8 Ottobre 2024

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Dall’Est alla Sicilia con gasolio di contrabbando, due arresti

Con un tir proveniente dall’est europeo e diretto in Sicilia trasportavano ventiseimila litri di gasolio di contrabbando anziché lubrificanti esausti, per come era riportato nella “bolla” di accompagnamento. Così due cittadini polacchi sono stati arrestati dalla Guardia di finanza di Montegiordano a Roseto Capo Spulico per reati inerenti il mancato pagamento delle accise sui prodotti energetici e ricettazione. Sequestrato il mezzo con tutto il carburante.

Durante i controlli, i militari hanno fermato l’autoarticolato e a richiesta gli autisti hanno esibito documentazione – rivelatasi non veritiera – redatta in lingua tedesca, relativa al trasporto di un prodotto energetico non soggetto ad accisa, nello specifico “olio lubrificante esausto”.

Insospettiti per l’assenza del pannello di pericolo arancione e per l’insolita presenza di un sigillo di sicurezza numerato sul portellone di chiusura, i militari lo hanno aperto e hanno trovato all’interno ventisei contenitori da mille litri ciascuno che non contenevano il lubrificante esausto indicato, bensì gasolio contrabbandato destinato al mercato nero. Ad esito degli accertamenti, su disposizione della procura di Castrovillari i due conducenti sono stati arrestati mentre il mezzo è stato sequestrato.

Umbria, il 27 chiamati al voto 700mila elettori. Test chiave per il governo

Donatella Tesei e Vincenzo Bianconi, i due principali sfidanti alle regionali in Umbria (Ansa)

Un test chiave che ha decisi risvolti anche sulla politica nazionale. Si tratta, infatti, della prima elezione dopo la formazione del nuovo governo giallo-rosso. Un voto nel quale si misurerà per la prima volta l’efficacia e la tenuta del ‘patto civico’ tra Pd ed M5s.

Dall’altra parte il centrodestra, Salvini in testa, punta sul voto di domenica proprio in chiave di spallata al governo e per tornare al voto. Il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha battuto l’Umbria in lungo e in largo in campagna elettorale ha sottolineato a più riprese che si tratta di “una di quelle date che cambiano un’epoca”. Domenica prossima – ha detto in una intervista al ‘Corriere’ – “avremo un primo test di rilevanza nazionale, l’Umbria è dove la sinistra ha governato per 50 anni e dove oggi esordisce l’alleanza Pd-M5S. Secondo me sarà molto interessante. E credo che subito dopo ci saranno novità”.

“L’unico avversario che abbiamo in Umbria e’ l’astensione, non è Bianconi. Bianconi non esiste”, ha affermato Salvini. Da Todi Salvini ha “mandato un bacione” alla ex presidente umbra Catiuscia Marini. “Le offro un caffe’ con il Malox” ha detto a un’iniziativa nella citta’ della governatrice della passata legislatura.

il fac-simile delle elezioni regionali in UMbria

Il voto in Umbria – sottolinea dall’altra parte il segreterio del Pd Nicola Zingaretti – “e’ un test che puo’ dare una speranza agli umbri”. “Vincenzo Bianconi – ha aggiunto – è la scelta nuova, il segnale di cambiamento che serve per accendere l’economia”. “L’arruffapopolo della destra – ha affermato riferendosi a Salvini – deve davvero avere paura di Vincenzo Bianconi e della sua coalizione, che ogni giorno stanno convincendo gli Umbri che il futuro passa attraverso programmi, contenuti concreti e visione di futuro e non attraverso la diffusione a piene mani di odio, paura ed incompetenza”.

“Il progetto di una lista civica in cui viene portato avanti il bagaglio di esperienza, competenza e passione accumulato da cittadini e non da politici di professione – dice M5s con il ministro Alfonso Bonafede – può dare una marcia in più all’Umbria”, ha affermato. (Ansa)

Scoperto a Piscopio rito di ‘ndrangheta, oltre a un arsenale di armi

Un arsenale di armi e munizioni, ma anche un rito di identificazione della ‘ndrangheta impresso su un muro oltre a contanti e marijuana già divise in dosi. E’ quanto hanno scovato durante un’intera giornata di controlli e perquisizioni effettuate dai Carabinieri a Vibo Valentia e nella frazione di Piscopio.

Ad operare i Carabinieri nel Nucleo Investigativo e della Compagnia di Vibo Valentia i “falchi” dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria e una squadra di Artificieri dei Carabinieri di Reggio Calabria. I servizi straordinari di controllo del territorio sono stati disposti dal Comandante Provinciale a seguito della sparatoria di qualche settimana fa che è costata la vita, proprio a Piscopio, al 21enne Salvatore Battaglia. Leggi

Il bilancio dell’attività registra l’arresto di un soggetto disoccupato e già noto alle forze dell’ordine, mentre altre due persone sono state deferite a piede libero. A vario titolo devono rispondere di detenzione illegale di armi clandestine, comuni e da guerra, oltreché detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

Parte dell’arsenale era occultato nelle mura perimetrali dell’abitazione e sono state rinvenute anche con l’ausilio di una telecamera a sonda utilizzata dai Carabinieri nel corso della perquisizione domiciliare ad insospettire i carabinieri anche il rito di identificazione della ‘ndrangheta ben visibile sui muri della stessa abitazione con su scritto i nomi dei tre cavalieri della copiata: Minofrio, Mismizzo, Misgarro, proprio sotto uno dei nascondigli delle armi murate. Il materiale è stato quindi sottoposto a sequestro e l’arrestato portato in carcere a Vibo Valentia a disposizione dell’autorità giudiziaria. Lunghissimo l’elenco delle armi ritrovate, un vero arsenale da guerra: un fucile d’assalto AK 47 kalashnikov, sei fucili di vari modelli di cui due a pompa ed uno a canne mozze, una mitragliatrice cal. 9, una pistola semiautomatica, un giubbotto antiproiettile, un passamontagna, tre caricatori per pistola, oltre 700 cartucce di vario calibro, quasi ottanta apparecchi d’innesco, polvere da sparo e, ancora, un centinaio di grammi di marijuana per la maggior parte suddivisa in dosi già imbustate singolarmente e pronte per essere spacciate.

Due altri familiari dell’arrestato sono stati denunciati poiché uno trovato in possesso di denaro contante di cui non ha saputo giustificare la provenienza e l’altro poiché trovato in possesso di quasi 300 cartucce di vario calibro.

Nelle vicinanze dell’abitazione, i Carabinieri hanno rinvenuto un altro mini arsenale con due pistole (una cal. 40 Smith&Wesson e una semi-automatica), un silenziatore, tre caricatori, svariate cartucce e 250 grammi di marijuana a carico di ignoti.

Servizio idrico in Calabria, da Sorical investimenti per 68 milioni

Entra nella fase attuativa il progetto della Regione Calabria “Cantiere di lavoro Abatemarco” con un investimento di 68 milioni di euro per efficientare le reti idriche di 36 Comuni, compresi i 24 alimentati dall’acquedotto Abatemarco a cui si aggiungono 20 Comuni delle province di Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria.

La Regione, in attesa che si completi la riforma del servizio idrico con l’affidamento della gestione dal parte dell’Autorità Idrica, utilizza Sorical come braccio operativo per poter accelerare i tempi del progetto di ingegnerizzazione della reti.

Progetti finanziati in un primo momento con il Por 2007-2013 e, a seguito dei ritardi attuativi, inseriti dall’attuale giunta regionale nella nuova programmazione comunitaria 2014/2020. Ad oggi sono aperti i cantieri solo nei Comuni capoluogo di Cosenza, Reggio, Catanzaro e Vibo per un investimento di altri 35 milioni.

Questa seconda fase – spiega una nota della società idrica -, per i Comuni sopra i 5.000 mila abitanti, sarà Sorical a portare avanti il progetto che interesserà anche quei Comuni più piccoli che presentano evidenti criticità di sistema.

Questa mattina, presso il Museo del Presente di Rende, è stato illustrato il crono-programma ai Comuni della Provincia di Cosenza e ai rappresentati dell’Autorità Idrica della Calabria, il presidente dell’Assemblea Marcello Manna (sindaco di Rende) e il presidente del consiglio direttivo Giovanni Greco, (sindaco di Castrolibero). Nei prossimi giorni sarà la volta dei Comuni del Catanzarese, del Vibonese e del Reggino.

“La Calabria è ricca di acqua – ha detto il presidente dell’Autorità idrica regionale Marcello Manna – va gestita meglio, va garantito l’accesso ai cittadini con un servizio adeguato. Oggi paghiamo anni di investimenti non fatti per la mancata attuazione della riforma di settore e siamo tutti responsabili”.

Sulla stessa linea il sindaco di Castrolibero, Giovanni Greco, che auspica un’accelerazione degli investimenti per poter assicurare ai cittadini un servizio di qualità e il completamento della riforma di settore che veda la sola regione Calabria maglia nera nel panorama italiano”.

Luigi Incarnato, commissario della Sorical, ha illustrato i benefici del progetto perché va ad incidere sulle due criticità che hanno mandato il sistema in tilt, la gestione delle reti e la gestione amministrativa delle utenze, allo stato inefficiente e non in grado di garantire i flussi per la copertura dei costi di gestione del servizio idrico integrato.

Nel dettaglio l’ingegnere Giuseppe Viggiani della Sorical ha illustrato l’attuazione del decreto dirigenziale del 17 settembre scorso con la quale la Regione ha assunto tutte le determinazione: l’attività di ingegnerizzazione delle reti idriche di distribuzione urbana, inclusi i più rilevanti lavori di manutenzione straordinaria ed gli interventi di riordino delle reti, funzionali al miglioramento della gestione del servizio di distribuzione idrica e concorrenti alla riduzione delle perdite; censimento e gestione amministrativa delle utenze per giungere, così come prescrive la legge alla “bollettazione” bimestrale attraverso misuratori elettronici.

La Regione, è stato sottolineato, utilizza Sorical come braccio operativo dell’intervento perché la normativa nazionale vieta il finanziamento pubblico di interventi nel settore idrico direttamente ai Comuni.

Nel corso della riunione è stata illustrata la normativa di settore, sempre più stringente, che obbliga Comuni e Regione ad una assunzione di responsabilità ed a adempiere ad obblighi di legge e a superare le gestioni in economia non conformi,già decadute il 31 dicembre 2014.

Omicidio Cuzzocrea a Reggio, si stringe il cerchio attorno ai killer

Si stringe il cerchio attorno ai killer di Francesco Cuzzocrea, l’imprenditore edìle ucciso a colpi di arma da fuoco nelle campagne di Reggio Calabria, in un suo terreno di sua proprietà.

Gli investigatori dell’Arma reggina stanno scandagliando nel passato del Cuzzocrea. Un passato che, secondo alcune inchieste giudiziarie, lo hanno visto gravitare attorno ad ambienti della criminalità organizzata. Sebbene le indagini dei carabinieri siano serrate e ad ampio raggio, la pista al momento privilegiata sembra condurre ad un contesto di mafia, senza escludere uno “sgarro” personale o passionale.

Chi era la vittima
Francesco Cuzzocrea, sessantunenne originario della frazione Rosario Valanidi di Reggio Calabria, è stato titolare di impresa edile e nell’ultimo periodo dipendente del Consorzio di bonifica Basso Ionio Reggino con la qualifica di manovratore.

Tra fine degli anni ’80 (Processo Olimpia) e l’inizio degli anni ’90 (Operazione Valanidi 1) la vittima è stata imputata in procedimenti penali riguardanti contesti di associazione di tipo mafioso.

Le risultanze investigative ricavate da quei procedimenti penali lo farebbero ritenere contiguo al casato di ‘ndrangheta “Ficara – Latella”, operante nella zona sud della città.

Nel frattempo – fanno sapere gli investigatori -, sono stati completati i rilievi sul luogo del delitto, da parte dei Carabinieri del Comando provinciale reggino, i quali – al momento – continuano ad esplorare più scenari per circoscrivere quello entro il quale si è consumato l’omicidio. Al setaccio le ultime settimane di vita di Cuzzocrea.

Omicidio Angelo Pino, ha confessato Giuseppe Guadagnuolo

Inquirenti in conferenza stampa

Ha confessato Giuseppe Guadagnuolo, il 54enne sottoposto a fermo nella serata di domenica per l’omicidio, commesso la notte precedente a Lamezia Terme, dell’ex agente della polizia penitenziaria Angelo Pino. A riferirlo è stato il procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Salvatore Curcio illustrando i particolari dell’operazione condotta dai carabinieri del Gruppo di Lamezia.

“É stata un’indagine capillare – ha affermato Curcio – che ci ha permesso di chiudere la vicenda in 12 ore. Siamo arrivati alla dichiarazione spontanea di Guadagnolo che ha confessato e accompagnato i carabinieri sul luogo dove aveva buttato la pistola”. Si tratta di una “Beretta” cal.7.65 con matricola abrasa abbandonata lungo una strada dove il fermato ha anche bruciato i vestiti indossati nel momento del delitto, compiuto per motivi passionali perché geloso della relazione intrapresa dall’ex moglie con Pino. Grazie ai sistemi di videosorveglianza presenti nella zona, i carabinieri sono riusciti a ricostruire tutti gli spostamenti di Guadagnuolo.

L’uomo, già da alcuni giorni, pedinava l’ex moglie dalla quale era separato da tempo, per accertare con chi avesse allacciato una relazione, tanto che la donna, aveva fatto presente la circostanza ai carabinieri. Sabato sera Guadagnolo, secondo la ricostruzione dei carabinieri, ha visto l’auto dell’ex moglie parcheggiata nelle vicinanze della caserma dei carabinieri e si è fermato per attenderne il ritorno. Quando la donna, dopo essere stata accompagnata da Pino, è partita, Guadagnuolo ha seguito l’uomo fino a giungere in prossimità della chiesa Maria Santissima delle Grazie a Sambiase, dove ha costretto Pino a fermarsi.

Quindi è sceso dall’auto, si è avvicinato ed ha fatto fuoco tre volte dopo avere poggiato la mano sullo sportello. Particolare che si è rivelato decisivo, visto che l’impronta è stata repertata dai carabinieri. Inoltre, in un successivo dialogo con la figlia – intercettato dai carabinieri – alla donna che gli manifestava i suoi sospetti sulle responsabilità del delitto, Guadagnolo ha sostanzialmente ammesso di avere ucciso Pino.

Guadagnolo e Pino abitavano nella stessa zona ma non si conoscevano. Tra pochi giorni Guadagnolo avrebbe dovuto presentarsi in tribunale per l’udienza di divorzio dalla moglie. All’incontro con i giornalisti hanno partecipato anche il comandante del Gruppo carabinieri di Lamezia Massimo Ribaudo, il comandante del Nucleo investigativo del Gruppo Donato Pontassuglia ed il comandante della Compagnia Pietro Tribuzio.
[Fonte: Giornale di Calabria]

Furti in appartamento, due arresti. Coinvolto un “Compro oro”

Squadra mobile PoliziaPersonale della Squadra mobile di Reggio Calabria ha arrestato due persone ritenute responsabili di diversi furti in appartamento ed hanno notificato un provvedimento di obbligo di presentazione alla pg a carico del titolare di un compro oro.

Gli arresti sono giunti a conclusione di un’indagine coordinata dalla Procura di Reggio, diretta da Giovanni Bombardieri e coordinata dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e dai pm Gianluca Gelso e Giovanni Gullo, condotta anche con intercettazioni ambientali e telefoniche che avrebbero evidenziato la responsabilità in 3 furti compiuti tra il 2016 ed il 2017 di Damiano Vincenzo Bevilacqua, di 37 anni, e Domenico Bevilacqua (42).

Secondo l’accusa, i due si sarebbero impossessati di denaro, preziosi, monili in oro, orologi e talvolta fucili. L’obbligo di presentazione è stato notificato al titolare di un negozio di compro oro di Reggio Calabria, indagato per ricettazione in quanto avrebbe acquistato gli oggetti sapendo che erano rubati.

Rapina in un bar a Cosenza, un arresto

I Carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato e posto ai domiciliari un 37enne cosentino, con precedenti, perché ritenuto responsabile di rapina aggravata ai danni di un locale pubblico. Il provvedimento è stato emesso dal tribunale di Cosenza su richiesta della locale Procura.

I fatti – Secondo quanto ricostruito, l’uomo, lo scorso 10 ottobre, verso le 6 di mattina, travisato ed armato di un coltello con una lama di circa 30 cm, avrebbe fatto irruzione con un altra persona (anch’egli travisata ed ancora ignota), presso il Bar “Jimmy Valentine”, minacciando il barista ed intimandogli di consegnargli i soldi dell’incasso. Successivamente si è impossessato della cassa, contenente la somma di circa 400 euro ed un assegno. Una volta sottratta la cassa, si è dato alla fuga con un’autovettura facendo perdere le proprie tracce.

I militari della Sezione Radiomobile, subito intervenuti, sentendo la testimonianza del barista, acquisivano un particolare rilevante per l’individuazione degli autori, in quanto, poco prima della rapina, alle 4:40 circa, dalla stessa autovettura successivamente utilizzata per la fuga, era sceso un ragazzo che aveva chiesto una bottiglia di vino. Il pagamento della bottiglia non avveniva però grazie all’intercessione di un altro dipendente del bar che, contattato telefonicamente, riferiva di conoscere l’avventore ed acconsentiva alla consegna, facendo da garante.

Grazie a questi elementi e a mirati approfondimenti condotti sul territorio, i militari cosentini eseguivano nel pomeriggio del giorno della rapina una serie di perquisizioni domiciliari, tra le quali anche quella effettuata presso l’abitazione del soggetto che è stato arrestato, dove rinvenivano e sequestravano parte della refurtiva ed in particolare il cassetto del registratore di cassa, contenente numerosi scontrini fiscali emessi dall’esercizio commerciale che ha subìto la rapina, nonché l’assegno bancario.

All’interno dell’abitazione venivano anche ritrovati gli indumenti utilizzati da uno dei rapinatori, che coincidevano con quanto emerso nella visione delle immagini del sistema di videosorveglianza, così come la bottiglia di vino precedentemente presa al bar. Di fronte all’evidenza degli elementi raccolti il soggetto ammetteva l’addebito, descrivendo in modo più dettagliato l’azione compiuta.

Indagini dei carabinieri sono in corso per identificare il complice del 37enne.

Angelo Pino ucciso per l’orgoglio ferito del killer. La ricostruzione dell’omicidio

Angelo Pino ucciso per l'orgoglio ferito del killer. La ricostruzione dell'omicidio
Nella foto l’auto della vittima Angelo Pino, nel riquadro a sinistra e Giuseppe Guadagnuolo, in quello a destra

Pedinava l’ex moglie da giorni e sabato sera, dopo averla vista in compagnia dell’amante, è andato fuori di senno per cui ha deciso di levare di mezzo per sempre l’antagonista; quel “rivale” che era riuscito a “strappargli” la “sua” donna, la moglie (o ex) che lo aveva lasciato qualche mese addietro perché evidentemente esasperata dal suo atteggiamento e da un rapporto ormai logoro e in frantumi.

C’è tutto un movente di gelosia e rancore dietro la morte di Angelo Pino, l’ex agente di Polizia penitenziaria ucciso con alcuni colpi di pistola nella notte tra sabato e domenica a Sambiase di Lamezia. Il presunto autore è Giuseppe Guadagnuolo, 54 anni, fermato dalla Procura con la pesante accusa di omicidio e porto abusivo di armi.

Dalle indagini dei carabinieri di Lamezia Terme, che a stretto giro hanno chiuso il caso, è emerso che Angelo Pino era stato osservato e pedinato. Dopo aver lasciato l’attuale compagna, con la quale aveva trascorso insieme qualche ora, la vittima a bordo della sua Fiat stava rincasando quando è stato avvicinato in via Costabile ed è stato ammazzato.

Le fasi del delitto in una ventina di minuti circa. In un video diffuso dai militari dell’Arma c’è la sequenza della morte, dal pedinamento fino all’omicidio e ritorno. Otto minuti dopo la mezzanotte si vede l’auto di Guadagnuolo transitare per le vie di Sambiase. Siamo alle prime o seconde fasi di un pedinamento forse durato ore.

In quei minuti avrebbe visto insieme l’ex moglie con l’amante che ha parcheggiato la sua auto vicino la stazione carabinieri di Sambiase. La rabbia monta, e vorrebbe agire all’istante colpendo magari entrambi, ma sarebbe stato troppo rischioso. In fondo, poi non avrebbe voluto fare del male a lei. Ce l’ha solo con lui, che si è “permesso” di sfiorare la “sua amata”.

Lasciata la donna, a mezzanotte e 45 la Fiat Sedici bianca di Angelo Pino sbuca da una strada secondaria per immettersi sulla via di casa. Dalla strada opposta, dopo qualche secondo spunta l’auto Hyundai Atos di Giuseppe Guadagnuolo che con gelida calma segue a distanza la vittima predestinata.

Pochi minuti di strada e poi l’incontro mortale. Imboccata via Costabile, all’altezza della Chiesa, ad Angelo Pino viene probabilmente sbarrata la strada dall’auto dell’assassino. Guadagnuolo scende dal mezzo e si avvia verso il bersaglio. E’ freddo e deciso. La vittima abbassa il finestrino per chiedere spiegazioni di quel gesto prepotente che si vede solo nei film polizieschi o negli agguati criminali.

Poche parole, forse nessuna. Il killer impugna l’arma che aveva con sé, infila il braccio nel finestrino e spara rabbioso e a bruciapelo almeno tre proiettili diretti in pieno petto di Pino. I bossoli verranno ritrovati tutti in auto. Forse la pistola si è inceppata, non è chiaro, ma se avesse potuto in quel momento, accecato da rabbia e gelosia, avrebbe scaricato tutto il caricatore addosso al “rivale”. La povera vittima capisce poco o nulla e muore pressoché sul colpo.

Lui, l’omicida, riprende la sua Hyundai e riparte per tornare a casa. Durante il tragitto getta l’arma in un’area di sterpaglie e con dei rifiuti. E lì che darà alle fiamme i suoi indumenti. Sarebbe stato lui a indicare ai carabinieri il luogo dove potevano trovare l’arma del delitto: una vecchia pistola clandestina calibro 7.65.

Un passante intorno all’una e trenta vede l’auto in mezzo alla strada con il corpo di Pino riverso sul sedile e dà l’allarme al 112. Si precipitano sul posto i carabinieri e dopo qualche ora riescono a capire che l’unica pista da seguire è quella del delitto passionale. Lo convocano in caserma e dopo ore di interrogatorio l’uomo crolla e confessa.

Giuseppe Guadagnuolo non aveva mai accettato la separazione; in fondo non accettava che la sua “sconfitta” amorosa e l’orgoglio ferito, potesse diventare per lui un grande macigno con cui convivere; un peso che veniva di giorno in giorno alimentato anche da dicerie di paese e qualche malignità nei suoi confronti.

Dino Granata

Realizzano una costruzione senza permessi, denunciati

I Carabinieri Forestale del gruppo di Vibo Valentia hanno denunciato due persone per abusivismo edilizio. Nel corso di controlli specifici, i militari della stazione di Fabrizia, nella frazione Cassari del comune di Nardodipace hanno accertato che i due, senza autorizzazioni, avevano realizzato una costruzione abusiva totalmente difforme dalla progettazione depositata presso il competente ufficio tecnico comunale e, pertanto, sprovvista del permesso di costruire.

Dalle verifiche effettuate è emerso, inoltre, che l’immobile già completato, del valore di mercato di circa 45.000 euro, è stato realizzato invadendo il terreno di proprietà demaniale. A essere deferiti alla procura il committente e il progettista nonché direttore dei lavori.

Omicidio nelle campagne di Reggio Calabria, ucciso un imprenditore edìle

carabinieri-ris-scientificaOmicidio ieri sera a Reggio Calabria. Un uomo di 61 anni, Francesco Cuzzocrea, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nelle campagne della frazione di Rosario Valanidi, nella zona nord-est della città.

Dalle prime informazioni, l’uomo sarebbe stato centrato da diversi colpi mentre era in un terreno di sua proprietà. La vittima, con precedenti, era un imprenditore edìle.

Sull’omicidio indagano i carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Reggio. Sul posto per i rilievi del caso i militari della scientifica.

Sessantaquattro migranti sbarcati nel Reggino

guardia costiera(ANSA) – ROCCELLA JONICA (REGGIO CALABRIA), 21 OTT – Una barca a vela di circa 15 metri e con a bordo 64 migranti di nazionalità iraniana, irachena e siriana, è stata individuata dalla Guardia Costiera e dalla Guardia di Finanza poco prima dell’alba tra Bova Marina e Palizzi. L’imbarcazione con a bordo i migranti, tra i quali alcuni bambini e una mezza dozzina di donne, si è incagliata a pochi metri dalla riva. I migranti sono stati trasbordati su due motovedette della Guardia Costiera e portati nel porto di Roccella Ionica. Qui sono stati sistemati momentaneamente in un centro di prima accoglienza messo a disposizione dal Comune. Si tratta del quarto sbarco nella Locride negli ultimi otto giorni.

Detiene droga in casa, denunciato un professionista

La Polizia di Stato interviene per un allarme antifurto di un veicolo: sventato un probabile furto, ma il proprietario è stato denunciato per detenzione di sostanze stupefacenti.

Poco prima della mezzanotte di giovedì una pattuglia di polizia della Volante è intervenuta su una via in centro a Catanzaro a seguito di una segnalazione giunta al 113 della presenza di un’autovettura dalla quale proveniva il suono dell’allarme antifurto, intorno alla quale si aggiravano con fare sospetto alcuni giovani.

Gli Agenti giunti in breve sul posto constatavano che la vettura in questione aveva i finestrini abbassati, ma nessun segno di infrazione, né presenza di persone. Rintracciato sull’utenza telefonica, il proprietario del veicolo giungeva sul luogo, avvedendosi di aver sbadatamente lasciato aperti i finestrini, per cui era scattato l’allarme.

Fin qui tutto regolare, se non fosse che al momento di esibire la patente di guida l’uomo, un avvocato catanzarese di 45 anni, dichiarava, e con uno strano disagio, di esserne al momento sprovvisto.

Gli Agenti, interrogata la Banca Dati, accertavano che la patente gli era stata ritirata a seguito di precedenti rinvenimenti di sostanze stupefacenti a suo carico e contestuale guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e psicotrope.

Nella circostanza i poliziotti avevano notato che nell’abitacolo dell’autovettura erano ben visibili resti di tabacco e cartine di sigarette, pertanto procedevano, come da norma, alla perquisizione.

Difatti nell’abitazione dell’uomo sono stati rinvenuti due involucri di cellophane contenenti rispettivamente 2,59 grammi di cocaina e 1,64 grammi di marijuana, come da accertamenti tecnici effettuati da personale del Gabinetto provinciale della Polizia Scientifica. Il tutto è stato posto sotto sequestro.

Condotto negli Uffici della Questura per procedere ai rilievi foto-dattiloscopici, il 45enne è stato informato che sarebbe stato denunciato all’Autorità Giudiziaria in stato di libertà per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Controlli dei Carabinieri a Catanzaro e hinterland, 20 denunce

Nel fine settimana, i Carabinieri della Compagnia di Catanzaro, nel territorio di competenza e in particolare nell’area compresa tra Squillace e il Capoluogo, hanno svolto un servizio coordinato teso a prevenire e reprimere i reati in materia di sostanze stupefacenti, i reati contro il patrimonio e le principali violazioni in materia di circolazione stradale.

Il servizio, cui ha partecipato personale del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia e delle diverse Stazioni Carabinieri dipendenti, ha permesso, nell’arco di poche ore, di denunciare 20 persone e di recuperare circa 58 grammi di sostanza stupefacente di vario tipo.

I controlli svolti hanno portato al deferimento di 13 persone. Si tratta, in particolare, di soggetti sottoposti alla misura della Sorveglianza Speciale che hanno violato le prescrizioni imposte con il provvedimento di prevenzione.

I Carabinieri della Sezione Radiomobile hanno deferito in stato di libertà per detenzione ai fini di spaccio, un 19enne, trovato in possesso di circa 23 grammi di marijuana già suddivisa in dosi. Analoga denuncia ha interessato un 23enne, trovato invece con poco più di 14 grammi di marijuana, sempre suddivisa in dosi e predisposta per la vendita.

I controlli su strada hanno portato alla denuncia di cinque persone.
Il primo, un 25enne di Catanzaro, è stato fermato a bordo di un’autovettura che era sottoposta a sequestro amministrativo. Il soggetto, privo di patente di guida perché mai conseguita, è stato deferito per violazione di sigilli e guida senza patente.

Il secondo, un 21enne di Squillace, è stato deferito in stato di libertà per porto di oggetti atti ad offendere. Nella sua autovettura i Carabinieri hanno rinvenuto un coltello a scatto, di cui il giovane non ha saputo giustificare il porto.

Stessa sorte per Il terzo, un 30enne di Catanzaro, che invece è stato trovato con un’ascia e un tubo in ferro di quasi un metro. Il materiale rinvenuto è stato posto sotto sequestro.
Il quarto e il quinto, invece, un 32enne e un 40enne, sono stati deferiti perché, colpiti dal provvedimento di foglio di via obbligatorio dal Comune di Catanzaro, venivano invece controllati nel territorio di detto Comune.

I controlli in materia antidroga, oltre ai deferimenti prima citati, hanno portato anche alla segnalazione amministrativa di quattro persone, tutte maggiorenni, trovate con dosi di marijuana, cocaina ed eroina per uso personale.

I controlli alla circolazione stradale hanno visto la contestazione di 14 sanzioni al C.d.S. per violazioni varie tra cui uso del cellulare e mancato uso delle cinture di sicurezza.

Il calabrese Iaquinta conquista a Monza il titolo della Carrera Cup Italia

La bandiera a scacchi che sventola al cielo di Monza decreta l’ingresso di Simone Iaquinta nella storia dell’automobilismo. Il driver calabrese è campione – al termine di una stagione da incorniciare – della Carrera Cup Italia. Un titolo, quello del campionato monomarca della casa di Stoccarda, legittimato dalla pole position del sabato, dalla vittoria in gara uno e dal sesto posto in gara due.

Un miracolo italiano che – dopo un avvio di stagione diesel – ha visto Iaquinta e il suo team, Ghinzani Arco Motorsport – Centri Porsche Milano, rimboccarsi le maniche e dimostrare a tutti quanto la determinazione e la voglia di rivalsa possano contare in uno sport così avvincente qual è l’automobilismo.

E in effetti i dati parlano chiaro: “dalla seconda metà della scorsa stagione, nessuno ha ottenuto così tanti podi e così tanti punti quanti ne ha conquistati Simone Iaquinta”, ha finanche commentato Guido Schittone in diretta su Sky.

E ora, al termine di una cavalcata incredibile, negli occhi del driver cosentino brilla la certezza di non aver mai mollato: “è una sensazione incredibile – ha commentato Iaquinta – perché sapevamo di avere le carte in regola per fare bene fin dall’inizio, ma vincere il titolo con una concorrenza di piloti così forti e determinati dà un’emozione ancora più grande. Ringrazio tutti, il mio team, le persone che mi sono state vicino, e ora voglio godermi questo momento meraviglioso”.

Iaquinta si gode le bollicine dello champagne, col sottofondo dell’inno italiano che sancisce la vittoria del titolo, ma lo fa consapevole di aver dato prova, anche in quest’ultimo round di campionato, a una prestazione eccellente. Pole position conquistata dal sabato, e successo sul bagnato in gara uno: un risultato che ha ridisegnato la classifica generale e consentito al driver calabrese di mantenere un cospicuo vantaggio da gestire in gara 2. “Nonostante tutto – ha spiegato Iaquinta – abbiamo cercato di dimostrare d’essere più veloci in pista anche in gara 2, certo, mantenendo sempre un occhio alla classifica”.

La Carrera Cup Italia, insomma, ha un nuovo leader, un nuovo campione. Un talento calabrese che ha dimostrato il proprio valore con umiltà e serietà, e che ora, dal gradino più alto, guarda al futuro con la consapevolezza di essere entrato nell’Olimpo dei grandi.

Incidente sulla statale 18, muore un motociclista

Incidente sulla statale 18, muore un motociclista

Un motociclista di 67 anni, Salvatore Fiore, è morto nella prima serata di domenica in seguito a un incidente stradale autonomo che si è verificato sulla statale 18, in località Acchio-Fiumicello, nel territorio di Grisolia, sull’Alto Tirreno Cosentino.

Dalle prime informazioni, il centauro avrebbe perso il controllo della sua moto ed è finito su una rotatoria dell’arteria. Inutili i tentativi dei sanitari di rianimarlo.

Sul posto la Polizia stradale per i rilievi del caso e personale Anas per la gestione della viabilità. La statale è stata chiusa e poi riaperta al traffico.

Ex agente ucciso a Lamezia, fermato il presunto killer. Era geloso della ex moglie

Carabinieri di Lamezia TermeNel tardo pomeriggio di oggi, i Carabinieri del Gruppo di Lamezia Terme hanno fermato  Giuseppe Guadagnuolo, lametino di 54 anni, ritenuto l’autore dell’omicidio di Angelo Pino, avvenuto la scorsa notte in via Costabile, a Sambiase di Lamezia.

Il provvedimento è stato emesso dalla Procura di Lamezia Terme dopo aver raccolto gravi indizi a carico dell’indagato, che dopo qualche ora di interrogatorio avrebbe ammesso le proprie responsabilità.

Le indagini condotte dai militari dell’Arma avrebbero consentito di accertare che Giuseppe Guadagnuolo, dopo aver pedinato l’ex moglie, aveva raggiunto Angelo Pino mentre, alla guida della propria auto, stava rincasando, dopo aver trascorso la serata con la donna.

In quella circostanza, probabilmente accecato dalla forte gelosia, il presunto assassino avrebbe esploso, con una pistola clandestina calibro 7,65, tre colpi che hanno raggiunto al torace Pino. L’uomo è morto pressoché subito.

Investigatori e magistrati hanno così risolto il caso nell’arco di poche ore. I militari sin da subito avevano escluso la matrice criminale. Ed è indagando nella sfera privata della vittima che si è riusciti a chiudere il cerchio attorno al “rivale in amore”, Guadagnuolo, reduce da una “separazione” che non ha mai accettato.

Il fatto poi che quella che riteneva ancora la “sua” donna, frequentasse un altro uomo lo ha fatto letteralmente impazzire al punto di armarsi e tendere un agguato in piena regola all’amante della sua ex partner.

Omicidio ex agente a Lamezia, c’è un sospettato. Movente passionale

Via Costabile omicidio Angelo Pino
Via Costabile, la strada dov’è stato trovato ucciso il 52enne

C’è un sospettato per l’omicidio dell’ex agente di Polizia penitenziaria Angelo Pino, il cinquantaduenne freddato stanotte con alcuni con alcuni colpi di pistola in via Costabile, a Sambiase di Lamezia Terme.

L’uomo, da quanto appreso, è sotto interrogatorio, ma al momento non sarebbe stato emesso nessun decreto di fermo a suo carico da parte della Procura lametina, che coordina le indagini dei carabinieri di Lamezia.

Gli investigatori dell’Arma hanno da subito escluso la pista della criminalità organizzata e si stanno concentrando sulla vita privata della vittima. La pista sarebbe quella passionale. Stando ad alcune indiscrezioni, Pino, che era celibe, aveva allacciato una relazione con una donna. Un flirt che ha probabilmente infastidito qualcuno che ha deciso così di armarsi e uccidere.

Angelo Pino è stato trovato riverso nella sua auto. Dalle prime risultanze pare sia stato colpito a morte da almeno tre colpi di pistola. Alcuni bossoli sono stati recuperati nell’abitacolo, segno che l’assassino ha sparato a bruciapelo. E’ probabile che i due si conoscessero ma non è ancora chiaro se l’incontro sia avvenuto dopo un appuntamento chiarificatore.

FERMATO IL PRESUNTO KILLER, DELITTO PASSIONALE

Alta tensione nel governo, Di Maio attacca Conte: “Sei fuori tu se non ti allinei”

Giuseppe Conte e Luigi Di Maio al Senato (Ansa)

E’ alta tensione nel governo giallorosso, dopo l’aut aut del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ieri in seguito alle aspre critiche pentastellate alla manovra, aveva detto che non accetta critiche e “chi non la pensa così è fuori dal governo”. Messaggio diretto al leader grillino Luigi Di Maio e a Matteo Renzi che dalla Leopolda, ma non solo da ieri, sta attaccando il premier in ogni intervento, in particolare su Quota 100 che per il segretario di Italia Viva va abolita.

Da Matera il capo politico dei Cinquestelle e ministro degli Esteri ha fatto sapere che “se va casa il Movimento è chiaro che è difficile che possa esistere ancora una coalizione di governo, anzi, quasi impossibile, mi auguro che nei prossimi giorni queste dichiarazioni possano essere chiarite”, dice rivolgendosi a Conte.

In sostanza Di Maio non accetta “ultimatum” da un premier che si trova a palazzo Chigi per sua volontà e che dalla formazione del secondo governo si è reso “troppo autonomo” dalle indicazioni degli azionisti maggiori dei giallorossi: il M5s.
“Chi ci sta, ci sta, altrimenti è fuori”, secondo fonti vicine al capo politico del M5s “è una posizione inaccettabile”. Semmai, “è fuori lui se non si allinea alle nostre posizioni”, trapela dalle stesse fonti.

Vertice di maggioranza. Di Maio preoccupato dalla troppa autonomia di Conte 
“Sono soddisfatto che sia stato convocato il vertice di maggioranza domani e potremo discutere di questo ma devo dire anche che i toni di queste ore mi meravigliano, mi sorprendono e ci addolorano come Movimento 5 stelle, ma non è il tema del Movimento, toni del tipo “O si fa così o si va a casa” fanno del male anche al Paese ed al governo perché in politica si ascolta e si prendono in considerazione le proposte della prima forza politica che regge questo governo che è il Movimento”, afferma morbido ancora Di Maio.

“Secondo me non c’è nessun ultimatum, contro-ultimatum, credo soltanto che bisogna fare in modo che in questo governo ci sia meno nervosismo meno prese di posizione dure e mettere al centro le persone e non le proprie opinioni”, ha detto ancora il ministro degli Esteri.

“Mi auguro – spiega ancora Di Maio – che nei prossimi giorni queste questioni possano essere chiarite e queste dichiarazioni possano essere chiarite, lasciatemi dire che per noi adesso l’obiettivo è aiutare gli imprenditori, le partite Iva e i commercianti e fare una vera lotta agli evasori, piccoli e grandi, solo che in Italia per anni si sono utilizzati strumenti per perseguire i piccoli che non hanno raggiunto gli obiettivi e si sono totalmente ignorati gli strumenti per i grandi che sono ad esempio il carcere ai grandi evasori e la confisca”, ha concluso Di Maio.

Serie B, il Crotone pareggia 1-1 a Pisa e vola al secondo posto

Quarto risultato utile consecutivo per il Crotone che dopo tre successi di fila ottiene un pareggio in casa del Pisa al termine di una gara dominata ancora dall’inizio alla fine.

Stroppa conferma l’undici vittorioso contro l’Entella due settimane fa e in avvio di gara è un monologo degli squali che però non riescono a trovare il guizzo vincente nonostante i tentativi dei vari Messias, ancora una volta tra i migliori in campo, Benali e Crociata. I padroni di casa si fanno vivi solo una volta con Masucci che trova pronto alla gran respinta Cordaz, oggi alla 200ima in B. Al 30’ però i nerazzurri passano a sorpresa in vantaggio con De Vitis bravo a colpire di testa su un corner dalla sinistra di Pinato. I pitagorici reagiscono subito e forse vanno anche a segno con Simy al 31’ ma per l’arbitro la palla non ha oltrepassato la linea e dunque lascia proseguire.

Nella ripresa la musica non cambia e sono sempre gli squali a fare la partita e ad andare alla ricerca costante del gol del più che meritato pareggio. Ci provano ancora Barberis, Benali, Crociata e diverse volte Messias, ma la porta di Gori sembra stregata. Stroppa manda in campo Vido, che sfiora subito la rete, e Nalini, per quest’ultimo si tratta di un felice ritorno dopo un lungo infortunio. Al 71’ arriva il meritatissimo pareggio grazie al colpo di testa di Golemic che sfrutta una smanacciata di Gori su cross dalla sinistra di Mazzotta, e firma l’1 a 1. Stroppa manda in campo anche Mustacchio, alla 300ima tra i professionisti, ma all’80’ resta in dieci per l’espulsione diretta rimediata da Gigliotti. Nonostante l’inferiorità numerica sono gli ospiti a sfiorare il vantaggio in almeno altre 2 occasioni nitide, come quella capitata sul sinistro di Messias col Pisa salvato dal proprio portiere con l’aiuto del palo.

Termina 1-1 e il Crotone vola al momentaneo secondo posto solitario in attesa del risultato dell’Empoli: prossimo impegno sarà sabato, allo Scida, contro il Venezia.

IL TABELLINO

PISA: Gori; Aya, De Vitis (66’ Ingrosso), Benedetti; Belli, Verna, Gucher, Siega, Pinato (57’ Birindelli); Marconi, Masucci (76’ Fabbro). A disp. Perilli (GK), Izzillo, Moscardelli, Di Quinzio, Minesso, Meroni, Marin, Liotti, Asencio. All. D’Angelo

CROTONE: Cordaz; Golemic, Marrone, Gigliotti; Molina, Benali, Barberis, Crociata (61’ Vido), Mazzotta (80′ Mustacchio); Messias, Simy (68’ Nalini). A disp: Festa (GK), Figliuzzi (GK), Spolli, Panza, Cuomo, Evan’s, Rutten, Gomelt, Zanellato. All. Stroppa

Arbitro: Minelli di Varese

Reti: 30’ De Vitis (P), 71’ Golemic (C)

Ammoniti: 27’ Crociata (C), 40’ Masucci (P), 69’ Benedetti (P), 72’ Aya (P), 73’ Messias (C), 74’ Verna (P), 86’ Benali (C), 86’ Fabbro (P), 90’+4 Vido (C), 90’+6 Siega (P)

Espulso: 80’ Gigliotti (C)

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