8 Ottobre 2024

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Regionali, il M5s correrà da solo in Calabria ed Emilia-Romagna

Anche in Calabria e in Emilia-Romagna il Movimento 5 stelle correrà da solo alle prossime elezioni regionali. E’ questo l’orientamento emerso nella riunione di ieri sera al Senato tra Luigi Di Maio e i referenti sul territorio calabrese ed emiliano-romagnolo, e che è frutto della rovinosa debacle in Umbria per l’alleanza con il PD che ha portato il movimento a precipitare al 7,4 percento.

“Non c’è modo di nascondervi nulla, sapete già tutto”: con una battuta il capo politico M5S uscendo dal Senato è sembrato confermare quanto trapelato dalle riunioni che ha tenuto sulle Regionali in Emilia Romagna e Calabria, cioè l’orientamento dei cinquestelle di correre da soli o assieme a delle liste civiche, senza riproporre l’alleanza con il Pd in Umbria.

Parlamentari M5S, in Emilia solo con liste civiche
“Oggi con il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio è stato un incontro molto positivo. Siamo siamo tutti concordi, sia come parlamentari che come consiglieri regionali che hanno svolto un ottimo lavoro in questi cinque anni, nel presentarci da soli, senza fare alleanze con i partiti, in occasione delle prossime regionali in Emilia-Romagna. E’ stato inoltre ribadito che le uniche alleanze che valuteremo di fare saranno quelle con le liste civiche”: lo dichiarano in una nota i parlamentari emiliano-romagnoli del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari, Alessandra Carbonaro, Vittorio Ferraresi, Gabriele Lanzi, Marco Croatti, Michela Montevecchi, Maria Edera Spadoni, Giulia Sarti, Maria Laura Mantovani, Carlo De Girolamo, Davide Zanichelli al termine dell’incontro con Luigi Di Maio.

“Quello di oggi con il capo politico del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio è stato un incontro molto positivo. Siamo tutti concordi nel presentarci da soli, senza fare alleanze con i partiti, in occasione delle prossime regionali in Emilia-Romagna. Le uniche alleanze che valuteremo di fare saranno quelle con le liste civiche”. Così Maria Edera Spadoni, vice presidente della Camera e parlamentare emiliano-romagnola del Movimento 5 Stelle al termine dell’incontro tra parlamentari e consiglieri regionali pentastellati emiliano-romagnoli ed il capo politico Luigi Di Maio.

Donna uccisa nel Foggiano, fermato l’ex genero

Orta Nova, preso il killer Cristoforo Aghiler. Avrebbe ucciso Filomena Bruno
Da sinistra il presunto killer Cristoforo Aghiler e la vittima Filomena Bruno

È stato fermato martedì sera dai carabinieri Cristoforo Aghiler, il 36enne accusato di aver ucciso ieri sera ad Orta Nova (Foggia) con due coltellate al petto Filomena Bruno, foggiana di 53 anni, mamma della sua ex fidanzata.

L’uomo è stato bloccato a Carapelle, a pochi chilometri da Orta Nova. Stamattina era stato trovato il coltello utilizzato per compiere il delitto. A dargli la caccia in queste ventiquattro ore oltre duecento carabinieri.

Secondo quanto appreso dall’Ansa, Aghilar nel settembre scorso era evaso dai domiciliari ed era fuggito in Germania con la fidanzata 21enne, figlia della vittima. Una volta in Germania – a quanto trapela dalle indagini – la ragazza si sarebbe accorta del carattere piuttosto violento dell’uomo e avrebbe informato di questo alcuni familiari.

Questi l’avrebbero convinta ad abbandonare Aghiler, a tornare in Italia e a trovare rifugio da alcuni parenti che vivono lontano da Orta Nova. Sabato il 36enne è tornato in paese e ha minacciato con una pistola la mamma della fidanzata e alcuni parenti della donna per ottenere notizie sulla fidanzata.

Dipendenti Provincia, Iacucci: “Farò di tutto, ma Oliverio non mi riceve”

“Sono sceso in piazza insieme a voi e ringrazio tutti per avere organizzato questo sit-in perché dimostra il vostro attaccamento all’Ente”. Lo dice in una nota il presidente della provincia di Cosenza Franco Iacucci (PD) che stamane ha incontrato i dipendenti dell’ente che protestano in particolare contro la Regione Calabria che non trasferisce i fondi necessari a pagare gli stipendi. I dipendenti non incassano gli stipendi da mesi per cui sono a rischio le attività di uffici e servizi.

“So che rispetto ai diritti dei dipendenti abbiamo dei ritardi”, afferma Iacucci, “ma se vogliamo affrontare i problemi che abbiamo ognuno deve fare il proprio dovere. Noi non chiediamo maggiori risorse al Governo ma da Roma devono darci quello che ci spetta. Oggi non abbiamo problemi di competenza ma di liquidità: se i trasferimenti di denaro già previsti non avverranno entro tempi brevi, avrò il dovere di dire con chiarezza che in questo modo non saremo in grado di chiudere l’anno”.

“Con il Decreto datato 8 marzo 2019 e pubblicato sulla G.U. n.71 del 25 marzo 2019, – spiega Iacucci – emanato dal Ministero dell’Interno di concerto con Ministero dell’Economia e delle Finanze, è stato ripartito tra le Città metropolitane e le Province delle Regioni a statuto ordinario il “Fondo sperimentale di riequilibrio 2019” non ancora interamente liquidato all’Ente. La Provincia di Cosenza, infatti, vanta un credito – ha spiegato il presidente Iacucci – relativo al saldo del Fondo sperimentale di riequilibrio, per l’annualità 2018 pari a euro 8.135.634,54 e per l’annualità 2019 pari ad euro 6.169.407,17”.

“Ho già inoltrato una lettera al viceministro dell’Economia Antonio Misiani – informa il presidente – e domani andrò a Roma per continuare a discutere della questione. Non è sempre semplice interloquire con i dirigenti dei vari Ministeri e avere a che fare con una burocrazia fredda, senza anima”.

“Mi impegnerò fino in fondo e insieme ai sindacati per risolvere i problemi e per consentire alle Province di funzionare al meglio, visto – afferma ancora – che un altro provvedimento ha sostanzialmente ridotto al minimo la capacità finanziaria delle Province con un taglio da tre miliardi (in particolare questa Provincia per la partecipazione alla finanza pubblica fino ad oggi ha subito un taglio di euro 87.143.440,62)”.

“Per questo ho aderito all’iniziativa di oggi organizzata dai sindacati. Devo difendere la mia istituzione – ha concluso Iacucci – ma bisogna anche ammettere, con grande amarezza, che ancora oggi a due anni e mezzo dal mio insediamento, non ho avuto l’onore di essere ricevuto alla Regione e di incontrare il Presidente (Oliverio) per discutere dei problemi della Provincia di Cosenza. Tante infatti sono le questioni rimaste aperte e che devono essere affrontate con la Regione, dalla formazione professionale dei dipendenti ai Centri per l’impiego. Così come resta aperta la questione delle strutture sportive sulla quale non abbiamo più alcuna competenza”.

Black Monkey, in Appello cade l’associazione mafiosa. Condanne ridotte

aula tribunale

Cade l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso nel processo d’appello ‘Black Monkey’. Secondo la Corte bolognese si tratta di associazione semplice e questo comporta una riduzione delle condanne per gran parte dei 23 imputati già condannati nel 2017.

Nicola Femia, considerato dalla Procura il capo dell’organizzazione legata alla ‘Ndrangheta che faceva profitti con le slot, passa da 26 anni e 10 mesi a 16 anni. In aula c’era anche il giornalista Giovanni Tizian, parte civile per le minacce subite. Revocati i risarcimenti.

Provincia di Cosenza senza soldi, dipendenti senza stipendio. Sit-in di protesta

Protesta stamane dei dipendenti della Provincia di Cosenza che da mesi non ricevono gli stipendi perché l’ente non ha le risorse necessarie a causa del mancato trasferimento dei fondi da parte dello Stato e dalla Regione Calabria. Decine di dipendenti si sono radunati davanti il Palazzo del governo per un sit-in di protesta cui ha anche partecipato, portando un suo messaggio ai lavoratori, il presidente della stessa provincia Franco Iacucci.

Gallo (Cdl): “Oliverio dia risposte concrete”
“Niente soldi dalla Regione, niente stipendi. E adesso i servizi erogati dalla Provincia di Cosenza rischiano il blocco”. Lo scrive il consigliere regionale della Calabria Gianluca Gallo (Cdl), rilanciando l’eco delle iniziative già promosse da Cgil, Cisl e Uil per ottenere lo sblocco delle risorse regionali e governative necessarie per garantire il pagamento dei salari a centinaia di lavoratori.

“La situazione – segnala il capogruppo della Cdl – è seria: i dipendenti della Provincia evidenziano il pericolo di diverse mensilità arretrate e lamentano, comprensibilmente, difficoltà nel tirare avanti. Le loro condivisibili proteste potrebbero sfociare, da qui a qualche giorno, in eclatanti iniziative di protesta, non ultimo lo sciopero”.

“In tal caso, inevitabilmente, si assisterebbe al blocco di servizi fondamentali: viabilità, edilizia scolastica, gestione dei rifiuti e depurazione, solo per citare alcuni degli ambiti a rischio. A quanto pare – sottolinea Gallo – la situazione di sofferenza finanziaria dell’Ente sarebbe da ricondursi al blocco dei trasferimenti erariali di 2018 e 2019 da parte della Regione e del Governo. Una paralisi radicata nella pessima riforma Delrio, aggravata dai ritardi dell’Esecutivo nazionale e oltremodo peggiorata, adesso, dalle negligenze della Regione e del suo governatore, che pure ha ricoperto per anni proprio il ruolo di presidente di Provincia a Cosenza”.

“Oliverio, sin qui indifferente e del tutto assente rispetto alla problematica, dia risposte concrete almeno ai sindacati ed ai suoi ex collaboratori della Provincia bruzia, risparmiando a loro ed ai cittadini gravi disagi. I ritardi della Regione – conclude l’esponente della Cdl – nell’adempiere a quanto di competenza sono paradossali. In via urgente e prioritaria, gli uffici regionali si adoperino per sbloccare la situazione ed avviare, al tempo stesso, un’interlocuzione forte col Governo Conte, peraltro sostenuto da Pd e centrosinistra: una svolta è necessaria già nelle prossime ore, per evitare la mortificazione di centinaia di lavoratori, delle loro famiglie e di tutto il territorio cosentino”.

Paura per un boato a Reggio, era un ordigno bellico fatto brillare in mare.

Archivio

Un forte boato è stato avvertito poco prima di mezzogiorno a Reggio Calabria. I presidi di diversi istituti, nel timore si trattasse di un terremoto, hanno fatto subito uscire i ragazzi dalle scuole ma poi è stato accertato che il boato è stato provocato dal brillamento di un residuato bellico effettuato in mare davanti al porto di Messina.

Operazione, ha riferito la Questura di Reggio Calabria, programmata con ordinanza emessa dall’Autorità Marittima dello Stretto. Contestualmente, in effetti, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ha registrato una scossa superficiale di magnitudo 2.0 nell’area prospiciente la costa messinese, tra Gazzi e Contesse. I ragazzi sono poi rientrati normalmente nei loro istituti per terminare la giornata di lezioni.

Donna uccisa nel Foggiano, è caccia al killer

Il luogo dell’omicidio a Orta Nova, nel foggiano (Ansa)

Una donna, Filomena Bruno, di 53 anni, è stata uccisa a coltellate nel pomeriggio di ieri ad Orta Nova, nel Foggiano. Il delitto è stato compiuto in via Diaz. Si tratterebbe – secondo fonti dei carabinieri – della stessa donna che sabato sera è stata minacciata con una pistola dall’ex genero in un bar del comune foggiano. Gli investigatori stanno cercando l’uomo per accertare un suo eventuale coinvolgimento.

È stato ritrovato dai carabinieri il coltello con cui ieri sera ad Orta Nova è stata accoltellata e uccisa Filomena Bruno, di 53 anni. La donna sabato scorso era stata minacciata dall’ex compagno della figlia, Cristoforo Aghilar, di 36 anni, che è stato da subito sospettato dagli investigatori e che era già ricercato perché evaso dagli arresti domiciliari. La donna è stata accoltellata in via Diaz nelle immediate vicinanze della sua abitazione.

Dopo le minacce subite sabato sera, Filomena Bruno si era trasferita a casa della mamma, mentre sua figlia era stata portata in un luogo lontano dall’ex compagno. Ieri sera Filomena Bruno era tornata nella sua abitazione per prendere effetti personali. Secondo quanto accertato dai carabinieri, l’uomo l’ha vista entrare e si è precipitato in casa dove è scoppiato tra i due un diverbio durante il quale la donna ha tentato di fuggire, ma è stata raggiunta e accoltellata almeno due volte al petto, morendo per strada.

Regionali, i “patti cinici” non funzionano. Fronda contro Di Maio

Foto di gruppo a Narni: da sinistra Conte, Di Maio, Bianconi, Zingaretti e Speranza

L’esperimento “non ha funzionato. Abbiamo visto che si tratta di una strada non praticabile”. Luigi Di Maio è stato il più svelto a suonare il “de profundis” per l’alleanza Pd-M5s per le regionali. Il capo politico dei 5 stelle, alle prese con una robusta fronda interna dopo la sconfitta del civico Vincenzo Bianconi, ha fatto marcia indietro e ha lanciato la “terza via. Secondo me – ha spiegato – il Movimento la può creare al di fuori dei due poli, non entrando nei due poli, perché va meglio quando va da solo”.

Dal Nazareno, la risposta non si è fatta attendere. Dario Franceschini ha insistito: “Non mi sembra particolarmente acuta l’idea che poiché anche presentandoci insieme abbiamo perso l’Umbria, è meglio andare divisi alle prossime regionali”. Ma è evidente che anche al Nazareno si è aperta una riflessione sulle regionali. Su Nicola Zingaretti è subito partito il ‘pressing’ nemmeno troppo discreto di chi all’asse con il M5S non ha mai creduto: “L’alternativa a questa destra non si costruisce con le ammucchiate, ma con un progetto politico forte e credibile, ancorato alla realtà e partecipato nel Paese”, ha spiegato Lorenzo Guerini.

“Mi auguro che in vista delle prossime regionali, il Pd discuta meglio con i territori se sia o meno il caso di presentarsi in coalizione”, gli ha fatto eco Andrea Marcucci. Anche i sindaci dem, riuniti domenica a Roma per l’Assemblea degli amministratori, avevano messo in guardia sull’alleanza con i grillini. Nonostante questo, e nonostante l’Umbria, il segretario dem pare intenzionato a lasciare uno spiraglio aperto ai grillini. Mettendo però qualche ‘paletto’ dell’ultima ora.

Primo, Zingaretti ha rispolverato la “vocazione maggioritaria” del Pd “con una forte identità capace di parlare a tutto il Paese“. Poi, ha chiarito che bisogna verificare “territorio per territorio la possibilità di convergenze, senza imporre nulla”. In più, il segretario ha ricordato: “Ad agosto avevo sollevato perplessità sulla percorribilità di un’alleanza di Governo con il Movimento 5 stelle. Abbiamo poi costruito una linea unitaria, difficile”.

Ma comunque le urne umbre hanno riportato in alto mare il lavoro per le intese locali. Con l’aggravante del calendario elettorale che incalza: in Emilia Romagna si vota il 26 gennaio; in Calabria è di queste ore il braccio di ferro con il governatore Mario Oliverio e il Pd, che gli ha chiesto di “indire la consultazione per il prossimo 26 gennaio”. Poi toccherà a Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana, Veneto.

In Emilia Romagna Stefano Bonaccini oggi si è detto “fiducioso”, lasciando aperta la porta al M5S: “Se c’è un accordo sui programmi, è benvenuto chiunque”. In Calabria, il commissario Stefano Graziano e Nicola Oddati, cui il segretario ha rimesso la questione, hanno confermato: “Il percorso di rinnovamento e di cambiamento avviato resta l’unica opzione percorribile. Non si torna indietro, anzi”. Quindi, stop alla candidatura del governatore uscente (dem) Mario Oliverio. La condizione posta dal 5 stelle per discutere.

La situazione calabrese è tra quelle monitorate in queste ore da Italia Viva. Perché l’altra variabile delle prossime regionali è il partito di Matteo Renzi: “Nei prossimi mesi ci presenteremo alle regionali, a cominciare dalla Toscana”, ha annunciato l’ex premier nella sua enews. In Calabria, gli esponenti locali di Iv starebbero pressando i vertici per presentare la lista: “Senza Oliverio, la partita è aperta. E la destra è divisa”, ammetteva oggi in Transatlantico un big di Iv.

Le mosse di Renzi per le regionali sono seguite con attenzione dal Nazareno: “Nel Pd è scoppiato il panico”, ha ammesso Dario Nardella parlando dell’annuncio della presenza di Iv alle regionali in Toscana. Il timore è che lì, come anche in Calabria, Renzi possa fare il pieno di voti a fronte di un risultato non esaltante dei dem. Uno scenario cui è sembrato far riferimento lo stesso ex premier: “Fare uno scontro tra l’alleanza organica Pd-5 Stelle e l’alleanza sovranista è stato un errore in Umbria e se replicato ovunque in futuro apre a ‘Italia viva’ un’autentica prateria”. (Adnkronos)

Estorsioni e intimidazioni, fermate 5 persone a Cassano

Estorsione, 5 fermi a Cassano allo IonioCinque persone sono state fermate dai carabinieri di Castrovillari a Lauropoli, frazione di Cassano allo Ionio, nell’ambito di una inchiesta che ha fatto luce su una serie di estorsioni atti intimidatori consumati in ritorsione verso imprenditori di Castrovillari che si rifiutavano di pagare il pizzo.

All’operazione, in codice “Nerone”, hanno partecipato 60 militari della Compagnia carabinieri di Castrovillari coordinati dal Maggiore Giovanni Caruso e coadiuvati da militari del Comando provinciale di Cosenza e dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria di Vibo Valentia. L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Castrovillari che ha emesso i provvedimenti di fermo.

Dalle indagini sono emersi elementi che dimostrano la presunta responsabilità dei fermati in ordine ad un episodio di estorsione ed altri tentati nei riguardi di alcuni imprenditori di Castrovillari, vittime di violenza o minaccia consistita nel porre in essere – secondo l’accusa – atti intimidatori nei loro confronti, attraverso la posa di bottiglie contenenti liquido infiammabile e proiettili calibro 7.65 dinnanzi all’ingresso delle rispettive attività commerciali nonché nell’innescare l’incendio di autovetture e di locali di proprietà dei citati imprenditori.

Complessivamente, sono stati accertati almeno quattro episodi di danneggiamento a seguito di incendio e cinque atti intimidatori mediante l’utilizzo di bottiglie incendiarie e proiettili.

L’attività investigativa è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Castrovillari e coordinata dal procuratore della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla e dal pm Simona Manera.

Le persone fermate sono Cosimo Abbruzzese, detto Coco, di 28 anni; Francesco Abbruzzese di 23; Salvatore Lione pure di 23; Fabiano Falcone di 26 e Francesco Cavaliere di 34. I cinque,  dopo le formalità di rito sono stati tradotti presso la casa circondariale di Castrovillari a disposizione dell’autorità giudiziaria inquirente.

Facciolla: “Stavano mettendo a ferro e fuoco la città”
“Tutto – ha spiegato il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla – è partito dall’incendio delle 12 autovetture nell’autoconcessionaria Antes di Castrovillari. In circa 15 giorni siamo riusciti a sgominare una vera e propria banda che voleva mettere a ‘ferro a fuoco’ l’intera città”.

Primo consiglio di classe su Skipe al liceo Telesio di Cosenza

Un momento della comunicazione via Skype al Telesio

Primo consiglio di classe sperimentale via skype in Italia. Si è tenuto, in modalità smart working, al liceo classico Telesio di Cosenza: docenti, rappresentanti dei genitori e degli studenti si sono collegati dalle proprie postazioni e secondo precise disposizioni impartite in precedenza dal dirigente tutto si è svolto nella massima regolarità senza alcun problema di natura tecnica.

“Anche questa volta – ha detto il dirigente dell’istituto scolastico, Antonio Iaconianni – siamo i primi. Il futuro passa da qui. Come mi piace ripetere. Passa da una scuola del Mezzogiorno d’Italia che sta diventando modello per tante scuole nel nostro Paese”.

“Questa sperimentazione – prosegue Iaconianni – potrebbe risultare strategica soprattutto per quelle scuole frazionate in tanti plessi talvolta difficilmente raggiungibili con una utenza che arriva anche da lontano”.

Potente terremoto nelle Filippine, almeno 5 morti e centinaia di feriti

E’ di almeno cinque morti e centinaia di feriti il bilancio provvisorio del forte terremoto di magnitudo 6,6 che ha colpito martedì mattina, l’isola di Mindanao, a sud delle Filippine. Lo scrive il Manila Times. La protezione civile locale è al lavoro per le verifiche del caso.

Sono state due le scosse di terremoto, di magnitudo 6.6 e 6.2 che hanno colpito il Sud delle Filippine, con epicentro sulla terraferma in zone densamente popolate, sull’isola filippina di Mindanao.

Secondo gli istituti di geologia, la scossa più forte è stata registrata intorno alle 9 di mattina (le 2 di notte in Italia), mentre l’altra circa un’ora più tardi.

Le due scosse sono state localizzate ad una ventina di km di profondità a circa 60 km da
Davao City, la capitale dell’isola che conta circa un milione e mezzo di abitanti.

Diversi i crolli, ma anche frane sotto cui sono stati rinvenuti i corpi senza vita di due persone. Secondo alcuni media, tanta gente si è riversata in strada in preda al panico. Se fosse successo di notte il bilancio sarebbe potuto essere molto più grave, si legge su alcuni siti locali.

Appena due settimane fa nella stessa area si è verificato un sisma di magnitudo 6.3, che ha provocato la morte di sette persone e il ferimento di centinaia di persone.

Banca centrale europea, Draghi lascia il testimone a Lagarde

Banca centrale europea, Draghi lascia il testimone a Lagarde
Mario Draghi e Christine Lagarde (Ansa/Ap)

Avvicendamento alla Banca Centrale Europea. Mario Draghi lascia, a scadenza del suo mandato, è cede la guida a Christine Lagarde che si insedierà ufficialmente il primo Novembre.

A Francoforte cerimonia con diversi capi di Stato e di governo per l’addio a Draghi. “E’ davanti agli occhi di tutti che ora è il momento di più Europa, non meno”, ha detto il presidente dell’Eurotower, citando le parole di Angela Merkel, presente fra gli altri leader. “Noi europei dobbiamo prendere il nostro destino nelle nostre mani”, ha detto Draghi.

“Lasciare la Bce è più facile, sapendo che è in buone mani”, ha affermato Draghi di fronte al successore Christine Lagarde.

Durante la cerimonia è intervenuto anche il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella: “Professor Draghi, caro Mario, come cittadino europeo desidero dirti grazie”, ha detto il capo dello Stato.

“Nel 2011 l’impatto della crisi finanziaria imponeva all’unione e alla Banca, in primo luogo, un cambio di passo – ha aggiunto – . La sfida infatti era presto divenuta esistenziale: sconfiggere la percezione della possibilità, se non del rischio, di dissoluzione dello stesso eurosistema. Una possibilità, e un rischio, che oggi possiamo considerare sconfitti”.

“Quello che celebriamo oggi” è “l’azione di un uomo che ha portato molto in alto il sogno europeo, un degno erede dei padri fondatori dell’Europa”, ha detto il presidente francese Emmanuel Macron nella cerimonia di commiato del presidente della Bce.

“La tua leadership è stata importante, direi cruciale, per il contributo alla stabilità dell’Eurozona”, ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel rivolgendosi a Draghi in occasione della cerimonia per la fine del mandato del presidente della Bce.

Merkel ha ripercorso le tappe della crisi dell’Eurozona, i rischi di un “collasso dell’Eurozona” e ringraziato Draghi per il ruolo giocato “nel concerto europeo” per aver superato quella crisi: “oggi siamo ben lontani” da quella situazione – ha detto Merkel – “anche se non siamo senza problemi, siamo molto più forti”. Merkel – con Draghi che chiede da tempo una politica di bilancio espansiva che affianchi la politica monetaria della Bce – ha riconosciuto che la Bce “non può fare” i compiti che spettano ai governi.

Lite finisce nel sangue, ferito un ambulante a Scalea

Carabinieri Compagnia ScaleaUn uomo di 32 anni, S.M., originario del Salernitano, venditore ambulante, è stato ferito, questa mattina, a Scalea (Cosenza), dove si stava svolgendo il mercato settimanale.

L’uomo, raggiunto alle gambe da colpi di arma da fuoco, è stato portato, con l’elisoccorso, nell’ospedale di Cosenza.

Non è in pericolo di vita. Lo sparatore si è subito dileguato. I Carabinieri hanno iniziato delle indagini su quanto accaduto, probabilmente frutto di una lite.

Palpeggia una ragazzina, arrestato un pensionato

Palpeggia una ragazzina, arrestato un pensionatoIl Commissariato di Castrovillari della polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari a carico di un pensionato di 72 anni, F.P., accusato di avere abusato di una quattordicenne.

Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal Gip di Castrovillari, Luca Colitta, su richiesta della Procura della Repubblica guidata da Eugenio Facciolla.

Secondo quanto è emerso dalle indagini della polizia, la vittima, affetta da deficit cognitivi ed appartenente ad una famiglia in condizioni di indigenza, sarebbe stata costretta a subire gli abusi da parte del pensionato. Le indagini si sono avvalse della collaborazione di alcune persone, che avevano notato alcune stranezze nei comportamenti della minore vittima degli abusi.

In particolare, gli agenti, dopo aver ascoltato delle persone che avevano notato anomalie di comportamenti, hanno avviato indagini e a fine agosto accertato che il pensionato si era appartato con la minore palpeggiandola e mettendole le mani nelle arti intime. A immortalare la scena le telecamere di videosorveglianza.

Appalti sospetti, Gratteri manda la Finanza nel comune di Vibo

Il comune di Vibo Valentia

Blitz della Guardia di finanza stamattina negli uffici del Comune di Vibo Valentia. Non sono chiari i motivi dell’iniziativa. Davanti al palazzo municipale sono arrivate alcune pattuglie delle Fiamme Gialle, con i militari che presidiano l’ingresso e gli uffici.

Le verifiche sono in atto in vari uffici. Gli accertamenti sono stati disposti dalla Dda di Catanzaro e riguardano tutti gli uffici dell’ente ad eccezione dell’Urbanistica e dell’Ambiente e dovrebbero riferirsi alle precedenti amministrazioni. Sotto la lente ci sarebbero, in particolare, alcuni appalti, ma anche altri settori amministrativi, tra cui anche lo Sportello unico attività produttive (Suap).

Il sindaco, Maria Limardo, si è messo a disposizione dei militari della Guardia di finanza, accompagnandoli nei vari uffici dell’ente. La stessa prima cittadina si è detta tranquilla in relazione all’acquisizione degli atti amministrativi, ricordando che il suo esecutivo si è insediato da poco più di 100 giorni. (Ansa)

Salvini: se il Financial Times scrive il vero, Conte dovrebbe dimettersi

“In democrazia conta il voto, non ci sono spallate. Se quello che scrive il Financial Times fosse solo parzialmente vero in qualsiasi Paese ci sarebbero le dimissioni tre minuti dopo”. Così il leader della Lega Matteo Salvini a Perugia, nella conferenza stampa sul voto in Umbria.

“Se un giornale autorevole come il Financial Times ipotizza dubbi, ombre o conflitti di interesse, mi aspetto che il presidente del Consiglio corra in Parlamento a riferire. Se non ritenesse di farlo lui, già oggi stesso glielo chiederemo noi”, aggiunge Salvini rispondendo alla domanda se il gruppo parlamentare della Lega chiederà formalmente al premier Conte di riferire sui fatti contestati dal Financial Times. E sottolinea: “Dovrebbe farlo senza che la Lega glielo chiedesse”.

Che cosa ha rivelato il Financial Times
“Un fondo di investimento – scrive il quotidiano della City – sostenuto dal Vaticano al centro di un’indagine sulla corruzione finanziaria era alla base di un gruppo di investitori che assunse Giuseppe Conte per lavorare ad un accordo” poco prima che diventasse presidente del Consiglio. E’ quanto rivela, sulla sua edizione online, il Financial Times. Il collegamento, contenuto in alcuni documenti esaminati dal Ft, “probabilmente attirerà un ulteriore esame sull’attività finanziaria del Segretariato di Stato vaticano, la potente burocrazia centrale della Santa Sede, che è oggetto di un’indagine interna su transazioni finanziarie sospette”, si legge sull’articolo.

“Nel maggio 2018 – scrive il Ft – Conte è stato ingaggiato per una consulenza legale dal gruppo Fiber 4.0. il cui principale investitore è l’Athena Global Opportunities Fund, fondo sostenuto interamente per 200 milioni di dollari dal Segretariato di Stato Vaticano e gestito da Raffaele Mincione”.

Il fondo in quel periodo, “era impegnata in una battaglia per il controllo della compagnia di telecomunicazioni italiana Retelit, ricorda il Ft. Il fondo, tuttavia, non ne ottenne il controllo perché gli azionisti a Mincione, preferirono due investitori stranieri: la tedesca Shareholder Value Management e la compagnia di telecomunicazioni libica. E Conte, nel suo parere legale del 14 maggio, ottenuto dal Ft, scrisse che il “voto” degli azionisti “poteva essere annullato se Retelit fosse stata collocata sotto le regole del golden power, che permettono al governo italiano di stoppare il controllo straniero di compagnie considerati strategiche a a livello nazionale”, spiega il quotidiano britannico.

Palazzo Chigi: “Articolo Ft? Nessun conflitto interesse Conte”
“Quanto ai fatti riferiti dal Financial Times si precisa che Conte ha reso solo un parere legale e non era a conoscenza e non era tenuto a conoscere il fatto che alcuni investitori facessero riferimento ad un fondo di investimento sostenuto dal Vaticano e oggi al centro di un’indagine”. Così una nota della presidenza del Consiglio sull’articolo del Financial Times che scrive come Conte, nel maggio del 2018, fornì un parere legale per la società Fiber 4.0, posseduta da un fondo di investimento sottoposto a un’indagine del Vaticano.

Calabria, nuovo stop del PD a Oliverio: “Convochi le elezioni il 26 Gennaio”

AI FERRI CORTI Mario Oliverio e Stefano Graziano

Con la straripante vittoria del Centrodestra in Umbria, che ha incoronato la leghista Donatella Tesei presidente della Regione dopo mezzo secolo di amministrazione rossa, è partito il count down per le altre elezioni regionali che si terranno a Gennaio in Emilia Romagna, e in Calabria tra metà dicembre e il primo mese dell’anno.

Il trionfo di Matteo Salvini, e la disfatta del “patto civico” tra Pd-M5s in Umbria, con i grillini precipitati al 7,5%, lasciano poco spazio ad una riproposizione della formula nelle altre tornate. “L’esperimento non ha funzionato”, hanno fatto sapere i pentastellati che, a meno di altre scelte, correranno da soli.

In Calabria per il governatore uscente Mario Oliverio il tonfo di Zingaretti e Di Maio in Umbria potrebbe agevolare una sua possibile ricandidatura? In teoria sì. Per il presidente calabrese, messo in un angolo dal Pd nazionale appunto per facilitare il “patto” giallorosso in Calabria (oggi naufragato), potrebbe nei fatti riaprirsi uno spiraglio, ma questo percorso è molto più in salita di quanto si pensi.

A dare nuovamente un colpo alle ambizioni del governatore di ripresentarsi sostenuto dal suo partito, è il commissario del PD Calabria Stefano Graziano che con il membro della segreteria nazionale Nicola Oddati ribadisce la necessità di “discontinuità” e “cambiamento”, a prescindere dal patto coi Cinquestelle.

“Sapevamo – scrivono Graziano e Oddati – che in Umbria ci attendeva una sfida difficile, una prova per il patto civico e per replicare sul territorio l’alleanza di governo. Il risultato non è stato positivo ma il percorso di rinnovamento e di cambiamento avviato in Calabria resta l’unica opzione percorribile. Non si torna indietro, anzi”.

Per i vertici dem “il lavoro va intensificato. Il risultato elettorale (in Umbria, ndr) è stato condizionato dalle dinamiche locali, una reazione alla classe dirigente regionale”.

“Il primo punto fermo di questa nuova fase – è l’avviso a Oliverio di Oddati e Graziano – deve essere la scelta della data in cui tenere le elezioni regionali. Chiediamo al governatore Oliverio di indire la consultazione per il prossimo 26 gennaio”.

La stessa data è stata già fissata dal governatore Bonaccini per le regionali in Emilia Romagna. Il Pd prende tempo, insomma, per essere preparati ad affrontare Matteo Salvini che in Calabria potrebbe fare il pieno come in Umbria, anche se, va detto, nel Centrodestra calabrese il caos regna sovrano dopo i veti del leader leghista al sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, già candidato da Forza Italia, con gli azzurri che minacciano di andare da soli qualora non si dovesse convergere su Occhiuto.

Ma Oliverio, che ha facoltà di indire le elezioni, potrebbe a sorpresa convocare la tornata per metà Dicembre lasciando gli altri partiti spiazzati, dal momento che né il Centrosinistra, né appunto il Centrodestra, hanno al momento un loro candidato ufficiale, mentre il governatore, che da tempo ci lavora, ha le liste già pronte (anche per un corsa senza il suo partito) da presentare entro metà novembre, al massimo entro il 20. Si vedrà se Oliverio giocherà d’astuzia, oppure cederà al diktat di Roma.

Dino Granata

Minaccia l’ex moglie e la perseguita, arrestato

carabinieri corigliano scaloHa continuato a perseguitare l’ex moglie aspettandola sotto casa o sul posto di lavoro nonostante gli fosse stato imposto dall’autorità giudiziaria il divieto di avvicinamento.

Un uomo di 51 anni è stato arrestato e posto ai domiciliari dai carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Castrovillari su richiesta della Procura della Repubblica.

La vittima, in passato, aveva già denunciato l’uomo, il quale, dallo scorso mese di giugno, non poteva avvicinarsi all’ex moglie. Incurante del divieto, in più occasioni ha raggiunto la donna sotto casa e sul posto di lavoro e l’ha minacciata.

In una circostanza aveva anche tentato di far scendere con la forza l’ex dalla sua auto. La donna, spaventata, nell’occasione ha iniziato ad urlare ed ha chiamato i carabinieri, inducendo l’uomo a desistere.

Umbria, Centrodestra a valanga: travolti M5S-PD. Tesei presidente con il 57,55%

Centrodestra a valanga in Umbria e vittoria schiacciante di Donatella Tesei. Secondo i dati definitivi forniti dal ministero dell’Interno la candidata della coalizione a trazione leghista ha staccato di circa 20 punti Vincenzo Bianconi del Centrosinistra.

La Tesei ha ottenuto il 57,55% dei voti ed è di fatto la nuova presidente della Regione Umbria, mentre Bianconi si attesta al 37,48%. Riguardo ai partiti la Lega è al 36.95%, Fratelli d’Italia al 10,40% e Forza Italia al 5,50. Il Pd si attesta invece al 22,33% il M5s al 7,41 percento.

Seguono il civico Claudio Ricci, con il 2,64; Rossano Rubicondi (Partito Comunista) con l’1,01%, Emiliano Camuzzi (Potere al Popolo, Partito Comunista Italiano) con lo 0,87%; Martina Carletti (Riconquistare l’Italia) 0,21%; Antonio Pappalardo (Gilet Arancioni) 0,13; Giuseppe Cirillo (Partito delle buone maniere) 0,10%.

L’affluenza è record: ha votato il 64 percento degli elettori aventi diritto. Molti punti percentuali in più, 9, rispetto alle precedenti consultazioni del 2015.

Salvini: “Impresa storica e clamorosa”
“Gli umbri hanno dimostrato che gli italiani hanno voglia di votare”: lo ha sottolineato Matteo Salvini a Perugia commentando i dati delle regionali in Umbria che hanno visto l’affermazione del Centrodestra e della “sua” Tesei. Per il segretario della Lega la vittoria che si delinea “è evidente e clamorosa”. “Festeggio anche una grande affluenza – ha sottolineato ancora Salvini – perché di solito commentiamo sempre un calo”.

Il leader della Lega: “Conte? un omino abusivo”
“Il primo voto vero ha dimostrato che gli italiani non apprezzano il tradimento. Qualcuno al governo deve ritenersi abusivo già questa notte“, attacca Salvini bollando come un “omino” Conte per aver, a parere del leader della Lega, minimizzato l’importanza del voto in Umbria dicendo che non è un test per il governo. “Il centrodestra ha il diritto e il dovere di governare il Paese”, gli fa eco Silvio Berlusconi mentre Giorgia Meloni incalza: “fossi in Conte rassegnerei le dimissioni più velocemente della luce. Se avessero un po’ di dignità non arriverebbero a domattina”.

Il patto civico asfaltato
La sconfitta rischia di porre di fatto una pietra tombale sulla l’alleanza M5S-Pd. Il governo non è in discussione, e ciò viene ribadito sia dai Dem sia dal Movimento. Ma sulle Regionali 2020 la sensazione è che Di Maio voglia tornare all’antico, a cominciare da Emilia Romagna e Calabria. Anche perché l’alleanza con il Pd non ha pagato né per la coalizione di governo né per il Movimento che ha preso meno della metà dei voti dei Dem.

Tesei: “Lavoremo da subito”
“Amministrare questa regione non sarà facile nella situazione in cui si trova, bisognerà lavorare da subito per ridarle un futuro”, ha detto Donatella Tesei parlando ai giornalisti all’Hotel Fortuna di Perugia accanto al leader della Lega Matteo Salvini. In ogni caso, la sua – assicura – “sarà una squadra all’altezza del compito” che lavorerà con “serietà e forza”. “Sono anche spaventata da questo risultato, mi aspettavo un buon risultato ma, aspettiamo i dati, questo è un risultato straordinario. Ringrazio gli umbri che hanno dimostrato una volontà di cambiamento”.

Zingaretti: “Sconfitta netta”
“La sconfitta alla Regione Umbria dell’alleanza intorno a Vincenzo Bianconi è netta e conferma una tendenza negativa del centrosinistra consolidata in questi anni in molti grandi Comuni umbri che non si è riusciti a ribaltare. Il risultato intorno a Bianconi conferma, malgrado scissioni e disimpegni, il consenso delle forze che hanno dato vita all’alleanza”. Lo dichiara in una nota il segretario Pd Nicola Zingaretti.

Lo sconfitto si complimenta con Tesei
Bianconi ha sentito telefonicamente la neo presidente della Regione, complimentandosi per il risultato della rivale. “Abbiamo perso, ho perso e mi prendo responsabilità di questa sconfitta. Ringrazio tutte le donne e gli uomini che ci hanno messo la faccia in questa battaglia dura”, le prime parole di Bianconi dopo il voto .

Il candidato sconfitto, fa gli “auguri a Tesei”, sperando che l’Umbria possa avere “un presidente forte e illuminato”. Bianconi guarda avanti, all’esperienza in consiglio regionale: “Noi ci saremo, non faremo opposizione ma proposizione”, spiega. “Le battaglie vanno combattute anche quando basse sono le possibilità di vittoria, l’ho fatto e lo rifarei”, dice. “Pensavamo di vincere”, sottolinea. Cosa è mancato? “Un mese di tempo”, continua Bianconi ringraziando tutti i leader nazionali che si sono spesi per la campagna elettorale.

Dal Movimento cinque stelle arriva un post in cui si legge che “l’esperimento non ha funzionato”, facendo riferimento al “patto civico” siglato con il PD e la sinistra a sostegno di Bianconi. “Il patto civico per l’Umbria lo abbiamo sempre considerato un laboratorio, ma l’esperimento non ha funzionato. E questa esperienza testimonia che potremo davvero rappresentare la terza via solo guardando oltre i due poli contrapposti”, si legge in un post del M5S su fb.

I pentastellati in Umbria sono andati di poco oltre il 7 percento. Una punizione inflitta dagli elettori umbri che è molto più severa di quella ricevuta dal Partito democratico  tiene al 22% dopo lo scandalo sulla sanità che ha portato alla caduta della giunta Marini.

Enti in house, Muzzì replica a Oliverio: “Un errore chiudere Field”

L’ex presidente della Fondazione Field, Mario Muzzì

di Mario Muzzì *

Premetto che ho grande stima della storia politica del Presidente Oliverio, scandita peraltro da tappe significative lungo il suo percorso istituzionale (Sindaco, Consigliere e Assessore Regionale, Deputato, Presidente della Provincia ed in ultimo Governatore della Calabria) e altrettanto rispetto per la coerenza politica che nel lungo arco di tempo ne ha caratterizzato l’impegno, ma non posso fare a meno di stigmatizzare le sue dichiarazioni, rese a margine della presentazione di un libro incentrato sulla presunta scomodità della sua azione riformista a non ben precisate consorterie di potere che, da tempo, condizionerebbero la gestione amministrativa della Regione Calabria!

Tralascio, per carità di patria, la risibile (forse ridicola) affermazione sulla cancellazione della politica dalle segreterie degli assessori regionali (!) per richiamare l’attenzione dei calabresi sui meriti vantati dallo stesso Oliverio per aver disboscato la Regione da una miriade di enti sub regionali e fondazioni che, a suo dire, procuravano solamente danni e clientela! Tra le fondazioni ha citato testualmente la Field, accostandola ad altre come Calabria Etica e Calabresi nel mondo, che ho avuto l’onore di presiedere nei cinque anni della Giunta Loiero.

Proprio nella qualità di ex legale rappresentante della Field, ente in house della stessa Regione, avverto il dovere morale di spendere qualche breve considerazione non tanto nei confronti di chi l’ha voluta (prof. Meldolesi) o di chi ha inteso rilanciarla (Agazio Loiero), quanto soprattutto di quel formidabile capitale umano di eccellente qualità che, proprio sotto la guida di Meldolesi, si era formato sul campo per animare e accompagnare processi innovativi di sperimentazione nelle politiche attive per l’emersione del lavoro nero e per lo sviluppo dei territori! Vorrei che non fosse fraintesa questa mia doglianza che è quella di un democratico e di un cittadino calabrese, ma che è anche quella di un ex Presidente di quella Fondazione che, senza strafare e grazie all’impegno di quella meravigliosa squadretta di uomini e donne che ne hanno consentito la gestione con il bilancio consuntivo sempre in attivo, si è prodigato per erigerla a modello di buone prassi, unanimemente riconosciuto a livello nazionale e internazionale!

Orbene la decisione politica di sopprimerla, pur scorrettamente adottata dal Consiglio Regionale su input dello stesso Oliverio, in spregio all’impegno assunto di restituirla al ruolo di “serio organismo in house” faticosamente conquistato con l’U.E., per le modalità e la tempistica che ne hanno permesso l’adozione, lascia spazio a molti dubbi e preoccupanti congetture, che una meticolosa indagine giudiziaria farebbe bene a verificare, al di là dell’evidenza che le dimensioni drammatiche e la consecutio dinamica delle azioni criminogene che hanno partorito la scandalosa vicenda dell’era scopellitiana l’abbiano potuta rendere assai più grave di tante altre!

In un pubblico confronto mi piacerebbe poter domandare che fine abbiano fatto le ingenti somme di denaro sottratte alla Fondazione e quale destino lavorativo è stato riservato a quel manipolo di professionisti che pure doveva trovare un minimo di attenzione nella giungla del precariato regionale!

Aver accomunato la storia della Field in termini semplicistici a tutto quel sottobosco regionale impregnato di clientela e di malversazione è stato non solo una grave dimostrazione di ignoranza amministrativa, quanto un errore irreparabile sul percorso di razionalizzazione dell’intera burocrazia regionale!”.

* Ex Presidente della Fondazione Field

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