6 Ottobre 2024

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Fiamme distruggono un fienile con 300 balle, indagini

Un incendio, sulla cui origine sono in corso indagini, si è sviluppato la notte scorsa in un fienile località Lago Acero nel comune di San Vito sullo Ionio.

All’interno della struttura, in legno e con copertura in lamiera, c’erano 300 rotoballe, macchine ed attrezzature agricole che sono andate completamente distrutte. Per spegnere il rogo sono intervenute varie squadre dei vigili del fuoco del comando di Catanzaro e del distaccamento di Chiaravalle Centrale.

Solo dopo otto ore di lavoro i vigili sono riusciti ad avere ragione delle fiamme. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di Cardinale. Sono in corso gli accertamenti sull’origine dell’incendio e non è esclusa la matrice dolosa.

Minaccia di morte moglie e figli, arrestato

Polizia commissariato rossano

Ha minacciato di morte, brandendo un coltello da cucina, la moglie e i figli urlando contro di loro frasi sconnesse e intimidatorie. Un uomo di 54 anni, T.S., è stato arrestato dagli agenti del Commissariato di Ps di Corigliano Rossano con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e atti persecutori.

I poliziotti, intervenuti a seguito di una segnalazione giunta al 113 per una lite in famiglia, hanno trovato e bloccato l’uomo che è stato sorpreso mentre urlava contro i congiunti costretti ad asserragliarsi in una stanza dell’appartamento.

Dalle immediate verifiche effettuate, gli agenti hanno rilevato le condotte reiterate è violente perpetrate dal cinquantaquattrenne che, nel tempo, avrebbero provocato nei componenti del nucleo familiare, stati di ansia e di terrore. Dai racconti raccolti sono emersi, inoltre, numerosi episodi con maltrattamenti, percosse e minacce. L’uomo è stato portato in carcere a Castrovillari.

È fissata per lunedì 6 gennaio, alle ore 9,30 all’interno della Casa Circondariale di Castrovillari, l’udienza per la convalida dell’arresto e l’interrogatorio di garanzia a carico del 54enne T.S., difeso dal penalista avvocato Francesco Nicoletti e accusato di maltrattamenti in famiglia e atti persecutori.

Vara della Madonna della Consolazione giunta a palazzo Campanella per restauro

La Vara della Madonna della Consolazione nella sede del Consiglio regionale a Reggio

E’ arrivata a palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale, portata a spalla da decine di persone, la Vara della Madonna della Consolazione, patrona della città di Reggio Calabria. La Sala Monteleone sarà per sei mesi il laboratorio di restauro dalla macchina processionale costituita da una monumentale cornice in argento che necessitava da tempo di un profondo restauro.

Era partita dalla Basilica dell’Eremo, dove per gran parte dell’anno è custodita, la sacra immagine che riveste un ruolo identitario profondo ed antico nella cultura e la fede della città dello Stretto. La prima celebrazione documentata della festività risale al 1592. Sarà un restauro aperto.

I lavori di restauro della Vara sulla quale lavorerà un gruppo di esperti del Mibact e della Soprintendenza Abap, potrà, infatti essere seguito da visitatori e online attraverso un collegamento internet sul sito del Consiglio regionale.

Il PD e la paura di perdere con Callipo. Appello alla mobilitazione di Zingaretti

Nicola Zingaretti

Appello alla mobilitazione del segretario nazionale del PD Nicola Zingaretti agli iscritti dem della Calabria, chiamati a profondere il massimo sforzo il vista delle prossime elezioni regionali in regione che vede il partito sostenere con altre due sole liste il candidato Pippo Callipo. Un numero esiguo per la coalizione di Centrosinistra che mette in seria difficoltà l’imprenditore vibonese rispetto alla candidata del Centrodestra Jole Santelli, a capo di sei liste, anche forti; nonché rispetto ai Cinquestelle guidati da Francesco Aiello, appoggiato dal M5s e la Civica Calabria e al geologo Carlo Tansi, sostenuto da altre tre liste qualificate.

La “legge” dei numeri, inutile negarlo, è al momento tutta in favore della Santelli che schiera in campo sei plotoni con truppe in grado di raccogliere voti, che poi sono la cosa più importante dal momento che i candidati presidenti vengono spinti in alto dalle liste.

Il Pd – notato il disimpegno di Mario Oliverio messo “fuori gioco” proprio da Zingaretti –  appare molto debole con tre sole liste. L’attuale governatore infatti, in campo da un anno e mezzo per la ricandidatura, aveva pronte alcune liste, secondo i bene informati ben 4, comprese due composte da sindaci e amministratori, ma di queste non ne ha fornito nessuna a Roma dopo il suo clamoroso ritiro. Come dire, ‘dopo le pugnalate da Roma, non presto più il fianco…’. Anzi, da quanto si apprende, il presidente della Regione, non ha mai visto né sentito Callipo in questi giorni. Segno di divisioni profonde nel centrosinistra.

Il segretario, notata l’aria che tira, oggi si vede costretto a siglare l’appello alla mobilitazione insieme al commissario Pd Calabria Stefano Graziano e al responsabile nazionale per il Mezzogiorno, Nicola Oddati, – gli stessi che chiedevano il passo indietro a Oliverio -, per dire che il voto del 26 gennaio “rappresenta uno spartiacque importante per il riscatto della Calabria. Il Partito Democratico, il centrosinistra unito e le forze civiche della coalizione hanno dimostrato di avere coraggio, mantenendo fede all’impegno di rinnovamento e cambiamento, superando anche divisioni e polemiche”.

“Con umiltà e responsabilità – spiegano Zingaretti, Graziano e Oddati – abbiamo deciso di appoggiare la autorevole candidatura a governatore di Pippo Callipo, imprenditore che vince e non si arrende, espressione della Calabria che resiste e che vuole rinascere per lavorare sul presente e consentire alle future generazioni di avere opportunità concrete per non essere costrette a lasciare la propria terra”.

“Come Partito democratico – aggiungono i tre – abbiamo fatto una sana autocritica, messo in discussione equilibri. Grazie al contributo di tutti, abbiamo compiuto scelte difficili nella fase di composizione delle liste, dimostrando con i fatti di incarnare la domanda di cambiamento che viene dai calabresi”.

“Abbiamo come sempre percorso la strada delle legalità e della trasparenza senza fare compromessi. La legalità – evidenziano – è un valore imprescindibile, in una terra dove spesso la politica è stata succube degli interessi della criminalità organizzata”.

“Tutti oggi hanno compreso che il nostro è un progetto sano, autentico, virtuoso, che ha già risvegliato l’entusiasmo di tanti calabresi, ai quali è drammaticamente chiaro il blocco di interessi di cui è portatore il centrodestra calabrese, sempre più in affanno e diviso”, è l’affondo di Zingaretti e i suoi colonnelli.

“Il Partito Democratico, con tutto il suo bagaglio di idee e valori, vuole prioritariamente tutelare la dignità della Calabria e i diritti dei calabresi. Oggi c’è grande entusiasmo attorno al nostro progetto, e grande fiducia attorno a Pippo Callipo. La nostra è l’unica coalizione libera e democratica, e il nostro è l’unico candidato Presidente credibile per guidare questa grande e bella Regione. Ma c’è bisogno – concludono Zingaretti, Graziano e Oddati – che tutte e tutti ci mobilitiamo attivandosi per far sì che il cambiamento da necessità e speranza diventi reale. Insieme, con #fiducia”.

Soleimani, venti di guerra tra Iran e Usa. Teheran giura morte all’America

Migliaia di iracheni hanno partecipato questa mattina a Baghdad al corteo funebre del generale iraniano Soleimani gridando – tra la sua bara e quella del suo principale luogotenente in Iraq, Abu Mehdi al-Mouhandis – “morte all’America”.

Il corteo ha sfilato tra le vie del distretto di Kazimiya, dove si trova un santuario sciita. Al termine, nella zona verde di Baghdad si è tenuto un funerale nazionale ufficiale alla presenza di molti leader iracheni.

I resti di Soleimani saranno portati in Iran dopo la cerimonia. Intanto, un comandante del gruppo paramilitare iracheno filo-iraniano Hashed Al Shaabi è stato ucciso nella notte in un nuovo raid aereo Usa a nord di Baghdad. Resta altissima la tensione fra Stati Uniti e Iran. Trump ribadisce di non volere la guerra, ma “siamo pronti a qualunque risposta sia necessaria”; la guida suprema iraniana Khamenei lo avverte: “Prepara le bare”.

“La risposta ad un’azione militare è un’azione militare. Da parte di chi? Quando? Dove? Lo vedremo”, ha detto l’ambasciatore iraniano all’Onu, Takht Ravanchi, in un’intervista alla Cnn. “Non possiamo rimanere in silenzio, dobbiamo agire ed agiremo”, ha aggiunto sottolineando che il raid degli Stati Uniti contro il generale iraniano Ghassem Soleimani “è stato un atto di guerra contro il popolo iraniano”.

Il ministero degli Esteri britannico ha sollecitato i cittadini del Regno Unito a non recarsi in Iraq ed evitare viaggi “non necessari” in Iran dopo il raid Usa nel quale è stato ucciso il generale iraniano Soleimani, riporta Sky news.

Potrebbe avere “conseguenze incontrollabili” l’uccisione da parte degli Stati Uniti del comandante delle forze di Qods, il maggiore generale Qassem Soleimani, riferisce il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres durante una conversazione telefonica ieri sera.

La coalizione anti-Isis in Iraq ridimensionerà la portata delle sue operazioni per “ragioni di sicurezza”. Lo ha detto un funzionario della Difesa Usa che guida la coalizione. “Condurremo limitate azioni contro lo Stato islamico assieme ai nostri partner laddove possano a loro volta sostenere i nostri sforzi”, ha dichiarato il funzionario spiegando che gli Stati Uniti “hanno rafforzato le misure di sicurezza nelle basi della coalizione in Iraq”.

Intanto, decine di migliaia di persone sono scese in piazza a Teheran in una manifestazione di protesta contro i “crimini” degli Usa, dopo l’attacco con un drone in cui è morto il generale iraniano Soleiman.

Secondo il presidente Usa, il generale doveva essere ucciso prima. “Ha ucciso o ferito gravemente migliaia di americani durante un lungo arco di tempo e stava complottando per ucciderne molti altri… ma è stato preso!”: ha twittato Donald Trump, secondo cui Soleimani “è stato direttamente e indirettamente responsabile per la morte di milioni di persone, compreso un grande numero di manifestanti uccisi di recente nello stesso Iran”. “Doveva essere fatto fuori molti anni fa!”.

Uccisione Soleimani, massima allerta per i militari italiani all’estero

Al centro il generale ucciso Qasem Soleimani (Ansa)

Il raid Usa in cui è rimasto ucciso il generale Qassem Soleimani espone a rischio anche i militari italiani schierati nelle aree in cui l’Iran potrebbe attuare la sua ritorsione e la Difesa innalza ovunque le misure di sicurezza dei contingenti, blindando le basi e limitando al minimo gli spostamenti. La decisione è dello stesso ministro Lorenzo Guerini, che da subito dopo l’attacco americano è in contatto continuo con il Coi, la struttura che gestisce tutte le operazioni fuori area, e con gli organismi di intelligence. In queste ore l’allerta è ai massimi livelli. Anche per quanto riguarda il fronte interno, la vigilanza è altissima. Non vengono segnalate minacce specifiche, ma sono stati potenziati alcuni servizi di controllo, in particolare quelli su siti riconducibili agli interessi americani e iraniani in Italia, come le rappresentanze diplomatiche o le sedi delle compagnie aeree. Il presidente del Copasir Raffaele Volpi si accinge a convocare i vertici dei servizi segreti per avere un quadro aggiornato della situazione.

Le ragioni dei rischi cui è esposta l’Italia, li spiega all’ANSA il generale Vincenzo Camporini, ex capo di Stato maggiore della Difesa e dell’Aeronautica, un ufficiale che di crisi internazionali ne ha viste parecchie. “Per la prima volta – afferma il generale – target dei raid Usa è stato non un ‘semplice’ terrorista, ma ma un personaggio politico di altissimo spessore. Ed avere attaccato il livello politico dell’avversario vuol dire avere innalzato l’escalation ad un gradino dove non si era mai arrivati prima. E’ stata varcata la linea rossa e non sappiamo cosa c’è dietro”.

Secondo Camporini “è difficile dire cosa succederà ora, ma di sicuro l’Iran dovrà reagire, non può perdere la faccia. In che modo? Nei confronti delle truppe americane sul terreno, forse, ma le truppe Usa sono modeste. Oppure contro Israele, che è il principale alleato degli Stati Uniti nell’area. A questo riguardo ricordiamo che in Libano la situazione politica è a dir poco confusa, gli Hezbollah sono filo iraniani ed è ipotizzabile una ritorsione contro Israele che passa attraverso la ‘Linea blu’, dove sono schierati 12.000 uomini delle Nazioni unite e un migliaio di italiani che hanno il comando della missione. E poi non dimentichiamo che abbiamo 800 addestratori proprio in Iraq e 300 militari in Libia, dove c’è un nostro ospedale”. Un altro generale, Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica e presidente della Fondazione Icsa, condivide le preoccupazioni di Camporini.

“Gli Usa con l’uccisione del generale Soleimani – afferma – hanno colpito un’icona, il simbolo della forza al servizio della teocrazia nata dalla rivoluzione. E’ uno step fondamentale e preoccupante di una escalation che dura da tempo e che si inserisce in un quadro già esplosivo con sullo sfondo la lotta secolare tra Iran ed Arabia Saudita, sciiti e sunniti”. “Si tratta – aggiunge – di un’ulteriore dissennata destabilizzazione dagli esiti incerti e senza apparente logica. Rabbia ed odio potrebbero essere difficilmente gestibili e le reazioni potrebbero essere di natura e dimensioni imprevedibili, anche per il nostro Paese”. Al Coi, il Comando operativo di vertice interforze, cioè la struttura della Difesa che gestisce tutte le operazioni italiane all’estero, c’è un filo diretto con i contingenti potenzialmente più esposti. Subito dopo l’attacco è stato fatto un punto di situazione con il ministro Guerini e con il capo di Stato maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli, che si è concluso con la decisione di innalzare ovunque le misure di sicurezza e di limitare al minimo gli spostamenti al di fuori delle basi.

A Capodanno inviati oltre cento miliardi di messaggi su WhatsApp

possibile eliminare messaggi su WhatsAppOltre 100 miliardi di messaggi sono stati inviati in tutto il mondo su WhatsApp il 31 dicembre 2019, un nuovo record per l’app di messaggistica targata Facebook. La notizia viene riportata dal sito The Indian Express che sottolinea come, solo in India, sono stati inviati oltre oltre 20 miliardi di messaggi dalla chat.

“Il 31 dicembre 2019 sono stati inviati più messaggi rispetto a qualsiasi altro giorno precedente nella storia decennale. Dei 100 miliardi di messaggi inviati, oltre 12 miliardi erano messaggi con disegno”, spiega la società di Zuckerberg alla testata. L’anno scorso alla vigilia di Capodanno, WhatsApp ha visto la condivisione di 75 miliardi di messaggi, tra cui oltre 13 miliardi di immagini e 5 miliardi di video.

Nel 2019 la messaggistica di testo è stata la funzionalità più popolare su WhatsApp in tutto il mondo, seguita dalle funzioni Status e Picture Messaging. Le chiamate e le note vocali sono state la quarta e la quinta funzione più popolare sulla chat. A febbraio 2018, WhatsApp aveva una base di utenti di oltre un miliardo e mezzo, l’app è cresciuta in diversi paesi, tra cui Brasile e India.

Regionali, Santelli a Cassano: “La Calabria ha diritto al futuro”

“La Calabria ha diritto al futuro, lo abbiamo intonato insieme in piazza e noi dobbiamo essere i primi a crederci davvero e fino in fondo”. Così Jole Santelli, candidata del centrodestra alla presidenza della Regione Calabria che ieri sera ha aperto la campagna elettorale a Cassano allo Ionio, presenti il consigliere uscente e ricandidato a palazzo Campanella Gianluca Gallo.

“Stasera in piazza a Cassano ho visto una squadra vera, con Giuseppe Pedà, Fulvia Michela Caligiuri e i tanti amici che hanno partecipato”, ha evidenziato la candidata.

“Sibari e Cassano – ha detto poi Santelli – sono simboli di una terra che racconta la storia del mondo occidentale, abbiamo un porto, i Laghi, un’area archeologica di inestimabile valore per l’intera Italia e su questo c’è una sfida insieme allo Stato con la nuova sovrintendenza autonoma di Sibari. Gli Scavi devono essere un grande attrattore di ricerca, turismo, sviluppo e occupazione per l’indotto”.

E domani la parlamentare azzurra sarà a Reggio Calabria dove avrà un incontro pubblico in Consiglio regionale. Sarà presente la presidente del Gruppo di Forza Italia alla Camera Mariastella Gelmini

Lieve scossa di terremoto in provincia di Cosenza

Una lieve scossa di terremoto di magnitudo 2.8 è stata registrata dopo le 3 di questa notte nel Cosentino, con epicentro a 2 chilometri da Altomonte e a tre da Acquaformosa.

Secondo l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, il sisma è stato localizzato a 76 km di profondità. Nessun danno.

Regionali, Graziano (Udc): “Rappresenterò il popolo della Famiglia”

“L’opzione civico-movimentista, liberaldemocratica e riformista de “Il Coraggio di Cambiare l’Italia, che trovano forte radicamento nel tessuto sociale calabrese, porterà all’interno dell’UDC anche la forza di idee e valori del Popolo della Famiglia. Dopo la sottoscrizione del Patto federativo, avvenuto lo scorso 29 novembre a Castrovillari, i due movimenti percorreranno una strada comune anche alle elezioni regionali del 26 gennaio prossimo. Giuseppe Graziano, candidato capolista dell’Unione di Centro, pronto a portare anche i valori e le idee del movimento di Adinolfi in seno alla massima Assise istituzionale calabrese”.

È quanto fa sapere lo stesso Graziano, candidato al Consiglio regionale (con l’Udc a sostegno di Jole Santelli, ndr), nonché presidente de “Il Coraggio di Cambiare l’Italia”, che presenterà – spiega una nota – “le sue proposte per una Calabria che oggi, più che mai, ha necessità di cambiamento, durante la convention politica, dapprima in programma per lunedì 6 e quindi annullata per un evento luttuoso che ha interessato la famiglia Graziano, che è stata riconvocata per Sabato 11 Gennaio 2020, alle ore 17.30, nella sala Magna Grecia dell’Hotel Roscianum, in contrada Momena a Corigliano-Rossano”.

“Quello che unisce “Il Coraggio di Cambiare l’Italia” e Il Popolo della Famiglia – prosegue il comunicato – è un progetto comune a tutela dei valori dell’identità, per riaffermare i diritti alla genitorialità, allo studio, alla salute e all’eguaglianza sociale e per creare una cortina difensiva ancora più forte contro le devianze giovanili. Principalmente su questo si basa il patto federativo sottoscritto tra la direzione nazionale del CCI ed il movimento presieduto da Mario Adinolfi che in Calabria è rappresentato da Eraldo Rizzuti, che hanno avviato di fatto un importante cammino politico-culturale comune sul territorio calabrese”.

“Qualora fossi eletto – dice Giuseppe Graziano – sarò una rappresentanza autorevole ed una voce forte all’interno del Consiglio regionale per riaffermare i diritti e i valori inalienabili della famiglia. MI farò portavoce delle istanze degli amici del Popolo della Famiglia in una realtà, come quella calabrese, che ha bisogno di tutelare e riaffermare i principi di solidarietà, sussidiarietà e solidarietà nei confronti di quanti continuano a vivere in una terra meravigliosa ma ancora afflitta da tantissimi problemi sociali”.

Trovato con dosi di cocaina nel rione Arghillà, arrestato

I Carabinieri di Reggio Calabria durante controlli nel rione Arghillà hanno arrestato Damiano Amato, 26enne con precedenti, accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

In particolare, i Carabinieri, durante il controllo di una persona agli arresti domiciliari, hanno fermato e sottoposto a perquisizione il 26enne il quale era nei pressi dell’abitazione dell’uomo sottoposto a misura cautelare.

All’esito della perquisizione, Amato, è stato trovato in possesso di 26 dosi di cocaina occultata all’interno della tasca del giubbino. Il giovane è stato subito dichiarato in stato d’arresto e posto agli arresti domiciliari a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Callipo incontra i giovani a Vibo: “La nostra rivoluzione inizia dall’ascolto”

Callipo incontra i giovani a Vibo: Nostra rivoluzione inizia dall’ascolto

«Il primo, rivoluzionario passo che deve fare chi aspira a guidare la Regione Calabria è ascoltare. Dovrebbe essere normale ma purtroppo non lo è». Così Pippo Callipo, candidato alla Presidenza della Regione, ieri sera a Vibo Valentia, dove ha incontrato nella sede del Sistema bibliotecario una nutrita platea di giovani per affrontare il tema della “questione generazionale”.

Callipo ha comentato i recenti dati di Unioncamere, secondo cui il 22% degli imprenditori under 35 calabresi negli ultimi sette anni ha scelto di realizzare la propria impresa fuori dalla Calabria, per poi sottoporsi alle numerose e incalzanti domande dei giovani intervenuti all’iniziativa, impegnati nel mondo dell’associazionismo, dell’università e del sociale. Tutti concordi nel “fotografare” la lontananza comunicativa delle classi dirigenti dalle nuove generazioni, i ragazzi presenti hanno comunque apprezzato l’approccio «pratico» ai problemi e il «linguaggio chiaro» dell’aspirante governatore. Il quale ha subito raccolto la sfida di «riempire il solco che si è creato tra i cittadini e la politica».

«In Calabria – ha aggiunto Callipo – ci sono tanti giovani bravi e appassionati che fanno della cultura, del turismo, dell’agricoltura la loro ragione di restare o di tornare in Calabria. La Regione non deve fare altro che ascoltarli e metterli in condizione di operare insieme, di aiutarsi reciprocamente, e creare gli spazi in cui possano costruire le loro proposte. In questi laboratori di idee, che dobbiamo tenere liberi dagli interessi della peggiore politica, può nascere il futuro della Calabria. Questa è la nostra rivoluzione. E il 26 gennaio si decide il nostro destino: non consegniamo la Calabria ai vecchi marpioni che stanno in alcune delle liste dei nostri competitor».

Tansi: “La strada verso la nuova Calabria passa dai trasporti”

Una locandina del candidato Carlo Tansi

“Ripensare la Calabria come un’unica grande città, con collegamenti migliori in maniera tale da costruire un sistema unico dei trasporti, all’interno del quale sorga una nuova Società di gestione del traffico aereo”. Lo ha detto Carlo Tansi a Pellaro durante un incontro con i cittadini.

“Ogni aeroporto – ha aggiunto – ha una sua funzione, una sua indipendenza, ma deve avere anche una forte interconnessione con gli altri. Non si tratta solo dell’aeroporto di Reggio, di Crotone o di Lamezia, noi dobbiamo rivedere il sistema della mobilità in tutta la Regione Calabria, di un sistema armonico di comunicazioni. Non deve crescere solo Reggio o solo Crotone, ma tutta la Calabria”.

“L’aeroporto di Lamezia – continua Tansi – è gestito bene, ma è anche vero che la Sacal ha attecchito nei decenni. Rispetto alla Sogas, la Sacal è cresciuta a dismisura, mettendo delle radici molto profonde all’interno del sistema dei trasporti regionale calabrese. A mio avviso per evitare che l’aeroporto di Reggio chiuda, ci vorrebbe una nuova società regionale di gestione del traffico aereo, istituita ex novo, così da non patire il retaggio latente della Sogas e soprattutto il retaggio ormai consolidato nella gestione del traffico”.

“In Calabria ci sono capacità manageriali e tecniche tali per una gestione ottimale di quell’algoritmo relativo all’utilizzo del sistema di trasporto aereo. La differenza alla fine la fa il mercato, e se c’è gente competente che sa intercettare le richieste del mercato con intelligenza e con preparazione e non quell’armata Brancaleone che gestisce da quarant’anni la Regione, questo ‘tesoro Calabria’ può arrivare, finalmente, in superficie”, conclude Tansi dando appuntamento ai cittadini e ai sostenitori domani 4 gennaio alle ore 16,30 alla biblioteca comunale di Bisignano e alle 18,30 alla Casa delle culture di Torano Castello.

Entra nel vivo la campagna per le regionali, la Gelmini a Reggio con Santelli

Mariastella Gelmini

Si apre sabato 4 gennaio, a Reggio Calabria, la campagna elettorale del Centrodestra per le elezioni regionali del 26 gennaio. Appuntamento alle 12 presso palazzo Campanella, nella sala Calipari, con la candidata di Forza Italia alla presidenza della Regione, Jole Santelli. Per questa occasione, interverrà la presidente del gruppo parlamentare azzurro alla Camera, Mariastella Gelmini.

Cento domande “senza filtri” per Callipo
“Ci vediamo sabato 4 gennaio a Lamezia Terme. Domande senza filtri. Botta e risposta sul futuro della Calabria. Non ho nulla da nascondere. Vi aspetto: insieme possiamo fare la rivoluzione”. Così il candidato alla Presidenza della Regione, Pippo Callipo, ha annunciato sulla sua pagina Facebook l’incontro “100 domande per Pippo” che si terrà sabato, alle 10,30, al “T Hotel” a Feroleto Antico.

Il candidato civico Carlo Tansi, supportato da tre liste, è stato invece a Pellaro dov’è intervenuto sulla questione dei trasporti. Domani 4 gennaio il candidato alla presidenza incontrerà i cittadini di Bisignano e Torano Castello, nel Cosentino.

Venerdì scorso, il Movimento 5 Stelle e Calabria Civica hanno presentato, a Catanzaro, il programma elettorale della coalizione a sostegno del candidato alla presidenza della Regione, il docente universitario Francesco Aiello. All’iniziativa hanno partecipato, oltre al candidato governatore, il sottosegretario ai Beni culturali, Anna Laura Orrico, il coordinatore della campagna elettorale delle Regionali, il deputato M5S Paolo Parentela, l’europarlamentare Laura Ferrara e altri rappresentanti istituzionali del Movimento 5 Stelle. A chiudere la presentazione, declinando gli aspetti salienti del programma elettorale delle due liste a sostegno di Aiello, è stato lo stesso candidato governatore.

Arresto Prefetto, martedì interrogatorio di garanzia per Galeone

Paola Galeone

E’ stato fissato per martedì 7 Gennaio, alle ore 12, l’interrogatorio di garanzia di Paola Galeone, l’ormai ex prefetto di Cosenza posta agli arresti domiciliari nella sua abitazione, a Taranto, con l’accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità.

La Galeone, secondo l’accusa, avrebbe indotto l’imprenditrice Cinzia Falcone, referente di un centro di accoglienza per migranti e presidente dell’associazione Animed, ad emettere una fattura fittizia da 1.220 euro per spendere le somme residue del fondo di rappresentanza della Prefettura che altrimenti sarebbe stata restituita al ministero dell’Interno.

Paola Galeone sarà interrogata dal gip Letizia Benigno, con l’assistenza dei suoi difensori di fiducia, gli avvocati Nicola Carratelli e Franco Sammarco. La Galeone nella giornata di ieri è stata sospesa dal ministro dell’Interno in via cautelativa.

La Galeone lo scorso 28 Dicembre è stata intercettata dalla Polizia mentre intascava una busta con 700 euro dalla Falcone, con cui si erano dati appuntamento. L’accusatrice, dopo la proposta del patto corruttivo avvenuta prima di Natale, non ha detto subito di no ma – secondo quanto riferito in una intervista – si sarebbe prima consultata coi familiari e poi ha denunciato tutto alla Squadra mobile. Gli agenti hanno successivamente organizzato la trappola. Intanto le indagini della Procura proseguono per accertare

Il Tribunale del Riesame scarcera Franco La Rupa. Revocati i domiciliari al figlio

Franco La Rupa
Franco La Rupa

Sono tornati in libertà l’ex consigliere regionale della Calabria ed ex sindaco di Amantea Franco La Rupa ed il figlio Antonio, arrestati nel dicembre scorso dai finanzieri del Comando provinciale di Cosenza per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, frode nell’esercizio del commercio, trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, calunnia e tentata estorsione.

Il tribunale del Riesame di Catanzaro, accogliendo i ricorsi dei legali dei due, ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Paola, disponendo la scarcerazione per Franco La Rupa e la revoca dei domiciliari per il figlio.

I due sono indagati in un’inchiesta della Procura di Paola – denominata “Mosca bianca” – con l’accusa di commercializzare falso olio biologico ottenuto con prodotti chimici e fitosanitari e di reimpiegare i proventi della frode per l’acquisto di un immobile oggetto di asta fallimentare.

Busta con minacce nel resort di Callipo. Indagini. Candidato chiede chiarezza

Pippo Callipo

Una busta con all’interno un uccellino morto ed una frase esplicita di minaccia è stata trovata da una pattuglia dell’Arma dei carabinieri nel parcheggio del resort di proprietà di Pippo Callipo, candidato alla Presidenza della Regione Calabria col sostegno del Pd.

I militari erano in normale servizio di controllo quando hanno scoperto la busta. Nel biglietto trovato all’interno non c’era il nome di Callipo o riferimenti espliciti all’imprenditore. Non è al momento chiaro se l’intimidazione sia legata alla sua attività politica o imprenditoriale.

Immediate sono scattate le indagini dei carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia per cercare di fare chiarezza sull’episodio e risalire all’autore del gesto. Il resort di Callipo, il “Popilia country resort” di Maierato, nel 2016 fu oggetto di una grave intimidazione quando, nella notte tra il 2 ed il 3 aprile, ignoti spararono 11 colpi di pistola contro il cancello della struttura.

La reazione di Callipo: “Forse scherzo di pessimo gusto, ma chiedo chiarezza”
“Stamattina ero in visita a una bella realtà agricola nel Lametino quando sono stato avvisato dal direttore del Popilia Country Resort del ritrovamento di cui è già emersa notizia. Non intendo commentare ulteriormente questo episodio, che potrebbe essere anche riconducibile a uno scherzo di pessimo gusto tra alcuni dipendenti della struttura, se non per ribadire una volta di più la mia fiducia incondizionata nelle forze dell’ordine e nella magistratura che, sono sicuro, faranno chiarezza sulla vicenda”. Lo dice in una nota Pippo Callipo dopo il ritrovamento nel suo resort di una busta contenente minacce.

M5s nel caos, due deputati lasciano il movimento e vanno nel Misto

Da sinistra i deputati Nunzio Angiola e Gianluca Rospi

Dopo l’addio del ministro Fioramonti al governo e l’espulsione del senatore Gianluigi Paragone dal Movimento 5 stelle, è caos nei pentastellati. I deputati Nunzio Anagiola e Gianluca Rospi lasciano il M5S e vanno al Gruppo Misto. Lo fanno attaccando i vertici del Movimento che, secondo i parlamentari, si sono chiusi a riccio nel palazzo. “Non c’è più dialogo”.

“Ho deciso, con grande rammarico – scrive il deputato pugliese Nunzio Angiola di abbandonare il M5S. Il mio dissenso non deriva da un mio personale cambiamento di opinioni, ma dalla presa d’atto che, chi più chi meno, i vertici del Movimento hanno preferito trincerarsi in una chiusura pregiudiziale nelle proprie granitiche convinzioni. La mia odierna decisione non è da porsi in connessione con quella di altri colleghi parlamentari, come Lorenzo Fioramonti”.

“Come avevo ripetutamente preannunciato, – dice ancora Angiola – per una serie di meditate e rilevanti ragioni ho dato il mio voto di fiducia al Governo di Giuseppe Conte, ma non ho votato la Legge di Bilancio. Ho manifestato vivo disappunto per la compressione delle prerogative parlamentari e per l’approvazione di provvedimenti che, nella mia qualità di professore ordinario nell’Università, non potevo assolutamente accettare”, spiega. Poi attacca: “Ho più volte denunciato scarsa collegialità e scarsa attenzione ai singoli parlamentari, sia come persone sia come professionisti, con tutte le conseguenze che ciò può comportare in termini di “visibilità” dei territori nelle scelte legislative e di Governo”. “Vorrei, infine, rassicurare i cittadini e i sindaci del mio Collegio elettorale. Il mio impegno per il Paese, il territorio murgiano e per l’Università non si ferma qui, e non si fermerà mai. Continuerà – in modo più determinato e incisivo – come parlamentare della Repubblica Italiana, nel Gruppo Misto”, conclude.

Dello stesso tenore le dichiarazioni di Gianluca Rospi: “In queste festività ho riflettuto tanto e, per svariate ragioni, in primis il non condividere la Manovra di Bilancio approvata di recente e la mancanza di collegialità nelle decisioni all’interno del gruppo, ho maturato l’idea di lasciare, con grande rammarico, il MoVimento 5 Stelle. Manovra di Bilancio a parte, non è più tollerabile una gestione verticistica e oligarchica del Gruppo parlamentare con il risultato che ristrette minoranze decidono per la maggioranza; il M5S non vuole più dialogare, con la base che si limita a veicolare le scelte prese dall’alto senza più essere portatrice di proposte”, continua Rospi.

“Non è un cambio di opinione ma la semplice presa d’atto di una chiusura del MoVimento nei miei confronti. Lasciatemi dire anche che oggi ho l’impressione che nel Nostro Paese ci sia un atteggiamento passivo nei confronti del presente; un atteggiamento in grado di sgretolare uno dei pilastri del nostro stare insieme e del nostro modo di guardare al futuro. È come se si pretendesse di avere diritto a un domani migliore senza essere consapevoli che bisogna saperlo conquistare, costruendolo insieme e da protagonisti, convinti che i legami che hanno senso, riprendendo le parole di Silvia Vegetti Finzi, non limitano l’io ma gli danno forza e significato” attacca. “Con questo spirito sono entrato in Parlamento il 4 marzo del 2018, rinunciando ad altri prestigiosi traguardi conquistati negli anni passati. Ed ancora più determinato di prima mi preme rassicurare i cittadini, i Vescovi e i sindaci del mio Collegio ai quali dico che continuerò nell’impegno preso come parlamentare della Repubblica Italiana, questa volta però dal Gruppo Misto”, conclude.

Raid Usa a Baghdad, ucciso il generale iraniano Soleimani. Teheran annuncia ritorsioni

Il generale Qassem Soleimani (Ansa/Epa)

Le forze americane hanno ucciso a Baghdad il generale iraniano Qassem Soleimani, una delle figure chiave dell’Iran, molto vicino alla Guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, e considerato da alcuni il potenziale futuro leader del Paese. Un raid, quello statunitense, condotto con un drone e che sarebbe stato ordinato da Donald Trump. L’attacco rischia di far salire la già alta tensione fra Stati Uniti e Iran, ma anche in tutto il Medio Oriente. La reazione iraniana è immediata, con Teheran che parla di “atto di terrorismo” e fa sapere che ci saranno ritorsioni.

“Il lavoro e il cammino del generale Qassem Soleimani non si fermeranno e una dura vendetta attende i criminali, le cui mani nefaste sono insanguinate con il sangue di Soleimani e altri martiri dell’attacco della notte scorsa”, ha detto la guida suprema iraniana Ali Khamenei riferendosi all’attacco.

Da parte sua, il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, ha commentato: “L’atto di terrorismo internazionale degli Stati Uniti con l’assassinio del generale Soleimani, la forza più efficace nel combattere il Daesh, Al Nusrah e Al Qaida, è estremamente pericoloso e una folle escalation”. E poi: “Gli Stati Uniti si assumeranno la responsabilità di questo avventurismo disonesto”.

“Il generale Soleimani stava mettendo a punto attacchi contro diplomatici americani e personale in servizio in Iraq e nell’area”, afferma il Pentagono confermano il raid e assumendosene la responsabilità. “Il generale Soleimani e le sue forze Quds sono responsabili della morte di centinaia di americani e del ferimento di altri migliaia”, aggiunge il Pentagono, precisando che il generale iraniano è stato anche il responsabile degli “attacchi contro l’ambasciata americana a Baghdad negli ultimi giorni”. Il raid punta a essere un “deterrente per futuri piani di attacco dell’Iran. Gli Stati Uniti continueranno a prendere tutte le azioni necessarie per tutelare la nostra gente e i nostri interessi del mondo”, mette in evidenza il Dipartimento della Difesa.

L’attacco americano segue l’avvertimento lanciato dal ministro della Difesa, Mark Esper, dopo le tensioni degli ultimi giorni con ore e ore di guerriglia e diversi tentativi di penetrare il compound che ospita la sede diplomatica Usa nella capitale irachena, la cui torretta all’ingresso principale è stata data alle fiamme. La dichiarazione del Pentagono arriva dopo ore di confusione, fra voci che si rincorrevano e nessuna rivendicazione della responsabilità. Trump, avvolto nel silenzio, si è limitato a twittare una foto della bandiera americana prima che il ministero della Difesa uscisse alla scoperto.

Scoperti a Isola Capo Rizzuto una villetta e un box abusivi, sequestro e denuncia

I carabinieri forestali del gruppo di Crotone hanno scoperto un box auto del tutto abusivo nella località Capo Rizzuto. Il manufatto è annesso ad una villetta, anch’essa del tutto abusiva. L’opera, in stato di costruzione avanzata, è stata posta sotto sequestro. Il sequestro è stato già convalidato dall’Autorità giudiziaria. La proprietaria del terreno è stata denunciata per abuso edilizio e violazione della normativa paesaggistica.

Ai carabinieri forestali della stazione Crotone non era sfuggito il manufatto in corso di costruzione, nella fascia di rispetto della costa soggetta a vincolo paesaggistico e nella zona di interesse archeologico. È stato sollecitato così l’intervento dell’ufficio tecnico comunale che ha certificato l’inesistenza di atti legittimanti l’edificazione.
Ai militari intervenuti non è rimasto altro che procedere al sequestro del manufatto.

Il manufatto è annesso ad una villetta anche’essa abusiva. Le opere appaiono di buona fattura che indicherebbero un’edilizia originata certamente non dallo stato di necessità e dall’economia di risorse. La costruzione, secondo le attestazioni dell’ufficio tecnico comunale il cui responsabile è preposto per legge alla vigilanza sull’attività urbanistica – edilizia nel territorio, rientra in una superficie a verde pubblico attrezzato, peraltro sottoposta a vincolo paesaggistico e zona di interesse archeologico.

La proprietaria del lotto di terreno, una cittadina isolitana di cinquantanove anni, è stata denunciata all’autorità giudiziaria per violazioni della normativa edilizia e di quella paesaggistica. La notizia del sequestro, avvenuto nei giorni scorsi, è stata resa nota solo oggi, in seguito all’avvenuta convalida da parte dell’Autorità giudiziaria.

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