7 Ottobre 2024

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Drammatico schianto in Puglia, morti tre giovani calabresi. Tre feriti

Un drammatico incidente stradale è avvenuto questo pomeriggio in Puglia, sulla statale 100 nei pressi di Mottola, nella provincia di Taranto. Nello scontro sono morte tre persone ed altre tre sono rimaste ferite. Ancora dubbi sulla dinamica dell’incidente che ha visto coinvolte due auto.

Le vittime sono due donne e un ragazzo che viaggiavano a bordo di una delle due auto. Ferita una coppia con un bambino. A chiamare i soccorsi sono stati gli automobilisti di passaggio. Sul posto sono intervenuti i sanitari e i carabinieri.

Le tre vittime sono tre ragazzi calabresi. Si tratta di Antonio Panzitta, di 32 anni; Silvia Scardamaglia (23), entrambi del Vibonese, e della 26enne Marcella Risoli, della provincia di Cosenza.

I feriti, che sono stati soccorsi dal personale del 118 e trasportati in ospedale, sono un 50enne, sua moglie e il loro figlio. A novembre nello stesso tratto sono morti tre militari della Brigata Pinerolo 7/o Bersaglieri di stanza ad Altamura (Bari) e un 60enne del Barese.

Quel tratto di rettilineo della statale 100, tra Taranto e Bari, è già stato a novembre teatro di un altro scontro mortale in cui persero la vita 4 persone, da tempo vengono chiesti da più parti interventi per metterlo in sicurezza.

Elezioni in Russia, Vladimir Putin trionfa con quasi il 90% dei voti

Il presidente uscente Vladimir Putin si avvia verso il quinto mandato consecutivo. Finora ha ottenuto oltre l’87% nelle elezioni presidenziali in Russia, ha detto la Presidente della Commissione elettorale centrale Ella Pamfilova, citata da RT.

L’aria di una strepitosa vittoria si è respirata subito dopo i primi exit poll in cui Vladimir Putin si attestata con la stessa percentuale. I restanti posti sono stati occupati da Nikolai Kharitonov (4,6%), Vladislav Davankov (4,2%), Leonid Slutsky (3,0%)”, si legge in un messaggio postato su Telegram.

Putin sfiora il cento percento nel Donbass

Secondo quanto riporta Ria Novosti Vladimir Putin è in testa alle elezioni presidenziali nelle nuove regioni russe, secondo i dati della Commissione elettorale centrale e di quelle locali.

Nella Repubblica popolare di Donetsk l’attuale capo dello Stato ottiene il 95,23% dei voti, ha affermato il presidente della commissione elettorale regionale, Vladimir Vysotsky. La candidatura di Putin per la DPR è stata sostenuta da 1.705.786 persone. Al secondo posto c’è il rappresentante del Partito Comunista della Federazione Russa Nikolai Kharitonov – con l’1,62% dei voti. L’1,53% degli elettori ha votato per il leader dell’LDPR Leonid Slutsky e l’1,33% per il candidato del partito Nuovo Popolo Vladislav Davankov.

Nella Repubblica popolare di Lugansk, dopo aver scrutinato il 100% delle schede, Vladimir Putin ha ottenuto il 94,12% dei voti. Al secondo posto c’è Leonid Slutsky, sostenuto dal 2,13% degli elettori. Nikolai Kharitonov ha ricevuto l’1,91% dei voti, Vladislav Davankov l’1,39%.

Nella regione di Zaporozhye, dopo lo scrutinio del 90,29% delle schede, Putin ha ottenuto il 92,95% dei voti. Al secondo posto c’è Slutskij, che lo ha sostenuto con il 2,47% degli elettori. Kharitonov ottiene il 2,17% dei voti, Davankov l’1,83%.

Nella regione di Kherson sono state scrutinate tutte le schede elettorali, il risultato di Putin è stato dell’88,12% dei voti. Segue Kharitonov con il 4,88%, al terzo posto Slutsky con il 4,6%. Davankov ha ricevuto il 2,03% dei voti.

Nelle nuove regioni russe il voto anticipato si è svolto dal 25 febbraio. Dal 15 al 17 marzo, i residenti delle regioni DPR, LPR, Zaporozhye e Kherson hanno partecipato alle elezioni presidenziali insieme all’intero paese.

L’affluenza è stata del 77,44%, il massimo registrato nella storia moderna del Paese.

Un risultato, ha sottolineato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, “unico”, che dimostra “il consolidamento” del sostegno del Paese per il cammino scelto da lui.  Il Cremlino giudica “assurdi” i giudizi dei Paesi occidentali che hanno definito “illegittime” le presidenziali in Russia. “Chi parla di illegittimità parla di illegittimità di quell’87% di voti dati dalla popolazione al presidente Putin, e questo è assurdo”, ha detto Peskov.

La Cina ha espresso le sue congratulazioni a Putin per la sua vittoria alle elezioni presidenziali. “La Cina esprime le sue congratulazioni su questo”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, alla richiesta di un commento nel corso del briefing quotidiano. “Cina e Russia sono i rispettivi vicini più grandi e sono partner strategici e cooperativi nella nuova era”, ha aggiunto Lin.

“Crediamo fermamente che sotto la guida strategica del presidente Xi Jinping e del presidente Putin, le relazioni Cina-Russia continueranno ad andare avanti”, ha aggiunto Lin, ricordando che quest’anno ricorre il 75/mo anniversario dell’avvio delle relazioni diplomatiche bilaterali.

“I due capi di Stato continueranno a mantenere stretti scambi, guideranno i due Paesi per continuare a sostenere un’amicizia di buon vicinato di lunga data, per approfondire il coordinamento strategico globale e per promuovere il continuo sviluppo delle relazioni bilaterali nella nuova era”, ha proseguito il portavoce. Lin Jian, nel ruolo di vicedirettore generale del Dipartimento di stampa, comunicazione e diplomazia pubblica del ministero degli Esteri cinese, è diventato un nuovo portavoce del ministero e ha tenuto oggi il suo primo briefing.

Xi ha quindi inviato di persona un messaggio di congratulazioni a Putin, sottolineando al suo omologo russo che la rielezione alla presidenza “riflette pienamente il sostegno del popolo russo”. Xi, secondo il resoconto del network statale Cctv, ha aggiunto che “negli ultimi anni, il popolo russo si è unito per superare le sfide. Credo che sotto la tua guida la Russia sarà in grado di raggiungere maggiori risultati nello sviluppo e nella costruzione nazionale”.

Il presidente iraniano Ebrahim Raissi si è congratulato a sua volta con Putin per la “decisiva” vittoria alle elezioni presidenziali. “Il presidente della Repubblica islamica dell’Iran si è sinceramente congratulato con Vladimir Putin per la sua solida vittoria e la sua rielezione a presidente della Federazione russa”, ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale Irna.

A Putin sono arrivate anche le congratulazioni del leader nordcoreano Kim Jong-un, attraverso un telegramma consegnato dall’ambasciatore della Corea del Nord a Mosca. Anche Cuba e il Tagikistan si sono congratulati con il presidente russo. “Ci congratuliamo sinceramente con il presidente Vladimir Putin per la rielezione. Ciò testimonia il riconoscimento della sua leadership da parte del popolo russo. Continueremo a rafforzare i legami tra Cuba e Russia nei settori legati al benessere dei nostri popoli”, ha scritto il il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez Parrilla, sul social network X. Il presidente della Bolivia Luis Arce ha aggiunto le sue congratulazioni a quelle di altri leader mondiali.

Il presidente del Tagikistan, Emomali Rakhmon, ha inviato un telegramma di congratulazioni a Putin: “Mi congratulo cordialmente per la vittoria alle elezioni presidenziali. I risultati delle passate votazioni sono un’altra prova vivida della vostra alta autorità politica e dell’ampio sostegno da parte della società russa al vostro percorso statale volto a garantire uno sviluppo socioeconomico sostenibile del Paese e rafforzamento delle sue posizioni internazionali”.

Le cancellerie occidentali, etero dirette da Washington, parlano di presunti brogli e di elezioni “né libere né democratiche”, nonostante ci fossero osservatori internazionali che dicono il contrario. Le stesse leadership che oggi alla luce del risultato sorprendente di Putin, non possono fare altro che sfilare dal cassetto il vecchio adagio di Esopo della volpe che non arriva all’uva…Con Putin in realtà vince l’unico bastione contro la deriva demoniaca dell’Occidente cosiddetto liberale e democratico.

Elezioni in Russia, affluenza record: oltre il 73%. L’Occidente (ri)vede lo “spettro” di Putin

Cresce in tutto il mondo l’attesa per l’esito delle elezioni presidenziali in Russia, tornata cruciale per l’affermazione di principi e valori di un blocco, quello russo, contrapposto all’occidente cosiddetto liberale e democratico, ormai al tramonto. In gioco ci sono i destini del mondo.

Domenica si chiude la tre giorni elettorale in tutte le regioni russe, comprese quelle annesse da Mosca nel Donbass. Sui media mainstream occidentali vanno in scena, come al solito, crisi di panico per la possibile rielezione dell’uscente Vladimir Putin (sarebbe il quinto mandato consecutivo, ndr), con servizi di propaganda in cui si parla di presunti brogli nelle urne, in particolare con il voto online. E’ ormai consuetudine quando si vota in paesi sgraditi alle èlite globaliste con sede negli Usa, Regno Unito e Ue.

In realtà sono stati diversi i tentativi di hacker stranieri di manipolare il voto in Russia ma sono stati sventati: “Gli attacchi DDoS provenienti dall’estero non hanno avuto alcun impatto sul processo elettorale presidenziale in Russia, ha dichiarato a RIA Novosti Evgeny Zaitsev, capo del dipartimento per il controllo e la supervisione nel campo delle comunicazioni elettroniche di Roskomnadzor.

Affluenza record
Intanto, sul voto telematico le autorità elettorali hanno registrato stamane un tasso elevato di partecipanti: circa il 90 percento. Nei seggi la percentuale è da record: Secondo la Commissione elettorale centrale (Cec), citata dai media russi, l’affluenza alle urne ha superato il 73% quando da poco, alle ore 20 ora di Mosca (2 ore prima in Italia) sono stati chiusi i seggi. Il Ministero degli Esteri russo ha dichiarato che hanno votato all’estero circa 250mila russi. Si sono registrate lunghe code in molti paesi stranieri. Nelle nuove regioni russe del Donbass e in Crimea l’affluenza alle urne ha superato l’80%, fa sapere il Cec.

Commentando gli indicatori sull’affluenza record, la Commissione elettorale centrale ha osservato che l’attività dell’Occidente sullo sfondo delle elezioni nella Federazione Russa ha unito i russi i quali sono andati in massa a votare.

Sono quattro i candidati in lizza per la carica più alta: il candidato del partito New People Vladislav Davankov; il presidente in carica Vladimir Putin; il candidato del Partito Liberal Democratico della Russia (LDPR) Leonid Slutsky; e il candidato del Partito Comunista della Federazione Russa (CPRF) Nikolay Kharitonov.

Continua l’offensiva israeliana a Gaza, decine di civili uccisi nei raid

L’esercito israeliano nelle ultime 24 ore ha compiuto diversi massacri contro famiglie nella Striscia di Gaza, provocando l’uccisione documentata di almeno 92 palestinesi e il ferimento di altri 130, secondo i dati di fonti medici citate dall’agenzia Wafa.

Le autorità sanitarie locali hanno confermato che il bilancio delle vittime palestinesi dell’attacco israeliano dal 7 ottobre è salito a 31.645 vittime segnalate, con ulteriori 73.676 persone ferite. La maggior parte delle vittime sono donne e bambini.

Nel frattempo, nelle prime ore del mattino di domenica, aerei da guerra e artiglieria israeliani hanno preso di mira diverse aree a sud e nord-est di Khan Yunis, così come a nord di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza.

Mentre l’assalto genocida israeliano a Gaza entra nel suo 163° giorno, gli attacchi aerei israeliani hanno preso di mira le aree meridionali di Khan Yunis, in concomitanza con i bombardamenti di artiglieria e gli spari sul nord-est della città, secondo fonti locali.

Gli aerei da guerra israeliani hanno effettuato un attacco aereo anche nel nord-est della città di Rafah, nell’estremo sud del territorio.

Contemporaneamente, aerei da guerra israeliani hanno bombardato una casa in Mansoura Street nel quartiere Shuja’iya di Gaza City, così come le aree a ovest di Gaza City.

La scorsa notte, dodici civili, per lo più bambini e donne, sono stati uccisi e dozzine sono rimasti feriti a seguito di un attacco aereo israeliano che ha preso di mira una casa appartenente alla famiglia Thabet nel quartiere di Bushara, nel centro della città di Deir al-Balah, nel centro della città. Gaza.

Nel frattempo, le ambulanze e le squadre di soccorso non sono ancora in grado di raggiungere molte vittime e cadaveri intrappolati sotto le macerie o sparsi sulle strade dell’enclave devastata dalla guerra, poiché le forze di occupazione israeliane continuano a ostacolare l’arrivo delle squadre di protezione civile.

Secondo le fonti, molte persone sono ancora intrappolate sotto le macerie e sulle strade perché le squadre di soccorso non riescono a raggiungerle.

Rubano auto e si schiantano a folle velocità, 2 morti e un ferito grave

A folle velocità sulla via Casilina, hanno perso il controllo dell’auto sulla quale viaggiavano, ribaltandosi più volte. La Bmw nera, risultata rubata, ha preso fuoco. Due uomini sono morti, un terzo, sbalzato fuori dall’abitacolo, è stato trasportato in ospedale in gravi condizioni. E’ successo intorno alle 22,30 di ieri, sabato 16 marzo. Sul posto, intervenuti su segnalazione di alcuni passanti, i Carabinieri della Stazione di Segni, Gavignano e del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Colleferro.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’auto è arrivata all’altezza del comune di Segni al km.52.500 in direzione Anagni-Colleferro e, probabilmente per l’elevata velocità, si è ribaltata prendendo fuoco. I vigili del fuoco di Colleferro e Palestrina hanno domato le fiamme ma per due uomini incastrati tra le lamiere non è stato possibile far altro che constatare il decesso. Il terzo, sbalzato fuori dall’abitacolo, è stato trasportato in codice rosso all’ospedale di Colleferro e poi trasferito, per le gravi lesioni riportate, al Policlinico di Tor Vergata dove si trova tuttora ricoverato in pericolo di vita.

L’auto e degli arnesi da scasso, trovati all’interno del cofano, sono stati sequestrati dai Carabinieri. Le salme sono state portate al Policlinico Tor Vergata e identificate grazie anche alle impronte digitali. I tre che si trovavano nell’auto sono tutti albanesi, domiciliati a Roma, noti alla giustizia per reati contro il patrimonio.

Elezioni presidenziali in Russia, l’affluenza al voto online raggiunge il 90%

Secondo il portale sul monitoraggio del voto online, l’affluenza alle urne online per le elezioni presidenziali russe su piattaforma federale ha raggiunto il 90%. Lo riporta la Tass.

Alle 21:27 ora di Mosca (18:27 GMT), sono state consegnate agli elettori di 28 regioni russe, che avevano presentato domanda di voto online, ben 4.268.291 schede elettorali. Pertanto, l’affluenza alle urne sulla piattaforma federale di voto elettronico è stata del 90%. I residenti di Mosca possono votare sulla piattaforma di Mosca e non sono tenuti a richiedere preventivamente il voto a distanza.

L’affluenza domenica mattina nelle elezioni nei seggi, tocca percentuali di poco oltre il 65% (escluso quelle online), considerando però che votano alle presidenziali anche le regioni ucraine del Donbass annesse dalla Federazione russa prima dell’operazione militare in Ucraina. L’affluenza potrebbe essere superiore a quella registrata nell’ultima tornata di qualche anno fa. Il dato è riportato dai media russi che citano le autorità elettorali.

Il Consiglio della Federazione, la camera alta del parlamento russo, ha ufficialmente designato il 17 marzo 2024 come giorno delle elezioni presidenziali. La Commissione elettorale centrale (CEC) ha quindi annunciato che le votazioni si sarebbero svolte nell’arco di tre giorni, dal 15 al 17 marzo.

Quattro candidati sono in lizza per la carica più alta: il candidato del partito New People Vladislav Davankov; il presidente in carica Vladimir Putin; il candidato del Partito Liberal Democratico della Russia (LDPR) Leonid Slutsky; e il candidato del Partito Comunista della Federazione Russa (CPRF) Nikolay Kharitonov.

Serie B, il Cosenza battuto a Terni. Il Catanzaro pareggia a Brescia

Pareggio giusto tra Brescia e Catanzaro nella 30sima giornata. Gara aperta ed equilibrata in cui potevano vincere entrambe, avendo creato tante occasioni da rete. Catanzaro avanti in chiusura di primo tempo con un gol molto bello di Biasci in pregevole torsione di testa su giocata geniale di Petriccione.

Pari in apertura di secondo tempo per i lombardi con Borrelli sempre di testa su rifornimento di Bisoli da destra. Le due tifoserie hanno rafforzato il gemellaggio nonostante l’assenza di quella organizzata del Catanzaro per le disposizione delle autorità post incidenti nel dopo derby a Cosenza.

Debutto difficile per William Viali sulla panchina del Cosenza. Una Ternana in palla batte i rossoblù allo stadio Liberati per 1 a 0 con rete di Pereiro a 20′ dal termine. Gli umbri accorciano il distacco proprio dai lupi che piombano nella zona bassa e devono stare molto attenti a non farsi risucchiare totalmente nei gironi piu’ caldi della classifica.

Mosca: “L’Occidente ha fatto di tutto per impedire le elezioni in Russia”

Gli oppositori occidentali di Mosca hanno cercato attivamente nell’ultimo anno di interrompere le elezioni presidenziali russe, ha detto sabato alla Tass la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.

“I nostri oppositori si sono sollevati non solo una settimana o un mese fa. Mi sembra che nell’ultimo anno abbiano fatto di tutto per interrompere o impedire lo svolgimento delle elezioni presidenziali o per distorcere la concezione delle elezioni in diversi modi,” ha affermato la portavoce.

L’Occidente ha organizzato campagne di disinformazione e influenza nella sfera informatica: dalla diffusione dei contenuti corrispondenti al blocco delle app delle organizzazioni russe sulle piattaforme digitali, che è anche “un elemento di influenza molto serio”, ha sottolineato.

L’Occidente si è avvalso anche dell’opposizione pagata che si è rivelata essere “agenti di influenza e semplici mercenari”, ha spiegato il diplomatico. “Cioè, sono stati utilizzati tutti i metodi”, ha sottolineato. “Ma niente aiuta [l’Occidente]”, ha sottolineato.

L’unità dei cittadini russi durante le elezioni presidenziali provoca la furia dell’Occidente, ha detto Zakharova.

“Il Paese si è consolidato ed è un tutt’uno. Inoltre, questa è unità di fronte alla minaccia evidente e unità, ciò che è particolarmente importante, per risolvere i compiti che abbiamo di fronte”, ha detto il diplomatico.

“Ciò provoca furia selvaggia, odio e aggressività e loro stanno già schiumando, sai, esce con del pus verde. Lascia che si soffochino”, ha detto.

Il Consiglio della Federazione, la camera alta del parlamento russo, ha ufficialmente designato il 17 marzo 2024 come giorno delle elezioni presidenziali. La Commissione elettorale centrale (CEC) ha quindi annunciato che le votazioni si sarebbero svolte nell’arco di tre giorni, dal 15 al 17 marzo.

Quattro candidati sono in lizza per la carica più alta della Federazione russa: il candidato del partito New People Vladislav Davankov; il candidato e presidente in carica Vladimir Putin; il candidato del Partito Liberal Democratico della Russia (LDPR) Leonid Slutsky; e il candidato del Partito Comunista della Federazione Russa (CPRF) Nikolay Kharitonov.

Dossieraggi, Striano: “Ho fatto 40mila accessi su ordine dei magistrati”

L’ufficiale della Guardia di finanza Pasquale Striano

“Ho fatto 40mila accessi, ma agivo su ordine del pm. La procura di Perugia ha fatto molte cavolate”. Pasquale Striano, il finanziere al centro dell’inchiesta sul dossieraggio parla alla Verità. Su di lui ci sono molte indagini. Secondo l’accusa ha utilizzato il suo ruolo di capo del gruppo sulle Segnalazioni di Operazioni Sospette (Sos) per compilare dossier che avrebbe poi girato ai giornalisti. Indagato con lui è -come sappiamo- anche l’ex magistrato Antonio Laudati, responsabile delle segnalazioni nella Direzione Nazionale Antimafia. Con loro due sono indagati anche otto giornalisti. L’inchiesta in totale ne conta 15. Striano decide di parlare con il quotidiano diretto da Belpietro, in edicola sabato 16 marzo. L’ufficiale delle Fiamme Gialle confessa di aver effettuato 40 mila accessi: «Ma agivo su ordine dei pubblici ministeri». E aggiunge: «Alla Dna si pensa poco alla mafia e molto al potere».

“Ho fatto 40mila accessi, non 4.000. Era il mio lavoro”
“Io di segnalazioni di operazioni sospette (le sos) non ne ho visionate 4.000, come dicono loro, ne ho visionate 40.000. Era il mio lavoro. Io ero una persona super professionale che acquisiva notizie a destra e a sinistra. Lo ammetto, anche con metodi non sempre ortodossi. Ma non mi devono far passare per quello che non sono. Io adesso andrò a farmi le mie ragioni, perché loro (gli inquirenti, ndr) stanno inventando una marea di cose per amplificare una vicenda che invece è abbastanza ridicola”. Dunque, il dato che salta subito in evidenza è il vero numero degli accessi: «Non hanno capito nulla dei numeri che hanno dato, non sanno quali fossero le procedure, non sanno nulla – afferma Striano- . Il mio lavoro era quello di fare attività Antimafia e di farla bene. Di occuparmi di fenomeni che potevano essere calzanti: gli affari dietro al Covid, i bitcoin, i nigeriani. Ho fatto sempre ed esclusivamente questo».

“Ho agito su ordine dei pm”
Sulla Direzione Antimafia afferma: «Non ha motivo di esistere- riporta la Verità- . Se la Dna fosse come la ha concepita Falcone, così come la Direzione investigativa antimafia per cui ho lavorato – e non sono uno che sputa nel piatto dove ha mangiato – allora sarebbe diverso. Ma purtroppo lì ci sono uomini che non sono più in grado di fare le indagini. Io ho evidenziato a chi di dovere le criticità e non cercavo gratificazioni. Poi, non lo scopro io, esisteva una lotta tra magistrati. Una gara a chi era più bravo, a chi era più bello, a chi aveva più potere. Questo lo spiegherò in Procura e in Tribunale». E’ sua convinzione, da quanto emerge, è che il suo occuparsi di dossier pre-investigativi gli procurava invidie: «Non solo invidie interne, perché lì a livello nazionale c’è un macello».

“Dietro l’inchiesta di Perugia c’è qualcosa di grosso”.
Strano ha spiegato in cosa cosa consistesse la sua attività: «Per far approfondire i nostri filoni investigativi i magistrati si rivolgevano dove conoscevano; sceglievano le Dda con tale criterio e questo è un fatto un po’ scandaloso. A me di queste di queste logiche non fregava niente. Se scrivevo un bell’appunto per me l’importante era che venisse approfondito, che mi dicessero che era fatto bene». Mentre nell’Antimafia ognuno fa i propri interessi: «Purtroppo è così. Adesso mi è capitato questo casino e per questo mi dovrò difendere. Ma qui non ci sono fatti inquietanti, come sostengono gli inquirenti, le cose diventano tali in altre stanze, capito? Ma non mi riguardavano. Io tante cose le sentivo, ma non mi interessavano».

“Ho fatto tre appunti su Berlusconi. Mi sono stati chiesti. E non dai giornalisti”
Striano sottolinea che l’input per le indagini veniva dagli stessi procuratori. «Io ho fatto tre appunti su Berlusconi. Tre o quattro. Mi sono stati tutti chiesti. E non dai giornalisti. Non li ho fatti perché ho letto gli articoli del Domani. Li ho realizzati perché me li chiedeva il procuratore». Striano si riferisce alla Procura Nazionale Antimafia che indagava su singoli personaggi o sospetti di reato. «Ho fatto tutto per amor di giustizia – prosegue il finanziere su La Verità – La polizia giudiziaria, a certi livelli, acquisisce notizie ovunque e dà pure qualcosa in cambio”. Infine Pasquale Striano spiega anche che il suo metodo di lavoro non prevedeva neppure un’autorizzazione preventiva. «Ma ci sono tante cose che mi sono state chieste espressamente. Non mi metto a fare i conti della serva. Io spiegherò quale fosse il mio metodo- dice ad Amadori- . Poi il giudice, magari, mi dirà: “Non lo dovevi fare”. Allora io risponderò: “Ma io non dovevo chiedere un’autorizzazione a monte. E comunque i miei risultati arrivavano con questo metodo di lavoro”».

Inaugurata a Cosenza la ultrasecolare Fiera di San Giuseppe

Fiera San Giuseppe: scuole chiuse a Cosenza da 16 a 19 marzo
Fiera San Guseppe a Cosenza

Il sindaco di Cosenza Franz Caruso ha inaugurato l’edizione 2024 della Fiera di San Giuseppe allestita su Viale Mancini e che si caratterizza come “un momento di forte partecipazione della comunità che, pur con i suoi 790 anni di vita, sa guardare al futuro e alle nuove generazioni”.

Caruso invece del classico taglio del nastro ha optato per una passeggiata in Fiera insieme ai sindaci di Amantea, Vincenzo Pellegrino (quest’anno si rinnova il gemellaggio con la Fiera di Ognissanti della città tirrenica) e di Civita, Alessandro Tocci che ha portato con sé una nutrita rappresentanza, con tanto di costumi tradizionali, della comunità arbereshe.

Sullo sfondo, gli attori e i figuranti dell’Associazione “La Città del Sole” Tommaso Campanella diretti da William Gatto che hanno proposto una spettacolazione e ricostruzione storica del momento cruciale della lettura da parte dell’Imperatore Federico II di Svevia, della bolla con la quale nel 1234 venne istituita la Fiera e, subito dopo, il corteo storico lungo il percorso fieristico.

Lo “Stupor mundi” istituì a quel tempo una serie di fiere e oltre a quelle di Sulmona, Capua, Bari e Taranto, venne istituita quella della Maddalena a Cosenza, che poi divenne Fiera di San Giuseppe e che divenne una delle 7 fiere con le quali Federico II volle agevolare gli scambi commerciali in alcune città chiave del Sud che si affacciavano verso l’Oriente.

“Si tratta – ha detto il sindaco di Cosenza – di un momento di forte partecipazione della comunità. Un momento particolarmente importante per il nostro territorio. Espositori e visitatori vengono qui da ogni parte d’Italia. Quest’anno si è registrato un boom di richieste e soprattutto di richieste di stand sempre più grandi, segno che non c’è solo tanta partecipazione, ma anche una significativa attività commerciale”. “Ma la Fiera di San Giuseppe – ha aggiunto Caruso – non è solo commercio, ma è anche tradizione e cultura. Una cultura laica e religiosa che affonda le sue radici nel lontano 1234. Quest’anno l’abbiamo resa ancora più significativa perché abbiamo, dopo diversi anni, rinverdito e ripristinato il gemellaggio con la Fiera di Ognissanti di Amantea che dal 2011 è gemellata con la Fiera di San Giuseppe. Cosenza è una città accogliente e che partecipa tutto quello che fa al territorio e dove chi viene si integra perfettamente. Non si chiude nel suo recinto, ma svolge, come è giusto e doveroso che sia, il suo ruolo di città capoluogo”.

Rugby, l’Italia annienta il Galles a Cardiff. Azzurri migliori di sempre

È terminato con il terzo risultato utile consecutivo il Sei Nazioni della Nazionale maschile di rugby.

Gli azzurri, di scena in trasferta al Principality Stadium di Cardiff, hanno sconfitto il Galles con il punteggio di 24-21, centrando il miglior risultato di sempre nella storia del torneo (due vittorie, un pareggio e due sconfitte).

Un’altra prestazione assolutamente convincente per l’Italia, riuscita a dare seguito al pareggio ottenuto a fine febbraio in Francia e al trionfo della settimana scorsa allo Stadio Olimpico contro la Scozia.

Gli uomini di Quesada hanno dominato in lungo e in largo le operazioni nel primo tempo, chiuso sull’11-0 grazie al doppio calcio piazzato di Garbisi e alla meta di Ioane. Nella seconda frazione, poi, l’altra meta firmata da Pani e il piede del solito Garbisi hanno permesso all’Italia di mantenere il controllo e di annientare il tentativo di rimonta messo in atto dai padroni di casa.

Giallo a Secondigliano, coppia di giovani trovata morta in garage

Si sarebbero appartati in garage, lasciando il motore dell’auto acceso, e sarebbero stati uccisi dalle emissioni di monossido di carbonio. Si stanno delineando poco alla volta i contorni della tragedia che è avvenuta stanotte nel quartiere Secondigliano a Napoli. I due corpi senza vita ritrovati in auto questa mattina apparterrebbero a due giovani fidanzati residenti in zona. Si tratta di un ragazzo di 24 anni, Vincenzo Nocerino e di una ragazza le cui generalità non sono ancora note.

A ritrovare in un garage in traversa Fossa del Lupo l’automobile con i due corpi all’interno è stato il papà del 24enne che era alla guida della vettura, il quale ha immediatamente dato l’allarme.

Dai primi accertamenti eseguiti dai carabinieri dopo il sopralluogo del medico legale nominato dalla Procura di Napoli che ha aperto un’inchiesta, è emerso che i due giovani – un ragazzo e una ragazza – si erano appartati in garage, lasciando il motore acceso.

Senza accorgersene, poi, sono stati lentamente uccisi dalle esalazioni di monossido di carbonio che non hanno lasciato scampo alla giovane coppia. In mattinata, il padre del 24enne ha dato l’allarme, chiedendo l’intervento del 118, ma il personale sanitario non ha potuto fare altro che accertare il decesso dei due giovani. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Secondigliano per avviare le indagini.

Assassinò il cugino con colpi di pistola, condannato a 16 anni

È stato condannato a 16 anni di carcere Pino Sicari, il 62enne che nel novembre del 2022 ha ucciso a colpi di pistola il cugino della moglie, Francesco Giuseppe Fiume, un pizzaiolo di 44 anni.

Lo ha deciso la Corte d’assise di Reggio Calabria che ha emesso una sentenza più severa di quella richiesta dal pubblico ministero Tommaso Pozzati che, dopo aver contestato l’aggravante della premeditazione all’imputato, riconosciuta anche dal gip in fase cautelare, durante la requisitoria ha modificato il capo di imputazione escludendo l’aggravante chiedendo la condanna di Sicari a 15 anni di carcere.

Cadendo la premeditazione, quindi, la Corte d’assise ha riconosciuto lo sconto di pena perché l’imputato, difeso dagli avvocati Emanuele Genovese e Luca Cianferoni, aveva scelto il rito abbreviato.

La vicenda si è consumata il 23 novembre 2022 a Catona, nella periferia nord di Reggio Calabria. La mattina Fiume aveva avuto una discussione con il figlio dell’imputato, Giovanni Sicari, suo cugino, che subito dopo si è recato dal padre Pino raggiunto nel frattempo da un altro amico di famiglia, Gregorio Mangano.

Tutti e tre sono rientrati a casa di Sicari dove quest’ultimo, mentre gli altri erano intenti a mangiare, ha preso l’arma e si è piazzato all’ingresso della propria abitazione. Lì ha atteso l’arrivo di Francesco Fiume e quando quest’ultimo è arrivato, ha sparato nove colpi di pistola calibro 9 mentre la vittima era ancora in auto. La scena è stata filmata dalle telecamere di sorveglianza della villetta.

Dopo l’omicidio e dopo essersi accertato che Fiume era morto, Sicari si è recato in Questura dove si è costituito portando con sé l’arma, legalmente detenuta, e raccontando alla polizia di aver ucciso il cugino della moglie a causa delle vessazioni subite dalla vittima.

La Corte d’assise ha anche disposto l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per l’imputato al quale è stato ordinato il risarcimento dei danni, con una provvisionale di quasi 300mila euro, ai familiari di Fiume che si sono costituiti parte civile e sono stati assistiti dagli avvocati Caterina Suraci e Francesco Scopelliti. I giudici, infine, hanno disposto il trasferimento degli atti in Procura in relazione alle deposizioni rese in aula dai testimoni Gregorio Mangano e Giovanni Sicari. (Ansa)

Comune di Rende: Ex sindaco Manna può candidarsi a elezioni

L’ex sindaco di Rende Marcello Manna non è incandidabile e può presentarsi alle elezioni. E’ questa la decisione del Tribunale di Cosenza che ha rigettato la domanda diretta ad ottenere la dichiarazione di incandidabilità di Manna promossa dal ministero dell’Interno, rappresentato dall’avvocatura distrettuale dello Stato di Catanzaro, in quanto ritenuto responsabile dello scioglimento del Comune di Rende. Lo rende noto il Comune di Rende citando Palazzo di Giustizia.

“In pratica – è scritto in una nota – l’accoglimento del ricorso del ministero dell’Interno avrebbe impedito a Marcello Manna di candidarsi alle elezioni per la Camera dei deputati, per il Senato della Repubblica e per il Parlamento europeo nonché alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali, in relazione ai due turni elettorali successivi allo scioglimento del Comune di Rende”.

Manna si è costituto nel relativo giudizio, col patrocinio dell’avvocato amministrativista Giuseppe Carratelli, contestando tutte le accuse mosse dagli organi ministeriali, depositando copiosa documentazione volta a dimostrare che l’azione amministrava della giunta da lui guidata “ha avuto come obiettivo primario la tutela del territorio e dei cittadini del Comune di Rende, nel pieno rispetto della legalità”.

“Il Tribunale di Cosenza – è scritto nella nota – ha effettivamente sposato la linea difensiva di Manna, evidenziando l’assenza di condotte idonee a far presumere un asservimento del Comune di Rende alle pressioni della criminalità organizzata, su tutti i punti esposti nella relazione prefettizia da cui è scaturito lo scioglimento del predetto ente locale. Nei prossimi mesi verrà discusso, al Tar del Lazio, il ricorso promosso da Manna ed altri amministratori del Comune di Rende avverso lo scioglimento disposto dal Presidente della Repubblica su impulso dei vari organi del Ministero dell’interno”.

Processo Marlane, tribunale depositerà la decisione del Gup entro 90 giorni

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Sarà depositata entro 90 giorni la decisione del Gup del Tribunale di Paola sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura della Repubblica a carico di sette ex dirigenti e impiegati dello stabilimento di Praia a Mare della Marlane, di proprietà del gruppo Marzotto e dismesso nel 2004, accusati di omicidio colposo e lesioni colpose in relazione alla morte o alle patologie gravi riguardanti una quarantina di operai dell’industria tessile.

Le persone comparse davanti al Gup sono Antonio Favrin, attuale proprietario del Gruppo tessile internazionale ed amministratore delegato della Marzotto spa dal 2001 al 2004; Silvano Storer, ad dal 1997 al 2001; Attilio Rausse, responsabile dello stabilimento al 2003 al al 2004; Carlo Lomonaco, caporeparto tintoria dal 1973 al 1988 e responsabile dello stabilimento dal 2002 al 2003; Vincenzo Benincasa, responsabile dello stabilimento dal 1997 al 2002; Salvatore Cristallino, responsabile del reparto tintoria dal 1989 al 2003 ed Ivo Comegna, responsabile del reparto tintoria dal 1981 al 1986 e del reparto finissaggio dal 1986 al 2004.

Per tutti gli indagati il pm d’udienza, nei mesi scorsi, aveva chiesto l’archiviazione. Richiesta alla quale si sono opposti i legali dei familiari delle vittime costituitisi parte civile.
Le stesse persone erano già state indagate in un precedente procedimento conclusosi con l’assoluzione di tutti gli imputati in tutti i gradi di giudizio.

‘Ndrangheta, confiscati beni per un milione a un imprenditore

Beni per un milione di euro sono stati confiscati dalla Direzione investigativa antimafia ad un imprenditore catanzarese considerato il vertice di un’associazione ‘ndranghetista attiva sotto l’influenza delle locali di Cutro e Isola Capo Rizzuto e con epicentro nei territori dei comuni di Vallefiorita, Amaroni e Squillace in provincia di Catanzaro.

Il provvedimento di confisca, emesso dal Tribunale di Catanzaro e divenuto definitivo dopo il vaglio della Suprema Corte di Cassazione, trae origine da una proposta a firma del direttore della Dia e nella quale sono confluite le risultanze degli accertamenti patrimoniali esperiti dal Centro operativo di Catanzaro dello stesso organismo interforze che hanno fatto emergere una rilevante sproporzione tra il patrimonio nella disponibilità del proposto e i redditi da lui dichiarati.

Tra i beni confiscati figurano l’intero compendio aziendale di due società attive nei settori della ristorazione e della tinteggiatura e posa in opera di vetri, un’associazione culturale, 10 immobili, un motociclo, una autovettura, nonché rapporti bancari e disponibilità finanziarie.

L’imprenditore, Luciano Babbino, di 45 anni, di Catanzaro, è coinvolto nell’inchiesta “Scolacium” condotta dai carabinieri e coordinata dalla Dda catanzarese, che il 22 febbraio scorso ha portato a 22 arresti, 19 in carcere e tre ai domiciliari dove si trova Babbino.

I beni oggetto di confisca erano stati sequestrati nel gennaio 2021 a seguito di un’indagine patrimoniale condotta dalla Dia di Catanzaro su disposizione della Dda dopo il coinvolgimento dell’imprenditore in un’altra inchiesta antimafia per la quale è stato condannato in primo grado a 12 anni di reclusione.

L’operazione Scolacium del febbraio scorso, ha colpito le cosche di ‘ndrangheta In particolare, l’inchiesta ha riguardato le cosche operanti nel territorio di Vallefiorita, Squillace e Girifalco, ricostruendo l’attuale organigramma di due sodalizi ricadenti sotto l’influenza delle locali di ‘ndrangheta di Cutro e Isola Capo Rizzuto, e l’alternanza dei rispettivi equilibri criminali, oltre alle attività illecite attribuite agli indagati. Cosche che concentravano la loro attenzione criminale sulle estorsione ai danni di imprenditori del settore edile, boschivo ed eolico, nonché sugli stupefacenti.

Gratteri: “Contro la mafia assumere bravi hacker per social e dark web”

“Bisogna attrezzarsi, non solo sul piano normativo, ma anche sul piano tecnologico perché siamo indietro su questo piano. E soprattutto bisogna assumere hacker buoni, ingegneri informatici, oltre che polizia, carabinieri e finanzieri”. A dirlo è stato il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, oggi a Vibo Valentia per presentare il suo libro “Il Grifone” scritto con Antonio Nicaso, parlando con i giornalisti di come la ‘ndrangheta utilizzi anche i social “come Facebook ma soprattutto Tik Tok” per i propri scopi.

“Purtroppo gli hacker buoni costano – ha aggiunto Gratteri – quelli bravi vanno a lavorare nelle aziende private e quindi è un rincorrersi. Però bisogna accelerare, bisogna anche cambiare i contratti per tenere questi hacker buoni, di qualità, nella pubblica amministrazione altrimenti non riusciremo a contrastare questa nuova sfida delle mafie nel campo del dark web”. Mafie che hanno anche iniziato a utilizzare le criptovalure.

“Ormai – ha spiegato l’ex procuratore di Catanzaro – anche qui in Calabria le mafie sono in grado di estrarre criptovalute, nel vibonese, nella Locride o nella zona del Crotonese si estraggono le monete elettroniche in quantità. Moneta elettronica che incomincia ormai ad essere usata per pagare la cocaina nella foresta amazzonica. Quindi possiamo dire che nell’arco di un anno, un anno e mezzo c’è stata una forte accelerazione nel campo dell’informatica, del dark web e questo ci preoccupa tantissimo. Dobbiamo correre e inseguire per non rimanere troppo indietro”.

“Se la Calabria mi Manca? Certo – ha detto Gratteri – ho trascorso tutta la mia vita, anche lavorativa, qui in Calabria. Come sapete sono stato costretto ad andare via però sono procuratore di Napoli e sto dando tutto me stesso per rendere più vivibile quel territorio. Oggi torno in una provincia che ha avuto tanto bisogno di attenzioni sul piano investigativo e sul piano giudiziario e i risultati sono sotto gli occhi di tutti”.

“Ritengo che sia una provincia più libera, più vivibile dove la gente ha oggi la possibilità di fare scelte importanti e di pensare anche al futuro, non solo per se stessi ma anche per i giovani, per le nuove generazione Sono molto contento di essere tornato qui, abbiamo speso tante energie ma i risultati si vedono. Intanto – ha proseguito – abbiamo contribuito a creare una nuova generazione di magistrati molto bravi, molto preparati e in pochi anni sono stati ottenuti risultati importantissimi.

“Ovvio che a cascata sono nate altre indagini e ancora per diversi anni ci saranno risultati importanti col lavoro che abbiamo seminato nel corso degli anni. Qui, su Vibo, ad esempio ci sono 4 pm della Dda di Catanzaro che sono di altissimo livello quale target qualitativo e quindi continueranno loro il lavoro che abbiamo ragionato, progettato e impostato assieme”.

Omicidio Maria Chindamo, inizia il processo ma è subito rinviato

Maria Chindamo
Maria Chindamo

E’ stata un’udienza breve e interlocutoria quella che si è tenuta stamani davanti alla Corte d’assise di Catanzaro in apertura del processo per l’omicidio di Maria Chindamo, l’imprenditrice di 44 anni di Laureana di Borrello (Reggio Calabria), rapita e uccisa a Limbadi (Vibo Valentia) il 6 maggio 2016 e il cui corpo è stato poi dato in pasto ai maiali e i resti distrutti con la fresa di un trattore.

Per il delitto è imputato Salvatore Ascone, di 58 anni, accusato di avere collaborato alla pianificazione, organizzazione ed esecuzione dell’omicidio in concorso con l’ex suocero di Maria Chindamo, Vincenzo Punturiero, che è deceduto, il quale avrebbe commissionato il delitto perché imputava il suicidio del figlio alla separazione che questi aveva avuto da Maria Chindamo.

Secondo l’accusa, Ascone avrebbe partecipato avendo interesse, in proprio e in qualità di referente della cosca Mancuso, ad acquisire un terreno dell’imprenditrice.

Nel corso dell’udienza, il difensore di Ascone, l’avvocato Salvatore Staiano, ha sollecitato la Corte a trasferire l’imputato dal carcere di Secondigliano a quello di Catanzaro perché deve essere sottoposto urgentemente a un intervento chirurgico essendo “affetto da una patologia che potrebbe portarlo alla morte”. Il presidente, Massimo Forciniti, ha riferito che la Corte già dall’8 marzo ha acconsentito a dare il nulla osta per il trasferimento.

Il pm Annamaria Frustaci ha poi spiegato che per 4 mesi Ascone ha rifiutato i ricoveri nelle strutture indicate dalle case circondariali nelle quali era detenuto perché voleva essere operato dal suo medico di fiducia. La Procura comunque non si è opposta al trasferimento.

L’avvocato Staiano ha quindi accusato l’inerzia della casa circondariale e ha chiesto un sollecito perché venga dato seguito al trasferimento. Nel prosieguo dell’udienza è stata presentata un’eccezione di nullità relativa alla notifica della chiusura indagini.

Nel processo vengono giudicati anche i presunti autori di un altro delitto, quello di Angelo Antonio Corigliano, ucciso a Mileto il 19 agosto 2013, per il quale sono imputati Giuseppe Mazzitelli, Salvatore Pititto, e Domenico Iannello. La Corte ha quindi aggiornato all’11 aprile prossimo.

Rifiuti smaltiti illegalmente, indagato il presidente del Cosenza Guarascio

Tonnellate di prodotto, indicato come fertilizzante, ma costituito in realtà da rifiuto smaltito illecitamente sui terreni agricoli delle province di Vibo Valentia, Catanzaro e Reggio Calabria. Ruota intorno a questa ipotesi di inquinamento ambientale l’indagine condotta dai Carabinieri dall’Aliquota Operativa del Nor di Serra San Bruno insieme al Nipaaf dei Carabinieri Forestali di Vibo Valentia coordinati dal Procuratore della Repubblica Camillo Falvo e da un sostituto cotitolare del procedimento. Al centro dell’attività investigativa il ciclo di trasformazione dei rifiuti effettuato all’interno di un impianto di recupero vibonese.

L’origine dell’indagine e le ipotesi accusatorie
Un’attività investigativa che già tra il marzo e il novembre del 2021, attraverso intercettazioni, campionamenti e controlli, aveva portato alla denuncia di undici persone e alla segnalazione di tre società per responsabilità penali ed amministrative. L’azienda, sita nell’entroterra vibonese, operante nel settore del recupero dei rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata, avrebbe dovuto produrre ammendante compostato misto. Ma, di fatto, non rispettando la procedura prevista all’interno dell’autorizzazione integrata ambientale, generava un prodotto che non aveva perso la qualifica di rifiuto, contente plastiche, vetri e metalli, anche pesanti come il cromo esavalente ed andando ad inquinare irrimediabilmente i terreni agricoli ove lo stesso veniva spanso.

Gli indagati
Tra gli indagati ci sono il patron del Cosenza Calcio Eugenio Guarascio e sua sorella Ortensia. Per loro il giudice ha disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza. E ancora Gianfranco Comito, manager del settore Ambiente della Regione Calabria. Gli altri indagati sono Maria Carmela Amato di Cosenza; Giuseppe Antonio Caruso di Lamezia Terme; Francesco Currado di Curinga; Rosario Fruci di Lamezia Terme; Alessandro Giardiello di Castrolibero; Vincenzo De Matteis di San Fili; Franco Dario Giuliano di Ricadi; Nicola Anselmo Ociello di Vibo Valentia.

La produzione illecita
Il procedimento produttivo, inoltre, veniva effettuato all’interno di capannoni, i cui portelloni sarebbero dovuti restare chiusi; di fatto l’attività veniva svolta mantenendo gli stessi aperti, non consentendo il corretto utilizzo dei filtri e determinando l’inquinamento dell’aria a causa delle polveri e delle emissioni immesse in atmosfera.

L’indagine avrebbe consentito di cristallizzare la presunta condotta illecita di diversi soggetti, attuata attraverso attività decisionali, esecutive e materiali, connesse alle posizioni e alle funzioni, apicali e non, rivestite all’interno della stessa azienda. Nel mirino degli investigatori sono finiti anche un dirigente della Regione Calabria e alcuni tecnici.

Regionali in Abruzzo, vince Marsilio (centrodestra) con oltre il 53%

Quando mancano meno di 100 sezioni ancora da scrutinare, Marco Marsilio è in testa alle elezioni regionali dell’Abruzzo con il 53,5% delle preferenze, contro il 46,5% del suo sfidante, il candidato del centrosinistra e M5S Luciano D’Amico.

Il partito che ha ottenuto il maggior numero di voti, stando ai dati del portale Eligendo, è Fratelli d’Italia (24%), seguito dal Pd con il 20%. Terza piazza per Forza Italia che conquista il 13,2%, mentre la Lega è ferma al 7,6%. M5S al 7%, dietro anche ad Abruzzo insieme (7,6%).

“Mai negli ultimi 30 anni un presidente era stato riconfermato: è stata scritta una pagina di storia e abbattuto un altro muro. Abbiamo chiesto altri 5 anni per continuare a crescere per completare un’opera di rilancio, ricostruzione e valorizzazione che stiamo mettendo in campo”, sono state le parole di Marsilio festeggiando la vittoria durante la notte nel suo comitato elettorale. “Meloni? – gli hanno chiesto – È andata a dormire tranquilla e felice”.

“Ho aspettato che si consolidassero i risultati. Un’ora fa ho chiamato Marsilio. Mi sono congratulato con lui. Il risultato è stato chiarissimo. Gli ho augurato buon lavoro assicurando che faremo un’opposizione che possa essere d’aiuto per realizzare progetti e programmi”. Lo afferma Luciano D’Amico, commentando l’esito del voto, nel corso di una conferenza stampa nel suo comitato elettorale.”Il risultato è chiaro: un abruzzese su quattro ha votato la coalizione Marsilio, uno su quattro ha votato la nostra coalizione. Ma due abruzzesi su quattro non hanno votato. Questa è la sconfitta più bruciante al di là dei risultati delle coalizioni. Per questo ci impegneremo molto nei prossimi cinque anni”, afferma D’Amico. “Non siamo riusciti a convincere gli abruzzesi che l’ente regione impatta sulla vita di tutti i giorni e a convincere i giovani che il loro futuro può essere determinato anche dalle scelte che l’ente regione fa – aggiunge – Cercheremo di essere propulsivi, di essere di stimolo per far sì che la regione Abruzzo possa raggiungere dei buoni risultati”.

“Marco Marsilio è il primo Presidente nella storia dell’Abruzzo ad essere riconfermato dagli elettori per un secondo mandato – scrive sui social Giorgia Meloni, presidente del Consiglio e leader di FdI -. Ed è per noi motivo di grande orgoglio che i cittadini abruzzesi abbiano voluto continuare a dargli fiducia, e con lui a dare fiducia al centrodestra, che si conferma maggioritario. È una fiducia che, come sempre, non tradiremo. Continueremo a lavorare per restituire all’Abruzzo e all’Italia il posto che meritano. Grazie!”.

Esulta anche la Lega: “Netta vittoria del centrodestra, con un buon risultato per la Lega. Grazie Abruzzo, avanti col buongoverno per altri cinque anni!”, si legge in una nota. (ansa)

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