5 Ottobre 2024

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Auto contro un palo della luce, tre feriti. Grave una donna

Una donna è rimasta gravemente ferita e due in modo meno critico in seguito ad un incidente avvenuto nella notte, prima delle 5, in contrada Sant’Elia, nel comune di Palmi.

Coinvolta una sola autovettura che perdeva il controllo andando ad impattare violentemente contro un palo della illuminazione pubblica.

Per la ferita più grave, rimasta incastrata tra le lamiere, è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco di Palmi che l’hanno estratta dall’abitacolo. Tutti e tre malcapitati sono stati affidati al personale sanitario del Suem118 per le cure del caso e successivo trasferimento presso struttura ospedaliera. Sul posto carabinieri per gli adempimenti di competenza.

Incidente stradale nel Catanzarese, tre giovani feriti gravemente

Grave incidente stradale nel catanzarese. Tre giovani sono rimasti gravemente feriti ed uno in modo lieve in uno scontro frontale avvenuto prima della mezzanotte in via Cavour, nel comune di Simeri Crichi.

A impattarsi tra loro una Nissan Qashqai ed una Alfa Romeo Giulietta. Ad avere la peggio due ragazzi ed una ragazza i quali sono stati trasferiti d’urgenza in ospedale con le ambulanze.

Un ferito lieve in evidente stato di shock è stato affidato alle cure dal personale sanitario del Suem118 sul posto.

Sul luogo sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri per accertare la dinamica del grave incidente.

Auto sbanda in Sila, muore una giovane donna

incidente-polizia-stradale

A causa di un incidente autonomo, lungo la strada statale 108 bis “Silana di Cariati” si registrano dei rallentamenti all’altezza di Casali del Manco (Lorica), in provincia di Cosenza.

Il sinistro, avvenuto al km 33,900, ha coinvolto un’autovettura e nell’impatto, pare contro il guardrail, una persona è deceduta. Lo comunica Anas. La vittima è la giovane Ilaria Mirabelli, di Cosenza, che viaggiava insieme ad un’altra persona, rimasta illesa.

Sul posto, oltre al 118, i Vigili del Fuoco e le Forze dell’Ordine per la gestione della viabilità e per ricostruire la dinamica del sinistro. Al personale Anas le gestione della viabilità.

Arrestato a Parigi Pavel Durov, fondatore di Telegram

Pavel Durov, fondatore e ad di Telegram intervistato da Carlson

Pavel Durov, fondatore e amministratore delegato di Telegram, è stato arrestato all’aeroporto Le Bourget, nei pressi di Parigi. Il trentanovenne franco-russo era accompagnato dalla sua guardia del corpo e da una donna.

A quanto pare Durov non era a conoscenza del fatto che era stato appena emesso un mandato di arresto dall’OFMIN, un ufficio del dipartimento nazionale di polizia giudiziaria francese recentemente creato per contrastare i crimini contro i minori.

Durov è cittadino francese e non è soggetto a scambio o estradizione, hanno riferito i media francesi. Secondo Forbes – citato da canali Telegram -, il miliardario ha anche la cittadinanza degli Emirati Arabi Uniti e di St. Kitts e Nevis nei Caraibi.

Durov è stato inserito nella lista dei ricercati pochi minuti prima dell’atterraggio a Parigi, e subito dopo è stato emesso un mandato di arresto, scrive BFMTV.

Durov è accusato di complicità in traffico di droga, pedofilia e terrorismo. Secondo la versione ufficiale, l’uomo d’affari non ha fatto alcuno sforzo per limitare l’uso del messenger Telegram da parte dei gruppi criminali internazionali.

Così Tucker Carlson sull’arresto di Durov: “Pavel Durov ha lasciato la Russia quando il governo ha cercato di controllare la sua società di social media, Telegram. Ma alla fine, non è stato Putin ad arrestarlo per aver permesso al pubblico di esercitare la libertà di parola. È stato un paese occidentale, un alleato dell’amministrazione Biden e un membro entusiasta della NATO, a metterlo al gabbio. Pavel Durov è in una prigione francese stasera, un avvertimento vivente per qualsiasi proprietario di piattaforma che si rifiuti di censurare la verità su richiesta di governi e agenzie di intelligence. L’oscurità sta calando rapidamente sul mondo un tempo libero”.

Maria Zakharova: “La detenzione di Durov solleva dubbi sul fatto che le ONG occidentali ne chiedano il rilascio”

La decisione di Parigi di arrestare il co-fondatore di Telegram Pavel Durov solleva la questione se l’organizzazione internazionale chiederà il suo rilascio o “si ingoierà la lingua”, ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.

Il diplomatico ha sottolineato che nel 2018 un gruppo di 26 ONG, tra cui Human Rights Watch, Amnesty International, Freedom House, Reporters Without Borders e altre, avevano condannato la sentenza del tribunale russo di bloccare Telegram.

“Pensate che questa volta chiameranno Parigi e chiederanno la liberazione di Durov o si mangeranno la lingua?” ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram.

“C’erano state lamentele legislative contro Telegram [nel 2018], che molti paesi avevano a causa dei parametri tecnici del suo sistema di crittografia”, ha spiegato la portavoce, sottolineando che Durov è rimasto libero e ha continuato a sviluppare il suo messenger durante quel periodo.

Il diplomatico ha sottolineato che l’ambasciata russa “ha immediatamente iniziato a lavorare” sulla sua detenzione, “come dovrebbe fare in un caso in cui giungono informazioni secondo cui la parte ricevente ha arrestato un cittadino russo”. “Non c’è bisogno di ricordare ai nostri diplomatici i loro doveri”, ha aggiunto Zakharova.

Medvedev vede il desiderio del CEO di Telegram di essere un “cittadino del mondo” come un errore

Il fondatore del servizio di messaggistica Telegram, Pavel Durov, arrestato in Francia, ha commesso un errore quando ha lasciato la Russia per diventare “un cittadino del mondo”, ha affermato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev citato dalla Tass.

Ha ricordato di aver avuto una conversazione con Durov, che era riluttante a collaborare con le forze dell’ordine per reati gravi e alla fine ha lasciato la Russia. “Voleva essere un cittadino del mondo che sta bene a vivere lontano dalla sua patria”, ha osservato Medvedev.

“Ha fatto male i suoi calcoli. I nemici che ora abbiamo in comune lo vedono come un russo e, quindi, imprevedibile e pericoloso”, ha osservato Medvedev. “È giunto il momento che Durov capisca che non si può scegliere né il Paese d’origine né i tempi in cui si nasce”, ha aggiunto.

Durov, che ha un passaporto francese, è stato arrestato all’aeroporto Le Bourget fuori Parigi la sera del 24 agosto. Secondo i media francesi, potrebbe essere accusato di terrorismo, traffico di droga, frode e pornografia infantile.

Parigi sta evitando di cooperare per arrestare di Durov, ha detto l’ambasciata russa a Parigi

L’ambasciata russa a Parigi ha chiesto alle autorità francesi di spiegare le ragioni della detenzione del fondatore di Telegram Pavel Durov, ma finora le autorità francesi hanno rifiutato di collaborare su questo tema, ha riferito a RIA Novosti il ​​servizio stampa della missione diplomatica.”

«Dopo che la notizia della detenzione di Pavel Durov è apparsa sui media, hanno immediatamente chiesto alle autorità francesi chiarimenti sui motivi e hanno chiesto di garantire la tutela dei suoi diritti e di garantire l’accesso consolare. Ad oggi, la parte francese ha finora evitato l’interazione su questo tema”, ha osservato l’ambasciata, chiarendo che sono in contatto anche con l’avvocato di Durov.

Sabato sera i media francesi hanno riferito che il fondatore di Telegram è stato arrestato all’aeroporto Le Bourget. Ciò è accaduto mentre scendeva da un aereo privato, che si diceva fosse arrivato dall’Azerbaigian. Secondo la stampa francese, Durov, che ha la cittadinanza francese, figurava sulla lista dei ricercati nel Paese.

Secondo i media locali, la giustizia francese ritiene Durov coinvolto in crimini per una serie di ragioni, tra cui il rifiuto di Telegram di collaborare con le autorità del paese. Domenica il fondatore del popolare social network potrebbe essere accusato di terrorismo, traffico di droga, frode e riciclaggio di denaro. Secondo il giornalista francese Cyril Amursky, l’uomo d’affari rischia fino a 20 anni di carcere. Un altro caso alla Julian Assange?

“#FreePavel” ha postato Elon Musk, proprietario della piattaforma X, riproducendo l’intervista di Tucker Carlson a Pavel Durov. Musk vede il “futuro nero” per quanto riguarda la libertà di parola e di espressione in occidente e soprattutto nell’Ue. Bruxelles recentemente lo aveva minacciato di bloccare la piattaforma nei paesi membri dell’unione se non avesse censurato post sgraditi alle èlite come un tempo faceva il vecchio Twitter che aveva addirittura bloccato il presidente in carica degli Stati Uniti d’America, Donald Trump.

Attacco a un festival in Germania, morti e feriti gravi

Ci sarebbero almeno tre morti e diversi feriti gravi nell’attacco con un coltello avvenuto venerdì sera 23 agosto durante un festival a Solingen, nella Germania occidentale. Lo riportano i media.

L’autore dell’aggressione, che è scappato, sembra essere un arabo. Almeno 9 i feriti, di cui almeno 4, scrive la Bild tedesca.

La polizia ha lanciato una caccia all’uomo, che dopo l’attacco indiscriminato è fuggito. Non è chiaro se l’attacco sia di matrice islamica, come già altre volte successo in Germania. Potrebbe trattarsi di un atto terroristico.

L’agenzia tedesca Dpa riferisce che agenti di polizia sono arrivati sul posto armati anche per provvedere alla messa in sicurezza nell’area.

Sono inoltre state mobilitate numerose ambulanze e diverse aree della città sono state transennate. La scena del crimine è il Fronhof, una piazza del mercato nel centro di Solingen dove c’è un palco per la musica dal vivo allestito in occasione del Festival in corso in città. Secondo il giornale “Solinger Tageblatt” le autorità hanno chiesto di lasciare il centro della città mentre si sente il suono di sirene.

Le prime testimonianze raccolte dai media locali parlano di shock fra i presenti. Uno degli organizzatori del festival, ha spiegato subito dal palco che i servizi di soccorso sono intervenuti e che si teme per la vita di nove persone.

Migliaia di visitatori hanno seguito la richiesta di lasciare la piazza con calma e senza lasciarsi prendere dal panico. “La gente è scioccata ma tranquilla”, ha riferito l’organizzazione al giornale. Un giornalista del Solinger Tageblatt ha descritto una “atmosfera inquietante”. In occasione del 650esimo anniversario della fondazione della città di Solingen, era partito il ‘Festival della diversità’, con un fitto programma di eventi fino a domenica.

Bayesian, recuperato il corpo di Hannah Lynch. 7 vittime nel naufragio

Col recupero dell’ultimo corpo che mancava ancora all’appello, quello della giovane Hannah Lynch di 18 anni, la guardia costiera ha concluso le operazioni che per cinque giorni hanno tenuto impegnati uomini e mezzi di soccorso nella ricerca dei dispersi del naufragio del Bayesian, affondato lunedì scorso poco dopo le 4 a mezzo miglio dalla costa di Porticello mentre imperversava una violenta tromba d’aria.

Adesso i riflettori sono puntati sull’inchiesta della Procura di Termini Imerese che ipotizza i reati di disastro, omicidio plurimo e lesioni.

Sabato il procuratore capo Ambrogio Cartosio incontrerà i giornalisti per fare il punto sulle indagini ma intanto la Procura ha acquisito diversa documentazione, tra cui i tracciati del sistema Ais (Automatic identification system) che mostrano gli spostamenti dello yacht fino al momento dell’affondamento. Dall’inizio della tempesta a quando il natante è colato a picco sarebbe trascorso un quarto d’ora.

Nei prossimi giorni saranno poi conferiti gli incarichi per le autopsie sui corpi delle vittime. I medici dell’istituto legale del Policlinico eseguiranno gli esami sui cadaveri dell’imprenditore britannico e proprietario dello yacht Mike Lynch e della figlia 18enne Hannah; del presidente della Morgan Stanley International Jonathan Bloomer e della moglie Anne Elizabeth, dello chef Recaldo Thomas, dell’avvocato Chris Morvillo e di sua moglie Nada.

Non appena saranno dati gli incarichi per gli esami irripetibili la Procura invierà gli avvisi di garanzia per consentire agli indagati di nominare i propri consulenti che prenderanno parte alle autopsie. I magistrati hanno già sentito il comandante del Bayesian, James Cutfield, e gli altri superstiti che si trovano ancora nel resort Domina-Zagarella, a Santa Flavia (Palermo), dove dovrebbero rimanere almeno fino a questo weekend.

Come le altre vittime anche la giovane Hannah, definita dai quotidiani britannici una studentessa modello e che era in procinto di entrare all’università di Oxford, è stata trovata dai sub all’interno del veliero di 56 metri colato a picco nel giro di pochi minuti. Gli altri passeggeri e i membri dell’equipaggio e dello staff sono riusciti a gettarsi nel mare in tempesta e sono stati salvati dall’equipaggio della barca olandese Sir Robert Baden Powell, che era ormeggiata vicino al veliero britannico.

Quando la salma della ragazza è stata caricata nell’ambulanza, nel molo di Porticello sono scattati gli applausi nei confronti dei sommozzatori dei vigili del fuoco che hanno operato in un contesto di estrema difficoltà riuscendo a recuperare tutti i corpi. Sub abilitati a immersioni ad alte profondità e in “ambienti confinati”, cioè spazi stretti e bui come una grotta marina o una struttura sommersa. La famiglia Lynch, in una nota ufficiale, oltre a dirsi “devastata e sotto shock” per la tragedia, “ringrazia sinceramente la guardia costiera italiana, i servizi di emergenza e tutti coloro che hanno contribuito al salvataggio”.

Un ringraziamento analogo nei confronti di tutti coloro che hanno partecipato alle operazioni di soccorso viene dalla Camper & Nicholsons, la società di gestione della Bayesian, che si dice pronta a fornire “piena collaborazione” con le autorità italiane “nell’attesa che gli investigatori facciano completa chiarezza su quanto accadde in quella tragica notte”. Spetterà adesso proprio alla società armatrice il recupero del veliero, un’operazione costosa che richiederà diverse settimane, forse mesi, e che dovrà svolgersi comunque con l’autorizzazione e sotto il controllo dell’autorità giudiziaria e della Guardia Costiera. Secondo quanto si apprende sono già stati avviati tutta una serie di contatti per capire come procedere, anche perché l’intenzione degli armatori è quella di rimuovere la nave prima possibile.

Naufragio del maga-yacht Bayesian, tutti i punti che non tornano

Badante killer si costituisce e confessa 4 omicidi: “Soffrivano, l’ho fatto per pietà”

Da badante amorevole e pieno di attenzioni ad angelo della morte: è la choccante storia del 48enne napoletano Mario Eutizia, che ieri mattina si è recato dai carabinieri di Caserta e si è autoaccusato (supportato dagli avvocati Antonio Daniele e Gennaro Romano) di quattro omicidi, tutti di persone presso cui aveva svolto il ruolo di badante. L’uomo è stato fermato e condotto in carcere su disposizione della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.

“L’ho fatto per portarli dolcemente alla morte, per compassione e misericordia cristiana e perché erano malati e soffrivano”, ha spiegato il 48enne al pubblico ministero Annalisa Imparato, cui ha raccontato di aver somministrato agli anziani assistiti dosi massicce di farmaci sedativi come il Talofen e il Trittico, fino a quattro volte in più di quelle prescritte. Farmaci che lui stesso conosceva bene perché li assumeva, essendo paziente oncologico proprio come i suoi assistiti.

Come loro dunque soffriva, e proprio quella sofferenza – ha spiegato – non riusciva più ad affrontarla e a sopportarla. “Ho deciso di confessare per essere aiutato a non uccidere più, perché potrei continuare a farlo, essendo consapevole di non poter reggere ad una sofferenza tale”, ha detto al pm, vestendo i panni di un vero e proprio “angelo della morte” e ben consapevole di tale sua missione.

Due dei delitti confessati dal badante risalgono al 2014, quando avrebbe ucciso i primi due anziani a Latina, al momento non ancora identificati. I carabinieri di Caserta hanno potuto invece accertare l’identità degli ultimi due decessi raccontati da Eutizia, avvenuti pochi mesi fa: quello dell’89enne Luigi Di Marzo, morto a Casoria (Napoli) nel dicembre scorso, e del 96enne Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati (Salerno) nel marzo di quest’anno. I militari hanno contattato i parenti dei due anziani, constatando che Eutizia aveva prestato servizio come badante presso entrambi, e che a Vibonati era stato anche denunciato dai carabinieri per aver rubato l’auto dell’anziano dopo la sua morte.

Il 48enne ha raccontato di aver sempre goduto della fiducia dei familiari delle persone che assisteva, di averne curate decine negli anni, e che per questo aveva potuto somministrare senza essere visto le dosi quadruplicate di farmaci alle quattro vittime. Il sospetto, ora, è che vi possano essere altre vittime di cui non ha parlato, classificate come morti naturali.

La vicenda è venuta alla luce ieri, quando Eutizia, da piazza Sant’Anna a Caserta, ha contattato i carabinieri, dicendo loro di voler confessare alcuni omicidi. La pattuglia dell’Arma si è portata sul posto e ha accompagnato Eutizia al Comando provinciale di via Laviano, dove il 48enne, che vanta precedenti penali per furto, truffa, danneggiamento, appropriazione indebita, ma nessun reato contro la persona, ha riferito ciò che aveva fatto, partendo dal 2014, quando era a Latina e aveva assistito in diversi periodi due anziani gravemente malati. I carabinieri hanno provato a fare veloci ricerche ma al momento l’identità delle due vittime laziali non è stata accertata. Più facile invece è stato il riscontro per i due casi più recenti, di Casoria e Vibonati.

In tutti e quattro i casi le morti degli anziani sono state classificate come morti naturali, per cui ora si dovrà probabilmente procedere a riesumare i cadaveri per un esame autoptico. Peraltro, la competenza territoriale potrebbe non essere della Procura di Santa Maria Capua Vetere, essendo i delitti avvenuti altrove. Ma per ora Eutizia resta in carcere, almeno fino alla convalida del fermo da parte del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, la cui udienza non è stata ancora fissata.

42enne in panne con l’auto sull’autostrada viene travolto e ucciso

Archivio

Un uomo di 42 anni di origini marocchine, è morto dopo essere stato travolto da un’auto sul’A2 Autostrada del Mediterraneo tra gli svincoli di Lamezia Terme e Pizzo in direzione nord.

Secondo una prima ricostruzione, la vittima si era fermata a bordo della propria auto in una piazzola di sosta per cause che sono in corso di accertamento, quando, nell’aprire la portiera, è stato travolto da un’altra vettura.

Il conducente dell’auto investitrice si è fermato per prestare soccorso e attualmente si trova all’interno degli uffici della Polizia stradale dove è sottoposto ad interrogatorio.

Sul posto è intervenuto l’elisoccorso ma il quarantaduenne, nonostante l’intervento dei sanitari, è deceduto in seguito ai gravi traumi riportati. A causa dell’incidente la carreggiata in direzione Nord è stata temporaneamente chiusa.

Sul posto oltre ai sanitari e alla polizia stradale che ha sta effettuando i rilievi per accertare l’esatta dinamica dell’incidente stradale, anche squadre Anas. Segnalati numerosi disagi a causa della lunga fila di auto che si è creata.

Rubavano auto col metodo del ‘cavallo di ritorno’, arrestati

Tribunale Lamezia Terme

I carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme hanno arrestato tre persone con l’accusa di avere commesso una serie di furti di veicoli e di avere estorto somme di denaro ai proprietari dei mezzi allo scopo ottenere la restituzione dei mezzi rubati.

Due degli arrestati sono stati condotti in carcere, mentre il terzo è stato posto ai domiciliari. Per una quarta persona coinvolta nei fatti oggetto dell’indagine, un minorenne, è stata disposta la collocazione in una comunità.

I provvedimenti eseguiti dai carabinieri sono stati emessi dal Gip di Lamezia Terme e dal Gip del Tribunale per i minorenni di Catanzaro su richiesta delle rispettive Procure della Repubblica.

L’indagine che ha portato agli arresti, denominata “Redemptio” (Riscatto), ha consentito di documentare la reiterata commissione da parte di alcune persone appartenenti alla comunità Rom di Lamezia di furti di autovetture, furgoni e scooter, ricettazioni ed estorsioni con la tecnica del cosiddetto “cavallo di ritorno”.

Le attività investigative sono state avviate nello scorso mese di aprile sulla base della denuncia presentata ai carabinieri da una persona al quale era stata rubata l’automobile.

Alcune ore dopo il furto l’uomo aveva ricevuto sul cellulare una telefonata con cui gli era stata rivolta una richiesta estorsiva per ottenere la restituzione del mezzo rubato. L’episodio ha dato lo spunto ai carabinieri di accertare numerosi altri fatti perpetrati con lo stesso “modus operandi” in tutto il territorio di Lamezia Terme dallo stesso gruppo di persone.

Frontale tra auto e moto sulla 106, muore un ventinovenne

Un giovane di 29 anni, Raffaele Varano, è morto nel Catanzarese a causa delle conseguenze dello scontro frontale tra la moto che stava guidando, e sulla quale viaggiava anche la fidanzata ventiduenne, ed un’automobile.

L’incidente si è verificato lungo la statale 106 ionica, nel territorio di Sant’Andrea Apostolo dello Ionio, Varano, che risiedeva nel vicino centro di Isca sullo Ionio, è deceduto nel pronto soccorso dell’ospedale di Soverato.

La giovane che era con lui sulla moto è stata trasferita in elisoccorso nell’ospedale “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, dove è stata ricoverata con prognosi riservata. I rilievi sul luogo dell’incidente sono stati effettuati dai carabinieri della Compagnia di Soverato.

Naufragio veliero Bayesian, 5 i corpi recuperati, tra cui Lynch e Bloomer

I sommozzatori dei vigili del fuoco hanno rinvenuto i corpi di cinque persone nello yacht Bayesian colato a picco nella notte di lunedì al largo di Porticello, nel palermitano. Tra questi ci sono il magnate della finanza britannica Mike Lynch, l’avvocato americano Chris Morvillo e il presidente della Morgan Stanley International Jonathan Bloomer. Da identificare le altre vittime mentre resta una persona dispersa, la 18enne Hannah Lynch, figlia del tycoon.

Dei ventidue a bordo, 15 si erano salvati mentre il cuoco è stato ritrovato morto lunedì mattina. Sei erano le persone disperse.

I corpi senza vita sono stati estratti dallo scafo dopo essere stati individuati in una cabina all’interno dell’imbarcazione. Quattro sono già stati identificati. I primi ed essere stati estratti dalle cabine sono stati l’avvocato Chris Morvillo, il presidente della Morgan Stanley Jonathan Bloomer. Non si conosce l’identità del quinto.

I cadaveri sono stati prima portati sul gommone dei vigili del fuoco e poi sbarcati a terra. L’operazione è stata portata avanti per gradi, a causa della complessità delle manovra e dei tempi di decompressione dei sub. Dopo il recupero, infatti, è stata effettuata una prima sosta a venti metri di profondità, poi sommozzatori hanno portato in superficie i corpi.

Una volta giunti sulla banchina i cadaveri sono trasferiti in un capannone e successivamente caricati su un’ambulanza e portati verosimilmente nella camera mortuaria di un ospedale, dove saranno effettuate le procedure di riconoscimento e l’autopsia legata all’inchiesta giudiziaria in corso condotta dalla Procura di Termini Imerese.

Dopo avere sentito il comandante della Bayesian, James Cutfield, in queste ore i pm di Termini Imerese e i militari della Capitaneria di Porto stanno sentendo gli altri membri dell’equipaggio e i passeggeri sopravvissuti.

Le loro testimonianze sono fondamentali per cercare di ricostruire quanto successo nel corso del naufragio della barca a vela nel mare di Porticello. Da chiarire cosa sia successo e che cosa abbia provocato l’inabissamento della nave in pochissimi istanti.

Intanto per le ricerche sono arrivati altri sub compresi i sommozzatori che hanno preso parte alla ricerche della strage della Concordia, la nave da crociera avvenuto la notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012. In questo modo potranno essere intensificate le immersioni per cercare di raggiungere le cabine che si trovano nella parte bassa dello scafo.

I corpi delle persone recuperate saranno trasferiti all’obitorio di Palermo dove verrà eseguita l’autopsia, sotto la supervisione della procura della Repubblica di Termini Imerese che ha avviato un’inchiesta sull’accaduto.

Un operaio muore mentre pota alberi

archivio

Un operaio di 53 anni, di nazionalità romena, è morto a San Donato di Ninea, nel Cosentino, mentre stava potando alcuni alberi. Il fatto è accaduto stamattina. Si ipotizza un malore.

La Procura della Repubblica di Castrovillari ha aperto un fascicolo sulla morte dell’operaio, disponendo anche l’autopsia per accertare le cause del decesso. Per questo motivo la salma è stata trasferita nell’ospedale di Rossano, dove l’esame sarà eseguito nella giornata di domani.

I rilievi sul luogo in cui è morto l’operaio sono stati effettuati dai carabinieri della Compagnia di Castrovillari.

Naufragio del maga-yacht Bayesian, tutti i punti che non tornano

A sinistra il veliero Bayesian di Mike Lynch prima dell’affondamento (foto dal web – ph. La Bianca)

Può una tempesta di poco tempo spazzare via e affondare una imbarcazione di oltre 500 tonnellate, quasi 60 metri di lunghezza e circa 12 metri in larghezza? Può nelle stesse condizioni meteo essere affondato uno yacht mentre le imbarcazioni vicine restano intatte senza subire danni? Può essere affondata una barca delle dimensioni dello “Bayesian” con lo scafo apparentemente intatto e l’albero in alluminio alto 75 metri integro? Tutto è possibile, anche l’errore umano, ma ci sono tanti interrogativi che frullano nella testa di chi indaga e approfondisce i dettagli del naufragio di lunedì a largo di Porticello in cui, oltre al morto accertato ed ai 15 in salvo, restano misteriosamente dispersi il magnate della finanza londinese Mike Lynch, sua figlia Hannah, il direttore della banca d’affari Morgan Stanley, Jonathan Bloomer, socio in affari del tycoon; sua moglie Anne Elizabeth Judith Bloomer, e il legale di Lynch, Chris Morvillo, con la moglie Nada Morvillo.

Ciò che sappiamo finora sul naufragio è che nella notte tra domenica e lunedì 19 Luglio il lussuoso yacht si trovava nelle acque siciliane di Porticello, piccolo centro a pochi chilometri da Palermo. Era ancorato a mezzo miglio dal piccolo porto, quando all’improvviso, intorno alle 4 del mattino una burrasca ha spezzato i sonni tranquilli dei passeggeri e dell’equipaggio. Nemmeno il tempo di rendersi conto cosa stesse succedendo che in una manciata di secondi, pare un minuto, lo scafo è stato inghiottito dal mare, finendo sui fondali ad una cinquantina di metri di profondità. Hanno fatto in tempo a mettersi in salvo quindici persone dei ventidue a bordo poiché si sono trovate vicino alla scialuppa di salvataggio che al contatto con l’acqua si è gonfiata.

Fa impressione la testimonianza citata dai media, di un capitano di un’imbarcazione vicina al ‘gigante’ di Linch, il quale ha dichiarato che quando il vento si è alzato ha acceso il motore per mantenere il controllo della sua imbarcazione ed evitare una collisione con la Bayesian, ancorata accanto al mega yacht. “Siamo riusciti a mantenere la nave in posizione e, una volta finita la tempesta, abbiamo notato che la nave dietro di noi era sparita”, è stato detto. “Sparita”. Mentre nelle immediate vicinanza, non soltanto quella del capitano citato, altre imbarcazioni più piccole sono rimaste lì, a ondeggiare tranquille sul mare mosso.

Il maga yacht Bayesian in mare in una foto d’archivio

C’è più di qualcosa che non torna nel naufragio del “Bayesian”, a cominciare dagli importanti esponenti a bordo per finire all’agghiacciante coincidenza (più che sospetta), della morte di tale Stephen Chamberlain, a Cambridgeshire, a nord di Londra, a circa 2mila km di distanza in linea d’aria dal naufragio in Sicilia. Un’auto, guarda il caso, sabato lo ha falciato, uccidendolo, mentre faceva jogging.

Linch, ormai è noto, era un potente magnate della City di Londra. Operava nel mondo delle nuove tecnologie informatiche, in ‘Big Tech’, per intenderci. Lynch era stato a capo di “Autonomy”, una società fondata agli inizi degli anni ’90 che realizza software nell’ambito della sicurezza informatica o cybersecurity, quindi in contatto con specialisti del settore, servizi segreti, forze di polizia e apparati di intelligence a tutto tondo. Lo chiamavano il “Bill Gates” del Regno unito, un matematico, precursore di quella che oggi conosciamo come “intelligenza artificiale”. L’ex vicepresidente di Autonomy, si badi appunto la curiosa circostanza, era l’ex socio morto in Inghilterra il giorno prima: Stephen Chamberlain.

“Autonomy” era stata al centro di una disputa legale durata molti anni. Questa società era stata acquisita dal colosso americano Hewlett-Packard per oltre 11 miliardi di dollari, ma ad affare fatto e miliardi versati sui conti di Lynch, la multinazionale con sede in California si rende conto di aver preso una “sola”. Dalle ricostruzioni giornalistiche pare che il valore sarebbe stato gonfiato da Lynch di diversi miliardi, intorno a 3 miliardi di dollari di surplus rispetto agli oltre undici ricavati. Hp riteneva che il valore del “pacco” fosse tra 7 e otto. Il tycoon della City venne così accusato di frode, estradato e processato negli Usa dove ha pure scontato una pena domiciliare. E udienze dopo udienze, dopo oltre 12 anni di “calvario”, lo scorso giugno Mike Lynch e il coimputato Stephen Chamberlain vengono prosciolti.

Non vi è solo l’Autonomy tra le società fondate da Lynch ceduta poi ad HP coi risvolti giudiziari che sono noti. Vi è, fra le altre, anche la Darktrace “Tracce oscure”, (già il nome è tutto un progetto nel mondo dell’informatica…); società – come la prima – che tratta di sicurezza informatica e cybersecurity in cui graviterebbero apparati di intelligence israeliani e inglesi, o comunque 007 occidentali. Insomma, Lynch era un uomo d’affari, potente e influente, e se doveva trattare con servizi di intelligence e governi non si faceva certo scrupoli: era suo “pane” quotidiano.

Dopo il proscioglimento il miliardario è tornato nel Regno unito a seguire i suoi affari e a badare alla sua famiglia. Probabilmente per festeggiare l’assoluzione, lui, la sua famiglia, il suo legale e i suoi più cari amici hanno intrapreso un lungo e lussuoso viaggio nel misterioso Mediterraneo, il “Mare Magnum” che cela segreti, abissi impenetrabili e “tracce oscure”, come la sua Darktrace, zeppa di servizi.

In questa storia tutto appare inquietante, dai presunti ruoli di ‘spie’ incarnati dai protagonisti principali (tutti morti, guarda il caso) a quelli “paralleli” rappresentati da “comparse” che conducono in un’unica scia di “trame” e segreti inconfessabili.

Dino Granata

Bambina ingoia un nocciolo di frutta e muore soffocata

Una bambina di 6 anni di origini curdo-irachene, è morta soffocata a causa del nocciolo di un frutto. La tragedia si è consumata a Bisignano, in provincia di Cosenza,

Secondo quanto riporta l’Ansa, la piccola avrebbe ingerito un nocciolo di pesca che, probabilmente, si è fermato all’altezza della trachea non consentendole di respirare.

I genitori della piccola, ospite con la famiglia di un progetto di accoglienza del Comune, si sono recati subito nella farmacia del centro storico per chiedere aiuto e immediatamente è stato allertato il personale del 118.

I sanitari giunti sul posto hanno tentato in tutti i modi di salvare la piccola assieme all’equipe dell’elisoccorso che era arrivata nel frattempo e che l’ha poi trasportata nell’ospedale di Cosenza.

Tutti i tentativi, però, sono risultati vani e per la piccola non c’è stato nulla da fare. La Procura della Repubblica di Cosenza ha comunque disposto l’autopsia sul corpo della piccola.

Mosca accusa: “Mercenari americani nella regione russa di Kursk”

Mosca punta il dito ufficialmente contro Washington per l’attacco ucraino sul suolo russo di Kursk, affermando di avere le prove che mercenari americani partecipano all’offensiva e avvertendo che potrebbe bombardarli.

E intanto ristruttura i comandi militari per potenziare le difese ai confini, con il ministro della Difesa Andrei Belousov che annuncia di assumersi le responsabilità per le decisioni più importanti.

Belousov ha detto di aver nominato come suo vice nel Consiglio per la sicurezza delle regioni di confine il generale e vice ministro della Difesa Yunus-Bek Yevkurov. Quest’ultimo ha già dato prova della sua efficienza come coordinatore delle forze russe in Africa, specie in Mali, Niger e Burkina Faso, territori abbandonati dalle forze francesi dopo i colpi di Stato che negli ultimi due anni hanno portato al potere governi più vicini a Mosca.

La Russia raggiungerà i suoi obiettivi contro gli ucraini che “commettono crimini nella regione di Kursk” così come ha raggiunto i suoi obiettivi nella lotta al terrorismo, e “su questo non ci possono essere dubbi”, ha affermato il presidente Vladimir Putin incontrando a Beslan le madri dei bambini uccisi nell’attacco terroristico e la presa di ostaggi in una scuola di questa città del Caucaso Settentrionale nel 2004. Secondo fonti militari di Kiev citate dalla testata Rbc, il capo del Cremlino avrebbe dato ai suoi militari l’ordine tassativo di espellere le truppe ucraine entro il primo ottobre, ma non di ritirare a questo fine le forze dalle aree chiave del Donbass, nell’Ucraina orientale, dove i russi sono all’offensiva da mesi. Proprio l’alleggerimento della pressione su questo fronte sarebbe stata tra gli obiettivi che Kiev intendeva raggiungere con l’attacco a Kursk, secondo osservatori ucraini. Ma questo non sembra essere avvenuto, dato il ritmo impresso dai comandi di Mosca all’avanzata, in particolare nella regione di Donetsk, dove la situazione per le forze ucraine è “difficile”, ha ammesso il presidente Volodymyr Zelensky.

La pressione russa si fa sentire in particolare sulle cittadine di Pokrovsk e Toretsk, ha precisato Zelensky.

E il ministero della Difesa di Mosca ha detto che nelle ultime ore i suoi soldati hanno conquistato la località di New York (chiamata dai russi Novgorodsksoe), che ha definito “uno dei più grandi insediamenti nell’agglomerato di Toretsk e importante polo logistico”.

Per quanto riguarda le posizioni occidentali riguardo all’offensiva ucraina nel Kursk, l’Unione Europea ha ribadito, attraverso il portavoce della Commissione Peter Stano, che Kiev ha “il diritto di difendersi”, e che l’offensiva “è solo il risultato e la conseguenza delle azioni illegali di Putin contro l’Ucraina”. Quindi ha il diritto di attaccare il territorio russo. Più prudente la posizione degli Usa. Soltanto otto giorni dopo l’inizio dell’offensiva, scattata il 6 agosto, il presidente Joe Biden l’ha commentata per dire che essa “sta creando un vero dilemma” per Putin. Ma ora Mosca chiama in causa Washington denunciando “il coinvolgimento degli Stati Uniti come partecipanti diretti nel conflitto”.

L’incaricata d’affari dell’ambasciata statunitense a Mosca, Stéphanie Holmes, è stata convocata al ministero degli Esteri per ricevere una nota di protesta riguardante non solo la presenza di reporter americani nella regione di Kursk, che hanno attraversato il confine dall’Ucraina senza autorizzazione, ma anche per quella che viene denunciata come la partecipazione all’offensiva di “corpi privati militari” statunitensi. La diplomazia russa ha quindi avvertito gli Usa che “tutti gli ‘specialisti’ e i mercenari stranieri che attraversano illegalmente il confine” russo “diventano automaticamente un legittimo bersaglio militare per le forze della Federazione Russa”.

Sul fronte diplomatico, c’è da segnalare infine l’arrivo a Mosca del primo ministro cinese Li Qiang, che ha tra l’altro in programma un incontro con il presidente Putin. (Ansa)

Il Veliero del miliardario Lynch affonda a Palermo. Un morto, dispersi e…misteri

Un veliero di grandi dimensioni è affondato al largo delle coste palermitane con ventidue persone a bordo, compreso l’equipaggio. Si tratta del “Bayesian”, una imbarcazione a vela lunga 56 metri, battente bandiera britannica.

Il bilancio provvisorio è di un morto e sei dispersi. Il proprietario del lussuoso yacht è Mike Lynch, 59 anni, imprenditore e magnate britannico molto noto agli ambienti finanziari del mondo e del Regno Unito, uno dei “number one” nella City londinese.

La tragedia è successa all’alba presso il porticciolo di Porticello, località siciliana dove il veliero era ormeggiato. Dalle prime notizie pare che a provocare l’affondamento sarebbe stata una tromba d’aria.

I soccorritori sono stati mobilitati e finora hanno recuperato il cadavere di un uomo, sembra il cuoco personale del miliardario. Sei sono i dispersi in mare. Tra questi proprio Mike Lynch e la figlia diciottenne Hannah Linch. Su ventidue persone a bordo quindici sono state salvate, tra cui la moglie di Lynch, Angela Bacares, e una bambina di un anno tratta in salvo dalla madre.

Secondo quanto riporta il Guardian, un portavoce di Lynch ha rifiutato di commentare l’accaduto. Un portavoce del Foreign Office del Regno Unito citato dal quotidiano ha affermato: “Stiamo fornendo supporto consolare a numerosi cittadini britannici e alle loro famiglie a seguito di un incidente in Sicilia e siamo in contatto con le autorità locali”. Mobilitata anche l’ambasciata inglese a Roma.

IL VIDEO DEI SOCCORSI

A metà degli anni ’90, Lynch è stato uno dei fondatori di Autonomy, un’azienda di software che è diventata una delle aziende più brillanti del panorama tecnologico del Regno Unito e non solo.

Un tempo descritto come il “Bill Gates” britannico, Lynch ha trascorso gran parte dell’ultimo decennio in tribunale a difendere il suo nome dalle accuse di frode relative alla vendita di Autonomy alla società tecnologica statunitense Hewlett-Packard per oltre 11 miliardi di dollari.

Il 59enne è stato assolto da una giuria a San Francisco a giugno, dopo aver trascorso più di un anno vivendo di fatto agli arresti domiciliari. Dopo la sua assoluzione, Lynch ha detto ai giornalisti: “Non vedo l’ora di tornare nel Regno Unito e di tornare a fare ciò che amo di più: la mia famiglia e l’innovazione nel mio campo”.

Tra i dispersi nel mare siciliano ci sono anche Jonathan Bloomer, 70 anni, direttore della Morgan Stanley international nonché presso la società Autonomy di Lynch, dove ha ricoperto il ruolo di presidente del comitato di revisione. Bloomer era stato ascoltato come testimone nel processo civile dell’Alta corte nel 2019 intentato contro Lynch da HP per l’acquisto di Autonomy. Bloomer è una figura nota e influente nella City e la sua carriera è durata un decennio presso il gruppo assicurativo Prudential, dove è stato amministratore delegato per cinque anni. Il “re” delle assicurazioni in Gran Bretagna, per intenderci.

L’agghiacciante Coincidenza: Il coimputato di Linch morto investito a poche ore dalla tragedia in Sicilia

Coincidenza agghiacciante (o caso sospetto?), è che il coimputato di Lynch in quel processo, Stephen Chamberlain, è morto dopo essere stato investito da un’auto mentre era fuori a correre nel Cambridgeshire. Chamberlain, ex vicepresidente finanziario di Autonomy, è stato travolto da un mezzo sabato mattina ed è stato sottoposto a terapia intensiva, ha riferito la Reuters. Poi è deceduto. Questa apparente tragedia è successa poche ore prima dell’affondamento del suo amico Lynch in Sicilia. Una stranissima circostanza che Agatha Christie avrebbe citato nei suoi romanzi gialli.

In una dichiarazione, l’avvocato di Chamberlain, Gary Lincenberg, ha affermato che Chamberlain è morto dopo essere stato “investito” da un’auto mentre era fuori mentre correva.

Lincenberg ha aggiunto: “Era un uomo coraggioso con un’integrità senza pari e ci manca profondamente. Ha combattuto con successo per riabilitare il suo buon nome, che vive attraverso la sua meravigliosa famiglia”.

Lynch è stato insignito dell’OBE per i servizi resi alle imprese nel 2006 e nominato nel 2011 nel consiglio scientifico e tecnologico dell’allora primo ministro Uk David Cameron. È stato eletto membro della Royal Academy of Engineering nel 2008 e della Royal Society nel 2014.

La guardia costiera italiana ha dichiarato: “Questa mattina verso le 5, a seguito di una violenta mareggiata, uno yacht di 56 metri battente bandiera britannica denominato Bayesian è affondato nei pressi di Porticello”. L’imbarcazione aveva un equipaggio di 10 persone e 12 passeggeri, ha aggiunto.

I sommozzatori stanno cercando di raggiungere lo scafo, affondato a circa una cinquantina di metri. Sull’incidente sta indagando la Procura della Repubblica di Termini Imerese.

Dieci delle persone salvate, tra cui il bimbo di un anno, sono state trasferite in ospedale e sono tutte in condizioni stabili. Domenico Cipolla, primario dell’ospedale Di Cristina di Palermo, dove sono state ricoverate la bambina di un anno e la madre, ha dichiarato: “La bambina sta bene. Anche la madre è in buone condizioni, anche se con qualche piccola abrasione. Anche il padre verrà dimesso presto dall’ospedale.

“Hanno detto che la maggior parte di loro erano colleghi che lavoravano per Lynch. Sono profondamente traumatizzati. Col passare del tempo, si rendono sempre più conto che questa mattina hanno perso molti amici.”, spiega il medico.

La madre della bambina di un anno, Charlotte Golunski, 36 anni, avrebbe dichiarato di aver tenuto a galla la figlia tenendole le braccia tese verso l’alto per impedirle di annegare.

“Era tutto buio”, ha detto, secondo i media italiani. “In acqua, non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Stavo urlando per chiedere aiuto, ma tutto ciò che riuscivo a sentire intorno a me erano le urla degli altri”.

La donna ha dichiarato ai media italiani che i passeggeri, tutti colleghi di Lynch, erano diretti alle Isole Eolie, Milazzo e Cefalù.

La guardia costiera ha affermato che lo yacht è stato costruito dal costruttore navale italiano Perini nel 2008. L’imbarcazione di lusso aveva una struttura in alluminio, poteva raggiungere una velocità massima di 15 nodi e poteva trasportare 12 ospiti e un equipaggio fino a 10 persone, secondo i siti specializzati online di yacht. L’albero stesso, alto oltre 70 metri, era in alluminio. Ma sarebbe stato “spezzato” dalla violenza del vento. Strano anche questo.

L’imbarcazione ha lasciato il porto siciliano di Milazzo il 14 agosto ed è stata tracciata l’ultima volta a est di Palermo domenica sera, con uno stato di navigazione “all’ancora”, secondo l’app di tracciamento VesselFinder. Significa che lo yacht era ancorato, ormeggiato, fermo insomma, nonostante il mare per così dire agitato. Avrebbe potuto trovare riparo nel porto vicino, ma invece è rimasto fermo. Perché?

I resoconti dei media locali hanno detto che una tromba marina ha colpito la nave. Una tromba marina, che assomiglia più o meno a un mini-tornado. La stranezza è che secondo il resoconto di alcuni pescatori del posto non hanno trovato “nefaste” e “proibitive” le condizioni del mare. C’era burrasca ma nulla di così proibitivo. Imbarcazioni più piccole – è stato riferito da gente del posto -, sono rimaste intatte. E’ mistero.

Il dramma al largo delle coste palermitane somiglia molto alla tragedia dell’imbarcazione affondata sul Lago Maggiore dove, secondo alcuni media, vi era un vertice dei servizi segreti. Se sarà questo il caso, si scoprirà ben presto, anche alla luce della tragica morte del coimputato di Linch, Chamberlain. Ma le domande da porsi sono più di una: che ci facevano Lynch e Bloomber al largo della Sicilia? Avevano incontrato qualcuno o erano in procinto di incontrare qualcuno. Altro mistero.

Altri pescatori citati dai media locali hanno riferito di aver avvistato un piccolo tornado al largo della costa verso le 3.55 del mattino. Poco dopo, hanno assistito a un segnale di soccorso lanciato presumibilmente dall’imbarcazione. I pescatori si sono avvicinati ma hanno raccontato di aver visto solo “resti sparsi della barca a vela che galleggiavano nell’acqua”.

Temporali e forti piogge hanno colpito l’Italia negli ultimi giorni, con inondazioni e frane che hanno causato gravi danni nel nord del Paese dopo settimane di caldo torrido.

Il capitano di un’imbarcazione vicina ha dichiarato che, quando il vento si è alzato, ha acceso il motore per mantenere il controllo della sua imbarcazione ed evitare una collisione con la Bayesian, che era ancorata accanto alla sua.

“Siamo riusciti a mantenere la nave in posizione e, una volta finita la tempesta, abbiamo notato che la nave dietro di noi era sparita”, ha detto Karsten Borner. L’altra barca “si è sgonfiata sull’acqua e poi è affondata”, ha aggiunto.

Ha detto che il suo equipaggio ha poi trovato alcuni dei sopravvissuti su una zattera di salvataggio, tra cui tre gravemente feriti e una neonata con sua madre, e li ha presi a bordo prima che la guardia costiera li recuperasse.

Per restare alla drammatica conta, le persone ancora disperse sono il magnate britannico e proprietario del veliero, Mike Lynch, sua figlia diciottenne Hannah, il presidente della Morgan Stanley, Jonathan Bloomer, insieme a sua moglie Anne Elizabeth Judith Bloomer, e il legale di Lynch, Chris Morvillo, con sua moglie Nada Morvillo, cognomi, gli ultimi due, di origini siciliani.

Trovato senza vita il corpo del giovane scomparso in mare

E’ stato trovato cadavere Gabriele Alessandria, il giovane di 23 anni di Portosalvo, frazione di Vibo Valentia, scomparso lo scorso 17 agosto. Il corpo del giovane, è stato recuperato stamane in mare dalla Guardia Costiera di Vibo Valentia dopo una segnalazione.

A notare il cadavere, nello specchio di mare tra Vibo Marina e Bivona, alcune persone dalla riva che hanno visto una sagoma galleggiare sul pelo dell’acqua, facendo così scattare l’allarme. Sul posto si è recata una pattuglia della Guardia Costiera che ha recuperato il corpo in attesa del riconoscimento da parte dei familiari che si sono recati sul posto. Non sono chiare le cause del decesso: è probabile che sia stato colpito da un malore improvviso, e quindi annegato.

Uno degli ultimi avvistamenti del giovane era avvenuto nella zona di Bivona in sella ad una bicicletta. Altri avvistamenti lo avrebbero posto su un pedalò nel tratto di mare in cui è stamani avvenuto il ritrovamento. Dalle prime ricostruzioni pare che il ventitreenne avrebbe lasciato degli indumenti sugli scogli prima di prendere il pedalò col quale si è diretto in mare aperto.

L’allarme per la scomparsa del 23enne era scattato ad opera dei familiari la sera del 17 agosto scorso dopo che il giovane non aveva fatto ritorno a casa. Sui social network, poi, l’appello da parte del fratello, che ne aveva allegato la foto, chiedendo la massima condivisione nella speranza di dare maggiore impulso alle ricerche.

Gabriele lavorava nel ristorante “La Rosa dei Venti”, sito a Bivona e a quanto sembra già in una occasione aveva fatto perdere le proprie tracce per poi tornare a casa poche ore dopo. Questa volta, però, la preoccupazione dei suoi congiunti era stata dettata da una serie di circostanze che li avevano indotti a sporgere denuncia alle forze dell’ordine e a diramare l’appello sui social.

Cremlino: “Dopo l’invasione degli ucraini a Kursk stop a trattative con Kiev”

Dopo l’invasione delle truppe ucraine nella regione di Kursk non potranno più esserci trattative con Kiev. Lo ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov citato dai media russi.

“Il Presidente lo ha detto molto chiaramente. Dopo l’inizio dell’invasione del territorio della regione di Kursk, non si può parlare di negoziati”, ha detto in un’intervista al giornalista Pavel Zarubin.

In precedenza, il presidente russo Vladimir Putin, parlando della possibilità di negoziati con il regime di Kiev, aveva dubitato della possibilità di dialogo con coloro che colpiscono indiscriminatamente i civili.

“Il nemico, con l’aiuto dei suoi padroni occidentali, esegue la sua volontà e con l’aiuto degli ucraini l’Occidente combatte con noi… si sforza di migliorare le sue posizioni negoziali in futuro”, aveva osservato Putin la scorsa settimana. Allo stesso tempo, il leader russo dubitava della possibilità stessa di negoziati con Kiev.

“Ma di che tipo di negoziati possiamo parlare con persone che colpiscono indiscriminatamente civili, infrastrutture civili o cercano di creare minacce agli impianti di energia nucleare? Di cosa puoi parlare con loro?”, ha sottolineato Vladimir Putin.

In precedenza, il Ministero della Difesa russo aveva dichiarato che “il regime di Kiev aveva perso più di 1,6 mila militari durante i combattimenti in direzione di Kursk”.

Mosca: “Nessun dubbio che dietro i sabotaggi del Nord Stream ci siano gli Stati Uniti”

Il Nord Stream (Ansa/Afp)

Nessuno ha più dubbi sul fatto che dietro le esplosioni nei gasdotti Nord Stream 1 e 2 ci sia Washington. Lo ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in onda sulla televisione Rossiya-1, citato dalla Tass.

“Gli Stati Uniti sono dietro le esplosioni del Nord Stream, che hanno lasciato l’Europa senza il combustibile russo a basso costo e di conseguenza senza una base sostenibile per lo sviluppo economico”, ha sottolineato il ministro.

Il 27 settembre 2022, Nord Stream ha segnalato “danni senza precedenti” su tre serie di gasdotti offshore del sistema di condotte sottomarine. Successivamente, i sismologi svedesi hanno affermato di aver identificato due esplosioni sul percorso dei gasdotti Nord Stream il 26 settembre 2022. A seguito dell’incidente, l’ufficio del procuratore generale russo ha avviato un procedimento penale con l’accusa di terrorismo internazionale.

Lo stesso Biden, ben prima dell’operazione speciale lanciata da Putin per liberare il Donbass (24-2-22), aveva affermato pubblicamente che gli Stati Uniti era capaci di mettere fuori uso i gasdotti nel Baltico: “Le garantisco che siamo in grado di farlo”, ha risposto sicuro a una giornalista che gli chiedeva al riguardo.

Pochi giorni fa la procura tedesca di Berlino che indaga sul caso, insieme ad altri paesi, ha spiccato un mandato di arresto europeo nei confronti di Volodymyr Zhuravlov, 44enne ucraino, ritenuto tra gli autori materiali delle esplosioni in fondo al mar Baltico che hanno distrutto parti importanti delle condotte che portano il gas russo alla Germania e da quel paese a tutta l’Ue.

Messo fuori uso il sistema di condotte, adesso l’Ue è costretta a comprare il Gas liquefatto dagli Stati Uniti al costo triplicato, con l’aggravio di spese per la rigassificazione e la distribuzione.

Media: “Israele è governato da traditori, tra cui Netanyahu”

“Israele” è governato da individui che stanno tradendo le proprie posizioni e il Primo Ministro Benjamin Netanyahu lo sta portando nell’abisso, ha affermato il quotidiano israeliano Haaretz nel suo editoriale di lunedì.

L’articolo pubblicato dal quotidiano israeliano riflette la divisione interna e la frammentazione dell’occupazione israeliana e sottolinea l’incapacità dei suoi leader di gestire il regime in tempo di guerra.

Analizza inoltre i danni che ogni leader israeliano sta infliggendo a “Israele”, a partire dal ministro dell’Istruzione israeliano Yoav Kisch.

Secondo il quotidiano, Kisch “ha una missione importante, ovvero garantire l’ inizio dell’anno accademico come di consueto”, ma non è riuscito a portarla a termine, il che lo rende responsabile dell’istruzione di quasi 2,5 milioni di studenti.

“L’indifferenza di Kisch per il destino dell’istruzione pubblica, il sistema più grande e primario in Israele, rispecchia il suo totale impegno nel canalizzare ingenti somme di denaro nell’istruzione Haredi, parallelamente alla distruzione di una corretta amministrazione e dell’opportunità di un futuro equo”.

Haaretz ha aggiunto che questo rappresenta la distorta gerarchia di priorità del governo di occupazione di Netanyahu . Come Netanyahu, ha detto il giornale, Kisch sta cercando di eludere ogni responsabilità e rendicontazione.

Il giornale ha accusato Kisch di essere così concentrato nel fornire sussidi e borse di studio all’istruzione Haredi “al punto che non c’è più né tempo né denaro per prendersi cura degli studenti nell’istruzione formale”.

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