7 Ottobre 2024

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Ferito a fucilate un migrante del Mali, indagini dei carabinieri

pronto soccorso ospedale

Un 29enne cittadino del Mali si è presentato stamani al pronto soccorso dell’ospedale di Gioia Tauro con una ferita alla schiena provocata da un colpo di fucile caricato a pallini sparatagli poco prima.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro che, sotto la direzione della Procura di Palmi, hanno avviato le indagini per ricostruire la dinamica del fatto e giungere all’identificazione del responsabile.

L’uomo si trova ricoverato nell’ospedale di Gioia Tauro per gli esami medici del caso. Non è in gravi condizioni. Intanto, al fine di supportare le indagini, l’Arma dei carabinieri ha avviato servizi sul territorio in tutta la Piana di Gioia Tauro, impiegando tutte le Stazioni e i Reparti radiomobili di pronto intervento.

‘Ndrangheta, la Dia sequestra una villa a persona vicino a cosca

La Dia di Reggio Calabria, coordinata dalla Procura reggina, ha eseguito un decreto di sequestro nei confronti di Francesco Gullace, di 70 anni di Cittanova, attualmente detenuto, appartenente alla cosca Raso-Gullace-Albanese. Il sequestro è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria.

A Gullace è stata applicata, nel marzo del 1995, la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per tre anni, per una condanna per detenzione illegale di armi ed associazione per delinquere. Nel 2016 è stato coinvolto nell’operazione “Alchemia” culminata con l’esecuzione di 42 misure cautelari emesse nei confronti suoi e di altri soggetti affiliati e contigui alla ‘ndrangheta, indagati per associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione ed intestazione fittizia di beni e società.

Il sequestro ha riguardato una villetta a due piani, dell’estensione di circa 280 metri quadri in località Zomaro di Cittanova.

Terremoto nelle Filippine, almeno 4 morti, feriti e dispersi

I danni del Terremoto nel Sud delle Filippine (Ansa/Epa)

Almeno 4 persone, tra cui un bimbo di 6 anni, sono morte a causa del terremoto che ha colpito il sud delle Filippine: lo ha detto il sottosegretario Renato Solidum alla Super Radyo dzBB, secondo quanto riporta l’emittente tv GMA News. Solidum è anche il direttore dell’Istituto di vulcanologia e sismologia nazionale.

L’ufficio del presidente ha reso noto che al momento del sisma Rodrigo Duterte si trovava con sua figlia nella sua casa di Davao City, nella provincia colpita di Davao del Sur. Il presidente e sua figlia sono rimasti illesi.

Il bambino ha perso la vita nella cittadina di Matanao, ha detto il sindaco Vincent Fernandez all’emittente Super Radyo dzBB. Le altre tre vittime, secondo l’ufficio dei vigili del fuoco, si trovavano in un edificio di tre piani a Padada che ospitava un supermercato e che è crollato.

Il sisma di magnitudo 6.8 è stato localizzato a 5 km a sudest di Magsaysay, nella provincia di Davao del Sur, ad una profondità di 28,2 km. A questa prima forte scossa, riporta sempre l’Usgs, ne è seguita un’altra di magnitudo 5 che ha colpito una zona a qualche chilometro più a sud della regione di Davao del Sur ed è stata localizzata ad una profondità di 10,8 km. Successivamente sono state registrate altre dieci scosse, la cui magnitudo oscilla tra 4.7 e 5.7.

A seguito del terremoto è crollata una palazzina di tre piani, ha reso noto il capo della Protezione Civile, Ricardo Jalad. L’edificio si trovava nella cittadina costiera di Padada, circa 72 km a sud di Davao City, nella provincia meridionale di Davao del Sur. Secondo le prime informazioni la struttura ospitava tra l’altro un negozio di generi alimentari. Il terremoto è avvenuto quando nelle Filippine erano da poco passate le 14.

Il terremoto ha provocato il panico tra la popolazione e molte persone che in quel momento si trovavano nei centri commerciali, nelle loro case o in altri edifici si sono riversate in strada, hanno detto funzionari locali. L’epicentro del violento sisma, secondo l’Istituto di vulcanologia nazionale, è stato localizzato a circa sei chilometri a nordovest di Padada. Le autorità di Davao e Cotabato hanno ordinato la chiusura delle scuole domani.

Stragi del sabato sera, da Nord a Sud 9 morti in poche ore

Ennesimo sabato sera di sangue sulle strade italiane. Nove persone, tra cui 5 giovanissimi, hanno perso la vita in seguito a numerosi incidenti stradali avvenuti tra Veneto, Lazio e Sicilia. Coinvolto anche un ciclista, falciato da un’auto nel Trevigiano.

Il bilancio più pesante arriva da Noventa di Piave, paese del Veneziano dove tre giovani, due ragazze di 23 e 25 anni e un ragazzo di 20, hanno perso la vita dopo uno schianto frontale.

Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, che stanno indagando sulle cause, l’incidente sarebbe stato causato dall’invasione della corsia opposta da parte di uno dei due mezzi. La Fiat Punto era guidata da Chiara Brescaccin che aveva al suo fianco Matteo Gava.

Sulla Citroen C3 viaggiava Giulia Bincoletto, figlia del titolare di un noto locale della zona, di rientro da una festa. Al momento gli investigatori escludono la nebbia e il ghiaccio come possibili cause dell’incidente. Probabile, invece, una distrazione o un colpo di sonno.

Tragedia anche in Sicilia, nel Catanese, dove un 16enne è morto dopo essere stato sbalzato fuori dall’auto sulla quale viaggiava con altri amici. Fatale l’impatto con un muretto.

Serie B, il Cosenza battuto in casa dal Pordenone. Deluso Braglia

Il Pordenone non porta bene al Cosenza. Qualche anno fa i friulani eliminarono i lupi nei playoff nazionali di serie C. Oggi, passano al San Vito-Marulla con una doppietta firmata Strizzolo al 31′ ed al 40′. Non è bastata al Cosenza la rete di Lazaar per tentare di agguantare o ribaltare il match. E’ un momento durissimo per il Cosenza che, se non ritrova forma, cattiveria, determinazione e risultati, rischia seriamente. Squadra silana sempre più giù anche il tecnico ora rischia. Deve fare risultato alla prossima altrimenti scadrà anche l’ultimatum all’allenatore.

E’ decisamente deluso il tecnico rossoblù Piero Braglia nel post gara di Cosenza – Pordenone, preoccupato soprattutto perché la sua squadra è troppo incostante, alterna buone prestazioni, nelle quali però non riesce a portare a casa la vittoria, ad altre totalmente deficitarie e perde puntualmente. Di questo passo chiaramente non si va lontano ed urge una scossa da subito, altrimenti si fa durissima:

“Alterniamo troppo spesso momenti buoni a momenti negativi. Inoltre prendiamo gol troppo facilmente e questo non va bene. Non bisogna rincorrere sempre. Paghiamo caramente tutti gli errori che commettiamo. Non bisogna rincorrere sempre. Abbiamo peccato di cattiveria e di determinazione, caratteristiche basilari nel calcio di oggi e soprattutto in una categoria come la Serie B. Dobbiamo ritrovare queste doti altrimenti diventa molto dura. Mettiamoci a lavorare per dare una svolta, tiriamo fuori tutto quello che abbiamo a partire da domani. E dobbiamo farlo da subito, perché se poi sei sempre costretto ad inseguire il percorso diviene sempre più in salita. Dobbiamo cercare di toglierci da questa situazione prima possibile”.

Fonte: Giornale di Calabria

Fortissima scossa nelle Filippine, magnitudo 6.8. Si temono danni

Un forte terremoto di magnitudo 6,8 ha colpito domenica 15 dicembre l’isola di Mindanao, a sud delle Filippine.

L’epicentro è stato registrato sulla terraferma in zone densamente popolate, a pochi km da Davao e Digos

La scossa è stata localizzata ad una ventina di km di profondità a circa 60 km da Davao City, la capitale dell’isola che conta circa un milione e mezzo di abitanti.

Non ci sono informazioni al momento che possano fornire un quadro su eventuali crolli o feriti. In sisma, avvenuto alle ore 14.11 locali (le 7.11 in Italia) è stato avvertito distintamente dalla popolazione

‘Ndrangheta, si è dimesso Fosson, indagato dalla Dda per voto di scambio

Il presidente della Regione Valle d’Aosta, Antonio Fosson, si è dimesso. Lo ha riferito durante una riunione straordinaria di maggioranza a Palazzo regionale. Le motivazioni sono legate all’avviso di garanzia ricevuto dalla Dda di Torino per scambio elettorale politico mafioso in merito ad un’inchiesta sul condizionamento delle Regionali del 2018 in Valle d’Aosta da parte della ‘ndrangheta.

Con il governatore anche gli assessori Laurent Viérin (turismo e beni culturali) e Stefano Borrello (opere pubbliche) hanno annunciato che si dimetteranno. Il consigliere Luca Bianchi, invece, lascerà l’incarico di presidente di commissione e di capogruppo dell’Union valdotaine. Tutti e tre sono indagati nell’inchiesta della dda.

Fosson: “Dimostrerò mia estraneità”
“Sottolineo con forza la mia totale estraneità rispetto ai fatti di cui ho avuto lettura negli ultimi giorni sui giornali”. Lo ha detto il presidente della Regione Valle d’Aosta Antonio Fosson spiegando le ragioni che lo hanno portato alle dimissioni a seguito di un avviso di garanzia per scambio elettorale politico mafioso nell’ambito di una inchiesta della Dda sul condizionamento delle elezioni regionali 2018 in Valle d’Aosta da parte dell”ndrangheta.

“Vi ho chiamato qui – ha detto Fosson – per comunicare che, per onorare quel senso di responsabilità politica che ho sempre perseguito ed anche salvaguardare la mia personale dignità, profondamente ferita dalle infamanti ipotesi che vengono formulate, ho deciso di fare un passo indietro e di dare le mie dimissioni dalla carica di presidente della Regione”. “E’ stato per me un grande onore – ha concluso – essere presidente di questa meravigliosa regione per la quale ho lavorato con impegno e onestà”.

Regionali, Meloni: “Noi pronti, attendiamo Salvini per candidato governatore”

Giorgia Meloni e Matteo Salvini sul palco di piazza San Giovanni a Roma

“Non sono nella condizione di dire una parola definitiva sul nome del candidato del centrodestra. Una settimana fa ci siamo visti ed eravamo sostanzialmente pronti, stiamo aspettando solo alcune risposte, soprattutto da Matteo Salvini. Io sono pronta ad annunciare tutti i candidati del centrodestra nella giornata di oggi se arrivano le conferme.

Il quadro era definito e saremmo pronti se si sbloccano le candidature di tutte le regioni nelle quali si vota”. Lo ha detto Giorgia Meloni parlando con i giornalisti a Cosenza a margine di una manifestazione elettorale. “Non ci sono ostacoli da rimuovere da parte nostra – ha aggiunto – noi abbiamo dato l’ok su tutti i nomi proposti, penso che arrivi a breve anche l’ok degli altri”. “Per la Calabria – ha continuato la leader di Fratelli d’Italia – vogliamo lavoro, lavoro, lavoro. E il lavoro si crea avendo il coraggio di fare investimenti a lungo termine”.

Maltempo in Calabria, danni e disagi. Nave rompe ormeggi a Gioia Tauro

Disagi e danni in Calabria per il maltempo delle ultime ore. I maggiori problemi sono stati creati dal vento molto forte che si è abbattuto in modo particolare sui versanti centrali e tirrenici della regione.

La motonave porta auto “Grande Mirafiori”, ormeggiata nel porto commerciale di Gioia Tauro, a causa dell’imperversare del maltempo e delle forti raffiche di vento che hanno raggiunto i 70 nodi, ha rotto gli ormeggi andando a finire nel bacino portuale.

Allo scopo di fronteggiare l’emergenza sono intervenuti, su disposizione della Capitaneria di porto di Gioia Tauro, tre rimorchiatori, due piloti e quattro ormeggiatori. Presente anche una motovedetta mobilitata per eventuali interventi di salvataggio in mare.

Dopo alcune ore, nonostante le condizioni meteo avverse sulla zona, la motonave è stata ormeggiata in sicurezza lungo la banchina di levante. L’intervento, coordinato dalla Capitaneria di Porto, ha evitato il verificarsi di danni a persone, cose e infrastrutture che avrebbero potuto essere di non lieve entità.

Problemi anche per alcune mareggiate a Bagnara Calabra dove le onde hanno raggiunto le strade provocando allagamenti e danni ad alcune imbarcazioni.

Chiuso e poi riaperto il tratto sulla SS182 delle Serre Calabre nel territorio comunale di Gerocarne (Vibo Valentia) dopo la rimozione di un albero caduto sulla carreggiata a causa del maltempo.

Aggiornamento – Nella serata di ieri forti raffiche di vento e pioggia torrenziale hanno interessato la provincia di Catanzaro. Nel capoluogo calabrese molti gli alberi abbattuti che hanno creato notevoli difficoltà alla circolazione stradale. Disagi anche su tutta la fascia costiera tra Catanzaro e Crotone, con danni alla pubblica illuminazione e ai tabelloni pubblicitari tra Sellia Marina, Cropani e Botricello. Nel comprensorio di Lamezia Terme (Cz) l’ondata di maltempo prosegue anche nella giornata di oggi. Durante la notte sono state segnalate frane e alberi abbattuti dal vento. A Sambiase di Lamezia Terme due pini hanno danneggiato il chiosco di un bar. Anche la zona tirrenica del Cosentino, al centro dello stato di allerta, ha registrato danni. Ad Amantea un albero caduto ha bloccato la circolazione stradale, mentre a San Nicola Arcella una frana ha chiuso la circolazione sulla strada statale 18. Problemi anche nel Vibonese, con particolare attenzione rivolta lungo la fascia costiera. A Tropea scuole chiuse per oggi e previsioni critiche a causa dello stato di allerta arancione.

Il centro funzionale multiris​chi dell’Arpacal, l’azienda regionale per l’ambiente, stamane ha reso noto che “nella giornata di ieri il territorio regionale è stato interessato da precipitazioni intense che in alcune stazioni hanno fatto registrare valori cumulati rilevanti, soprattutto sulla fascia tirrenica. In particolare nelle 24 ore sono stati registrati valori significativi nelle stazioni di domanico (124 mm), San Sosti (107 mm), Altilia (106 mm): valori importanti sono stati registrati sulla Catena costiera e nella Valle del​ Savuto”.

“In quasi tutte le stazioni anemometriche – riferisce ancora il Multirischi – sono stati rilevati valori delle raffiche di vento superiori a 70 km/h, in particolare nella stazione di Mormanno si è registrato un valore di raffica pari a circa 120 km/h, in quella di Motta San Giovanni circa 110 km/h, in quella di Gimiglino-Corbino 106 km/h, in quella di Altilia 96 km/h”. I corsi d’acqua hanno registrato un generale innalzamento del livello idrometrico. In particolare, il livello del Crati, alla sezione di Sibari ha superato i 4 metri. Al momento si registrano precipitazioni residue soprattutto sul versante ionico meridionale, mentre la ventilazione continua ad essere molto sostenuta.

Regionali, Aiello (M5s): “Io uomo libero e indipendente”

Luigi Di Maio con Francesco Aiello

“Questa missione mi carica di responsabilità e energia. Il fatto di essere un uomo libero e indipendente cambia le regole di come si fa politica in questa Regione. E questo dà fastidio”. Così il professor Francesco Aiello, candidato M5s alla Regione Calabria, presentando la sua candidatura alla presenza del capo politico Luigi Di Maio.

“Ho deciso di lottare e rimanere in Calabria per dare un futuro alla mia terra. Ora – aggiunge – cerco di farlo come politico, convinto che la politica sia servizio alla collettività. C’è una fame di sviluppo in questa terra che va soddisfatta. Io – sottolinea – credo nel senso delle comunità, nella condivisione, nel confronto dialettico, nel mettersi in discussione con gli altri. Credo nella solidarietà, nella tolleranza, nella dignità del lavoro”.

“Quando premo i muri della mia casa sento uscire il sudore del lavoro di mio padre. Preferisco pensare alla collettività, più che al semplice individuo. Il mio metodo di lavoro si sintetizza in tre parole: ascolto delle idee altrui, condivisione di analisi e problemi e infine avere un’abilità di sintesi, guardare l’obiettivo e cercare di raggiungerlo. Amo i ragionamenti semplici, non quelli complessi”, ha detto ancora Aiello.

Regionali, Di Maio presenta Aiello. Scintille tra Di Maio e Salvini su transumanza

Luigi Di Maio e Francesco Aiello

La transumanza di parlamentari delle ultime ore, dal Movimento Cinque Stelle alla Lega, scuote la maggioranza e riaccende lo scontro tra il leader della Lega, Matteo Salvini e il capo politico dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, impegnato in Calabria a presentare il proprio candidato governatore, Francesco Aiello, pur di serrare i ranghi ed evitare nuove uscite.

All’indomani del passaggio di tre senatori dal gruppo pentastellato a quello della Lega, cresce la preoccupazione che a questo piccolo smottamento possa seguire una valanga in grado, in poche settimane, di compromettere la sopravvivenza dell’esecutivo. A più riprese, l’attuale titolare della Farnesina ha accusato la Lega di aver aperto “un mercato delle vacche”, giungendo magari a promettere ai nuovi arrivati soldi o seggi sicuri.

Furibonda la reazione di Matteo Salvini che pur di negare ogni possibile contropartita arriva a minacciare querele a chi dice il contrario: “Di solito i parlamentari lasciano l’opposizione per andare in maggioranza. I due senatori campani – attacca Salvini da Napoli – hanno lasciato la maggioranza per andare all’opposizione perché non ne potevano più dei Bonafede, Conte e Di Maio. Lo hanno fatto senza che nessuno abbia promesso loro niente per il futuro. Se qualcuno andrà avanti a parlare di soldi, di mercato delle vacche, di un tanto al chilo – minaccia – sarò a costretto a querelarlo”.

Al di là dello scontro con la Lega, il capo politico pentastellato è impegnato a rinsaldare il Movimento e calmare la fibrillazione degli ultimi giorni. In questo senso va la ristrutturazione del movimento attraverso la nascita dei facilitatori nazionali e territoriali. Tuttavia, a parte la riforma organizzativa, Luigi Di Maio punta a rilanciare il ruolo del Movimento puntando su una ripresa di appeal nel territorio a partire dalla Calabria, al voto regionale il prossimo 26 gennaio.

Sfidando il maltempo, arriva nell’auditorium di Catanzaro per presentare il candidato governatore Francesco Aiello. Un segnale chiaro per dire che il Movimento non cede in una regione dove i Cinque Stelle alle ultime europee, pochi mesi fa, giunse prima con il 26,69%. Escluso, quindi, ogni possibile apparentamento in extremis con il candidato del centrosinistra, Pippo Callipo, i Cinque Stelle calabresi, con la benedizione del vertice nazionale, decidono quindi di andare da soli, di andare alla conta dei propri voti, fedeli alla parola d’ordine “alleanze con liste civiche sì, con partiti no”. Un modo per aumentare l’unità interna, rispettare l’ortodossia della prima ora, ma probabilmente sacrificando la possibilità di contendere la Regione al centrodestra, al momento molto avanti nei sondaggi. Detto questo, anche su quel fronte regna la confusione: secondo molti osservatori oggi sarebbe stato il giorno utile perchè Forza Italia presentasse ai suoi alleati il nome del candidato unitario.

Ma il caos interno al partito azzurro pare che porterà a un ulteriore slittamento dei tempi. L’unica data certa, è il termine ultimo previsto dalla legge per presentare le liste: il 28 dicembre. Entro quella data si capirà se i fratelli Occhiuto, Mario e Roberto, terranno fede alla loro intenzione di presentare liste autonome, distinte da quelle di Forza Italia. Se così dovesse andare è evidente che un loro eventuale successo potrebbe riaprire i giochi di questa delicatissima sfida elettorale.

Frana sulla statale 18, pericoli e disagi. Arteria chiusa

Una frana ha causato stasera la chiusura della strada statale 18 tra Praia a Mare e San Nicola Arcella. Terra, fango e anche alcuni alberi sono caduti da un costone di montagna invadendo la carreggiata, poco dopo il ponte di San Nicola Arcella.

La Statale 18 è attualmente interrotta e il traffico deviato sulla circolazione ordinaria che utilizza il vecchio percorso. Sul posto sono presenti i vigili del fuoco e i carabinieri di Scalea.

Ai cittadini e agli automobilisti viene consigliata la massima prudenza, soprattutto nelle prossime ore, quando il vento dovrebbe intensificarsi. A Paola, il sindaco ha chiuso al transito il lungomare in vista di possibili mareggiate.

Viaggiavano con 5 chili di cocaina in auto, arrestati due corrieri

Li hanno trovati con oltre 5 kg di cocaina, e per questo, ieri sera i carabinieri della compagnia di Villa San Giovanni hanno arrestato, Camillo Filippello, 36enne di Acireale, già noto alle forze dell’ordine, e Salvatore Contarino, 40enne anche lui di Acireale, incensurato.

In particolare, gli uomini dell’Arma, durante un servizio di controllo del territorio presso gli imbarcaderi dei traghetti per la Sicilia, hanno deciso di controllare i due che viaggiavano a bordo di una Fiat 600.

Intimato l’Alt e insospettiti dal comportamento dei due, i Carabinieri hanno deciso di perquisirli, e grazie anche all’intervento di Unità cinofila antidroga, li hanno sorpresi con cinque involucri in plastica con all’interno più 5 kilogrammi di cocaina che avevano nascosto all’interno del pannello dello sportello anteriore sinistro dell’autovettura.
Dichiarati in stato d’arresto, ultimate le formalità di rito, i due sono stati associati presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria – Arghilllà, a disposizione dell’autorità giudiziaria reggina, in attesa della celebrazione dell’udienza di convalida. La droga, se immessa nelle piazze di spaccio avrebbe potuto fruttare circa mezzo milione di euro.

‘Ndrangheta, indagato per voto di scambio presidente Valle d’Aosta

Il palazzo regionale ad Aosta

Il presidente della Regione Valle d’Aosta, Antonio Fosson, è indagato per scambio elettorale politico mafioso nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Dda di Torino sul condizionamento delle elezioni regionali 2018 in Valle d’Aosta da parte della ‘ndrangheta. È quanto riporta l’Ansa.

Oltre a Fosson sono indagati, per lo stesso reato, anche alcuni assessori e consiglieri regionali. L’indagine è stata svolta dai carabinieri di Aosta.

Oltre a Fosson (ex senatore della Repubblica) hanno ricevuto un avviso di garanzia nelle scorse settimane anche gli assessori regionali Laurent Viérin (turismo e beni culturali), ex presidente della Regione, e Stefano Borrello (opere pubbliche), e il consigliere regionale Luca Bianchi.

Questi ultimi tre sono già stati interrogati dagli inquirenti. L’inchiesta è coordinata dal pm Valerio Longi.

Le cosche di ‘ndrangheta volevano uccidere Gratteri

Nicola Gratteri
Nicola Gratteri

“Questo se non lo fermano li piglia a tutti”. Così i fratelli Antonio e Natale Ribecco commentano il lavoro del procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri.

Antonio Ribecco, arrestato ieri nel corso dell’operazione “Infectio” con l’accusa di essere il referente della cosca di San Leonardo di Cutro a Perugia aggiunge: “Li piglia a tutti però .. però quattro o cinque anni fa .. l’hanno fallito ..”. “Stava andando a Crotone .. per lui avevano trovato pure i cosi .. o si sono spaventati ..”, racconta l’indagato riferendosi, secondo quanto si legge nella richiesta di misure cautelari, a un attentato fallito ai danni del magistrato.

L’intercettazione risale al 27 maggio 2017. Gratteri era diventato da un anno procuratore di Catanzaro dopo essere stato aggiunto a Reggio Calabria. I Ribecco stavano discutendo circa gli arresti delle operazioni “Borderland” e “Jonny” commentando che “a tutti ha messo in galera”.

“È stato in America, le indagini sono partite da lì, dall’America .. per andare in Colombia .. ma perché li hanno presi a tutti di quelle zone di Reggio Calabria, tutti lui li ha fatti prendere .. Gratteri. E adesso è passato dalle parti di Crotone .. di Catanzaro”.

‘Ndrangheta, disarticolati i clan di Cosenza

finanza carabinieri polizia

Sono 18 le persone fermate stamane dalla Polizia di Stato, dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’operazione “Testa del serpente”, coordinata dalla Dda di Catanzaro che ha colpito i clan dominanti nella città di Cosenza.

Il provvedimento di fermo riguarda persone indicate come esponenti di vertice delle principali organizzazioni criminali di tipo mafioso operanti nella città bruzia, il clan Lanzino-Ruà-Patitucci, detto anche clan degli “italiani”, e il clan degli “zingari” o gruppo Abbruzzese. Si tratta di Luigi, Antonio, Marco, Nicola e Franco Abbruzzese, rispettivamente di 34, 35, 29, 31 e 46 anni; Antonio Marotta di 50, Francesco Casella di 56, Antonio Bevilacqua, 63 anni; Antonio Colasuonno di 41; Claudio Alushi di 23 anni; Adamo Attento di 28; Roberto Porcaro, 35 anni; Carlo Drago di 55; Giovanni Drago di 26; Alberto Turboli, 39 anni; Danilo Turboli,di 24; Andrea D’Elia di 27; Pasquale Germano di 25.

Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di omicidio, estorsione (tentata e consumata), nei confronti di numerosi titolari di attività commerciali ed imprenditoriali situate nel Cosentino; porto e detenzione illegali di numerose armi anche da guerra; reati in materia di stupefacenti; usura in danno di imprenditori che versavano in stato di bisogno; lesioni.

Si tratta di condotte, secondo l’accusa, poste in essere dagli indagati avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento ed omertà delle vittime, nonché al fine di agevolare le rispettive cosche mafiose, riconducibili al gruppo “Lanzino-Ruà-Patitucci”, e al gruppo degli “Zingari” riferibile alla famiglia Abbruzzese alias “banana”.

Tra gli indagati ci sono i presunti responsabili dell’omicidio di Luca Bruni, considerato capo dell’omonimo clan della ‘ndrangheta. Di Bruni si perse ogni traccia il 3 gennaio 2012 fino al ritrovamento del cadavere, avvenuto nel dicembre 2014.

“L’aspetto più importante di questa inchiesta è che ci sono tre forze di polizia che hanno lavorato come un’unica forza”. Così il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha commentato l’operazione “Testa del Serpente” condotta da polizia, carabinieri e Guardia di Finanza contro la ‘ndrangheta di Cosenza. “Anche con tecniche e filosofie diverse – ha spiegato Gratteri – Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza sono riusciti a lavorare come un unico corpo, e questo è un valore aggiunto. Sono davvero contento perché questo è un esperimento importante: è la prima volta che, in un’indagine di serie A come questa, che si è riusciti a lavorare al meglio, tanto è vero che non abbiamo nemmeno un latitante. Questo – ha rilevato il procuratore capo della Dda di Catanzaro – conferma la professionalità, ma anche la tenuta sul piano della riservatezza, evitando le fughe di notizie: questa è la premessa per poter lavorare bene. Questo risultato non è un caso, perché ci stiamo lavorando da tre anni. E non è solo un risultato processuale o probatorio, o la possibilità di fare indagini di qualità, ma significa anche la possibilità di dimostrare ai cittadini che possono fidarsi di noi, osare e venire a denunciare: ogni mese che passa è un crescendo. Oggi ci sono tre divise diverse ma un’unica polizia giudiziaria”.

Corruzione, indagato il procuratore aggiunto di Catanzaro Vincenzo Luberto

Il magistrato Vincenzo Luberto

Il procuratore aggiunto della Procura di Catanzaro Vincenzo Luberto risulta indagato dai magistrati della Procura di Salerno per corruzione aggravata dal metodo mafioso. Lo scrive Il Fatto Quotidiano.

Secondo quanto riporta il giornale, nei confronti di Luberto i magistrati salernitani – competenti a giudicare su fatti che riguardano i loro colleghi del distretto giudiziario di Catanzaro – hanno emesso un decreto di perquisizione eseguito nei giorni scorsi. L’accusa si riferirebbe a presunti viaggi che sarebbero stati regalati al magistrato dall’ex parlamentare del Pd Ferdinando Aiello con il quale è in rapporti di amicizia. Perquisizioni sono state eseguite anche a carico di Aiello.

Il nome di Luberto sarebbe emerso in un’indagine della Procura di Catanzaro che ha poi trasmesso gli atti a Salerno e dalle quale – secondo quanto scrive Il Fatto – sarebbero anche emersi contatti tra il politico e ambienti legati alla criminalità organizzata. Da qui la contestazione dell’aggravante di mafia.

Dei fatti sarebbero stati informati anche il Procuratore generale della Cassazione ed il Csm per eventuali aspetti disciplinari. Nessun commento alla notizia dell’indagine è stata fatta da ambienti della Procura catanzarese.

L’inchiesta – spiega il quotidiano – è partita dopo che nell’ambito di un’altra indagine condotta dalla Dda di Catanzaro è emerso il nome di Luberto. Dunque, come impone l’articolo 11 del codice di procedura penale, il procuratore Nicola Gratteri ha stralciato gli atti riguardanti il suo procuratore aggiunto per trasmetterli per competenza ai colleghi di Salerno.

Dopo i primi accertamenti, per riscontrare gli elementi contro Luberto, il procuratore reggente Luca Masini ha ritenuto necessario perquisire sia l’abitazione del magistrato a Cosenza sia il suo ufficio che si affaccia su via Falcone e Borsellino a Catanzaro. Gli investigatori avrebbero controllato pure il cellulare di servizio, nel tentativo di dimostrare i rapporti con l’ex parlamentare del Partito democratico.

La corruzione – si legge sul sito del Fatto – non sarebbe l’unico reato contestato al giudice Vincenzo Luberto. Ma l’inchiesta non è chiusa e quindi si tratta di accuse provvisorie sulle quali la Procura salernitana sta compiendo doverosi accertamenti anche a garanzia del collega calabrese che ora potrà difendersi e spiegare la sua versione dei fatti nel corso del procedimento penale.

Inoltre, come è prassi in questi casi, i capi di imputazione di Luberto sono stati trasmessi al Procuratore generale della Cassazione e al Csm, competenti per gli eventuali aspetti disciplinari di una vicenda i cui contorni si stanno disegnando poco alla volta.

Secondo le anticipazioni del Fatto Quotidiano risalenti a gennaio scorso, anni fa Luberto era stato già indagato dalla Procura di Salerno con ipotesi di rivelazione di segreto d’ufficio e abuso d’ufficio. L’accusa riguardava notizie su un’operazione di polizia che l’aggiunto avrebbe rivelato all’ex vicepresidente della Calabria ed ex deputato Nicola Adamo (Pd) che si trovava in compagnia di Giuseppe Tursi Prato.

Questa vicenda, però, risale al 2007 (quando Luberto era pubblico ministero presso la Procura di Cosenza) ma le accuse, all’epoca mosse nei confronti del magistrato, vennero archiviate dalla Procura di Salerno che oggi si trova a indagare di nuovo sullo stesso collega.

L’indagine per corruzione su Luberto riguarda invece fatti più recenti. La perquisizione eseguita nei giorni scorsi è il secondo provvedimento che i pm di Salerno eseguono in pochi mesi nei confronti di magistrati calabresi.

Prima di Luberto, infatti, è stato chiesto il rinvio a giudizio per il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla, indagato anche lui per corruzione e per questo trasferito dal Csm a Potenza a fare il giudice civile.

In attesa dei processi in cui entrambi i magistrati potranno dimostrare la loro innocenza, adesso le due inchieste stanno facendo tremare gli ambienti della “Cosenza bene”, quella che da anni vede attorno allo stesso tavolo magistrati, politici e professionisti. Ma anche personaggi legati alla ’ndrangheta, scrive il Fatto.

Rimborsopoli a Catanzaro, indagati 29 consiglieri su 32

Palazzo De Nobili
Palazzo De Nobili

Ventinove dei 32 consiglieri comunali di Catanzaro sono indagati dalla Procura perché avrebbero simulato attività e presenze nelle varie commissioni consiliari in realtà mai riunitesi e però retribuite con gettoni di presenza.

Anche i verbali delle sedute delle commissioni sarebbero stati, come dimostrerebbero le immagini registrate dalle telecamere nascoste piazzate dai Carabinieri, fasulli.

I militari hanno notificato a tutti l’avviso di conclusione indagini. Nell’inchiesta, condotta dai carabinieri del nucleo di Pg della Procura e coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dal pm Pasquale Mandolfino, sono coinvolti praticamente tutti i consiglieri di tutti gli schieramenti. Non sono indagati il sindaco Sergio Abramo, il presidente del Consiglio comunale Marco Polimeni ed i consiglieri Enzo Ciconte (Misto) e Roberto Guerriero (Socialisti e democratici con Mottola D’Amato).

Sono finiti nel mirino della Procura, invece, i consiglieri comunali di maggioranza di Forza Italia (Roberta Gallo, Luigi Levato, Francesca Carlotta Celi e Giulia Procopi), di “Catanzaro da vivere” (Agazio Praticò, Antonio Angotti, Antonio Mirarchi e Antonio Ursino), di “Catanzaro con Sergio Abramo” (Rosario Mancuso, Demetrio Battaglia, Enrico Consolante, Filippo Mancuso, e Fabio Talarico), di “Officine del sud” (Giuseppe Pisano e Francesco Gironda) e di “Obiettivo Comune” (Andrea Amendola e Manuela Costanzo). Tra le fila della minoranza sono indagati i consiglieri del gruppo misto (Eugenio Riccio, Giovanni Merante e Antonio Triffiletti), di “Fare per Catanzaro” (Sergio Costanzo, Fabio Celi e Cristina Rotundo), del Pd (Lorenzo Costa e Libero Notarangelo), di “Catanzaro in Rete” (Rosario Lostumbo), di “Cambiavento” (Nicola Fiorita e Gianmichele Bosco) e dell’Udc (Tommaso Brutto).

Brutto è indagato anche, insieme ad altre due persone, Carmelo Coluccio e Elizbieta Musielak, per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche perché, secondo l’accusa, si sarebbe fatto assumere solo formalmente dalla società cooperativa Verdeoro alla quale il Comune rimborsava poi i periodi in cui svolgeva la sua attività di consigliere. Per lo stesso motivo sono indagati anche Antonio Amendola, per l’assunzione fittizia del fratello Andrea, Sabrina Scarfone che avrebbe fatto lo stesso con il consigliere Consolante, e Salvatore La Rosa, per l’assunzione di Sergio Costanzo. Anche in questi casi, il Comune avrebbe rimborsato le assenze dal lavoro dei tre consiglieri per il tempo impegnato nell’attività istituzionale.

Arrestato latitante in Francia

Dia antimafia

La Dia ha coordinato l’arresto in Francia di Domenico Stanganelli, latitante dal 2014 e destinatario di un mandato d’arresto europeo per associazione di stampo mafioso, traffico di stupefacenti, riciclaggio, porto e detenzione abusiva di armi nell’ambito di un’indagine che ha colpito le cosche Molé di Gioia Tauro e Mancuso di Nicotera.

Stanganelli è stato arrestato a casa dei suoceri a Vallauris, in costa Azzurra, grazie alla cooperazione tra la Dia, la Polizia giudiziaria di Marsiglia e di Nizza e la Brigata per le ricerche ed intervento francese (Bri).

Una cooperazione possibile anche grazie alla ‘Rete operativa antimafia – Onnet’, un progetto sviluppato proprio dalla Dia che prevede di supportare le unità investigative degli Stati membri con agenti specializzati sul fenomeno e di migliorare contestualmente lo scambio d’informazioni utili alle indagini.

‘Ndrangheta, decapitati i due maggiori clan di Cosenza: 18 fermi della DDA

Blitz interforze stamane contro la ‘ndrangheta in Calabria dove agenti della Polizia di Stato, militari dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza stanno eseguendo un provvedimento di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti di 18 persone ritenute appartenenti ai due principali clan mafiosi operanti a Cosenza.

Le persone colpite dalla misura sono ritenute responsabili, a vario titolo, di omicidio, episodi di estorsione (tentata e consumata), porto e detenzione abusivi di arma, ricettazione, spaccio di sostanze stupefacenti, diversi fatti di usura e lesioni, tutti reati aggravati dalle modalità mafiose.

I dettagli dell’operazione, in codice “Testa di serpente”, verranno comunicati nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 11 presso la Procura della Repubblica di Catanzaro alla presenza del procuratore capo Nicola Gratteri e dei vertici delle Forze dell’ordine.

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