8 Ottobre 2024

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I clan dietro la grande ristorazione al Nord: arresti

blitz poliziaLa polizia di Milano sta eseguendo in Lombardia e in Piemonte un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di nove persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere e trasferimento fraudolento di valori.

Le indagini hanno fatto luce sugli interessi di soggetti contigui a cosche calabresi che reinvestivano denaro frutto di attività illecite, con immissione di grandi capitali nel circuito della grande ristorazione nel Nord Italia. Tra i sequestri, per oltre 10 milioni di euro, le quote societarie di alcuni ristoranti di una nota catena di pizzerie.

Tra i sequestri, le quote societarie di alcuni ristoranti appartenenti alla nota catena di “giro-pizza” Tourlé, riferibili, in prima istanza, ad un noto pregiudicato contiguo alla criminalità organizzata calabrese.

Le indagini sono state condotte dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Milano e, nella fase preventiva, dai poliziotti della Divisione Anticrimine milanese, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano.

Maggiori dettagli saranno resi noti in mattinata nel corso di una conferenza stampa.

Vigili del fuoco morti in Piemonte, oggi i funerali di Stato

I tre vigili del fuoco morti nell’esplosione: da sinistra Matteo Gastaldo, Antonio Candido e Marco Triches

E’ stata aperta nel tardo pomeriggio di ieri, al Comando provinciale dei vigili del fuoco di Alessandria, la camera ardente di Antonio Candido, Marco Triches e Matteo Gastaldo, i tre vigili del fuoco morti nell’esplosione di una cascina a Quargnento, nell’Alessandrino.

Numerosi gli alessandrini che hanno atteso in corso Romita l’apertura dei locali dove sono esposte le bare dei tre pompieri avvolte nel tricolore. Sopra i feretri la foto e il casco delle tre vittime. I funerali di Stato saranno celebrati alle ore 11 di venerdì nel Duomo di Alessandria, alla presenza delle autorità.

Per Antonino Candido, una funzione funebre sarà celebrata anche sabato 9 Novembre alle ore 14 nella Cattedrale di Reggio Calabria. La salma del giovane pompiere calabrese giungerà da Alessandria venerdì sera, in via Spirito Santo.

Scossa di magnitudo 3.2 a largo di Guardia Piemontese

Una scossa di terremoto di magnitudo 3.2 è stata registrata alle ore 23:45 di giovedì 7 novembre 2019, a largo della Costa Calabra nord occidentale, con epicentro a oltre una quindicina di km da Acquappesa, Cetraro e Guardia Piemontese, in provincia di Cosenza.

Secondo i rilevamenti effettuati dall’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), l’evento sismico è stato localizzato ad altissima profondità: 231 km. Non risultano segnalazioni di danni a cose.

Forte scossa di terremoto tra Lazio e Abruzzo: Magnitudo 4.4

Un forte terremoto di magnitudo 4.4 è stato registrato alle 18:35 al confine tra Lazio e Abruzzo, con epicentro a 5 chilometri da Balsorano (L’Aquila) e a pochi km da Sora, nel frusinate.

Il sisma è stato chiaramente avvertito dalla popolazione nell’area colpita. Onde sismiche anche a Roma e in Campania. Al momento non risultano danni a persone e cose, ma sono in corso verifiche sulle strutture.

Secondo i rilevamenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a 14 km di profondità.

Altre due scosse, dopo quella di magnitudo 4.4 alle ore 18.35, a Balsorano, sono state registrate in provincia dell’Aquila. Alle 00:19 la terra ha tremato ancora con magnitudo 3,5, mentre alle 00:32 con magnitudo 2. Nel paese abruzzese la paura è stata enorme. Oggi e domani, 8 e 9 novembre, le scuole resteranno chiuse.

E’ una sequenza sismica diversa da quella dell’Italia centrale ad avere attivato il terremoto avvenuto al confine tra Abruzzo e Lazio. “Si tratta di un altro sistema di faglie”, ha detto all’Ansa il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). “Si tratta comunque – ha proseguito – di un’area ad alta pericolosità sismica”.

In questa stessa area è infatti avvenuto il terremoto di Avezzano del 1915 e altri due importanti terremoti storici sono avvenuti nel frusinate nel 1654 e più a Sud, verso il Molise, nel 1349. “Nelle ultime ore – ha detto ancora il sismologo – si era registrata nella zona della sismicità, con alcune piccole scosse e adesso stiamo vedendo piccole repliche”.

Donna muore all’Annunziata, la Procura apre una inchiesta

Ospedale annunziataUna donna di 67 anni è morta all’ospedale Annunziata di Cosenza in circostanze misteriose e su cui la Procura bruzia ha aperto un fascicolo per accertare eventuali responsabilità. La signora era stata portata nel nosocomio il 31 ottobre ed è poi deceduta il 2 novembre.

La famiglia sostiene che sia stata abbandonata su una barella del pronto soccorso per tre giorni e dopo il decesso ha denunciato il fatto. Il pm della procura ha disposto il sequestro della cartella clinica e l’autopsia sul corpo della donna.

Secondo quanto appreso, la donna al momento in cui è andata in ospedale lamentava dolori addominali, presentava sangue nelle feci e aveva bassi valori di emoglobina.

Reverendo Panzetta nuovo arcivescovo di Crotone-Santa Severina

Mons. Angelo Raffaele Panzetta

Papa Francesco ha nominato arcivescovo di Crotone-Santa Severina il reverendo Angelo Raffaele Panzetta, dell’arcidiocesi metropolitana di Taranto e preside dell’Istituto Teologico Pugliese. Panzetta subentra monsignor Domenico Graziani, che conclude il suo mandato per raggiunti limiti di età.

“Cercherò di essere un pastore in cammino verso una misura alta del ministero, un vescovo che è disposto a consumare totalmente la sua vita per il Signore e per la Chiesa”, ha scritto il reverendo Panzetta in un messaggio letto nel corso della cerimonia svoltasi nella Cattedrale di Crotone per annunciare la nomina del nuovo presule. “Attendo con gioia – ha aggiunto – il giorno in cui potrò incrociare direttamente il volto della mia nuova comunità diocesana”.

Affidamento sospetto, divieto di dimora per il sindaco di Crotone Pugliese

Il sindaco di Crotone Ugo Pugliese

Al sindaco di Crotone, Ugo Pugliese, e all’assessore comunale allo Sport, Giuseppe Frisenda, la Digos della Questura pitagorica ha notificato un provvedimento del divieto di dimora nel territorio cittadino emesso dal giudice presso il locale tribunale.

La misura cautelare è stata emessa nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica sull’affidamento in gestione ad una società privata della piscina olimpionica comunale.

Il divieto di dimora a Crotone, oltre a Pugliese e Frisenda è stato notificato anche al dirigente del settore Lavori Pubblici, Giuseppe Germinara, e due rappresentanti del Consorzio sportivo Daippo che ha avuto in gestione la piscina olimpionica comunale di Crotone, Daniele Paonessa e Emilio Ape. Sono indagati anche l’ex assessore ai Lavori pubblici Salvatore De Luca e l’ex dirigente dei Lavori pubblici Gianfranco De Martino. Le accuse contestate a vario titolo sono quelle di abuso d’ufficio e turbativa d’asta.

Le accuse contestate
L’accusa di abuso d’ufficio viene contestata all’ex dirigente del settore Lavori Pubblici del Comune di Crotone Gianfranco De Martino e a quello attualmente in carica Giuseppe Germinara, in concorso con il sindaco Ugo Pugliese, poiché alla scadenza della convenzione con il consorzio Daippo, avvenuta nel settembre 2013, non avrebbero adottato alcun “provvedimento di cessazione e risoluzione dei rapporti giuridici” relativi alla piscina comunale prorogandone tacitamente la gestione né avrebbero “esercitato poteri di ispezione e controllo contabile” sulla piscina per recuperare le spese relative alle utenze dell’impianto che la legge pone a carico del concessionario ma anzi avrebbero ordinato la liquidazione delle fatture relative al consumo di energia elettrica, gas e acqua. Di fatto il Comune avrebbe pagato le spese di gestione al posto del Consorzio Daippo, concessionario della gestione della piscina. Dal canto suo il sindaco Pugliese, in carica dal giugno 2016, avrebbe “istigato i dirigenti comunali a non esercitare i poteri dirigenziali” di cessazone dei rapporti giuridici e di ispezione e controllo e ad “esercitare invece quello di liquidazione delle fatture”.

Per quanto riguarda l’accusa di turbativa d’asta l’assessore allo Sport Frisenda e il rappresentante del consorzio Daippo Daniele Paonessa si sarebbero accordati, dopo la scadenza della convenzione, per procedere all’affidamento diretto della piscina.

Gli inquirenti di Crotone durante la conferenza stampa

Lo stesso Paonessa e l’ex assessore ai Lavori Pubblici Salvatore De Luca, “in qualità di intermediario di Pugliese”, si sarebbero accordati sul contenuto di una parte rilevante della successiva convenzione che avrebbe disciplinato l’affidamento del servizio pubblico di gestione della piscina”. In particolare avrebbero concordato “l’immediata riapertura dell’impianto e la definizione delle tariffe che il consorzio avrebbe dovuto applicare al pubblico nella gestione del servizio”.

Pugliese: “Rispettate le regole”
Appena lo scorso 4 novembre il sindaco Pugliese aveva affidato ad un lungo post sui social un commento sul “rispetto delle regole” in merito alla piscina comunale, oggi al centro dell’inchiesta.

L’ultimo post del sindaco sulla piscina comunale
“Alcune società sportive di nuoto- scriveva Pugliese – lamentano che le azioni poste in essere dal Comune di Crotone per la riapertura dell’impianto, sarebbero foriere di danno sociale, inteso come diminuzione di opportunità, per i giovani nuotatori crotonesi, di raggiungere rilevanti mete sportive. Guarda caso, quando il #Comune comincia a riequilibrare l’interesse privato con quello pubblico, in un più corretto “do ut des” che sempre deve caratterizzare l’utilizzo dei beni pubblici, insorgono una serie di comportamenti ostativi, critici e distorsivi dell’impegno e dell’operato del Comune di Crotone. Quasi come se il voler ripristinare un sistema corretto e basato su regole certe, passi come la volontà di non voler fare”.

Il sindaco che sconfisse il PD
Ugo Pugliese è stato eletto sindaco di Crotone nel giugno 2016, quando al ballottaggio sconfisse con quasi il 60 percento la candidata del Pd e del centrosinistra Rosanna Barbieri. Pugliese era sostenuto da una serie di liste civiche.

Ugo Pugliese batte il Pd e diventa il nuovo sindaco di Crotone

Cosa succede adesso?
In base alla Legge Severino il sindaco di Crotone Pugliese potrebbe essere sospeso dalla carica.
Il comma 2 dell’articolo 8 della norma prevede che “La sospensione di diritto consegue, altresì, quando è disposta l’applicazione di una delle misure coercitive di cui agli articoli 284, 285 e 286 del codice di procedura penale nonchè di cui all’articolo 283, comma 1, del codice di procedura penale, quando il divieto di dimora riguarda la sede dove si svolge il mandato elettorale.

Ricercato in Ue per immigrazione clandestina, arrestato a Cosenza

Questura di CosenzaUn cittadino iracheno di 31 anni, è stato arrestato dagli agenti della Digos della Questura di Cosenza e dai colleghi dell’Ufficio immigrazione, perché colpito da un mandato di arresto europeo per reati inerenti l’immigrazione clandestina.

A seguito di un controllo effettuato per verificare la posizione dell’uomo sul territorio nazionale, gli agenti hanno appurato che su di lui pendeva un ordine di cattura in quanto risulta appartenere ad una associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina e quindi ricercato in tutto il territorio dell’Unione europea.

Il trentunenne deve scontare una pena di 12 anni di reclusione. Espletate le formalità di rito, l’uomo è stato condotto nel carcere cosentino a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Sorpresi a irrigare una piantagione di marijuana, arrestati

Due persone di San Luca sono state arrestate con l’accusa di coltivazione continuata ed aggravata di un’ingente quantità di marijuana. I carabinieri della stazione di Sant’Ilario dello Jonio e dello Squadrone cacciatori Calabria di Vibo Valentia hanno eseguito l’ordinanza di misura cautelare emessa dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica di Locri, che ha concordato a pieno con le risultanze investigative rapportate dall’Arma. In manette sono finiti Mattia Esposito, 29enne, e Antonio Giampaolo, 33enne, entrambi di San Luca e con precedenti di polizia.

I fatti risalgono allo scorso giugno, quando i militari dell’Arma, nel corso di un rastrellamento, all’interno di un’area demaniale, sita in località “Cardesi” di Sant’Ilario dello Jonio, hanno scoperto una piantagione di marijuana, ben occultata fra la vegetazione, composta da oltre 300 piante di altezza variabile dai 90 centimetri ai due metri, irrigata mediante un sistema di tubi in polietilene.

Le indagini effettuate dai carabinieri hanno permesso di documentare e accertare che i due si prendessero cura della piantagione provvedendo, alla concimazione, all’irrigazione, ed alla coltivazione delle piantine lì messe in dimora. Al termine delle formalità di rito, Mattia Esposito è stato tradotto nel carcere di Locri, invece Antonio Giampaolo è stato posto agli arresti domiciliari.

Ex Ilva, fumata nera tra governo e ArcelorMittal: “5mila esuberi”

Ex Ilva, fumata nera tra governo e ArcelorMittal
Ansa

Sull’ex Ilva “è scattato l’allarme rosso. Per il governo il rilancio è una priorità e le richieste di ArcelorMittal sono inaccettabili”. In una conferenza stampa notturna, convocata dopo dodici ore di riunioni e vertici dai toni anche drammatici, il premier Giuseppe Conte riassume quella che è una vera e propria guerra tra il governo e la multinazionale dell’acciaio franco-indiana.

Ma sull’immunità (penale) restano intatte le tensioni nella maggioranza e nel Movimento Cinque stelle. “Lo scudo penale è stato offerto ed è stato rifiutato. Il problema è industriale”, sottolinea il premier riferendo che dall’azienda è arrivata una richiesta di “cinquemila esuberi” e chiamando “tutto il Paese e le forze di opposizione alla compattezza”. L’azienda, nel corso dell’incontro ha sostenuto che la produzione è scesa a 4 milioni di tonnellate annue, un numero insufficiente per mantenere in piedi l’ex Ilva con i livelli occupazionali attuali (oltre 10mila).

Saranno 48 ore sul filo della suspense. Perché la trattativa con ArcelorMittal non è ancora definitivamente chiusa. “Al momento la via concreta è il richiamo alla loro responsabilità”, spiega Conte che ha chiesto a Lakshmi Mittal e a suo figlio di aggiornarsi tra massimo due giorni per una nuova proposta.

E’ una delle poche volte, da quando è a Palazzo Chigi, che Conte pone il suo accento sulla serietà del problema. E sono parole che danno il tono della fumata nerissima registrata dopo l’incontro con i vertici di ArcelorMittal.

“Vogliono il disimpegno o un taglio di 5mila lavoratori” ma “nessuna responsabilità sulla decisione dell’azienda può essere attribuita al governo”, spiega Conte sentenziando un concetto che sa di protesta di un intero sistema: “l’Italia è un Paese serio, non ci facciamo prendere in giro”.

Già perché, per il governo, semplicemente A.Mittal non rispetta un contratto aggiudicatosi dopo una gara pubblica. Tanto che fonti di governo descrivono lo scontro con l’azienda in questi termini: “praticamente siamo già in causa”. E, nell’esecutivo, emerge anche un’altra considerazione: quanto conviene che l’azienda resti? Per questo, parallelamente, si stanno cercando “strade alternative”.

Un piano B, insomma, che non includerebbe la partecipazione di Cdp ma che potrebbe concretizzarsi con una nuova cordata. E’ un’ipotesi che emerge a tarda notte e che non riguarderebbe necessariamente Jindal o AcciaItalia.

Allo stesso tempo nel M5S filtra già una certa irritazione per la scelta di ArcelorMittal – che ha azzerato la concorrenza – e nei confronti di chi ha gestito il dossier, l’ex ministro Carlo Calenda. Sospetti che il titolare del Mise Stefano Patuanelli così sintetizza: “è evidente che ArcelorMittal voleva solo un’acquisizione”.

Il governo, insomma, passa al contrattacco ma le armi rischiano di essere spuntate. “Il nostro strumento al momento è la pressione nel nostro sistema Paese”, sottolinea Conte convocando, per domani pomeriggio i sindacati, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci.

“Chiameremo tutto il Paese a raccolta”, insiste Conte ribadendo il suo messaggio alla politica: è il momento della compattezza. Una compattezza che, sul decreto offerto a ArcelorMittal sullo scudo penale rischiava di mancare vista la ferma contrarietà di una parte del M5S. Tanto che, dopo tre ore e mezza di Consiglio dei ministri quel decreto non salta fuori. Ma per Conte, ora il problema non è questo.

La norma sullo scudo penale, raccontano fonti di governo, è stata di fatto messa sul tavolo nell’incontro con A.Mittal, così altre rassicurazioni, come il pieno sostegno a un piano che renda l’ex Ilva un “hub della transizione energetica”. Tutto inutile. L’azienda vuole l’addio o un taglio draconiano della forza lavoro, che costringerebbe il governo ad intervenire sulla cassa integrazione. Con un’appendice: il governo non accetterà mai i 5mila esuberi richiesti.

Rosarno, migrante trovato morto in campagna. Indagini

carabinieri in campagna

Il corpo senza vita di un migrante di nazionalità ivoriana, Ousmane Keita, di 22 anni, bracciante agricolo, domiciliato nella baraccopoli ministeriale di San Ferdinando, è stato trovato in un agrumeto nelle campagne di Rosarno, in contrada “Bosco”.

A scoprire il corpo senza vita del giovane sono state alcune persone che hanno poi allertato i Carabinieri del gruppo di Gioia Tauro.

I primi accertamenti condotti dal personale sanitario del 118 e dal medico legale intervenuto sul posto hanno consentito, allo stato, di escludere la presenza di segni di violenza sul corpo tali da far ritenere che il giovane possa essere rimasto vittima di un omicidio. In un primo momento si era sparsa la voce che il migrante era rimasto ferito con un paio di forbici industriali.

Intanto, il pm Daniele Scarpino, della Procura della Repubblica di Palmi, che coordina le indagini, ha disposto l’esame autoptico della salma al fine di poter stabilire l’esatta causa del decesso.

I Carabinieri, invece, già dal pomeriggio di ieri hanno iniziato a sentire alcuni testimoni per poter ricostruire dettagliatamente l’esatta dinamica della morte e gli ultimi momenti di vita di Keita.

Ubriaco picchia la moglie davanti ai figli, arrestato

maltrattamenti stalkingIn preda all’alcol ha picchiato la moglie davanti ai loro quattro figli ma la donna, che é riuscita a divincolarsi, ha contattato il 112. Un cittadino romeno di 46 anni, con precedenti specifici, è stato arrestato a Mangone dai carabinieri della Compagnia di Rogliano con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.

L’uomo, sposato con una connazionale, dopo essere stato arrestato e condannato per lesioni alla consorte era tornato a vivere con lei. La riconciliazione però non è bastata all’uomo che, ubriaco, ha nuovamente malmenato la moglie.

I militari, giunti sul posto dopo la richiesta di aiuto da parte della vittima, hanno richiesto l’intervento di un’ambulanza che ha condotto la donna nell’ospedale di Cosenza. A carico del quarantaseienne, nei cui confronti la donna ha presentato denuncia, è stata emessa una misura cautelare di divieto di dimora nel comune di residenza.

Regionali, la Grillo a Di Maio: “Favorevole a Dalila Nesci”

Dalila Nesci

In attesa che il presidente Oliverio ufficializzi il 26 gennaio prossimo come data delle elezioni regionali, nei vari schieramenti permane una situazione di assoluta incertezza. Il Pd, che ha “rinnegato” Oliverio e che ha confermato la linea di un indistinto e per ora indecifrabile “rinnovamento”, sembra, al netto delle ottimistiche dichiarazioni del Commissario regionale Graziano, in preda alla più completa confusione.

Non ha ancora individuato un candidato presidente, non si sa da quali altre liste verrà affiancato e sembra ancora pendere, nonostante i ripetuti e sdegnati rifiuti arrivati da Di Maio, dalle “labbra” dei Cinquestelle con cui spera di presentare un candidato comune. Nel frattempo, nei Cinquestelle le acque restano molto agitate, con il capo politico Luigi Di Maio messo sempre più in discussione soprattutto da parte dei delusi del Movimento.

Tra questi c’è certamente l’ex ministro della Salute, Giulia Grillo, che ieri non ha mancato di lanciare una stilettata polemica a Di Maio intervenendo su Radio Rai alla trasmissione “Un giorno da pecora”.

“Sono favorevole alla candidatura di Dalila Nesci in Calabria come presidente della Regione”, ha detto la Grillo. “Abbiamo derogato a tutto -ha aggiunto la parlamentare M5S- non si capisce perché per la Nesci la deroga non si può fare. Visto che il capo politico può scegliere tante cose, scelga di candidare una persona che ha fatto un percorso invece di mettere un pinco pallino qualunque estratto da chissà quale cilindro”, ha polemicamente concluso.

Anche nel centrodestra, intanto, permangono dubbi e incertezze. Ormai quasi definitivamente tramontata la candidatura di Mario Occhiuto, tutti attendono il pronunciamento di Berlusconi cui spetta la indicazione del candidato di coalizione in Calabria. Restano in corsa, secondo i rumors, il fratello di Mario Occhiuto, Roberto, ed il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo. Salvo sorprese che il Cavaliere potrebbe tirare fuori in extremis.

(Fonte: Giornale di Calabria)

Usura e truffa, 7 indagati in un istituto di credito reggino

Guardia d finanza Reggio CalabriaIl direttore dell’ufficio finanziario dello sportello Unicredit di Reggio Calabria e sei dipendenti dello stesso istituto sono indagati per usura, estorsione e truffa dalla procura reggina nell’ambito di una inchiesta denominata in codice “Chiro”. A notificare l’avviso di conclusione indagini, i militari della Guardia di finanza di Reggio Calabria.

Secondo l’accusa, i sette , sin dal 2012, avrebbero indotto con l’inganno i clienti, tra cui anche imprese, a stipulare polizze assicurative prospettate come garanzia necessaria e indispensabile per ottenere i finanziamenti richiesti alla banca.

Le vittime del “sistema” sarebbero state costrette dagli indagati a contrarre tali finanziamenti, in modo tale da far conseguire all’istituto di credito le commissioni spettanti all’intermediario tra le imprese-clienti e le società di assicurazione per l’adesione alle citate polizze assicurative, al fine ultimo di conseguire premi in denaro che l’istituto medesimo avrebbe riconosciuto sia ai singoli operanti, appartenenti all’associazione a delinquere, sia al loro ufficio di appartenenza. Gli episodi di minacce estorsive non sarebbero limitate soltanto a questa tipologia.

In altri casi, per l’accusa, il direttore dell’ufficio, in concorso con i dipendenti coinvolti, avrebbe ricattato i titolari di imprese commerciali di classificare il debito della società nei confronti della banca quale “in sofferenza” e, quindi, di segnalare l’impresa alla centrale dei rischi della Banca d’Italia, corredando l’ingiustificata minaccia con quella di fallimento della società e di sequestro dei possedimenti personali dei coartati imprenditori.

Servendosi di queste “intimidazioni”, quindi, il direttore dell’ufficio induceva i clienti, in maniera “forzata”, a sottoscrivere ingenti finanziamenti per estinguere la posizione debitoria, nonché a stipulare, allo scopo di ottenere il finanziamento, polizze assicurative presentate come obbligatorie ma, in realtà, assolutamente facoltative.

L’attività delittuosa, accertata come ripetutamente perpetrata in maniera indisturbata dai protagonisti, in un’atmosfera di ritenuta impunità, al solo fine di accaparrarsi, ad personam, i premi in denaro previsti per i contratti finanziari stipulati, è aggravata dalla circostanza di essere stata commessa con abuso di prestazioni d’opera, avendo gli indagati stessi approfittato del rapporto fiduciario instaurato dall’istituto bancario con le persone offese, che sono state identificate, per il periodo oggetto di indagine, in ben diciassette persone fisiche e nell’istituto bancario di appartenenza dei soggetti.

Gli ignari cittadini, difatti, facendo giustamente affidamento su quanto prospettato dai dipendenti dell’ufficio e dell’istituto di credito, divenivano, a tutti gli effetti, vittime di estorsione, usura e truffa, con un conseguente aggravamento, invece, nella quasi totalità dei casi, della propria situazione personale ed economica già non florida.

Le indagini, svolte dai finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, sono state coordinate dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri e dal procuratore aggiunto, Gerardo Dominijanni, e dirette dal sostituto procuratore, Nunzio De Salvo.

Si fingono turisti dopo lo sbarco, in manette due iraniani

Migranti

I Carabinieri della Compagnia di Bianco hanno arrestato due iraniani di 37 e 20 anni, trovati in possesso di documenti falsi. I due erano tra i 50 migranti sbarcati ieri notte a Ferruzzano, nel reggino.

Sono passati solo pochi giorni dall’ultimo sbarco, quando all’una e trenta circa di ieri 5 novembre, sono ricominciati gli approdi “fantasma” sulla costa jonica reggina. La meta stavolta è Ferruzzano: una barca vela di dieci metri arriva in spiaggia, e subito scendono i migranti.

Sono cinquanta, di cui tre donne e quindici bambini, e vengono da Iran, Iraq e Afghanistan. I Carabinieri, che accorrono in massa, li trovano sulla statale 106, mentre si allontanano verso Brancaleone.

Tra loro, però, ce ne sono due che, di fronte alle domande dei militari, si fingono turisti, parlando un inglese di fortuna. I militari non ci cascano e chiedono loro i documenti. Ricevono dai due un permesso di soggiorno finlandese e una d’identità lussemburghese: mete non troppo frequenti per due iraniani.

I militari decidono, così, di approfondire i controlli sui documenti e, alla fine, scoprono che sono contraffatti. Piccole imperfezioni, che non sono però passate inosservate ai militari della Sezione rilievi del provinciale di Reggio Calabria. Sono scattate dunque le manette per i due iraniani, che dovranno ora rispondere, davanti alla Procura della Repubblica di Locri, di possesso di documenti di identificazione falsi.

Gli altri migranti, nel frattempo, sono stati rintracciati per tutta la giornata dai Carabinieri del Gruppo di Locri, e accompagnati al centro di prima accoglienza di Roccella Jonica.

Sono stati trovati, a gruppetti di 3-5 persone, tra Bianco, Africo e Ferruzzano. Uno di loro, in particolare, se l’è vista brutta. Era in compagnia di altri due e stava seguendo i binari ferroviari quando, nei pressi di Africo, ha visto arrivare il treno a tutta velocità. Per fortuna solo tanto spavento, per lui e per il macchinista: l’uomo ha solo avuto una contusione alla spalla.

Evasione fiscale, sequestrati beni a imprenditore

Guardia di Finanza CosenzaBeni per 600 mila euro sequestrati dalla ​Guardia di finanza di Cosenza a una società di trasporti ed eseguita una misura interdittiva a carico del titolare. Il provvedimento emesso dal gip ha colpito una società che aveva occultato all’Erario ricavi per oltre due milioni e mezzo di euro.

Le fiamme gialle cosentine hanno sottoposto a sequestro i saldi attivi, i fondi comuni d’investimento, le polizze assicurative e le altre disponibilità finanziarie di cui la società ed il legale rappresentante risultavano avere la disponibilità presso gli istituti di credito situati nel territorio nazionale.

Esteso il sequestro per equivalente anche alla restante parte del patrimonio dell’imprenditore, costituito da un’unità immobiliare di lusso sita a Rende, il cui valore commerciale supera i duecentomila euro e da quote societarie.

Scattata per il titolare della società anche la misura cautelare interdittiva del divieto di esercizio dell’attività imprenditoriale, per la durata di dodici mesi, prevista quale sanzione accessoria per i reati della specie.

Roma, rapinatore ucciso durante un colpo in una tabaccheria

La Polizia davanti la tabaccheria dov’è avvenuta la rapina mortale (Ansa)

Spari in una tabaccheria alla periferia di Roma durante una rapina. E’ accaduto in via Antonio Ciamarra, nel quartiere di Cinecittà est. Dalle primissime informazioni, sembra ci sia stato un conflitto a fuoco tra il tabaccaio e i due rapinatori e uno è morto.

Il titolare del locale è rimasto ferito. Si tratta di un cittadino cinese che è stato soccorso e trasportato in ospedale. Stando a quanto ricostruito finora, ci sarebbe stata una colluttazione tra il tabaccaio e rapinatori durante la quale sarebbero partiti dei colpi: uno ha ferito tabaccaio e un altro ha ucciso il rapinatore.

Il complice è stato fermato dalla polizia. All’esterno del locale è stato trovato uno scooter lasciato acceso che probabilmente avrebbero utilizzato per la fuga.

Salvini: “La difesa è sempre legittima”
“Tabaccaio reagisce a una rapina e uccide uno dei ladri. La difesa è legittima, sempre”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini, commentando quanto successo a Roma dove, in un conflitto a fuoco durante un’irruzione in un bar tabacchi nella zona di Cinecittà, un rapinatore italiano di 69 anni è morto.

Strage di Mormoni in Messico, 9 persone bruciate vive dai narcos

Strage in Messico dove una una decina di persone sono state bloccate, trucidate e infine bruciate ancora vive. Dalle prime informazioni, a ucciderli sarebbero stati i narcos che controllano i cartelli di droga di quelle aree.

Le vittime sarebbero almeno nove persone, tre donne e 4 bambini e due infanti, che a bordo di tre auto viaggiavano insieme ad altri familiari in Messico, vicino al confine con gli Usa, tra gli stati di Chihuahua e Sonora.

Le persone uccise erano mormoni americani con doppia cittadinanza, e sono state vittime di un’imboscata compiuta in pieno giorno. Forse presi di mira per sbaglio, scambiati per uno dei tanti convogli delle bande armate che infestano la zona. Gli aguzzini sarebbero infatti uomini armati appartenenti ad uno dei potenti cartelli della droga attivi nella regione. Quello che è stato compiuto è un vero e proprio massacro, uno dei più gravi della storia messicana recente.

Tra le vittime anche due gemelli di appena sei mesi rimasti legati ai propri seggiolini, intrappolati nell’auto data alle fiamme con la madre, il fratello di 11 anni e la sorella di 9.

Mentre in un’altra auto hanno trovato la morte un bimbo di 6 anni, la sorellina di 4 e ad altre due donne. Uno dei bambini, secondo il racconto dei sopravvissuti, sarebbe stato falciato senza pietà mentre correva nel tentativo di scappare. Mentre altri cinque o sei ragazzini sarebbero riusciti a sfuggire alla furia omicida nascondendosi tra la vegetazione del bosco.

La ricostruzione di quanto accaduto è ancora sommaria, mentre si teme che il bilancio della strage possa diventare più pesante. Nel mondo dei mormoni è un lutto che non ha forse eguali nella loro storia.

La famiglia di missionari colpita appartiene ad una comunità formata da discendenti di mormoni che lasciarono gli Stati Uniti nel diciannovesimo secolo per sfuggire alla repressione della poligamia, all’epoca praticata nella loro religione. Erano in viaggio verso Phoenix, in Arizona, per andare a prendere un parente in aeroporto, il marito di una delle vittime.

La coppia si apprestava a festeggiare l’anniversario di matrimonio. Lo shock in Messico è enorme, così come negli Stati Uniti. Ma montano anche l’indignazione e la rabbia per una violenza cieca e senza eguali che sembra oramai del tutto fuori controllo.

L’ira di Donald Trump non si è fatta attendere. Il presidente americano su Twitter si è detto pronto ad aiutare il Messico inviando anche forze dagli Usa che potrebbero risolvere il problema delle bande criminali, ha scritto, in maniera “rapida ed efficace”. “Questo è il momento per il Messico con l’aiuto degli Stati Uniti di dichiarare guerra ai cartelli e spazzarli via dalla faccia della terra”, ha affermato Trump.

Omicidio Vinci, la Corte respinge parti civili per ritardi. Famiglia: “Siamo soli”

autobomba LimbadiNo alla richiesta della Regione Calabria di costituirsi parte civile nel processo per l’omicidio di Matteo Vinci, di 42 anni, morto a Limbadi il 9 aprile del 2018 per lo scoppio di una bomba collocata sotto l’automobile sulla quale viaggiava insieme al padre Francesco, rimasto ferito in modo grave.

L’istanza è stata rigettata dalla Corte d’assise di Catanzaro davanti alla quale si sta celebrando il processo. La decisione é stata motivata col fatto che la relativa richiesta è stata presentata oltre i termini di legge. Rigettata con la stessa motivazione la richiesta analoga che era stata presentata dal Comune di Limbadi.

Imputati nel processo sono Rosaria Mancuso, il marito, Domenico Di Grillo, la figlia Lucia ed il marito di quest’ultima, Vito Barbara. Una quinta imputata, Rosina Di Grillo, sorella di Lucia, ha scelto di essere processata col rito abbreviato Il movente dell’omicidio sarebbe legato ad una vendetta da parte della famiglia Mancuso contro quella dei Vinci.

Il legale della famiglia Vinci: “Ennesimo schiaffo”
“Oggi abbiamo subito questo ennesimo schiaffo. Esprimiamo grande rammarico per quanto è accaduto”. Lo ha detto l’avvocato Giuseppe De Pace, legale della famiglia di Matteo Vinci.

“Desideravamo fare – ha aggiunto De Pace – un fronte unico con le istituzioni e le associazioni, come Libera, che è del tutto assente, ma la colpa di quanto accaduto non è nè della Corte, né delle parti offese, ma della sciatteria e della superficialità di chi ha presentato in ritardo le richieste di costituzione di parte civile. Oggi in questo processo siamo soli”.

Era calabrese uno dei vigili morti nell’esplosione in Piemonte

Antonio Candido, uno dei tre Vigili del fuoco morti in Piemonte

Era originario di Reggio Calabria Antonio Candido, di 32 anni, uno dei tre vigili del fuoco morti nell’esplosione di un edificio disabitato avvenuta nella notte a Quargnento, nell’Alessandrino.

Candido, entrato da poco nel Corpo dei Vigili del fuoco e assegnato al Comando provinciale di Alessandria, era figlio di un vigile del fuoco, Angelo, caporeparto in servizio nel Comando provinciale di Reggio Calabria. Il giovane si era sposato ad agosto del 2018. Anche una sua zia lavora negli uffici amministrativi del Comando provinciale di Reggio Calabria.

La famiglia Candido risiede nel quartiere “Spirito Santo” di Reggio Calabria. Il padre della vittima, appena appresa la notizia, è partito per il Piemonte.

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