8 Ottobre 2024

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Protesta agricoltori anche in Calabria, inscenato “funerale” del comparto

Diverse sono le proteste degli agricoltori anche in Calabria che coi loro trattori stanno paralizzando le città in tutta Italia per richiedere attenzione e un cambio di rotta rispetto alle folli politiche della Commissione europea.

Curiosa la manifestazione nel reggino dove un migliaio di persone, tra le quali molti studenti delle scuole cittadine e sindaci della Piana di Gioia Tauro, hanno partecipato stamani ad una una protesta indetta dagli agricoltori davanti al cimitero di Polistena.

Un’iniziativa, indetta simbolicamente per “la tumulazione” del comparto agricolo, alla quale ha partecipato decina circa di sindaci della Piana. I manifestanti, sono giunti nei pressi dell’entrata del cimitero con una bara riempita con prodotti agricoli e un manifestato funebre.

Ai ragazzi sono stati regalati arance e mandarini, simbolo della Piana di Rosarno. Numerosi gli interventi dei primi cittadini e di qualche associazione del territorio. Tutti si sono detti solidali con le battaglie che gli agricoltori stanno conducendo in mezza Europa contro le politiche della Comunità Europea. Davanti a quasi 100 trattori i manifestanti hanno annunciato che continueranno la protesta. Per domani mattina è previsto l’arrivo alla rotonda di Rosarno che è diventata la base logistica del movimento dei trattori.

Dal carcere inviò minacce di morte a Gratteri, arrestato

Nicola Gratteri

Dal carcere avrebbe inviato una lettera anonima contenente gravi minacce di morte a Nicola Gratteri, allora procuratore di Catanzaro e oggi a Napoli, e al pm Debora Rizza.

Con l’accusa di minacce a pubblico ufficiale aggravata dal metodo mafioso agenti delle squadre mobili di Salerno e Catanzaro hanno tradotto in carcere Salvo Gregorio Mirarchi, di 32 anni, considerato il presunto autore delle intimidazioni.

Le indagini – spiega una nota degli investigatori – hanno preso le mosse da una lettera pervenuta presso la Procura della Repubblica di Catanzaro diretta nei confronti del procuratore Nicola Gratteri, all’epoca dei fatti Procuratore della Repubblica di Catanzaro, nella quale un anonimo formulava gravi minacce di morte nei confronti del medesimo magistrato e di un sostituto procuratore della Repubblica (Debora Rizza), per il caso in cui, entro la fine del 2023, il suo autore non fosse stato liberato dallo stato di custodia in carcere in cui si trovava per altri reati.

Dall’analisi del testo nella lettera minatoria gli agenti hanno individuato l’indagato Mirarchi come suo possibile autore e, per avene conferma, la Procura di Salerno (competente su reati che riguardano gli uffici giudiziari di Catanzaro, ndr) ha disposto due diverse consulenze grafologiche da parte della Polizia scientifica su due diversi missive provenienti dall’indagato a quei tempi detenuto in carcere.

Come sia stato possibile non è dato sapersi, dal momento che nei penitenziari ogni corrispondenza in entrata e in uscita dovrebbe essere sottoposta a censura.

Maltratta la madre e riceve il divieto di avvicinarla. Cosentino viola la misura e finisce in carcere

Lo scorso gennaio era stato raggiunto da un divieto di allontanamento dalla casa familiare per maltrattamenti contro la madre. Divieto violato che gli è costata la libertà personale.

Protagonista un 41enne di Cosenza che in barba alla disposizione si è ripresentato a casa del genitore probabilmente per riprendere maltrattamenti e richieste di denaro. Così i carabinieri bruzi dopo aver scoperto la violazione hanno redatto una informativa in procura la quale ha richiesto al giudice un aggravamento della misura. Per il 41enne sono scattate le manette e si sono aperte così le porte del carcere di Viale Mancini.

Blitz antimafia contro i clan del Messinese, 37 misure tra arresti e interdittive

Operazione contro il clan mafioso di Tortorici, nella zona messinese dei Nebrodi. I carabinieri del Ros e del Comando carabinieri per la Tutela Agroalimentare, i finanzieri del Comando Provinciale e il personale della Squadra Mobile della Questura di Messina, hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 37 persone.

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, dalla Dda, di associazione mafiosa, associazione dedita alla spaccio di droga, estorsione, trasferimento fraudolento di valori, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche in concorso, riciclaggio e autoriciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, malversazioni di erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale e tentata violenza privata.

Dalle indagini è emersa ancora una volta il ruolo della famiglia mafiosa di Tortorici, guidata dai Bontempo Scavo e dai Batanesi, e il percepimento fraudolento di ingenti contributi erogati dalla Comunità Europea attraverso un elevatissimo numero di truffe.

Il Gip ha disposto 23 arresti, 3 dei quali ai domiciliari e 14 interdettive della sospensione dell’esercizio di attività imprenditoriali. Gli indagati sono complessivamente 37. Sono stati inoltre sequestrati per equivalente 750 mila euro in riferimento a 349 titoli Agea, definiti “tossici”. Somme che sarebbero derivanti dalle truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche, riguardanti le campagne agricole tra il 2015 e il 2020.

L’indagine s’è avvalsa anche delle dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia, che facevano parte del gruppo mafioso dei Batanesi. La “famiglia” di Tortorici composta dall’articolazione del gruppo dei Bontempo Scavo e dei Batanesi, ancora una volta avrebbe concentrato la propria attività illecita su estorsioni e truffe aggravate in agricoltura a danno dell’Unione Europea e dell’Agea.

Blitz antidroga nel Catanzarese, 14 arresti

I carabinieri hanno sgominato un’organizzazione criminale che avrebbe gestito un traffico di sostanze stupefacenti in provincia di Catanzaro, arrestando 14 persone, per quattro delle quali è stata disposta la custodia cautelare in carcere mentre dieci sono finiti ai domiciliari.

L’operazione, condotta dai militari del Gruppo di Lamezia Terme, supportati nella fase esecutiva da quelli dei Comandi territorialmente competenti, dai carabinieri Cacciatori “Calabria” e del Nucleo cinofili di Vibo Valentia, è stata effettuata in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Catanzaro su richiesta della Dda.

Agli arrestati vengono contestati l’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e la detenzione e cessione di sostanze stupefacenti del tipo marijuana e cocaina.

L’organizzazione avrebbe svolto la sua attività criminale, consistente nella coltivazione di marijuana e nel traffico della stessa sostanza stupefacente e di cocaina nei territori di Curinga, Lamezia Terme, Pianopoli, Serrastretta e Feroleto Antico.

L’indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Lamezia Terme e dal Nucleo operativo della Compagnia di Girifalco, “si è sviluppata – riferisce una nota stampa della Dda di Catanzaro – attraverso complesse e articolate attività tecniche e di tipo tradizionale, tra cui servizi di osservazione, pedinamenti e riscontri nell’ambito dei quali sono state arrestate sei persone in flagranza di reato e sequestrati oltre 14 chilogrammi tra marijuana e cocaina, oltre a banconote per 25 mila euro, macchinari per il confezionamento sottovuoto delle dosi di droga, bilance ad alta precisione e scanner per la rilevazione di microspie”.

Strage di Bologna, la figlia di Cossiga: “Papà mi disse che Mambro e Fioravanti sono innocenti”

“Aveva sempre la casa piena di gente. Una volta trovai in salotto Francesca Mambro e Giusva Fioravanti che prendevano il tè. Rimasi basita. Ma lui mi disse: “Figlia mia, per la strage di Bologna sono innocenti”. Un’altra volta trovai Adriana Faranda, la brigatista. Quella volta spiegò: “Figlia mia, lo Stato deve fare pace con i terroristi sconfitti”. Così Anna Maria Cossiga racconta il padre Francesco in un’intervista al ‘Corriere della Sera’.

E su Aldo Moro aggiunge: “Babbo non c’era quasi mai. Ne parlammo poco. Quando giunse la notizia dell’assassinio ne soffrì enormemente. Ogni tanto ripeteva: ‘L’ho ucciso io’. E non nel sonno, com’è stato scritto. Da sveglio”. “Si decise di anteporre lo Stato – spiega – Lui era d’accordo, ma fu un colpo terribile. Subito gli venne questo ciuffo di capelli bianchi…”.

I miei genitori “si separarono – racconta – Mia madre non voleva diventare una persona pubblica. Quindi preferisco non parlare di questo”. “Mio padre non ha più avuto altre donne”, aggiunge. Rispetto alle voci di un’infatuazione per Federica Sciarelli la figlia risponde ridendo: “Gliel’abbiamo chiesto pure noi figli. Ha negato nel modo più assoluto”.

Era un papà “molto severo – racconta – Un po’ rigido. Non dovete pensare al picconatore, o al presidente emerito, giocoso e allegro. Da giovane era molto serio. Prima di andare al cinema controllava il giudizio di Famiglia Cristiana. Noi volevamo vedere American Graffiti…”. “Babbo ce lo proibì – spiega – Andammo lo stesso. Poi mi appassionai a Jesus Christ Superstar, lo vidi dieci volte di fila, finché babbo non me lo vietò”.

Parlando dei giochi d’infanza, la figlia di Francesco Cossiga racconta: “Ci faceva disegnare le bandiere di tutti i Paesi, per prima quella del Regno Unito, così complicata, ma anche degli Stati africani. Poi ci insegnava gli inni nazionali, bofonchiando. Non l’ho mai sentito cantare in vita mia. Però adorava ascoltare l’inno della brigata Sassari. Muoveva le braccia come per dirigerlo ed era felicissimo”.

Con Berlinguer c’era “una frequentazione tra politici, non tra parenti. Berlinguer non me l’ha mai presentato, con mio grande dispiacere – dice – Forse pensava fosse pericoloso…”. “Perché, dopo il partito sardo d’azione e il partito repubblicano, votavo comunista – prosegue – Babbo mi chiamava la bolscevica, la miscredente”. “Io non avevo fede”, spiega, “lui tantissima. Credeva fortemente in Dio, anche se non gli piaceva che il Vaticano si impicciasse con lo Stato”.

A casa si parlava ‘molto’ di politica, prosegue Anna Maria Cossiga, “anche di teologia. Di storia. E del conflitto israelo-palestinese”. “Babbo era sionista – spiega – Con Israele sino alla morte. Anch’io ero abbastanza filoisraeliana. Mio fratello invece era filopalestinese”. “Il fascismo invece lo considerava il male assoluto – prosegue – Veniva da una famiglia fortemente antifascista”. E sul fatto che fosse massone Anna Maria spiega: “Suo nonno Francesco era massone: trentatré di rito scozzese. Lui no: troppo cattolico. Però andava orgoglioso del nonno”.

E poi ancora: “Babbo si era innamorato di D’Alema. Considerava il suo capolavoro politico aver portato il primo ex comunista a Palazzo Chigi e avergli fatto combattere una guerra della Nato. Avevano un rapporto “affettuoso. Una volta lo incontrammo per strada e babbo mi presentò così: “Mia figlia vota Rifondazione”. E D’Alema: “Sia più moderata, voti per noi…”. A casa spesso venivano Minniti e Latorre. Quando Berlusconi disse che i comunisti mangiavano i bambini, babbo mandò a D’Alema un bambino di marzapane”.

Mentre su Berlusconi l’antropoga spiega”
“Babbo lo trovava irresistibilmente simpatico, ma non era il suo tipo di politico. Non l’ha mai votato. Mio fratello invece andò in Parlamento con Forza Italia”.

E su Bettino Craxi: “Quand’era potente non avevano un gran rapporto. Ma quando finì ad Hammamet babbo andò a trovarlo, e lo difese sempre.”

Leggi l’intervista integrale

Attacco terroristico nel Lugansk, il segretario Onu condanna i bombardamenti ucraini

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha condannato i bombardamenti dell’Ucraina su Lisichansk e ha sottolineato l’inammissibilità degli attacchi contro i civili, ha dichiarato in una nota Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite.

“Il Segretario Generale condanna tutti gli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili, compreso il bombardamento di Lisichansk, che secondo quanto riferito ha ucciso o ferito numerosi civili. Gli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili sono proibiti dal diritto internazionale umanitario, sono inaccettabili e devono cessare immediatamente, “si legge nel comunicato.

Sabato 3 febbraio, le truppe ucraine hanno attaccato la città di Lisichansk nella Repubblica popolare di Lugansk (LPR) con razzi HIMARS, che hanno colpito un panificio uccidendo 28 civili, tra cui un bambino. Dieci persone sono state salvate da sotto le macerie. Il ministro delle emergenze della LPR Alexey Poteleshchenko e due parlamentari municipali – Artyom Trostyansky e Ivan Zhushma – sono tra le persone uccise.

Il capo delle Nazioni Unite si è espresso dopo un appello di Mosca ad intervenire per condannare l’attacco terroristico ucraino nel Donbass.

Traffico di droga, retata della Dda di Firenze: 78 arresti tra Italia ed estero

E’ di 70 persone arrestate (in carcere), 68 albanesi e due italiani; 33 sono stati raggiunti in Toscana, gli altri nel resto d’Italia e all’estero, otto ai domiciliari, quattro con obblighi di presentazione in caserma, il bilancio dell’inchiesta con cui la Dda di Firenze, in stretta collaborazione con Procura speciale anticorruzione e anticriminalità organizzata di Tirana (Spak), con Eurojust, Europol e Interpol, ha disarticolato quattro forti organizzazioni criminali del traffico di droga – cocaina, hashish, marijuana, Mdma, eroina – tutte in mano ad albanesi e che agivano tra Italia, Albania, Olanda, Spagna, Germania, Regno Unito, Svizzera.

In totale ci sono 83 indagati

I risultati sono stati sottolineati dal procuratore capo di Firenze Filippo Spiezia e dal procuratore dello Spak albanese Vladimir Mara in una conferenza stampa con gli investigatori dell’Arma dei carabinieri.

Tra i reati, è contestata l’associazione a delinquere a carattere transnazionale finalizzata a traffico e spaccio di stupefacenti, ma il gip ha anche ordinato il sequestro preventivo di beni per 5 milioni di euro per il presunto riciclaggio dei proventi illeciti. Eseguite perquisizioni a tappeto. Trovati depositi bunker, armi (pistole), il libro mastro del traffico gestito dalle organizzazioni da cui si ricava al momento una stima di 50 chili di cocaina smerciati al mese. Sequestrate chat, decisive le intercettazioni su telefoni criptati.

Fra le donne indagate, una aveva compiti di valutazione della “qualità” degli stupefacenti. Quattro i gruppi criminali colpiti dall’inchiesta, complementari con ruoli di approvvigionamento, distribuzione, logistica, vendita. Uno con base a Firenze e nel Mugello, un altro dall’Olanda copriva il Nord Europa e le esigenze di importazione di droga per l’Italia, un gruppo era ramificato in più città italiane, il quarto si occupava dello spaccio di piazza. L’indagine è partita da un’intuizione dei carabinieri di Borgo San Lorenzo su un sequestro di 2 chili di marijuana in un sottoscala di piazza Muratori a Firenze.

Scontro frontale sulla statale 106, un morto e cinque feriti

È di un morto e cinque feriti, di cui due in gravi condizioni, il tragico bilancio di un incidente stradale avvenuto nella notte sulla statale 106 jonica, nel territorio di Sibari,in provincia di Cosenza.

Per cause in corso di accertamento, si sono scontrate fra loro due auto, una con cinque persone a bordo, tra cui il diciannovenne Mattia Porto, del crotonese, che nel violento impatto è morto sul colpo dopo essere stato sbalzato fuori dall’abitacolo; e un’altra con a bordo il solo conducente. I feriti sono stati trasportati in ospedale tra quelli di Rossano e Cosenza.

Lo scontro è avvenuto nei pressi degli scavi archeologici di Sibari, in una curva già teatro di altri gravi incidenti.

I giovani con a bordo la vittima stavano rientrando dalla Campania ed erano diretti nel crotonese.

Sul posto, oltre a diverse ambulanze del 118, sono intervenuti Carabinieri e Polizia che hanno proceduto ai rilievi per accertare la dinamica del sinistro ed eventuali responsabilità. Da quanto trapela la procura di Castrovillari avrebbe aperto un fascicolo.

Controlli CC nella Piana di Gioia Tauro, diverse denunce

Si è mantenuta elevata la presenza dei Carabinieri il primo mese del nuovo anno, che si sono adoperati attraverso l’intero territorio della piana di Gioia Tauro nella prevenzione e repressione dei reati. In un solo mese, infatti, sono decine i controlli effettuati e le persone deferite all’autorità giudiziaria di Palmi.

Nello specifico, la Tenenza dei Carabinieri di Rosarno ha denunciato tre persone: un cittadino del posto che, mancando di ottemperare alle prescrizioni previste dal giudice, pur essendo sottoposto agli arresti domiciliari, è stato sorpreso fuori dalla propria abitazione; un altro è stato deferito per minaccia e percosse a seguito di una lite e un terzo perché trovato in possesso di sostanza stupefacente verosimilmente di tipo marijuana.

I Carabinieri della sezione radiomobile di Gioia Tauro invece, si sono concentrati sulla repressione delle prescrizioni previste dal codice della strada riscontrando diverse violazioni. Due persone sono state trovate a bordo della propria autovettura con un tasso alcolemico superiore a 1,50 grammi per litro, una soglia che comporta la sanzione penale in quanto ritenuta di un livello talmente elevato da poter ingenerare un reale pericolo a cose e persone. Anche un minorenne è stato fermato dai Carabinieri in quanto ha violato, con recidiva infra-biennale, la norma che prescrive la circolazione solamente se dotati della prevista patente di guida.

I controlli si sono estesi anche a San Ferdinando dove due extracomunitari sono stati deferiti per violazione delle prescrizioni previste dall’autorità giudiziaria, in quanto in plurime occasioni, pur sottoposte all’obbligo di firma, non si sono presentati in caserma per adempiere all’ordine disposto. Medesima situazione si è proposta a Laureana di Borrello, dove un uomo sottoposto alla detenzione domiciliare non era lì presente all’atto del controllo.

Camera civile di Castrovillari, l’avv. Brandi Cordasco Salmena è il nuovo presidente

L’avvocato Giovanni Brandi Cordasco Salmena è il nuovo presidente della Camera Civile degli avvocati di Castrovillari. E’ stato eletto sabato, all’unanimità, per acclamazione. Il neo presidente, già al vertice del Comitato scientifico dello stesso organo, subentra all’avvocato Antonella Gialdino, che ricopre anche il ruolo di magistrato ausiliario presso la Corte d’Appello di Taranto.

Come vicepresidente è stata eletta, sempre all’unanimità, l’avvocato Patrizia Straface, già componente del Comitato scientifico dello stesso organismo nonché membro della Commissione nazionale Famiglia dell’Unione nazionale delle Camere civili (Uncc).

Giovanni Brandi Cordasco Salmena è avvocato cassazionista, con studio a Castrovillari e a Bari, nonché docente romanista. È, inoltre, giudice arbitro presso la Camera di commercio di Cosenza e assessore di seconda istanza presso il Tribunale Canonico della Diocesi di Luni (in base all’apposita regolamentazione ministeriale).

È autore di sei monografie scientifiche rivolte al diritto antico, soprattutto al sistema delle province romane (dove si collocano le sue lunghe riflessioni sul processo a Gesù di Nazareth) e alle più remote relazioni diplomatiche del Mediterraneo e del vicino Oriente; a queste si aggiungono una cinquantina di pubblicazioni in riviste scientifiche internazionali anche di fascia superiore.

È stato invitato a tenere corsi in diversi cicli di dottorato, tra cui quello di lettere e filologia dell’università “La Sapienza”, e all’estero, tra gli altri, dall’università di Durazzo, del Malawi, di Sarajevo East, e sul negozio giuridico, dalla Universidad Nacional del Perù “San Marcos Decana de América”, dalle università di Lima, “Villareal” e “Antonio Ruiz de Montoya”.

Per le attività svolte ha ricevuto lauree e dottorati honoris causa. Afferisce a numerose società scientifiche internazionali, la Fondazione Paestum ed altre ancora. È socio dell’Accademia cosentina e della deputazione di Storia Patria per la Calabria. È presidente per la Calabria dell’Institut Ellénique de la Diplomatie culturelle con sede centrale ad Atene. Oltre che per i Quaderni della Camera Civile, è redattore e consultore nonché membro del Comitato scientifico di numerose Riviste internazionali.
Il vicepresidente Patrizia Straface, anche lei avvocato cassazionista, oltre ad aver ricoperto cariche sociali, sin dai primi anni di appartenenza al mondo dell’Avvocatura in organismi forensi, è molto impegnata nel sociale.

Presidente della nota associazione “Mani in Alto”, da anni è promotrice di progetti educativi patrocinati da organismi istituzionali contro il bullismo, cyberbullismo ed altre problematiche che toccano da vicino i giovani studenti del territorio.

Compongono il Direttivo, unitamente al presidente ed al vicepresidente, gli avvocati Daniele De Padova, con funzione di segretario, Simone Straface, con funzione di tesoriere, Vincenzo Fuscaldo e Piero Gallina.
Il neo Direttivo, alla presenza dell’assemblea riunita, ha deciso all’unanimità, anche dietro il conforto delle altre Camere Regionali, di conferire la nomina di presidente onorario all’avv. Antonella Gialdino, riconoscendone l’impegno profuso nel corso del tempo, avendo la Camera Civile di Castrovillari festeggiato ben venticinque anni dalla sua fondazione.

Per i probiviri sono stati eletti gli avvocati Lidia Franco, Marcello Tripicchio, Anna Maria Capalbi, Francesca Occhiuzzi, Elisa Prantera e Rosa Fortino.

Auguri di buon auspicio sono giunti al presidente e alla nuova formazione dal presidente nazionale della UNCC, avvocato Antonio De Notaristefani di Vastogirardo, dai componenti della Giunta Nazionale, dai presidenti delle Commissioni nazionali, e da tutti i presidenti delle Camere calabresi nel senso di una continuità per la quale il neopresidente si è già espresso senza riserve. Altri attestati di stima e di buon auspicio sono pervenuti da diverse istituzioni pubbliche e della società civile.
All’esito delle votazioni, la Camera Civile ha festeggiato presso l’Antica Masseria Salmena in Morano Calabro, godendone le atmosfere e le suggestioni del luogo.

Intimidazione al parroco di Varapodio, ignoti gli hanno incendiato l’auto

Lo avevano aggredito in chiesa alcune settimane fa e ieri sera gli hanno incendiato l’auto mentre celebrava messa in chiesa. Persone non identificate, dopo averla cosparsa di liquido infiammabile, hanno dato fuoco all’auto, una Fiat Panda, del parroco di Varapodio, don Giovanni Rigoli. La vettura, parcheggiata davanti all’oratorio, è andata distrutta.

A causa del fumo sprigionatosi dall’incendio si è reso necessario sgombrare l’oratorio, la porta d’ingresso ed una finestra del quale sono rimaste danneggiate.

Le indagini sull’intimidazione, avvenuta nel paese della Città metropolitana di Reggio Calabria, vengono condotte dai carabinieri, che hanno prelevato i video registrati dalle telecamere della videosorveglianza.

In parrocchia, per esprimere vicinanza e solidarietà a don Giovanni Rigoli, è arrivato anche il vescovo della Diocesi di Oppido-Palmi, monsignor Giuseppe Alberti.

Dalla Conferenza episcopale Calabria la più ferma condanna

“La violenza, sotto ogni sua forma, è un linguaggio che rifiutiamo categoricamente. Essa non ispira mai i gesti e le parole di chi si professa credente nel Dio della pace e della mitezza, pertanto non può trovare spazio nella società civile, a meno che non si ricerchi lo smarrimento di ciò che rende umani”.

Lo afferma in una nota della Conferenza episcopale calabra nella quale viene espressa “la più ferma condanna per l’atto vandalico perpetrato ai danni del giovane parroco di Varapodio, don Giovanni Rigoli, già vittima a gennaio di un’aggressione, la cui auto, è stata oggetto di un incendio doloso”.

“Questo gesto ignobile – aggiungono i presuli calabresi – è un attacco diretto a tutti i cittadini della nostra preziosa regione, a tutti coloro che quotidianamente credono e lottano in modo onesto e rispettoso a favore della dignità altrui, contribuendo allo sviluppo di una Calabria che non può e non deve essere rappresentata da alcuni criminali accecati da una mentalità mafiosa: questo modo di agire e di pensare non appartiene all’etica e all’umanità dei calabresi!”.

I vescovi esprimono “solidarietà e sostegno al vescovo di Oppido – Palmi, monsignor Giuseppe Alberti, a don Giovanni Rigoli, e tramite loro a tutta la comunità di Varapodio”.

Allo stesso tempo, invitano “tutti i fedeli e le persone di buona volontà a unirsi in preghiera per il Parroco e per la Parrocchia di San Nicola e Santo Stefano, affinché possano superare questo momento con forza, speranza e rinnovato impegno apostolico”.

La Cec ribadisce, nella nota, “la propria volontà a lavorare senza sosta per la promozione della pace, della legalità, del dialogo e della fraternità tra tutti gli uomini e le donne del nostro tempo, affinché atti simili non trovino più terreno fertile nella nostra amata Calabria” e “confidano nell’operato della Magistratura e delle Forze dell’ordine, affinché gli autori del vile gesto siano presto identificati e possano rispondere delle loro azioni in sede giudiziaria nella speranza che le diverse istituzioni educative continuino ad allearsi per formare generazioni libere da odio e vendetta”.

Serie B, Cosenza Pisa 1-1. Lupi raggiunti al 96′ dai toscani

Terza vittoria consecutiva per il Cosenza che sfuma sui titoli di coda. Grossa occasione sciupata dagli uomini di Caserta che si fanno raggiungere dal Pisa in 10 e gettano a mare l’occasionissima di avvicinarsi perentoriamente alla zona playoff.

Per il Pisa una boccata d’ossigeno. Primo tempo molto tattico con il Cosenza che ha provato a fare la partita senza però pigiare sull’acceleratore e Pisa in classica posizione di attesa. Per vedere il primo tiro nello specchio di porta bisogna attendere il 19′: è del rossoblù Mazzocchi con il portiere Loria che neutralizza con un pizzico di difficoltà. Dieci minuti dopo la replica pisana con Arena il cui affondo si conclude con un diagonale rasoterra.

Al 45′ cambia la partita con i toscani che restano in dieci per il doppio giallo a Calabresi per un fallo su Florenzi. Al quarto d’ora della ripresa il Cosenza passa: combinazione Mazzocchi-Frabotta-Mazzocchi, palla dietro per Tutino, sinistro chirurgico sul palo e poi il pallone va dentro. Tutino ci riprova al 22′, ma il suo destro stavolta è impreciso. Nei minuti finali Micai dice di no a Toure, ma al 96′ Caracciolo beffa i calabresi e regala un pari insperato ai toscani.

Serie B, Spezia Catanzaro 1-1. Ai giallorossi non basta Iemmello

Al ‘Picco’ di La Spezia il Catanzaro, seguito da oltre 800 supporters, coglie il secondo pareggio consecutivo. Un risultato tra due squadre che hanno provato a superarsi per tutta la gara senza riuscirci. Buona partenza dei padroni di casa che prendono le iniziative.

La prima grossa opportunità è per Verde che non sfrutta un errore in disimpegno di Scognamillo. Ma è il Catanzaro a passare in vantaggio con un’incursione da destra di Vandeputte che mette in mezzo per Iemmello, bravo a girare in rete con il destro, difesa spezzina imbarazzante. Da quel momento è la squadra di Luca D’Angelo a provare a prendere in mano la gara con pressione alta. Nascono almeno due opportunità per Verde che però non inquadra la porta.

I bianchi trovano il pari con Jagiello, abile a sfruttare una respinta del palo su colpo di testa di Mateju, imbeccato da un cross di Salvatore Esposito sul quale Fulignati e Veroli si scontrano fortuitamente sull’intervento probabilmente falloso del centrocampista di casa. Ma non è finita, ancora emozioni prima della fine de tempo, con Verde che sfiora ancora il gol, bravo Fulignati, mentre dall’altra parte Zoel è eccezionale sul colpo di testa di Sounas e sulla ribattuta di Iemmello. Occasione enorme per il Catanzaro a due passi dalla porta.

L’inizio della ripresa ricalca la fine del primo, con lo Spezia all’attacco e vicino al gol con Falcinelli e Jagiello, sulla cui conclusione il portiere Fulignati si supera. Catanzaro che non sta a guardare e va di nuovo vicino al gol con Iemmello che conclude a rete dal limite sfiorando il palo. Nel finale la gara diventa più equilibrata e nonostante i cambi il risultato non cambia.

Attacco ucraino nel Donbass, decine di russi morti. Zakharova: “Usate armi occidentali”

Sabato pomeriggio le forze armate ucraine hanno condotto un attacco terroristico al panificio di Lisichansk. È stato riferito che fino a 40 civili potrebbero trovarsi sotto le macerie dell’edificio a due piani crollato. Lo riporta la Tass citando il Ministero russo per le Emergenze.

All’inizio della giornata, il capo della LPR Leonid Pasechnik ha detto che le forze ucraine avevano bombardato una panetteria nella repubblica. Secondo le prime informazioni sarebbero una trentina le vittime, decine i feriti. Sarebbero stati utilizzati razzi Himars.

L’attacco terroristico di Kiev contro le zone residenziali di Lisichansk è stato, secondo i primi rapporti, condotto con le armi fornite dai paesi occidentali, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, in una dichiarazione pubblicata sul sito web del ministero.

“Secondo le prime informazioni, l’attacco è stato effettuato con armi occidentali”, ha detto. “Un altro attacco terroristico è un ‘grazie’ da parte degli estremisti di Kiev per il ‘generoso’ sostegno finanziario da parte dei paesi dell’Unione Europea.”

Zakharova ha sottolineato che i cittadini dell’UE devono sapere a cosa servono le loro tasse, poiché “vengono utilizzate per acquistare sistemi di armi letali e per inviarli al regime di Kiev che li usa per uccidere i civili”.

“Questo attacco a Lisichansk è una nuova prova della natura criminale del regime di Kiev, dei suoi boss su Bankovaya (una strada di Kiev che ospita le istituzioni governative ucraine – TASS) e del fatto che le forze armate ucraine, come quelle russe Il presidente Vladimir Putin ha indicato che si sono completamente trasformati in un’organizzazione terroristica”, ha detto il diplomatico.

Il portavoce del ministero degli Esteri russo ha affermato che la Russia “avviserà le organizzazioni internazionali di un altro atto terroristico commesso dalla banda del presidente ucraino Volodymyr Zelensky”.

“Ci aspettiamo che le organizzazioni internazionali interessate condannino prontamente e inequivocabilmente il crimine commesso dai militanti di Kiev”, ha aggiunto.

Sabato pomeriggio le forze armate ucraine hanno effettuato un attacco al panificio di Lisichansk. Venti persone furono uccise e altre dieci ferite. È stato riferito che fino a 40 civili potrebbero essere stati sotto le macerie.

Furti in attività commerciali per mezzo milione, arrestate due persone

A seguito delle indagini condotte dai poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Lamezia Terme, coordinate dallaProcura della Repubblica, sono stati tratti in arresto, in esecuzione di misura cautelare personale, due fratelli Lametini, B.F. 38enne e B.A. 48enne, entrambi pluripregiudicati, siccome gravemente indiziati di reità in relazionead alcuni furti aggravati in concorso commessi ai danni di due esercizi commerciali ubicati in via del Progresso.

L’attività di indagine ha avuto inizio in occasione del primo furto, avvenuto nel giugno scorso, quando uno dei due odierni indagati, approfittando della momentanea assenza del gestore di un distributore di carburanti a stazione di servizio, dovuta alla pausa pranzo, si era introdotto all’interno del locale di gestione della stazione di servizio e si era impossessato dell’incasso di oltre 8.000 euro.

La visione delle immagini relative ai sistemi di video sorveglianza ubicati nella zona del furto, integrata dalle risultanze degli accurati rilievi tecnici eseguiti dalla polizia scientifica, hanno consentito di acquisire indizi di colpevolezza nei confronti dell’attuale indagato B.F., ripreso dalle immagini mentre si introduceva all’interno del locale.

Il medesimo modus operandi veniva riscontrato anche in occasione di un successivo furto, avvenuto nell’ottobre scorso, ai danni di una attività commerciale di vendita di bibite, sempre in via del Progresso.

Anche in tale occasione, l’analisi dei fotogrammi delle telecamere dell’esercizio commerciale e della conseguente complessa ed articolata attività di indagine tradizionale, condotta per la ricerca dei necessari riscontri investigativi, ha consentito agli uomini della Polizia di Stato di acquisire indizi, da cui si desume che B.F., appprofittando dell’assenza dei titolari durante la pausa pranzo, si introduceva nei locali dell’esercizio commerciale, riuscendo a trafugare la somma di circa 33.500 euro in contanti, ed una cassaforte, all’interno della quale erano custoditi titoli bancari per un valore di circa 460.000 euro.

In questa occasione B.F. risultava coadiuvato dalla condotta del fratello B.A., che dopo aver svolto il ruolo di “palo” all’esterno del negozio, forniva allo stesso aiuto per caricare la refurtiva a bordo dell’autovettura utilizzata per la fuga.

Il commissariato di P.S. di Lamezia Terme, pertanto, a coclusione delle rispettive investigazioni, predisponeva due dettagliate informative di reato per l’autorità giudiziaria che, condividendo gli esiti investigativi, ha emesso il provvedimento cautelare eseguito in data odierna.

Agricoltori assediano l’Europa, i trattori bloccano varchi al confine tra Belgio e Olanda

Non si ferma l’ondata di proteste degli agricoltori in Europa. Le autorità locali hanno riferito questa mattina al Guardian che diversi valichi di frontiera tra Belgio e Olanda sono stati bloccati, dopo il giovedì nero con l’assedio a Bruxelles. Anche se nella capitale belga il traffico è tornato relativamente fluido, le province di Brabant, di Lussemburgo e Hainaut, così come parte delle Fiandre, sono ancora interessate dalla protesta. Marc Fesneau, ministro francese dell’Agricoltura, ha detto che gran parte della crisi è alle nostre spalle, ma che restano ancora da risolvere i nodi che hanno fatto scattare la protesta.

“E’ arrivato il momento di togliere i blocchi. Il segnale è stato dato”, ha chiesto il premier belga, Alexander De Croo dopo la riunione di ieri con i rappresentanti di categoria. “Li abbiamo ricevuti a livello federale e anche a livello europeo. Oggi sarà il turno del governo fiammingo. C’è l’impegno a continuare a lavorare insieme nelle prossime settimane”, ha affermato. “In queste ultime ore molti centri di distribuzione sono stati liberati, in seguito alla prima concertazione”. Ma i centri di distribuzione delle catene Colruyt, Delhaize e Lidl continuano a essere bloccate. “E’ inevitabile che mancheranno prodotti sugli scaffali, quelli provenienti dai centri di distribuzione di Ollignies e Gjislenghien”, ha comunicato la catena di supermercati Colruyt.

Von der Leyen: “Potete contare sul sostegno dell’Europa”
“Gli agricoltori svolgono un ruolo essenziale nella società europea” ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ieri a Bruxelles, incontrando i rappresentanti delle organizzazioni degli agricoltori, insieme ai primi ministri dei Paesi Bassi e del Belgio. “Sono attori chiave nell’assicurare l’uso sostenibile delle risorse naturali e contribuiscono positivamente al nostro commercio estero. Hanno dimostrato una notevole resilienza, ma restano delle sfide. Possono contare sul sostegno dell’Europa”. La categoria può contare su “390 miliardi di euro dalla Politica agricola comune – continua -, nel 2023 l’Ue ha dato assistenza straordinaria per oltre 500 milioni di euro agli agricoltori più colpiti dalla crisi. Naturalmente, dobbiamo difendere gli interessi legittimi dei nostri agricoltori negli accordi commerciali. Lavoreremo con la presidenza belga su una proposta per ridurre gli oneri amministrativi” che pesano sulle imprese del settore primario.

L’intervento di Macron: “Serve un’Europa più forte”
Per “proteggere i ricavi” degli agricoltori europei “serve un’Europa più forte”, specie nei confronti della grande distribuzione, che ha un potere molto forte sul mercato. Lo sottolinea il presidente francese Emmanuel Macron, che ha dedicato buona parte della conferenza stampa finale del Consiglio Europeo ai temi dell’agricoltura, alla luce delle proteste degli agricoltori, particolarmente forti in Francia, dove il settore primario ha un peso importante. “Ho chiesto alla presidente della Commissione Europea – afferma – di lavorare alla revisione strategica, per assicurare a livello europeo che non ci sia un aggiramento” delle norme francesi da parte di “centrali d’acquisto” poste fuori dai confini nazionali. “Abbiamo visto in questi ultimi anni che determinati distributori si sono organizzati a livello europeo con centrali d’acquisto e che, mediante queste ultime, cercano di aggirare la legge francese”. In fondo, “occorre un’Europa più forte e più concreta, per tutelare i redditi dei nostri agricoltori”, che vogliono “poter vivere del loro lavoro”, producendo “alimenti di qualità”.

Il governo francese vuole inserire in una legge l’obiettivo della sovranità alimentare come ha annunciato il primo ministro Gabriel Attal. “Vogliamo essere sovrani, sovrani per coltivare, sovrani per raccogliere”, ha detto Attal, spiegando che l’obiettivo è mantenere l’autonomia” dell’agricoltura francese, pur mantenendo il legame con l’estero. La parola d’ordine, ha dichiarato, è “produrre e proteggere”.

Attal ha anche promesso uno stanziamento di due miliardi di euro per prestiti agli agricoltori e un impegno di 150 milioni di euro per ridurre il carico fiscale degli agricoltori. Dal ministro dell’economia Bruno le Maire arriva la promessa di controlli a tappeto sulle catene di supermercati per reprimere eventuali frodi sulla legge Egalim per la protezione dei redditi degli agricoltori, ma anche per verificare che i prodotti venduti come d’origine francese lo siano veramente. Parigi si oppone, inoltre, al trattato commerciale fra l’Ue e i paesi latino americani del Mercosur. “La Francia non intende accettare questo trattato” ha dichiarato il primo ministro.

“Porteremo la protesta a Roma – ha detto all’Ansa il leader della rivolta degli agricoltori Danilo Calvani -. Nei prossimi giorni ammasseremo i trattori fuori dalla città. Non ci saranno blocchi, ma sicuramente disagi: ci aspettiamo migliaia di adesioni da tutta Italia”. “Tra domani e dopodomani comunicheremo le date e i luoghi. Nei giorni successivi cominceremo a spostare i mezzi. Poi, abbiamo la volontà di fare una manifestazione – senza mezzi – a Roma nei giorni successivi. Il Governo non ci ascolta e le sigle non ci rappresentano più”, ha aggiunto.

Intimidazioni per scopi estorsivi, la Dda fa arrestare due persone

I Carabinieri del Reparto territoriale di Corigliano Rossano hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, nei confronti di due persone gravemente indiziate, in concorso tra loro, di estorsione aggravata dal mafioso.

L’attività di indagine, ha consentito di delineare una sequenza di atti intimidatori, posti in essere nei mesi di aprile, ottobre e dicembre del 2023, con il danneggiamento, anche mediante incendio, di autovetture nella disponibilità delle persone offese, al fine di costringerle al pagamento di una cospicua somma di denaro, connessa alla realizzazione di un impianto fotovoltaico; la somma di danaro pretesa veniva riscossa solo in parte, prima che l’attività criminale venisse interrotta.

Gli elementi acquisti hanno consentito di ricostruire la vicenda nel senso che la condizione di esposizione e di rischio, determinata dalle condotte intimidatorie, induceva le persone offese a corrispondere le somme pretese, mediante un emissario, e il monitoraggio dei militari, agli inizi del 2024, portava al sequestro di una parte della somma corrisposta.

Continuano i massacri israeliani a Gaza, in 24ore uccisi 118 civili palestinesi

Fonti mediche citate dall’agenzia Wafa hanno affermato giovedì che “le forze di occupazione israeliane hanno commesso 15 massacri contro famiglie palestinesi nella Striscia di Gaza, uccidendo 118 civili e 190 feriti, nelle ultime 24 ore”.

Le stesse fonti indicano che “il numero dei palestinesi uccisi è salito a 27.019, mentre 66.139 sono rimasti feriti dall’inizio dell’aggressione israeliana alla Striscia di Gaza, il 7 ottobre”.

“Migliaia di civili rimangono sotto le macerie e sulle strade, poiché le forze di occupazione impediscono alle ambulanze e agli equipaggi della protezione civile di raggiungerli”.

Intanto, Mercoledì – riporta l’agenzia -, le forze israeliane hanno arrestato almeno 41 palestinesi, tra cui una donna, durante raid e perquisizioni militari in vari distretti della Cisgiordania, secondo fonti di sicurezza e la Società dei Prigionieri Palestinesi (PPS).

Si dice che le forze israeliane abbiano arrestato un palestinese della città di Tubas, nel nord della Cisgiordania .

Il PPS ha aggiunto che nella città di Arraba, a sud di Jenin, è stato effettuato un raid militare, che ha provocato l’arresto di quattro persone. Un ragazzo di 17 anni insieme a due giovani sono stati arrestati nel campo di Ain Al-Sultan, a nord-ovest della città di Gerico.

Le forze militari israeliane hanno arrestato almeno 28 palestinesi provenienti da diverse aree della città di Betlemme. Nel frattempo, le forze israeliane hanno arrestato ulteriormente due persone mentre stavano attraversando un posto di blocco militare vicino al villaggio di Salem, a est della città di Nablus. Un altro palestinese è stato arrestato dal villaggio di Beit Iba, a ovest della città.

“Due palestinesi sono stati arrestati quando le forze di occupazione israeliane hanno fatto irruzione nella città di Yatta, a sud di Hebron”.

“Il numero totale dei palestinesi detenuti dall’inizio dell’aggressione israeliana nella Striscia di Gaza il 7 ottobre è salito a quasi 6.460”.

Lamezia, auto contro spartitraffico allo svincolo A2: un morto e 3 feriti gravi

E’ di un morto e tre feriti gravi il bilancio di un incidente stradale autonomo avvenuto intorno alle 13 di oggi allo svincolo autostradale in direzione Salerno.

Per cause in corso di accertamento, una Citroen Pallas è sbandata andando ad impattare violentemente contro lo spartitraffico. A bordo quattro persone appartenenti allo stesso nucleo familiare. Il conducente è deceduto all’istante, mentre gli altri tre componenti della famiglia sono rimasti feriti in modo grave. Estratti dalle lamiere sono stati affidati al personale sanitario del 118 che li ha trasportati in ospedale con l’elisoccorso ed altre ambulanze.

Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco di Lamezia, la Polizia stradale per gli adempimenti di competenza e personale Anas per il ripristino delle normali condizioni di sicurezza della sede stradale.

Lo svincolo dell’A2 direzione Nord è rimasto chiuso al transito sino al termine delle operazioni di soccorso.

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