogo campano, è stato aggredito mentre tentava di intervistare Virginia Raggi sull’emergenza rifiuti. “Il sindaco si stava avvicinando verso il palco circondata dai giornalisti nell’area stand, quindi a ridosso del pubblico – dice – Quando mi hanno visto è scattato il tentativo di linciaggio. Se non fosse intervenuta la polizia a salvarmi, non sarei qui a raccontarla. Ero circondato da 100 persone, chi si faceva sotto con pugni, colpendo anche il cameraman, chi urlava insulti pesanti. E’ stato davvero incredibile, io sto bene, solo un cazzotto mi ha sfiorato. Sapevo di non essere simpatico agli attivisti, ma non immaginavo a tal punto. Avevano gli occhi venati di odio, nella storia politica italiana non c’è mai stato questo atteggiamento, neanche nei momenti più bui”.

Italia 5 stelle, militanti a Di Maio: “Non possiamo parlare più male del Pd?”

Luigi Di Maio, sul palco della mostra Otremare di Napoli (Ansa)

“Quella umbra non è un’alleanza. Molti mi dicono ‘Luigi ma allora non possiamo parlare più male del Pd?’ E io dico ‘tu puoi farlo, ma sei sicuro che serva ancora parlare male degli altri?’. Noi non proponiamo alleanze regionali con il Pd, noi al massimo proporremo altri patti civili, per liberare le Regioni dalle correnti, dai partiti”. Lo putualizza il leader del M5S Luigi Di Maio.

“Non restiamo al governo perché costretti – ha detto in un altro passaggio – ma finché si possono fare le cose con i voti. Quando i voti in Parlamento non ci sono più possiamo anche andare a votare, c’è una legge elettorale operativa. Per carità, la legge elettorale va toccata” dopo la riforma sul taglio dei parlamentari “ma non deve essere uno strumento per restare obbligatoriamente al governo”.

“Sul carcere ai grandi evasori – ha detto Di Maio parlando della manovra – vedrete che diranno che vogliamo mandarli tutti in galera. Quando qualcosa non va bene utilizzano sempre lo strumento del terrorizzare: ma se uno ha emesso fatture false per oltre 100mila euro do una multa di 40-50 mila euro lui sta sempre in attivo, se evade per un milione di euro ancora di più. Non si dica che è una misura contro i commercianti: possiamo colpire i grandi evasori con due modi, il primo è la galera il secondo è la confisca, ‘ovvero mi prendo ciò che hai preso'”.

Parapiglia tra militanti e giornalisti a Italia 5 Stelle all’arrivo di Virginia Raggi. La sindaca di Roma, al suo arrivo, è stata subito fermata da decine di giornalisti e attivisti, con i secondi che tentavano di impedire ai primi di fare domande. “Fatemi parlare un minuto con i cronisti, poi vengo a salutarvi”; ha detto Raggi ma la situazione è precipitata all’arrivo di Filippo Roma de Le Iene: “venduto, venduto”, hanno urlato gli attivisti. La sicurezza ha quindi scelto di portare la Raggi nel retropalco per evitare che la situazione peggiorasse.

A Napoli si è tenuta anche una riunione sulla legge di bilancio tra il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e gli esponenti M5S di governo. Il leader del Movimento, prima di recarsi a Italia 5 Stelle, ha riunito i ministri M5S per fare il punto sulla manovra e il decreto fiscale.

Quanto alla riorganizzazione del Movimento, Di Maio ha detto al Tg3: “Io non faccio una riorganizzazione del Movimento per i malumori”. “Se io riorganizzo è perché gli italiani hanno bisogno ancora di più risposte. Noi siamo la prima forza parlamentare di questo governo e abbiamo il dovere di aiutare i cittadini”, ha affermato, rispondendo a chi gli chiedeva se aveva in mente di fare alleanze per accontentare gli altri e sedare i malumori.

Intanto alla mostra Otremare è arrivato Beppe Grillo per partecipare alle celebrazioni dei 10 anni del Movimento 5 stelle. Il fondatore e garante del M5s si è fermato a pranzo con alcuni esponenti del partito.

Urne aperte in Polonia per le politiche. Il PIS di Kaczynski favorito

Urne aperte domenica in Polonia e in Ungheria per le elezioni politiche e amministrative. 30 milioni di polacchi sono chiamati a rinnovare i due rami del parlamento, Sejm (la Camera) e il Senato, 460 deputati e 100 sentori.

Il partito di destra “Diritto e Giustizia” (Pis) del leader Jaroslaw Kaczynski è lanciato verso una nuova vittoria. Le precedenti elezioni parlamentari si sono svolte il 25 ottobre 2015 con il Pis che stravinse sfiorando il 40% dei voti. Sconfitta per la prima volta la sinistra di Tusk e i “centristi” di piattaforma civica.

Massiccia l’affluenza all’estero, dove si registrano lunghe code di polacchi che vogliono esprimere il proprio diritto di voto. Lunghe file, fra le altre diverse città, a Londra, in Gran Bretagna, a New York e a Roma. Le elezioni di oggi coincidono con il trentesimo anniversario delle elezioni libere in Polonia dopo la caduta del regime comunista.

Seggi aperti anche in Ungheria da stamane per elezioni amministrative in cui il partito di governo del premier Viktor Orban è favorito nei sondaggi. Si eleggono sindaci ed assessori con sistema maggioritario, e le assemblee provinciali con liste di partito.

Schianto dopo la discoteca, morti quattro giovani in Sicilia. Indagini per omicidio colposo

Nuova strage del sabato sera, questa volta in Sicilia. Quattro giovani, compresi due minorenni, sono morti in un incidente stradale autonomo avvenuto all’alba sulla strada statale 121, Paternò-Catania, nello svincolo per Belpasso.

Le vittime erano su una Seat Leon, guidata da un uomo rimasto ferito, che si è schiantata contro lo spartitraffico della rampa che conduce alla zona industriale, spezzandosi in due. Quattro le vittime, tutti giovani, tra cui due ragazzini.

Il 40enne alla guida dell’auto è rimasto ferito ed è attualmente ricoverato all’ospedale Cannizzaro di Catania. Le sue condizioni non sarebbero gravi. I cinque stavano rientrando a casa dopo una serata trascorsa in una discoteca del Catanese.

Le vittime sono Lucrezia Diolosà Farinato, di 28 anni, Salvatore Moschitta di 20; un ragazzo 17enne, M. P., e una ragazzina di 15 anni, E. G. B.

Secondo una una prima ricostruzione fatta dagli investigatori, intorno alle 5 del mattino, il conducente dell’auto ha perso il controllo del veicolo che si schiantata violentemente contro spartitraffico. Il veicolo si è spezzato in due con la la parte posteriore, con le due ruote, è “volata” alcune decine di metri finendo accanto ai binari della Ferrovia circum etnea (Fce). Sul posto sono intervenuti medici del 118, vigili del fuoco e i carabinieri della compagnia di Paternò che indagano.

Intanto la Procura di Catania, dopo avere ricevuto una relazione dei carabinieri di Paternò, aprirà un’inchiesta sull’incidente di Belpasso in cui sono morti i quattro giovani, compresi due minorenni, ipotizzando il reato di omicidio stradale. Il guidatore, che ha 40 anni, è ricoverato nel reparto di ortopedia dell’ospedale Cannizzaro per la frattura di una caviglia.

Appena la scorsa settimana un’altra strage di giovani si è verificata in Calabria, sulla statale 107, alle porte di Cosenza, dove uno scontro tra due auto ha causato la morte di 4 ragazzi tra i 18 e i diciannove anni, e due feriti di cui uno gravissimo.

Regionali, Mario Occhiuto: “Andiamo avanti. I calabresi sono i nostri alleati”

Mario Occhiuto parla ai suoi comitati a Catanzaro Lido

“Noi abbiamo un progetto politico che è fondato su alcune idee importanti e siamo aperti a condividerlo con gli altri. Aspettiamo condivisioni. Se non ci saranno, andremo avanti comunque, così come abbiamo sempre detto”. Lo ha detto Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza e candidato di Forza Italia alla Presidenza della Regione Calabria, rispondendo ai giornalisti, nel corso di un incontro coi referenti dei comitati pro Occhiuto Presidente a Catanzaro Lido, sul “no” espresso ieri dalla Lega alla sua candidatura.

“Non è questa una difficoltà per noi – ha aggiunto Occhiuto – perché pensiamo di dover parlare dei problemi dei calabresi ai calabresi e che saranno loro a decidere, con la loro volontà, quale sarà il futuro della Calabria”.

“Il garantismo – dice riferendosi ai leghisti – non si può fare a fasi alterne o per soggetti diversi da quelli che interessano direttamente. Strano che a sollevare tali questioni sia la Lega, che fa del garantismo una bandiera e che, fra l’altro, è stato difeso dagli alleati per tutte le vicende che lo hanno riguardato”.

Il garantismo è riferito alle polemiche di ieri tra Forza Italia e Lega, con la prima che ha rilanciato da Roma la candidatura del sindaco di Cosenza a candidato governatore in Calabria, mentre i leghisti hanno ribadito la loro contrarietà per via dei problemi giudiziari di Occhiuto. “Non lo sosterremo”, ha detto il commissario leghista Invernizzi, ammonendo che “la Lega non accetta imposizioni”.

“Noi – ha spiegato Occhiuto ai giornalisti – siamo partiti da tempo a proposito della mia candidatura, scendendo in campo innanzitutto con la costituzione di comitati civici, sulla scorta del buon governo realizzato nella città di Cosenza. Una scelta quindi non tanto sulla mia persona quanto sul lavoro svolto in questi anni, dimostrando che tutto si può fare e che non è vero che in Calabria le cose non possano cambiare. Abbiamo un progetto politico fondato su importanti idee e aperto ad essere condiviso dai partiti politici. Forza Italia ha aderito praticamente subito. Noi pensiamo di rivolgerci ai calabresi, perché sono loro che devono decidere quale futuro vogliono avere. Non ci piacciono le scelte imposte dall’alto. Dovrebbero poi parlare i fatti – ha aggiunto Mario Occhiuto – Cosenza si distingue per il cambiamento che effettivamente c’è stato, e sull’impiego, durante, la mia amministrazione di 400 milioni di euro in opere pubbliche quando invece in Calabria da decine di anni non si impiegano le risorse dei fondi strutturali”.

“I nostri alleati saranno i calabresi”
Dopo un excursus sulle cose fatte nella sua città e il progetto che ha in mente per la regione, il sindaco torna sullo “scontro” con la Lega: “Capisco tutto – ha detto – ma è chiaro che, chiunque lavora, si mette in discussione e si fa dei nemici. Io sono stato un professionista prima di diventare sindaco, un architetto e un editore tv. Non è fuori dal mondo incorrere, per chi opera, in questioni giudiziarie. Ciò che mi lascia perplesso riguarda il fatto che le accuse oggi arrivano da chi fa del garantismo una bandiera ed è anche stato difeso dagli alleati da cui oggi prende le distanze. Il garantismo non si può fare a fasi alterne”.

Occhiuto ha quindi concluso la manifestazione di Catanzaro: “Consideriamo alleati tutti coloro che condividono questo progetto. Anzi, i nostri principali alleati sono per noi proprio i calabresi, come successe a Cosenza nel 2016 quando avevamo contro tutti i partiti e dalla nostra parte la gente. Percorreremo tutte le strade possibili per l’unità – ha chiosato – e, se non ce ne saranno, vorrà dire che ne costruiremo delle nuove”.

Gestivano un laboratorio di droga, arrestati due fratelli

Due fratelli di Cassano allo Ionio sono stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro ad esito di un controllo in un magazzino in cui i militari hanno scoperto un laboratorio artigianale di eroina.

I militari della Tenenza di Cassano, coi colleghi “cacciatori”, nell’ambito di un servizio antidroga, hanno notato movimenti sospetti presso un terreno agricolo sito in contrada Caccianova di Cassano. Tenuto conto dei precedenti specifici dei titolari dell’azienda agricola i Carabinieri hanno deciso di entrare all’interno del magazzino dove hanno rinvenuto un vero e proprio laboratorio di divisione e di confezionamento dell’eroina: i militari hanno rinvenuto un bilancino di precisione per la pesatura, diverso materiale per il confezionamento, un coltello intriso di stupefacente unitamente ad un martello utilizzati per il taglio della sostanza, nonché diverse confezioni in plastica contenenti vari quantitativi di eroina per un peso complessivo di oltre 250 grammi.

Contemporaneamente un’altra squadra di Carabinieri ha bloccato il secondo fratello intento a scavare con una zappa una buca, rinvenendo, in poco tempo, sotto la terra, un barattolo sigillato con all’interno celata della sostanza stupefacente del tipo eroina per un quantitativo accertato di circa 250 grammi.

Ma non finivano qui le scoperte dei militari, infatti è stato accertato che l’intero casolare di campagna dove si trovava anche ubicato il laboratorio artigianale per l droga era videosorvegliato da una pluralità di telecamere installate dai due fratelli, probabilmente per controllare eventuali accesi indesiderati durante le loro attività illecite e per questo motivo veniva sequestrato l’intero DVR.

Tutto il materiale e gli oltre 500 grammi di eroina purissima rinvenuti sono stati sottoposti a sequestro penale. I due fratelli, identificati in P.D. 52enne di Corigliano Calabro ma residente a Cassano e in P.A. 50enne cassanese sono stati, d’intesa con la Procura della Repubblica di Castrovillari, tratti in arresto per detenzione di ingenti quantitativi di eroina e tradotti presso la casa circondariale di Castrovillari a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Strage nel Foggiano, uccide nel sonno moglie e due figlie e si suicida

Tragedia a Orta Nova, nel Foggiano, dove un assistente capo della polizia penitenziaria di 53 anni, Ciro Curcelli, ha prima ucciso con la pistola di ordinanza la moglie di 54 anni, Teresa Santolupo e le figlie di 12 e 18 anni, Miriana e Valentina, e poi si è suicidato con un colpo alla testa. È accaduto in un appartamento in via Luigi Guerrieri. La coppia ha un terzo figlio di 26 anni che vive al Nord.

Secondo una prima ricostruzione, la tragedia è successa prima delle 3 di notte quando le le vittime erano a letto e stavano dormendo. Subito dopo l’agente ha chiamato i carabinieri annunciando di aver compiuto la strage. I militari nel corso della perquisizione non hanno trovato biglietti o messaggi che potessero far presagire il delitto.

“Erano brave persone, tranquille senza problemi. Non mi ha mai parlato di nulla o di problemi familiari”. Così Marco il fidanzato di Valentina, 18 anni, la maggiore delle due figlie di Ciro Curcelli, l’uomo che la scorsa notte ad Orta Nova ha ucciso la moglie e le due figlie e poi si è suicidato.

“Eravamo fidanzati da un anno e sette mesi – racconta – Quando Valentina aveva problemi, io ero al suo fianco per affrontarli e rimaneva sempre con il sorriso”. Marco racconta ancora che non conosceva i genitori di Valentina, ma, dice “so che non avevano problemi familiari”. Ogni tanto, afferma ancora, vedevo anche Miriana, la figlia piccola di 12 anni, quando usciva dal catechismo”. La coppia aveva anche un terzo figlio, Antonio di 26 anni che vive a Ravenna.

“Non abbiamo sentito né un litigio, né un grido. Mio figlio ha sentito un colpo ma non pensavamo fosse un colpo di pistola. L’unica cosa che ho notato è che ultimamente lui era un po’ depresso. Stava un po’ tra le nuvole. Lui stravedeva per la moglie e le figlie e anche per l’altro figlio che lavora a Ravenna e che è arrivato in mattinata”.
È quanto raccontato ad alcuni cronisti da una vicina di casa che abita al terzo piano dello stabile di Orta Nova dove la scorsa notte Ciro Curcelli ha ucciso la moglie e le figlie e poi si è suicidato. “Erano bravissime persone – dice ancora – Le conoscevo da anni. Ogni tanto lei si arrabbiava con le figlie. Ma sono cose normali che fanno tutte le mamme”.

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