5 Ottobre 2024

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Salvini in Calabria: “In questa regione vinceremo con 20 punti di vantaggio”

“I miracoli li faceva Renzi, noi non siamo in grado li prometterli, però cerchiamo di dare il massimo per ridare speranza a questa bellissima terra di Calabria”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini in un comizio a Serra San Bruno, centro del vibonese.

“Qui – ha sottolineato – c’è bisogno di lavorare, ma c’è anche bisogno che ci sia voglia di lavorare. Mancano quattro giorni al voto e sono orgoglioso dell’accoglienza avuta in Calabria e l’impegno che prendo è di tornarci dopo le elezioni”.

“Il voto di domenica – ha detto ancora Salvini – sarà regionale ma anche nazionale perché ricordo che il Pd e l’attuale governo vogliono tornare alla legge Fornero, cancellando quota 100 che sarebbe un disastro per i lavoratori e per i giovani. Quindi è una scelta di vita, di futuro. C’è una sinistra che parla solo di passato, di razzismo, di fascismo. E invece ci sono delle terre che vogliono parlare di lavoro, sviluppo, di strade, porti e aeroporti”.

Ad un gruppo di contestatori che lo fischiavano a Serra San Bruno, Matteo Salvini ha replicato così: “Non è Bella ciao, da lunedì è ciao belli”.

Incontrando i cronisti, il segretario del Carroccio si è detto infatti convinto che la coalizione di centrodestra vincerà in Calabria con “20 punti di vantaggio”. Il leader leghista sarà nel primo pomeriggio a Catanzaro dove terrà un comizio nel Cinema Teatro Comunale.

Regionali, De Micheli (Pd): “Callipo rappresenta il riscatto di questa terra”

Paola De Micheli e Pippo Callipo (di spalle con sciarpa rossa) durante un incontro elettorale

«Date un futuro alla Calabria. Con una persona speciale come Pippo Callipo, l’impossibile può diventare possibile. Per la sua vita, per come fa l’imprenditore, per come le persone lavorano con lui e lui lavora con le persone, rappresenta la storia migliore di questa terra». È quanto ha detto ieri in Calabria Paola De Micheli, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, dove ha partecipato a diversi incontri pubblici (a Catanzaro, Crotone e Corigliano Rossano) al fianco del candidato alla Presidenza della Regione.

«Callipo – ha detto ancora De Micheli – è un interlocutore credibile perché conosce i problemi della gente e sa come risolverli. Per storia personale incarna la possibilità di riscatto di questa terra. E la storia cambia perché noi scegliamo di cambiarla senza lasciare che siano gli altri a decidere per noi. Le infrastrutture sono uno strumento importantissimo per combattere le diseguaglianze, ma lo strumento più importante è la matita nell’urna elettorale, e i calabresi hanno l’opportunità di votare per la legalità e per la libertà».

Di «credibilità da riacquistare» ha parlato lo stesso Callipo, che ha avuto parole di apprezzamento per la concretezza e la vicinanza alla Calabria dimostrata dalla ministra. «Il 26 gennaio – ha aggiunto Callipo – dobbiamo scegliere tra fare la rivoluzione o conservare lo status quo. Abbiate fiducia, non è vero che non cambia mai niente, bisogna fare una scelta di libertà e andare a votare per decidere il nostro destino».

La ministra De Micheli ha annunciato che aprirà «personalmente» a marzo il cantiere del megalotto della Statale 106 jonica e ha elencato una serie di impegni concreti che il governo ha assunto per le infrastrutture calabresi: l’assegnazione di 42 milioni per le strade provinciali; il finanziamento dell’alta capacità per 3 miliardi di euro Reggio Calabria-Salerno; l’attivazione di due nuovi treni Reggio-Venezia e Reggio-Roma con materiale rotabile ETR 600; il miglioramento della qualità del servizio ferroviario a sostegno dell’intermodalità del porto di Gioia Tauro; investimenti per due lotti da 28 milioni di euro per la Trasversale delle Serre e da 611 milioni per lo svincolo di Cosenza sull’A2. È in corso, infine, la negoziazione con l’Unione Europea per far partire, entro aprile 2020, lo strumento della continuità territoriale per gli aeroporti di Crotone e Reggio.

Virus in Cina, 9 morti e centinaia di persone colpite. E’ allarme

E’ di 9 morti e centinaia di persone colpite il bilancio in Cina della diffusione del nuovo coronavirus. A darne notizia sono state le autorità sanitarie locali. Li Bin, vicedirettore della Commissione sanitaria nazionale, ha precisato che sono stati individuati 440 pazienti portatori del virus in 13 diverse province.

Anche Macao ha confermato oggi il primo caso certificato: il paziente è rientrato da Wuhan dove si sospetta che il virus sia stato inizialmente trasmesso dagli animali agli uomini. Nelle maggiori città cinesi vanno a ruba le mascherine per il viso da quando è stato annunciato che la trasmissione da persona a persona è possibile.

Le autorità hanno chiesto alla popolazione di evitare di recarsi se possibile a Wuhan, dove intanto sono state imposte limitazioni nei trasporti, distribuiti termometri ad infrarossi negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie e di autobus e vengono disinfettati quotidianamente i trasporti pubblici.

CHIUSE LE CHIESE CATTOLICHE A WUHAN – Chiusura temporanea delle chiese cattoliche a Wuhan, in Cina, per contenere le infezioni da coronavirus, stop alle messe per il Capodanno lunare. Lo riferisce AsiaNews mettendo al corrente delle misure di quarantena obbligatorie per contenere le infezioni. “Il consiglio municipale di Wuhan – spiega l’agenzia di padre Bernardo Cervellera – ha dato indicazioni di non lasciare la città se non in casi davvero necessari. Chiuse le chiese cattoliche di Wuhan, Hankow, Wuchang. Cancellate tutte le messe quotidiane e le messe per il Capodanno”.

THAILANDIA – Sono quattro in Thailandia le persone che sono state infettate dal nuovo coronavirus. A renderlo noto sono state le autorità sanitarie di Bangkok precisando che altre due persone sono risultate positive al test questa settimana, in aggiunta alle 2 già infettate e successivamente curate. “Anche se sono stati scoperti questi due nuovi casi – relativi a una donna che era stata a Wuhan e a un uomo appena rientrato nelle Filippine – la Thailandia non ha al momento documentato una trasmissione del virus tra persone”, ha dichiarato il ministro della Sanità Anutin Charnvirakul.

NORDCOREA – Per evitare possibili casi del misterioso coronavirus la Corea del Nord ha chiuso le frontiere ai turisti stranieri. E’ quanto emerge dalla nota postata sul suo sito da uno dei principali tour operator che opera nello “stato eremita”, la Young Pioneer Tours, che parla della chiusura del confine come di una “precauzione” contro il possibile propagarsi del virus che ha provocato morti in Cina. Non vi sono al momento notizie di casi sospetti in Corea del Nord.

AUSTRALIA – Intanto i test effettuati sull’uomo messo in isolamento in Australia perché sospettato di essere portatore del nuovo coronavirus hanno permesso di escludere l’avvenuto contagio. Ad annunciarlo le autorità sanitarie locali. L’uomo, che presentava difficoltà respiratorie, era rientrato da poco da Wuhan. (Adnkronos)

Emorragia di parlamentari dal M5s, Di Maio a un passo dalle dimissioni?

Dalle elezioni politiche del 2018 ad oggi sono 31 i parlamentari del M5s che sono passati in altri gruppi o sono stati espulsi. Una vera emorragia che ha decretato lo stato di emergenza tra i vertici pentastellati. Gli ultimi fuoriusciti dono due deputati passati al Misto. Sotto accusa c’è il capo politico dei Cinquestelle Luigi Di Maio che secondo voci insistenti, potrebbe lasciare la guida del Movimento.

I “malpancisti”, su tutto, criticano i vertici per via delle rendicontazioni. I parlamentari devono lasciare una quota dei loro stipendi nelle casse di Grillo e Casaleggio. Nei giorni scorsi ha fatto molto rumore l’espulsione del senatore Paragone cacciato perché aveva votato contro la legge di bilancio, ma sulla questione delle rendicontazioni la Parlamentare calabrese Dalila Nesci aveva fatto un attacco durissimo: “Di Maio, Grillo e Casaleggio pensano solo ai soldi”.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio stamane è arrivato a Palazzo Chigi per vedere la squadra di governo M5S, ovvero ministri e viceministri pentastellati. Nella riunione, convocata dallo stesso Di Maio, potrebbe arrivare il passo indietro da capo politico del M5s.

Conte: “Se Di Maio lascia guida rispetterò sua decisione”
“A parte che non mi piace commentare le indiscrezioni”, credo che “Di Maio sia stato tirato per la giacchetta in questi giorni. Aspettiamo che lui assuma iniziative in questa direzione e poi commenterò”, dice ai microfoni di Rtl il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a proposito delle indiscrezioni secondo cui Luigi Di Maio sarebbe pronto a lasciare la leadership del Movimento 5 Stelle. “Se questa fosse la sua decisione – prosegue il premier – lo rispetterò. Se dovesse maturare questa decisione, lo farà col massimo senso di responsabilità. E sicuramente mi dispiacerà sul piano personale”.

Parlando poi delle regionali di domenica in Emilia Romagna e Calabria, il premier dice che “sono due appuntamenti elettorali importanti, due regioni che hanno rilievo anche nell’economia complessiva del Paese, non possiamo sottovalutare questo voto ma dire che è un voto sul governo è sbagliato”. “Non credo – osserva – che possa arrivare un effetto di fibrillazione sul governo” dalle prossime regionali.

“Un mio partito? Non ci penso affatto… non solo perché non ho velleità, ma proprio perché sarebbe profondamente sbagliato. Sarebbe un retropensiero – spiega – che potrebbe distrarmi da quello che sto facendo”.

Assenteismo, decine di indagati al Polo sanitario di Taurianova, 13 misure

Invece di lavorare timbravano il badge e poi andavano al bar, a fare shopping, dedicarsi alla lettura dei quotidiani e anche a fare attività ginnica nonché giocare alle slot. Così i Finanzieri di Palmi, al termine di investigazioni, hanno eseguito stamane un’ordinanza di misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, nei confronti di 13 dipendenti dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, in servizio presso il “polo sanitario” di Taurianova, accusati di truffa perché assenteisti dal posto di lavoro. Sono decine gli indagati.

Il provvedimento è stato emesso dal Gip del Tribunale di Palmi su richiesta della locale Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini della Guardia di finanza.

Le indagini hanno consentito di individuare plurime condotte fraudolente poste in essere da numerosi dipendenti dell’ASP di Reggio Calabria, in servizio presso il citato Polo Sanitario di Taurianova, i quali, pur facendo risultare la regolare presenza in servizio, erano soliti assentarsi dal posto di lavoro in maniera del tutto ingiustificata e con carattere di “allarmante sistematicità”, per dedicarsi alle più disparate esigenze di carattere personale.

Nel corso delle investigazioni, eseguite mediante l’ausilio di attività tecnica di intercettazione, riprese video, mirati servizi di osservazione, pedinamento e controllo e riscontri documentali, è stato rilevato che gli indagati, approfittando, tra l’altro, della mancanza di controllo da parte dei rispettivi Dirigenti, dopo aver timbrato il badge o firmato il foglio di presenza, pur essendo preposti a rendere servizi essenziali per la collettività, anziché dedicarsi  alle mansioni demandate, si allontanavano dal luogo di lavoro in maniera sistematica e consuetudinaria, per dedicarsi ad attività private e ludiche di ogni genere, ovvero giocare alle slot-machine, girovagare per le vie cittadine e sostare all’interno dei diversi esercizi commerciali per leggere i quotidiani, recarsi al supermercato per fare la spesa.

In taluni casi gli indagati si assentavano inoltre per prendere parte ad eventi religiosi e funerari. Oltre all’assenza ingiustificata e reiterata nel tempo dal posto di lavoro, è stata rilevata anche l’inoperosità quotidiana di buona parte dei dipendenti che, in svariate occasioni, dopo aver timbrato, stazionavano per ore nell’atrio esterno del plesso dell’ASP.

L’attività d’indagine ha permesso inoltre di riscontrare che gli indagati, non solo non effettuavano le ore di servizio previste, ma addirittura attestavano falsamente l’effettuazione di straordinario, fino ad oltre 30 ore mensili. E’ il caso ad esempio di un indagato che, in orario pomeridiano, era solito giungere in tuta ginnica presso la struttura ASP, dove consegnava il proprio badge ad un collega compiacente che timbrava al suo posto, per poi dedicarsi ad attività sportiva.

Un ulteriore caso emerso nel corso delle indagini ha riguardato un indagato che durante la stagione estiva riusciva a farsi certificare, con la compiacenza del medico di base, una condizione di malattia, assentandosi in tal modo dal lavoro ufficialmente per motivi di salute, quando, in realtà, si trovava presso un lido balneare di una nota località ionica del basso reggino a godersi una giornata di relax.

Le condotte illecite sono risultate peraltro agevolate da modalità di gestione e certificazione della presenza quotidiana a lavoro presso la struttura, del tutto inadeguate e connotate da superficialità.

Difatti, dalla disamina della copiosa documentazione acquisita presso gli Uffici preposti alla liquidazione degli stipendi dei dipendenti nonché dalle dichiarazioni rese in atti dai Responsabili degli uffici in questione, venivano riscontrate gravi inefficienze organizzative e gestionali rispetto alle modalità di controllo e rendicontazione delle presenze del personale impiegato presso la struttura ASP in questione, tali da consentire la possibilità, di adottare all’interno dei singoli Uffici, in maniera arbitraria, variegate modalità di rendicontazione, in alcun modo rispondenti alle Disposizioni previste.

In proposito è emerso che in una delle Articolazioni della struttura, non era adottato addirittura alcun sistema di rendicontazione e controllo delle presenze lavorative dei dipendenti.

Le odierne misure cautelari hanno riguardato ben 13 dipendenti della struttura dell’ASP.  Nel corso dell’operazione sono state altresì notificate 38 informazioni di garanzia, tra cui i destinatari del provvedimento di oggi, nonché ulteriori 25 indagati per un totale di 63 persone coinvolte.

Tir impatta volante della Polstrada che finisce sul guardrail. Illesi gli agenti

Un Tir percorrendo l’autostrada del Mediterraneo, all’altezza degli svincoli tra Frascineto è Castrovillari ha urtato una volante della Polizia stradale costringendola a impattare contro il guardrail.

Fortunatamente i due agenti a bordo della pattuglia sono usciti illesi. I poliziotti sono dovuti comunque recarsi all’ospedale di Castrovillari per farsi guardare dai sanitari. Sull’incidente sono in corso verifiche. Sull’A2 personale dell’Anas. Nessun problema per la circolazione.

Solidarietà del Sindaco di Cosenza Occhiuto all’inviata di Striscia la notizia

Il Sindaco Mario Occhiuto ha espresso solidarietà all’inviata di Striscia la notizia Erica Cunsolo e agli operatori televisivi che stavano lavorando con lei, per l’aggressione subita ieri sera all’esterno dello Stadio San Vito-Marulla durante un servizio sui parcheggiatori abusivi. “Stigmatizzo fortemente il vile episodio verificatosi ieri sera”, ha detto il Sindaco in una dichiarazione.

“Un episodio – ha aggiunto – da condannare con fermezza e che non appartiene alla nostra civilissima città. Ad Erica e ai suoi collaboratori va la nostra solidarietà e la nostra vicinanza, augurando loro una pronta guarigione ed una immediata ripresa della loro meritoria attività professionale”.

“Il Sindaco Occhiuto – è scritto in una nota di Palazzo dei Bruzi –  si è inoltre complimentato con le forze dell’ordine per aver individuato prontamente i responsabili della grave aggressione”.

Una aggressione “che suscita sdegno e riprovazione – ha concluso – perché diretta nei confronti di persone che stavano attendendo al proprio ruolo di informare l’opinione pubblica”.

Regionali, Giovedì in Calabria Berlusconi e Meloni

Il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi sarà in Calabria giovedì 23 gennaio in vista delle elezioni regionali di Domenica. Ad annunciarlo su fb la candidata del centrodestra alla presidenza della Regione Calabria, Jole Santelli.

Santelli e Berlusconi andranno a Tropea dove incontreranno il sindaco Giovanni Macrì, i cittadini, un gruppo di imprenditori e rappresentanti di confederazioni. Nel pomeriggio, alle 17.30, è prevista una conferenza stampa al “T Hotel” di Lamezia Terme.

Sempre giovedì in Calabria farà di nuovo tappa la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Alle ore 12 Giorgia Meloni sarà a Rossano in piazza Bernardino Le Fosse. Alle ore 16,30 sarà a Vibo Valentia – Hotel 501.

«Giorgia Meloni è in prima linea – dice il dirigente nazionale di FdI Ernesto Rapani – nella lotta alla sperequazione che riguarda la ripartizione dei fondi per le infrastrutture basata su riferimenti errati quali il parametro abitativo: ecco perché il governo centrale assegna il 66% delle risorse al nord e soltanto il 34% di queste al sud. La battaglia che sta portando avanti Giorgia Meloni si basa sui parametri più equi, che supera i meri dati demografici e che propone il 50% delle risorse al sud ed il 50 al nord. Ma questo è soltanto uno dei tanti punti del suo programma elettorale che prevede anche la defiscalizzazione alle imprese che vorrebbero investire al sud».

«La venuta di Giorgia Meloni a Corigliano Rossano – conclude Ernesto Rapani – certifica anche il buon lavoro effettuato sul territorio, dalla fase embrionale di Fratelli d’Italia nell’ormai lontano 2013, e di chi ha creduto in questo progetto politico sin dalla sua nascita».

Rastrellamenti nel Reggino, trovato un arsenale di armi e due kg di droga. Denunce

Tre persone di cui due di Seminara e una di San Procopio, sono stati deferiti in stato di libertà con l’accusa, a vario titolo, di possesso di munizioni e di refurtiva a seguito di un rastrellamento dei Carabinieri, nel corso del quale è stato trovato un vero e proprio arsenale composto da pistole, fucili e circa 170 cartucce di vario calibro, oltre a circa 2 chilogrammi di marijuana e a refurtiva provento di furti consumati in provincia.

In particolare, stamattina i Carabinieri della Compagnia di Palmi, dello Squadrone Cacciatori, dei Nuclei cinofili dell’Arma e della Finanza, hanno messo in campo una vera task force che ha visto la partecipazione di circa 50 uomini delle Forze dell’Ordine, impegnati in un servizio di contrasto all’illecita detenzione di armi, di munizioni e di droga che, come da consolidata prassi in uso tra la criminalità locale, vengono abitualmente occultati all’interno di fondi agricoli, per essere poi recuperati al momento del bisogno.

Nel corso delle perquisizioni i militari hanno rinvenuto, in differenti siti, tutti rientranti nei territori comunali di Seminara e San Procopio, un fucile sovrapposto calibro 12, una pistola calibro 9 con matricola abrasa, circa 120 cartucce per pistola calibro 9 e circa 50 cartucce calibro 12 per fucile.

In tale contesto A.O., 69enne di Seminara, e A.F., 53enne di Seminara, sono stati deferiti per l’illecito possesso di munizionamento calibro 12 per fucile.

In altri rinvenimenti sono stati invece scovati i nascondigli dove erano stati occultati due bidoni contenenti complessivamente circa 2 chilogrammi di Marijuana già essiccata e pronta per la vendita, che sul mercato dello spaccio di stupefacenti avrebbe potuto fruttare sino a 10.000 euro.

Nel corso delle perquisizioni O.G., 28enne di San Procopio, è stato invece trovato in possesso di materiale risultato provento di furto ed è stato denunciato per ricettazione.

Aggredita a Cosenza la troupe di Striscia la Notizia

La giornalista Erica Cunsolo, in arte “Erica senza K”, e due operatori di Striscia la notizia sono stati aggrediti a calci e pugni, a Cosenza, nei pressi dello stadio “Marulla”, durante l’incontro di calcio tra la squadra di calcio locale ed il Crotone.

A mettere in atto l’aggressione sono stati due giovani che sono stati identificati e denunciati dalla Polizia di Stato. La troupe di “Striscia” stava girando un servizio sui parcheggiatori abusivi che stazionano nei pressi dello stadio.

Erica Cunsolo ha anche girato e postato in rete un video mentre si trovava nell’ospedale di Cosenza per gli accertamenti clinici necessari per verificare le eventuali conseguenze dell’aggressione.

“La situazione è degenerata nel giro di pochi istanti, – spiega una nota di Striscia la notizia – quando Erica ha provato a chiedere spiegazioni ad alcune di queste persone sul loro operato. Uno di loro si è avventato sui nostri collaboratori per evitare di essere ripreso, ha preso per la gola uno dei cameraman e lo ha sbattuto contro alcune auto. Nella colluttazione è intervenuta anche la nostra inviata per cercare di fermare il parcheggiatore infuriato. La diatriba è durata solo pochi minuti. Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine in servizio nei pressi dello stadio che hanno bloccato gli aggressori e acquisiranno le immagini realizzate dalla nostra troupe”.

La prognosi per i due operatori e per l’inviata di Striscia la notizia è di sette giorni. Da referto medico Erica ha rimediato cervicalgia e lombalgia postraumatica, oltre a una distorsione al ginocchio e alla caviglia sinistra. I due cameraman, Ciro e Simone, hanno rimediato rispettivamente: trauma mandibolare, distorsione cervicale, contusione lombare e distorsione al gionocchio destro uno; distorsione cervicale, trauma cranico e contusione alla coscia sinistra l’altro”.  Il programma Canale 5 trasmetterà l’intera vicenda.

Corruzione, trasferito a Potenza il magistrato Vincenzo Luberto

Vincenzo Luberto

Il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Vincenzo Luberto, è stato trasferito in Basilicata dopo l’indagine della procura di Salerno in cui è coinvolto per un presunto caso di corruzione in atti giudiziari. A deciderlo la sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura che ne ha disposto il trasferimento, come giudice civile, al Tribunale di Potenza.

Al magistrato vengono contestati i rapporti avuti con l’ex parlamentare calabrese del PD Ferdinando Aiello. Nelle scorse settimane, a dicembre, il procuratore era stato formalmente indagato dalla procura.

Secondo l’accusa dei pm campani, competenti sul distretto di Catanzaro, Luberto avrebbe accettato presunti viaggi che sarebbero stati regalati al magistrato dall’ex parlamentare del Pd Ferdinando Aiello con il quale era in rapporti di amicizia. Il nome di Luberto sarebbe emerso in un’indagine della Procura di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri che ha poi trasmesso gli atti a Salerno.

A Potenza è già stato trasferito nelle scorse settimane anche l’ex procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, coinvolto in un’altra inchiesta della procura di Salerno. Su Facciolla un comitato spontaneo aveva raccolto migliaia di firme per farlo tornare al suo posto a Castrovillari.

Critiche a Gratteri, il ministro Bonafede chiede il trasferimento di Lupacchini

Otello Lupacchini
Il magistrato Otello Lupacchini

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e il Pg della Cassazione Giovanni Salvi hanno chiesto alla Sezione disciplinare del Csm di trasferire d’ufficio il Procuratore generale di Catanzaro Otello Lupacchini.

Su Lupacchini pende già una procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità funzionale aperta dalla Prima Commissione del Csm per le critiche pubbliche rivolte al procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri.

Il magistrato all’indomani dell’inchiesta “Rinascita Scott”, con cui la Dda arrestò 334 persone, parlò di inchieste “evanescenti”. Il Pg aveva anche lamentato di non essere stato preventivamente avvisato e che i nomi degli indagati e i contenuti dell’inchiesta li aveva appresi dalla stampa.

Lupacchini in seguito era stato ascoltato per diverse ore dal Csm. Ora arriva la richiesta del Guardasigilli Bonafede. La difesa del Pg di Catanzaro chiede di svolgere in seduta pubblica l’udienza, fissata per giovedì prossimo, in cui la sezione disciplinare del Csm deciderà sulla richiesta di trasferimento cautelare. A chiederlo è l’avvocato Ivano Iai, difensore di Lupacchini, evidenziando la “necessità di tutela dell’immagine” del magistrato “oggetto di diverse centinaia di insulti che, precipitati in rete con inusitata virulenza (soprattutto attraverso social network) hanno ingenerosamente e immotivatamente apostrofato il magistrato con espressioni offensive della sua dignita’ personale e professionale”.

Crisi al comune di Catanzaro, si dimettono i consiglieri di Forza Italia. Abramo in bilico

Sergio Abramo sindaco di Catanzaro
Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro

Si apre la crisi politica al Comune di Catanzaro dopo l’inchiesta della Procura che vede indagati 29 dei 32 consiglieri, accusati di truffa per i gettoni di presenza delle commissioni. Forza Italia ha annunciato le dimissioni dei propri assessori e consiglieri (8), anche eletti in liste civiche.

Dimissioni che vanno ad aggiungersi a quelle di tre esponenti di minoranza – già protocollate – e che potrebbero fare concludere prima del previsto la quarta consiliatura del sindaco Sergio Abramo, prima vicino a Forza Italia (partito con cui è stato eletto nel 2017) e adesso dato in avvicinamento alla Lega. Nella sua ultima visita a Catanzaro, Matteo Salvini è andato a trovarlo.

“Il clamore mediatico sull’inchiesta, per molti versi ingiusto e forzato da pregiudizi – afferma Forza Italia in un comunicato – indebolisce il ruolo del Consiglio. Chi aveva il dovere di difendere Comune e Consiglio, mettendoci la faccia, non lo ha fatto, preferendo alimentare con il silenzio la falsa immagine di una “separazione” dei ruoli, di un’Amministrazione fatta di buoni e cattivi. Forza Italia sottolinea con preoccupazione anche la paralisi politico-amministrativa degli ultimi mesi, determinata da un’ossessiva ricerca di spazi personali che ha sottratto energie ed impegno all’azione di governo”.

Il riferimento è proprio ad Abramo che nell’indagine non era stato indagato e non è intervenuto per difendere l’assemblea dall’inchiesta della magistratura, meglio nota come “Gettonopoli”. Secondo alcuni osservatori quello dei consiglieri azzurri è stato anche un “pretesto” per far cadere Abramo in quanto avvicinatosi alla Lega. Dietro la decisione politica di staccare la spina ad Abramo ci sarebbe il consigliere regionale forzista Mimmo Tallini.

Da quanto appreso, ci sarebbe in queste ore un vertice di maggioranza. Il sindaco Sergio Abramo starebbe cercando una maggioranza alternativa per proseguire la legislatura fino al 2022, cosa che appare al momento difficile. Se non dovesse riuscirci darà le sue dimissioni.

Accoltella il padre dopo una lite per il reddito, arrestato

Ha accoltellato il padre in casa, nel quartiere popolare di Corigliano Rossano, e l’ha ferito gravemente. La vittima è stata trasferita in elisoccorso all’ospedale civile di Cosenza in gravi condizioni. La prognosi è riservata ed è in pericolo di vita.

Il figlio, N.M., di 31 anni, è stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Corigliano Calabro con l’accusa di tentato omicidio. In casa i militari hanno trovato un coltello da cucina sporco di sangue, presumibilmente l’arma usata dall’uomo per ferire il genitore.

Dalla ricostruzione fatta dai carabinieri grazie anche alle testimonianze dei familiari presenti al momento del ferimento, il 31enne avrebbe litigato con il padre che pretendeva che firmasse dei documenti necessari per la richiesta del reddito di cittadinanza. Al rifiuto del figlio ne è scaturita una lite degenerata con il ferimento. Impugnato un coltello da cucina il 31enne ha colpito il padre al petto.

Sorpresi in auto con marijuana, tre arresti

È di tre arresti per droga il bilancio di alcuni controlli della Polizia a Corigliano Rossano. Una persona è stata bloccata dopo un breve inseguimento. Al controllo degli agenti del locale Commissariato, sono stati rinvenuti nel giubbotto del conducente una cinquantina di grammi di “erba” per cui sono scattate le manette ai polsi di M.A, di 56 anni, con precedenti.

Sulla statale 106 due persone, un italiano e un marocchino, sono state arrestate perché erano in un veicolo su cui sono stati trovati involucri di marijuana pari a 435 grammi. Inevitabile l’arresto.

Caso Gregoretti, nuovo scontro tra Conte e Salvini

Giuseppe Conte Matteo Salvini
Giuseppe Conte e Matteo Salvini in una foto di archivio

Nuovo scontro tra il premier Conte e l’ex ministro Salvini sul caso Gregoretti. “Ho chiarito per quanto mi riguarda il mio ruolo, non posso che ribadire che la Presidenza del Consiglio è stata senz’altro coinvolta come sempre nella redistribuzione dei migranti”, dice il premier Giuseppe Conte parlando con i giornalisti a Firenze.

“Mi è stato chiesto, col mio staff diplomatico l’ho fatto sempre, di lavorare per la redistribuzione – ha aggiunto -. Poi la decisione specifica, se sbarcare, in quale momento, in quale ora, era competenza del ministro” Salvini “che l’ha rivendicata pubblicamente. Sono tutti fatti, anche documentali, che verranno valutati senz’altro in sede parlamentare”.

“Ne parleremo in Tribunale”, ha replicato Salvini. Rivolto ai suoi sostenitori, in chiusura di un comizio a Ozzano dell’Emilia (Bologna), Salvini ha detto: “Se mi chiamano in tribunale – siccome non sarà un processo a un uomo, ma un processo a un’idea di un’Italia bella, sicura, libera – in tribunale aspetto anche voi”. “Sono il primo politico – ha aggiunto – ad essere felice se lo mandano a processo perché devono avere paura quelli che hanno fatto qualcosa di sbagliato, non chi ha fatto qualcosa di giusto”.

Su Salvini ieri la Giunta delle immunità ha votato a favore del processo. A Febbraio sarà l’aula del Senato a esprimersi definitivamente se il leader della Lega dovrà essere processato a Catania.

Cosenza beffato dall’arbitro, Guarascio: “Ora basta, è un errore marchiano”

Il goal “fantasma” del Cosenza contro il Crotone. Si vede chiaramente che la palla ha oltrepassato la linea

“Quanto è avvenuto ieri sera allo stadio Marulla è l’ennesimo episodio di un campionato che ormai non ha più nulla di legale”. Lo ha detto il presidente del Cosenza Eugenio Guarascio commentando il derby giocato ieri sera contro il Crotone (0-1 per gli ospiti), sottolineando la svista arbitrale sul goal netto di Sciuadone (foto).

“Il vaso è colmo – ha aggiunto Guarascio – e sto seriamente pensando a gesti clamorosi ed eclatanti visto che di calcio giocato non si può più nemmeno parlare e non ha alcun senso. Qui siamo alla farsa se non ci trovassimo di fronte ad una tragedia. Il complesso dell’arbitraggio di ieri sera, al di là ed oltre il goal non visto che rimanda ad un altro enorme problema non risolto sul non uso delle tecnologie più elementari nel secondo torneo italiano (il Var non è previsto per la serie B, ndr), lascia di stucco e genera interrogativi pesanti anche sulla scelta del designatore, visti i precedenti recenti dell’arbitro in questione per Crotone e Cosenza”.

“Ma – ribadisce Guarascio – quello di ieri sera non è che l’ennesimo episodio di un campionario di errori marchiani che stanno penalizzando il Cosenza dall’inizio della stagione. Non ho mai parlato di arbitri in tutti questi anni da presidente del Cosenza, non mi sono mai lamentato credendo nella buona fede ma ora è giunto il momento di rimettere le cose a posto: o avrò risposte dai vertici federali in tempi brevi e certi o adotterò misure che non hanno precedenti nella storia del calcio italiano. Il Cosenza e Cosenza meritano rispetto”.

Il giudice Petrini e gli incontri “spinti” con le avvocatesse

Un ambiente caldo e a luci soffuse, effusioni e “giochini” spinti in cui si finiva sempre per farlo, magari scegliendo le posizioni. Era più o meno questo il contesto che si viveva negli uffici del giudice Marco Petrini, il magistrato finito in carcere per corruzione in atti giudiziari nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Salerno.

Prestazioni che Petrini consumava tranquillamente nei suoi studi della Commissione tributaria di Catanzaro. Nessuna violenza o costrizione da parte sua, almeno sembra. Il giudice in questa inchiesta non passerebbe come il bruto Weinstein, il potente produttore di Hollywood accusato dopo anni da aspiranti attrici di violenze dopo avergli fatto volontariamente quelle cose lì, allo scopo di scalare il successo nel cinema.

A offrire le parti intime al giudice, in modo consenziente, erano due avvocatesse di Catanzaro: Marzia Tassone e Palma Spina, la prima finita agli arresti domiciliari, la seconda indagata nell’inchiesta choc della procura salernitana.

Scene esplicite riprese dalle telecamere installate dagli investigatori nelle stanze del giudice, che era ignaro di essere “marcato stretto” per alcune vicende di corruzione legate al suo ruolo di presidente di sezione della Corte di Appello e della Commissione tributaria.

Un uomo potente, a cui si rivolgevano in tanti per “aggiustare” processi e sentenze; un magistrato a cui piacevano i regali, soprattutto in denaro e gioielli, ma che non disdegnava affatto quelli in “natura”, soprattutto se si trattava di donne avvenenti che solo a guardarle il giudice arrossiva e perdeva la testa.

Gli incontri tra Marco Petrini e Palma Spina

Tra Petrini e Palma Spina gli investigatori registreranno almeno sedici rapporti, avvenuti tra febbraio e giugno 2019. I due si vedevano in Commissione tributaria e, secondo l’accusa, il magistrato non si era astenuto dal presiedere il collegio giudicante nei ricorsi tributari in cui compariva l’avvocatessa come difensore delle parti. Erano amici intimi, Petrini e Spina, e il giudice accoglieva senza batter ciglio i ricorsi dell’amica professionista.

Un rapporto strettissimo, tra i due protagonisti, che andava ben oltre i canoni professionali, al punto che il giudice è ricorso almeno in un caso, a chiedere in via confidenziale all’avvocato una somma di denaro di 4 mila euro perché il Petrini era in difficoltà economica.

“Ma che hai”, dice preoccupata Spina a Petrini. “Sto un sacco impicciato”, risponde lui. “Ti posso aiutare?”, dice l’avvocato. “Se puoi…”, risponde il giudice che aveva un problema economico con la sua casa ad Assisi. La dazione dei 4mila euro è poi avvenuta ed è stata registrata a luglio dello scorso anno. I magistrati di Salerno in questo caso contestano il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità.

Ed eccoci arrivati alla dazione di denaro. La Polizia giudiziaria registra e annota tutto.
Palma Spina dice: “Allora amò, questi sono i tuoi … l’unica cosa che sono 4 anziché 5 (mila euro) sai perché? Perché… purtroppo la brevità di tempo”. Le concomitanti captazioni video confermavano l’avvenuta consegna atteso che le immagini mostravano Petrini nell’atto di estrarre, dalla busta ricevuta, denaro in contante.

Gli incontri tra il giudice e l’avvocatessa Marzia Tassone

Anche con l’avvocato Marzia Tassone le immagini registrate dalle telecamere spia hanno attestato che il rapporto tra lei e il giudice Petrini andava ben oltre quello professionale, ed era assolutamente confidenziale, anzi intimo, si legge nell’ordinanza del gip di Salerno. In una circostanza la Tassone, in stretta confidenza con il giudice, lo mette in guardia circa il vociferare di un magistrato in Corte facile a corrompersi. Il riferimento era diretto a lui.

Il primo marzo 2019, Marzia Tassone, riferisce a Petrini di avere avuto alcuni problemi (non meglio specificati) con l’avvocato Sergio Rotondo (estraneo all’inchiesta, ndr) e, al proposito, metteva in guardia il giudice, al quale raccomandava di non fidarsi di alcuni avvocati, secondo lei “colpevoli” di parlare troppo.

Il riferimento della donna era rivolto sia all’avvocato Rotondo che all’avvocato Salvatore Staiano, anche lui estraneo a questa inchiesta della dda salernitana.

“Certo Rotondo – dice Marzia Tassone a Petrini – non viene a parlare contro di te, viene a parlare soltanto, lo so chi sono gli altri che parlano, come no? Marco, Marco ti faccio vedere…Staiano è uno che parla, Marco”. Il magistrato seccato risponde che a lui non gliene frega niente.

L’avvocatessa Tassone parla in modo confidenziale perché consapevole dei rapporti tra il giudice Petrini e l’avvocato Staiano. Cerca di metterlo in guardia da certe “frequentazioni”: “Evidentemente avrai i tuoi interessi”, dice la Tassone rivolto al giudice. All’udire tale affermazione Petrini rispondeva con fare alterato: “Ma che stai dicendo? Non c’ho nessun
rapporto, ma che cosa pensi? Il rapporto con Staiano, semmai! Secondo te, io che rapporto posso avere?”. In merito, Tassone rispondeva dicendo: “Ma non mi interessa a me, io
non sto con te”.

Gli investigatori captano il prosieguo della conversazione tra Petrini e “l’amante”. E in un passaggio del dialogo la donna arriva ad insinuare ciò che in alcuni ambienti giudiziari, politici e criminali circolava da tempo, e cioè che l’amico era un magistrato corrotto.

Al riguardo Tassone riferiva a Petrini di un giudice corrotto (verosimilmente alludendo allo stesso magistrato) e del fatto di non fidarsi neanche di lui, ritenendolo, peraltro, persona attaccata ai soldi: Tassone: “Ed io avrei dovuto dire tutto… ed ho detto che cosa significa, cioè gli ho detto, ah davvero pensavo che … un Giudice normale…perché c’è un Giudice che pagano? Perché io non lo so? non mi fido di te Marco. Io non mi fido, Marco io ho paura, Marco io penso che tu possa prendermi in giro, te l’ho detto Marco, ma tu ti rendi conto che quando mi sono avvicinata a te … non sapevo neanche cosa facevi…neanche mi ricordo cosa ero venuto a fare, procedi con il cuore Marco non ti fare prendere dei soldi”. 

Dino Granata

Cosenza Crotone 0-1, l’ira di Braglia: “Ci manca un gol netto”

Piero Braglia

“In settimana molti si sono lamentati della designazione arbitrale, sono convinto che tutto questo chiacchiericcio abbia portato ad una conclusione che lascia l’amaro in bocca”. E’ quanto dichiara Piero Braglia al termine del match tra Cosenza e Crotone, finita immeritatamente per 0-1 per gli ospiti.

“La squadra – ha aggiunto Braglia – ha creato diverse occasioni, ci manca un gol netto, come era gol quello non concesso all’Empoli e spero che venga data la stessa eco di quell’episodio”, dice riferendosi alla svista arbitrale sul goal di Sciuadone ma non assegnata dall’arbitro Abbattista.

“Mi viene da pensare – sottolinea il mister – che stiamo antipatici a qualcuno. Mi dispiace tantissimo perché abbiamo peccato solo nel primo quarto d’ora. Ora bisogna reagire subito, fin da sabato, e da uomini, come è sempre successo. Abbiamo in preventivo di fare qualcosa sul mercato ma non credo sia il caso di parlarne oggi. Asencio è un ragazzo che sa fare la differenza, può giocare anche insieme a Rivière”.

Serie B, Cosenza Crotone 0-1. Lupi beffati da una svista arbitrale

Il gol di Messias in Cosenza Crotone

Tonfo in casa per il Cosenza battuto ingiustamente al Marulla nel derby calabrese con il Crotone che incassa il quarto successo consecutivo e si avvicina in cima alla classifica. Dopo essere andati in vantaggio con Messias al 12′, gli squali conducono l’offensiva e i padroni di casa soffrono. Preso un palo e sciupata qualche occasione, nel secondo tempo i Lupi si avvicinano al pareggio: su un colpo di testa di Sciaudone viene respinto da Cordaz oltre la linea di porta ma arbitro e guardalinee non convalidano la rete.

Il primo brivido del match è di Messias (6’) con la conclusione che fa la barba al palo alla sinistra di Perina. Il Cosenza risponde con una bella girata di Riviere (11’) che colpisce il palo. Un minuto dopo (12’) gli squali passano in vantaggio proprio con Messias che sugli sviluppi di una punizione dalla trequarti raccoglie la palla e di sinistro insacca sotto la traversa.

Al 16’ occasione per raddoppiare per i pitagorici con Molina ma il portiere di casa si supera e manda in corner. La prima frazione di gioco prosegue con gli uomini di Stroppa che controllano bene il gol di vantaggio e si rendono pericolosi in diverse circostanze mentre i lupi soltanto nel finale si fanno vedere dalle parti di Cordaz con Baez che da ottima posizione fallisce.

Nel secondo tempo gli ospiti sembrano controllare i ritmi e hanno due ghiotte occasioni per il raddoppio con Simy al 55′ e Messias un minuto dopo, ma la retroguardia di casa riesce miracolosamente a salvarsi.

Il Cosenza prende un po’ di coraggio e si affaccia più di frequente in fase offensiva costruendo la migliore occasione al 72′, quando sugli sviluppi di un corner dalla destra Sciaudone colpisce di testa e Cordaz respinge. I padroni di casa protestano perché a loro avviso la palla avrebbe superato la linea di porta ma per l’arbitro non è gol e la gara si avvia verso la conclusione senza ulteriori grandi emozioni.

COSENZA: Perina; Idda, Monaco, Legittimo (70’ Asencio); Baez, Bruccini, Kanoute (58’ Sciaudone), Broh (82’ Carretta), D’Orazio; Machach, Riviere. A disp: Saracco (GK), Bittante, Corsi, Capela, Schiavi, Greco, Trovato, Pierini. All. Braglia
CROTONE: Cordaz; Golemic, Marrone, Gigliotti; Molina, Gomelt, Benali (80’ Gomelt), Barberis, Crociata, Mazzotta (63’ Mustacchio); Messias, Simy (77’ Maxi Lopez). A disp: Festa (GK), Figliuzzi (GK), Rutten, Bellodi, Cuomo, Spolli, Curado, Zak, Nalini. All. Stroppa
ARBITRO: Abbattista di Molfetta
MARCATORI: 12’ Messias (Cr)
AMMONITI: Legittimo (Co), Marrone (Cr), Barberis (Cr), Benali (Cr)

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