6 Ottobre 2024

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Il M5s espelle il “ribelle” Paragone. La replica: “Io espulso da un Movimento morto”

Gianluigi Paragone

Il Collegio dei Probiviri del M5s, composto da Raffaella Andreola, Jacopo Berti e Fabiana Dadone, a quanto si apprende, ha disposto l’espulsione dal Movimento di Gianluigi Paragone, senatore eletto a marzo 2018. L’espulsione è già stata comunicata all’interessato e, tra le altre cose, viene motivata anche con il voto espresso in difformità dal gruppo parlamentare sulla legge di bilancio.

Sono stato espulso dal nulla. Quando perdi 2 elettori su 3 ti espelle il nulla. Sono uno dei tanti elettori espulsi dal Movimento di Palazzo”, è la replica di Gianluigi Paragone, commentando la sua espulsione dal M5S.

Paragone, uno dei più contrari all’intesa tra stellati e Pd (simpatizzava per il governo con la Lega), aveva espresso il suo dissenso in particolare sull’appiattimento del movimento alle posizioni dell’Ue, contro cui si è da sempre battuto; proprio per quelle sue battaglie era stato infatti candidato al Senato, quando però i pentastellati si presentavano all’elettorato con un programma tutto anti Ue e antisistema e per questo aveva preso il 32,5% dei voti.

Poi l’incomprensibile metamorfosi interna del partito guidato da Di Maio non ha convinto il giornalista – anche noto per le sue battaglie contro il sistema bancario -, ad “allinearsi” al nuovo corso dei grillini, da qui l’espulsione che certamente farà discutere, perché dalle cronache di altre espulsioni sembra che i Cinquestelle – prima solo Popolo, ora solo un partito verticistico -, non gradiscano il dissenso.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso sul caso Paragone è stata una recente intervista in cui affermava che il M5stelle “è morto” perché “ha perso le sue radici di movimento antisistema”. 

“Che cosa ci faccio oggi io nel Movimento? Io sono come Spirit, il cavallo selvaggio, e d’altra parte loro mi avevano preso per questo. Io sono oggi quello che loro erano alle origini e che ora non sono più perché il sistema li ha addomesticati” aveva detto Paragone,  in una intervista al Quotidiano nazionale lo scorso 29 dicembre 2019.

Un foglio del Senato in cui Paragone scrive di essere stati espulsi dal nulla

Paragone era già convinto che lo espellevano: “Ci proveranno, certo. Forse ce la faranno pure, ma poi metterò in evidenza che il collegio dei probiviri è composto da persone che sono incompatibili, come la ministra Dadone che non può essere ministro e probiviro insieme, poi mi appellerò all’espulsione e a quel punto se la prenderanno comoda e io dovrò andare dal ministro della Giustizia Bonafede a dirgli che lui non è in grado di garantire tempi certi di giustizia neanche all’interno del Movimento. E se tutto questo poi non dovesse bastare – aggiunge -, allora resterà sempre la giustizia ordinaria. Perché se tutti quelli che non hanno pagato, come, invece, ho fatto io, hanno disatteso la regola della rendicontazione non verranno espulsi, allora vorrà dire che tutto questo è solo una truffa”. Il Movimento, analizza anche, “in questo momento si è accucciato, nella sua parte di governo, all’area progressista di questo Paese, mentre un’altra parte non sa di preciso dove andare e c’è ancora una terza parte che, come me, è rimasta alle radici di nucleo politico antisistema che a mio giudizio stava meglio con la Lega perché insieme rappresentavano meglio le forze antisistema”. “Il Miur – aggiunge – è stato spacchettato per una questione di poltrone”.

Aiello (M5s): “Usciamo dalla rete e incontriamoci, possiamo farcela”

“Per la Calabria dovrà essere l’anno del riscatto, della rinascita”. Lo ha detto Francesco Aiello, candidato del M5s alla presidenza della Regione Calabria in un video-messaggio di auguri sui social.

“Usciamo dalla rete – è l’appello di Aiello – , incontriamoci, uniamo le nostre energie, le nostre intelligenze, il nostro entusiasmo. Possiamo farcela: possiamo bonificare la politica, creare occupazione, migliorare la sanità, programmare il futuro della nostra terra da qui ai prossimi 10 anni. Come diceva Gioacchino da Fiore, – conclude il docente – è prossimo l’avvento del Terzo stato, quello della libertà!”

Domenica scorsa Aiello ha incontrato i candidati consiglieri della lista “Calabria civica” e del MoVimento 5 Stelle. Presenti alcuni parlamentari pentastellati, tra cui Parentela e l’eurodeputata Ferrara, nel corso dell’incontro si è parlato di idee, progetti e programmi per le prossime elezioni regionali.

“E’ questo – ha detto Aiello – che ci rende una grande squadra, affiatata, decisa, pronta. Crediamo in un futuro migliore e lo costruiamo. Sarà una Calabria nuova, viva, forte. In crescita”.

Capodanno a Cosenza, piazza gremita per il rapper Clementino

Il Capodanno cosentino è ancora un successo che porta la firma di Clementino, il rapper campano, acclamatissimo dai tantissimi giovani che hanno gremito stanotte Piazza XV marzo, centro nevralgico dell’evento con il quale Cosenza ha salutato l’arrivo del 2020.

Ma a garantire la riuscita del Capodanno è stata anche la macchina organizzativa messa in piedi in pochissimi giorni dall’Amministrazione comunale, grazie al prezioso supporto di Polizia Municipale, Questura, Carabinieri e Vigili del Fuoco che hanno garantito la sicurezza e la pubblica incolumità con un Piano studiato fin nei minimi particolari. Un importante contributo è venuto anche dall’Amaco che ha garantito per tutta la notte, dalle 22,30 fino alle 5,00, i collegamenti tra Piazza dei Bruzi ed il centro storico.

Il Sindaco Mario Occhiuto ha espresso, a questo proposito, viva soddisfazione per come tutto si è svolto nel pieno rispetto del Piano di sicurezza predisposto dalle forze dell’ordine. “Anche quest’anno – ha detto il Sindaco – Cosenza ha rinnovato la sua tradizione e si è vestita a festa per il primo giorno dell’anno, con tanti giovani nelle piazze e in giro per i locali e le strade della città dove hanno brindato al 2020 in assoluta sicurezza”.

Occhiuto ha inteso ringraziare “le decine di migliaia di persone che hanno partecipato all’evento in modo gioioso e responsabile. La macchina organizzativa – ha aggiunto il Sindaco Occhiuto – è stata impeccabile. Hanno funzionato i servizi pubblici predisposti nel dettaglio dall’Amaco e ha funzionato il piano della mobilità. Ringrazio la Giunta e i miei collaboratori, il comandante della Polizia Municipale Giuseppe Bruno e i suoi instancabili agenti che hanno avuto un ruolo fondamentale sia per la chiusura delle strade che per la collaborazione alla gestione dell’ordine pubblico. La sinergia tra istituzioni – ha aggiunto Occhiuto – ha visto il preziosissimo contributo del Questore con il coordinamento operativo del Dott.Cantafora, dei Carabinieri, dei Vigili del Fuoco. Grazie, davvero, a tutti. Un ulteriore grazie, poi, come sempre, agli operatori di Ecologia Oggi e delle Cooperative sociali che si occupano della pulizia della città. Grazie – ha concluso il Sindaco il suo messaggio– ai medici delle unità di soccorso, ai dirigenti e ai funzionari comunali e grazie, infine, soprattutto a questa bellissima città che ci fa sentire come sempre, orgogliosi di essere cosentini”.

Ed è stato proprio il Sindaco Occhiuto a salire sul palco di Piazza XV Marzo poco dopo lo scoccare della mezzanotte per formulare gli auguri alla città per l’arrivo del 2020. “E’ il nono Capodanno che facciamo in piazza – ha detto il Sindaco Occhiuto – e Cosenza ormai è una vetrina. Non è solo il Capodanno, però. Abbiamo – ha aggiunto Occhiuto – tantissimi eventi e tanti spettacoli grazie ai quali Cosenza si è ritagliata una sua riconoscibilità all’esterno, proprio per quanto siamo riusciti a costruire proponendo un’offerta quanto mai varia che ha imposto Cosenza come città scenario di eventi all’aperto”. Salutando l’arrivo del 2020, Occhiuto ha aggiunto che “l’anno appena trascorso non è stato bellissimo; gli ultimi mesi non sono stati fantastici, ma noi guardiamo avanti perché stiamo realizzando tante opere e perché ci saranno tante nuove attività. Vorremmo trasmettere a tutti voi una forza rinnovata, profondendo al massimo ogni sforzo per rendere la nostra città sempre più bella. Gli anni futuri saranno sicuramente migliori soprattutto per voi giovani che siete qui numerosissimi. Ogni anno il nostro Capodanno lo abbiamo orientato proprio verso i giovani. Grazie ragazzi, auguri a tutti di cuore. Evviva Cosenza!”.

Il breve saluto del Sindaco Occhiuto ha poi lasciato il posto al concerto di Clementino che sin dalle prime battute ha stabilito con il pubblico di Cosenza un feeling particolare ed una grande interazione, soprattutto negli applauditissimi momenti di freestyle dispensati a piene mani ai suoi numerosissimi fans. Buona parte delle rime improvvisate da Clementino hanno avuto ad oggetto Cosenza, la Sila e la Calabria, una terra alla quale- ha detto – si sente molto legato, ricordando i suoi inizi come animatore a Fuscaldo Marina e a Paola. Altre rime dedicate a Rino Gattuso, il coriglianese di Calabria, nuovo allenatore della squadra del Napoli per la quale Clementino tiene in modo particolare. Grande energia quella trasmessa al pubblico di Cosenza dal rapper che ha cantato dall’1,30 fino alle 3,00, proponendo il meglio del suo repertorio. Brani tratti dai suoi albun di successo: da “I.E.N.A.”, “Mea Culpa”, “Miracolo”, “Vulcano”, fino al più recente “Tarantelle”, con oltre 13 milioni di strean su Spotify in sole due settimane. Uno stile quello di Clementino che non guarda solo al divertimento fine a se stesso, ma che carica di contenuti anche i messaggi rivolti ai giovani come ha confermato, qualche attimo prima di salire sul palco di Piazza XV Marzo, alla web tv del Comune. “Il mio rap italo-napoletano – ha detto Clementino – è il rap dell’anima come insegna il grande Pino Daniele ed il suo Neapolitan Power. Cerchiamo sempre di veicolare un bel messaggio ed è quella la prima cosa, perché i giovani ci ascoltano e se dai un messaggio cattivo subito viene interpretato male. Invece noi dobbiamo far capire che comunque il rap, oltre all’originalità e al divertimento, deve contenere anche un messaggio di positività”.

L’evento è stato presentato da Francesco Occhiuzzi e Francesca Lagoteta. A fare da apripista al rapper campano, vera star della serata, era stato il gruppo dei 911, seguito poi dagli emergenti Giovanni Segreti Bruno e Giacomo Eva. Dalle 3,00 in poi, fino alle prime luci dell’alba, i cosentini hanno potuto continuare a festeggiare l’arrivo del nuovo anno sulle note del D.J. set di Agovino e Nandjno. Una grande festa che molti avrebbero voluto continuasse ancora.

Papa Francesco “preso” da una fedele la picchia sulle mani, poi si scusa

Una fedele troppo “aggressiva” e Papa Francesco perde la pazienza. Dopo la solenne celebrazione del Te Deum, il Pontefice è sceso in piazza San Pietro per ammirare il presepe plastic free donato dalla Regione Autonoma del Trentino e si è avvicinato ai fedeli.

Una donna ha afferrato la mano del Papa, tirando a sé il braccio del Pontefice. Francesco, per liberarsi, ha dovuto usare le maniere forti: per sfilarsi il braccio ha dovuto dare due “schiaffi” sulla mano della pellegrina, dicendo: “Ehi, ehi…lasciami andare…”. Una volta liberatosi il Papa ha proseguito il suo cammino e si vede chiaramente stizzito, come mostrano le immagini del video.

Papa Francesco oggi si è però scusato. “Gesù non ha tolto il male dal mondo ma lo ha sconfitto alla radice. La sua salvezza non è magica, ma “paziente”, cioè comporta la pazienza dell’amore, che si fa carico dell’iniquità e le toglie il potere”, ha detto Bergoglio prima dell’Angelus. Poi, parlando a braccio, ha sottolineato: “A volte perdiamo la pazienza. Anche io. E chiedo scusa per il cattivo esempio di ieri”.

Intanto, su twitter e facebook, il video viene rilanciato con una valanga di commenti negativi nei confronti del pontefice. “Dio perdona, Bergoglio no”. “Buon proposito per il 2020: allontanare le persone tossiche come solo il Papa sa fare”.

Il tweet di Daniele Capezzone: “Oggi papa Bergoglio si recherà presso un ospizio a dare due sganassoni alle vecchiette presenti. Seguirà pranzo con strattonamento di mendicanti e calcio in culo al passante più fortunato”. Tra i politici anche il tweet di Guido Crosetto: “Oggi il Papa ha dedicato la predica al rispetto della donna. Ispirato dalla fedele di ieri…”.

Marcello Veneziani: “Papa Manesco I: Mai visto un papa azzuffarsi coi fedeli; altro che accoglienza e ponti, siamo alle comiche finali”.

Ma molti sono i commenti a difesa, anche memori della aggressione a Papa Benedetto XVI la notte di Natale del 2009: “Sono disgustato dagli interventi pieni di astio, sui social, verso il Papa. Stava per finire a gambe levate – fa notare un utente di twitter -, strattonato da una persona senza senso della misura. Ha reagito come naturalmente avrebbe fatto chiunque”.

 

IL VIDEO

Botti di Capodanno, il bilancio è di un morto e 204 feriti in tutta Italia

pronto soccorso ambulanzaIl numero totale dei feriti di quest’anno, 204, è in diminuzione rispetto al 2019 quando erano stati 216. Nel 2018 erano stati 212, 187 nel 2017 (il numero più basso degli ultimi anni), 190 nel 2016, 253 nel 2015, 361 nel 2014, il numero più alto degli ultimi 6 anni. Quest’anno i dati, relativamente alla gravità delle lesioni riportate, fanno registrare una lieve diminuzione sia nel numero di feriti con prognosi inferiore o uguale a 40 giorni, sia in quello dei feriti gravi (con prognosi superiore ai 40 giorni). I feriti lievi sono infatti 193; quelli più gravi sono 11 a fronte dei 13 dello scorso Capodanno. Aumenta il numero dei minori feriti: sono 43, mentre lo scorso anno erano stati 41.

Da segnalare a Bari 4 feriti, non per i botti ma perché durante il veglione in un Hotel, è venuto giù il contro soffitto. Panico generale, urla, e un fuggi fuggi dalla sala si vede in un video pubblicato da Adnkronos.

Ad Ascoli Piceno un giovane di 27 anni è morto dopo essere caduto in un dirupo nel tentativo di spegnere un principio di incendio nella sterpaglia sottostante provocato dall’accensione di alcuni fuochi pirotecnici. Questi gli altri casi di rilievo, secondo il bilancio della Polizia. A Milano un uomo di 23 anni, mentre festeggiava in strada con amici raccoglieva un artificio pirotecnico rimasto inesploso che, deflagrando accidentalmente, gli ha procurato l’amputazione traumatica della mano destra e ferite multiple al volto e agli arti inferiori con prognosi di 90 gg. Sempre a Milano un bambino di 4 anni, mentre si trovava nel cortile condominiale, si è avvicinato a un petardo inesploso che è deflagrato, riportando la frattura del primo dito della mano sinistro con prognosi di 30 gg. A Cuggiono (Milano), un quattordicenne è rimasto ferito ad una mano dopo aver raccolto per strada un petardo inesploso. E’ stato sottoposto ad intervento chirurgico per sub amputazione della mano sinistra ed escoriazioni agli arti inferiori con ustioni di I grado.

A Milano una bambina di 9 anni è stata ricoverata in ospedale con 25 gg di prognosi per ferite varie alle mani provocate dall’esplosione di un gioco pirotecnico. A Catania un ventenne ha completamente perso l’uso della mano destra a causa dello scoppio di un grosso petardo che stava lanciando dal balcone di casa ed è stato ricoverato in ospedale per essere sottoposto ad intervento chirurgico.

A Roma un 36enne ha riportato l’amputazione sub totale della mano destra ed è stato ricoverato in prognosi riservata. Ad Aversa, una ragazza di 18 anni, mentre era sul balcone della propria abitazione, è stata colpita allo stomaco da un colpo d’arma da fuoco vagante e ricoverata in ospedale in prognosi riservata per essere sottoposta a intervento chirurgico. A Messina una donna di 52 anni è rimasta ferita al primo dito della mano sinistra che è stato asportato durante il maneggio di un’arma ed è stata ricoverata in ospedale. A Reggio Emilia un giovane di 19 anni ha riportato una lesione all’occhio sinistro dovuta all’esplosione di un razzo ed è stato ricoverato in ospedale in prognosi riservata.

Bari: cede un controsoffitto durante il veglione in hotel, 4 feriti gravi

Il momento del crollo a Bari tratto da un frame video 

Quattro persone sono rimaste ferite questa notte a Bari a causa del cedimento di un controsoffitto avvenuto nell’hotel Excelsior, nella centralissima via Giulio Petroni, durante la festa del veglione di capodanno.

Tre pazienti sono stati ricoverati dal servizio 118 all’ospedale ‘Di Venere‘ di Carbonara, due dei quali trasportati in codice rosso “per trauma commotivo” e “per dinamica”. Un quarto ferito, sempre in codice rosso, è stato ricoverato al Policlinico. Sul posto sono intervenuti carabinieri e vigili del fuoco.

Callipo: “In Calabria dobbiamo fare una rivoluzione dolce”

“In Calabria dobbiamo fare una rivoluzione dolce! Dobbiamo portare in ogni territorio le idee che abbiamo e che sono in parte sintetizzate nel nostro programma politico, ma occorre anche parlare chiaro. Noi ce la stiamo mettendo tutta per archiviare i metodi della vecchia politica clientelare e lo stiamo facendo con coraggio e mettendoci la faccia. Ma gli elettori devono aprire gli occhi e riflettere: solo noi calabresi possiamo risolvere i nostri problemi ed essere artefici del nostro destino”. Lo spiega in una nota il candidato del centrosinistra alla Regione, Pippo Callipo.

Callipo ha incontrato i componenti della lista “Io resto in Calabria” a Pizzo nel corso del quale – è scritto nella nota – “oltre agli auguri di buon 2020, i candidati hanno espresso compiacimento per come lo stesso Callipo “ha saputo imprimere il rispetto dei concetti di novità e trasparenza nella compilazione delle liste che lo sosterranno nella corsa verso la Cittadella”.

“L’operazione, assolutamente nuova nella storia del regionalismo calabrese, adesso – prosegue la nota – deve indurre i calabresi ad assumersi le loro responsabilità nella scelta che dovranno fare il 26 gennaio. Da un lato il volto di un imprenditore di successo internazionale che intende trasformare la Regione in un ente finalmente utile per i cittadini e, dall’altro, un’aggregazione tenuta insieme dal desiderio di occupare spazi di potere e che si avvale di numerosi collezionisti di “consenso-assistito”.

“Da un lato il desiderio di ridare alla Calabria voce e ruolo nello scenario nazionale attraverso progettualità puntuali che sappiano fermare la fuga dei nostri giovani e una serrata battaglia per la legalità, dall’altro un insieme di volti ben noti ai calabresi che ripeteranno le gesta fallimentari di esperienze di centrodestra (e per qualcuno di centrosinistra). Un assembramento che per di più ha ceduto ingloriosamente alle imposizioni della Lega che vorrebbe fare della Calabria una riserva di caccia del Nord».

“Ci muoviamo lungo le direttrici – aggiungono i candidati di “Io resto in Calabria” – indicate dal presidente Sergio Mattarella nel discorso di fine anno. Convinti che per risalire la china, e colmare il gap con il Nord, il Sud e la Calabria debbano liberarsi del trasformismo più spavaldo e di ogni forma di gattopardismo”.

“Testa del Serpente”, di nuovo arrestati gli indagati scarcerati tre giorni fa

finanza carabinieri poliziaIl gip distrettuale di Catanzaro, Pietro Carè, su richiesta del procuratore della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri, ha emesso una nuova ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei sette indagati coinvolti nell’operazione “Testa del serpente” che nei giorni scorsi erano stati scarcerati dal tribunale del Riesame di Catanzaro per un difetto di motivazione.

Polizia, Carabinieri e Finanzieri hanno eseguito nel pomeriggio della vigilia di Capodanno il provvedimento nei confronti di Marco Abbruzzese, Luigi Abbruzzese, Francesco Casella, Carlo Drago, Giovanni Drago, Pasquale Germano e Adamo Attento.

La scarcerazione era avvenuta dopo Natale per difetto di motivazione da parte del Gip di Cosenza. Un errore tecnico che ha “disarmato” i giudici del Riesame i quali non hanno potuto fare altro che liberare sette dei diciotto indagati.

Nel fermo disposto dalla Dda di Catanzaro era coinvolto anche un poliziotto della questura bruzia, Dario Brancaleone, che era stato posto agli arresti domiciliari perché avrebbe spifferato notizie riservate ad alcuni indagati.

Con l’inchiesta “Testa del serpente” sono stati “decapitati” i vertici delle due maggiori cosche di Cosenza, quella degli zingari (riconducibile agli Abbruzzese) e degli italiani (riconducibile ai Lanzino-Ruà). Gli indagati sono a vario titolo accusati di omicidio (quello di Luca Bruni), estorsioni, droga, armi e altri reati aggravati dalle modalità mafiose.

Dal carabiniere Cerciello ai poliziotti trucidati a Trieste, un anno di cronaca

Il 2019 è stato un anno segnato da gravi fatti di cronaca, a partire dall’omicidio del vicebrigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega, colpito a morte con undici coltellate a Roma, per finire con quello di Luca Sacchi, ucciso sempre nella Capitale con un colpo di pistola alla testa davanti a un pub nella zona di Colli Albani mentre era in compagnia della fidanzata Anastasiya, che finisce indagata per un tentativo di comprare droga finito in tragedia. Ma ci sono state anche sentenze importanti nell’anno che si sta per chiudere, dal ‘ribaltamento’ in Cassazione sul processo al ‘Mondo di mezzo’, dove viene escluso il 416 bis, facendo cadere l’accusa di mafia, a quella sulla morte di Stefano Cucchi, per la quale due carabinieri vengono condannati a 12 anni di carcere per omicidio preterintenzionale. Ecco in sintesi i principali fatti di cronaca avvenuti in Italia nel 2019:

– È il 29 gennaio quando i giudici della corte d’Assise d’Appello di Roma condannano Antonio Ciontoli per omicidio colposo a 5 anni di reclusione contro i 14 che gli erano stati inflitti in primo grado per la morte di Marco Vannini, il ragazzo ucciso da un colpo di pistola il 18 maggio 2015 mentre era a casa della fidanzata a Ladispoli. Confermate, invece, le condanne a tre anni per i due figli di Ciontoli, Martina e Federico e per la moglie Maria Pezzillo. Alla lettura della sentenza nell’aula esplode la protesta dei familiari e degli amici di Marco: ”La vita di Marco non può valere cinque anni”. L’udienza in Cassazione è prevista per il prossimo 7 febbraio.

– Ousseynou Sy, 46enne di origini senegalesi ma cittadino italiano dal 2004, il 20 marzo ‘dirotta’ lo scuolabus che stava guidando, con due classi di 51 studenti di una scuola media di Crema a bordo, tenendoli per 40 minuti sotto sequestro con la minaccia di uccidere tutti. A evitare quella che poteva diventare una strage, sono alcuni dei ragazzini che riescono ad avvertire genitori e carabinieri. Vistosi bloccato, l’uomo dà fuoco a una tanica di benzina che aveva portato con sé. La scolaresca viene però liberata e messa in salvo dai carabinieri di San Donato, che riescono a intervenire e a far uscire i bambini in tempo.

– Colpevole di aver ucciso Pamela Mastropietro, di averla stuprata e fatta a pezzi, il 29 maggio viene condannato all’ergastolo con 18 mesi di isolamento diurno dai giudici della Corte di Assise di Macerata Innocent Osegale. Un lungo applauso ha accolto la sentenza che ha riconosciuto tutti i reati contestati: l’omicidio volontario aggravato dalla violenza sessuale, il vilipendio, la distruzione del cadavere e l’occultamento dei resti di Pamela in due valigie abbandonate sulla strada a Pollenza. Il 2 ottobre è stata poi confermata in appello la condanna a 12 anni per Luca Traini, autore della sparatoria a Macerata contro diversi migranti che rimasero feriti con l’intenzione proprio di vendicare Pamela.

– Si aprono le porte del carcere per Antonio Logli, dopo la sentenza della prima sezione penale della Cassazione che il 10 luglio conferma la condanna a 20 anni per l’accusa di omicidio volontario e distruzione del cadavere della moglie Roberta Ragusa. La donna era scomparsa dalla sua abitazione di Gello di San Giuliano Terme in provincia di Pisa nella notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012 e non è stata più ritrovata.

– È la notte del 26 luglio quando il vicebrigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega viene ucciso con undici coltellate nel quartiere Prati a Roma. Le indagini portano all’arresto di due giovani californiani, Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth con l’accusa di concorso in omicidio, lesioni, tentata estorsione e resistenza a pubblico ufficiale. Il vicebrigadiere quella notte, insieme al collega Andrea Varriale, si trovava in via Pietro Cossa, dove poi è stato ucciso, per recuperare una borsa che i due avevano sottratto a Sergio Brugiatelli. Elder e Hjorth avevano organizzato infatti un ‘cavallo di ritorno’ e dissero a Brugiatelli di riportare soldi e droga. All’appuntamento si presentarono però i due Carabinieri e Cerciello morì sotto le coltellate inferte da Elder. A novembre la Procura di Roma, con il procuratore facente funzioni Michele Prestipino e il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia, ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato per i due americani. Il processo inizierà il 26 febbraio prossimo. Intanto i magistrati, sia della procura ordinaria che di quella militare, hanno anche chiuso le indagini sul filone riguardante la diffusione della foto di Hjorth bendato poco dopo il fermo in caserma.

– È il tardo pomeriggio del 7 agosto quando Fabrizio Piscitelli, ‘Diabolik’, storico capo ultras degli Irriducibili della Lazio, viene ucciso con un colpo di pistola alla nuca nel parco degli Acquedotti a Roma. Alla morte segue una lunga trattativa, preceduta da un’ordinanza che vietava le esequie in forma pubblica impugnata poi davanti al Tar, per i funerali, che alla fine vengono celebrati, a ‘numero chiuso’, il 21 agosto al santuario del Divino Amore. Mentre proseguono le indagini per individuare il killer, emerge che Piscitelli era tra gli indagati nell’indagine della Dda che ha portato all’operazione ‘Grande Raccordo Criminale’ culminata con 51 arresti. Il sodalizio smantellato era capeggiato proprio da Diabolik e Fabrizio Fabietti.

– È il pomeriggio del 4 ottobre quando a Trieste due poliziotti, Pierluigi Rotta di 34 anni e Matteo Demenego di 31 anni vengono uccisi in una sparatoria in questura. Ad aprire il fuoco Alejandro Augusto Stephan Meran, di origini domenicane, che si trovava negli uffici insieme al fratello dopo un furto avvenuto in mattinata. Meran, dopo aver chiesto di andare in bagno riesce a sottrarre la pistola di ordinanza a uno dei due agenti colpendolo con due spari e uccide poco dopo anche l’altro agente intervenuto.

– Sedici anni di carcere per i due responsabili del ferimento di Manuel Bortuzzo, il nuotatore rimasto poi paralizzato alle gambe. È il 9 ottobre quando il Gup di Roma condanna Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, colpevoli di aver esploso i tre colpi di pistola contro Bortuzzo e la sua fidanzata nella notte tra il 2 e il 3 febbraio nel quartiere Axa di Roma. I due, rei confessi, che hanno scelto il rito abbreviato sono stati condannati per tentato duplice omicidio premeditato e porto, detenzione e ricettazione di arma da fuoco. ”La sentenza non cambia le cose – ha commentato Bortuzzo – non mi restituirà di certo le gambe, in questo momento penso solo a riprendermi, consapevole che la giustizia debba fare il suo corso”.

– ”Non fu Mafia Capitale”. Arriva la sera del 22 ottobre il verdetto della Cassazione sul processo al ‘Mondo di mezzo’. I giudici della sesta sezione dopo tre giorni di udienze fiume riconoscono la presenza di due associazioni a delinquere distinte ma non la loro mafiosità escludendo il 416 bis. Reato che era stato escluso dal primo grado e riconosciuto dalla sentenza d’appello. Per i principali imputati Salvatore Buzzi, l’ex Nar Massimo Carminati e l’ex consigliere regionale Luca Gramazio, che si erano visti contestare l’associazione di stampo mafioso, ci sarà un processo bis per il ricalcolo delle pene. Alla luce del verdetto viene revocato a Massimo Carminati il 41bis e Salvatore Buzzi ottiene, dopo cinque anni trascorsi in carcere, gli arresti domiciliari.

– Ancora un fatto di sangue scuote la Capitale: nella notte tra il 23 e il 24 ottobre il 24enne Luca Sacchi viene ucciso con un colpo di pistola alla testa davanti a un pub nella zona di Colli Albani mentre è in compagnia della fidanzata Anastasiya e di alcuni amici. A sparare è Valerio Del Grosso, che insieme con l’amico Paolo Pirino, aveva deciso di rapinare la ragazza di Sacchi prendendole i soldi che aveva nello zaino e che secondo le indagini sarebbero serviti per acquistare una partita di droga. Oltre a Pirino e Del Grosso, finisce in carcere per concorso in omicidio anche Marcello De Propris, il giovane che ha dato la pistola a Del Grosso. Nell’ambito poi del tentato acquisto della droga, viene indagata Anastasiya, per la quale viene disposto l’obbligo di firma, mentre l’amico di Luca, Giovanni Princi, viene arrestato e portato in carcere.

– A dieci anni di distanza dalla morte di Stefano Cucchi il 14 novembre la prima corte d’Assise di Roma condanna nel processo bis a dodici anni di carcere i due carabinieri accusati del pestaggio, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro riconoscendo che fu omicidio preterintenzionale, come sostenuto dal pm Giovanni Musarò. Assolto invece ”per non aver commesso il fatto” Francesco Tedesco, il militare che con le sue dichiarazioni ha fatto luce sul pestaggio avvenuto nella caserma Casilina la notte dell’arresto. Per lui resta la condanna a due anni e mezzo per falso. Per la stessa accusa viene condannato a tre anni e otto mesi il maresciallo Roberto Mandolini, all’epoca dei fatti comandante della stazione Appia. Nella stessa giornata, un’ora prima, i giudici della Corte d’Assise d’Appello pronunciano un altro verdetto sulla morte di Cucchi, che vedeva imputati cinque medici dell’ospedale Sandro Pertini, dove Stefano è deceduto. Il processo d’appello ter si è concluso con una sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione per quattro medici, il primario Aldo Fierro, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo e l’assoluzione per non aver commesso il fatto per Stefania Corbi. A dicembre, intanto, ha preso il via il processo sui presunti depistaggi che sarebbero seguiti alla morte di Cucchi con otto Carabinieri imputati.

– Il 21 novembre diventa definitiva la condanna a 30 anni di carcere per Veronica Panarello, accusata dell’omicidio del figlio Loris Stival, ucciso cinque anni prima, il 29 novembre 2014, a Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa. Il corpo del bambino, strangolato con delle fascette di plastica, venne ritrovato in un canalone. I giudici della prima sezione penale della Cassazione hanno giudicato inammissibile il ricorso presentato dai legali della donna. ”È il momento finale di una vicenda durata cinque anni: una liberazione da un peso, la certezza che a commettere questo orrendo delitto è stata la madre di Loris”, ha commentato il legale riportando le parole di Davide Stival, padre del bambino.

– Il 2019 si chiude con una tragedia nella Capitale. Nella notte tra il 21 e il 22 dicembre Gaia e Camilla, due 16enni, vengono travolte e uccise da un’auto mentre stavano attraversando la strada a Corso Francia. Al volante c’è Pietro Genovese, figlio del regista Paolo, indagato a piede libero con l’accusa di omicidio stradale. Il ragazzo, 20enne, si è fermato a prestare soccorso ma dai test esce fuori un tasso alcolemico dell’1,4 (quasi tre volte oltre i limiti di legge) ed esito ‘non negativo’ per altre varie sostanze stupefacenti.

Fonte Adnkronos. Servizio di Assunta Cassiano e Daniele Dell’Aglio

Mattarella: “L’Italia ritrovi fiducia nella sua identità, noi geni di sapienza”

Coesione nazionale, cultura della responsabilità e orgoglio per il nostro Paese che va guardato “in fondo, un po’ come ci vedono dall’estero” con la nostra identità “sinonimo di sapienza, genio, armonia, umanità”. E’ il messaggio del capo dello Stato nel discorso di fine anno agli italiani.

“Si avvia a conclusione – ha iniziato il capo dello Stato – un decennio impegnativo, contrassegnato da una lunga crisi economica e da mutamenti tanto veloci quanto impetuosi. In questo tempo sono cambiate molte cose attorno a noi, nella nostra vita e nella società. Si tratta di un’occasione per pensare – insieme – al domani. Per ampliare l’orizzonte delle nostre riflessioni; senza trascurare il presente e i suoi problemi, ma rendendosi conto che il futuro è già cominciato”, ha aggiunto.

“L’Italia – ha detto – riscuote fiducia. Quella stessa fiducia con cui si guarda, da fuori, verso il nostro Paese deve indurci ad averne di più in noi stessi, per dar corpo alla speranza di un futuro migliore”. Bisogna “aver fiducia – è il suo appello – e impegnarci attivamente nel comune interesse. Disponiamo di grandi risorse. Di umanità, di ingegno, di capacità di impresa. Tutto questo produce esperienze importanti, buone pratiche di grande rilievo”.

“E’ una virtù da coltivare insieme, quella del civismo, del rispetto delle esigenze degli altri, del rispetto della cosa pubblica. Argina aggressività, prepotenze, meschinità, lacerazioni delle regole della convivenza”.

Da Parmitano al Emanuele Crestini, il sindaco di Rocca di Papa morto mentre metteva in salvo i dipendenti del municipio. Sono tanti gli esempi di italiani che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha voluto ricordare nel suo messaggio di fine anno.

“E’ importante – ha detto Mattarella – sviluppare una cultura della responsabilità che riguarda tutti: dalle formazioni politiche, ai singoli cittadini, alle imprese, alle formazioni intermedie. La cultura della responsabilità costituisce il più forte presidio di libertà e di difesa dei principi, su cui si fonda la Repubblica. Questo comune sentire della società – quando si esprime – si riflette sulle istituzioni per infondervi costantemente un autentico spirito repubblicano”.

In questa chiave un monito del capo dello Stato va anche a chi utilizza i social. “Senso civico e senso della misura – sottoliena Mattarella – devono appartenere anche a chi frequenta i social, occasione per ampliare conoscenze, poter dialogare con tanti per esprimere le proprie idee e ascoltare, con attenzione e rispetto, quelle degli altri. Alle volte si trasforma in strumento per denigrare, anche deformando i fatti. Sovente ricorrendo a profili fittizi di soggetti inesistenti per alterare lo scambio di opinioni, per ingenerare allarmi, per trarre vantaggio dalla diffusione di notizie false”.

Il presidente della Repubblica invita tutti a credere nei giovani. “La fiducia va trasmessa ai giovani, ai quali viene sovente chiesta responsabilità, ma a cui dobbiamo al contempo affidare responsabilità. Le nuove generazioni avvertono meglio degli adulti che soltanto con una capacità di osservazione più ampia si possono comprendere e affrontare la dimensione globale e la realtà di un mondo sempre più interdipendente”.

Giovani che, prima di altri hanno saputo comprendere come quella del clima fosse una questione cruciale.

“Le nuove generazioni – ha evidenziato Mattarella – hanno “chiara la percezione che i mutamenti climatici sono questione serissima che non tollera ulteriori rinvii nel farvi fronte. Le scelte ambientali non sono soltanto una indispensabile difesa della natura nell’interesse delle generazioni future ma rappresentano anche un’opportunità importante di sviluppo, di creazione di posti di lavoro, di connessione tra la ricerca scientifica e l’industria”.

“Favoriamo il formarsi di nuove famiglie”, ha chiesto Mattarella. Dobbiamo riporre fiducia nelle famiglie italiane. Su di esse grava il peso maggiore degli squilibri sociali. Hanno affrontato i momenti più duri, superandoli. Spesso con sacrificio”. (a.a)

Caso Prefetto di Cosenza, Galeone in aspettativa. Forse incastrata?

Paola Galeone

Il prefetto di Cosenza, Paola Galeone, dopo le accuse di corruzione per una presunta mazzetta di denaro ricevuta da una imprenditrice, si trova in aspettativa ed è attualmete fuori regione. Il governo dovrebbe nominare, nella prima seduta utile del Consiglio dei ministri, un nuovo prefetto per la città dei Bruzi dopo lo “scandalo” (virgolette d’obbligo) della prefettura bruzia.

Il fatto contestato alla rappresentante del governo, è di avere concordato la dazione di 700 euro con una donna che ha poi denunciato tutto alla Polizia. Gli agenti della Squadra mobile avrebbero registrato tutto mentre si stava consumando il reato in un bar di Cosenza.

Si tratterebbe di una somma, circa 1200 euro, che il prefetto aveva come disponibilità residua per spese di rappresentanza istituzionali. Per poterla spendere, la Galeone, avrebbe chiesto alla donna di emettere una fattura fittizia in modo da giustificare la spesa.

Secondo quanto sarebbe stato pattuito, alla prefetta dovevano andare settecento euro e all’imprenditrice 500 euro. Questa, nel denunciare tutto in Questura, ha determinato gli agenti a provare la dazione di denaro, quindi gli agenti avrebbero filmato tutto durante l’incontro tra le due protagoniste.

Le indagini della Polizia proseguono, sotto il coordinamento della Procura di Cosenza. La notizia, alla vigilia di Capodanno, ha lasciato sotto shock la città di Cosenza e non solo, e se venissero confermate le accuse, minerebbe seriamente le fondamenta delle istituzioni democratiche.

Molte le critiche sui social nei confronti del prefetto, ma c’è anche chi ne prende le difese. Secondo alcuni la Galeone sarebbe stata addirittura incastrata da qualcuno che l’aveva presa di mira per chissà cosa.

I punti oscuri della vicenda

Sono molti i punti oscuri della vicenda, così come gli interrogativi. Il primo su tutti è: perché un esponente di governo che ha lavorato per tanti anni in diverse prefetture italiane abbia deciso di rovinarsi la vita e la carriera professionale per appena 700 euro quando ne guadagna oltre centomila l’anno?

L’altro punto, fra i tanti altri, che non torna sono i rapporti personali tra l’imprenditrice scesa a “patti” con la prefetta poi denunciata dalla signora. Si conoscevano? Pare di sì e anche bene, a vedere alcune immagini sul web. Altrimenti, viene spontanea la domanda, perché riceverla in prefettura e concordare di spartirsi le spese di rappresentanza? Era una di “casa” la denunciante?

C’è poi un aspetto di carattere giudiziario, anche questo non meno rilevante. Se è vero che la Polizia, ricevendo la denuncia dell’imprenditrice ha deciso di fare delle riprese nascoste in cui immortala la prefetta Galeone ricevere la “bustarella” in un bar, perché non si è proceduto all’arresto? Secondo prassi di polizia giudiziaria sarebbe dovuto scattare l’arresto in flagranza di reato, con le accuse di corruzione o tentata, che dir si voglia. Mistero.

Se non è scattato l’arresto significa che la Procura di Cosenza avrebbe disposto ulteriori indagini, in particolare sulla donna imprenditrice che, secondo i bene informati, avrebbe “incastrato” il prefetto per inconfessabili motivi di natura personale, e forse imprenditoriali.

Finora si conosce soltanto la versione della signora che ha spifferato tutto alla Polizia. Attendiamo di sapere come si difende la Galeone, ossia conoscere “l’altra campana” di una vicenda che sembra davvero essere assurda.

La corruzione, è vero, non è ammessa in nessuna circostanza, ma pensare che si consumi negli enti più rilevanti della vita democratica per meno di “trenta denari”, sia anche un solo euro, è sconcertante.

Dino Granata

Capodanno sicuro, vietati i botti in tutta la città di Cosenza (non solo nel centro storico)

botti capodanno feritiE’ stata modificata, rispetto a quanto comunicato ieri, l’ordinanza contingibile e urgente di divieto di utilizzo di fuochi pirotecnici emanata dal Comandante della Polizia Municipale di Cosenza. Contrariamente a quanto annunciato in precedenza, l’ordinanza prevede che l’utilizzo di fuochi pirotecnici sia vietato oggi, 31 dicembre, e domani, 1° gennaio 2020, su tutto il territorio comunale e non nella sola zona del centro storico che è quella interessata dal concertone con il quale Cosenza saluterà l’arrivo del nuovo anno.
Lo precisa una nota di Palazzo dei Bruzi.

Il provvedimento è stato adottato al fine di evitare un grave pericolo per l’incolumità pubblica che si determinerebbe consentendo lo sparo di petardi e simili in zone molto affollate, in considerazione del fatto che l’esplosione di petardi, fuochi d’artificio ed altro potrebbe causare danni all’incolumità delle persone, danneggiamenti a cose, nonché pericolo di incendi.

L’ordinanza prevede nel dettaglio che nei giorni 31 DICEMBRE 2019 e 1° GENNAIO 2020 è VIETATO su TUTTO IL TERRITORIO COMUNALE:

-l’utilizzo e la vendita di qualsiasi tipo di articolo pirotecnico non conforme alla normativa vigente;
-l’utilizzo di qualsiasi tipo di articolo pirotecnico: mortaretti, petardi o simili, anche se di libera vendita, in luogo pubblico ed aperto al pubblico, ovvero in luogo privato da cui tali oggetti possono cadere su luoghi pubblici;
-l’utilizzo di fuochi pirotecnici non posti in libera vendita, nei luoghi privati, fatte salve le licenze previste dalla vigente normativa di settore;
-l’utilizzo di fuochi pirotecnici, posti in libera vendita, nei luoghi privati, senza rispettare le istruzioni per l’uso stabilite sulle etichette;
-la vendita ambulante di ogni tipo di fuoco pirotecnico non autorizzato alla libera vendita, ferme restando le limitazioni di legge alla vendita ai minori di tali tipi di prodotti;
-a tutti coloro che hanno la disponibilità di aree private: finestre, balconi, lastrici solari, luci e vedute, ecc. di consentire a chicchessia l’uso delle dette aree private per l’effettuazione degli spari vietati dalla presente ordinanza.

E’ fatta salva la possibilità di eventuali deroghe in casi di straordinari ed eccezionali per eventi di particolare rilevanza, su richiesta di organizzatori di eventi e solo ed esclusivamente subordinati alla condizione che siano rispettati le normative vigenti ed acquisite tutte le autorizzazioni, nulla osta ecc. previsti e comunque denominati, rilasciati dalle competenti Autorità pubbliche.

Il Comandante della Polizia Municipale ha chiesto, inoltre, al Prefetto di voler disporre adeguate misure per assicurare l’ausilio delle Forze di Polizia ai fini dell’attuazione del provvedimento adottato dal Comune.

In casa un laboratorio di botti illegali, due denunce a Soriano

I carabinieri di Soriano Calabro hanno denunciato un 45enne del posto, C.A., perché trovato in possesso di un ingente quantitativo di botti illegali. L’uomo, nel corso di controlli specifici, è stato sorpreso mentre cedeva ad un acquirente una busta sospetta che a seguito di una ispezione è risultata contenere materiale esplosivo non classificato, di fattura artigianale.

Scattata una perquisizione domiciliare a carico del 45enne, i militari hanno scoperto in casa una vera e propria fabbrica abusiva e rudimentale di esplosivi e di petardi vari. All’interno del piccolo laboratorio i militari hanno rinvenuto materiale utile per il confezionamento dei “botti” illegali, nonché varie tipologie di materiale utile per la miscelazione e la creazione di elementi esplosivi.

Vista la situazione i militari hanno da subito richiesto l’intervento degli Artificieri dei Carabinieri di Reggio Calabria e di Cosenza che hanno fatto un inventario di ciò che era presente all’interno del piccolo laboratorio: materiale da confezionamento, polveri esplosive varie, micce per accensione e vari artifizi esplosivi già confezionati: si parla, riferisce una nota dell’Arma, di circa un centinaio di petardi già pronti per essere immessi sul mercato, non catalogati, fatti in modo artigianale, per un peso complessivo lordo di materiale esplosivo di circa 10 Kg. Tutto è stato sequestrato. Denunciato anche il compratore, originario di Zambrone.

Viene investito da un’auto e muore, indagini

 Un pedone, del quale non sono state ancora rese note le generalità – anche se dai primi riscontri potrebbe trattarsi di un cittadino straniero – è morto sul colpo dopo essere stato investito, nella tarda serata di ieri, in un tratto della statale ionica 106 tra Santa Caterina dello Ionio e Badolato, nel Catanzarese. Ad investirlo è stato un pensionato che era alla guida della sua auto.

L’investitore, subito dopo l’impatto, si sarebbe fermato ma non essendo riuscito a trovare nulla a causa del buio avrebbe deciso di andare via per farvi ritorno nella mattinata di oggi quando, su sua indicazione, i carabinieri hanno avuto modo di trovare il cadavere.

Sull’episodio indagano i militari della Compagnia di Soverato che stanno svolgendo accertamenti circa la dinamica dell’incidente e sull’identità della vittima. Il pensionato potrebbe essere denunciato per omicidio stradale.

Il sondaggio: giù i leader, Salvini dimezza quasi, Meloni resiste

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni unica leader in ascesa, ma è calo per tutti gli altri protagonisti della politica in questo fine 2019. Questo il risultato delle ultime rilevazioni di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera. Più nel dettaglio, a crollare più di tutti è Matteo Salvini, che aveva un indice vicino al 60 nella primavera, scende dopo la crisi al 42 e successivamente arretra al 37-38%. Di Maio arriva a chiusura d’anno ai minimi storici: indice di 21, più che dimezzato rispetto agli inizi del 2019.

Zingaretti si colloca intorno al 25, con un calo dell’appeal registrato immediatamente dopo le primarie. Meloni compete ex aequo con Salvini, ora al 36 per cento. È l’unico leader che dà segnali di crescita, nota Pagnoncelli, consolidandosi nella sua area. Agli ultimi posti Berlusconi e Renzi.

Se l’esecutivo giallorosso si stabilizza intorno al 44%, dieci punti sotto il gialloverde, che godeva anche di un consenso elettorale più importante, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, “che nell’immediato dopo crisi aveva mantenuto livelli di apprezzamento maggioritari”, oggi se ne colloca poco al di sotto, con un indice del 47% di gradimento.

Maxi sequestri di botti di capodanno in tutta Italia

Circa 10.000 botti di Capodanno, per un peso complessivo di oltre 5 quintali di materiale pirotecnico, sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza a tre grossisti operanti tra il distretto industriale fiorentino dell’Osmannoro, nel comune di Sesto Fiorentino, e Campi Bisenzio.

Denunciati i tre responsabili, tutti cinesi per violazione dell’articolo 678 del codice penale: i botti, spiega la Gdf di Firenze, erano conservati con modalità “non sicure” perché si trovavano vicino ad altro materiale altamente infiammabile come accendini, carta e oggetti in plastica e in un’area aperta al pubblico. Il sequestro è stato effettuato nell’ambito di controlli condotti nei giorni scorsi dalle fiamme gialle anche ai fini della repressione del commercio di falsi.

Accertamenti quest’ultimi che hanno portato al sequestro di 500 paia di scarpe recanti marchi di note griffe di moda contraffatti e di 2600 articoli di telefonia non originali. Quattro titolari di altrettanti esercizi commerciali sono stati così denunciati. Sequestrati inoltre in via amministrativa 4.770 apparecchi elettrici (soprattutto lampadine e luminarie natalizie) privi del marchio Ce.

Un 30enne con precedenti è stato arrestato a Napoli per detenzione di materiale esplodente dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia Vomero. In casa i militari hanno trovato 204 ordigni artigianali e 4 scatoloni di fuochi d’artificio di libera vendita di varie categorie. Complessivamente i militari hanno sequestrato 25 chilogrammi di materiale esplodente. L’uomo è agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida.

Cento chili di fuochi d’artificio sono stati sequestrati a Palermo dai carabinieri che hanno denunciato complessivamente otto persone. I controlli, in vista del Capodanno, sono scattati in corso dei Mille dove sono stati denunciati alcuni venditori ambulanti. In un garage del quartiere Zen 2 invece sono stati trovati 88 chili di “botti”. Il giovane che aveva in uso il magazzino è stato denunciato per commercio abusivo di materiali esplodenti ed omessa denuncia di materiale esplosivo. Gli altri sequestri in via Ciaculli, in corso Tukory, in via Pecori Giraldi, e in via Michelangelo.

Il prefetto di Cosenza Paola Galeone indagata per corruzione

Il prefetto di Cosenza Paola Galeone

Il prefetto di Cosenza, Paola Galeone, di 58 anni, è indagata per corruzione. Lo scrive la “Gazzetta del sud” in un articolo a firma di Arcangelo Badolati. L’ipotesi accusatoria a carico del prefetto è di avere intascato da un’imprenditrice, che ha denunciato i fatti alla polizia, una “mazzetta” di 700 euro.

Sarebbe stata videoripresa dal personale della Squadra mobile di Cosenza la consegna da parte di un’imprenditrice al prefetto dei 700 euro. La consegna della busta contenente il denaro, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbe avvenuta in un bar di Cosenza. Le banconote sarebbero state segnate.

La notizia che travolge in pieno la Prefettura di Cosenza, su cui vige il massimo riserbo, è stata confermata da fonti della Polizia interpellate da Secondo Piano News.

Il prefetto Galeone avrebbe proposto all’imprenditrice di emettere una fattura fittizia di 1.220 euro allo scopo di intascare la parte di fondo di rappresentanza accordata ai prefetti che era rimasta disponibile alla fine dell’anno. Sempre secondo l’accusa, 700 euro della somma concordata sarebbero andati al prefetto Galeone e 500 all’imprenditrice.

Galeone è prefetto di Cosenza dal 23 luglio del 2018. In precedenza aveva svolto le stesse funzioni a Benevento. Galeone è stata assunta nell’amministrazione civile dell’Interno nel dicembre del 1987 ed assegnata, come prima sede, alla Prefettura di Taranto, dove ha svolto vari ruoli.

Conferenza di Occhiuto: “A Santelli ho chiesto di accelerare cantieri in città”

Il Sindaco di Cosenza Mario Occhiuto ha tenuto ieri mattina a Palazzo dei Bruzi la consueta conferenza stampa di fine anno. Nel corso del tradizionale incontro con i giornalisti Occhiuto ha tracciato un bilancio dell’attività amministrativa dell’anno che sta per finire, ma ha anche parlato di alcune emergenze che hanno riguardato la città, in primis l’emergenza rifiuti, e, naturalmente, anche del Capodanno in Piazza che Cosenza si appresta a vivere domani notte, con il concerto del rapper campano Clementino, in Piazza XV Marzo.

“E’ una conferenza stampa diversa dagli anni precedenti – ha esordito il Sindaco Occhiuto – La situazione del Comune è un po’ cambiata – ha subito aggiunto – a seguito della dichiarazione di dissesto finanziario. Sono stati mesi difficili, legati alla mia condizione di aspirante candidato alla Regione e qualche ripercussione al Comune c’è stata. Ma ora che è stata “scongiurata” questa possibilità, ricominciamo il cammino con serenità”.

Una vera e propria ripartenza quella annunciata dal primo cittadino. “Nel 2011, durante il mio primo mandato, ma anche nel corso del secondo – ha aggiunto Occhiuto – sono state avviate molte opere, alcune per la verità sono state rallentate, ma sono stati aperti molti cantieri. Proseguiremo la pedonalizzazione del primo tratto di Corso Mazzini, ora che le problematiche che erano affiorate sono state superate. Abbiamo appaltato i lavori della navigabilità del fiume, delle piste ciclabili e del Parco del benessere. In questa fase ho chiesto alla candidata alla Presidenza della Regione Calabria per il centrodestra Jole Santelli, nella mia qualità di Sindaco della città di Cosenza, di considerare la necessità di accelerare i cantieri che riguardano la città, così come di voler imprimere una accelerazione alle procedure per il nuovo Ospedale, seguendo quelle che erano le indicazioni che avevamo prospettato”.

“Dal punto di vista organizzativo, – ha detto – mi aspetto per il nuovo anno un ulteriore aiuto dai colleghi assessori”. Occhiuto ha parlato, durante la conferenza, anche della drastica riduzione del personale del Comune di Cosenza per i pensionamenti che si sono nel frattempo succeduti. “Le risorse umane in questa fase – ha detto il Sindaco – sono limitatissime”. Un ringraziamento particolare il primo cittadino lo ha rivolto ai dirigenti “che in questo momento sono veri e propri eroi, perché lavorano senza personale per gli avvenuti pensionamenti dei quadri intermedi e si sobbarcano ad un compito gravoso e importante. Una delle operazioni immediate dovrà essere quella di dotarci delle risorse umane necessarie, utilizzando gli strumenti di cui possiamo disporre, dagli istituti del comando alla mobilità e, in prospettiva, a tutto ciò che potrà essere utile per risolvere questo problema che è il problema principale. Abbiamo fatto i salti mortali per organizzare il Capodanno”.

Passando all’emergenza di queste ultime settimane ha aggiunto: “e’ vero, inutile nasconderlo, che la città ha avuto una sofferenza per i rifiuti, ma la situazione non è ascrivibile in alcun modo all’Amministrazione comunale, ma è dovuta al blocco degli impianti regionali. Il blocco dei conferimenti – ha aggiunto Occhiuto – anche in prospettiva è gravissimo. Stiamo recuperando settimane di mancata raccolta. Se non avessimo avviato la raccolta differenziata, la situazione sarebbe stata più grave. Se i cittadini facessero bene la differenziata, resterebbero pochissimi rifiuti. Siti per le discariche – ha rimarcato il Sindaco – ce ne saranno sempre di meno. La differenziata è l’unica strada percorribile, perché avremo sempre questo problema. Mi dispiace per i cosentini e per chi si è recato in visita in città in questo periodo”.

E sul Capodanno: “è stato organizzato in extremis, pur in presenza delle difficoltà di bilancio, perché siamo stati costretti a rientrare dall’anticipazione della Cassa Depositi e prestiti fino all’approvazione del bilancio riequilibrato. La proposta di Clementino è stata subito ben vista ed accolta positivamente, soprattutto dai giovanissimi. E’ difficile superare questi problemi ogni volta, ma ci mettiamo tanta testardaggine e determinazione. Ogni volta, in questa giungla di problematiche, ci mettiamo la faccia perché amiamo il territorio e la città e superiamo gli ostacoli che si presentano”.

Poi il Sindaco ha risposto alle domande dei giornalisti.

Sulla pianta organica del Comune, sensibilmente ridotta per la mole di pensionamenti, ha risposto che “attualmente i dipendenti comunali sono 450” e che “sono ancora in via di diminuzione”. Bisognerà attivare le procedure necessarie individuando i profili giusti perché – ha ribadito – dietro i dirigenti non ci sono i quadri intermedi”.

A chi ha domandato se intenderà procedere alla nomina di un Vicesindaco ha detto che “per il momento c’è l’Assessore anziano, Matilde Lanzino Spadafora, che mi supporta di fronte ad alcune esigenze. Altre esigenze riguardano più che altro la delega al bilancio e – ha aggiunto – probabilmente dopo le consultazioni regionali, ci sarà una integrazione in giunta. D’altra parte gli assessori sono sempre disponibili a collaborare in ogni forma”.

Con riferimento poi ad una precisa domanda rivoltagli circa la sua appartenenza a Forza Italia, Occhiuto ha subito risposto che “è sempre il partito cui faccio riferimento. D’altra parte in questi giorni mi sono spesso sentito con i quadri nazionali. La situazione è ormai superata. Avevo offerto la mia disponibilità in un quadro complessivo. Ci sono state delle problematiche. E’ inutile fare la sintesi. Non è una velleità assoluta quella di fare il Presidente della Giunta regionale. Ero stato individuato come strumento per attuare il cambiamento”.

Altre domande sono venute sui lavori in corso in città. Qualcuno tra i giornalisti presenti ha fatto rilevare che un anno fa era stata promessa una viabilità alternativa al Ponte di San Francesco ed ha poi sottolineato i lavori a rilento sul Viale Parco ed il traffico caotico. Sul punto il Sindaco Occhiuto ha ribadito “la necessità di imprimere una accelerazione ai lavori. Sia il Viale Parco che la metro di superficie sono importanti per la viabilità dell’area urbana”. Sul Parco del Benessere ha evidenziato che “è un’opera straordinaria che migliorerà la qualità della vita. Siamo consapevoli dei disagi che vive la cittadinanza, ma è un sacrificio che vale la pena sopportare. Il Comune di Cosenza non è un’isola. Quando le cose non dipendono da noi si fa fatica, ma le problematiche le affrontiamo sempre a viso aperto. In Italia ci sono tanti cantieri fermi, non solo a Cosenza. Tant’è che anche noi abbiamo più volte sollecitato la legge sblocca cantieri. C’è da dire, però, che centinaia di problemi spesso vengono creati ad arte. Ma, ogni volta, con il coraggio e il senso di responsabilità, superiamo gli ostacoli e così continueremo a fare. Qui non ci sono prestigiatori o superuomini, ci sono solo persone”.

Ad alcune domande di taglio più finanziario, ha risposto l’Assessore Lino Di Nardo. A chi ha chiesto se, essendo domani l’ultimo giorno per chiedere il rimborso dei Bruzi, le monete (o strumenti di pagamento) coniate dal Comune di Cosenza lo scorso anno a sostegno delle famiglie economicamente svantaggiate e che hanno sostituito i tradizionali sussidi economici, saranno effettivamente rimborsati alle aziende che avevano aderito all’iniziativa, l’Assessore Di Nardo ha risposto che “saranno rimborsati sicuramente, compatibilmente con le finanze di cui il Comune disporrà”. Anche su come sarà fronteggiata l’evasione dei tributi comunali e sul rapporto con Municipia è stato sempre l’Assessore Di Nardo a rispondere.

“Le imposte da attenzionare maggiormente sono la Tari e quella per il servizio l’idrico. L’IMU, tranne una quota irrilevante di evasione, viene regolarmente corrisposta dai cittadini. Nel 2019 – ha aggiunto Di Nardo – abbiamo notificato gli avvisi di mancato pagamento riferiti agli anni compresi tra il 2013 e il 2017. Il prossimo anno saremo in condizione di prevedere maggiori entrate, in quanto contiamo di essere più agevolati nel recupero dell’evasione dalle nuove normative.

Con Municipia il rapporto va avanti. Ci sono state delle discrepanze, ma dovute all’avvio dell’attività. Ora il rapporto andrà razionalizzato”.
Dalla platea dei giornalisti è arrivata anche un’altra domanda riguardante le obiezioni della Prefettura sull’utilizzo di Piazza Bilotti per il concerto con il quale Cosenza festeggerà l’arrivo del nuovo anno.

“La decisione di scegliere Piazza XV Marzo per il concerto – ha precisato il Sindaco Occhiuto – è stata presa insieme al Questore. Abbiamo ritenuto di dover garantire migliori condizioni di sicurezza che erano difficili da garantire su Piazza Bilotti, in quanto Clementino è un artista che coinvolge molti giovani che hanno, rispetto agli spettatori più adulti, un comportamento differente. A Piazza Bilotti sarebbe stato più difficile controllare il flusso delle persone. Inoltre c’è da dire che abbiamo sempre parlato della necessità di delocalizzare le attività nel centro storico e questa ci è sembrata la giusta occasione, quella che richiede peraltro un’organizzazione più agevole, meno dispendiosa e più veloce”.

A proposito del Capodanno in piazza il Sindaco ha rivolto un invito ai cittadini a spostarsi a piedi. Un ulteriore invito è stato rivolto per evitare i fuochi di artificio e, con particolare riferimento ai giovani, ad evitare il consumo di alcol e seguire le indicazioni di sicurezza previste, agevolando in questo modo l’organizzazione dell’evento. Per il concertone di Capodanno l’Amaco ha istituito un servizio navetta che funzionerà ininterrottamente dalle ore 22,30 del 31 dicembre alle ore 5,00 del 1° gennaio 2020 con partenza da Piazza dei Bruzi e arrivo alla Fontana dei 13 canali (nei pressi di Piazza XV Marzo) e viceversa. Il servizio ordinario ricomincerà a partire dalle ore 6,00 del 1° gennaio. Mentre la conferenza stampa del Sindaco era ancora in corso è arrivata dall’Amaco la notizia di un potenziamento delle navette, anche per Castrolibero e Campagnano e l’integrazione dei trasporti previsti con il servizio “Al Volo”.

Prima di chiudere l’incontro con i giornalisti il Sindaco Occhiuto ha ancora una volta ribadito l’invito “a non spostarsi in auto e ad avere comportamenti consoni, vivendo con serenità e gioia quella che dovrà essere una grande festa”.

Capodanno a Cosenza con il rapper Clementino. Appuntamento in Piazza XV Marzo

Il rapper Clementino

Sarà il rapper campano Clementino l’artista prescelto dall’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Mario Occhiuto per festeggiare domani, in Piazza XV Marzo, l’arrivo del nuovo anno. Clementino, al secolo Clemente Maccaro, salirà sul palco allestito in Piazza XV Marzo, alle ore 1,15.

Classe 1982, Clementino ha esordito nel 2006 con l’album “Napolimanicomio” seguito nel 2011 da “I.E.N.A”, acronimo di “Io E Nessun Altro”. Nel 2013 ha pubblicato il singolo d’oro “O’Vient”. Il video, con oltre 18 milioni di views su YouTube, ha trainato fino al quarto posto della hit parade il terzo album “Mea Culpa”, certificato disco d’oro.

Altro disco d’oro è il suo album successivo,“Miracolo”, con cui irrompe ai vertici della classifica FIMI, e che vanta numerose collaborazioni; tra tutte l’ultima registrazione di Pino Daniele “Da che parte stai”.

Nel 2016 Clementino partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo con il brano “Quando sono lontano”, tornando nel 2017 nuovamente in gara con il brano “Ragazzi Fuori” presente nel disco “Vulcano” pubblicato a marzo dello stesso anno. A due anni dall’ultimo disco, torna con un nuovo lavoro che rappresenta l’impegno discografico della maturità e della svolta: “Tarantelle”.

L’album, che ha totalizzato oltre 13 milioni di stream su Spotify in sole due settimane, è caratterizzato dalla naturalezza nella scrittura e nella stesura delle rime sul beat, con un flow sempre diverso e sempre nuovo.

Dopo aver collaborato con quasi tutti i nomi più importanti della scena rap italiana, nell’ultimo album ha deciso di coinvolgere alcuni tra i migliori artisti: Fabri Fibra, Gemitaiz, la giovane promessa Nayt e il fuoriclasse Caparezza.

L’album è stato anticipato dai singoli “Gandhi”, “Un palmo dal cielo”, “Hola!” e “Chi vuole essere milionario?” firmato Fabri Fibra ed il cui video è stato per giorni ai vertici delle tendenze di YouTube. “Mare di notte” è l’ultimo singolo del rapper uscito lo scorso settembre. Una ballad introspettiva con un testo che ripercorre sogni, sfide ed esperienze passate dello stesso Clementino.

Il concerto di Clementino a Cosenza sarà preceduto, con inizio alle 23,30, dalla esibizione della band dei “911”. Dalle 3,00 in poi è previsto il Dj Set di Agovino e Nandjno. A condurre l’evento saranno Francesca Lagoteta e Francesco Occhiuzzi.

A Nardodipace la prima uscita di Callipo. “La rinascita deve iniziare da qui”

Pippo Callipo

«Non vengo qui a chiedere voti e non scopro certo oggi la realtà di Nardodipace. Ma ho voluto partire proprio da qui, dal cuore verde e spirituale della Calabria, per far capire a tutti che non è più possibile sopportare l’indifferenza della politica verso l’entroterra, verso la montagna abbandonata». È quanto ha detto Pippo Callipo a Nardodipace, centro montano del Vibonese da dove il candidato del Centrosinistra alla Presidenza della Regione, alla prima uscita pubblica dopo la presentazione delle liste, ha lanciato un messaggio augurale a tutti i calabresi. «Ho voluto cominciare da qui – ha aggiunto Callipo – perché questo è un luogo simbolo di tantissimi altri paesi che sono abbandonati come Nardodipace. Giusto per fare un esempio: da quindici giorni qui sono senza linee telefoniche. Significa che questi cittadini non hanno gli stessi diritti di altri che vivono in altre zone della regione».

A Nardodipace Callipo ha incontrato il sindaco Antonio De Masi assieme ad alcuni consiglieri e dipendenti comunali e ai cittadini. «Abbiamo difficoltà a farci ascoltare. Questa comunità – è l’allarme lanciato da De Masi – si sta sgretolando. Ma oggi la scelta di Callipo ci incoraggia, vuol dire che qualcuno insieme a noi tenta di sfidare le avversità per raggiungere il riscatto. Sono convinto che ce la faremo perché la Calabria ha bisogno di uomini come Callipo e noi sosterremo la sua idea di cambiamento».

L’aspirante governatore ha poi aggiunto: «La Calabria subisce un inarrestabile spopolamento: negli ultimi 10 anni sono andate via 180mila persone e tra 20 anni il rischio è che si perdano 500mila abitanti. Un depauperamento scandaloso che se non arrestato con provvedimenti urgenti e adeguati e con l’utilizzo dei fondi disponibili, come quelli della Strategia per le aree interne, ci predispone un futuro assai triste. Lo svuotamento dei luoghi interni ha serie conseguenze a livello antropologico, sociale, economico. Costituisce anche un vuoto di memorie. Noi dobbiamo riuscire a capovolgere questa tendenza. Ho vissuto sempre i territori, non ho trascorso gli ultimi decenni nei palazzi del potere, conosco bene le sofferenze di chi vive e lavora nell’entroterra. Nessuno ha mai ascoltato queste persone. Per questo non me la sono sentita di girarmi dall’altra parte e mi sono candidato. Il cambiamento è partito, lo abbiamo già dimostrato con le liste. Ma è solo l’inizio. L’augurio è che da qui, dal cuore della Calabria, inizi la nostra rinascita».

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