9 Ottobre 2024

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Col braccialetto elettronico arriva indisturbato in Calabria per molestare sua ex

E’ partito da Roma con il braccialetto elettronico per “evadere” e recarsi a Corigliano-Rossano al fine di perseguitare la sua ex compagna che aveva in passato maltrattata e per cui era stato arrestato dai carabinieri di Roma con l’accusa di stalking nei confronti di lei che conviveva con l’uomo molesto, un giovane extracomunitario, nella capitale. Costretta a partire per la Calabria, lei si sentiva più tranquilla, ma era solo una illusione.

La donna, aveva raggiunto Corigliano dove aveva preso una casa in affitto per sottrarsi alle violenze già subìte nella Città eterna, e le era stato consegnato anche un dispositivo elettronico che avrebbe dovuta avvisarla dei movimenti dell’uomo, ma l’aggeggio guarda caso era scarico per cui lo straniero ha evidentemente fiutato – non si sa come – che avrebbe potuto raggiungerla in Calabria, senza alcun rischio e senza che il dispositivo venisse rintracciato. Del resto i braccialetti elettronici hanno questo scopo. Se un tizio “evade” da un posto, tramite il Gps si viene subito individuati.

L’immigrato ha percorso circa 600 km indisturbato ed è riuscito ad arrivare in Calabria  addirittura sull’uscio di porta della donna, a Corigliano-Rossano, dove la signora doveva sentirsi protetta. “Scherzi” della tecnologia, è il caso di dire.

La donna vedendolo fuori casa ha capito il pericolo e, terrorizzata, ha allertato i carabinieri di Corigliano che sono subito accorsi in suo aiuto sorprendendo l’uomo, che aveva atteggiamenti violenti già registrati a Roma, e lo hanno arrestato traducendolo dritto in carcere a Castrovillari. Lo stalker dovrà rispondere di allontanamento dalla casa familiare,  divieto di avvicinamento alla ex convivente oltre altri reati.

Salvini: “Non mi candido ad europee. Candiderei Vannacci”. Il generale: “Grazie, valuterò”

“Non mi candido alle elezioni europee. Continuerò a fare il ministro”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a “Quarta Repubblica”, su Rete 4, aggiungendo: “mi piacerebbe candidare Vannacci”.

“Ringrazio per il pensiero e per la fiducia, a mente fredda valuterò, fermo restando che per il momento faccio il soldato”. Lo ha detto all’Ansa il generale Roberto Vannacci, commentando le parole di Salvini.

Il vicepremier e ministro dei Trasporti e Infrastrutture ha anche detto che “la riforma della giustizia è urgente, è una priorità”. “Ogni giorno, secondo le statistiche – ha osservato -, tre italiani, non tre ministri, vengono arrestati ingiustamente e questo è un errore”.

Quanto alla prossima udienza di venerdì al processo Open Arms, a Palermo, Salvini ha detto di andare “serenamente”, perché ritiene di aver fatto il suo dovere di cittadino italiano prima ancora di ministro. “Però penso – ha aggiunto – di essere l’unico ministro di punta dell’Ue che va a processo non per questione di soldi o corruzione ma perché ha fatto il suo lavoro. E’ solo una perdita di tempo”.

Caso Anas: “Io attaccato da magistratura e stampa di sinistra. Si lasci stare la mia compagna”
In merito al caso delle commesse Anas, “una certa magistratura di sinistra, una certa stampa di sinistra sta attaccando me. Perché attaccare la mia compagna, lasciatela lavorare”, ha detto ancora Matteo Salvini. “Non penso che all’Anas ci sia gente corruttibile e ogni mia scelta la faccio nell’interesse del paese”. Il riferimento è all’inchiesta della procura di Roma in cui sono indagati Tommaso Verdini e il padre Denis, “cognato” e “suocero” di Salvini.

Revengeporn, sequestro di persona e stalking, arrestato un 39enne

Agenti di Polizia del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Polistena hanno dato esecuzione all’ordinanza di misura cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Palmi nei confronti di un 39enne polistenese, ritenuto responsabile dei reati di diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti, sequestro di persona ed atti persecutori.

L’uomo, sin dagli inizi del mese scorso, avrebbe posto in essere reiterate condotte persecutorie (appostamenti, pedinamenti, chiamate e messaggi al cellulare, frasi intimidatorie), nonché una serie di violenze, fisiche e verbali, nei confronti di una donna sposata con la quale intratteneva una relazione extraconiugale, arrivando finanche a privarla della libertà personale, restringendola all’interno della propria abitazione impedendole di allontanarsi per diverse ore.

Secondo quanto emerso dall’attività investigativa, inoltre, il 39enne avrebbe posto in essere il cosiddetto revengeporn avendo inviato, senza il dovuto consenso, al marito della donna, varie foto dal contenuto sessualmente esplicito ritraenti la vittima.
L’arrestato, rintracciato presso la propria abitazione, al termine delle formalità di rito è stato associato presso la casa circondariale di Palmi.

Sequestrata nel vibonese una sala scommesse abusiva

centro scommesse
Archivio

Il Gruppo della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, nell’ambito di una attività di servizio mirata al contrasto della illecita raccolta delle scommesse su eventi sportivi ha individuato, in una nota cittadina del vibonese, una sala scommesse abusiva allestita all’interno di un circolo ricreativo.

Le Fiamme gialle intervenute al momento dell’accesso hanno rilevato che il gestore del circolo, in assenza delle prescritte autorizzazioni di pubblica sicurezza, aveva predisposto quattro postazioni di gioco dotate di computer e stampante termica con le quali, tramite collegamento via internet ad una piattaforma di un bookmaker estero, era possibile effettuare scommesse su eventi sportivi nazionali ed esteri e stamparne il relativo palinsesto.

Il gestore del circolo è stato denunciato a piede libero alla locale Procura della Repubblica, per avere organizzato un’attività di raccolta di scommesse in assenza di titolo autorizzativo, con conseguenziale sequestro di tutte le apparecchiature telematiche impiegate illecitamente. A comprovare ulteriormente il quadro indiziario, il rinvenimento in loco di diverse ricevute di gioco rilasciate ad alcuni avventori.

Il Pandoro della Ferragni finisce in Procura, l’influencer indagata per truffa aggravata

La nota influencer Chiara Ferragni è indagata per truffa aggravata nell’ambito dell’indagine della Procura di Milano con al centro il caso del pandoro “Pink Christmas” prodotto dall’azienda piemontese Balocco.

L’iscrizione è stata decisa dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco. Indagata anche Alessandra Balocco, sempre per truffa aggravata.

La Guardia di Finanza di Milano ha acquisito documenti nella sede dell’azienda milanese. Gli investigatori della Gdf di Milano hanno depositato una prima annotazione, a cui seguirà anche una serie di allegati, al procuratore aggiunto Eugenio Fusco.

Un’informativa che riguarda il caso del pandoro, vicenda che ha già portato ad una maximulta per l’imprenditrice e per l’azienda di Cuneo, che ha sfornato il dolce natalizio “Pink Christmas”, per pubblicità ingannevole in materia di beneficienza.

In queste ore gli inquirenti milanesi dovranno valutare la nuova prospettiva offerta proprio dall’annotazione della Guardia di Finanza che valorizza, in particolare, alcune email, già acquisite dall’Autorità garante della concorrenza, che sono state scambiate per programmare la campagna di promozione del pandoro.

Nel frattempo, alcune Procure, che nei giorni scorsi hanno aperto, dopo gli esposti a pioggia del Codacons, analoghi fascicoli senza ipotesi di reato né indagati, hanno contattato i pm milanesi annunciando che trasmetteranno gli atti nel capoluogo lombardo. Tra l’altro, nell’inchiesta milanese, dopo il capitolo del pandoro della Balocco ma anche delle uova di Pasqua prodotte da Dolci Preziosi, verranno analizzati casi simili nei quali la vendita del prodotto di turno con la griffe Ferragni è stata proposta dalla influencer con scopi solidali. Tra questi dovrebbe esserci anche quello relativo alla bambola Trudi, di cui si è parlato nei giorni scorsi.

Chiara Ferragni: “Sono serena, piena fiducia nella magistratura”
“Sono serena perché ho sempre agito in buona fede e sono certa che ciò emergerà dalle indagini in corso. Ho piena fiducia nell’attività della magistratura e con i miei legali mi sono messa subito a disposizione per collaborare e chiarire ogni dettaglio di quanto accaduto nel più breve tempo possibile. Sono, invece, profondamente turbata per la strumentalizzazione che una parte dei media sta realizzando, anche diffondendo notizie oggettivamente non rispondenti al vero”. Così Chiara Ferragni ha commentato l’iscrizione nel registro degli indagati da parte della Procura di Milano. I suoi legali sono Marcello Bana e Giuseppe Iannaccone.

‘Ndrangheta, Dda chiede il processo per il clan degli zingari di Catanzaro

La Dda di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio di 80 indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla cosca degli zingari del capoluogo calabrese.

Il gip Chiara Esposito ha fissato l’udienza preliminare per il prossimo otto febbraio.

In particolare sono accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso Luigi Vecceloque Pereloque, Massimo Bevilacqua, Luciano Bevilacqua, Vincenzo Berlingeri, Domenico Passalacqua (classe ’73), Ernesto Bevacqua e Massimo Berlingeri, ritenuti esponenti del clan Passalacqua/Bevilacqua “sottoposto al controllo e alla signoria del locale di ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto”.

Gli imputati sono accusati, a vario titolo, anche di una lunga serie di estorsioni, procurata inosservanza della pena, delitti in materia di armi, ricettazione, rapina, furto, corruzione.

L’indagine contempla anche il traffico di sostanze stupefacenti che sarebbe stato direttamente collegato alla famiglia Mannolo di San Leonardo di Cutro dove si trovava la base logistica per il rifornimento e l’occultamento della cocaina. Il ponte era nato grazie a legami di parentela createsi tra la famiglia Mannolo e i Passalacqua di Catanzaro.

Nell’inchiesta è coinvolto anche un assistente della polizia penitenziaria in servizio a Catanzaro, Domenico Sacco, accusato di aver favorito, attraverso “condotte attive e/o passive” lo spaccio di cocaina.

In particolare Sacco, in contatto diretto e continuo con i detenuti della casa circondariale di Siano, “forniva un decisivo contributo al funzionamento dell’organizzazione garantendo assistenza e veicolando messaggi ai detenuti” e mettendoli anche in guardia sulla possibilità che venissero intercettati. Tra i reati contestati c’è anche la corruzione poiché Sacco si sarebbe fatto promettere e dare denaro e altre regalie per fare entrare in carcere beni non consentiti o per veicolare messaggi.

Giunta Falcomatà a Reggio, dal centrodestra mozione di sfiducia contro sindaco

Dopo il varo della nuova giunta Falcomatà a Reggio Calabria sono diverse le voci contrarie all’operato del sindaco reggino. In attesa che il primo cittadino nomini le tre figure che dovranno riempire le caselle rimaste ancora vacanti (il Pd finora escluso attende paziente un ripensamento del sindaco, ndr).

Intanto il centrodestra a Palazzo San Giorgio ha presentato una mozione di sfiducia che vorrebbe fosse votata anche da spezzoni della maggioranza al fine di far cadere Falcomatà, accusato di inoperosità. Ieri una conferenza stampa di annuncio (foto), stamane il deposito formale della mozione di sfiducia.

“È doveroso mettere al centro il bene della città: serve un punto che sancisca la fine di quest’Amministrazione agonizzante, le cui scelte insensate mostrano le ripercussioni sui cittadini e sull’ intera città”. Lo sostengono i capigruppo del centrodestra al Comune di Reggio Calabria che si sono riuniti dopo che ieri Forza Italia ha annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia al sindaco Giuseppe Falcomatà.

“Un’azione unitaria”, è scritto in una nota in cui viene definita “unica strada percorribile, la mozione di sfiducia, spingendo i gruppi di maggioranza Pd, Democratici e Progressisti ed Italia Viva, oltre chiaramente a tutte le altre forze politiche della minoranza, ad una presa di coscienza sulla situazione politica”.

“Dobbiamo accelerare i tempi di conclusione di questa consiliatura, che non consente più una governabilità alla città” concludono i capigruppo di Fdi, Fi, Lega, Noi Moderati, Reggio attiva e Minicucci sindaco, rispettivamente, Demetrio Marino, Federico Milia, Giuseppe De Biasi, Saverio Anghelone, Roberto Vizzari e Guido Rulli.

La conferenza stampa di domenica, Cannizzaro (FI): “Reggio alla deriva. Falcomatà abbandonato anche dal centrosinistra. Daremo battaglia”

“È una trama da film horror, che non poteva finire in maniera peggiore, quella che si sta vivendo nel Comune di Reggio Calabria dopo la presentazione della semi-giunta da parte del sindaco Falcomatà. E noi siamo pronti a dare battaglia contro questa deriva”.

Lo ha detto, nel corso di un incontro con i giornalisti, il coordinatore regionale per la Calabria e vicecapogruppo alla Camera di Forza Italia, Francesco Cannizzaro, in relazione al varo della nuova Giunta comunale di Reggio annunciata ieri dal sindaco, Giuseppe Falcomatà, che, dopo il suo rientro alla guida del Comune a seguito dell’assoluzione nel processo in cui era imputato di abuso d’ufficio, ha nominato sei assessori su nove in attesa delle determinazioni da parte del Pd, partito di cui é espressione lo stesso primo cittadino.

Cannizzaro ha annunciato che nella giornata di domani presenterà una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Falcomatà che è stata sottoscritta in presenza dei giornalisti.

“Siamo fortemente preoccupati – ha detto il deputato – e precisiamo sin da subito che non siamo assolutamente disponibili a fare da stampella all’attuale maggioranza. Speravamo che il ritorno di Falcomatà alla guida della città rappresentasse l’occasione per uno slancio dell’azione politico-amministrativa. Il risultato, invece, è che l’intera coalizione di centrosinistra ha abbandonato il sindaco Falcomatà. L’intera impalcatura del centrosinistra che lo sosteneva fino a qualche ora fa non c’è più. È evidente lo sfaldamento di questa maggioranza. Non so quello che decideranno nelle eventuali interpartitiche che si terranno da qui a qualche ora. A pagare per tutto questo, però, sono i cittadini. Fossi stato Falcomatà, avrei già rassegnato le dimissioni. Ed è molto difficile che tutto torni come prima. Se si andrà ad una ricomposizione, sarà solo una finzione che si ripercuoterà inevitabilmente sulla città”.

Alla conferenza stampa hanno partecipato i consiglieri di Forza Italia, Federico Milia, Antonino Maiolino e Roberto Vizzari, che si sono detti “altrettanto critici e preoccupati per la situazione politica che si é determinata nel Comune dopo la nomina della nuova Giunta”. Milia, in particolare, ha parlato di “una città che é ostaggio di una Giunta imbarazzante, che seppure composta da professionisti di tutto rispetto non avrà la possibilità di agire”. Secondo Maiolino, “il sindaco Falcomatà ha, di fatto, ammesso il suo fallimento”, mentre per Vizzari, “alla luce di quanto é successo ieri, da oggi in poi mancherà la serenità per governare la città. Per questo – ha aggiunto Vizzari – riteniamo che per l’Amministrazione comunale sia arrivata davvero l’ora di staccare la spina”.

Ingv: Nel 2023 in Italia registrati oltre 16mila terremoti

Sono 16.307 i terremoti registrati nel 2023 sul territorio italiano e nelle aree limitrofe dalla Rete Sismica Nazionale: una media di 44 terremoti al giorno, quasi 1 terremoto ogni 30 minuti. Lo fa sapere l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv)

I terremoti più forti sono stati localizzati al di fuori del territorio italiano o in mare lungo le coste, analogamente a quanto accaduto anche nel 2022.

Eventi sismici di magnitudo pari o superiore a 5.0 sono avvenuti in Croazia e nel Mar Tirreno meridionale.

Proprio al largo della Costa Calabra, il 1° maggio 2023 è avvenuto il terremoto più forte dell’anno, di magnitudo Mw 5.2 alle ore 4:41. Tuttavia, grazie alla sua elevata profondità, 268km, non ha destato allarme nel territorio calabrese.

Il numero totale di terremoti localizzati in Italia nel 2023 è pressoché identico a quello del 2022 e si mantiene stabile intorno ai 16 mila terremoti dal 2019, in calo rispetto agli anni 2016, 2017 e 2018 caratterizzati dalla sequenza sismica in Italia centrale, (Amatrice-Norcia-Visso) iniziata il 24 agosto 2016. Il contributo di questa sequenza in termini di numero di eventi è comunque importante anche nel 2023, rappresentando circa il 30% del totale della sismicità registrata in Italia.

Qualche numero e curiosità sui terremoti del 2023 in Italia e nelle aree limitrofe

 I numeri del 2023

ü 16307 terremoti registrati e localizzati.

ü 2018 terremoti di magnitudo pari o superiore a 2.0.

ü 233 terremoti di magnitudo compresa tra 3.0 e 3.9

ü 26 terremoti di magnitudo compresa tra 4.0 e 4.9, 19 dei quali localizzati in Italia: nel Mar Tirreno, in Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, in Adriatico al largo della costa marchigiana, sulla costa pugliese del Gargano, in Molise e nei Campi Flegrei in Campania.

ü eventi di magnitudo superiore o uguale a 5.0, uno molto profondo nel Mar Tirreno al largo della costa calabra di magnitudo Mw 5.2, e l’altro in prossimità della costa settentrionale della Croazia il 16 febbraio di magnitudo Ml 5.1

I luoghi del 2022

ü   In Toscana il terremoto più forte in terraferma: un evento di magnitudo Mw 4.9 è stato registrato a Marradi (FI), il 18 settembre 2023 alle 05:10 (ora italiana).

ü   La Sicilia, invece, è la regione che ha fatto registrare più terremoti di magnitudo pari o superiore a 2.0. Nell’isola si sono avuti 181 eventi con questa magnitudo.

ü   Se si contano anche i terremoti minori di 2.0, il primato sarebbe condizionato dalla densità della rete sismica – più fitta in alcune zone d’Italia – e “vincerebbero” Marche e Umbria.

ü La regione con meno terremoti: la Sardegna, come sempre.

Le sequenze sismiche in Italia nel 2023

Come negli anni precedenti, anche nel 2023 sono state registrate numerose sequenze sismiche più o meno lunghe, alcune delle quali già attive negli anni precedenti come la sequenza in Italia centrale iniziata nell’agosto 2016.

Nell’anno appena trascorso le sequenze sismiche sono state generalmente di breve durata e con valori di magnitudo non elevati

  • La sequenza Amatrice-Visso-Norcia (centro Italia), circa 5000 terremoti
  • La sequenza in Appennino tosco-romagnolo, circa 800 terremoti
  • La sequenza in Umbertide in Umbria, circa 300 terremoti
  • La sequenza ai Campi Flegrei in Campania, circa 450 terremoti considerando solo gli eventi di magnitudo maggiore o uguale di 1.0.

 Le sequenze sismiche in Turchia e in Marocco

Nel 2023 sono accaduti due importanti eventi sismici nell’area mediterranea.

Il 6 febbraio 2023, nella regione dell’Anatolia in Turchia (e Siria), un terremoto di magnitudo 7.8 provocava migliaia di vittime e devastanti danni. Un sisma seguito da un altro di magnitudo 7.6 un po’ più a nord.

Il 9 settembre 2023 un evento sismico di magnitudo 6.8 colpiva il Marocco e provocava circa 2900 vittime.

Questi due eventi, benché non riguardanti il territorio italiano di competenza dell’Istituto, hanno destato molta attenzione anche nella società italiana. Pertanto, l’INGV ha messo a disposizione dei media le proprie conoscenze e risorse per spiegare i disastrosi eventi naturali. 

La mappa interattiva dei terremoti del 2023 

La sismicità del 2023 registrata dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV viene mostrata in una mappa interattiva (dashboard), disponibile nella galleria di story maps di INGVterremoti. In questa applicazione sono rappresentati i 16307 terremoti classificati e tematizzati in base alla loro magnitudo. Ogni evento può essere interrogato per visualizzare i relativi parametri ipocentrali e la pagina informativa di evento dal portale  “Terremoti – Dati in tempo reale”.

Nell’applicazione sono disponibili le infografiche che mostrano, per un’area scelta dall’utente sulla mappa, il numero di terremoti totali localizzati nel 2023, la magnitudo massima, la lista con i terremoti di magnitudo maggiore, le classi di magnitudo ed infine il grafico della distribuzione del numero di eventi nei 12 mesi dell’anno.

La mappatura degli eventi sismici avvenuti in Italia costituisce uno strumento di divulgazione scientifica importante che l’INGV pubblica per sensibilizzare i cittadini e i ricercatori delle geoscienze sulla fragilità dei nostri territori lungo l’intera penisola. Il monitoraggio e la sorveglianza sismica dell’INGV è continuo, h24, ogni minuto, ogni giorno dell’anno. È fondamentale diffondere la consapevolezza della pericolosità sismica e l’importanza di conoscere sempre più la struttura geologica della nostra nazione, al fine di proteggerci sempre meglio dal rischio sismico. Un esempio di tali eventi è rappresentato dalla Giornata “Parole per la Terra” promossa dall’INGV ogni gennaio.
La Terra è un pianeta vivo e l’Italia continuerà a essere colpita da terremoti con magnitudo potenzialmente distruttive tali da portare stravolgimenti sociali ed economici. Investire nella comprensione approfondita dei rischi naturali significa investire nella difesa del nostro futuro
”, conclude Carlo Doglioni, Presidente dell’INGV.

Incidente nel Catanzarese, lo scontro è stato frontale. Sorpasso azzardato o malore?

Non ci sono dubbi, anche se la dinamica è ancora in fase di ricostruzione, che sia stato uno scontro frontale quello tra le due auto coinvolte nell’incidente, avvenuto nel primo pomeriggio di ieri lungo la statale 106 ionica, nel territorio del comune di Montauro (alle porte di Catanzaro), che ha provocato la morte di quattro persone ed il ferimento di una quinta.

Secondo quanto è emerso dai rilievi effettuati dai carabinieri della Compagnia di Soverato, la vettura (una Fiat “Panda”) a bordo della quale viaggiavano le quattro vittime, Domenico e Antonella Romeo, di 27 e 18 anni, Teresa Giorgi, di 34, ed Elisa Pelle, di 24, stesse procedendo in direzione sud, mentre l’altra automobile coinvolta nello scontro (una Fiat “Idea”) viaggiava verso nord.

Il dato che ne consegue è che le quattro persone che sono decedute stessero facendo rientro a San Luca, il centro del Reggino dove risiedevano, dopo un colloquio nel carcere di Catanzaro con un loro congiunto.

Occorrerà anche stabilire se una delle auto stesse effettuando, nel momento dell’incidente, un sorpasso – (su asfalto viscido e strada con striscia continua, senza escludere un malore di uno dei conducenti -), con conseguente invasione della corsia opposta. E, nel caso, quale delle due vetture.

I corpi delle vittime si trovano ancora nella sala mortuaria del Policlinico di Catanzaro in attesa delle decisioni del magistrato che coordina l’attività investigativa, il sostituto procuratore della Repubblica Stefania Caldarelli, che deve stabilire, in primo luogo, se debbano essere sottoposti ad autopsia.

Soltanto dopo il magistrato deciderà quando restituire le salme ai familiari per consentire la celebrazione dei funerali a San Luca. Si è in attesa, inoltre, dell’esito dell’alcol-test cui è stato sottoposto il cinquantaduenne di Soverato rimasto ferito nell’incidente.

Accendono braciere per riscaldarsi: 3 morti in uno stabile abbandonato

Tre uomini sono stati trovati morti, ieri sera, in uno stabile abbandonato nel quartiere Arcella a Padova. Sul posto è intervenuta la polizia e l’ipotesi è che i tre, probabilmente nordafricani poco più che ventenni, siano morti per intossicazione da monossido di carbonio.

A lanciare l’allarme alla polizia sono stati altri nordafricani che erano entrati nello stabile per cercare riparo e che hanno trovato, in una stanza, i corpi senza vita.

Secondo i primi accertamenti sui corpi non c’erano segni di violenza e, visto che sono state trovate anche le rimanenze di una sorta di braciere, è possibile che i tre siamo morti per esalazione di monossido. A fare chiarezza sulle cause del decesso sarà comunque l’autopsia.

Sorpreso con oltre cento funghi allucinogeni, arrestato

Conservava in casa oltre cento funghi allucinogeni, uno stupefacente capace di creare effetti pericolosi sul corpo umano e in particolare al cervello. Lo scopo del “fungaiolo”, un 48enne di Camigliatello Silano, era probabilmente quello di smerciarli in alcune piazze della droga.

Ma non ha fatto in tempo perché i Carabinieri della Compagnia di Cosenza lo hanno arrestato, in flagranza di reato, per detenzione illecita di 109 funghi allucinogeni.

I militari della Stazione Carabinieri di Camigliatello Silano (Cosenza) hanno proceduto ad una perquisizione personale e domiciliare nei suoi confronti, rinvenendo e sequestrando, all’interno della sua abitazione, due barattoli in vetro, contenenti complessivamente 109 funghi allucinogeni ed un bilancino elettronico di precisione. Inevitabili le manette.

In esito agli accertamenti tecnici è emerso, in particolare, che quei “funghi magici”, come pure vengono definiti, contenessero il principio attivo stupefacente, denominato “psilocina”, inserito nella tabella normativa degli “allucinogeni”.

L’arresto è stato convalidato dal giudice del tribunale di Cosenza che ha accolto le tesi della locale Procura. Il gip ha comunque alleggerito la misura restrittiva applicando solo l’obbligo di presentazione in caserma.

Strage sulla statale 106 in Calabria, morti 4 giovani in un incidente stradale

Strage della strada nel giorno della Befana in Calabria. E’ di 4 morti, tutti giovani, e un ferito grave, il bilancio di un tragico incidente stradale avvenuto intorno alle 13:15 circa sulla Statale 106, nel territorio del comune di Montauro, a pochi km da Catanzaro.

A scontrarsi, per cause in corso di accertamento, una Fiat Panda e una Fiat Idea. Nella prima viaggiavano le vittime, un uomo e tre donne, nella seconda il conducente rimasto ferito gravemente.

Sul posto sono intervenute squadre dei vigili del fuoco del Comando di Catanzaro – distaccamenti di Soverato e Chiaravalle -. Ai pompieri il macabro compito di estrarre i corpi delle vittime dalla Panda accartocciata.

A rimetterci la vita sono Antonella Romeo, di 18 anni; Domenico Romeo, di 27 anni; Elisa Pelle, di 24 anni e Teresa Giorgi, di 34 anni.

Oltre ai pompieri sul luogo sono intervenuti la polizia stradale e i carabinieri di Catanzaro per i rilievi volti ad accertare la dinamica del tragico sinistro. Presenti anche tre ambulanze del Suem118 i cui sanitari hanno tentato di rianimare i giovani ma purtroppo sono erano già deceduti. Il ferito grave, un 52enne di Soverato, è stato trasportato in codice rosso in ospedale.

Le vittime sulla Panda stavano viaggiando in direzione Reggio Calabria (loro provincia di origine), mentre la Fiat Idea nella direzione opposta. Violentissimo lo scontro frontale causato con ogni probabilità da un sorpasso azzardato e da una strada resa viscida dalla pioggia.

La statale nel tratto interessato dal sinistro è stato completamente chiusa al transito. Da quanto appreso la Procura di Catanzaro ha aperto una inchiesta per chiarire cause ed eventuali responsabilità.

Il sindaco di Reggio Falcomatà vara la nuova giunta: non c’è il PD

“E’ una Giunta che nasce nell’unico, esclusivo interesse della città, che deve guardare alla sua classe politica con un esempio da seguire”. Così descrive il nuovo esecutivo al Comune di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, da poco tornato alla guida del Comune dopo l’assoluzione dal reato di abuso di ufficio deciso dalla Cassazione, ma che gli è costata una sospensione di 18 mesi per gli effetti della legge Severino.

Sei i nuovi assessori a comporre un esecutivo, non c’è né sostegno e né rappresentanza del Pd, partito di cui Falcomatà fa parte. Restano, al momento, scoperte tre postazioni. “Spero che il Pd, il mio partito – ha spiegato Falcomatà – vorrà sintonizzarsi alle esigenze di rapidità che la città impone”. Restano fuori comunque, le altre forze, che avevano finora sostenuta la Giunta Falcomatà, Democratici Progressisti.

Del nuovo esecutivo fanno parte Paolo Brunetti, assessorato Città Pulita e Sicura, con deleghe all’Ambiente, al Ciclo integrato delle acque dei rifiuti, alla Polizia Locale e all’Edilizia residenziale pubblica e con ruolo di vicesindaco.

Franco Costantino, assessorato alla Città del Futuro con delega ai Lavori Pubblici e Grandi Opere e attuazione ed esecuzione del piano Triennale delle Opere Pubbliche. Marisa Lanucara, assessorato Città produttiva con deleghe ad Attività Produttive e Sviluppo Economico, organizzazione e riordino dei mercati, rapporti con le associazioni di Categoria.

Paolo Malara, assessorato alla Città sostenibile e accessibile con deleghe alle Politiche e ai programmi di pianificazione urbana e sostenibile, Adattamento Climatico, Rigenerazione urbana, programmazione Progetti Strategici, Mobilità, Parcheggi e Trasporti, Porto e Aeroporto, Area Integrata dello Stretto, Città Prossima e Smart City, Eliminazione barriere architettoniche.

Carmelo Romeo, assessorato Città Europea e Resiliente con deleghe alla Programmazione e rimodulazione delle risorse comunitarie, Pon Metro, Patti per il Sud, Agenda Urbana, Museo del Mare, Palazzo di Giustizia e Lido Comunale. Elisa Zoccali, assessorato alla Città Ordinata con deleghe all’Edilizia Privata, ai Condoni, al programma nazionale di Qualità dell’Abitare Pinqua.

Ai domiciliari aggredisce il fratello e il padre gli spara, in carcere

Dagli arresti domiciliari aveva aggredito il fratello convivente scatenando la reazione del padre che lo aveva sparato ferendolo in modo non grave, probabilmente per difendere il figlio dall’ira del congiunto.

Il fatto è successo la sera dello scorso 3 Gennaio in casa dei fratelli. Dopo pochi giorni di indagini i Carabinieri della Sezione Radiomobile della compagnia di Cosenza hanno arrestato l’aggressore del fratello, un 44enne del posto, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere in aggravamento agli arresti domiciliari. Nessuna misura sembra essere stata adottata nei confronti del padre sparatore che evidentemente ha reagito per difendere il figlio ed egli stesso dalla furia violenta del 44enne.

La misura restrittiva è stata emessa dal gip del tribunale di Cosenza su richiesta della locale Procura in seguito alla puntuale ricostruzione dei fatti fornita dai Carabinieri cosentini.

L’indagato, ferito, già ristretto ai domiciliari per maltrattamenti, è attualmente detenuto presso la casa circondariale di Cosenza, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Nuova giunta a Reggio, Falcomatà pronto ad escludere il PD

Palazzo San Giorgio, sede del Comune di Reggio Calabria, municipio
Palazzo San Giorgio, sede del Comune di Reggio Calabria

Chiuso l’accordo per la nuova Giunta comunale di Reggio Calabria presieduta da Giuseppe Falcomatà, tornato a svolgere nell’ottobre scorso il ruolo di sindaco dopo l’annullamento da parte della Corte di cassazione della condanna ad un anno di reclusione per abuso d’ufficio e la conseguente sospensione dalla carica per effetto della legge Severino.

Domani, Falcomatà, nel corso di una conferenza stampa convocata per le 11 in Comune, presenterà il nuovo esecutivo. Sulla composizione della Giunta non ci sono, al momento, notizie ufficiali.

Da indiscrezioni, comunque, si è appreso che vicesindaco è stato confermato Paolo Brunetti, di Italia Viva, che è stato sindaco facente funzioni nel periodo in cui Falcomatà è stato assente.

Gli assessori potrebbero essere Carmelo Romeo, consigliere comunale di area civica, ed i tecnici esterni Paolo Malara ed Elisa Zoccali, entrambi architetti, Franco Costantino, ingegnere, e Marisa Lunucara, storica referente di Confcommercio.

Il Pd, che nel precedente esecutivo aveva due assessori, al momento sarebbe fuori dall’accordo e non avrà, dunque, alcun rappresentante nella nuova Giunta. In quota Pd, comunque, è l’attuale presidente del Consiglio comunale, Vincenzo Marra.

Viaggiavano in auto con un chilo di eroina, arrestati due coniugi

L’azione di contrasto allo spaccio di stupefacenti, effettuata incessantemente dagli uffici della Questura di Crotone per arginare il dilagante fenomeno, ha portato al sequestro di un chilogrammo di eroina e all’arresto di due coniugi crotonesi, rispettivamente di 42 e 39 anni.

Un equipaggio della Squadra Mobile, nei pressi della rotatoria del cavalcavia sud della città, ha notato l’uomo, conosciuto per i suoi pregiudizi specifici, alla guida di una autovettura, il quale, alla vista degli agenti, ha repentinamente accelerato, allontanandosi a velocità sostenuta.

La manovra ha insospettito gli operatori, i quali hanno seguito e raggiunto l’automezzo, a bordo della quale si trovava anche la moglie, anche lei con pregiudizi, e i due figli in tenera età.
Nel corso del conseguente controllo, sotto il sedile, gli operatori hanno ritrovato una busta con due panetti avvolti con nastro adesivo, contenenti poco più di un chilogrammo di eroina.
La sostanza rinvenuta è stata sequestrata, i due coniugi sono stati tratti in arresto per il reato di detenzione al fine di spaccio di sostanze stupefacenti, e posti a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone.

Carabinieri rintracciano un 24enne scomparso e sventano un suicidio

Fortunatamente è durato poche ore l’allarme a Locri per la scomparsa di un ragazzo 24enne cremonese che, dopo aver scritto una lettera manoscritta di addio rivolta ai suoi genitori, dai chiari intenti suicidi, si era allontanato volontariamente dall’abitazione presso la quale stava trascorrendo le festività natalizie, facendo perdere le sue tracce.

A denunciarne la scomparsa il padre che, non avendo più notizie del figlio, si è rivolto ai Carabinieri di Locri. Immediatamente, raccolte le prime informazioni ed effettuati i primi accertamenti, su richiesta della locale Compagnia Carabinieri, è stato attivato dalla Prefettura di Reggio Calabria il piano metropolitano di intervento coordinato per la ricerca delle persone scomparse.

Dopo 4 ore di ricerche ininterrotte, i Carabinieri hanno rintracciato, presso quella fiumara “Gerace”, il ragazzo che, alla vista dei militari, con un coltello nella mano, ha minacciato di togliersi la vita. Nasce così un canale comunicativo con il 24enne, ottenendo la possibilità di avvicinarsi cautamente senza che compisse l’estremo gesto.

Così, dopo una lunga opera di persuasione, l’uomo ha desistito dalla volontà suicida consegnando l’arma ai Carabinieri che lo hanno condotto in Caserma, ove il padre lo attendeva.
Il ragazzo è stato poi affidato alle cure del personale sanitario che lo hanno accompagnato all’ospedale di Locri.

Corruzioni in appalti Anas, Verdini jr non risponde al gip. Denis: “Pm vogliono Salvini”

Scena muta davanti al Gip. Si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere le persone, tra cui Tommaso Verdini e il suo socio Fabio Pileri, che il 28 dicembre scorso sono state raggiunte da misura cautelare nell’ambito della indagine della Procura di Roma sulle commesse milionarie in Anas.

Una strategia difensiva condivisa tra tutti gli indagati e i loro legali che in questa fase preferiscono analizzare l’impianto accusatorio, contenuta in centinaia di pagine. Atti dai quali emerge il presunto “sistema” illecito, fatto di favori anche alla politica, messo su da Verdini jr e dal padre Denis, anch’egli indagato, attraverso la società di lobbying Inver che veniva utilizzata dagli imprenditori coinvolti come ‘mezzo’ per arrivare a mettere le mani su una serie di appalti.

Alcuni difensori hanno annunciato ricorso al Riesame, altri lo stanno valutando ma sostanzialmente il primo confronto con gli inquirenti si è concluso, come era prevedibile, in un “nulla di fatto”. “Questa indagine è durata due anni – spiega l’avvocato Alessandro De Federicis, difensore di Pileri -.

Il giudice ha impiegato 5 mesi per scrivere l’ordinanza: la scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere era obbligata. Abbiamo visto molte cose sulle quali avremmo da dire, ma in questa fase dobbiamo prima verificare l’entità dell’accusa”. Tommaso Verdini non si è recato a piazzale Clodio ma tramite i suoi legali ha trasmesso al giudice una dichiarazione in cui manifestava la sua volontà di avvalersene.

Dalle carte presenti in atti emergono intercettazioni e nomi di nuovi iscritti nel registro degli indagati. Tra loro c’è anche l’ex parlamentare ed eurodeputato, Vito Bonsignore, 80 anni, oggi imprenditore. Quest’ultimo si sarebbe rivolto alla società dei Verdini per promuovere progetti relativi ad alcune opere infrastrutturali tra cui la Orte-Mestre e la Ragusa-Catania. In una delle informative della Guardia di Finanza, a cui i pm coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi hanno affidato le indagini, è citata una intercettazione ambientale di Denis Verdini che definisce “tutta fuffa” l’iniziativa giudiziaria dei magistrati capitolini.

In particolare, commentando nel luglio del 2022 le perquisizioni effettuate, l’ex parlamentare afferma che “è sempre la stessa storia: c’è qualcosa di politico che vogliono trovare e che non c’è, ma che vogliono trovare perché uno è Verdini in testa c’è Salvini (il genero e cognato di Tommaso, ndr)”.

Verdini ha provato a tranquillizzare il figlio Tommaso e Pileri. “E’ inutile rimuginare – scrive in sintesi la Guardia di Finanza in una informativa – sulla questione che la tesi è traffico di influenze e corruzione, per cui ‘non è detto che siano soldi l’utilità'”. Per l’ex parlamentare “dalla lettura del decreto (di perquisizione ndr) è tutta fuffa, il problema è da vedere che cosa altro c’hanno”. Il nome di Salvini spunta anche in una intercettazione del 14 novembre del 2022. A parlare è Pileri. “Il ministero… Matteo… c’ha dato carta bianca e noi siamo state persone perbene. L’abbiamo incontrato – sostiene -, gli abbiamo detto ‘Matteo, per non mettere il casino. Mo, per adesso, i nostri clienti che si occupano di infrastrutture li lasciamo’. E lui ci ha solo ringraziato”.

Per chi indaga, però, sono molti i favori che la ‘cricca’ avrebbe garantito ad esponenti politici per ottenere gli appalti. Verdini junior si sarebbe anche speso per trovare i biglietti della Scala per il sottosegretario Federico Freni. “Verdini si è prodigato a trovare anche un alloggio in hotel, a prenotare la cena in un noto ristorante di Milano a favore del sottosegretario e acquistare dei biglietti per la prima della Scala”, scrive la Gdf. I posti per il Nuovo Regio Ducal Teatro il figlio di Verdini li avrebbe trovati tramite una terza persona per poi prenotare tre camere all’hotel De La Ville.

Dalle carte dell’indagine emerge, per l’accusa, il presunto ‘sistema’ che ruotava intorno alla società di lobbing Inver. A quest’ultima, gestita da Tommaso Verdini e Fabio Pileri alcuni imprenditori si sono rivolti per ottenere, in cambio di utilità, parte delle ricche commesse della società che si occupa di infrastrutture stradali e gestisce la rete di strade statali e autostrade di interesse nazionale. La Inver ‘facilitava’ una serie di ditte nel partecipare e vincere, grazie all’accesso ad informazioni riservate, appalti con l’Anas potendo contare su due dirigenti ribattezzati in una intercettazione “i marescialli che presiedono il fortino”, ai quali la ‘cricca’ garantiva avanzamenti di carriera e conferme in posizioni apicali di Anas.

In questo meccanismo triangolare un ruolo chiave era ricoperto dall’ex parlamentare. Uno “stratega” che poteva garantire sponde politiche, almeno questo è il convincimento degli inquirenti, per arrivare a dama nell’affidamento degli appalti. “Emerge che Denis Verdini – scrive il gip – è socio di fatto della Inver, decide la sua strategia, è colui che in virtù del suo peso politico e dei suoi rapporti con il sottosegretario Freni (non indagato nel procedimento,ndr) e con il dottor Bruno assicura sponde o appoggi tali da consentirgli, direttamente o tramite il figlio Tommaso, e Pileri di promettere e garantire” ai funzionari pubblici “avanzamenti di carriera in Anas o ricollocamento in posizioni lavorative di rilievo”.

In una intercettazione Pileri si spinge a citare anche un presunto accordo con la Lega. “Quando s’è fatto la lista d’accordo con Massimo – afferma l’indagato parlando con un imprenditore – quando nel Consiglio di amministrazione è passato con loro e gli ha dato una mano quello della Lega, lui ha fatto un accordo con quelli della Lega di futura collaborazione con Matteo e con noi tramite Freni un rapporto di intermediazione…ci ha chiesto una lista di persone interne a quel gruppo da aiutare e noi gli abbiamo messo un po’ di persone che ci hanno dato i nostri”.

Su quanto sta emergendo dall’indagine capitolina gli M5s, Pd e Avs chiedono un intervento del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. “Chiediamo una informativa urgente del ministro Salvini – ha detto Federico Cafiero de Rhao (M5s) – per riferire sul sistema di consulenza e appalti pubblici banditi da Anas, indagini che hanno coinvolto Tommaso Verdini. E’ gravissimo quanto sta accertando la procura di Roma”.

Per Debora Serracchiani (Pd) “la vicenda giudiziaria avrà il suo corso, ma ancora nessuno del governo ha smentito quanto appare negli articoli. C’è la necessità di dare trasparenza”.

Secca la risposta del governo con il ministro Tajani, che interpellato dai giornalisti in Transatlantico risponde: “Se deve riferire in aula? Deciderà lui. Che vogliamo fare ora il processo in Aula a Salvini? – prosegue – Noi siamo sempre stati garantisti, fino a quando non c’è una condanna definitiva” vale la presunzione di innocenza”.

Conferenza Meloni, Giorgia a tutto campo: “Non lavoro a rimpasti di governo”. Dal Mes a Cutro momenti difficili

La premier in conferenza stampa: “Pozzolo? Ho chiesto che venga deferito a probiviri Fdi, intanto sospeso”. Sul premierato: “Non tocca i poteri del Capo dello Stato”. Sulla norma per la stampa: “Non vedo bavaglio.
“Mi scuso perché la conferenza stampa di fine anno è stata rinviata per due volte per ragioni di salute, mi spiace che anche questo abbia creato fraintendimenti, ma come vedete non mi sottraggo alle domande”. La premier Giorgia Meloni, nel corso della conferenza stampa di fine anno alla Camera, spiega che il 2024 “sarà un anno molto complesso per tutti, un anno che vede molte scadenze importanti, penso alla presidenza italiana del G7, per la quale siamo tutti molto impegnati”.
Il momento più complicato del 2023? “E’ difficile da selezionare, politicamente parlando. Probabilmente Cutro è stato il momento più difficile. 94 persone che muoiono, l’accusa che è colpa tua, è una cosa che pesa”, risponde la premier a una domanda dell’Adnkronos. Nel 2023 “ce ne sono stati diversi di momenti complessi, così come belli ed entusiasmanti. Quando riesco a stare veramente in mezzo alla gente, lì si vive una realtà molto diversa. Per chi come me ha bisogno del consenso dei cittadini vedere quel supporto, la gente che ti incita, che capisce, che ce la stai mettendo tutta… l’unica benzina possibile è quando riesco a stare in mezzo alla gente. Questo mi rende contenta”.

Europee

Il tema della candidatura alle europee è una decisione che non ho ancora preso – spiega rispondendo a una domanda in merito – Sono una persona per la quale niente conta di più di sapere di avere il consenso dei cittadini, tutte le volte che ho avuto l’occasione di misurarmi con il consenso l’ho fatto, anche misurarsi da presidente del Consiglio sarebbe utile e interessante”. “Una mia eventuale candidatura potrebbe portare altri leader a fare una scelta, penso all’opposizione, e diventare un test di altissimo livello, interessante – prosegue – Ma devo capire se una mia eventuale candidatura toglierebbe tempo al mio lavoro da presidente del Consiglio e penso che sia una decisione che va presa insieme agli altri leader di maggioranza, abbiamo stabilito che va presa insieme”.

Mes

Sul tema del Mes, la premier sottolinea che “la mancata ratifica non va messa in rapporto con l’accordo sul Patto di stabilità, io mi sono rimessa all’Aula e la modifica del trattato è stata bocciata, perché in Parlamento non c’è mai stata una maggioranza su questo. Bisogna capire perché Conte ha dato il via libera senza che ci fosse la maggioranza, quindi penso sia stato un errore sottoscrivere la modifica del trattato, sapendo che non c’era una maggioranza in Parlamento”.

Penso che il Mes sia uno strumento obsoleto e penso che la reazione dei mercati sia una conferma di questo, i mercati sono stati consapevoli di questo, penso pure che possa essere un’occasione per modificarlo, per pensare come spendere meglio delle risorse che teniamo ferme. Va reso più efficace”, aggiunge Meloni.

Guardando all’accordo raggiunto nell’Ue sulla revisione del Patto di stabilità “sono soddisfatta, a condizioni date”. Meloni precisa: “Chiaramente non è il Patto che avrei voluto io. Quello che emerge è che in Europa non c’è questo superiore interesse comune ma si cerca una sintesi”.

Premierato

Sul tema del premierato “la prima cosa che ho detto è che abbiamo scelto di non toccare i poteri del Capo dello Stato e lo facciamo. Sappiamo che il Capo dello Stato è una figura di garanzia, non vedo in cosa l’elezione del premier significhi togliere poteri al Capo dello Stato, per me si crea un buon equilibrio e si rafforza la stabilità del governo”, afferma la presidente del Consiglio, rispondendo a una domanda sulla riforma costituzionale.

Ddl concorrenza

Poi il ddl concorrenza: “Ho letto con grande attenzione la lettera di Mattarella, sugli ambulanti l’intervento si è reso necessario per uniformare il trattamento che alcuni avevano avuto con il rinnovo di 12 anni del 2020 con altri che non ne avevano potuto beneficiare. E’ ovvio che l’appello del presidente non rimarrà inascoltato”.

Commesse Anas

“Sul caso Tommaso Verdini ho trovato virgolettate dichiarazioni mai fatte, neanche in privato, è una cosa che mi preoccupa. Non ho avuto cose da dire perché non ho gli elementi per commentare il fatto, sulla questione bisogna attendere il lavoro della magistratura e commentare quelli, quanto letto è che le intercettazioni fanno riferimento al precedente governo, Salvini non viene chiamato in causa e penso che non debba riferire in Aula su questa materia – dice Meloni – Non mi pare che Salvini sia stato chiamato in causa nei documenti che ho”. “Da quanto so l’unica tessera di partito di Tommaso Verdini mi risulta fosse quella del Pd, con questo governo affaristi e lobbisti non passano un bel momento, penso che diversi attacchi scomposti siano figli di questo”.

Pozzolo

A una domanda su quanto successo nel biellese a Capodanno, Meloni risponde: “Ho chiesto che Pozzolo venga deferito alla Commissione di garanzia e dei probiviri di FdI, indipendentemente dal lavoro delle autorità competenti, e che nelle more del giudizio venga sospeso da FdI, che è quello che posso fare sul piano statutario”.

“La questione è che chiunque detenga un’arma ha il dovere legale e morale di custodire con responsabilità e serietà l’arma. Per questo c’è un problema con quello che è accaduto che racconta – non conosco la vicenda, solo quello che ho letto – che qualcuno non è stato responsabile: chi ha quel porto d’armi e chi detiene quell’arma. Non è un bene per un italiano, figuriamoci per un parlamentare di FdI”.

FdI

Di sicuro non sono disposta a fare questa vita, a portare le responsabilità che porto, se le persone che ho attorno a me non capiscono quella responsabilità. Per la responsabilità che abbiamo, per come io sto cercando di affrontare quella responsabilità, penso sia bene ricordare che non c’è uno che si assume quella responsabilità e altri a non doverlo fare. Su questo sono rigida“, scandisce.

Quanto all'”accusa di familismo a FdI comincia a stufarmi. Nella attuale legislatura ci sono due famiglie, due coniugi, sono a sinistra, nel Pd e in Sinistra Italiana. Non ho mai sentito questa accusa e sarebbe stato sbagliato. Chi conosce la politica sa che spesso diventa anche altro, i tuoi amici, i tuoi fidanzati, tua moglie, questo non vuol dire togliere valore alle politiche”. “Come vale per le persone di cui sto parlando, mia sorella è una militante da 30 anni, è dirigente di Fratelli d’Italia, forse potevo metterla in una partecipata statale come fanno altri ma non me la sono sentita”, dice la premier.

Rapporto con alleati

Parlando del rapporto con gli alleati “è un ottimo rapporto, a livello di Cdm, di maggioranza – sottolinea – Non che non abbiamo i nostri dibattiti interni, lo vedete. Il punto è che quando abbiamo un problema ci mettiamo seduti fino a quando non lo abbiamo risolto. La compattezza della maggioranza si vede dalla velocità con cui opera. Anche la manovra approvata senza fiducia è un segno di compattezza del governo”.

E a una domanda sulle possibili candidature dei ministri del suo governo alle prossime europee e su un possibile rimpasto di governo, Meloni risponde: “Non auspico e non voglio un rimpasto, sono contenta della mia squadra, sono contenta del lavoro che stiamo facendo, per ora abbiamo parlato di candidare i tre leader dei partiti della maggioranza, una scelta che è corretto fare insieme, non lavoro per ottenere un rimpasto”.

Penso che qualcuno abbia pensato di poter dare le carte, penso che non debbano esserci questi condizionamenti – dice la presidente del Consiglio in conferenza stampa – L’ho visto accadere, vedo degli attacchi, ma non sono una persona che si spaventa facilmente. Credo lo stiano capendo in parecchi. Penso sia cento volte meglio andare a casa. Hanno a che fare con la persona sbagliata. Probabilmente accadrà ovunque, ci sono persone che pensano di poter indirizzare le scelte. Ma le scelte, se io faccio il presidente del Consiglio, le faccio io”, mette in chiaro.

Obiettivi

Meloni indica gli obiettivi dei primi 6 mesi del 2024: “Mettere a terra il Pnrr, la riforma della giustizia e poi ho un piano sulle borse di studio per gli studenti per il merito”.

Norma per la stampa

Con riferimento alla cosiddetta norma bavaglio per la stampa, al centro di un emendamento alla legge di delegazione europea approvato nei giorni scorsi alla Camera, Meloni spiega che “questa norma è frutto di un emendamento parlamentare, cha arriva da esponente dell’opposizione, non è una iniziativa del governo, anche se il governo l’ha approvata. Fare una manifestazione sotto palazzo Chigi come fatto dall’Fnsi? Penso sarebbe stato giusto farla di fronte al Parlamento. Non credo che venga tolto il diritto di informare i cittadini, è giusto dire che qualcuno è stato arrestato, ma io non ci vedo un bavaglio“. “Mi pare una norma di equilibrio tra diritto di informare e non ritrovarsi sul giornale”, aggiunge.

Meloni si dice “pienamente disponibile” riguardo al tema della “riforma dell’ordine dei giornalisti e in particolare il tema del sistema di voto per l’ordine del giornalisti”. “So che in questa legislatura si è formato un intergruppo parlamentare attento alle questioni dei giornalisti e che, anche sulla base delle proposte formulate dal consiglio dell’ordine, sta elaborando una proposta – aggiunge – Sarebbe più bello se un’iniziativa di questo tipo arrivasse dal Parlamento ma se dovessimo ravvisare una eccessiva lungaggine da parte del Parlamento nel prendere una iniziativa di questo tipo, non ho problemi a ragionare di un intervento”. Rispetto a quando risalgono le norme “il mondo è cambiato ed giusto anche che cambino le regole di funzionamento”, osserva.

Intelligenza artificiale

“Sono particolarmente preoccupata dell’impatto dell’intelligenza artificiale su vari livelli, in particolare sul mercato del lavoro. Ci troviamo di fronte a una rivoluzione, l’intelletto rischia di essere sostituito e l’impatto riguarda anche lavori di alto profilo, rischiamo un impatto devastante”, dice la premier. “Organizzeremo un focus preciso sull’intelligenza artificiale al G7, ma prima sto lavorando a una iniziativa specifica sull’impatto dell’Ia sul mercato del lavoro”, spiega.

Fisco

Rispetto all’aumento delle tasse “preferisco tagliare la spesa pubblica”, rimarca la presidente del Consiglio, aggiungendo che sul fisco “il mio obiettivo è confermare le misure che abbiamo portato avanti e addirittura migliorarle, lo valuteremo in corso d’anno”.

Tassa extraprofitti

”Sul tema della tassazione sugli extraprofitti alle banche, che noi abbiamo varato, ho sentito dire un po’ di tutto”. ”Mi fa un po’ sorridere che i primi a criticare il primo governo che ha avuto il coraggio di fare una tassazione sulle banche siano quelli che alle banche hanno preferito fare regali miliardari”, afferma la premier. ”Noi abbiamo applicato una tassa su quello che consideriamo un margine ingiusto, non c’era un intento punitivo”. I governi che in passato hanno favorito le banche sono quello del ”Pd con i famosi ‘salva banche’ e salvataggi diretti per miliardi di euro e del Movimento 5 Stelle, cintura nera di aiuti alle banche”, dice Meloni.

Confronto tv

Un confronto tv con la Schlein? “Volentieri, credo sia normale – risponde – E’ giusto che il presidente del Consiglio si confronti con il leader dell’opposizione prima della campagna elettorale per le europee. Non mi sono mai sottratta, non lo farò stavolta. Anche se non credo dovrebbe essere solo sulla condizione delle donne, i leader politici si occupano di tutte le materie”.

Migranti

Parlando del Patto su migrazione e asilo in Ue, Meloni osserva: “Considero le nuove regole migliori di quelle precedenti. C’è un meccanismo serio che impegna gli altri Paesi, un meccanismo che per noi è più di garanzia. Ma non è una soluzione. Non risolveremo mai il problema se pensiamo solo a come gestire i migranti quando arrivano in Europa. C’è solo un modo per risolvere il problema, lavorare a monte, cosa che riguarda anche il piano Mattei. Ma è un lavoro che non può fare solo l’Italia. Un tema fondamentale del G7 sarà l’Africa”.

“Quello che va fatto in Africa non è carità – scandisce – quello che va fatto è costruire rapporti di cooperazione seri, strategici, da pari a pari, non predatori. Quello che va fatto in Africa è difendere il diritto a non dover emigrare prima del diritto a poter emigrare. Questo si fa con investimenti e una strategia: il piano Mattei costruisce quest’idea e il mio obiettivo è che diventi un modello anche per altri Paesi europei, occidentali e che possano aggregarsi al Piano tanti altri che oggi lavorano in ordine sparso”.

Medio Oriente

Parlando della situazione in Medio Oriente, la premier osserva: “Le immagini atroci degli attacchi di Hamas hanno prodotto una recrudescenza dell’antisemitismo, vuol dire che qualcosa covava sotto la cenere, che sono state sottovalutate forme mascherate di antisemitismo“. “Quando fu votata la Commissione Segre abbiamo presentato degli emendamenti, per citare il diritto di Israele a esistere, ma per motivi politici non è stato fatto, ci siamo astenuti e poi siamo stati accusati noi di antisemitismo”, aggiunge. Meloni rivolge poi “un nuovo appello a Israele a preservare l’incolumità della popolazione civile”.

Ucraina

Per quanto riguarda l’Ucraina “differentemente da chi sostiene che non dovremmo mandare armi perché così si produce un’escalation del conflitto, io credo l’esatto contrario. L’unica possibilità per l’Ucraina di arrivare a un qualsiasi tavolo di trattativa e a una qualsiasi soluzione diplomatica è mantenere un equilibrio delle forze in campo. Se non avessimo sostenuto l’Ucraina non avremmo avuto nessuna pace ma un’invasione quindi una guerra più vicino a casa nostra”.

Caso Degni

Sul caso Degni “non spetta a me dire cosa dovrebbe accadere, ma da premier mi spetta una valutazione sulla gravità di quanto accaduto. Non è il fatto in sé la cosa più grave, un giudice della Corte dei Conti che spera nell’esercizio provvisorio, ma la cosa più grave è la sfrontatezza. Mi colpisce molto che nessuno a sinistra ha detto qualcosa, due parole su questo tema, nemmeno Gentiloni che lo ha nominato, o Elly Schlein. Mi attendo una risposta da Elly Schlein”.

Maternità

“Le parole di Mennuni? Non so se ‘aspirazione’ sia la parola giusta, io sono premier, considerata tra le donne più affermate in Italia, ma se mi chiedessero cosa scegliere tra mia figlia Ginevra e la presidenza non avrei dubbi, come madre non ho dubbi”, dice Meloni. “La maternità ti regala qualcosa che nessun altra cosa ti può dare, ma non condivido che un traguardo possa togliertene un altro”, aggiunge.

Caso Ferragni

Sul caso di Chiara Ferragni “c’è una questione che questa vicenda mi ha fatto balzare agli occhi, che è il tema della trasparenza sulla beneficenza. Forse quello è un tema sul quale bisogna lavorare perché altrimenti si rischia che magari il caso singolo possa poi impattare su invece una cosa fondamentale, che è la beneficenza”, afferma la premier in conferenza stampa.

“Per quello che riguarda gli influencer e il ritorno di Chiara Ferragni non ho nulla da dire, figuriamoci, salvo che mi ha molto colpito la reazione scomposta della sinistra quando io ho ad Atreju espresso un concetto che credevo la sinistra dovesse condividere e cioè che ha più valore chi produce un pandoro per dire che chi lo griffa”.

“Ho detto una cosa di una banalità totale – sottolinea – che tra l’altro insomma dovrebbe aver qualcosa a che fare col mondo operaio, invece loro se la sono presa ritenendo che io attaccassi Chiara Ferragni, che, pure se c’era evidentemente un riferimento, non ho mai citato personalmente. Sembrava che si fosse attaccato Che Guevara, e vabbè il mondo cambia e il caso è stato creato da questo… voglio dire che non c’è da parte mia volontà di attaccare alcuno”, conclude Meloni. (Fonte: Adnkronos)

Intendeva far saltare in aria Roma, espulso tunisino “pericoloso”

Più volte ha annunciato che sarebbe andato a Roma per far saltare tutto in aria. Perché, diceva ancora, “quello che sta accadendo in Medio-Oriente, è colpa dell’Italia e dei Paesi europei più in generale”. L’uomo, un tunisino di 38 anni, da 23 in Italia con regolare permesso di soggiorno, è stato espulso con decreto del Ministro dell’Interno Piantedosi, datato 29 dicembre scorso.

Nella tarda serata di ieri, su una nave salpata alle 16 dal porto di Genova, ha fatto rientro nel suo Paese d’origine.

L’uomo, residente a Salsomaggiore Terme e già condannato per maltrattamenti e violenza aggravata nei confronti della moglie, è accusato di una “propensione verso posizioni religiose integraliste e oltranziste connotate da atteggiamenti di intolleranza verso le autorità italiane, da un forte risentimento antioccidentale e antisemita”.

Quando il 6 ottobre scorso gli venne sospesa la patente di guida per possesso di sostanze stupefacenti, davanti al funzionario della Prefettura pronunciò frasi indicative di una visione estremista e violenta dell’Islam, affermando che “ci sono sette Paesi che dovrebbero sparire dalla terra”. Non solo. Sempre a ottobre, telefonò a una assistente sociale del distretto di Fidenza, chiedendole di conoscere il suo indirizzo di casa e, al rifiuto della donna, minacciò la donna e i carabinieri di Salsomaggiore Terme affermando che avrebbe agito “secondo il Corano”.

Le indagini eseguite sull’uomo hanno permesso di evidenziare come il tunisino pubblicasse sui social network contenuti indicativi di un orientamento religioso radicale, in cui cita l’organizzazione terroristica ‘Stato islamico’ che definisce Israele quale Stato ‘teppista’, indica l’Occidente come bersaglio, inneggia al Jihad e menziona la stazione di Bologna, lasciando intendere l’individuazione di un possibile obiettivo.

Alla luce di questo e di una “mancanza totale di integrazione sociale e culturale, per il rifiuto dei valori portanti del Paese ospitante”, il 38enne è stato espulso e i suoi comportamenti giudicati una “minaccia concreta, attuale e sufficientemente grave alla sicurezza dello Stato”, potendo lui “agevolare in vario modo organizzazione o attività terroristiche anche internazionali”. (Adnkronos)

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