6 Ottobre 2024

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Maresciallo aggredisce capitano carabinieri perché non gradisce trasferimento, arrestato

La caserma dei Carabinieri “Grippo” di Cosenza

Il comandante della stazione carabinieri di Carolei, maresciallo Ivan Pucci, è stato arrestato e posto ai domiciliari con l’accusa di avere aggredito il capitano Giuseppe Merola, suo superiore, comandante della Compagnia di Cosenza, provocandogli lesioni giudicate guaribili in 30 giorni. Il fatto è avvenuto ieri sera.

Secondo quanto si è appreso, al maresciallo Pucci è stato comunicato ieri il trasferimento a Corigliano Rossano, ma una volta avuta la notizia il sottufficiale avrebbe chiuso a chiave la porta dell’ufficio di Merola gettando le chiavi dalla finestra, per poi aggredire il capitano con calci e pugni.

I militari presenti in caserma sono intervenuti sfondando la porta e soccorrendo l’ufficiale. Per questo motivo l’accusa nei suoi confronti sarebbe di lesioni e sequestro di persona. Sulla vicenda vige il massimo riserbo. Stando a quanto trapela, l’Arma dei Carabinieri avrebbe già avviato un procedimento disciplinare nei confronti del maresciallo Pucci.

In cinque tentano furto di un mezzo in una ditta sequestrata per mafia, arrestati

I Carabinieri della Tenenza di Rosarno e della Compagnia di Gioia Tauro durante un servizio di controllo del territorio, hanno arrestato 5 persone, due rosarnesi e tre pescaresi, sorpresi mentre stavano rubando un mezzo in contrada Olmelli. Sono accusati di tentato furto aggravato in concorso.

I 5 indagati, tra i 26 e i 65 anni, si erano introdotti all’interno di una ditta, attualmente sottoposta a sequestro nell’ambito dell’operazione ’Ndrangheta banking, cordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia reggina nel 2014, ed avvalendosi di un autoarticolato della Volvo di proprietà di uno di loro, avevano tentato di asportare una macchina operatrice semovente, già oggetto di sequestro, parcheggiata all’interno della ditta, che ha un valore di circa trentamila euro.

I ladri, però, sono stati “disturbati” e colti con le mani nel sacco da una pattuglia che transitava nei pressi di quel sito. Portati in caserma ed accertate le responsabilità a carico dei cinque, questi sono stati tradotti presso le camere di sicurezza, in attesa della celebrazione del giudizio per rito direttissimo nella mattinata di ieri, all’esito del quale il giudice ha convalidato le misure pre–cautelari e non ha disposto alcuna misura.

Salvini: “Vittoria Santelli prima vera opportunità di cambiamento per i calabresi”

Jole Santelli e Matteo Salvini

“Io qui in Calabria non voglio vincere, ma voglio stravincere e cancellare il Partito democratico”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini durante un comizio a Crotone in vista delle elezioni regionali del 26 gennaio.

“Lavoro e sanità e strade. Sono contento perché è tutto il giorni che incontro calabresi che non chiedono aiutini, chiedono meriti, competenza, infrastrutture, di poter lavorare e curarsi qua. E’ folle che Oliverio, il Pd e compagni non abbiano mai considerato un settore come l’agricoltura e la pesca in questo territorio”, ha detto Salvini.

“Non vedo l’ora – ha aggiunto – che arrivi il 26 gennaio. Il governatore si chiamerà Jole Santelli e visto l’affetto che sento, il primo partito sarà la Lega e poi lavoro, lavoro, lavoro. E da ex ministro dell’interno, quartiere per quartiere lotta alla merda della ‘ndrangheta”.

“Li inseguiremo e li perseguiteremo senza pietà. E’ un test questo perché è la prima volta che la Lega si presenta in Calabria, tutti gli altri bene o male hanno governato. Quindi è l’unica vera prima opportunità di cambiamento per i calabresi”.

Disastro aereo ucraino, l’Iran ammette: “Abbattuto per errore”

Ansa/Epa

L’Iran ammette di aver abbattuto l’aereo di linea ucraino, per un errore umano. Il Quartier generale delle Forze armate iraniane afferma che il Boeing precipitato quattro giorni fa poco dopo il decollo dall’aeroporto ‘Imam Khomeini’ di Teheran è stato “erroneamente” e “involontariamente” preso di mira dalle forze di difesa aerea iraniane che lo hanno scambiato per un “aereo nemico”. Tutti i 176 tra passeggeri e membri dell’equipaggio del 737 dell’Ukraine International Airlines sono morti a seguito dell’incidente. Fino a ieri l’Iran aveva negato di aver abbattuto il velivolo con un missile.

“La Repubblica islamica dell’Iran si rammarica profondamente per questo errore disastroso” e le “indagini proseguiranno per identificare e perseguire” gli autori di questa “grande tragedia” e “questo sbaglio imperdonabile”, afferma il presidente iraniano Hassan Rohani con un post sul suo account Twitter.

Scusandosi e porgendo le condoglianze alle famiglie delle vittime dell’aereo ucraino abbattuto dopo il decollo da Teheran, il Quartier generale delle Forze armate iraniane afferma in un comunicato che metterà in atto “riforme essenziali nei processi operativi per evitare simili errori in futuro” e che perseguirà legalmente “coloro che hanno commesso l’errore”.

“Mercoledì poco dopo l’attacco dell’Iran alle basi militari statunitensi in Iraq – spiega il comunicato militare -, il sistema di difesa aerea iraniana è stato in allerta per contrastare ogni possibile ritorsione degli americani, poiché alcune osservazioni avevano indicato movimenti aerei statunitensi verso siti strategici iraniani”.

Secondo le Forze armate iraniane, l’aereo ucraino avrebbe iniziato a volare vicino a un centro militare delle Guardie rivoluzionarie, sarebbe quindi stato erroneamente identificato come bersaglio nemico e sulla base di un errore umano “involontario” è stato preso di mira dal sistema di difesa aerea.

Il ministro degli Affari esteri iraniano Mohammad Javad Zarif afferma che “l’errore umano” è accaduto nel “momento di crisi causato dall’avventurismo degli Usa”. In un post sul suo account Twitter, Zarif parla di oggi come una “giorno triste”. “Il nostro profondo rammarico, le nostre scuse e condoglianze al nostro popolo, alle famiglie di tutte le vittime e alle altre nazioni colpite”, scrive il ministro degli Esteri iraniano.

Il primo ministro del Canada, Justin Trudeau, ha chiesto che dopo l’ammissione da parte dell’Iran dell’abbattimento per errore del volo di linea ucraino, Teheran usi “trasparenza e giustizia” per le vittime, giunga a una conclusione e stabilisca le precise responsabilità. Trudeau ricorda che si tratta di una “tragedia nazionale” per il Canada – 63 delle vittime erano canadesi, molti con doppia nazionalità iraniana – e che tutto il Paese “piange unito”, fa sapere una nota dell’ufficio del primo ministro.

Conflitto in Libia, vicini alla tregua tra le due fazioni di Haftar e al Serraj

Ahmed Al Mismari, portavoce dell’ Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar, ha annunciato in un video il cessate il fuoco a partire dalla mezzanotte. Una dura rappresaglia, ha affermato, verrà attuata contro chi non lo rispetterà.

Il capo del Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale libico (Gna), Fayez al Serraj, ha infatti accettato il cessate il fuoco proposto da Turchia e Russia al quale hanno aderito anche le forze del generale dell’Est, Khalifa Haftar.

In un comunicato pubblicato nella notte sulla pagina media del Gna, il premier libico Sarraj, oltre a confermare l’adesione al cessate il fuoco a partire dalla mezzanotte e a promettere di difendersi in caso di sua violazione, invita le parti a una trattativa sotto egida Onu su come pervenire ad una tregua duratura e a lavorare con tutti i libici per una conferenza nazionale in vista della Conferenza di Berlino per giungere alla pace.

“L’annuncio della tregua del conflitto in Libia da parte del presidente Serraj e del generale Haftar – scrive il ministro degli Esteri Luigi di Maio su Facebook – è una buona notizia, perché crea spazio di ulteriore dialogo. La strada da fare è lunga, ma la direzione è quella giusta. C’è ancora tanto lavoro da fare – aggiunge – ma quello di oggi è sicuramente un passo positivo dopo mesi di stallo. Nel raggiungimento di questo primo risultato, anche l’Italia ha fatto la sua parte”.

“Siamo estremamente preoccupati – ha detto Conte – per l’escalation” in Libia gli ultimi sviluppi stanno rendendo un paese una polveriera con forti ripercussioni, temiamo, sull’intera regione”. Bisogna “assolutamente fermare il conflitto interno e le interferenze esterne”. “L’Italia ha sempre linearmente, coerentemente lavorato per una soluzione politica, per contrastare l’opzione militare, ritenendo l’opzione politica l’unica prospettiva che possa garantire al popolo libico benessere e prosperità. Non abbiamo altri obiettivi, non abbiamo agende nascoste” ha detto il premier.

“Possiamo rivendicare come Italia e governo in particolare, una posizione lineare e coerente nel linguaggio, nelle azioni e negli obiettivi”. “Lunedì sarò in Turchia, martedì in Egitto, ma ho già programmato colloqui telefonici con leader di governo e presidenti di vari Paesi che sono coinvolti nello scenario libico. Voglio continuare a tessere questa tela che deve portarci a una soluzione pacifica”. Lo dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al termine dell’incontro con il primo ministro libico.

Apprezzamenti per il ruolo dell’Italia sono stati espressi dal premier libico al Sarraj. “Accogliamo con piacere l’iniziativa di Russia e Turchia per un cessate il fuoco e sempre disponibili ad accogliere qualsiasi tipo di iniziativa possa andare in questa direzione. La condizione è il ritiro della parte che attacca, che non sembra disponibile a ciò” perché ha un altro modus operandi. Lo ha detto il premier libico Fayez al Sarraj, al termine dell’incontro a palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

“Siamo estremamente convinti della bontà della conferenza di Berlino che tende a ripristinare il processo politico che per noi è molto importante e apprezziamo gli sforzi in questa direzione, con il coinvolgimento della Germania ma anche di Paesi vicini a noi come l’Algeria e la Tunisia” dice il primo ministro libico Fayez Sarraj al termine dell’incontro con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte durato tre ore.

“Confidiamo che questa iniziativa possa porre fine all’offensiva di cui soffriamo e che si traduce anche nell’invio di armi e supporto militare di Paesi terzi alla fazione che attacca. Ci auguriamo che possa aiutarci a porre fine a ciò”, aggiunge. “Sappiamo che ogni Paese mira sempre a difendere i propri interessi ma ciò può essere fatto in maniera etica, morale e giusta, perciò siamo costretti ad assumere una posizione difensiva e difendere i nostri diritti”.

Nasce comitato a sostegno di Gratteri, il 18 gennaio una manifestazione

E' Nicola Gratteri il nuovo procuratore di Catanzaro
Nicola Gratteri

(ANSA) – CATANZARO, 10 GEN – Nasce un “Comitato spontaneo di prossimità” a sostegno del procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri. Prima iniziativa del Comitato, “frutto – è detto in un comunicato – della sensibilità della società civile”, una manifestazione il 18 gennaio davanti al palazzo di giustizia di Catanzaro “per manifestare vicinanza al Procuratore Gratteri, al pool di magistrati che collaborano con lui ed a tutte le forze dell’ordine”.

Nella nota si sottolinea, inoltre, “l’immenso e coraggioso lavoro che Gratteri, i suoi magistrati e le forze dell’ordine stanno realizzando tra mille difficoltà per la Calabria. I cittadini si propongono quale scudo etico, civico di questi rappresentanti delle istituzioni nel loro impegno, a rischio della vita, per “liberare” la Calabria dal male peggiore che la soffoca, la stritola e la sottomette ogni giorno di più”.

L’iniziativa, conclude la nota, “è priva di connotazioni ideologiche e politiche. Nessuno slogan, solo un senso di vicinanza e di prossimità”.

Il Pd al fianco di Gratteri
Intanto, il Partito democratico della Calabria è al fianco di Nicola Gratteri e di tutti i magistrati che con il loro lavoro combattono ogni giorno contro tutte le illegalità. Lo abbiamo detto subito dopo l’inchiesta “Rinascita” e lo abbiamo dimostrato facendo scelte nette nella composizione delle liste per le regionali”, affermano, in una dichiarazione, il commissario del Pd della Calabria, Stefano Graziano, ed il responsabile Mezzogiorno della segreteria nazionale del partito, Nicola Oddati.

“Anche la nostra comunità politica – proseguono – sarà in piazza a Catanzaro il 18 gennaio (giorno in cui è stata organizzata una manifestazione a sostegno di Gratteri, ndr) perché crediamo fortemente che per la rinascita della Calabria sia necessario combattere senza quartiere la ‘ndrangheta e quella zona grigia che ha permesso al potere criminale di proliferare”.

Inchiesta Passpartout, resta a Catanzaro il processo contro Oliverio, Occhiuto e Adamo

Mario Oliverio e Nicola Adamo
Mario Oliverio e Nicola Adamo

Resta a Catanzaro il processo denominato “Passpartout”, scaturito da un’inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, in cui sono coinvolte 20 persone, tra le quali il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio; il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, e l’ex consigliere regionale del Pd Nicola Adamo, accusati, a vario titolo, di corruzione propria aggravata, turbata libertà degli incanti, traffico di influenze illecite, abuso d’ufficio e frode nelle pubbliche forniture.

L’inchiesta riguarda presunti illeciti negli appalti per la realizzazione del nuovo ospedale di Cosenza e della metro leggera per collegare il capoluogo bruzio a Rende e all’Università della Calabria.

Il gup, Carlo Saverio Ferraro, ha rigettato tutte le eccezioni preliminari che erano state avanzate dai difensori, secondo i quali il dibattimento si sarebbe dovuto celebrare, per competenza territoriale, davanti al Tribunale di Cosenza in considerazione del fatto che gli illeciti contestati sarebbero stati commessi nella città bruzia.

E’ stata rigettata inoltre l’eccezione sull’inutilizzabilità di alcune intercettazioni telefoniche. I difensori di Oliverio, Occhiuto ed Adamo, intanto, hanno reso noto che non richiederanno per i loro assistiti riti alternativi e che, in caso di rinvio a giudizio, andranno a dibattimento.

Regionali, Salvini in Calabria: “Quì serve buona sanità, lavoro e infrastrutture”

Matteo Salvini in una foto di archivio a Reggio

“La Calabria ha bisogno di lavoro, lavoro, lavoro”, ha detto il leader della Lega Matteo Salvini a Rende, nel corso di un incontro con gli agricoltori di Coldiretti, e poi ribadito a Catanzaro e a Crotone, nel suo tour elettorale in vista delle elezioni regionali del 26 gennaio prossimo.

Il leader del Carroccio ha parlato anche infrastrutture e sanità: “Mi sono fermato – ha raccontato Salvini – a fare uno spuntino e c’era una signora che da 16 anni, 4 volte all’anno, prende l’aereo per venire a farsi terapia a Milano. Non è normale: siamo nel 2020,  serve una sanità normale, infrastrutture, penso alla statale 106, e lavoro, perché qualcuno a sinistra pensa di colmare i buchi dei calabresi che scappano con gli immigrati: io vorrei che in Calabria rimanessero i calabresi”.

“Quando i cittadini scelgono è sempre una buona notizia”, ha detto ancora Salvini in riferimento al referendum sul dimezzamento dei parlamentari. “Io spero che i cittadini possano scegliere anche sulla legge elettorale perché c’è la sinistra che, con trucchetti di palazzo, sta cercando di tornare a 30 anni fa, ai governi con 4, 5, 6, 7 partiti e ai cambi di casacca ogni quarto d’ora”.

Poi sulla legge elettorale Salvini ha affermato che vorrebbe una “legge elettorale moderna, efficiente, stabile, maggioritaria, all’inglese, in Inghilterra hanno votato e la sera stessa sapevano chi era il presidente e chi erano i ministri e di questo ha bisogno l’Italia: certezze, stabilità governi che durano. Non il governo Conte, Renzi, Di Maio, Zingaretti, Boldrini, Franceschini e compagnia cantante”.

“Arriviamo a liberare questa terra dal malgoverno della sinistra, il 26 gennaio”, ha aggiunto Matteo Salvini. “Il 27 gennaio, per la prima volta ci saremo, perché la Lega qui non si è mai presentata, e sono contento che in tanti ci daranno fiducia. Io non ho mai avuto idee sui calabresi: ho sempre odiato – ha detto Salvini – i pessimi politici calabresi, ieri come oggi”. Salvini ha però glissato sulle domande relative alla composizione delle liste della Lega in Calabria.

Tormentano la vicina con minacce, due misure per marito e moglie

Volante della PoliziaAvrebbero perseguitato e molestato una vicina di casa aggredendola più volte e minacciandola. Per questo motivo, il giorno di San Silvestro, una coppia di coniugi è stata raggiunta da un provvedimento di misura cautelare, lui in carcere, lei col divieto di avvicinamento, notificato da agenti della Squadra Volante della Questura di Catanzaro. Protagonisti un marocchino di 61 anni, Ettouir Abderramhane, con precedenti, e la moglie italiana, residenti nelle abitazioni popolari di viale Isonzo del capoluogo. L’accusa per loro è di atti persecutori. Il provvedimento è stato emesso dal giudice su richiesta della Procura catanzarese.

La vicenda scaturisce da una serie di interventi della Polizia presso le abitazioni delle persone indagate, nonché dalle successive denunce della vittima degli atti persecutori, in parte comprovate dagli accertamenti eseguiti nell’immediatezza dei fatti dagli agenti che di frequente hanno anche constatato l’eccesso nell’uso di alcolici dell’uomo, che in stato di alterazione psicofisica dovuta, appunto, all’abuso di alcolici, aumentava il proprio grado di aggressività, anche nei confronti dei poliziotti stessi.

Il marocchino di 61 anni, annovera molti precedenti di polizia per vari reati, furto, ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale, minacce, lesioni personali, maltrattamenti, danneggiamento, invasione di edifici, violazioni del diritto d’autore e reati in materia di stupefacenti, evasione dal regime degli arresti domiciliari.

Nel 2019 è stato arrestato in flagranza di reato il 2 maggio per il reato di evasione dagli arresti domiciliari e il 14 luglio per evasione, resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, rifiuto di fornire le proprie generalità.

La reiterazione degli atteggiamenti minacciosi e vessatori nei confronti della malcapitata vicina di casa, e gli accertamenti eseguiti nel corso dei vari interventi, hanno quindi indotto il giudice a disporre la duplice misura cautelare: in carcere per l’uomo, ritenuto dagli investigatori “particolarmente pericoloso e incline al delitto”; del divieto di avvicinamento per la donna nei confronti della vicina, che gli Agenti delle Volanti hanno eseguito la vigilia di capodanno, mentre nella stessa casa degli indagati erano in corso i preparativi per festeggiare l’arrivo del nuovo anno.

Investì pedone a Catanzaro, donna pugliese rintracciata e denunciata

Carabinieri di CatanzaroUn mese e mezzo addietro aveva investito un pedone a Catanzaro per poi far finta di nulla, senza fermarsi a prestare soccorso, e fuggire via. Protagonista una donna di 28 anni originaria del brindisino, che è stata individuata e denunciata dai carabinieri della stazione di Gagliano con l’accusa di omissione di soccorso e lesioni personali stradali.

I fatti risalgono alla metà dello scorso novembre quando i Carabinieri erano intervenuti a seguito dell’investimento di un cittadino catanzarese. Dell’auto responsabile nessuna traccia. Il conducente si era dileguato senza fermarsi a soccorrere la vittima. Il pedone, a seguito degli accertamenti sanitari, aveva ricevuto diversi giorni di prognosi mentre i militari avevano iniziato immediatamente le indagini.

Gli accertamenti svolti, le testimonianze acquisite e le immagini estrapolate da alcuni impianti di videosorveglianza hanno permesso di individuare dapprima l’autovettura e successivamente di arrivare ad identificare la donna che la guidava (che si trovava quel giorno a Catanzaro per motivi di lavoro).

Meloni a Catanzaro: “In Calabria servono infrastrutture non reddito e sussidi”

Giorgia Meloni e Jole Santelli

Il problema delle infrastrutture è forse uno dei primissimi punti di Fratelli d’Italia perché qui la sfida non è mantenere le persone che non hanno un lavoro nella loro condizione di disoccupazione con il reddito di cittadinanza”. Lo ha detto Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, a Catanzaro per partecipare alla presentazione delle liste del partito alle regionali del 26 gennaio.

Assieme a Meloni c’erano la candidata del centrodestra alla presidenza della Regione Calabria, Jole Santelli; la deputata Wanda Ferro, commissaria regionale del partito, e Edmondo Cirielli, anch’egli deputato e commissario provinciale a Reggio Calabria.

“Qui servono infrastrutture di cittadinanza – ha aggiunto la leader di FdI – serve investire per consentire a questa regione di competere ad armi pari e di collegarsi. Siamo qui per parlare di lavoro, di giovani e di infrastrutture e per contribuire in maniera significativa alla vittoria del centrodestra per il futuro di questa terra”.

“Se i calabresi ci danno una mano a essere forti e a vincere, penso che le cose possano davvero cambiare”, ha detto ancora Meloni sottolinenado che “Fratelli d’Italia ritiene di poter contribuire in maniera significativa sia alla vittoria del centrodestra sia al futuro di questa terra”.

“Abbiamo tante proposte, le abbiamo fatte alla candidata alla presidenza della Regione, Jole Santelli, ma soprattutto ai calabresi”. “Qui – ha ricordato la leader di Fratelli d’Italia – c’è il porto di Gioia Tauro, c’è una situazione drammatica sugli aeroporti, i voli costano tantissimo, l’alta velocità non arriva. Serve una politica che abbia il coraggio di investire e questo significa, che devi porti il problema di mettere in soldi su qualcosa anche se poi non taglierai il nastro e magari lo taglierà qualcun altro dopo di te. Ma questo è l’unico modo per consentire a questa regione di svilupparsi. Da sempre Fratelli d’Italia conduce una battaglia per riequilibrare i fondi infrastrutturali tra Nor e Sud: a noi non basta il 34% per il Sud di cui si vanta Conte, noi lo vogliamo portare al 50%. Perchè è vero che qui c’è il 34% della popolazione, ma – ha concluso Meloni – c’è un ritardo nelle infrastrutture che dev’essere colmato”.

Corigliano Rossano, sequestrato frantoio non a norma

Acque reflue e sostanze solide prodotte dal processo di lavorazione delle olive che venivano convogliate attraverso un bypass per essere scaricate direttamente nel torrente Colognati.

E’ quanto hanno accertato i carabinieri Forestale che hanno denunciato, a Corigliano Rossano, il proprietario di un frantoio oleario per i reati di trasporto, stoccaggio e smaltimento illecito di rifiuti.

I militari, durante un controllo nell’area in cui opera l’impianto, oltre a scoprire che il materiale di scarto delle lavorazioni era scaricato abusivamente nel corso d’acqua, hanno appurato che un notevole quantitativo di acque di vegetazione, di lavaggio e sansa solida e liquida veniva smaltito in un invaso appositamente realizzato nel territorio di Paludi.

Sono state sequestrate le condotte in pvc, un pozzetto, lo scarico finale, il terreno su cui sono i rifiuti solidi e liquidi e l’invaso realizzato artificialmente.

Boeing precipitato in Iran, gli Usa accusano: “E’ stato un missile iraniano”.

Dopo Newsweek, anche la Cbs accredita la tesi dell’abbattimento del Boeing ucraino a Teheran. In particolare, secondo le fonti citate dall’emittente Usa, l’intelligence americana avrebbe intercettato segnali di due missili lanciati dagli iraniani, probabilmente degli SA-15, seguiti poco dopo da un’esplosione. L’ipotesi è che l’aereo sia stato colpito involontariamente.

La presidenza dell’Ucraina chiede delle “prove” sull’aereo dell’Ukraine International Airlines caduto ieri in Iran poco dopo il decollo per Kiev. In un primo momento, dopo verifiche, l’Ucraina aveva invece fatto sapere che si era trattato di un guasto al motore.

Il team di esperti ucraini che indaga sul disastro ha incontrato a Teheran le autorità dell’aviazione civile iraniana, che continuano a ritenere che il velivolo sia precipitato a seguito di un problema tecnico. La Repubblica islamica ha invitato a partecipare all’inchiesta anche il Canada e la Svezia, che nella tragedia hanno avuto rispettivamente 63 e 10 morti.

“L’aereo, che all’inizio si dirigeva verso est per lasciare la zona dell’aeroporto, ha girato a destra a causa di un problema e stava tornando all’aeroporto nel momento dell’incidente”, ha reso noto ieri notte sul suo sito l’Organizzazione per l’aviazione civile iraniana.

Le agenzie di intelligence occidentali ieri in serata avevano scartato l’ipotesi che il Boeing 737 ucraino fosse stato colpito da un missile. Insomma, dubbi alimentati dalla delicata situazione tra i due paesi.

Ma per tutta la giornata di ieri sull’incidente era stato giallo, spingendo molte compagnie a cambiare rotta ai propri voli, evitando uno spazio aereo considerato ad alto rischio per i venti di guerra. Ad alimentare i sospetti è anche l’annuncio delle autorità della Repubblica islamica di non voler consegnare alla Boeing né agli Usa le due scatole nere recuperate tra i detriti, a una decina di chilometri dallo scalo.

Un nuovo drammatico incidente mortale per la Boeing, dopo lo schianto di due 737 Max jet in meno di cinque mesi in Indonesia ed Etiopia.Stando ai dati delle piattaforme specializzate, il jet era atterrato e ripartito ieri da Malpensa, dove aveva passato senza problemi i controllo di routine. Secondo il presidente della compagnia, Evgeny Dykhne, “l’aereo era in buone condizioni, uno dei migliori”, costruito nel 2016 e completamente revisionato appena due giorni fa.

Attivo dal 1992, il vettore ucraino non aveva fatto registrare finora incidenti di rilievo. I dati forniti dai siti specializzati indicano poi un decollo regolare e un’ascesa fino a 2.400 metri, prima dell’improvvisa perdita di quota. Le condizioni atmosferiche e di visibilità erano buone. Resta poi avvolto nel mistero un comunicato dell’ambasciata di Kiev a Teheran, che a caldo ha parlato di un incendio al motore, salvo poi fare marcia indietro rinviando a indagini più accurate. Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente ucraino Volodimir Zelensky, che ha chiesto di evitare “speculazioni o teorie non comprovate sulla catastrofe”. Secondo le autorità di Kiev, a bordo del volo PS752, decollato alle 6.12 ora di Teheran, c’erano 82 iraniani e 63 canadesi, oltre a 11 ucraini, 10 svedesi, 4 afghani, 3 britannici e 3 tedeschi. Per Teheran, le vittime iraniane sono invece 147: probabilmente passeggeri con doppia nazionalità che la Repubblica islamica non riconosce. La tratta era spesso usata dai canadesi come collegamento in vista di un successivo volo da Kiev a Toronto.

Rende, ok dalla Corte dei conti: “Nessun dissesto”

La Corte dei Conti a conclusione dell’istruttoria sul monitoraggio del piano di riequilibrio del Comune di Rende ha tenuto conto dei chiarimenti forniti dall’Ente e ha ritenuto che allo stato degli atti non sussiste alcun grave e reiterate mancato rispetto degli obiettivi intermedi. Lo dichiara in una nota l’amministrazione comunale di Rende.

“Con la delibera numero 3 del 2020 la sezione di controllo – prosegue la nota – ha preso atto che il disavanzo è stato regolarmente ripianato dal 2015 al 2018, che gli accantonamenti per contenzioso sono sufficienti a coprire eventuali future debiti fuori bilancio, che il fondo crediti di dubbia esigibilità è stato correttamente stimato”.

“In sostanza la Corte dei Conti ha ritenuto che i risultati di amministrazione conseguiti dal 2015 al 2018 non sono stati alterati per rispettare artificiosamente il piano di risanamento. Nel contempo si dà atto che la situazione di cassa e finanziaria dell’Ente non è compromessa e che l’equilibrio finanziario di bilancio non è stato intaccato. Anche sulle spese l’organo di controllo ritiene che l’Ente stia bene operando sul contenimento delle uscite e deve dare continuazione alle iniziative già avviate. Anche sul fronte delle entrate la Corte dei Conti ha preso atto delle molteplici iniziative avviate dal 2017 dal Comune con riferimento all’imponente attività di recupero dell’evasione fiscale tutt’ora in corso, invitando l’Ente a proseguire con costanza nell’efficientamento delle riscossioni. Nel contempo ha chiesto all’Ente di rettificare la contabilizzazione del fondo di rotazione secondo quanto prospettato anche nelle controdeduzioni presentate”.

“In sostanza viene accertato il corretto percorso di riequilibrio e di risanamento dell’Ente tale da non compromettere il future raggiungimento degli obiettivi finali del piano, raccomandando all’Ente di proseguire con costanza come ha fatto fino ad ora nella prudente gestione delle finanze comunali. Un risultato che premia anni di sforzi dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Marcello Manna che dimostra, ancora di più, come si possano raggiungere risultati importanti pur con tutti i limiti di una procedura di riequilibrio. La città di Rende rimane ancora l’unico comune calabrese a superare gli esami della magistratura contabile”, conclude la nota.

Sequestrati 700 kg di pescato non tracciato

Un’operazione congiunta di controllo della filiera del pescato, condotta nella giornata di ieri dagli Agenti della Polizia di Stato del Commissariato di P.S. di Gioia Tauro (RC) e della Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Gioia Tauro, ha permesso di accertare e sanzionare il trasporto di prodotti ittici in violazione della vigente normativa in materia di taglia minima consentita per la cattura e tracciabilità, ed evitarne la successivacommercializzazione

All’atto del controllo è stato ispezionato un furgone, all’interno del quale è stato rinvenuto prodotto ittico “Novellame di Sarda” suddiviso in 105 cassette di polistirolo per un totale complessivo di 525 kg, pescato in violazione della vigente normativa in materia di taglia minima consentita per la cattura e la conservazione della specie. Inoltre, è stata accertata la presenza di 150 kg di “Gamberi” suddivisi in 30 cassette di polistirolo e privi di documentazione attestante la tracciabilità e/o provenienza.

L’intero carico di prodotto ittico trasportato è stato sequestrato ed al conducente del mezzo sono state elevate sanzioni amministrative per un totale di € 26.500. Il predettoè stato sanzionato inoltre per l’assenza dell’autorizzazione sanitaria necessaria per il furgone,prevista per il trasporto di sostanze alimentari.

La merce sequestrata, previa ispezione da parte di un veterinario dell’ASP di Palmi (RC) è stata dichiarata idonea al consumo umano e, pertanto, destinata in beneficenza ad Istituti caritatevoli della piana di Gioia Tauro.

Uomo uccide la cugina e il marito, poi si è suicidato

scientificaROMA – Un uomo di 64 anni ha sparato e ucciso la cugina di 67 anni e il marito di lei, 70enne, prima di togliersi la vita. Il duplice omicidio – suicidio è accaduto nel pomeriggio a Formia, in provincia di Latina, nella zona centrale di piazza Mattei.

Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 e i carabinieri della compagnia di Latina. Alla base del dramma pare vi fosse una lite legata a questioni di eredità.

Praia a Mare, donna incinta accoltella il marito. E’ grave ma non rischia la vita

Elisoccorso CosenzaTragedia sfiorata a Praia a Mare, centro dell’Alto Tirreno cosentino, dove una donna 35enne, in stato di gravidanza, ha accoltellato il marito, di 39 anni, al culmine di una litigio sulle cui cause indagano i carabinieri della Compagnia di Scalea. Il fatto è accaduto nell’abitazione della coppia.

Sul posto è intervenuto l’elisoccorso che ha provveduto a trasferire l’uomo all’ospedale Annunziata di Cosenza. L’uomo è stato ferito all’addome ed è in prognosi riservata, ma non sarebbe in pericolo di vita. La donna è stata denunciata in stato di libertà.

Sanità, Aiello (M5S): “Revocare decreto di San Silvestro”

Francesco Aiello, candidato per il M5s alle Regionali in Calabria (fb)

“Il decreto regionale di San Silvestro deve essere immediatamente revocato”. Francesco Aiello, candidato alla presidenza della Regione Calabria con la coalizione civica del Movimento 5 stelle, non ha dubbi “circa l’abuso perpetrato attraverso l’ormai noto “Decreto di San Silvestro”, licenziato appunto l’ultimo giorno del 2019.

“Questo provvedimento – spiega Aiello – dispone l’utilizzo di personale delle aziende della sanità calabrese a servizio del dipartimento Tutela della salute ma a carico delle stesse aziende. Esso rappresenta un atto d’imperio che dimostra, ancora una volta, come la Sanità rappresenti l’ambiente ideale per creare consensi, specie sotto elezioni, e compiacere esponenti del centrodestra e del centrosinistra. Non è pensabile un tale spreco di risorse, che graverà sulle casse già povere delle aziende del Servizio sanitario regionale”.

“A maggior ragione – continua Aiello – alla luce del fatto che il decreto Calabria prevede cospicue risorse per reperire, tramite Agenas, personale a supporto del dipartimento regionale Tutela della salute”.

“Dimostrino gli altri candidati alla presidenza della Regione di volere realmente il cambiamento, e – conclude Aiello – chiedano, come sto facendo insieme al Movimento 5 Stelle, la revoca immediata del provvedimento, che diversamente sarà posto all’attenzione del procuratore Gratteri».

Caso Galeone, il Consiglio dei ministri invia un nuovo prefetto a Cosenza

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, ha deliberato di sostituire il prefetto di Cosenza, Paola Galeone, agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Taranto con l’accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità.

In una nota di Palazzo Chigi si riferisce che Paola Galeone è collocata a disposizione ai sensi dell’articolo 237 del Dpr n. 3 del 1957. Nuovo Prefetto di Cosenza è stata nominata Cinzia Guercio, che svolgeva le stesse funzioni ad Isernia.

Cosa dice l’articolo 237 sul Collocamento a disposizione dei prefetti.
“I prefetti della Repubblica possono, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, essere collocati a disposizione del Ministero dell’interno, quando sia richiesto dall’interesse del servizio.

I prefetti collocati a disposizione vi possono rimanere per tre anni, salvo quando siano investiti di incarichi speciali, nel qual caso lo stato di disposizione si protrae per tutta la durata dell’incarico stesso. I prefetti a disposizione non possono eccedere il numero di nove oltre quelli dei posti del ruolo organico.

LA VICENDA – L’ormai ex prefetto di Cosenza Paola Galeone è accusata di aver chiesto alla imprenditrice di Mendicino, Cinzia Falcone, di emettere una fattura fittizia di 1200 euro con l’obiettivo di incassare la parte residuale del Fondo di rappresentanza rimasta disponibile per il 2019. Il patto che avrebbe proposto alla Falcone prevedeva settecento euro per la prefetta e 500 per l’imprenditrice, che ha invece denunciato tutto alla Polizia facendo scattare l’inchiesta culminata col suo arresto.

Criticò Gratteri e blitz antimafia “Rinascita-Scott”, a rischio trasferimento procuratore Lupacchini

Otello Lupacchini
Il magistrato Otello Lupacchini

Rischia di dovere lasciare il suo posto il procuratore generale di Catanzaro Otello Lupacchini per avere criticato la Procura della Repubblica del capoluogo, guidata da Nicola Gratteri, in merito all’ultima operazione contro la ‘ndrangheta che ha portato a 300 arresti.

La Prima Commissione del Csm ha aperto nei confronti di Lupacchini la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale per avere delegittimato pubblicamente l’operato di Gratteri. Il Pg è stato convocato per lunedì prossimo al Csm.

La Prima commissione ha anche aperto una pratica a tutela del Procuratore Gratteri per le accuse rivoltegli da Lupacchini e dalla deputata del Pd Enza Bruno Bossio.

Il Procuratore generale, in un’intervista televisiva, aveva parlato di “evanescenza di molte operazioni della Procura di Catanzaro”, lamentando di aver appreso dalla stampa i nomi degli arrestati e le ragioni dei provvedimenti, mentre Bruno Bossio aveva definito “uno show” l’ultima operazione del procuratore Gratteri. (Ansa)

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