7 Ottobre 2024

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Truffe assicurative e rimborsi, 4 arresti tra cui un medico. Dieci gli indagati

Guardia d finanza Reggio CalabriaAvrebbero orchestrato delle truffe assicurative incassando rimborsi. Quattro persone, tra cui un medico e un paramedico dell’ospedale di Reggio Calabria, sono stati arrestati e posti ai domiciliari dalla Guardia di finanza. Gli arrestati, B.V., di 54 anni, C.F. (49), F.B. (53) e G.N. (60), sono accusati di falsità in atti pubblici, accesso abusivo a sistemi informatici, violenza privata, danneggiamento fraudolento di beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona.

Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale reggino che ha accolto le richieste della locale Procura della Repubblica.

Tra le persone destinatarie della misura, dei quali uno già noto agli inquirenti poiché coinvolto nell’ambito dell’operazione “Game Over” figurano un dirigente medico e un addetto paramedico entrambi dipendenti del Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi-Melacrino-Morelli”.

In particolare, durante l’esecuzione di precedenti investigazioni e attività di perquisizione, i finanzieri reggini rinvenivano un estratto conto di una carta Postepay Evolution nella disponibilità di un soggetto, il quale, nell’immediatezza dei fatti, tentava invano di distruggere il documento rinvenuto dai militari, insospettendo così gli stessi, che quindi decidevano di effettuare approfondimenti d’indagine ben mirati.

Si accertava, così, come il soggetto in questione fosse stato indotto da due degli indagati a fornire propri documenti per l’accensione di una polizza assicurativa contro gli infortuni a suo nome.

Nel corso delle indagini eseguite dai finanzieri e coordinate dal locale Ufficio di Procura, veniva, altresì, accertata la produzione di una serie di documenti e certificazioni sanitarie false, utili per l’apertura del sinistro, con conseguente incardinamento di un iter che si concludeva con l’erogazione di oltre 54mila euro.

Tale somma di denaro, tuttavia, pur essendo destinata al soggetto indotto ad agire, finiva, di fatto, nelle tasche degli artefici della truffa assicurativa. Ulteriori approfondimenti investigativi consentivano di risalire anche ai medici e ai paramedici coinvolti, tutti impiegati presso il Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria.

A carico degli stessi (F.B. cl’ ’66 e G.N. cl’ 59), in particolare, venivano accertati la redazione di un falso verbale di accettazione di pronto soccorso; il rilascio di false certificazioni mediche relative a presunte visite di controllo; la predisposizione di una falsa perizia medico-legale; l’effettuazione di un accesso abusivo al sistema informatico dell’ospedale adibito alla gestione delle immagini radiologiche, in vista dell’inserimento a sistema di un falso referto, commesso mediante l’utilizzo delle credenziali di un ignaro collega della struttura sanitaria.

A comprova dei preliminari sospetti, la successiva attività investigativa – condotta attraverso indagini specifiche, anche acquisendo documentazione sanitaria e assicurativa nonché accertamenti bancari – ha consentito di smascherare, tramite l’incrocio di vari elementi indiziari, un consolidato sistema criminoso fraudolento, consentendo così di individuare i soggetti coinvolti; riscontrare la presenza di ulteriori elementi indizianti a carico di operatori sanitari e individuare i ruoli attribuiti a ciascun attore dell’attività contestata.

Durante le investigazioni, inoltre, a seguito di una denuncia proposta da un cittadino ignaro, citato dinanzi al Giudice di Pace da parte di uno dei predetti indagati per una richiesta di risarcimento danni non patrimoniali connessa a un presunto incidente stradale, l’autorità giudiziaria richiedeva lo svolgimento di altri accertamenti, a seguito dei quali emergevano profili di responsabilità penali nei confronti di ulteriori 4 soggetti (compresi 2 vigili urbani in servizio presso il Comando di Polizia Locale di Reggio Calabria), oltre che del medesimo dirigente sanitario e del dipendente paramedico già emersi nel corso dell’indagine.

Tale “seconda” truffa, in vista del successivo giudizio civile teso al risarcimento anche del presunto danno in particolare, aveva consentito agli indagati di riscuotere un primo rimborso assicurativo per falsi danni patrimoniali all’automezzo pari a 4.700 euro. Agli indagati sono stati sequestrati oltre 54 mila euro.

Cede il cric mentre ripara l’auto, 28enne morto schiacciato

ambulanzaUn ventottenne di origini marocchine è morto a Ionadi (Vibo Valentia) dopo essere rimasto schiacciato dalla propria auto mentre era impegnato in alcune riparazioni nel garage di casa. A scoprire il corpo dell’uomo è stata la moglie, che non vedendolo rincasare è scesa nella rimessa.

L’uomo, secondo quanto è emerso dai primi accertamenti, stava riparando il veicolo dopo averlo sollevato con un cric. Improvvisamente il sollevatore avrebbe ceduto, facendo cadere la vettura che è finita addosso al giovane, provocandone la morte per schiacciamento della cassa toracica.

Schiaffi e minacce all’asilo su bimbi di 2 anni, arrestate due maestre

I Carabinieri della compagnia di Rossano e del comando provinciale di Cosenza hanno arrestato due maestre di asilo, ritenute responsabili di maltrattamenti contro i loro piccoli “alunni” di età compresa tra i 2 e i cinque anni che frequentano un asilo di Cariati, in provincia di Cosenza. Ai domiciliari sono finite due insegnanti di cui sono state fornite solo le iniziali: L.A. di 35 anni e T.C., di 54, entrambe cariatesi.

Le attività investigative, avviate intorno alla fine dello scorso mese di ottobre a seguito di alcune segnalazioni anonime giunte proprio ai Carabinieri, hanno documentato una serie di maltrattamenti di natura fisica e psicologica – assolutamente incompatibili con l’esercizio dell’attività di insegnamento – compiuti dalle due insegnanti nei confronti dei bambini.

Più in dettaglio, dalle immagini e dalle conversazioni captate attraverso le videocamere installate nell’aula, sono state riscontrate condotte intimidatorie e vessatorie, reiterate nel tempo, da parte delle due donne nei confronti dei bimbi, circa venti presenti all’interno dell’asilo: gli episodi registrati dai Carabinieri, oltre cinquanta in meno di un mese, sarebbero inequivocabili in quanto riprendono entrambe le donne, in diversi momenti delle attività didattiche all’interno dell’asilo cariatese, mentre compiono numerosi atti di violenza fisica, quali strattonamenti, spintonamenti, trascinamenti, schiaffi e tirate di capelli.

In due episodi, poi, le maestre, approfittando del fatto che due bambini si trovassero sdraiati a terra, sarebbero letteralmente salite su gambe e piedi dei bambini, indugiando per alcuni secondi con una gamba nel vuoto, facendo sì che il proprio peso facesse pressione e quindi più male. Ed ancora numerosi colpi alla testa, anche con l’utilizzo di corpi contundenti.

Secondo l’accusa, innumerevoli sarebbero stati poi i rimproveri, spesso accompagnati da ingiurie e minacce, anche di morte nonché comportamenti oppressivi ed umilianti nei confronti dei bambini. Secondo la ricostruzione effettuata nel corso delle attività di indagine, sarebbe quindi emerso il sistematico e quotidiano ricorso alla violenza fisica e psicologica: in particolare quest’ultima si evincerebbe da alcuni automatismi dei piccoli che, in diverse occasioni, all’avvicinarsi delle insegnanti si sarebbero coperti il volto intimoriti, aspettandosi percosse come una normale “attività educativa”.

Nel corso delle attività di notifica del provvedimento i militari della Stazione di Cariati hanno effettuato anche un accesso ispettivo unitamente ai colleghi del Nas e della tutela del lavoro di Cosenza, all’esito del quale sono state riscontrate una serie di irregolarità, in quanto all’interno dell’asilo sono stati rinvenuti cibi e bevande scaduti nonché congelati senza idonei mezzi.

Inoltre una delle due collaboratrici è risultata irregolare poiché non assunta; i militari dell’Arma hanno riscontrato altresì la mancanza di documentazione necessaria per svolgere attività lavorative con i minorenni e la mancanza di certificazione sanitari. All’esito delle ispezioni sono state elevate sanzioni amministrative per un importo complessivo di euro 23.600, e la struttura veniva sottoposta a sequestro penale.

Nei prossimi giorni le attività di indagine continueranno per verificare eventuali ulteriori responsabilità, anche alla luce del fatto che sino a questo momento nessuna denuncia è stata presentata presso le Forze dell’Ordine o presso l’autorità giudiziaria.

Traffico di droga e mafia, arrestate persone vicine al boss Messina Denaro

polizia carabinieri guardia di finanzaTre persone sono state arrestate nell’ambito di un’inchiesta della Procura distrettuale di Palermo su una associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti che ha operato sotto l’egida di Cosa nostra siciliana e all’ombra del latitante Matteo Messina Denaro.

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere emesso dal Gip è stata eseguita da carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani e da militari del Gico del nucleo di Polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Palermo. Sono in corso in tutto il territorio nazionale decine di perquisizioni, che vedono impiegati oltre 100 militari dell’Arma e delle Fiamme gialle, supportati da unità cinofile, e riguardano abitazioni e luoghi nella disponibilità degli indagati.

Gli arrestati sono l’ex avvocato Antonio Messina, 73 anni, che viveva ormai a Bologna, ai domiciliari per ragioni d’età; in carcere sono finiti Giacomo Tamburello, di 59 anni, e Nicolò Mistretta, di 64. Sono tutti originari di Campobello di Mazara e con numerosi precedenti per traffico di droga. Secondo gli inquirenti avrebbero importato grosse quantità di hashish sulla rotta Marocco-Spagna-Italia.

Numerosi i sequestri effettuati a partire dal 2013: in particolare oltre 240 chilogrammi di droga, destinati alle piazze milanesi dello spaccio, furono intercettati a Carate Brianza; un’altra “partita” di 180 chili fu ceduta a clienti di origine calabrese, mentre un carico di di sessanta chili fu sequestrato nel 2015 in Toscana. La vendita della droga avrebbe fruttato sul mercato al dettaglio circa un milione e mezzo di euro. (Ansa)

Corruzione, 17 misure in Basilicata. Indagati ex amministratori

Diciassette misure cautelari, emesse nei confronti di ex amministratori e funzionari pubblici, sono in corso di esecuzione da parte dei Carabinieri nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza “su un consolidato sistema di corruzione” per “la gestione e la successiva autorizzazione di pratiche edilizie da parte dell’Ufficio difesa del suolo della Regione Basilicata” e per “l’illecita gestione politico-amministrativa del Comune di Venosa (Potenza)”. Coinvolto – secondo quanto si è appreso – anche l’ex sindaco del Comune oraziano.

I particolari dell’operazione saranno illustrati stamani, alle ore 11, in una conferenza stampa che si terrà negli uffici della Procura della Repubblica di Potenza.

Spaccio di droga a Lamezia, 19 arresti

I finanzieri del comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro, in collaborazione con militari di altri reparti calabresi, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 19 soggetti di etnia Rom, tre dei quali minori, disposte, rispettivamente, dal giudice presso il tribunale di Lamezia Terme e da quello per i minorenni di Catanzaro.

Le persone coinvolte sono indagate per reati di spaccio e traffico di droga consumati all’interno del quartiere “Ciampa di Cavallo” di Lamezia. Otto indagati percepivano il reddito di cittadinanza.

I particolari dell’operazione, in codice “Scacco alla Regina”, saranno illustrati in mattinata dal procuratore della Repubblica Salvatore Curcio e dal comandante provinciale della Gdf di Catanzaro Dario Solombrino.

Maltempo in Calabria, fortissimo vento: tetti divelti e alberi caduti

Numerosi sono gli interventi dei Vigili del fuoco per l’ondata di maltempo sulla costa ionica calabrese dove per tutta la giornata di oggi è stata diramata l’allerta rossa. Si registrano alcuni danni e allagamenti in diverse zone del crotonese e nel catanzarese. Allagate strade e scantinati, sono caduti alberi, cartelloni pubblicitari e divelte tegole dai tetti. Non risulta al momento nessun ferito.

A Catanzaro un ramo è caduto vicino ad una macchina ma senza fare danni. Nella frazione marina, il lungomare è allagato, così come lo sono le strade in diverse località della costa. A Roccelletta di Borgia un’auto della polizia municipale è rimasta impantanata mentre gli agenti stavano effettuando verifiche ed è stata rimossa dai vigili del fuoco. Violente raffiche di vento – tanto che gli abitanti parlano di tromba d’aria – hanno colpito la zona di Simeri e di Zagarise. Colpito anche il reggino, tra Bianco e Siderno, ed il crotonese.

Le intense piogge sono arrivate a far registrare precipitazioni anche di 170 mm in 12 ore. Il dato, riferito alla stazione pluviometrica di Mesoraca-Fratta ricadente nel bacino idrografico del fiume Tacina, nel crotonese, è stato rilevato dall’Arpacal.

Valori intorno a 140 mm sono stati registrati a Cropani ed a Petronà, sul versante ionico catanzarese. Anche sul versante Ionico Reggino sono stati registrati valori rilevanti: più di 100 mm in 12 ore ad Antonimina, Canolo Nuovo, Platì ed a San Luca. Valori più bassi, ma ritenuti comunque “significativi” sono stati registrati anche nell’alto Ionio Cosentino. Ad Albidona sono stati misurati quasi 90 mm in 9 ore.

Il forte vento che ha colpito il crotonese, soprattutto nella zona del marchesato, tra Cutro e Scandale, ha provocato danni ed il ferimento di una persona. Si tratta di un uomo di Scandale che, per cercare di chiudere una finestra che era stata aperta dal ciclone, è rimasto ferito al volto ed ha dovuto recarsi al pronto soccorso dell’ospedale di Crotone dove gli sono stati applicati 10 punto di sutura. Pezzi di tetto e canne fumarie sono state abbattute dal vento: un negozio di pneumatici è stato devastato e le gomme disperse per strada. Un pezzo di tetto in lamiera è finito in una piazzetta, per fortuna senza provocare feriti o danni alle auto parcheggiate.

Tanta paura anche a Cutro, che l’anno scorso fu colpito da due tornadi. Il vento ha scoperchiato alcuni tetti e divelto diversi alberi. Danneggiate auto in sosta mentre alcune abitazioni hanno avuto i vetri delle finestre infranti. Disagi alla circolazione si sono verificati su alcune strade provinciali per la caduta di alberi.

Hanno raggiunto i 113,76 chilometri/orari i venti che hanno spirato dalla tarda serata di ieri sulla Calabria. Il dato è stato registrato dal Centro multirischi dell’Arpacal alle 23 di ieri a Monasterace, nel reggino. Vento superiore ai 100 km/h è stato registrato anche nel cosentino, a Paola (102,6), e nel catanzarese, a Sellia Superiore (100,8). Un’intensità superiore ai 90 km/h è stata invece registrata da Arpacal Capo Spartivento (96,84), Petilia Policastro (96,12), Crotone (90) e Scilla Monte Scrisi (96,12).

‘Ndrangheta, condannato a 21 anni il figlio del boss Mancuso

'Ndrangheta, condannato a 21 anni il figlio del boss MancusoLa sua posizione era stata stralciata perché una consulenza medica lo aveva ritenuto incapace di intendere e di volere. E così se per gli altri imputati il processo “Dinasty – affari di famiglia” contro presunti boss e gregari della cosca Mancuso era andato avanti, arrivando a conclusione tra il 2008 e il 2009, per lui, Domenico Mancuso, 45 anni, figlio del boss ergastolano Peppe, alias “Mbrogghjia, si era invece fermato alle prime fasi.

Fino al 2016 quando una nuova perizia aveva ribaltato gli esiti della precedente. A quel punto era tornato a dibattimento per fatti di quasi 20 anni fa e adesso è arrivata la conclusione con il verdetto di primo grado: 21 anni e sei mesi per associazione mafiosa e 6.700 euro di multa.

L’imputato era l’ultimo a dover essere giudicato per il procedimento penale scaturito dall’operazione antimafia coordinata nel 2003 dalla Dda di Catanzaro e condotta dalle Squadre mobili di Vibo Valentia e Catanzaro che aveva disarticolato il clan di Limbadi. (Ansa)

Donna trovata morta sulla spiaggia di Strongoli, disposta autopsia

polizia spiaggia cadavere
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Il corpo senza vita di una donna senza fissa dimora, di cui al momento non si conoscono nè l’età e nè la nazionalità, è stato trovato sulla spiaggia a Strongoli, nel crotonese. La donna, secondo quanto è emerso dai primi accertamenti, potrebbe essere deceduta nel corso della scorsa notte a causa del freddo. La vittima viveva in una tenda sulla spiaggia. La Procura della Repubblica di Crotone, informata dai carabinieri, ha disposto l’autopsia sul corpo della donna.

Soldi in prestito a tassi di usura, un arresto a Lamezia

guardia di finanzaAvrebbe prestato denaro con interessi del 121,66%: un 48enne, Carmelo Furci, è stato arrestato per usura ed estorsione dai finanzieri del Gruppo di Lamezia Terme che hanno anche sequestrato beni per 65 mila euro nell’ambito di una inchiesta della Procura lametina.

L’indagato è anche imputato in un’altra inchiesta per associazione mafiosa perché ritenuto affiliato al clan “Greco”. Furci era stato arrestato la prima volta nel 1997 per usura in concorso con Sergio Ugo Roberto Greco, oggi ritenuto il suo capo clan. Per quei fatti è stato condannato in via definitiva.

Con la nuova inchiesta, i finanzieri hanno ricostruito i rapporti tra l’indagato e due commercianti ai quali Furci avrebbe erogato due distinti prestiti: il primo da 10.000 euro a fronte di mille euro mensili di interessi fino alla restituzione del capitale; il secondo di 90 mila euro con 9.000 euro di interessi mensili. Avendo riavuto 32 mila euro, l’uomo avrebbe poi minacciato i commercianti di cedergli le loro attività.

Calabria, sulla costa jonica venti e temporali. Danni e allagamenti

Imperversa il maltempo in Calabria. La costa ionica – dove per tutto il giorno è prevista l’allerta rossa della Protezione civile regionale – è stata investita all’alba da violenti temporali accompagnati da forti raffiche di vento che hanno provocato allagamenti di strade e scantinati, cadute di alberi, cartelloni pubblicitari e tegole. Al momento, tuttavia, ai vigili del fuoco non risultano né danni a persone né situazioni di particolari criticità. Numerosi sono comunque gli interventi.

A Catanzaro un ramo è caduto vicino ad una macchina ma senza fare danni. Nella frazione marina, il lungomare è allagato, così come lo sono le strade in diverse località della costa.

A Roccelletta di Borgia un’auto della polizia municipale è rimasta impantanata mentre gli agenti stavano effettuando verifiche ed è stata rimossa dai vigili del fuoco. Violente raffiche di vento – tanto che gli abitanti parlano di tromba d’aria – hanno colpito la zona di Simeri e di Zagarise. Colpito anche il reggino, tra Bianco e Siderno, ed il crotonese.

Maltempo, massima allerta in Calabria. Avviso arancione a Cosenza ma scuole aperte

Il giorno più critico è previsto per oggi, martedì 12 novembre, secondo la Protezione Civile della Calabria, che ha ieri diramato un bollettino di allerta meteo di grado rosso che interesserà larga parte della regione con temporali, venti forti e mareggiate sulle coste esposte.

Su tutto il versante jonico calabrese l’allerta meteo è il più alto nella scala, mentre su quello centrale e tirrenico, eccetto il Reggino, è di colore arancione, come mostra il grafico. Tutte e cinque le province sono coinvolte, e in molti comuni, tra cui Catanzaro e Crotone, è stata disposta la chiusura delle scuole. Studenti a casa anche a Civita, comune del Pollino dove ad agosto 2018 ci fu la strage del Raganello con la piena del torrente che ha travolto e ucciso dieci persone. L’allerta allora era gialla.

L’allarme dovrebbe durare fino alla mezzanotte di oggi. Anche a Cosenza, dove piove incessantemente da ieri, è stato ricevuta dal comune l’allerta di grado arancione per lunedì, e tutta la giornata di martedì.

Nell’avviso, la Protezione civile regionale specifica che le condizioni meteo previste in città saranno caratterizzate da piogge e temporali sparsi, con venti forti. In considerazione delle avverse condizioni atmosferiche, il comune consiglia alla cittadinanza di prestare la massima attenzione negli spostamenti. Le scuole in città saranno aperte.

Cosenza approva la pratica sul dissesto: Occhiuto: “Debiti ereditati dal passato”

Il Consiglio comunale di Cosenza, presieduto da Pierluigi Caputo, ha deliberato stamane la pratica sul dissesto finanziario di palazzo dei Bruzi. Nell’aula erano presenti 21 consiglieri, oltre al sindaco Mario Occhiuto. Il numero legale è stato largamente garantito e il documento di bilancio è passato “all’unanimità dei presenti”, spiega una nota del comune. Parte della minoranza non si è presentata in Consiglio, con l’obiettivo dichiarato di far mancare il numero legale, quindi provocare lo scioglimento anticipato della consiliatura. Un tentativo che però è fallito. A tentare la “spallata” al sindaco, i consiglieri di Pd, la Grande Cosenza di Carlo Guccione, Psi e Uniti per la città.

Occhiuto: “Debiti ereditati, ma col bilancio ingessato abbiamo fatto tante cose”
“Al nostro arrivo – ha detto il Sindaco Mario Occhiuto – ci trovammo di fronte la delibera n.97 del 2012 della Corte dei Conti, riferita all’esame del conto consuntivo del 2010, che fotografava uno stato di dissesto del Comune. All’epoca optammo per il predissesto ed il piano di riequilibrio. Fummo il secondo Comune d’Italia a scegliere questa strada. Il percorso intrapreso – ha rimarcato Occhiuto – venne bocciato dalla sezione regionale della Corte dei Conti che non ritenne possibile risanare il bilancio del Comune in dieci anni senza ricorrere al dissesto. Poi le sezioni riunite ammisero il Comune alla procedura del predissesto autorizzando il piano di risanamento. Prediligemmo quella strada – ha affermato ancora Occhiuto nella seduta del Consiglio comunale – anche perché, attraverso il dissesto i creditori avrebbero avuto meno risorse. Evitammo il dissesto sia perché volevamo ridurre la massa debitoria del Comune ed anche per far fronte ad altre situazioni urgenti, come garantire continuità alle Cooperative che allora erano sprovviste di contratto.
Se avessimo dato corso al dissesto – ha proseguito Mario Occhiuto – non avremmo potuto utilizzare tutta la forza lavoro”.

Il Sindaco ha, inoltre, ricordato come l’approvazione del piano di riequilibrio da parte delle sezioni riunite della Corte dei Conti sia stato “un atto di grande fiducia”. “Oggi il dissesto – ha aggiunto Occhiuto – è figlio di questa procedura. Noi abbiamo lavorato in questi anni con un bilancio ingessato. La Corte dei conti, improvvisamente, dopo anni che non aveva verificato parametri e obiettivi, a maggio ha avviato una verifica e poi ha accertato che gli obiettivi non erano stati centrati”.

Occhiuto ha sottolineato inoltre la complessità della situazione che “riguarda tutti i comuni del Sud Italia. L’80% dei comuni superiori a 12 mila abitanti si trovano in situazioni analoghe di dissesto o predissesto”. Mostrando alcune tabelle grafiche, il primo cittadino ha spiegato la mole di residui passivi che la sua Amministrazione ha trovato appena insediatasi (oltre 300 milioni di euro).

“Dopo aver attuato la procedura di predissesto – ha spiegato ancora il Sindaco – siamo riusciti ad ottenere un mutuo dallo Stato che ci ha consentito di far fronte a parte dei mutui passivi, ma, inevitabilmente, con una crescita degli interessi”. Occhiuto nel suo intervento ha fatto riferimento anche alla consistente riduzione dei trasferimenti dallo Stato ai Comuni, circa 60 milioni in meno nel corso degli anni.

“Nonostante tutto – ha puntualizzato il Sindaco – la massa debitoria è stata ridotta e la spesa corrente è diminuita di 50 milioni. Ci accusano di aver fatto delle spese non necessarie (come gli eventi, le feste, ecc.), ma, a ben vedere, anche in questo settore abbiamo fatto registrare una riduzione del 2% rispetto al passato. Sul Teatro c’era un milione e mezzo di spesa nel capitolo, senza contare le risorse impiegate in passato per il Capodanno. Oggi ci troviamo in questa circostanza (quella del dissesto) in un momento in cui abbiamo già risanato in parte i conti del Comune e diminuito sensibilmente il numero dei dipendenti che, quando siamo arrivati, erano circa 1100. E’ chiaro che in questi anni, pur in situazioni di difficoltà, non ci siamo mai lamentati rispetto al passato, ma ci siamo messi a lavorare. E abbiamo lavorato raggiungendo importanti risultati”.

E qui il Sindaco ha ricordato alcune delle azioni di cui si è resa protagonista l’Amministrazione comunale da lui guidata. “Azioni che hanno determinato scelte – ha detto il Sindaco – che mi hanno procurato molti nemici. Abbiamo aumentato di un milione e mezzo le risorse per le cooperative sociali. Prima c’erano 47 cooperative sociali alle quali venivano affidati i lavori senza gara pubblica e senza certificazione antimafia. Quelle cooperative sociali liberate da questo sistema di capolarato oggi lavorano. Grazie a questo nuovo corso oggi riusciamo a garantire interventi sul verde pubblico, piccoli interventi di manutenzione e ai lavoratori delle cooperative abbiamo restituito dignità.
Abbiamo sgomberato due campi rom con più di mille persone. Nelle baracche si erano diffuse pratiche illegali, come, tra le altre, la prostituzione minorile, si bruciavano delle sostanze tossiche che venivano respirate dai nostri ragazzi. Abbiamo fronteggiato situazioni difficilissime, ma ci siamo assunti delle responsabilità. Siamo stati uno dei pochi comuni a risolvere questi problemi. Un intervento analogo è stato portato a termine nel campo rom di via Reggio Calabria dove era presente un alto tasso di criminalità. Anche questo – ha rimarcato Occhiuto – mi ha creato grandi contrasti. Quando siamo arrivati – ha proseguito Occhiuto – c’erano i cassonetti stradali. In un anno siamo stati premiati come prima città capoluogo in Calabria che è riuscita a portare la differenziata al 65%”.

Anche sulle opere pubbliche realizzate il Sindaco ha inteso fare un po’ di cronistoria. “Sono state 15 le piazze che abbiamo realizzato, subendo in qualche caso anche critiche aspre. C’è chi ha trovato da ridire sulla pietra usata per la pavimentazione di Piazza Tommaso Campanella e adesso tutti la ammirano. Vi ricordo come era Piazza Bilotti. Corso Mazzini si è allungato e le attività commerciali vanno benissimo”.

Poi il Sindaco Occhiuto mostra una fotografia con l’ex Albergo Jolly, com’era prima di essere abbattuto. “Un ecomostro – lo definisce. Siamo stati caparbi dove altri non hanno saputo incidere. Abbiamo speso circa 300 milioni in opere pubbliche. Il Planetario è una delle realizzazioni più recenti e i tanti bambini che vengono dalla provincia a visitarlo e ad assistere agli eventi che vi si propongono mi hanno ringraziato e sono estasiati per quello che Cosenza offre oggi. Questi sono i fatti. Il Castello era un rudere e lo abbiamo restituito alla città”. E menziona ancora i BoCs art e tutto il lavoro svolto sull’arte contemporanea. “Una città viva – afferma orgoglioso il Sindaco – piena di persone. Per renderla tale, ci siamo messi contro chi ha i paraocchi, contro chi, tra i cittadini, erano contrari alle ZTL e alle aree pedonali. Lo abbiamo fatto per il bene della città. Eppure c’è gente che incita all’odio sociale. In Calabria e a Cosenza se non si fa così, i problemi non si risolvono. Bisogna avere il coraggio. Per cambiare in Calabria bisogna avere visione, capacità e competenza e mettersi contro quei sistemi che tendono ad ingessare l’azione politica e amministrativa. Abbiamo, però, ancora un anno e mezzo davanti. Dobbiamo dare il massimo per cambiare questo stato di cose”, a concluso il sindaco di Cosenza.

Caso piscina a Crotone, il gip revoca il divieto di dimora al sindaco Pugliese

Il sindaco di Crotone Ugo Pugliese

Il Gip di Crotone, Michele Ciociola, ha revocato la misura del divieto di dimora che aveva emesso, su richiesta della Procura della Repubblica, a carico del sindaco, Ugo Pugliese, nell’ambito di un’inchiesta sull’affidamento diretto al consorzio sportivo “Daippo” della gestione della piscina comunale. La decisione è stata presa a conclusione dell’interrogatorio di garanzia cui Pugliese é stato sottoposto con l’assistenza del suo difensore di fiducia, l’avvocato Francesco Laratta.

Pugliese ha comunque espresso la sua volontà di dimettersi da sindaco, carica dalla quale era stato sospeso in base alla Legge Severino, “indipendentemente – ha detto – dalla misura adottata e dall’esito dell’interrogatorio di garanzia”, nel momento in cui il prefetto lo reintegrerà, “per potere essere libero di difendersi nel processo e potere dimostrare a tutti, in maniera inequivocabile, di essere estraneo a tutti i fatti contestati e di non essere assolutamente ancorato ad alcun incarico o poltrona”.

Non riesce la spallata del Centrosinistra a Occhiuto. Approvata delibera sul dissesto

Il Consiglio comunale di Cosenza ha approvato la pratica del dissesto finanziario all’unanimità (21 presenti più il sindaco). Non è riuscita quindi la “spallata” tentata da Pd e Carlo Guccione al sindaco Mario Occhiuto di far mancare il numero legale, quindi di provocare lo scioglimento anticipato del consiglio.

Al termine dell’assemblea dai toni molto accesi, al quale appunto una parte della minoranza non ha preso parte, l’assise ha approvato la delibera di dissesto che era stata confermata dalle Sezioni riunite della Corte dei Conti.

Sono state necessarie due ore di discussione, intervallate dalla presenza di alcuni cittadini che più volte hanno interrotto il sindaco Occhiuto, nel corso delle sue dichiarazioni, prima che il Consiglio ratificasse la delibera con cui è stato dichiarato il dissesto.

In Consiglio erano presenti venti consiglieri, oltre al presidente del Consiglio Caputo e al primo cittadino. Un numero largamente superiore a quello richiesto. I consiglieri di PD, Grande Cosenza, Psi e Uniti per la città non erano presenti. In una conferenza stampa la minoranza guidata da Carlo Guccione aveva parlato del dissesto come “una pagina buia”, sperando che alcuni consiglieri seguissero la strategia di far mancare il numero legale in modo da poter “mandare a casa il sindaco”.

Occhiuto, durante la seduta, ha spiegato che la situazione “debitoria è stata ereditata dal 2011. Non ci siamo mai lamentati, però. Ci siamo messi a lavorare e, nonostante questa ingente massa debitoria, abbiamo raggiunto risultati che mai in questa città erano stati ottenuti. In Calabria e a Cosenza – ha sostenuto ancora Occhiuto – se non si ha coraggio non si risolvono i problemi”.

Maltempo in Calabria, da oggi allerta rossa in quasi tutta la regione

maltempo temporale pioggia ventoLa Protezione civile regionale della Calabria ha diffuso un messaggio in cui aggrava l’allerta meteo già diramato ieri, trasformandolo da arancione a rosso su gran parte della regione a partire da oggi pomeriggio e per tutta la giornata di domani. In particolare, la Protezione civile regionale prevede piogge e temporali diffusi, con venti forti e mareggiate lungo le coste esposte.

In base alle previsioni meteo, quindi, è stato emessa l’allerta rossa su tutta la provincia di Reggio Calabria e sulla costa ionica catanzarese, crotonese e cosentina per criticità idrogeologiche e/o idrauliche e costiere, e arancione sulla fascia tirrenica cosentina ed il vibonese. Già oggi in numerose città, tra cui Catanzaro e Crotone, le scuole sono rimaste chiuse.

Riace, accolto il ricorso della Spanò. Tribunale: Trifoli era ineleggibile

Maria Caterina Spanò

Il Tribunale di Locri ha accolto il ricorso che era stato presentato dalla candidata a sindaco di Riace Maria Caterina Spanò, dichiarando l’ineleggibilità di Antonio Trifoli, eletto primo cittadino in occasione delle amministrative svoltesi il 27 maggio scorso.

Maria Caterina Spanò, assistita dall’avvocato Francesco Rotundo, aveva sostenuto l’ineleggibilità di Trifoli in quanto dipendente del Comune, con mansioni di vigile urbano con contratto a tempo determinato. E in quanto tale non poteva beneficiare dell’aspettativa per motivi politici.

Spanò capeggiava la lista in cui era candidato a consigliere l’ex sindaco Mimmo Lucano, decaduto dopo il suo arresto nell’ottobre dello scorso anno per i presunti illeciti nella gestione dei migranti. Lucano, comunque, non era stato eletto.

La sentenza con cui è stato accolto il ricorso di Maria Spanò sarà esecutiva soltanto dopo i tre gradi giudizio. Fino ad allora Trifoli resterà in carica come sindaco.

E’ morto il maestro vasaio ustionato mentre dava fuoco a sterpaglie

Castrovillari, pensionato brucia sterpaglie e muore soffocato dal fumo
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Non ce l’ha fatta Pasquale Cunsolo, il maestro vasaio di 50 anni di Gerocarne (Vibo Valentia), rimasto gravemente ustionato il 17 ottobre scorso in un incendio all’interno del terreno agricolo di sua proprietà.

L’uomo, che aveva riportato ustioni gravissime su tutto il corpo, è morto stamani nel Centro grandi ustioni di Bari dove era stato trasferito in eliambulanza, in condizioni critiche. Per giorni la sua vita è rimasta appesa ad un filo ma il quadro clinico non ha mai presentato miglioramenti.

Sono stazionarie, invece, le condizioni del fratello della vittima, Rocco, di 59 anni, anch’egli maestro vasaio, che quella mattina si trovava col congiunto per dare fuoco alle sterpaglie. Entrambi erano stati investiti da una fiammata di ritorno.

In casa con oltre 700 grammi di marijuana, 2 arresti e una denuncia

I carabinieri di Caulonia Marina assieme ai colleghi di Riace e dei Cacciatori di Calabria hanno arrestato in flagranza Marcello Mammone, 38 enne del posto, e la compagna Daniela Ienco, 37enne, entrambi già noti alle forze dell’ordine, sorpresi con oltre mezzo kg di marijuana.

I due, alla vista dei militari alla loro porta, hanno cercato di disfarsi di parte della marijuana lanciandola dalla finestra del bagno. Recuperata la droga e effettuata una perquisizione domiciliare, i militari dell’Arma hanno rinvenuto altra marijuana all’interno di un barattolo in vetro posto nell’orto di loro proprietà. Mammone è stato tradotto presso il carcere di Locri e la compagnia agli arresti domiciliari cosi come disposto dall’autorità giudiziaria di locrese.

In un’altra occasione, sempre gli stessi militari, hanno denunciato in stato di libertà un 30enne incensurato del posto in quanto a seguito di perquisizione veniva rinvenuto sotto un’autovettura di sua proprietà un involucro in cellophane contenente oltre 200 grammi di marijuana. Tutto lo stupefacente è stato sequestrato.

Forte scossa di terremoto nel Sud della Francia, magnitudo 5.3

Una forte scossa di terremoto di magnitudo 5.3 è stata registrata alle 11.52 di stamane nel sud della Francia, nella regione Alvernia-Rodano-Alpi. L’epicentro del sisma è stato localizzato a pochi km da Montélimar, nel dipartimento della Drome, a una cinquantina da Valenza e a 140 da Lione.

L’evento sismico è avvenuto a circa sei chilometri di profondità, secondo alcuni istituti di geofisica. Sul sito Emsc sono decine le segnalazioni pervenute di persone che hanno avvertito la scossa, anche a distanze di 500 km. Nella zona dell’epicentro il tremore ha fatto oscillare gli edifici. Panico e gente in strada. Non si hanno al momento informazioni su eventuali danni a cose o persone.

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