8 Ottobre 2024

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Rubano termosifoni da ex istituto alberghiero, arrestati

Si sono intrufolati nell’ex Istituto alberghiero di Camigliatello Silano, struttura di proprietà del comune di Spezzano della Sila, per rubare dei termosifoni ma sono stati scoperti e arrestati dai carabinieri del posto allertati da una telefonata. Protagonisti due cosentini con precedenti che i militari hanno notato intenti a salire sulla loro auto per dileguarsi dopo il furto.

Subito bloccati, nel corso di una perquisizione, all’interno dell’autovettura sono stati trovati sei caloriferi del valore di circa duemila euro che erano appena stati asportati dall’interno dell’edificio.

I militari hanno poi fatto un sopralluogo all’interno dell’edificio dove sono emerse tracce di residui di acqua che sgorgava dagli innesti dei radiatori, segno che erano stati asportati poco prima. Durante la perquisizione effettuata, inoltre, sono stati rinvenuti nella loro disponibilità anche degli arnesi da idraulico.

I termosifoni sono stati restituiti al comune, mentre per i due soggetti sono scattate le manette e posti ai domiciliari per furto aggravato. Convalidato l’arresto, il giudice presso il tribunale di Cosenza ha disposto per i ladri il solo obbligo di firma.

Sorpresi con 9 kg di marijuana, tre arresti a San Luca

La marijuana trovata dai carabinieri a San Luca

I carabinieri di San Luca hanno arrestato tre persone di 53, 32 e 27 anni, perché sorprese con 9 chili di marijuana.

I militari, in servizio di pattugliamento su per la montagna, si sono insospettiti dall’andamento anomalo di due auto che procedevano verso il paese. Raggiunti i mezzi, ne è seguita una perquisizione veicolare e all’interno dei bagagliai i militari hanno rinvenuto i nove kg di “erba” già essiccata, al contrario dei “funghi” di cui avevano parlato gli occupanti.

Inoltre, su entrambe le auto, i militari hanno trovato delle ricetrasmittenti, probabilmente utilizzate dai tre uomini per comunicare tra loro durante il viaggio. I tre sono quindi finiti in manette e dovranno ora rispondere, di fronte al Tribunale di Locri, del reato di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Due di loro sono stati portati agli arresti domiciliari; il terzo, invece, avendo già precedenti, è finito in carcere.

Gli arresti sono il risultato di incessanti controlli antidroga dei carabinieri, impegnati nella ricerca di piantagioni di marijuana e per scoprire corrieri e spacciatori nel territorio reggino.

Altro sbarco “fantasma”, 46 migranti a Roccella

Nuovo sbarco di migranti nella Locride. Si tratta del quinto sulla costa ionica calabrese negli ultimi dieci giorni. Ad essere intercettata a Capo Bruzzano, a poca distanza dalla riva, da una motovedetta della sezione navale della Guardia di finanza di Roccella Ionica, è stata un’imbarcazione a vela di circa 15 metri con a bordo 46 migranti, in prevalenza di nazionalità irachena e iraniana, tra i quali una donna.

Tutti sono stati trovati in discrete condizioni di salute nonostante il lungo viaggio durato circa sei giorni. Dopo un primo controllo i migranti sono stati condotti, a bordo dell’imbarcazione a vela, fino al porto di Roccella Jonica.

Qui, su disposizione della Prefettura di Reggio Calabria, sono stati momentaneamente sistemati in una struttura di prima accoglienza messa a disposizione dal Comune e gestita dalla Protezione civile locale.

Riti ad anziani per spogliarli dei beni, in cella docente di religione

Circuiva persone deboli, anziane e incapaci, con riti esoterici per impadronirsi dei loro beni. Per questo motivo, un’insegnante di religione di una scuola pubblica del messinese, di 59 anni, è stata arrestata dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria.

La donna, accusata di circonvenzione di incapace, nata a Reggio abita a Messina e ha la disponibilità di diversi immobili in Calabria e in Sicilia. Era un’assidua frequentatrice di opere caritatevoli, mense dei poveri, chiese, soggiorni della Caritas e case di riposo. Facendosi scudo della sua professione e delle sue frequentazioni, per l’accusa, avvicinava e irretiva persone psicologicamente deboli e incapaci.

Nel corso dell’operazione, denominata “I samaritani”, i finanzieri hanno trovato istruzioni per praticare riti magici per rimuovere le vibrazioni negativa dalle case, una “corazza di protezione” con simbologia del settore, un “captatore tri-sensor” e un talismano che assicurerebbe protezione duratura.

Russiagate, Conte al Copasir: “Mai parlato con il ministro Barr”

Il premier Conte durante la sua audizione al Copasir

Oltre che al Copasir, “ho il dovere anche di fronte ai cittadini e all’opinione pubblica di riferire alcuni elementi di questa vicenda anche perché ha suscitato un tale clamore mediatico che ne sono nate una serie di ricostruzioni fantasiose che rischiano di gettare ombra anche sul nostro operato istituzionale e non possiamo permettercelo”. Così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a palazzo Chigi, dopo l’audizione di circa due ore e mezza al Copasir sulla vicenda Russiagate.

Durante l’audizione “non mi sono sottratto ad alcuna domanda riferendo anche sulla vicenda Barr” sottolinea il premier. “Barr ha fatto pervenire attraverso canali ordinari diplomatici la richiesta di avere uno scambio preliminare di informazione con la nostra intelligence – spiega Conte – al fine di verificare l’operato di agenti americani, cioè il quesito era di verificare l’operato dell’intelligence americana”. “Quindi – aggiunge – la premessa di questa richiesta è avvenuta da parte dell’interlocutore americano con il presupposto di non voler mettere in alcun modo in discussione l’operato dell’Italia”.

“La richiesta americana risale a giugno” e non ad agosto durante i giorni della crisi, spiega ancora. “E non è pervenuta da Trump ma dal ministro Barr. La richiesta si ricollega alla presunta vicenda Trump-Russia nella campagna elettorale del 2016”. Quanto agli incontri tra l’intelligence italiana e “Barr non si sono svolti nella sede dell’Ambasciata americana né in bar né in alberghi o cunicoli della Roma antica ma a piazza Dante, la sede del Dis”.

Incontri rispetto ai quali il premier sottolinea la “piena correttezza” e “senza ledere nostri interessi nazionali” e che “anzi ci hanno consentito di chiarire con un alleato storico, a dispetto delle ricostruzioni giornalistiche, che non siamo alcun modo coinvolti in questa vicenda e quindi tutte le speculazioni non hanno colto nel segno”. Nel corso del secondo incontro, quello del 27 settembre, “è stato chiarito che, alla luce delle verifiche fatte, la nostra intelligence è estranea a questa vicenda. Abbiamo rassicurato interlocutori americani sulla nostra estraneità e questo ci è stato riconosciuto”. I due incontri, quelli del 15 agosto e quello del 27 settembre, “hanno avuto come esito quello di vedere acclarata l’estraneità della nostra intelligence”.

“Se ci fossero stati illeciti – premette il presidente del Consiglio – io avrei avuto l’obbligo di segnalare all’autorità giudiziaria, avrei fatto scattare una denuncia” e la vicenda “avrebbe preso una piega diversa”. Le richieste pervenute da Barr “erano sull’intelligence americana di stanza a Roma, è chiaro che non venivano a chiedere a noi cosa fa la Fbi qui. C’era la possibilità che avessero lavorato con la nostra intelligence, abbiamo fatto le opportune verifiche” riscontrando che non era così.

“Per completare i chiarimenti – dice ancora Conte – tra le varie illazioni e opinioni anche legittime, qualcuno ha ipotizzato che io avrei voluto informare singoli ministri o leader di partito di questa interlocuzione” tra l’intelligence italiana e William Barr. “Io avverto la grande responsabilità” del mio ruolo anche sul comparto dei servizi di intelligence e “cerco di operare e assolvere questo compito sempre nel rispetto delle legge”. E la legge dice che “se io avessi informato persone non legittimate ad esserlo, avrei violato la legge”.

Ancora, “è stato detto che il famoso tweet del presidente Trump che esprimeva apprezzamento nei miei confronti sarebbe collegato a questa vicenda. E’ falso” scandisce Conte.

Poi, a una domanda sulla vicenda dei presunti fondi russi alla Lega, il premier risponde: “La puntata di Report non l’ho vista, sono state giornate molto intense, ho orecchiato e letto qualcosa e mi pare di capire che sono venuti fuori ulteriori elementi. Voglio essere chiaro: non è mia abitudine attaccare gli avversari politici, non l’ho mai fatto, ma mi sorprende che Salvini pontifichi quotidianamente sulla questione Barr e mi ha sollecitato a chiarirla perché non gli tornava. Credo sia legittima la sua richiesta di chiarimento, così come è legittima da parte degli italiani. A questo punto io la verità chiesta da Salvini l’ho riferita, in sede istituzionale sono stato più dovizioso di particolari, ma quel che mi sorprende è come Matteo Salvini, che non solo era ministro dell’Interno, un ruolo di primaria importanza, ma si è anche candidato a guidare il Paese” chiedendo “pieni poteri ai cittadini, non avverta la necessità di chiarire questa vicenda”.

“Io sono stato in forte imbarazzo – continua Conte sul cosiddetto ‘Moscopoli’ – sono andato in Parlamento, al Senato, a riferire al suo posto, tra l’altro non avendo alcuna informazione da lui. Il ministro dell’Interno non ha risposto al suo presidente del Consiglio che per iscritto gli chiedeva informazioni, mancando di sensibilità istituzionale, qui non c’è affatto sensibilità istituzionale. Lui dovrebbe chiarire cosa ci faceva con Savoini in incontri riservati con le massime autorità russe – il ministro dell’Interno, il responsabile dell’intelligence russa – portandosi dietro Savoini che non ha alcun ruolo. Dovrebbe chiarirlo soprattutto agli elettori leghisti, a chi oggi lo sta vagliando per capire se sia o no idoneo a guidare il Paese”.

Vietata al consumo umano l’acqua a Catanzaro

rubinetto acqua“In seguito ai risultati delle analisi effettuate sui campioni prelevati dall’unità operativa Igiene degli alimenti e della nutrizione dell’Azienda sanitaria provinciale, dai quali è emersa la non conformità ai parametri di batteri coliformi, il Comune di Catanzaro ha diramato un’ordinanza che vieta l’utilizzo dell’acqua per il consumo umano in tutta l’area della città compresa fra Sant’Elia e via Luigi Rossi”. Lo riferisce l’ufficio stampa dell’ente.

Le utenze interessate sono quelle di Cafarda, Sant’Elia, via Sila, località Visconte, via Onofrio Colace, Piterà, Vicenzale, Janò, rione Santacroce, Pontegrande, Pontepiccolo, via Madonna dei cieli, il tratto di viale Pio X da via Luigi Rossi a salire ed il Parco della Biodiversità. Il Comune ha disposto alla ditta appaltatrice del servizio di manutenzione delle rete idrica di eseguire analisi sul tratto interessato al fine di individuare le cause della non conformità e adottare i provvedimenti necessari alla regolarizzazione dei requisiti richiesti”.

Sbarco di migranti a Roccella, fermati due scafisti

I mezzi aeronavali delle Fiamme Gialle della Calabria,, hanno intercettato un veliero dedito al traffico illegale di migrantiDue presunti scafisti, un ucraino di 32 anni e un moldavo di ventuno, sono stati fermati da Polizia e Carabinieri dopo lo sbarco di 45 migranti a Roccella Jonica avvenuto lo scorso 14 ottobre. Le indagini degli agenti della Squadra mobile e dai militari della Compagnia di Bianco, coordinate dalla Procura di Locri, hanno consentito di accertare la presenza dei due alla guida di una delle due imbarcazioni a vela intercettate quel giorno. Su un altro veliero viaggiavano altri 64 migranti per un totale complessivo di 109 immigrati. Entrambe le imbarcazioni erano state soccorse dalla Guardia costiera.

Gli investigatori, avevano sentito numerosi testimoni presso gli uffici del Commissariato di Siderno ricostruendo la dinamica degli eventi dalla quale è emerso un grave quadro indiziario in capo ai due in relazione al reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Dalle indagini è emerso che i due indagati hanno condotto dalle coste della Turchia, verso il territorio dello Stato italiano, una delle due imbarcazioni a vela di circa 12 metri a bordo della quale hanno viaggiato parte dei migranti giunti al porto di Roccella Jonica il 14 ottobre u.s., procurando in tal modo l’ingresso illegale di 45 stranieri (30 di nazionalità iraniana e 15 di nazionalità irachena) nel territorio dello Stato, privi di cittadinanza italiana e di titolo per risiedere permanentemente sul territorio nazionale. I fatti sono aggravati dall’aver consentito l’ingresso in Italia di più di cinque persone, di aver esposto i trasportati a pericolo di vita, di aver sottoposto le persone a trattamento inumano o degradante e di aver commesso il fatto allo scopo di trarre profitto.

Dalla ricostruzione dei fatti operata dagli investigatori è emerso che i migranti che erano a bordo dell’imbarcazione, dopo aver pagato ingenti somme di denaro agli organizzatori del viaggio (circa 8.000 dollari ciascuno), sono partiti dalla Turchia alla volta delle coste italiane, il tutto senza scorte di cibo ed acqua ed in precarie condizioni igienico-sanitarie.

I due fermati sono stati associati presso la casa circondariale di Locri in attesa dell’udienza di convalida.

Finti corsi per OSS, un giovane si suicidò quando scoprì la truffa

Al centro il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla in conferenza sull’operazione Ponzi dei finti corsi OSS (Ansa)

Uno dei giovani che avevano partecipato ai corsi per operatore sanitario rivelatisi finti, per i quali i carabinieri del Nas hanno arrestato sei persone, si è suicidato quando si è reso conto di essere stato vittima di una truffa. A rivelarlo, nel corso della conferenza stampa sull’operazione “Ponzi”, è stato il colonnello Vincenzo Maresca, comandante dei Nas di Napoli. “Il giovane, disoccupato da anni – ha aggiunto Maresca – è stato sopraffatto dalla disperazione”.

Sulla vicenda il Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla, durante la stessa conferenza stampa, ha detto che “le indagini sono ancora in corso. Stiamo verificando anche l’ipotesi di un’istigazione al suicidio. La morte del giovane risale ad un’epoca antecedente l’avvio delle indagini. Stiamo approfondendo e verificando tutto, comunque”.

“La misura della custodia cautelare in carcere per le persone coinvolte nell’operazione – ha detto ancora il colonnello Maresca – può sembrare forte, ma noi la riteniamo giusta. Il caso del suicidio del giovane allievo dei corsi, d’altra parte è emblematico della gravità dei fatti”.

“Stiamo parlando di una persona che, venuta a conoscenza dell’illiceità dell’iniziativa cui aveva partecipato, sborsando 2.500 euro, si è reso conto dell’inutilità dell’impegno che aveva profuso visto che non poteva utilizzare il titolo professionale che aveva acquisito, rivelatosi carta straccia, per uscire dal dramma della disoccupazione che stava vivendo”.

Orrore in Gran Bretagna, trovati 39 corpi in un container bulgaro

Orrore in Gran Bretagna dove in un container a bordo di un tir sono stati trovati i corpi senza vita di 39 persone. Il mezzo era fermo nella zona industriale della regione dell’Essex, a sud-est del Regno Unito. Tra le vittime anche un adolescente. Si tratterebbe di immigrati asiatici.

Secondo la Bbc, che cita fonti della Polizia, il veicolo era stato immatricolato in Bulgaria, ed è stato trovato poco prima dell’1:40 a BST al Waterglade Industrial Park di Grays. Il camionista dell’autoarticolato, un 25enne dell’Irlanda del Nord, è stato arrestato con l’accusa di omicidio. La polizia crede che il veicolo abbia viaggiato da Zeebrugge, in Belgio, fino a Purfleet sul Tamigi.

Il mezzo pesante ha attraccato nell’area di Thurrock poco dopo le 00:30, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters.

Il vice capo della polizia Pippa Mills ha affermato che l’identificazione delle vittime è la “priorità numero uno”, ma si prevede che sarà un “lungo processo”. Pare che nessuna delle vittime aveva con sé un documento di identità.

La National Crime Agency ha dichiarato di aver inviato ufficiali per assistere e identificare eventuali “gruppi di criminalità organizzata che potrebbero aver avuto un ruolo” nella strage di esseri umani.

Il primo ministro britannico Boris Johnson è “inorridito per il tragico incidente avvenuto nell’Essex”. “Ricevo aggiornamenti costanti dall’Home Office (il ministero dell’Interno), che sta lavorando a stretto contatto con la Essex Police per stabilire ciò che esattamente è accaduto”, ha twittato Johnson. “I miei pensieri – ha concluso – sono per tutti coloro che hanno perduto la vita e per i loro cari”.

Richard Burnett, amministratore delegato della Road Haulage Association, ha affermato che il container sembra essere un’unità refrigerata, dove le temperature potrebbero scendere fino a -25 gradi centigradi. L’Ad ha descritto le condizioni delle vittime “assolutamente orrende”.

Un portavoce del ministero bulgaro degli affari esteri ha confermato che il camion è stato immatricolato nel paese. “Il camion Scania è stato immatricolato a Varna (sulla costa orientale) sotto il nome di una società di proprietà di un cittadino irlandese”, ha detto il portavoce citato dalla BBC.

“La polizia ha affermato che è altamente improbabile che siano bulgari”, ha aggiunto. La polizia ha fatto appello per testimoni e chiunque abbia informazioni sulla rotta del camion per contattarli.

I precedenti con più vittime

Nel 2000, 58 migranti cinesi sono stati trovati morti soffocati in un camion a Dover.

Nell’agosto 2015, i corpi di 71 persone, in larga parte siriane, sono stati trovati in un camion ungherese abbandonato su un’autostrada austriaca. Il macabro ritrovamento del camion di allora avvenne proprio nel giorno del summit sull’immigrazione a Vienna.

Finti corsi per OSS, arrestati imprenditori e dipendenti dell’Asp di Cosenza

I Carabinieri del Gruppo Tutela della Salute di Napoli, con il supporto dei Comandi Provinciali di Cosenza, Crotone, Catanzaro e Vibo Valentia, nonché dei NAS di Roma, Bologna, Latina, Torino, Cremona, Treviso ed Alessandria, nelle prime ore di oggi hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Castrovillari su richiesta della locale Procura delle Repubblica nei confronti di 6 componenti di un’associazione per delinquere finalizzata al rilascio di falsi diplomi di Operatore Socio Sanitario, nonché al contestuale sequestro di 291 titoli di qualifica professionale illecitamente rilasciati ad altrettanti soggetti.

I destinatari del provvedimento sono quattro imprenditori operanti nel settore degli istituti di formazione professionale, due residenti nell’hinterland cosentino e due nel napoletano, e due dipendenti dell’ASP di Cosenza. L’operazione è stata denominata “Ponzi”

Stando alle indagini svolte dal Nas Carabinieri di Cosenza gli odierni arrestati avrebbero organizzato, negli anni 2015/2017, oltre 30 corsi di OSS e OSSS (Operatore Socio Sanitario ed Operatore Socio Sanitario con formazione complementare) attraverso una scuola professionale costituita ad Altomonte, denominata SUD Europa, priva di accreditamento alla Regione Calabria.

Gli allievi dell’istituto, reclutati nel tessuto sociale calabrese mediante la prospettiva di un facile sbocco lavorativo, pagavano 2.000 euro per frequentare evanescenti corsi teorico-pratici in cui veniva loro offerta una formazione professionale del tutto inadeguata, assai distante dagli standard previsti dalla vigente legislazione.

Infatti, la normativa nazionale prevede, per il conseguimento del diploma di Operatore Socio Sanitario, la frequenza di un corso almeno 1000 ore comprensive di 450 ore di tirocinio presso strutture sanitarie accreditate; ciò al fine di garantire la massima tutela ai soggetti verso i quali gli OSS sono tenuti ad esplicare la propria delicata funzione professionale, spesso appartenenti alle fasce più deboli come anziani, disabili e ammalati lungodegenti.

Nel caso della scuola SUD EUROPA, invece, le indagini hanno acclarato che la didattica era gestita in maniera a dir poco superficiale; le lezioni avvenivano inizialmente all’interno di locali del Capt (ex ospedale) di Trebisacce, dove lavorano tuttora due degli arrestati, il tutto avente l’unico fine di fornire agli allievi una parvenza di prestigio e ufficialità ai corsi. L’Azienda Sanitaria di Cosenza, poi, venuta a conoscenza dello svolgimento dei corsi in carenza di qualsiasi autorizzazione, ha imposto l’immediata cessazione delle attività, ma il business e le lezioni non si sono interrotte proseguendo all’interno delle sale di un hotel di Trebisacce.

Per rendere l’idea della reale preparazione di alcuni degli studenti, basti segnalare che solo alcuni di essi hanno svolto alcune ore di volontariato presso strutture socio-assistenziali dell’hinterland cosentino, mentre per molti altri la formazione pratica veniva data per assolta pur non avendo mai di fatto messo piede in una struttura sanitaria.

Al termine di tali percorsi formativi fittizi, gli indagati fornivano anticipatamente ai discenti le soluzioni alle domande dei test degli esami finali, raccomandandosi di impararle a memoria. Le prove finali erano svolte a Napoli, ove gli allievi venivano accompagnatia mezzo di pullman noleggiati dalla stessa associazione, e avvenivano dinnanzi alla commissione ufficiale della Regione Campania, ignara del reale percorso formativo dei corsisti.

L’intero sistema fraudolento, infatti, era reso possibile dall’apporto determinante dei due sodali rappresentanti di altrettanti istituti di formazione regolarmente accreditati presso la Regione Campania, il SA.DRA. ed il CHECK UP Formazione, i quali provvedevano a costruire un percorso formativo falso agli allievi provenienti dalla scuola SUD EUROPA, inserendo i discenti negli elenchi dei propri corsi di OSS e OSSS, facendo così risultare che gli studenti calabresi avessero frequentato le lezioni teoriche presso le aule SADRA e/o CHECK UP ed i prescritti periodi di tirocinio presso le Case di Cura Villa Angela di Napoli e IOS MELUCCIO di Pomigliano D’Arco (NA), ove in realtà gli allievi non avevano mai messo piede.

Proprio per tali motivi, l’Autorità giudiziaria ha anche disposto il sequestro dei 291 titoli illecitamente conseguiti con le modalità sopra elencate, che in queste ore sono sottoposti a sequestro penale da parte dei Carabinieri su tutto il territorio nazionale.

Il giro d’affari prodotto, per il solo periodo oggetto d’indagine, ammonta ad oltre 570.000 euro, anch’essi in queste ore sottoposti a sequestro preventivo sui conti correnti della Scuola SUD EUROPA e degli indagati.

‘Ndrangheta, sequestrati beni per 3 milioni a presunto affiliato

squadra mobile polizia

La polizia di Milano ha sequestrato beni per 3 milioni di euro a un presunto membro della cosca “Morabito – Palamara – Bruzzaniti”, egemone nell’area jonica della provincia di Reggio Calabria.

Si tratta del 43enne Bartolo Bruzzaniti, ritenuto esponente della nota famiglia di ‘ndrangheta presente in moltissime indagini della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e di Milano. La cosca, alleata ai Morabito e ai Palamara, è stata coinvolta in vicende sul traffico di droga e sulle infiltrazioni negli appalti pubblici.

Ieri, gli agenti della Divisione Anticrimine della questura milanese, in collaborazione con i colleghi di Reggio e coordinati dal Servizio Centrale Anticrimine, hanno eseguito il sequestro disposto dal tribunale di Reggio Calabria nei confronti dell’uomo che vive da molti anni a Garbagnate Milanese (Milano). I beni si trovano nello stesso comune.

Scoperto professionista evasore totale, sequestro per 450mila euro

finanza reggio calabriaUn consulente imprenditoriale e gestionale è stato denunciato dalla Guardia di finanza di Gioia Tauro con l’accusa di essere un evasore totale. Le Fiamme gialle, dopo una verifica fiscale, hanno accertato come il professionista a fronte di un volume di affari di oltre 1,2 milioni di euro avrebbe omesso di dichiararli occultando le scritture contabili e documenti obbligatori per legge, per impedire la determinazione delle basi imponibili e dei tributi evasi.

L’indagine dei militari si è conclusa con la denuncia del professionista “evasore totale” alla locale Procura della Repubblica per violazione alla normativa penale tributaria ed è sfociata nell’emissione di un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente per un importo pari a oltre 453 mila euro.

Spacciavano droga in scuole vicino il quartiere rom di Crotone, 13 arresti

Tredici persone sono state arrestate dai carabinieri di Crotone perché considerate membri di una banda che spacciava droga anche nei pressi di scuole e con il coinvolgimento di minori.

Il provvedimento è stato emesso dal giudice del tribunale di Catanzaro su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia guidata da Nicola Gratteri. In tutto sono 57 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti con attività di spaccio.

A 10 indagati sarà applicata la custodia in carcere, altri 3 saranno sottoposti agli arresti domiciliari, 5 saranno sottoposti all’obbligo di dimora nel comune di residenza e, nei confronti dei restanti indagati, saranno eseguiti 39 decreti di perquisizione domiciliare.

L’indagine, convenzionalmente denominata “Acquamala”, colpisce un’associazione criminale operante nel quartiere Rom di Crotone denominato “Acquabona”.

Le investigazioni hanno consentito di ricostruire gli assetti organizzativi della compagine criminale, documentati anche attraverso il sequestro di un “libro mastro” in cui erano minuziosamente annotati i rapporti di credito-debito dell’organizzazione con i fornitori e con gli acquirenti delle sostanze stupefacenti.

Gli investigatori dell’Arma hanno documentato il traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti (cocaina, eroina, marijuana e hashish), e di accertare i canali di approvvigionamento dello stupefacente della famiglia Manetta, operante nel citato quartiere Rom di Crotone, attraverso i rapporti affaristico criminali con la famiglia Abbruzzese, operante nella città di Catanzaro; con la famiglia Mannolo, operante a Cutro e comuni limitrofi; con la famiglia Scerbo/Tarasi, operante a Isola di Capo Rizzuto e le famiglie Raso/Luccisano, la cui area di influenza è Rizziconi (Reggio), nella piana di Gioia Tauro.

Nel corso delle indagini sono state arrestate in flagranza 10 persone, di cui un minorenne, che spacciavano, oltre che nel quartiere “Acquabona”, anche all’esterno delle scuole secondarie adiacenti il citato quartiere.

Sequestrati 330 grammi di cocaina; 1,3 kg di hashish; 215 grammi di marijuana; 23 gr di eroina; poi una una pistola cal. 7,65; una pistola cal. 9 x 21; una pistola mitragliatrice del tipo MP 1940 Maschinenpistole.

I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso della conferenza stampa che sarà tenuta in mattinata presso il Comando Provinciale Carabinieri di Crotone alla presenza del Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri.

Truffa nei corsi Oss e titoli di studio a pagamento, 6 arresti

Carabinieri Nas CosenzaI Carabinieri del Gruppo Tutela della Salute di Napoli stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice del Tribunale di Castrovillari, su richiesta della locale Procura delle Repubblica, nei confronti di 6 persone appartenenti ad un’associazione per delinquere finalizzata alla truffa e falso.

Stando alle indagini culminate nell’operazione, in codice “Ponzi”, svolte dal NAS Carabinieri di Cosenza, sotto il coordinamento del procuratore capo della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla, e del sostituto Antonino Iannotta, gli odierni arrestati hanno organizzato numerosi finti corsi di Oss (Operatore Socio Sanitario). È in corso anche il sequestro di centinaia di titoli di studio ottenuti illegalmente e il sequestro di un’ingente somma di denaro.

Ulteriori particolari verranno forniti nel corso di una conferenza stampa indetta per le ore 10.00 odierne presso la Procura della Repubblica di Castrovillari.

Trovato con dosi di marijuana e bilancino, arrestato

I Carabinieri della Stazione di San Giovanni in Fiore (Cosenza), hanno arrestato nei giorni scorsi un 25enne del posto con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.

I militari, nello specifico, ad esito di una perquisizione domiciliare hanno rinvenuto nella disponibilità del giovane, 34 grammi di marijuana, già suddivisa in dosi e pronta per essere venduta al dettaglio. Trovato inoltre un bilancino di precisione.

Il sangiovannese, dunque, al termine delle formalità di rito, è stato condotto presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari. All’esito dell’udienza di convalida, l’arresto è stato convalidato dall’autorità giudiziaria.

Da Salvini ancora veti su Occhiuto. La Calabria va forse a Fratelli d’Italia

Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini sul palco di piazza San Giovanni a Roma

“Prima vinciamo in Umbria e poi parliamo di tutto il resto. Noi chiediamo candidati nuovi”. Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, interpellato in merito a un possibile veto del Carroccio sulla candidatura di Mario Occhiuto, in Calabria, per il centrodestra.

“Servono ovunque candidati nuovi, specchiati. Se uno ha il Comune in bancarotta come fa a fare il governatore? È come candidare la Raggi a presidente del Consiglio…”, ha aggiunto il leader della Lega che ha poi ribadito la posizione nel salotto di Vespa a Porta a Porta.

I veti del Carroccio su Occhiuto erano stati espressi a più riprese dal segretario e dal commissario Invernizzi per via dei procedimenti giudiziari a carico del sindaco di Cosenza.

Intanto, i tre leader del centrodestra, Salvini, Meloni e Berlusconi dovrebbero trovare la quadra sulle candidature dopo il voto in Umbria. Secondo le ultime indiscrezioni dopo la manifestazione di piazza San Giovanni, la Puglia, che prima era data a Fratelli d’Italia con Raffaele Fitto, dovrebbe essere appannaggio della Lega; la Campania a Forza Italia e la Calabria a Fratelli d’Italia, i cui vertici vorrebbero impegnare la parlamentare Wanda Ferro nella corsa alla Cittadella.

Cassazione, a Roma la mafia non stava in mezzo agli “affari”

Salvatore Buzzi e Massimo Carminati
Salvatore Buzzi e Massimo Carminati

La Cassazione ha dichiarato esclusa l’associazione mafiosa nel processo “Mondo di mezzo”, ribattezzato Mafia capitale, dopo la sentenza d’appello che aveva invece riconosciuto l’articolo 416 bis. Cadono anche molte delle accuse contestate a Salvatore Buzzi e Massimo Carminati.

La sesta sezione penale aveva al vaglio la posizione di 32 imputati, di cui 17 condannati dalla Corte d’Appello di Roma, lo scorso anno, a vario titolo per mafia (per associazione a delinquere di stampo mafioso, o con l’aggravante mafiosa o, ancora, per concorso esterno).

L’accusa, mossa dalla procura di Roma, ruotava attorno alla costituzione di una “nuova” mafia, con propaggini nel mondo degli appalti della Capitale. Mercoledì scorso la procura generale della Cassazione aveva chiesto la sostanziale convalida della sentenza d’appello.

“Buzzi su mia indicazione – lo ha detto l’avvocato difensore Alessandro Diddi – aveva ammesso alcune delle contestazioni. A Roma c’era un sistema marcio e corrotto e la sentenza di primo grado l’ha riconosciuto. La procura ha provato a sostenere la mafia. La Cassazione ha detto quello che avevamo sostenuto fin dall’inizio”.

Cade da albero mentre raccoglie olive, grave

elisoccorso

Un uomo, di 58 anni, F. C., è rimasto gravemente ferito stamani ad Acquaro (Vibo Valentia) in seguito ad una caduta da un albero di ulivo.

L’uomo era intento nell’attività di raccolta delle olive in un terreno in località “Melidorio” quando, dopo essersi arrampicato sulla pianta, per cause in corso di accertamento, avrebbe perso l’equilibrio finendo rovinosamente per terra.

Ad accorgersi dell’incidente è stato il proprietario del fondo che ha chiamato i soccorsi. Sul posto è intervenuto il 118 che, con l’elisoccorso, ha trasferito il ferito nell’ospedale di Catanzaro. L’uomo ha riportato dei politraumi.

Busta con proiettili davanti a negozio di Rende. Indagini

Controlli CC a Rende e Montalto, un arresto e due denunce

Ignoti hanno lasciato, la notte scorsa, una busta contenete tre proiettili davanti l’ingresso del negozio di abbigliamento “Capitano”, in via Verdi, a Rende.

La scoperta è stata fatta questa mattina, all’apertura dell’attività commerciale da uno dei dipendenti, che ha immediatamente avvisato i titolari e chiamato i carabinieri. La busta con i proiettili è stata poggiata vicino alla porta principale.

Sull’accaduto indagano i carabinieri della Compagnia di Rende, che stanno acquisendo anche le immagini della videosorveglianza del luogo.

Manovra, riunione fiume nella notte. Scontro nel governo

E’ terminato dopo circa due ore a Palazzo Chigi il vertice di governo sulla manovra. Subito dopo è cominciato il Consiglio dei ministri.

L’applicazione obbligatoria di sanzioni sui Pos, a quanto si apprende, è posticipata al luglio del 2020, nell’attesa di un accordo sull’abbassamento dei costi delle commissioni delle carte di credito. L’accordo, si apprende ancora, vede la soddisfazione del M5S. “Così non si criminalizzano i commercianti”, viene spiegato.

La stretta sul carcere agli evasori arriverà con il decreto fiscale. E’ questo, secondo quanto si apprende, uno dei punti su cui si è trovata una intesa in maggioranza. Le norme entrerebbero in vigore però alla data di conversione del decreto.

Nel dl fisco, oltre all’inasprimento delle norme penali, per i grandi evasori entra la confisca per sproporzione. E’ quanto si apprende da fonti di governo che spiegano come ambedue le norme entreranno in vigore dopo la conversione in legge del decreto da parte del Parlamento.

Nel dl fisco, oltre all’inasprimento delle norme penali, per i grandi evasori entra la confisca per sproporzione. E’ quanto si apprende da fonti di governo che spiegano come ambedue le norme entreranno in vigore dopo la conversione in legge del decreto da parte del Parlamento.

Nel corso degli incontri bilaterali di oggi a palazzo Chigi sarebbero stati superati alcuni nodi come quello dei pos e la questione del carcere agli evasori. Temi che saranno definiti – si spiega in ambienti qualificati di governo – nel vertice di maggioranza in corso in questi minuti. Resterebbe ancora da definire il capitolo delle partite Iva.

Il Pd, a quanto si apprende, ha difeso nell’incontro a Palazzo Chigi l’impianto della manovra e chiesto il taglio delle commissioni bancarie sui pos e di semplificare le norme per partite Iva in regime forfettario sotto i 65mila euro. I Dem hanno inoltre chiesto il reintegro in legge di bilancio del Fondo Imu-Tasi per i Comuni e l’abolizione delle comunicazioni trimestrali Iva “per semplificare la vita alle imprese e agli autonomi”.

Faccia a faccia a Palazzo Chigi questa mattina tra il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, per fare il punto sulla manovra. Conte terrà incontri bilaterali con i singoli partiti di maggioranza, prima del vertice che dovrebbe tenersi a ridosso del Consiglio dei ministri la cui convocazione è slittata di due ore, dalle 19 alle 21.

Intanto – secondo quanto riferiscono fonti Ue – la Commissione Ue invierà oggi all’Italia una lettera per chiedere informazioni supplementari sulla bozza di legge di Bilancio presentata la scorsa settimana. Anche altri Paesi, tra cui la Spagna, riceveranno simili richieste di chiarimenti. Il governo si prepara a rispondere alle richieste della commissione Ue sulla manovra entro mercoledì 23 ottobre. Secondo quanto si apprende, la risposta a Bruxelles rientra in un percorso di dialogo che sta avvenendo in totale trasparenza. La Ue, viene spiegato, non dovrebbe mettere in discussione impianto e saldi del pacchetto della manovra ma potrebbero essere richiesti chiarimenti e approfondimenti su alcune voci di dettaglio.

Salvini affonda: “Litigano su tutto”
“Renzi attacca Conte, Conte attacca Di Maio, Zingaretti attacca tutti, la Raggi s’attacca ai bidoni dell’immondizia, non è normale scherzare sulle tasse, la tassa sulle bibite gassate, hanno aumentato la tassa sugli affitti concordati, in manovra economica c’è l’aumento delle accise sui diesel Euro3 e Euro 4. Mi sembra che in un mese stiano litigando più di quanto non abbiamo fatto in un anno”.

Matteo Renzi, intanto, boccia la sugar tax. “Abbiamo bloccato i 23 miliardi di Iva e oggi sono rimasti 200 milioni di sugar tax, e io non sono d’accordo. Dobbiamo prendere l’impegno a evitare anche la sugar tax”.

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