6 Ottobre 2024

Home Blog Pagina 438

Prefetto Galeone, parla l’accusatrice: “Ho capito che toccava a me denunciare”

“Non avrei potuto fare diversamente. Da tempo sono impegnata nel sociale e spesso mi è capitato di pronunciare frasi del tipo: ‘in questa terra dobbiamo scegliere da che parte stare da subito!’. Ecco, questa volta, ho capito che toccava a me”. E’ quanto afferma in un’intervista alla Gazzetta del Sud Cinzia Falcone, l’imprenditrice dalla cui denuncia è scaturito l’arresto del prefetto di Cosenza Paola Galeone posta ai domiciliari per il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità.

“Passare dalle parole ai fatti – aggiunge Falcone – non è semplice soprattutto quando ci si trova davanti ad un prefetto della Repubblica. Il giorno prima, però, avevo ascoltato l’intervista al procuratore Gratteri in cui invitava i calabresi a ribellarsi e questo ha determinato in me ulteriormente la volontà di dissentire e dire no a una ingiusta richiesta”. “Sono consapevole – ha detto ancora Falcone – che esistono poteri forti ma sono consapevole anche che esiste uno Stato forte. Io ho scelto di stare dalla parte dello Stato”.

Alla domanda del giornalista Arcangelo Badolati, autore dell’esclusiva, su quali fossero i suoi rapporti con la Galeone la Falcone risponde: “Io l’ho conosciuta quando si è insediata. Poi, in occasione della giornata internazionale della violenza contro le donne mi è stato proposto, visto l’impegno nel settore con la mia associazione Animed, di collaborare alla realizzazione di un evento occupandomi di contattare le scuole e di moderare la manifestazione. Cosa che ho fatto senza compenso alcuno. Ero fiera che la Prefettura, dunque lo Stato, ci avesse coinvolti in questo incontro”.

Il giornalista va poi sul punto chiedendole cosa pensasse della proposta del patto corruttivo: “Mi sono di colpo sentita azzerare la stima che avevo sempre nutrito nei confronti dei rappresentanti dello Stato. Ho poi pensato che si trattava solo di una persona e non dello Stato”, afferma Falcone.

“Ma perché non le ha detto subito di no?”, chiede il cronista. “Non ho realizzato immediatamente che mi si stava facendo una proposta illegale”, spiega la Falcone. “Eravamo nel Palazzo del Governo, ho impiegato qualche ora per realizzare che non era una errata deduzione. Fino a quel momento avevo peraltro sempre ammirato e nutrito stima per la dottoressa Galeone. Ma il confronto con la mia famiglia mi ha aiutato, invece, a capire la gravità di quanto mi era stato proposto. E non ho esitato a denunciare”.

“È vero che uscendo dalla stanza la Galeone ha fatto cenno ad una gara per l’accoglienza dei richiedenti asilo e protezione internazionale alla quale Lei con l’Animed aveva partecipato?” è l’altra domanda di Gazzetta del Sud alla donna accusatrice. “Si, è vero. Mi ha parlato di un documento che non andava bene, del quale però io nulla sapevo perché il procedimento amministrativo è in itinere. Mi ha detto: “poi vediamo cosa si può fare”. Sono rimasta attonita perché il discorso non c’entrava nulla”.

“Lei per via del Centro di accoglienza migranti che gestisce a Camigliatello ha rapporti economici con la prefettura?”, domanda ancora Badolati: “Si, con la Prefettura ma non con il prefetto”, risponde la Falcone.

L’intervista integrale qui

Jole Santelli (Centrodestra): “Supportare le università calabresi”

Jole Santelli candidata
Jole Santelli

“Il sistema universitario calabrese deve diventare una realtà partecipata al servizio del territorio regionale”. Lo afferma Jole Santelli, candidata del centrodestra alla presidenza della Regione Calabria.

“Per far sì – aggiunge – che gli atenei calabresi interpretino pienamente il ruolo di interlocutori privilegiati, anche nel campo della pubblica amministrazione, è necessario promulgare, in tempi rapidi, una legge regionale che supporti le università, così da programmare e pianificare azioni sostenendo i fondi per il diritto allo studio e aggiornare vecchie norme obsolete”.

“In questo senso – spiega la Santelli – ho già fatto mie le preoccupazioni degli studenti calabresi che negli scorsi giorni hanno lanciato un allarme rispetto alla scarsità di fondi in ordine al diritto allo studio. Come pretendiamo che le nostre intelligenze rimangano in Calabria se non contribuiamo ad offrire loro gli strumenti per farlo, finanziando borse di studio, dottorati e ricerca? Siamo già pronti a lavorare in tal senso”.

“Abbiamo accolto – conclude Santelli – l’invito del magnifico rettore Nicola Leone e del Senato Accademico dell’Università della Calabra e siamo pronti ad accogliere le proposte che provengono dall’intero sistema universitario regionale. Faremo quanto nelle competenze dell’ente regionale per offrire alle nostre Università le migliori condizioni possibili e avvieremo politiche regionali concrete finalizzate ad arrestare e invertire il gravissimo processo di emigrazione giovanile in atto”.

Arresto Prefetto di Cosenza, Aiello (M5s): “Vicenda angosciante”

Francesco Aiello

“La misura degli arresti domiciliari per il prefetto di Cosenza, Paola Galeone, indagata per induzione indebita a dare o promettere utilità, è un fatto angosciante”. E’ quanto afferma Francesco Aiello, candidato del M5s alla presidenza della regione Calabria alle prossime elezioni regionali del 26 gennaio.

“La vicenda – aggiunge Aiello – conferma che in Calabria c’è un’emergenza di legalità, rispetto alla quale sono certo che il governo darà presto risposte efficaci alla comunità calabrese, che ha bisogno di una presenza limpida dello Stato. Ne parlerò intanto con il ministro Luigi Di Maio, di cui conosco la prontezza e fermezza”.

“Mi auguro che le ipotesi investigative sulla condotta del prefetto di Cosenza non vengano confermate”, sottolinea il candidato pentastellato che dice ancora: “A prescindere dagli sviluppi giudiziari, il caso, che si aggiunge al pesantissimo quadro, riguardante altri, risultante dall’inchiesta “Rinascita Scott”, deve indurre tutta la politica e l’informazione, che ha un ruolo essenziale, a considerare a fondo l’estrema gravità della situazione calabrese. Qui si rischia di perdere la credibilità delle istituzioni e di allontanare per sempre i cittadini dallo Stato”.

“Dobbiamo compiere ogni sforzo – conclude il docente Unical – per intervenire al meglio sul terreno politico, istituzionale e culturale. Non si può perdere tempo. In Calabria servono azioni concrete e immediate per preservare le istituzioni pubbliche. Ciascuno deve fare la sua parte, senza indugi”.

Il ministro dell’Interno ha sospeso il prefetto di Cosenza Galeone, arrestata per corruzione

Paola Galeone

Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha disposto la sospensione dal servizio del prefetto di Cosenza Paola Galeone, arrestata stamattina dopo l’inchiesta della Procura di Cosenza in cui l’alta funzionaria dello Stato risulta indagata per un presunto caso di corruzione avvenuto dopo Natale e registrato dalla Polizia.

La Galeone, difesa da un legale di Taranto dove si trova ai domiciliari, e da un avvocato del foro di Cosenza, ha chiesto di essere sentita dal pm titolare dell’indagini. Il caso riguarda la “spartizione” del fondo di rappresentanza destinata ai prefetti, un residuo pari a 1200 euro, con una imprenditrice, Cinzia Falcone, presidente di un’associazione che gestisce un centro per migranti a Camigliatello Silano. La donna ha poi denunciato tutto alla Polizia facendo scattare l’inchiesta.

Secondo quanto pattuito 700 euro sarebbero dovuti andare al prefetto, cinquecento all’imprenditrice. La denuncia della Falcone arriva in Questura il 23 dicembre scorso, mentre il 28 c’è stato lo scambio in un bar di fronte la prefettura. Gli agenti, che avevano concordato ogni particolare con la denunciante, hanno registrato tutto e all’uscita del locale alla funzionaria è stato chiesto di far vedere nella sua borsa, all’interno della quale è stata trovata una busta con il denaro preventivamente segnato. Dopo qualche giorno, giovedì 2 gennaio 2020, su ordine del gip, è scattato l’arresto ai domiciliari con l’accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità.

Le indagini proseguono. Gli investigatori stanno scandagliando i cellulari per approfondirne i rapporti tra le due donne, i conti della Prefettura per accertare eventuali altre anomalie, come i rimborsi dell’ormai ex prefetto, nonché le erogazioni autorizzate dalla Prefettura ad enti e associazioni che gestiscono centri per immigrati.

Sanità in Calabria, Guccione (Pd): “Basta con il commissariamento”

Elezioni Cosenza, Guccione: Città sarà vicina all'Europa
Carlo Guccione

«Dieci anni credo che siano più che sufficienti per tirare una somma a questo punto definitiva nel giudizio, a furor di popolo e di dramma: la sanità calabrese è a pezzi, al collasso e l’istituto del commissariamento, che quest’anno spegne appunto dieci candeline, ha fallito. Totalmente fallito. Ci sono strumenti nuovi e più efficaci oggi, il Ministero li ha di fatto già individuati e indicati».

Così, in una nota, Carlo Guccione, candidato nella lista Pd per il consiglio regionale. «Dalla qualità dei servizi, ai Livelli minimi di assistenza (Lea) largamente insufficienti, al debito complessivo che aumenta, alle Asp fuori controllo e commissariate per mafia, è un precipizio – continua ancora Guccione -. Senza contare l’illegalità diffusa e incancrenita con le stesse fatture all’Asp di Cosenza pagate due o tre volte e con appalti confermati in prorogatio e senza regolare gara abbondantemente scaduta. In alcuni casi capitolati di gara assegnati in prorogatio da 12 anni…».

«In tutti questi anni, dal 30 luglio del 2010, l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza non si è mai avvicinata alla normalità. I disavanzi di bilancio sono da default tant’è che è stato necessario applicare il blocco del turn over. I livelli fiscali di Irap e Irpef sono al massimo e i cittadini, vessati, non ne possono più».

«La situazione è ancora più grave e maledettamente paradossale – continua ancora Guccione – se si fa riferimento al fatto che due importanti Asp, come quella di Catanzaro e di Reggio Calabria, sono state commissariate per infiltrazioni mafiose. La spesa sanitaria è fuori controllo mentre il contenzioso solo dell’Asp di Cosenza è arrivato a oltre 800 milioni di euro. In questa azienda sanitaria provinciale è stato accertato che una stessa fattura, molto spesso, è stata pagata due o addirittura tre volte. Sotto gli occhi di tutti, nel silenzio generale e strisciante. Per non parlare poi degli appalti in prorogatio come per il servizio di ristorazione dell’Asp di Cosenza».

«All’Asp di Reggio Calabria sono 39 invece le gare scadute e che nessuno mette al bando. Ci si gira dall’altra parte. A queste va aggiunta anche quella del servizio di vigilanza. Centinaia di milioni di euro in Calabria sprecati ogni anno per affidamenti in prorogatio che provocano la fornitura di servizi inferiore ai livelli di standard richiesti ma a costi maggiorati, con evidente danno erariale».

«È del tutto evidente – conclude Guccione – che l’istituto del commissariamento della Regione Calabria per la fuoriuscita dall’emergenza sanitaria è completamente fallito. Ha clamorosamente e miseramente fallito. Bisogna guardare al superamento della fase di commissariamento e proporre l’affiancamento delle regioni in dissesto economico e sanitario ad una regione virtuosa, per intraprendere un percorso che risani i conti, aumenti la qualità delle prestazioni e dei Livelli essenziali di assistenza. Una “sorella” più brava che affianchi la Calabria nel superamento drammatico della crisi, che è finanziaria ma anche di sistema, di civiltà. Si potrebbe inoltre nominare dei “mini commissari” per superare le singole criticità, restituendo così in parte i poteri in mano alla Regione, che non può più essere spettatrice, se non del tutto nemica, del risanamento».

Tenta di incendiare l’abitazione dell’ex compagna, in manette

Ha lanciato oggetti contro la finestra dell’abitazione della ex compagna e poi ha incendiato la tapparella facendo propagare le fiamme all’interno della casa. L’uomo, L.D., di 34 anni, è stato arrestato dai carabinieri della sezione radiomobile e della stazione Reggio Calabria Rione Modena con le accuse di tentato omicidio, atti persecutori, minacce e danneggiamento.

Dopo avere lanciato pietre e arance contro la finestra, danneggiando le vetrate, l’uomo ha cosparso di liquido infiammabile una tapparella al piano terra dandovi fuoco. E’ stata la donna, accortasi del fumo, a chiamare i carabinieri.

Quando i militari sono giunti sul posto, L.D. era ancora intento a lanciare oggetti contro l’abitazione. Una volta spente le fiamme, l’uomo è stato arrestato mentre la donna, tranquillizzata dal militare specializzato per questi tipi di reati, è ritornata serenamente nella propria casa.

Prefetta Galeone incastrata per meno di “30 denari”. Cos’è successo tra le due “amiche”?

Induzione indebita a dare o promettere utilità. E’ questo il reato che la Procura di Cosenza contesta al Prefetto di Cosenza Paola Galeone finita stamane ai domiciliari per mani della Squadra mobile di Cosenza che ha notificato il provvedimento nell’abitazione della donna a Taranto.

Secondo l’accusa, l’alto funzionario dello Stato avrebbe intascato dall’imprenditrice Cinzia Falcone, presidente dell’associazione Animed, 700 euro derivanti dal fondo che il Viminale assegna ogni anno ai prefetti per spese di rappresentanza. Per distrarre la somma residua, altrimenti sarebbe tornata al ministero, la Galeone avrebbe proposto in soldoni alla Falcone di emettere una fattura fittizia di 1220 euro, per poi pattuire settecento per lei e 500 per l’imprenditrice, la stessa che l’ha incastrata spifferando tutto alla Polizia. Gli agenti hanno poi ripreso lo scambio in diretta in un bar dove le due protagoniste si erano dati appuntamento “per un caffè”. Se le accuse dovessero reggere, il pubblico ufficiale rischia da sei anni a 10 anni e sei mesi di reclusione, secondo quanto recita l’articolo 319 quater del codice penale.

La Procura guidata da Mario Spagnuolo ha fatto sapere che le indagini proseguono per accertare eventuali altri fatti penalmente rilevanti. Da quanto si apprende, la Squadra mobile sta passando al setaccio i movimenti in denaro della Prefettura di Cosenza per capire se vi siano state analoghe condotte in passato, almeno dal 2018 in poi, anno in cui la Galeone si è insediata a Cosenza.

Ma non solo, l’indagine potrebbe riguardare anche agli anni precedenti. Oltre ai conti correnti personali, sotto la lente degli investigatori potrebbero finire anche altri tipi di attività, come i finanziamenti autorizzati dalla Prefettura ad associazioni ed enti per la gestione di immigrati al fine di verificare se tutto sia avvenuto secondo la legge. La Falcone è presidente dell’Animed, associazione che gestisce il Centro di accoglienza straordinario per migranti di Camigliatello Silano, per questo da tempo in cooperazione con la prefettura.

Si spulcia pure nei rapporti, definiti stretti, tra l’accusatrice Falcone e la Galeone. Rapporti che pare andassero oltre i canoni istituzionali. In alcuni WhatsApp in mano alla Polizia la Galeone risponderebbe ad un messaggio della Falcone in cui le annuncia che “insieme” avrebbero “fatto grandi cose”. Un messaggio così confidenziale che la dice lunga sul rapporto distinto che dovrebbe esserci tra una rappresentante di un ente che pure opera istituzionalmente con la prefettura, e la massima carica del governo in città che è tenuta a vigilare sul corretto operato degli enti che ricevono contributi dal ministero dell’Interno.

E la conferma del rapporto confidenziale arriva dal fatto che la Prefetta avrebbe proposto il presunto “patto” di spartizione, tra l’altro molto esiguo in termini di quattrini, ad una persona, la Falcone, di cui evidentemente si fidava ciecamente. Patti del genere non si propongono infatti al primo che passa in Piazza 11 Settembre, o altrove.

Al di là del reato consumato dalla Galeone, (anche se il gesto è grave lo stesso, va detto che 700 euro sono una cifra ridicola per un alto funzionario che guadagna almeno dieci, quindici volte tanto ogni mese), in questa torbida storia resta ancora un grande mistero: cosa sia stato l’elemento di “rottura” tra le due “amiche”, se tali erano, che ha spinto l’una a incastrare l’altra?! E’ questo il nocciolo su cui gli inquirenti sono chiamati a fare chiarezza, quello che in gergo di cronaca, in ogni atto criminale, è chiamato il “movente”.

Dino Granata 

Elezioni regionali in Calabria, ecco come si vota

Elezioni regionaliIn Calabria si voterà per le elezioni regionali domenica 26 gennaio 2020 dalle ore 07.00 fino alle 23.00. Il sistema elettorale calabrese, modificato nel 2014 per superare alcuni rilievi di incostituzionalità sollevati dal governo nazionale all’epoca in carica, è un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Il Consiglio regionale è composto da 30 seggi, compreso il seggio assegnato al presidente della Giunta regionale.

L’80% dei seggi del Consiglio regionale (24) è ripartito proporzionalmente in 3 circoscrizioni: Cosenza (9), Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia (8), Reggio Calabria (7). Per essere ammessi alla ripartizione dei seggi le coalizioni di liste devono superare l’8%, mentre le singole liste circoscrizionali devono superare il 4% dei voti a livello regionale. I restanti 6 seggi sono assegnati alle liste che appoggiano il presidente eletto qualora queste non raggiungano il 50% dei seggi (ovvero 15 su 30) nel riparto proporzionale.

Altrimenti, se la coalizione raggiunge o supera il 50% dei seggi, ottiene un premio dimezzato, di 3 seggi. Qualora la coalizione vincente non raggiunga i 16 seggi (il 55%) perfino dopo l’assegnazione del premio intero, è prevista l’’attribuzione di questi seggi aggiuntivi togliendoli da quelli attribuiti alle liste di opposizione.

L’elettore dispone di due voti, uno per il candidato presidente e uno per una lista provinciale. Qualora l’elettore esprima il suo voto soltanto per una lista provinciale il voto si intende validamente espresso anche a favore del candidato presidente collegato a quella lista.

Il candidato presidente che risulta secondo viene comunque eletto consigliere regionale: alle precedenti elezioni regionali del 2014 questa possibilità era stata esclusa in base a una modifica della legge elettorale calabrese, ma successivamente è stata ripristinata da una sentenza della Corte Costituzionale dopo che la seconda arrivata, Wanda Ferro era stata estromessa e per questo fece un ricorso vinto due anni dopo.

Inoltre, in Calabria non è prevista la possibilità di esprimere un voto disgiunto, già escluso dalla competizione del 2014: in sostanza, oggi l’elettore può esprimere il suo voto solo per il candidato alla carica di presidente collegato alla lista provinciale prescelta.

L’elettore può inoltre esprimere una sola preferenza per un candidato della lista prescelta: a differenza di altre Regioni, infine, in Calabria non è stata introdotta la doppia preferenza di genere, nonostante nella scorsa legislatura siano state presentate in questo senso diverse proposte di modifica della legge elettorale.

Quasi un metro di neve in Sila, per la gioia dei turisti ma gli impianti sono chiusi

Circa 80 centimetri di neve in vetta e il bel tempo di questo inizio anno stanno facendo registrare un picco di presenze in Sila. Soddisfatti a metà gli operatori turistici che è vero, stanno registrando il tutto esaurito già dall’ultimo fine settimana del vecchio anno, ma gli impianti sciistici risultano chiusi per le solite “anomalie” che si registrano ogni anno di questi periodi.

Una bellissima Sila innevata, letteralmente presa d’assalto da curiosi, turisti da fuori regione e amanti degli sport invernali, che hanno scelto di trascorrere la fine delle vacanze natalizie tra Camigliatello e Lorica, località esclusive in Sila dove però non trovano servizi e impianti in funzione.

Diverse le attività proposte dalle scuole di sci e dalle associazioni, che permettono di effettuare escursioni e attività amatoriali su neve.

Corruzione, arrestato il Prefetto di Cosenza Galeone. E’ ai domiciliari

Il Prefetto di Cosenza Paola Galeone

Il prefetto di Cosenza Paola Galeone, 58 anni, è stata arrestata e posta ai domiciliari con l’accusa di corruzione. Stamane ad eseguire la misura cautelare, emessa dal gip su richiesta della Procura bruzia, la Polizia di Stato, a Taranto, dove la rappresentante di governo si trova dopo essersi messa in aspettativa in seguito al caso scoppiato la vigilia di Capodanno. Il reato contestato è di induzione indebita a dare o promettere utilità.

Il provvedimento scaturisce da una denuncia di una imprenditrice cosentina, Cinzia Falcone, presidente dell’associazione “Animed”, che prima di Natale ha riferito alla Polizia il tentativo di corruzione proposto dalla prefetta, cioè emettere una fattura fittizia per potersi spartire 1.200 euro provento delle disponibilità residue che il Viminale assegna ai prefetti per spese di rappresentanza istituzionale. Il presunto patto prevedeva che alla Galeone spettassero 700 euro, mentre all’imprenditrice 500.

Dopo la denuncia, avvenuta il 23 dicembre, la Squadra mobile della Questura di Cosenza diretta da Fabio Catalano ha proposto un incontro in un bar nel centro cittadino, quello di fronte la prefettura, per cogliere in flagranza di reato lo scambio della “bustarella”. L’incontro avviene il 28 dicembre. I poliziotti hanno video-ripreso tutto, e nel bloccarla all’uscita del locale, gli agenti avrebbero trovato le banconote, preventivamente segnate, nella borsa dell’esponente di governo.

L’arresto in flagranza non è scattato il giorno dello “scambio” pare perché dovevano essere svolti altri accertamenti. Indagini poi concluse dalla Polizia che, coordinata dalla procura, avrebbe poi dimostrato le presunte responsabilità della Galeone.

“La Procura – spiega in una nota il procuratore capo Mario Spagnuolo -, ha disposto una serie di riscontri, operati con prontezza e particolare professionalità dalla Squadra mobile, che hanno positivamente confermato l’ipotesi di accusa. L’indagine prosegue al fine di accertare eventuali ulteriori fatti penalmente rilevanti”.

Chi è Paola Galeone
Cinquantotto anni, Paola Galeone è prefetto di Cosenza dal 23 luglio del 2018. In precedenza aveva svolto le stesse funzioni a Benevento. La Galeone è stata assunta nell’amministrazione civile dell’Interno nel dicembre del 1987 ed assegnata, come prima sede, alla Prefettura di Taranto, dove ha svolto vari ruoli.

L’imprenditrice che l’ha incastrata, Cinzia Falcone, è invece presidente di “Animed”, un’associazione che si occupa di tutela dei diritti delle donne. La donna è anche responsabile di un centro di accoglienza per migranti a Camigliatello Silano.

Da sinistra l’accusatrice Cinzia Falcone e il prefetto Galeone durante la consegna di un attestato

Galeone e Falcone si conoscevano bene da tempo, in quanto l’accusatrice aveva rapporti con la prefettura per via dei suoi impegni imprenditoriali, su tutti la gestione del Centro per migranti di Camigliatello Silano, struttura che collabora con i rappresentanti territoriali del governo per l’accoglienza dei profughi. E’ infatti il ministero dell’Interno che destina, attraverso le prefetture, le somme per la gestione degli immigrati.

Caso Paragone, il senatore: “Farò ricorso”. Ira dei militanti sui social per espulsione

Gianluigi Paragone

“Cari falsi probiviri, cari uomini del Nulla, voi avete paura di me perché io ho quel coraggio che voi non avete più. Contro la meschinità del vostro arbitrio mi appellerò”. Così Gianluigi Paragone in un post su Facebook annuncia il ricorso, dopo che il Collegio dei probiviri ha disposto la sua espulsione dal Movimento 5 Stelle.

Nel video che accompagna il post Paragone punta il dito contro una “volontà politica di espellere qualcuno perché è un rompicoglioni, perché è qualcuno che ti sta obbligando a prendere coscienza del fatto che le battaglie radicali, identitarie, antisistema del Movimento Cinque Stelle non sono combattute con quella forza. Ecco qual è la mia unica colpa, e quindi sono stato sbattuto fuori da questo nulla, il nulla di queste persone che si arrogano il diritto di prescindere dalla correttezza delle norme”.

“Ci sono tanti altri casi aperti prima del mio – scandisce – e ci sono tanti altri casi che dovrebbero essere disciplinati. Però Paragone deve essere buttato fuori, perché? Perché è uno strano Savonarola, è uno strano predicatore, che tra l’altro ci costringe a guardarci allo specchio. Questo Paragone si appellerà all’ingiustizia arbitraria dei probiviri, cioè degli uomini del nulla, guidati da qualcun altro che è il nulla”. “Io farò ricorso – annuncia – e se mi gira mi rivolgerò anche alla giustizia ordinaria”.

L’ira dei militanti sui social per l’espulsione
Attestati di stima, stupore e tanta amarezza. Gianluigi Paragone espulso dal Movimento Cinquestelle raccoglie, almeno finora, la solidarietà dei suoi sostenitori. Tantissimi infatti i messaggi dei militanti destinati al senatore dopo la dura decisione dei Probiviri pentastellati, che ora finiscono nel mirino insieme ai vertici sotto all’ultimo post del giornalista. Post dove, tra l’altro, il M5S viene definito il “nulla”. Presenti (ma in netta minoranza) anche i detrattori, che puntano il dito contro l’ex conduttore, accusandolo di aver “seminato zizzania” dal suo approdo nel Movimento per favorire in qualche modo l’ex alleato leghista.

“Coerenza” sembra essere la parola chiave di ogni commento a favore. Agli occhi dei grillini arrabbiati e amareggiati, il senatore appare come “l’unico rimasto coerente con le idee che avevano fatto grande il movimento”, “l’unico coerente con le promesse elettorali”, “uno dei pochi coerenti con i principi del Movimento”, “uno dei pochi del M5S rimasto coerente con il programma alle politiche del 2018”. Un “grave errore”, insomma “espellere un’anima vera contro le ingiustizie”. “Dove sta andando a sbattere il movimento?” la domanda che rimbalza di messaggio in messaggio; “eri l’unico che poteva rilanciare i 5 Stelle sostituendo Di Maio, ti hanno fatto fuori per gestire le ultime briciole di potere che conservano”, la teoria che circola fra i più.

“Questo – sentenziano ancora – è uno dei tanti mattoni che vengono a mancare e tra poco del movimento resteranno solo macerie, tra chi migra per altri lidi e chi viene cacciato va a finire che resteranno solo di Maio e Grillo nel partito”, ragionano, mentre bollano l’espulsione come “l’inizio della fine dei 5stelle”. La ‘cacciata’ di Paragone, insomma, non va proprio giù ai militanti. Ed è così che in decine e decine di messaggi parte l’invito a formare con gli altri ex “un nuovo movimento, così saranno loro i veri espulsi dai cittadini”.

Ma non c’è solo la solidarietà. Nei confronti di Paragone, ecco arrivare anche diverse critiche da una minoranza particolarmente agguerrita. “Basta contare la quantità di leghisti che ha sempre pascolato nella tua pagina per capire che l’espulsione avrebbe già dovuto avvenire da tempo. Torna a casa, leghista: questo, sì, sarebbe un gesto coerente”, sbottano. E ancora: “Hanno fatto bene… Non hai fatto altro che lanciare contro sondaggi. Hai votato spesso contro… pretendi che ti fanno la statua? Di un movimento – accusano – se ne sposa la linea politica. E tu non hai fatto altro che andare contro. Capisco avete idee diverse ma così no”. “Per coerenza – attaccano – avresti dovuto dimetterti, ma hai aspettato di essere espulso per rincarare la dose delle colpe da addebitare ai penta stellati! Sei un’inutile marionetta”. D’altra parte, sostengono, “Paragone dal primo giorno ha seminato zizzania, contestando quasi tutte le scelte dei 5 stelle”. “Suppongo abbia sapientemente provocato l’espulsione”, la conclusione di chi ha una certezza: “Questo – scrivono – è l’ennesimo regalo fatto all’amico Salvini”.

Giudiceandrea (Pd) a favore della nuova provincia della Sibaritide

“Uno degli obiettivi della prossima giunta regionale dovrà essere, a mio avviso, aprire un serio ragionamento sull’istituzione di una nuova provincia calabrese che riguardi l’intera fascia jonica o comunque il territorio della Sibaritide”. Lo afferma in una nota il candidato Pd al Consiglio regionale Giuseppe Giudiceandrea.

“I tempi – aggiunge – sono ormai maturi per discutere, senza campanilismi, dell’opportunità di ridisegnare i confini e le competenze territoriali che riguardano quella fascia di popolazione. Basterebbe soffermarsi a riflettere sulle comuni necessità e sui punti di congiunzione che hanno le città della fascia jonica cosentina e quelle crotonesi. Oltre che condividere un immenso patrimonio storico-culturale hanno mercati simili come quello dell’agroalimentare ad esempio o quello turistico.

“A favorire questo sviluppo – spiega l’esponente dem – c’è la legge per la Fusione dei Comuni, che mi ha visto lottare strenuamente per l’approvazione, e che ha portato enormi benefici alla neonata città unica di Corigliano-Rossano che potrebbe essere il co-capoluogo di questa nuova provincia insieme a Crotone”.

“È uno spunto, quello della costituzione di una nuova provincia, sul quale la nuova Regione dovrà soffermarsi con grande attenzione per cercare una riorganizzazione di un territorio così complesso e importante per cui tanti cittadini si stanno battendo da Sibari a Isola Capo Rizzuto senza escludere nessuno dei Comuni coinvolti. I movimenti – conclude Giudiceandrea – che lavorano a questa suscitano il mio interesse e mi avranno come alleato in questo percorso”.

Il caso Paragone spacca il M5s. Di Battista lo difende: “E’ un vero grillino”

Alessandro Di Battista (Ansa)

“Gianluigi (Paragone) è infinitamente più grillino di tanti che si professano tali. Non c’è mai stata una volta che non fossi d’accordo con lui. Vi esorto a leggere quel che dice e a trovare differenze con quel che dicevo io nell’ultima campagna elettorale che ho fatto. Quella da non candidato, quella del 33%. Buon anno a tutti amici miei”. Lo scrive Alessandro Di Battista che prende così le difese del senatore espulso ieri dal MoVimento. Lo fa però non dai suoi profili social, ma commentando un post di un’attivista M5S.

“Ringrazio Alessandro Di Battista per le belle parole che usato per me, in mia difesa. Ale rappresenta quell’idea di azione e di intransigenza che mi hanno portato a conoscere il Movimento: stop allo strapotere finanziario, stop con l’Europa di Bruxelles, stop con il sistema delle porte girevoli, lotta a difesa dei veri deboli, stop alle liberalizzazioni che accomunano Lega e Pd. Io quel programma lo difendo perché con quel programma sono stato eletto. Ale lo sa”. Lo scrive su Facebook Gianluigi Paragone, espulso ieri dal MoVimento, in risposta alla ‘difesa’ giunta sempre via social da Di Battista.

“Sono stato espulso dal nulla. C’era una volta il 33%….ora..”, aveva scritto Gianluigi Paragone sulla carta intestata del Senato, in un messaggio scritto a penna. La foto è stata pubblicata su Facebook dopo la notizia dell’espulsione.

 

In una intervista di fine dicembre il senatore e giornalista aveva detto che dalle politiche del M5s fatte negli ultimi mesi, in particolare l’abbraccio governativo con il Pd, il “Movimento è morto” dopo la metamorfosi di questi venti mesi, in cui da movimento populista fatto di sola Base, il M5s è diventato un partito verticistico, quindi perdendo “le sue origini”.

Paragone aveva fiutato l’espulsione e rilevato come tra i probiviri ci fosse Fabiana Dadone, attuale ministro della pubblica amministrazione, “in conflitto”, dice, con i due ruoli. Tra le cause del defenestramento, anche il voto contrario espresso da Paragone sulla legge di bilancio. Sui social, intanto, continua la solidarietà, da parte di simpatizzanti e attivisti, per il senatore espulso.

Anche Sgarbi difende Paragone “Quando c’è uno che pensa lo cacciano”
“#movimento5purghe #movimento5patacche Espulso Gianluigi Paragone. Quando si accorgono che tra di loro c’è, incredibilmente, qualcuno che pensa, lo cacciano”. Così Vittorio Sgarbi in un post su Facebook e Twitter dopo che il Collegio dei probiviri del M5S ha disposto l’espulsione dal Movimento di Gianluigi Paragone.

In fiamme un furgone nel Vibonese

Un furgone è stato avvolto dalle fiamme la notte scorsa a Mileto, centro del Vibonese. Il rogo, sulla cui natura sono in corso accertamenti, è stato spento dai vigili del fuoco del Comando provinciale di Vibo Valentia. L’incendio, che ha distrutto un Iveco Daily di proprietà di un pensionato, è stato spento prima che si propagasse alle abitazioni vicine.

Sequestrata una discarica abusiva a Cosenza, 4 denunce

I Carabinieri Forestale di Cosenza, con il supporto logistico operativo del Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale e dei colleghi di Spezzano della Sila, San Pietro in Guarano e Montalto Uffugo, hanno eseguito stamattina un decreto di sequestro emesso del Gip Tribunale diretto al sequestro di due autocarri e di un’area ricadente a margine del Fiume Crati, ubicata tra Via Fratelli Sprovieri e Via Giovanbattista Lupia, trasformata in discarica da parte di due soggetti ritenuti responsabili del reato di attività di gestione non autorizzata di rifiuti speciali. Denunciati anche 4 imprenditori per deposito ed abbandono incontrollato di rifiuti speciali per essersi avvalsi di persone giuridicamente non autorizzate alla gestione dei rifiuti prodotti nell’ambito delle loro attività di impresa.

A seguito di segnalazione da parte di privati cittadini inerente il continuo abbandono incontrollato di rifiuti speciali in un’area prossima al perimetro abitato del capoluogo si accertava che un’area estesa circa 5000 mq, a seguito dell’abbandono di innumerevoli cumuli di rifiuti speciali di varia natura quali scarti di attività edile, parti di veicoli, rifiuti ingombranti, rifiuti elettrici ed elettronici ed altri rifiuti speciali riconducibili ad attività di impresa, era stata trasformata in una vera e propria discarica. A seguito della successiva attività di indagine, effettuata con specifici servizi e con l’ausilio di apparecchiature di videoripresa, venivano identificati gli autori che, in assenza delle previste autorizzazioni ambientali, e con l’ausilio degli autocarri in sequestro, svolgevano attività non autorizzata di raccolta, trasporto e smaltimento di rifiuti nella predetta area.

A seguito di tale attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza, ed attraverso accertamenti e rilievi sui rifiuti rinvenuti nell’area si accertava anche la penale responsabilità di 4 persone: il titolare di una palestra, una parrucchiera, un imprenditore edile ed il titolare di un’attività commerciale i quali, traendone un vantaggio economico e senza la benché minima attività di differenziazione dei loro rifiuti per l’avvio a recupero, ne avevano affidato lo smaltimento a persone non autorizzate alla gestione con il conseguente illecito abbandono incontrollato.

A conclusione di tale attività di indagine veniva disposto il sequestro preventivo dell’area adibita a discarica per le successive operazioni di bonifica e degli autocarri utilizzati dagli indagati per l’attività non autorizzata di raccolta, trasporto e smaltimento che sono soggetti a confisca obbligatoria in caso di condanna.

L’attività scaturisce dall’intensificazione dei controlli in materia di abbandono di rifiuti indifferenziati, tenuto conto che nel capoluogo rappresenta il 35% del totale della raccolta del servizio pubblico con conseguente aggravio della spesa pubblica.

Rinascita scott, il Riesame revoca i domiciliari a Luigi Incarnato

Acqua, Incarnato Sorical : Qualcuno fa come gli struzzi
Luigi Incarnato

Il Tribunale della Libertà di Catanzaro ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare revocando gli arresti domiciliari nei confronti del segretario calabrese del Psi e commissario della società di gestione degli acquedotti Sorical, Luigi Incarnato, arrestato nel maxi blitz della Dda di Catanzaro “Rinascita Scott”.

Incarnato è accusato di corruzione elettorale. Secondo l’accusa, in occasione delle elezioni politiche del 2018, in cui era candidato nella lista del Pd, Incarnato avrebbe offerto la propria collaborazione in cambio di voti a Pietro Giamborino, ex consigliere regionale del Pd ritenuto legato a cosche del vibonese, e Pino Cuomo.

Il legale di Incarnato, Franz Caruso, ha espresso la sua soddisfazione per la decisione del Tribunale del riesame. “Come abbiamo sempre detto – ha affermato – abbiamo fiducia nella magistratura giudicante che ha fatto giustizia di una misura particolarmente afflittiva e, a nostro avviso, abnorme e particolarmente ingiusta”.

Muore la moglie dell’assessore di Cosenza Lino Di Nardo, il cordoglio del sindaco

assessore Lino Di Nardo
L’assessore Lino Di Nardo

Il Sindaco Mario Occhiuto ha espresso profondo cordoglio per la scomparsa, avvenuta questa mattina, della signora Giovanna Florio, moglie dell’Assessore Lino Di Nardo. “Esprimo – sottolinea il Sindaco, a nome di tutta la Giunta di Palazzo dei Bruzi – la mia più affettuosa vicinanza all’amico e Assessore Lino Di Nardo, per la scomparsa della moglie.

“La vicenda umana della signora Giovanna, da più di 4 anni sofferente, ci ha sempre colpiti molto da vicino, rafforzando ancor di più il legame con l’amico Lino. In questo doloroso momento un pensiero particolare va anche e soprattutto ai figli chiamati ad una prova di coraggio non indifferente indotta dalla perdita di un riferimento importantissimo come la figura materna”.

Alle condoglianze del Sindaco Occhiuto si sono aggiunte quelle del Presidente del Consiglio comunale, Pierluigi Caputo, che ha espresso il suo cordoglio personale e di tutto il civico consesso di Palazzo dei Bruzi.

La signora Giovanna Florio, già dipendente dell’Archivio di Stato, si era successivamente trasferita alla Biblioteca Nazionale dove, dal 2005, era responsabile degli eventi dell’istituzione culturale.

Il M5s espelle il “ribelle” Paragone. La replica: “Io espulso da un Movimento morto”

Gianluigi Paragone

Il Collegio dei Probiviri del M5s, composto da Raffaella Andreola, Jacopo Berti e Fabiana Dadone, a quanto si apprende, ha disposto l’espulsione dal Movimento di Gianluigi Paragone, senatore eletto a marzo 2018. L’espulsione è già stata comunicata all’interessato e, tra le altre cose, viene motivata anche con il voto espresso in difformità dal gruppo parlamentare sulla legge di bilancio.

Sono stato espulso dal nulla. Quando perdi 2 elettori su 3 ti espelle il nulla. Sono uno dei tanti elettori espulsi dal Movimento di Palazzo”, è la replica di Gianluigi Paragone, commentando la sua espulsione dal M5S.

Paragone, uno dei più contrari all’intesa tra stellati e Pd (simpatizzava per il governo con la Lega), aveva espresso il suo dissenso in particolare sull’appiattimento del movimento alle posizioni dell’Ue, contro cui si è da sempre battuto; proprio per quelle sue battaglie era stato infatti candidato al Senato, quando però i pentastellati si presentavano all’elettorato con un programma tutto anti Ue e antisistema e per questo aveva preso il 32,5% dei voti.

Poi l’incomprensibile metamorfosi interna del partito guidato da Di Maio non ha convinto il giornalista – anche noto per le sue battaglie contro il sistema bancario -, ad “allinearsi” al nuovo corso dei grillini, da qui l’espulsione che certamente farà discutere, perché dalle cronache di altre espulsioni sembra che i Cinquestelle – prima solo Popolo, ora solo un partito verticistico -, non gradiscano il dissenso.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso sul caso Paragone è stata una recente intervista in cui affermava che il M5stelle “è morto” perché “ha perso le sue radici di movimento antisistema”. 

“Che cosa ci faccio oggi io nel Movimento? Io sono come Spirit, il cavallo selvaggio, e d’altra parte loro mi avevano preso per questo. Io sono oggi quello che loro erano alle origini e che ora non sono più perché il sistema li ha addomesticati” aveva detto Paragone,  in una intervista al Quotidiano nazionale lo scorso 29 dicembre 2019.

Un foglio del Senato in cui Paragone scrive di essere stati espulsi dal nulla

Paragone era già convinto che lo espellevano: “Ci proveranno, certo. Forse ce la faranno pure, ma poi metterò in evidenza che il collegio dei probiviri è composto da persone che sono incompatibili, come la ministra Dadone che non può essere ministro e probiviro insieme, poi mi appellerò all’espulsione e a quel punto se la prenderanno comoda e io dovrò andare dal ministro della Giustizia Bonafede a dirgli che lui non è in grado di garantire tempi certi di giustizia neanche all’interno del Movimento. E se tutto questo poi non dovesse bastare – aggiunge -, allora resterà sempre la giustizia ordinaria. Perché se tutti quelli che non hanno pagato, come, invece, ho fatto io, hanno disatteso la regola della rendicontazione non verranno espulsi, allora vorrà dire che tutto questo è solo una truffa”. Il Movimento, analizza anche, “in questo momento si è accucciato, nella sua parte di governo, all’area progressista di questo Paese, mentre un’altra parte non sa di preciso dove andare e c’è ancora una terza parte che, come me, è rimasta alle radici di nucleo politico antisistema che a mio giudizio stava meglio con la Lega perché insieme rappresentavano meglio le forze antisistema”. “Il Miur – aggiunge – è stato spacchettato per una questione di poltrone”.

Aiello (M5s): “Usciamo dalla rete e incontriamoci, possiamo farcela”

“Per la Calabria dovrà essere l’anno del riscatto, della rinascita”. Lo ha detto Francesco Aiello, candidato del M5s alla presidenza della Regione Calabria in un video-messaggio di auguri sui social.

“Usciamo dalla rete – è l’appello di Aiello – , incontriamoci, uniamo le nostre energie, le nostre intelligenze, il nostro entusiasmo. Possiamo farcela: possiamo bonificare la politica, creare occupazione, migliorare la sanità, programmare il futuro della nostra terra da qui ai prossimi 10 anni. Come diceva Gioacchino da Fiore, – conclude il docente – è prossimo l’avvento del Terzo stato, quello della libertà!”

Domenica scorsa Aiello ha incontrato i candidati consiglieri della lista “Calabria civica” e del MoVimento 5 Stelle. Presenti alcuni parlamentari pentastellati, tra cui Parentela e l’eurodeputata Ferrara, nel corso dell’incontro si è parlato di idee, progetti e programmi per le prossime elezioni regionali.

“E’ questo – ha detto Aiello – che ci rende una grande squadra, affiatata, decisa, pronta. Crediamo in un futuro migliore e lo costruiamo. Sarà una Calabria nuova, viva, forte. In crescita”.

Capodanno a Cosenza, piazza gremita per il rapper Clementino

Il Capodanno cosentino è ancora un successo che porta la firma di Clementino, il rapper campano, acclamatissimo dai tantissimi giovani che hanno gremito stanotte Piazza XV marzo, centro nevralgico dell’evento con il quale Cosenza ha salutato l’arrivo del 2020.

Ma a garantire la riuscita del Capodanno è stata anche la macchina organizzativa messa in piedi in pochissimi giorni dall’Amministrazione comunale, grazie al prezioso supporto di Polizia Municipale, Questura, Carabinieri e Vigili del Fuoco che hanno garantito la sicurezza e la pubblica incolumità con un Piano studiato fin nei minimi particolari. Un importante contributo è venuto anche dall’Amaco che ha garantito per tutta la notte, dalle 22,30 fino alle 5,00, i collegamenti tra Piazza dei Bruzi ed il centro storico.

Il Sindaco Mario Occhiuto ha espresso, a questo proposito, viva soddisfazione per come tutto si è svolto nel pieno rispetto del Piano di sicurezza predisposto dalle forze dell’ordine. “Anche quest’anno – ha detto il Sindaco – Cosenza ha rinnovato la sua tradizione e si è vestita a festa per il primo giorno dell’anno, con tanti giovani nelle piazze e in giro per i locali e le strade della città dove hanno brindato al 2020 in assoluta sicurezza”.

Occhiuto ha inteso ringraziare “le decine di migliaia di persone che hanno partecipato all’evento in modo gioioso e responsabile. La macchina organizzativa – ha aggiunto il Sindaco Occhiuto – è stata impeccabile. Hanno funzionato i servizi pubblici predisposti nel dettaglio dall’Amaco e ha funzionato il piano della mobilità. Ringrazio la Giunta e i miei collaboratori, il comandante della Polizia Municipale Giuseppe Bruno e i suoi instancabili agenti che hanno avuto un ruolo fondamentale sia per la chiusura delle strade che per la collaborazione alla gestione dell’ordine pubblico. La sinergia tra istituzioni – ha aggiunto Occhiuto – ha visto il preziosissimo contributo del Questore con il coordinamento operativo del Dott.Cantafora, dei Carabinieri, dei Vigili del Fuoco. Grazie, davvero, a tutti. Un ulteriore grazie, poi, come sempre, agli operatori di Ecologia Oggi e delle Cooperative sociali che si occupano della pulizia della città. Grazie – ha concluso il Sindaco il suo messaggio– ai medici delle unità di soccorso, ai dirigenti e ai funzionari comunali e grazie, infine, soprattutto a questa bellissima città che ci fa sentire come sempre, orgogliosi di essere cosentini”.

Ed è stato proprio il Sindaco Occhiuto a salire sul palco di Piazza XV Marzo poco dopo lo scoccare della mezzanotte per formulare gli auguri alla città per l’arrivo del 2020. “E’ il nono Capodanno che facciamo in piazza – ha detto il Sindaco Occhiuto – e Cosenza ormai è una vetrina. Non è solo il Capodanno, però. Abbiamo – ha aggiunto Occhiuto – tantissimi eventi e tanti spettacoli grazie ai quali Cosenza si è ritagliata una sua riconoscibilità all’esterno, proprio per quanto siamo riusciti a costruire proponendo un’offerta quanto mai varia che ha imposto Cosenza come città scenario di eventi all’aperto”. Salutando l’arrivo del 2020, Occhiuto ha aggiunto che “l’anno appena trascorso non è stato bellissimo; gli ultimi mesi non sono stati fantastici, ma noi guardiamo avanti perché stiamo realizzando tante opere e perché ci saranno tante nuove attività. Vorremmo trasmettere a tutti voi una forza rinnovata, profondendo al massimo ogni sforzo per rendere la nostra città sempre più bella. Gli anni futuri saranno sicuramente migliori soprattutto per voi giovani che siete qui numerosissimi. Ogni anno il nostro Capodanno lo abbiamo orientato proprio verso i giovani. Grazie ragazzi, auguri a tutti di cuore. Evviva Cosenza!”.

Il breve saluto del Sindaco Occhiuto ha poi lasciato il posto al concerto di Clementino che sin dalle prime battute ha stabilito con il pubblico di Cosenza un feeling particolare ed una grande interazione, soprattutto negli applauditissimi momenti di freestyle dispensati a piene mani ai suoi numerosissimi fans. Buona parte delle rime improvvisate da Clementino hanno avuto ad oggetto Cosenza, la Sila e la Calabria, una terra alla quale- ha detto – si sente molto legato, ricordando i suoi inizi come animatore a Fuscaldo Marina e a Paola. Altre rime dedicate a Rino Gattuso, il coriglianese di Calabria, nuovo allenatore della squadra del Napoli per la quale Clementino tiene in modo particolare. Grande energia quella trasmessa al pubblico di Cosenza dal rapper che ha cantato dall’1,30 fino alle 3,00, proponendo il meglio del suo repertorio. Brani tratti dai suoi albun di successo: da “I.E.N.A.”, “Mea Culpa”, “Miracolo”, “Vulcano”, fino al più recente “Tarantelle”, con oltre 13 milioni di strean su Spotify in sole due settimane. Uno stile quello di Clementino che non guarda solo al divertimento fine a se stesso, ma che carica di contenuti anche i messaggi rivolti ai giovani come ha confermato, qualche attimo prima di salire sul palco di Piazza XV Marzo, alla web tv del Comune. “Il mio rap italo-napoletano – ha detto Clementino – è il rap dell’anima come insegna il grande Pino Daniele ed il suo Neapolitan Power. Cerchiamo sempre di veicolare un bel messaggio ed è quella la prima cosa, perché i giovani ci ascoltano e se dai un messaggio cattivo subito viene interpretato male. Invece noi dobbiamo far capire che comunque il rap, oltre all’originalità e al divertimento, deve contenere anche un messaggio di positività”.

L’evento è stato presentato da Francesco Occhiuzzi e Francesca Lagoteta. A fare da apripista al rapper campano, vera star della serata, era stato il gruppo dei 911, seguito poi dagli emergenti Giovanni Segreti Bruno e Giacomo Eva. Dalle 3,00 in poi, fino alle prime luci dell’alba, i cosentini hanno potuto continuare a festeggiare l’arrivo del nuovo anno sulle note del D.J. set di Agovino e Nandjno. Una grande festa che molti avrebbero voluto continuasse ancora.

NOTIZIE DALLA CALABRIA

ITALIA E MONDO