7 Ottobre 2024

Home Blog Pagina 32

Dopo il flop in Sardegna il centrodestra ripropone presidenti uscenti

“I presidenti di Basilicata, Piemonte ed Umbria che hanno ben governato saranno i candidati di tutto il centrodestra unito ai prossimi appuntamenti elettorali regionali. Si tratta della conferma del Presidente Vito Bardi per la Lucania, del presidente Alberto Ciro per il Piemonte e della Presidente Donatella Tesei per l’Umbria”. Così una nota congiunta di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati e UDC. (Ansa)

Ammodernamento statale 106, abbattuto diaframma di una lunga galleria

E’ stato abbattuto il diaframma della canna sud della Galleria Roseto 1, lunga circa 1.200 metri, del terzo macrolotto dei lavori sulla statale 106 che Webuild sta realizzando per conto di Anas e che hanno raggiunto il 57% di avanzamento.

I lavori contribuiranno a collegare i litorali ionici di Calabria, Basilicata e Puglia, potenziando l’accessibilità di tanti comuni costieri e migliorando i collegamenti con le autostrade A14 e A2 consentendo benefici in termini di riduzione dei tempi di percorrenza.

La Galleria Roseto 1 è un’opera del valore di oltre 50 milioni di euro ed è la prima galleria naturale che viene completata in direzione Sibari. “E’ un punto intermedio molto importante che – ha spiegato Francesco Caporaso, responsabile della struttura territoriale Anas Calabria – dà grande soddisfazione a questo lavoro incredibile che hanno fatto le maestranze e i tecnici. Continua l’impegno del contraente generale di Anas per rispettare i tempi di esecuzione di quest’opera così complessa e credo che questo sia veramente un giorno da dedicare al lavoro fatto da queste persone che sono riuscite a raggiungere un traguardo così importante”. “Il cronoprogramma – ha aggiunto Caporaso – è rispettato.

L’esecuzione di tutte quante le opere verrà completata entro i termini contrattuali, opera che poi dovranno essere completate con altri interventi che non sono previsti nel contratto del contraente generale. Basta dare un’occhiata a quello che sta succedendo sui 38 chilometri del del percorso.

C’è la galleria di Trebisacce, 3,5 km, che è al 50% di avanzamento. I viadotti che sono tutti in esecuzione, qualcuno è già realizzato, le gallerie artificiali si possono vedere, i cantieri aperti, i manufatti in terra che crescono, quindi è un cantiere vivo. In questo momento ci sono circa 1.200 maestranze occupate tra quelle che lavorano direttamente in cantiere e quelle che sono le centrali di prefabbricazione”. “Oggi è una giornata importante. E’ il suggello del raggiungimento – ha detto Pietro Mario Gianvecchio, presidente del consorzio Sirjo Scpa Webuild SS jonica – di un importantissimo obiettivo. I due punti sono stati messi in collegamento e non bisogna più aggirare la montagna per andare da una parte all’altra. I lavori vanno avanti celermente e sono anche in anticipo rispetto al cronoprogramma dei lavori”.

Ucraina, la follia di von der Leyen: “Acquistare armi come abbiamo fatto coi vaccini”

Al centro di tutto della strategia sulla difesa “deve esserci un semplice principio: l’Europa deve spendere di più, spendere meglio, spendere in modo europeo. Nelle prossime settimane presenteremo alcune proposte con la prima strategia industriale europea per la difesa. Uno degli obiettivi centrali sarà quello di dare priorità agli appalti congiunti nel settore della difesa. Proprio come abbiamo fatto con vaccini o con il gas naturale”. Lo ha annunciato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen intervenendo alla Plenaria dell’Eurocamera.

“È tempo di discutere dell’utilizzo dei profitti inaspettati dei beni russi congelati per acquistare congiuntamente equipaggiamenti militari per l’Ucraina. Si tratta di un’assunzione di responsabilità da parte dell’Europa per la propria sicurezza”, ha aggiunto sottolineando che “la semplice verità è che non possiamo permetterci il lusso di stare tranquilli. Non abbiamo il controllo sulle elezioni o sulle decisioni in altre parti del mondo. Con o senza il sostegno dei nostri partner, non possiamo permettere che la Russia vinca”.

“Su un punto vorrei essere chiara: la sovranità europea renderà più forti i nostri partenariati. Non influirà mai sull’importanza e la necessità della nostra alleanza della Nato. Anzi, un’Europa più sovrana, in particolare in materia di difesa, è fondamentale per il rafforzamento della Nato”, ha sottolineato ancora la presidente della Commissione Ue. “Ecco perché sono lieta della notizia che la Svezia diventerà presto un alleato della Nato. E voglio congratularmi con la Svezia, sotto la guida di Kristersson per questo passo storico per il Paese e per la nostra sicurezza comune”.

Per von der Leyen “negli ultimi anni abbiamo vissuto nell’illusione di una pace. Putin ha usato questo dividendo frutto della pace per una nuova guerra”. Ora “stiamo assistendo alla potenza e ai pericoli legati ad una crescente e inquietante lega di leader autoritari. La Corea del Nord sta consegnando alla Russia ordini su ordini di munizioni. L’Iran sta fornendo droni d’attacco, e, cosa fondamentale, c’è anche la tecnologia che li sostiene, per infliggere danni incalcolabili alle città e ai cittadini ucraini”.

“La guerra a Gaza e la destabilizzazione su larga scala in Medio Oriente indicano un’era di insicurezza e di conflitto nella regione. E, naturalmente, assistiamo alla continua ascesa della concorrenza economica aggressiva e di distorsioni, che comportano rischi reali per la sicurezza europea. Per dirla senza mezzi termini, come ha fatto il mese scorso il presidente finlandese uscente Niinistö: “L’Europa deve svegliarsi”, ha incalzato: “E aggiungerei: con urgenza! Perché la posta in gioco è molto alta: la nostra libertà e la nostra prosperità. E dobbiamo iniziare a comportarci di conseguenza”.

“Dobbiamo iniziare a lavorare sul futuro dell’architettura di sicurezza europea. Perché la verità è che non stiamo vivendo con il conflitto solo dal 2022, ma da molto più tempo. Le minacce alla nostra sicurezza, alla nostra prosperità e al nostro stile di vita si presentano in molte forme. Alcune sono evidenti, altre sono più confuse in superficie”, ha proseguito nel suo intervento al parlamento europeo.

Si va “dall’affrontare le interferenze politiche alla riduzione delle nostre pericolose dipendenze – una politica che ho chiamato di de-risking, fino all’eliminazione degli attori ostili dalle nostre infrastrutture critiche. Noi europei dobbiamo stare in guardia. Non si tratta solo di sconfiggere i prepotenti sul campo di battaglia, ma in tutta la nostra società. Sarà uno sforzo comune. Ma sono fiduciosa che riusciremo a vincere questa sfida”, ha spiegato.

“La buona notizia è che abbiamo già iniziato molto di questo lavoro. In effetti, gli ultimi anni non sono serviti solo a infrangere alcune illusioni europee. Ma hanno anche infranto molte illusioni sull’Europa”, ovvero “che la nostra unità non avrebbe retto di fronte a una guerra nel nostro continente. O che le nostre regole e divisioni ci avrebbero impedito di fornire un massiccio sostegno finanziario, militare e politico. Negli ultimi due anni, l’Europa ha dimostrato che sosterrà l’Ucraina per tutto il tempo necessario. E abbiamo anche dimostrato che un’Europa più sovrana non è solo un pio desiderio”, ha osservato von der Leyen.

Ricercato da dicembre per droga, viene preso dopo inseguimento

I carabinieri del Reparto territoriale di Corigliano Rossano, con il supporto dei colleghi delle Compagnie di San Marco Argentano e Cassano all’Ionio e il coordinamento della Procura di Castrovillari, hanno sottoposto a ‘fermo di indiziato di delitto’ un cittadino marocchino 36enne, già noto alle forze dell’ordine e irreperibile da alcuni mesi, con l’accusa di detenzione di armi e di droga.

Il provvedimento fa seguito agli accertamenti compiuti la notte del 5 dicembre scorso quando a carico dell’uomo sono stati raccolti elementi di prova in ordine alle sue potenziali responsabilità per un episodio di violenza commesso con l’uso di una pistola.

Le perquisizioni domiciliari effettuate nell’immediatezza hanno consentito di trovare 43 dosi di cocaina e la pistola che sarebbe stata utilizzata dal trentaseienne che, in quella circostanza, era riuscito a far perdere le proprie tracce.

Da allora le ricerche, che sono andate avanti anche in considerazione della sua potenziale pericolosità, hanno consentito di localizzare l’uomo alla periferia di Corigliano Rossano.

Una volta resosi conto della presenza dei militari il cittadino extracomunitario ha iniziato una fuga rocambolesca in auto tra i comuni di Corigliano Rossano, Terranova da Sibari, Altomonte, Roggiano Gravina e San Marco Argentano. Anche dopo un impatto tra l’auto della quale era alla guida con diverse altre vetture in sosta nel centro abitato di Roggiano Gravina il trentaseienne è riuscito, ancora una volta, a sfuggire alla cattura.

L’epilogo della vicenda è giunto quanto infine è stato individuato in una struttura nelle dello ‘Scalo’ di San Marco Argentano dove è stato bloccato dai militari e portato nel carcere di Castrovillari.

Spacciavano droga anche ai minorenni, due arresti

Avrebbero spacciato dosi di cocaina, marijuana e hashish, nelle più svariate ore del giorno e anche in zone molto popolate incuranti dei passanti e addirittura, in alcuni casi, in presenza di minori.

La Polizia di Stato di Reggio Calabria ha eseguito quattro misure cautelari, di cui due in carcere, nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili di spaccio di sostanze stupefacenti.

I destinatari dei provvedimenti sono tre uomini e una donna, tutti residenti a Gioia Tauro. Le indagini e i riscontri effettuati hanno permesso agli agenti della Sezione investigativa di accertare l’attività illecita messa in atto dagli indagati e di individuare due diverse “piazze di spaccio”, una di queste situata proprio nel centro della città e l’altra, invece, sulla strada statale 18, all’ingresso dell’abitato.

Per due degli indagati il gip di Palmi ha disposto la custodia cautelare in carcere mentre gli altri due sono stati sottoposti al divieto di dimora nel comune di Gioia Tauro.

Incendio distrugge automezzi di una ditta edile, forse è doloso

Cinque automezzi parcheggiati nel piazzale privato di una impresa edile, a Montauro, in provincia di Catanzaro, sono stati interessati nella notte da un incendio sulla cui natura non si esclude la matrice dolosa.

Sul posto sono intervenute le squadre dei vigili del fuoco del Comando di Catanzaro distaccamento di Soverato con il supporto di un’autobotte dalla sede centrale.

I mezzi interessati dalle fiamme sono un autocarro Fiat e un automezzo da cantiere Dumper parzialmente danneggiati mentre un pick up, una Opel Corsa ed un furgone Daily sono stati completamente distrutti.

L’intervento dei vigili è valso all’estinzione delle fiamme evitando il propagarsi del rogo all’interno della area. Al termine delle operazioni di spegnimento, sulla base delle verifiche effettuate congiuntamente dai carabinieri della Compagnia di Soverato non è escluso che alla base ci possa essere un’azione dolosa. Non si sono registrati danni alle persone.

Serie B, vince ancora il Catanzaro. Bene il Cosenza a Parma

Ieri e oggi in campo la Serie B per la 27sima giornata. Bene le due calabresi: Catanzaro ancora vittorioso e implacabile, annientato anche il Bari; il Cosenza strappa un ottimo punto sul tererno della capolista Parma e rimane anche qualche rimpianto per un’occasione enorme non sfruttata.

La squadra giallorossa prosegue nel suo magic moment. Nella nebbia dello Stadio Comunale (gara posticipata di un quarto d’ora proprio per la fitta coltre) superato anche l’ostacolo Bari con gol-lampo di Vandeputte al 3′ su palla inattiva con un destro delizioso nell’angolino e bis di Iemmello al 79′. Il bomber è ancora una sentenza per le squadre avversarie, tre reti in tre giorni e decimo gol stagionale.

Cosenza subito sotto di un gol a Parma sul terreno della capolista, rete di Cyprien al 2′ ma capace di reagire e acciuffare il pareggio con Camporese al 40′ su assist di Calo. Il Parma resta in 10 al 73′ per il doppio giallo a Balogh e i lupi provano ad approfittarne con alcune occasioni importanti non finalizzate.

Stoltenberg smentisce Macron: “La NATO non ha intenzione di inviare truppe in Ucraina”

La NATO non ha intenzione di inviare personale militare in Ucraina, ha detto il segretario generale dell’alleanza Jens Stoltenberg in un’intervista all’Associated Press.

“Gli alleati della NATO stanno fornendo un sostegno senza precedenti all’Ucraina. Lo abbiamo fatto dal 2014 e abbiamo aumentato il sostegno dopo l’invasione su vasta scala. Ma non ci sono piani per truppe da combattimento della NATO sul terreno in Ucraina”, ha detto Stoltenberg dopo l’uscita definita “incauta” del presidente francese Emmanuel Macron sul possibile invio di truppe nel paese di Zelensky.

Il 26 febbraio il primo ministro slovacco Robert Fico ha dichiarato che alcuni membri dell’UE e della NATO stanno valutando la possibilità di inviare truppe militari in Ucraina sulla base degli accordi bilaterali con Kiev. Successivamente il primo ministro ceco Petr Fiala e il suo omologo polacco Donald Tusk hanno dichiarato di non avere intenzione di farlo. Il primo ministro Ulf Kristersson ha ammesso che la Svezia non aveva piani del genere.

La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharowa ha definito “inconsapevole” quanto “azzardata” la posizione di Macron, mentre da Oltr’Alpe Marine Le Pen si scaglia contro il rivale all’Eliseo, che lo ha criticato per aver affermato che l’opzione di inviare truppe occidentali in Ucraina non è esclusa.

“Non so se tutti si rendono conto della serietà di una simile affermazione. Emmanuel Macron interpreta il ruolo di capo militare, ma è così incurante della vita dei nostri figli. Questa è una questione di pace e di guerra nel nostro Paese”, ha affermato Le Pen. disse.

Jean-Luc Melenchon, fondatore del partito di sinistra France Unbowed, ha affermato che l’invio di truppe in Ucraina renderebbe Parigi una parte in conflitto. Ha descritto la prospettiva che la Francia inizi una guerra contro la Russia come folle.

“L’invio di truppe in Ucraina ci renderebbe parte del conflitto. Una guerra contro la Russia sarebbe una follia. Una tale escalation verbale bellicosa da parte di una potenza nucleare contro un’altra grande potenza nucleare è un atto irresponsabile”, ha scritto Melenchon su X.

Anche Florian Philippot, leader del partito francese Patriots, ha criticato queste idee definendole folli.

“Una follia assoluta”, ha detto a X. “Sarebbe ovviamente una guerra con la Russia, una terza guerra mondiale”.

Secondo Philippot tali decisioni non possono essere prese senza l’approvazione parlamentare. Il politico ha anche chiesto che la Francia si ritiri dalla NATO e ha chiesto una soluzione pacifica del conflitto ucraino.

In una conferenza stampa a seguito di un incontro a Parigi dedicato agli aiuti a Kiev, Macron ha affermato che l’opzione di inviare truppe occidentali in Ucraina è stata discussa, ma non è stato raggiunto alcun consenso. Ha aggiunto che non si può escludere nulla per il futuro.

Ucraina, Mosca: “L’Occidente non si rende conto sull’invio di truppe Nato”

Le dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron sul possibile dispiegamento di truppe francesi in Ucraina mostrano una totale mancanza di consapevolezza, ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova citata dalla Tass.

“Per quanto riguarda le dichiarazioni di Emmanuel Macron sul possibile dispiegamento di truppe NATO in Ucraina, si ha la forte sensazione che il presidente francese non si renda conto né di ciò che dicono i suoi subordinati né di ciò che dice lui stesso”, ha scritto il diplomatico su Telegram.

Zakharova ha sottolineato a questo proposito che solo un mese fa l’alto diplomatico francese aveva negato che Parigi fosse coinvolta nel reclutamento di mercenari per il regime di Kiev, definendo le prove dirette “rozza propaganda russa”.

In precedenza, Macron, in una conferenza stampa dopo l’incontro dei leader europei, aveva affermato che non c’era consenso sullo spiegamento formale di truppe di terra in Ucraina. Tuttavia, non ha escluso una simile possibilità in futuro.

Macron ha aggiunto che i paesi occidentali sono “determinati a fare tutto il necessario per impedire alla Russia” di vincere il conflitto.

La portavoce del ministero degli Esteri russo ha attirato l’attenzione di Macron su alcuni momenti dubbi della storia francese. “Nell’aprile 1945, la divisione francese delle SS Charlemagne difendeva Berlino insieme ad alcune altre unità. Furono tra le ultime a ricevere la croce di cavaliere nazista nel Terzo Reich”, ha osservato Zakharova. “I membri francesi della divisione SS Charlemagne furono gli ultimi difensori del Reichstag e della Cancelleria del Reich”, ha aggiunto.

“Emmanuel, hai deciso di formare una divisione Charlemagne deux (due) per difendere il bunker [del presidente ucraino Vladimir] Zelenskyj?” Lo ha detto Zakharova rivolgendosi al presidente francese.

Ucraina due anni dopo. La verità del campo: i soldati ucraini non vogliono più combattere

di Alessandro Orsini

Essendo l’informazione in Italia sulla guerra in Ucraina corrotta, devo parlar chiaro: i soldati ucraini stanno pregando l’Occidente di porre fine alla guerra perché non ne possono più di andare incontro a morte certa. I giovani ucraini, con pochissime eccezioni, non vogliono più combattere. Si ammutinano o scappano all’estero. Alcuni si procurano delle fratture pur di non andare al fronte. Mi è agevole dimostrarlo, ma devo procedere con ordine.

In primo luogo, il lettore deve sapere che tre fatti gravissimi sono accaduti in pochi giorni. Il primo è la caduta di Avdiivka, la battaglia più importante della guerra. Alcune informazioni su Avdiivka sono necessarie per capire lo scarto tra la visione ideologica della guerra nei salotti italiani e la realtà sul campo. Zelensky voleva che i soldati facessero ad Avdiivka la stessa fine di Bakhmut: morire inutilmente pur di rimandare il più possibile la caduta certa della città. Syrskyi, nuovo comandante dell’esercito, era d’accordo. Non a caso, molti soldati lo chiamano il “macellaio”. Non perché massacri i russi, ma perché manda al massacro i suoi soldati. Colti dalla disperazione, molti ucraini ad Avdiivka hanno iniziato a scappare per i campi perché il rapporto tra i colpi di artiglieria ucraina e russa era di uno a dieci, come Oleksandr Tarnavskyi, comandante del fronte sud ucraino, ha rivelato al New York Times. All’inizio della guerra, avevo detto: “Per ogni proiettile della Nato che l’Ucraina lancerà contro la Russia, la Russia lancerà dieci proiettili contro l’Ucraina”. Così è stato. Alla notizia della fuga incipiente, Syrskyi si è precipitato a dichiarare la ritirata. In realtà, Syrskyi non ha ordinato la ritirata, ha soltanto preso atto che gli ucraini stavano abbandonando la città. Il secondo fatto gravissimo, anch’esso taciuto in Italia, è che, pochi giorni dopo Avdiivka, è caduta pure Krynky, la testa di ponte creata da Kiev nella parte est di Kherson, dove sono caduti molti dei soldati migliori di Zelensky giacché l’operazione era molto ardimentosa. La caduta di Krynky significa che Zelensky non ha più nemmeno una possibilità su un miliardo di riconquistare la regione di Kherson. Quella possibilità non è mai esistita, ma Krynky consentiva alla Nato di raccontare la favola che gli ucraini, partendo da quel pezzo di terra, avrebbero sbaragliato l’esercito russo.

Il terzo fatto gravissimo è che i russi sono entrati a Robotyne, riconquistata per metà. Robotyne è il villaggio di Zaporizhzhia espugnato dagli ucraini dopo due mesi di controffensiva. L’offensiva è iniziata il 5 giugno; Robotyne è stata presa il 27 agosto. Il costo di questa conquista infinitesimale è una pila di cadaveri ucraini arrivata fino in cielo. La situazione è semplice: gli ucraini al fronte sono disperati e non vogliono più combattere. I soldati che lottano come martiri esistono, ma sono una minoranza. La gran parte dell’esercito sono persone arruolate all’impazzata, prive di quel senso eroico della divisa dei corpi scelti, cui va tutto il mio rispetto. È umano. Ciò che non è umano sono le dichiarazioni del Corriere della Sera, Radio Rai, Radio 24 e dei vari Calenda, che urlano: “Forza, ucraini, combattete fino alla morte!”. Il problema è che gli ucraini non vogliono più combattere perché hanno capito che la guerra è persa e che la loro situazione peggiorerà con il tempo. Non hanno mai vinto una sola battaglia frontale. Non c’è mai stata una Bakhmut in favore degli ucraini. Purtroppo, l’Ucraina è un Paese finito; gli ucraini sono spacciati. Questa è la morte di una nazione. Non serve l’osservazione scientifica per capirlo. Serve soltanto un po’ di umanità.

Truffa e peculato, interdette 4 persone, tra cui un medico e 2 infermieri

I carabinieri del Nas di Catanzaro ed i militari del Nucleo Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, coordinati dalla Procura della Repubblica del capoluogo, nell’ambito di un’operazione denominata “Batticuore”, hanno notificato stamane quattro misure interdittive ad un medico e due infermieri del reparto di oculistica dell’Azienda ospedaliera “Dulbecco di Catanzaro”, e a un imprenditore del settore medicale del cosentino.

Le accuse nei loro confronti sono di associazione per delinquere finalizzata al peculato e alla truffa ai danni dello Stato e di autoriciclaggio.

I provvedimenti, emessi dal gip di Catanzaro, sono stati adottati nei confronti di un dirigente medico del reparto di oculistica dell’Azienda ospedaliero universitaria “Renato Dulbecco” di Catanzaro (ex ‘Pugliese’) e due infermieri dello stesso reparto, oltre che di un imprenditore di Cosenza operante nel settore dei dispositivi medici ed elettromedicali.

I primi tre destinatari della misura dell’interdizione dai pubblici uffici per la durata di 12 mesi e il quarto interdetto dalla pratica del commercio per la stessa durata. Sequestrati anche i due studi specialistici dove l’oculista praticava la libera professione a Catanzaro e in un comune della provincia.

Il medico, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe anche omesso di versare all’azienda ospedaliera parte dei compensi ritratti dallo svolgimento di attività professionale in regime di intramoenia allargata e relativi cioè alle visite mediche svolte nel proprio studio privato per conto dell’Azienda ospedaliera da cui dipendeva.

Secondo l’accusa, inoltre, con la collaborazione dei due infermieri (legati all’Azienda Ospedaliera da rapporto di lavoro esclusivo), il dottore avrebbe eseguito interventi chirurgici privatamente, pur in assenza di specifica autorizzazione sanitaria, impiegando materiale sanitario sottratto all’Azienda ospedaliera, che veniva in tal modo autoriciclato, e si sarebbe avvalso di false fatture emesse dall’imprenditore di fiducia per giustificare la disponibilità di dispositivi e materiale sanitari sottratti all’azienda ospedaliera.

Regionali in Sardegna, Todde (M5s-Pd) è la nuova presidente. Sconfitto il centrodestra

Con il 45,4 percento dei voti Alessandra Todde, M5s-Pd (campo largo del centrosinistra) ha vinto le elezioni regionali in Sardegna. La candidata pentastellata, prima donna a diventare presidente della regione, ha battuto per una manciata di voti Paolo Truzzu (45%), sindaco di Cagliari e candidato del centrodestra in quota Fratelli d’Italia, imposto da Giorgia Meloni al posto del leghista Christian Solinas, governatore uscente. Lo scarto è di circa tremila voti. Truzzu, che è sprofondato a Cagliari, città che amministra, ha preso circa cinque punti in meno delle liste a suo supporto.

Il testa a testa tra i due candidati è andato avanti lunedì e per tutta la notte quando nel quartier generale della Todde sono arrivati i big del centrosinistra per festeggiare la storica (e alla vigilia insperata) vittoria. L’ex presidente della regione Renato Soru (Coalizione sarda) si è fermato all’8,7% mentre Lucia Chessa (Sardigna R-esiste) è all’1%.

“Sono molto contenta, molto orgogliosa. Dai dati si profila una vittoria. Oggi si può scrivere una pagina importante per la Sardegna”, ha detto nella notte Alessandra Todde, confermando così la vittoria al comitato elettorale di Cagliari quando mancano ancora poche sezioni alla conclusione dello spoglio. Sarà lei, dunque, il nuovo governatore della Sardegna, la prima presidente donna della Regione. “Io non mi sono mai sentita una capopopolo. C’è una squadra forte e coesa. Voglio ringraziare lo staff e tutti quelli che hanno lavorato con noi”, ha aggiunto. Con Todde il leader del M5S Giuseppe Conte e la segretaria del Pd Elly Schlein. I tre si sono presentati alla stampa abbracciati.

“Sono molto contenta, visti i dati che abbiamo a disposizione, di quello che si profila, della storicità di questo risultato, della prima donna presidente nella storia della Sardegna”, ha continuato Todde, aggiungendo: “Sono contenta di essere qui con Giuseppe Conte e con Elly Schlein per questo risultato perché è un risultato dei sardi ma anche di una coalizione che ci ha creduto e ha investito su questo risultato”.

Truzzu ammette sconfitta: “Mia responsabilità”
La responsabilità “è del sottoscritto e di nessun altro”, ha detto Paolo Truzzu, candidato del centrodestra, in conferenza stampa dopo la sconfitta. ”A Cagliari mi pare che ci sia stato più un voto contro di me che per Todde”, ha quindi aggiunto.

Conte e Schlein, la reazione alla vittoria
Con la vittoria di oggi, il Movimento 5 Stelle elegge per la prima volta un governatore. Non accadeva peraltro dal 2015 che il centrosinistra riuscisse a strappare al centrodestra una regione in cui il centrodestra governava. Dopo una prima breve dichiarazione in solitaria, Todde si è presentata alla stampa che affollava il suo comitato elettorale a Cagliari stretta in un abbraccio con il leader del M5S Giuseppe Conte e la segretaria del Pd Elly Schlein.

Quindi tocca ai big parlare. “Sono date storiche. Prima donna presidente della Regione Sardegna e anche, devo dire con orgoglio, la prima volta che il M5S esprime un presidente di Regione. E’ stato fatto un gran lavoro dalle forze politiche e da quelle civiche, che hanno lavorato qui territorialmente per elaborare un progetto serio e credibile per i cittadini sardi”, ha detto Conte, sorridente davanti ai cronisti, sottolineando che un risultato così sorprendente “fa ben sperare per futuro”.

Anche Schlein è sorridente. “Sono molto emozionata perché come dice Alessandra questa è una vittoria dei sardi, di questa straordinaria candidata che ha fatto una campagna splendida e che ridà speranza a questa terra. E’ la vittoria di una coalizione e di un progetto convincente e credibile. Siamo molto felici di questo”, ha sottolineato, spiegando che la vittoria di oggi “è il modo migliore per festeggiare” l’anniversario della vittoria alle primarie per la segreteria del Pd che si sono svolte esattamente un anno fa. “C’era chi non scommetteva che saremmo arrivati fino a qui…”, ha aggiunto, rispondendo convinta a un cronista che le chiedeva se “cambia il vento”: “Sì, cambia il vento”. “L’aria è cambiata”, ha detto anche Conte, questa volta in un post su Facebook, festeggiando “una giornata indimenticabile. I cittadini sardi hanno chiuso la porta a Meloni e soci e l’hanno aperta all’alternativa”.

“Erano sicuri di vincere, son venuti qui a Cagliari in pompa magna, con premier e vicepremier, e la Sardegna ha risposto. Ha perso Truzzu, ha perso Giorgia Meloni che l’ha imposto con una forzatura, e ha perso pure Matteo Salvini”, ha scritto poi Schlein su Facebook. “Era dal 2015 che non si vinceva una regione in cui governa la destra. Fra due settimane possiamo vincere anche in Abruzzo con Luciano d’Amico -ha aggiunto la segretaria del Pd – Una cosa è certa: l’alternativa c’è. Come Segretaria, a un anno esatto dalle primarie, non potevo sperare in una ragione più bella per festeggiare! Dimostra che la direzione intrapresa è quella giusta e che essere testardamente unitari porta i suoi frutti. Lo saremo anche in vista di altre sfide ugualmente importanti, perché oggi abbiamo dimostrato che la destra si può battere! Forza Sardegna e forza Alessandra!”.

Pd partito che ha ottenuto maggior numero di voti
E’ il Pd il partito che ha ottenuto il maggior numero di voti (94.238), con il 13,8% delle preferenze, alle elezioni regionali in Sardegna, quando sono state scrutinate 1822 sezioni su un totale di 1844. Di poco dietro Fdi con 92.963 voti che raggiunge il 13,6%. Il Movimento 5 Stelle ha ottenuto 53.005 voti pari al 7,8%. Si ferma invece al 3,8% la Lega con 25.589 voti.

Ecco i dati partito per partito della coalizione di centrosinistra: Movimento 5 Stelle 53.005 (7,8%), Demos democrazia solidale 4.647 (0,7%), Progressista 20.721 (3%), Partito Socialista Italiano-Sardi in Europa 11.500 (1,7%), Sinistra futura 20.399 (3%), Fortza Paris 5.943 (0,9%), Partito democratico della Sardegna 94.238 (13,8%), Orizzonte Comune 20.798 (3%), Uniti per Alessandra Todde 27.252 (4%), Alleanza verdi e sinistra 31.815 (4,7%).

Ecco i dati partito per partito della coalizione di centrodestra: Riformatori sardi 48.228 7,1%, Udc Sardegna 19.035 2,8%, Lega Salvini Sardegna 25.589 3,8%, Partito Sardo D’azione 36.958 5,4%, Forza Italia Berlusconi-Ppe 43.149 6,3%, Sardegna al Centro 20 Venti 37.158 5,4%, Alleanza Sardegna-Partito Liberale Italiano 27.884 4,1%, Fratelli d’italia con Giorgia Meloni 92.963 13,6%, Democrazia Cristiana con Rotondi 2.086 0,3%.

Frana travolge e trascina auto in una scarpata, muore un 56enne

Archivio

Un uomo di 56 anni, Antonio Genovese, è morto a Reggio Calabria a causa di una frana che lo ha travolto mentre, alla guida della propria automobile, stava percorrendo la strada provinciale che collega la frazione “Terreti” con Gambarie d’Aspromonte.

La vettura condotta da Genovese, una Fiat Panda, è stata trascinata dallo smottamento, provocato presumibilmente dalle forti piogge abbattutesi nella zona la scorsa notte, ed è finita in una scarpata.

La morte dell’operaio è stata istantanea. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, insieme ai vigili del fuoco. I militari hanno avviato indagini per accertare eventuali responsabilità.

Ucraina, Macron: Pronti a inviare truppe a supporto di Kiev

Una “coalizione” per fornire missili a lungo raggio all’Ucraina, senza escludere in futuro l’invio di truppe. Sono le conclusioni a cui è arrivato il presidente francese Emmanuel Macron al termine della Conferenza di Parigi sul sostegno a Kiev nella guerra contro la Russia. Macron ha annunciato la creazione di una “coalizione” per fornire “missili e bombe a medio e lungo raggio” all’Ucraina. Il leader transalpino ha anche aggiunto che l’invio di truppe occidentali sul terreno in Ucraina non dovrebbe “essere escluso” in futuro, anche se in questa fase “non c’è consenso” su questa ipotesi: “Oggi non c’è consenso sull’invio di truppe di terra in modo ufficiale, scontato e approvato. Ma nella dinamica non è da escludere nulla. Faremo tutto il necessario affinché la Russia non possa vincere questa guerra”, ha spiegato.

“Se siamo qui riuniti, è perché siamo convinti, fin dal primo giorno di questa guerra, che ciò che sta accadendo in Ucraina non sia cruciale solo per l’Ucraina, ma anche per la nostra sicurezza collettiva e per la difesa di un ordine internazionale fondato sul diritto”, ha detto Macron in apertura dell’appuntamento.

“L’Ucraina – ha aggiunto – è già riuscita grazie all’eroica resistenza dei suoi soldati, anche grazie al nostro sostegno e alle misure prese fin dai primi giorni, a sconfiggere i disegni del Russia. L’operazione speciale che due anni fa doveva durare tre settimane è ancora in corso, con posizioni ormai stabilizzate sul fronte. Allo stesso tempo assistiamo, soprattutto negli ultimi mesi, ad un irrigidimento della Russia, un indurimento che si è manifestato in materia di politica interna crudelmente con la morte di Alexei Navalny: l’abbiamo tutti formalmente condannata, ma ha segnato la linea di questo indurimento. Attraverso il perseguimento giudiziario degli oppositori politici, l’interdizione degli oppositori politici dalle elezioni, la morte di Alexei Navalny, il divieto aggiuntivo di nuove strutture, c’è un evidente indurimento”.

“L’Ucraina oggi è determinata, ha bisogno di noi, al di là di ciò che già abbiamo fatto, con sforzi di bilancio, economici e di capacità già considerevoli. Ma considerando quello che ho appena detto, oggi siamo non solo ad un punto che segna poco più di due anni dall’inizio di questa guerra di aggressione russa. Siamo indubbiamente nel momento di un risveglo necessario da parte di tutti noi, tenendo conto della trasformazione della minaccia dal punto di vista militare e strategico”, ha detto ancora.

Zelensky e il messaggio a Trump
Kiev può contare sul sostegno dell’Europa ma attende ancora un segnale decisivo dagli Stati Uniti. A Washington, dopo il via libera del Senato, la Camera dei Rappresentanti a maggioranza repubblicana deve esprimersi sul pacchetto di armi e aiuti da 61 miliardi di dollari. Sullo sfondo, la figura di Donald Trump che condiziona le scelte di alcuni deputati. E proprio a Trump si è rivolto ancora il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Trump, ha detto Zelensky alla Cnn, sarà “contro gli americani” se sceglierà di sostenere la Russia invece dell’Ucraina. Il numero 1 di Kiev ha ribadito di “non riuscire a capire come Trump possa stare dalla parte di Putin. È incredibile”.

“Penso che Donald Trump non conosca Putin – ha detto Zelensky – So che lo ha incontrato… ma non ha mai combattuto con lui. L’esercito americano non ha mai combattuto contro l’esercito russo. Mai… ho una comprensione migliore. Non credo che capisca che Putin non si fermerà mai”.

Nella sua intervista, il presidente ha aggiunto che la Russia sta spendendo “miliardi” per diffondere false informazioni sulla guerra e che ha avuto successo nell’usare la disinformazione come arma e nell’influenzare il dibattito negli Stati Uniti. “Sono rimasto sorpreso dal fatto che siano forti anche negli Stati Uniti, nella Ue, in tutto il mondo. Hanno investito molti soldi in questo”, ha detto.

Kiev e la produzione di droni
In attesa della fumata bianca a Washington, l’Ucraina continua ad aumentare i propri sforzi in una guerra sempre più tecnologica. “L’Ucraina ha raggiunto la Russia sia in termini di quantità che di capacità dei droni da combattimento prodotti”, ha detto Oleksandr Kamyshin, ministro delle industrie strategiche del governo di Kiev. L’Ucraina, ha annunciato, sta ora producendo proprie versioni dei droni Shahed di fabbricazione iraniana utilizzati dalla Russia.

I droni ucraini – ha aggiunto – sono equivalenti agli Shahed “sia in termini di dimensioni degli ordigni esplosivi che in termini di portata ed altri parametri tecnici”.

“E quest’anno non siamo in alcun modo indietro rispetto alla Russia nella produzione di questi droni”, ha detto alla televisione ucraina. Kamyshin ha sottolineato che l’Ucraina sta ora utilizzando anche altri tipi di droni nella lotta contro le forze russe, e li dispiega per colpire siti in profondità nel territorio russo. “Ciò che esplode in Russia viene da noi”, ha detto il ministro.

Blitz della Polizia a Bari: 130 arresti: “Voto di scambio politico mafioso”

Duro colpo alla mafia barese, con oltre 130 indagati, destinatari di ordinanze di custodia cautelare in carcere e ingenti sequestri e accusati tra l’altro di ingerenza nelle elezioni comunali di Bari del 2019. Due le ordinanze emesse dalla sezione gip del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia.

A eseguire i provvedimenti più di mille, tra donne e uomini della polizia di stato, impegnati fin dalle prime luci dell’alba, a Bari e nell’area metropolitana del capoluogo.

Oltre che di ingerenza elettorale politico – mafiosa, gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, in base agli elementi acquisiti nel corso delle indagini, del reato di associazione mafiosa, estorsioni, porto e detenzioni di armi da sparo, illecita commercializzazione di sostanze stupefacenti, turbata libertà degli incanti, frode in competizioni sportive, tutti reati aggravati dal metodo mafioso.

Ci sono nomi noti della criminalità e della politica barese tra i 130 destinatari di misure cautelari eseguite oggi dalla polizia a Bari e in provincia, nei confronti di altrettante persone indagate – a vario titolo – per scambio elettorale politico-mafioso per le elezioni comunali di Bari del 2019; estorsioni, porto e detenzioni di armi, illecita commercializzazione di stupefacenti, turbata libertà degli incanti, frode in competizioni sportive, tutti reati aggravati dal metodo mafioso.

Tra questi, il carcere è stato disposto per Tommaso ‘Tommy’ Parisi, cantante neomelodico e figlio del boss Savino (detto ‘Savinuccio’) del quartiere Japigia, già condannato in primo grado a otto anni per associazione mafiosa, e per l’ex consigliere regionale e avvocato Giacomo Olivieri.

I domiciliari sono invece stati disposti per la moglie di Olivieri, la consigliere comunale Maria Carmen Lorusso, eletta con la lista ‘Di Rella sindaco’ (centrodestra) e poi passata alla maggioranza che sostiene il sindaco Antonio Decaro.

Le elezioni comunali del 2019 finirono al centro di un’altra indagine sui rapporti tra politica e mafia che portò, nell’ottobre 2022, all’arresto dell’allora consigliere comunale Francesca Ferri, eletta sempre nelle file della lista ‘Di Rella sindaco’.

Ferri, il compagno Filippo Dentamaro e il presidente del Foggia calcio Nicola Canonico, sono attualmente sotto processo per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale e scambio elettorale politico mafioso per le elezioni di Bari e del vicino comune di Valenzano. Coinvolti in quell’inchiesta anche i vertici del clan Buscemi di Valenzano, legati proprio al clan Parisi del quartiere Japigia. (Ansa)

Scontro frontale nel crotonese, due morti e due feriti gravi

Incidente stradale ss 107 Crotone

Due giovani, un ragazzo e una ragazza sono morti e due sono feriti gravemente feriti in un incidente stradale avvenuto poco prima delle ore 17 di oggi in località Brasimato, lungo la strada statale 107 che collega Crotone a Cosenza.

Per cause in corso di accertamento due autovetture, una Fiat Grande Punto e una Wolksvagen Golf, ognuna con due persone a bordo, si sono scontrate frontalmente.

Quando sul posto sono arrivati i primi soccorsi hanno trovato una scena devastante. Gli occupanti della Grande punto, un ragazzo e una ragazza di Crotone, erano già morti.

I sanitari del 118 hanno dovuto chiedere l’intervento dei vigili del fuoco di Crotone per estrarre le due persone dalle lamiere della Golf. I feriti, in gravi condizioni, sono stati affidati dai vigili del fuoco al personale del 118 giunto sul posto con due ambulanze, per il trasporto in ospedale. Durante le operazioni di soccorso la starale 107 è rimasta bloccata ed il traffico deviato in una parallela nelle vicinanze. Sul posto per i rilievi del caso la Polizia Stradale.

Le due giovani vittime si chiamavano Lorenza Aloisio e Piero Riolo, entrambi crotonesi ed entrambi appassionati di danza. Piero era un ballerino di ballo caraibico.

I due ragazzi erano partiti sabato proprio per partecipare ad una competizione di danza e stavano facendo rientro a Crotone quando è avvenuto lo scontro che è stato loro fatale: sono morti sul colpo. Gravissime le condizioni delle due persone estratte dalle lamiere dell’altra auto. Si tratta di una mamma e di una figlia: la prima è attualmente in sala operatoria dove i sanitari la stanno sottoponendo a un delicato intervento chirurgico, la figlia è invece ricoverata nel reparto Rianimazione.

Si vota per le regionali in Sardegna, 1,4 milioni gli elettori chiamati alle urne

Urne aperte dalle 6.30 di oggi 25 febbraio in Sardegna per le elezioni regionali. Cominciano le operazioni di voto nelle 1.844 sezioni distribuite nelle otto circoscrizioni che ricalcano i confini delle vecchie Province: Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano, Olbia-Tempio, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano e Ogliastra.

Sono 1.447.761 gli elettori sardi chiamati alle urne per il rinnovo del Consiglio e del presidente della Regione. Sono 58 i seggi a disposizione per i circa 1.400 aspiranti consiglieri distribuiti in venticinque liste a sostegno dei quattro candidati presidente. Gli altri due dei 60 seggi che compongono il Consiglio regionale della Sardegna spetteranno al più votato tra i candidati alla presidenza della Regione e al secondo classificato, mentre il terzo e il quarto resteranno fuori dall’assemblea.

Sono dieci le liste che sostengono Alessandra Todde col Campo largo (M5s-A Innantis, Pd, Avs, Uniti con Alessandra Todde, Progressisti-La base, Demos, Sinistra Futura, Psi, Orizzonte Comune e Fortza Paris) e sono nove quelle per Paolo Truzzu col centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Psd’Az, Riformatori, Udc, Alleanza Sardegna-Pli, Sardegna al centro 20Venti, Dc di Rotondi). Sono invece cinque le liste che sostengono Renato Soru con la Coalizione sarda (Progetto Sardegna, +Europa-Azione con Soru, Rifondazione comunista, Liberu e Vota Sardigna) e una lista sostiene Lucia Chessa (Sardigna R-esiste).

I seggi chiuderanno alle 22 e non è previsto un secondo turno col ballottaggio. Lo spoglio comincerà domattina alle 7 e nella giornata di lunedì si conoscerà il nome del prossimo presidente della Regione Sardegna.

Il voto dei candidati
Paolo Truzzu ha votato a Cagliari verso le 10.30 nel seggio della scuola elementare Randaccio di via Venezia 2 nel quartiere di Monte Urpinu, non lontano dallo stadio Amsicora. Alla stessa ora Alessandra Todde ha invece votato a Nuoro ne seggio numero 4 della scuola primaria “Ferdinando Podda” di via Matteotti prima di tornare a Cagliari dove c’è il quartier generale della sua campagna elettorale.

A Cagliari ha votato anche Renato Soru. Il fondatore di Tiscali, candidato con la Colazione sarda, ha raggiunto l’Istituto tecnico nautico Buccari-Marconi in piazza dei Centomila. (Adnkronos)

Occhiuto eletto vicesegretario nazionale di Forza Italia

Antonio Tajani con i quattro vicesegretari di Forza Italia

Il governatore della Calabria Roberto Occhiuto è stato eletto vicesegretario nazionale di Forza Italia al termine della due giorni del Congresso nazionale del movimento fondato da Silvio Berlusconi. Storico appuntamento che ha sancito l’elezione di Antonio Tajani a segretario nazionale.

Insieme a Occhiuto, sono stati eletti vice di Tajani Alberto Cirio, Deborah Bergamini e Stefano Benigni, mentre Renato Schifani è stato proclamato presidente del Consiglio nazionale del partito. L’elezione è avvenuta all’unanimità per acclamazione.

Occhiuto: “Profondamente onorato di questo incarico”

“Congratulazioni al nostro segretario Antonio Tajani, acclamato in modo chiaro e unanime da tutto il Congresso nazionale di Forza Italia. Dal 12 giugno abbiamo vissuto momenti complicati. Nelle prime settimane dopo la scomparsa del presidente Silvio Berlusconi eravamo spaesati, orfani del nostro leader”. Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria e neo vicesegretario nazionale di Forza Italia.

“Antonio – ha aggiunto – ha preso per mano il movimento azzurro e lo ha condotto, con intelligenza e saggezza, a questo storico appuntamento. Si è dimostrato la persona giusta al posto giusto, e sono certo che confermerà anche in futuro quanto di positivo ha fatto in questi mesi”.

“Buon lavoro a Tajani – aggiunge – e buon lavoro a coloro che, insieme a me, lo affiancheranno come vicesegretari del partito, Deborah Bergamini, Alberto Cirio e Stefano Benigni. Sono profondamente onorato per questo incarico e ringrazio i tanti delegati che hanno sostenuto la mia candidatura. Sono pronto da domani a impegnarmi al massimo per rafforzare il partito al Sud ed in tutto il Paese, dapprima in vista delle elezioni europee e dopo per affrontare al meglio tutte le sfide che ci attendono”.

Antonio Tajani eletto segretario di Forza Italia: “Puntiamo al 10%”

Antonio Tajani con i vicesegretari di Forza Italia

Antonio Tajani è stato eletto segretario di Forza Italia alla fine del secondo giorno del congresso nazionale del partito che si è tenuto a Roma, al Palazzo dei congressi dell’Eur.

Un migliaio di delegati da tutta Italia, un candidato unico alla segreteria e quattro vice. La leadership di Antonio Tajani è stata approvata all’unanimità per alzata di mano. Eletti allo stesso modo i 4 vice-segretari: Roberto Occhiuto, Alberto Cirio, Deborah Bergamini e Stefano Benigni mentre Renato Schifani è stato proclamato presidente del consiglio nazionale del partito.

Tajani punta a radicare l’immagine di Forza Italia come movimento solido, moderato ed europeista dentro la coalizione di governo. Obiettivo è raggiungere la percentuale del 10% alle europee e raddoppiare questo risultato alle prossime politiche. Il mantra, alla vigilia della convention, è il “voto utile: il Ppe sarà la prima forza politica nel parlamento europeo – la previsione del leader azzurro -. Tutto lascia pensare che il prossimo presidente della Commissione e del Parlamento europeo saranno esponenti popolari. Più forte è Forza Italia più forte è l’Italia in Europa”. E la collocazione dentro i popolari europei è tanto radicata che questa volta, alle urne gli elettori troveranno proprio il Ppe al centro del simbolo azzurro.

“Nonostante i capelli grigi, l’età e l’esperienza, questo è il discorso più difficile e importante della mia vita”, ha detto il vicepremier e ministro degli esteri. “Non è facile, mi sento un po’ come un giocatore della squadra di Maradona che deve fare la finale di Champions, però Maradona non c’è più… E tu per cercare di fare quello che faceva Maradona, hai una sola possibilità: chiedere aiuto a tutta la squadra e a tutta la curva perché ti sostenga. La squadra siamo noi, la curva sono i nostri elettori e Maradona è Silvio Berlusconi”.

L’unica sfida in questo congresso sarà per la carica del “sostituto”: in caso di impedimento del segretario, prenderà il suo posto il vice che avrà preso più voti o, a parità, il più anziano. Occhiuto, Bergamini, Benigni e Cirio sono quattro volti noti del partito: il primo è considerato vicino a Tajani e stando ai pronostici dovrebbe essere il più votato; la seconda ha storicamente buoni rapporti con la famiglia Berlusconi; il terzo viene associato a Marta Fascina; mentre il quarto – governatore del Piemonte – è espressione dei territori.

Tajani: “Erano tutti convinti che saremmo scomparsi, è accaduto il contrario”
“Noi siamo qua, dopo qualche mese che il nostro leader è scomparso. Tutti quanti erano convinti, forse anche noi lo temevamo, di essere destinati all’emarginazione politica, alla scomparsa dal palcoscenico nazionale. E’ successo l’esatto contrario, e io lo ricordo sempre, per merito anche nostro ma soprattutto del nostro leader, che ha avuto la capacità di fare l’esatto contrario di ciò di cui lo accusavano”, cioè “dopo di me il nulla”. Il vicepremier ha detto che Berlusconi ha costruito anche il futuro di Forza Italia.

Serie B, Cittadella Catanzaro 1-2 grazie a super Iemmello

Il Catanzaro detta la sua legge anche a Cittadella dove vince 2 a 1 con doppietta dello scatenato Iemmello con due magie spettacolari, una per tempo. Vittoria complessivamente nitida e meritata dalla truppa giallorossa, piu’ vivace e brillante della squadra di casa che si porta dietro le fragilità di questa fase del campionato, rimediando oggi la sesta sconfitta consecutiva che mette a rischio anche la sua posizione playoff.

Come detto, sono state due autentiche perle di Iemmello a decidere l’incontro. La prima al 18′ quando il bomber (9 centri in campionato) riceve da destra da Situm, si accentra e apre il sinistro terrificante per bellezza e precisione, un supergol che fulmina l’incolpevole Kastrati, uno dei gol piu’ belli dell’intero campionato in corso. Alla mezz’ora pareggia il Cittadella con un rigore generoso concesso per fallo di mano di Situm in area, trasforma con freddezza Baldini spiazzando Fulignati. Equilibrio all’intervallo. La seconda prodezza di Iemmello giunge al 56′ quando il capitano del Catanzaro si smarca dai blocchi e va incontro al pallone calciato dalla bandierina da Vandeputte, incorna e gira di testa sul primo palo bruciando la difesa e Kastrati, è la rete del nuovo sorpasso, quello decisivo.

La reazione del Cittadella e i cambi di Gorini produrranno poco, se non una sassata di Salvi disinnescata da Fulignati, le tante mischie provocate dal dinamico e funambolico Pittarello ma soprattutto un occasione enorme per Maisterllo che scaglia fuori dall’altezza del dischetto la palla piu’ invitante del match calciando col mancino a botta sicura. Con questi 3 punti il Catanzaro vola ancora piu’ in alto, consolidando il sesto posto e staccando di 6 punti i veneti. Le aquile giallorosse tornano a vincere fuori casa e si avvicinano tantissimo alle prime della classe, distanti pochi punti. Per il Cittadella scatta l’allarme dopo la sesta sconfitta consecutiva. Compleanno amaro per mister Gorini, 50 anni tra pochi giorni.

NOTIZIE DALLA CALABRIA

ITALIA E MONDO