7 Ottobre 2024

Home Blog Pagina 24

Attacco israeliano in Siria, decine di morti ad Aleppo

E’ di decine di morti e diversi feriti il bilancio di un operazione delle forze israeliane ad Aleppo, in Siria. Lo riferiscono Al Jazeera e altri media arabi. I morti al momento sarebbero più di quaranta, tra di civili e militari.

Gli attacchi, avvenuti nella notte, hanno preso di mira diverse aree nelle campagne di Aleppo, ha detto il Ministero della Difesa siriano. Secondo l’agenzia di stampa statale siriana Sana, il ministero non ha fornito dati certi sulle vittime, affermando soltanto che un certo numero di civili e militari sono stati uccisi mentre alcune proprietà sono state danneggiate dopo che Israele e gruppi armati sconosciuti hanno effettuato effettuato gli attacchi.

Giovedì due civili sono stati uccisi e si sono verificati danni materiali durante un’aggressione israeliana contro un edificio residenziale nella campagna di Damasco.

Da anni Israele effettua attacchi in Siria, dove gruppi allineati all’Iran, tra cui Hezbollah, dominano le aree orientali, meridionali e nordoccidentali del paese, nonché i sobborghi intorno alla capitale, Damasco.

I suoi attacchi si sono intensificati dall’inizio dell’attuale guerra a Gaza in ottobre, e hanno anche colpito le difese aeree e terrestri dell’esercito siriano.

Investigatori russi: “Dall’Ucraina ingenti somme di denaro ai terroristi”

Il commando terroristico che ha assaltato il teatro Crocus di Mosca uccidendo 143 persone avrebbe preso “ingenti some di denaro dall’Ucraina”. Lo riporta RT citando una nota del Comitato investigativo russo su Telegram (in foto).

“Le indagini – spiega la nota del dipartimento – hanno confermato i dati secondo cui gli autori dell’attacco terroristico hanno ricevuto ingenti somme di denaro e criptovalute dall’Ucraina, che sono state utilizzate per preparare il crimine”. Secondo il pool questo dato  dimostrerebbe “le prove dei legami tra i terroristi e i nazionalisti ucraini”.

Gli investigatori hanno riferito del lavoro attivo in corso “per ricostruire il quadro completo sul crimine commesso, sia nelle fasi di preparazione e pianificazione, sia nella commissione dell’attacco contro ignari e innocenti cittadini”.

I primi risultati dell’indagine – prosegue la nota – “confermano pienamente la natura pianificata delle azioni dei terroristi, l’attenta preparazione e il sostegno finanziario da parte degli organizzatori del massacro” del 22 marzo scorso.

Secondo il direttore dell’Fsb Alexander Bortnikov, i servizi speciali ucraini “hanno facilitato l’attacco a Mosca. Le informazioni ricevute dagli attentatori in carcere confermano la pista ucraina”, ha spiegato il capo dell’intelligence russa.

Inoltre, è stato identificato e arrestato nella regione di Bryansk un altro sospettato ritenuto coinvolto in un piano di finanziamento del terrorismo. Si tratta di un uomo collegato al radicalismo islamico per cui faceva propaganda. L’uomo conoscerebbe gli attentatori arrestati, ossia i nativi del Tagikistan Shamsidin Fariduni, Dalerjon Mirzoev, Muhammadsobir Fayzov e Saidakrami Rachabalizode detenuti in carcere nella regione di Bryansk, dove sono stati catturati, quasi al confine ucraino, dopo una rapida caccia dei reparti speciali russi.

Il comitato chiederà al tribunale di scegliere per l’arrestato di oggi una misura preventiva sotto forma di custodia cautelare in carcere nei suoi confronti”, ha concluso il comitato investigativo.

I media russi affermano che il capo del Ministero degli Interni di Krasnogorsk, il colonnello di polizia Maxim Myagkov, e il suo vice, il tenente colonnello di polizia Dmitry Novikov, hanno contribuito a identificare l’auto con la quale i criminali erano fuggiti dopo il sanguinoso attentato al Crocus.

L’ufficiale è riuscito a forzare la porta della sala server e, all’interno, hanno esaminato le registrazioni delle telecamere a circuito chiuso, dopo di che hanno trasmesso le informazioni alla sede operativa, grazie alla quale sono stati in grado di stabilire il percorso dei terroristi in fuga a bordo di una Renault Olympia.

A seguito delle azioni dei terroristi, secondo gli ultimi dati, 143 persone sono state uccise e 372 ferite.

Usa: “Il 7 marzo abbiamo trasmesso a Mosca alert su un attacco terroristico”

“Il 7 marzo alle 11:15, ora di Mosca, secondo le normali procedure e attraverso i canali stabiliti e utilizzati più volte dal precedente governo degli Stati Uniti, abbiamo trasmesso un avvertimento scritto ai servizi segreti russi”. Lo riferisce RIA Novosti citando il messaggio degli Usa che avevano allertato gli omonimi russi di un possibile attentato nella capitale russa.

L’allerta era stata effettivamente pubblicata lo scorso 7 marzo dall’ambasciata americana a Mosca e recitava testualmente: “L’Ambasciata sta monitorando le notizie secondo cui gli estremisti hanno piani imminenti per prendere di mira grandi raduni a Mosca, compresi concerti, e i cittadini statunitensi dovrebbero essere avvisati di evitare grandi raduni nelle prossime 48 ore”. La sede diplomatica allertava i cittadini americani di evitare la folla e monitorare i media locali per gli aggiornamenti.

E’ possibile che i servizi segreti russi dell’Fsb, tra i migliori al mondo, abbiano sottovalutato e minimizzato l’allerta? Non si sa. Tuttavia l’allerta parla delle “prossime 48 ore” quando l’attacco al teatro Crocus si è verificato la sera del 22 marzo. Come abbia fatto la Cia a sapere di un piano di terroristi di attaccare la Russia non è dato sapere.

Nei giorni scorsi, la rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, aveva affermato che gli Stati Uniti, dopo l’attacco terroristico, stavano “scusando” l’Ucraina, coprendo Volodimir Zelenskyj con un riferimento all’Isis, organizzazione che avrebbe rivendicato l’attacco. I quattro attentatori sono stati presi e, come ha riferito lo stesso Putin, sono “islamisti radicali” originari del Tagikistan. Il commando ha ammesso di aver preso soldi per compiere il massacro. Almeno (o forse più) di 500mila rubli a testa, 5.400 dollari, metà subito e metà a carneficina compiuta.

Va detto che in genere gli jihadisti dell’Isis non prendono denaro, non si vendono come mercenari per compiere attentati. Vengono arruolati e spinti al martirio dal credo religioso contro l’opulente e civilizzato occidente. Dalle cronache passate dei crimini di daesh è risaputo che fanno missioni suicide, oppure dopo un attacco si martirizzano sul posto o vengono uccisi dalle forze di polizia.

I quattro attentatori erano invece tutti in fuga e da quanto è emerso si stavano dirigendo verso il confine ucraino dove, secondo l’intelligence dell’Fsb “avevano contatti”. Probabilmente, non ci sono certezze, c’era qualcuno ad attenderli per saldare l’altra metà del denaro promesso in cambio della strage.

Il presidente della Federazione russa ha riferito qualche giorno fa che dietro la strage dei radicali islamici ci sarebbero dei “mandanti” che risiedono – ha fatto intendere – tra Washington, Londra e Kiev. “Menti” che “staneremo e puniremo severamente”, ha detto il leader russo.

Cremlino: “La Russia promette di punire i responsabili dei crimini di Kiev”

“La Russia assicurerà alla giustizia tutti i responsabili dei crimini del regime di Kiev”. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dalla Tass.

Commentando il rapporto dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, il portavoce ha spiegato che “tutti i crimini di guerra commessi dal regime di Kiev sono accuratamente documentati”. Secondo il portavoce il rapporto dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani non sorprende la parte russa.

“Eravamo ben consapevoli di questi crimini. E, naturalmente, faremo in modo che coloro che sono dietro questi crimini siano debitamente puniti”, ha sottolineato Peskov.

In precedenza, l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha pubblicato un rapporto sui prigionieri di guerra russi torturati in Ucraina. Attivisti per i diritti umani hanno incontrato 44 prigionieri di guerra russi trattenuti in strutture di detenzione nelle regioni di Dnepropetrovsk, Kharkov, Lvov, Nikolayev, Sumy, Vinnitsa e Zaporozhye dal 1 dicembre 2023 al 29 febbraio 2024.

I prigionieri “hanno fornito resoconti credibili di torture o malattie, trattamento nei punti di transito dopo la loro immediata evacuazione dal campo di battaglia”, si legge nel rapporto. Inoltre, il rapporto afferma che almeno 25 militari russi sono stati giustiziati lontano dal campo di battaglia nel 2022 e nel 2023. Queste esecuzioni sono state eseguite senza un giusto processo o un’indagine adeguata.

Putin: “Se F-16 dati all’Ucraina per attaccare la Russia li distruggeremo anche in basi NATO”

Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che aerei da guerra F-16 che venissero utilizzati dall’Ucraina contro la Russia sarebbero colpiti dalle forze di Mosca anche se si trovassero in aeroporti (basi) Nato. Lo riporta l’agenzia di stampa Tass.

Va precisato che il presidente russo usa il termine “aeroporti” ma deve intendersi “basi” dell’alleanza atlantica dal momento che i cacciabombardieri non decollano da scali civili, bensì da aeroporti militari, quindi in questo caso NATO.

“Se verranno utilizzati da aeroporti di paesi terzi, per noi saranno un obiettivo legittimo: non importa dove si trovino”, ha detto Putin in un incontro con i piloti dell’aeronautica militare russa nella regione occidentale di Tver.

Il presidente russo ha quindi avvertito che la Russia terrà conto del fatto che gli F-16 occidentali possono trasportare armi nucleari. “Dobbiamo tenerne conto durante la pianificazione” delle operazioni di combattimento, ha affermato Putin. Putin ha quindi assicurato che l’eventuale fornitura di F-16 all’Ucraina “non cambierà la situazione sul campo di battaglia”, poiché la Russia “li distruggerà come già sta facendo con i carri armati e le altre armi” occidentali.

L’Ucraina chiede da tempo ai suoi partner occidentali di fornire aerei da combattimento F-16, ma l’Occidente ha costantemente sostenuto che tali aerei non potevano essere trasferiti in Ucraina finché i piloti e gli equipaggi di terra di Kiev non avessero ricevuto un addestramento adeguato. Diversi paesi si sono detti pronti a partecipare ai programmi di addestramento dei piloti ucraini. Così, alla fine di settembre, il Pentagono ha dichiarato che l’addestramento dei piloti ucraini era già iniziato in Danimarca.

Tuttavia, i partner di Kiev sottolineano che il ruolo dei jet F-16 non dovrebbe essere sopravvalutato. Secondo il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, questi aerei da guerra non possono cambiare la situazione nella zona delle operazioni di combattimento, anche se miglioreranno le capacità di combattimento dell’Ucraina.

Putin ha definito una “totale assurdità” le accuse secondo cui la Russia sta pianificando di invadere l’Europa. “Per quanto riguarda l’accusa secondo cui stiamo progettando di invadere l’Europa dopo l’Ucraina, si tratta di una totale assurdità intesa esclusivamente a intimidire la popolazione per farle pagare più soldi”, ha detto Putin. Questa narrazione si svolge “in un contesto di crisi economica e di deterioramento del tenore di vita – ha continuato il presidente russo -. Hanno bisogno di giustificarsi, quindi stanno intimidendo la loro popolazione con una potenziale minaccia russa mentre cercano di espandere la loro dittatura al mondo intero”.

Putin respinge accuse sui piani della Russia di invadere l’Europa: “Totale assurdità”

Il presidente russo Vladimir Putin ha definito una totale assurdità le accuse secondo cui la Russia sta pianificando di combattere contro l’Europa. Lo riporta la

“Per quanto riguarda le accuse secondo cui stiamo progettando di invadere l’Europa dopo l’Ucraina, queste sono sciocchezze. L’occidente ha il solo scopo di intimidire la loro popolazione e farle pagare di più”, ha detto in un incontro con i piloti militari nella regione di Tver.

Putin ha osservato che questa narrazione si svolge “in un contesto di crisi economica e di deterioramento del tenore di vita. Questo è assolutamente chiaro ed è riconosciuto da tutti. Questa non è propaganda. Questo è ciò che sta realmente accadendo. L’occidente ha bisogno di giustificarsi. Loro stanno intimidendo la loro popolazione con una potenziale minaccia russa mentre cercano di espandere la loro dettatura al mondo intero”, ha sottolineato Putin.

Dopo risoluzione Onu ancora raid israeliani a Gaza: Decine di vittime

Gli attacchi israeliani a Gaza proseguono nonostante la risoluzione dell’Onu che intima a Tel Aviv un immediato cessate il fuoco. “Decine di civili sono stati uccisi e altri feriti nelle ultime ore in attacchi missilistici e colpi di artiglieria israeliani che hanno preso di mira diverse parti della Striscia di Gaza”, riferisce l’agenzia Wafa.

“Fonti mediche hanno riferito che quattro civili sono stati uccisi e altri feriti in seguito ai bombardamenti da parte dell’occupazione israeliana su diverse aree nel centro e nel sud della Striscia di Gaza”. Inoltre, tre civili sono stati uccisi e altri 20 feriti in un attacco aereo israeliano su una casa nel quartiere di Shujaiya a est di Gaza City.

Aerei da combattimento israeliani hanno bombardato edifici residenziali nel quartiere di Al-Rimal nel centro di Gaza City e un edificio su Hamid Street nel campo profughi di Al-Shati a ovest di Gaza City, provocando molte vittime. Nel frattempo, i carri armati israeliani hanno sparato una raffica di colpi di arma da fuoco nelle vicinanze del complesso medico Al-Shifa, a ovest di Gaza City.

A Khan Yunis, un civile è stato ucciso dopo essere stato preso di mira direttamente dalle forze di occupazione nella città di Hamad, a nord della città, nel sud della Striscia di Gaza.

Gli aerei d’occupazione hanno effettuato intensi attacchi aerei contro la città di Khan Yunis, a sud della Striscia di Gaza, e altre aree a nord della Striscia di Gaza.

A Beit Lahia, a nord della Striscia di Gaza, decine di civili sono rimasti feriti in un attacco aereo israeliano che ha preso di mira le vicinanze della moschea Al-Qassam a Beit Lahia.

Gli aerei da guerra dell’occupazione israeliana hanno preso di mira anche la città di al-Isra, a nord-ovest di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza.

La Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) ha annunciato che le forze israeliane hanno rilasciato sette detenuti dopo quasi 74 giorni di prigionia, mentre il destino di altri otto rimane sconosciuto.

La Mezzaluna Rossa ha dichiarato in un comunicato sulla piattaforma “X” che le persone rilasciate sono state arrestate durante l’incursione militare israeliana all’ospedale al-Amal a Khan Yunis il 9 febbraio.

Tra i detenuti c’era il direttore dei servizi di ambulanza e di emergenza nella Striscia di Gaza, Muhammad Abu Musabih.

Almeno 32.552 palestinesi, soprattutto bambini e donne, sono stati uccisi e oltre 74.980 altri feriti dall’inizio della guerra di genocidio israeliana in corso contro Gaza, il 7 ottobre dello scorso anno.

NYT: “Usa hanno nascosto info alla Russia sull’attacco a Mosca. Cremlino: “Cautela”

I servizi segreti americani non hanno trasmesso ai loro colleghi russi tutte le informazioni in loro possesso sulla minaccia di un attacco terroristico al Crocus City Hall, per paura di rivelare le loro fonti. Lo scrive il New York Times citando funzionari dei servizi di sicurezza europei e americani.

“Le relazioni ostili tra Mosca e Washington hanno impedito ai funzionari americani di trasmettere più informazioni del necessario sul piano dei terroristi per paura che le autorità russe potessero venire a conoscenza delle loro fonti o metodi di intelligence”, afferma l’articolo citato da Ria novosti.

Il direttore dell’FSB Alexander Bortnikov aveva precedentemente affermato che le informazioni trasmesse dagli Stati Uniti sulla preparazione di un attacco terroristico in Russia erano di carattere generale e che i servizi speciali russi avevano risposto.

Peskov: le informazioni provenienti da fonti del New York Times vanno trattate con grande cautela

“Il Cremlino non sa nulla delle informazioni del New York Times secondo cui i servizi segreti statunitensi non hanno fornito alla Russia informazioni complete sull’imminente attacco terroristico. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in merito all’articolo del quotidiano americano.

Aveva in casa quasi un chilo di cocaina, in carcere

I Carabinieri della Stazione di Cosenza Centro hanno arrestato in flagranza un 49enne del posto con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti.

I militari, nel corso di predisposto servizio di controllo del territorio, in esito a perquisizione personale e domiciliare, hanno rinvenuto nella sua disponibilità, occultati all’interno della propria abitazione, 850 grammi di cocaina suddivisi in più involucri in plastica termosaldata.

Dall’esito delle analisi della droga, è emerso che sarebbero state ricavate 4.758 dosi di cocaina. Il principio attivo puro è risultato essere pari all’85% circa.

Su disposizione del magistrato di turno della Procura della Repubblica di Cosenza, l’arrestato è stato associato presso il penitenziario di Viale Mancini, in attesa dell’udienza di convalida.

Strage a Mosca, sotto interrogatorio in Tagikistan i parenti degli attentatori

Le forze di Polizia del Tagikistan starebbero interrogando i parenti dei presunti attentatori al teatro Crocus di Mosca. Lo riferisce Ria Novosti che cita una fonte delle forze di sicurezza del paese asiatico.

Le indagini sono state avviate a Dushanbe, la capitale, è sono “sotto il controllo del presidente del Tagikistan Emomali Rahmon, che riceve quotidianamente tutte le informazioni sullo stato di avanzamento delle investigazioni riguardanti l’attacco terroristico al Crocus” commesso, secondo le autorità russe, da Dalerdzhon Mirzoyev, Saidakrami Rachabalizodu, Shamsidin Fariduni e Muhammadsobir Fayzov, nativi del Tagikistan.

La fonte delle forze di sicurezza ha aggiunto che tutti gli accusati della strage, prima di partire per la Russia, vivevano vicino a Dushanbe, nelle città di Vahdat, Gissar e nella regione di Rudaki.

L’obiettivo del governo tagiko è quello di scoprire possibili legami degli autori del massacro con cellule terroristiche islamiche presenti nel paese e altrove, nonché se il gruppo avesse preso o meno denaro, come ammesso da uno di loro, e soprattutto se avevano collegamenti in Medio oriente dove, secondo i servizi segreti russi, sarebbero stati addestrati da apparati occidentali e ucraini. Informazioni che il governo tagiko dovrebbero poi trasferire a Mosca a corredo delle indagini in corso sull’attentato al teatro.

Caso Bergamini, marito Internò: “Mai conosciuto calciatore. Lei parlò di suicidio”

Denis Bergamini
Denis Bergamini

Luciano Conte, marito di Isabella Internò e poliziotto in pensione, ha deposto nel processo in cui la moglie è imputata per la morte di Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza originario di Argenta (Ferrara) morto il 18 novembre del 1989.

Il decesso di Bergamini, ex fidanzato di Isabella Internò, fu attribuito in un primo tempo a suicidio, ma le indagini hanno consentito successivamente di appurare che il calciatore fu ucciso e che quella del suicidio, con la vittima che si sarebbe fatto travolgere da un autotreno, sarebbe stata, in realtà, una messinscena. Isabella Internò è imputata di omicidio volontario in concorso con ignoti.

“Quando morì Bergamini – ha detto Luciano Conte – conoscevo già Isabella. Con lei ci sentivamo di tanto in tanto. Poi ci siamo fidanzati all’inizio degli anni Novanta. Non ho mai conosciuto Bergamini. Lei mi raccontò che l’ex fidanzato si era suicidato, gettandosi sotto un camion”.

L’ex poliziotto, nella sua deposizione, ha riferito di avere parlato più volte con la moglie della morte di Bergamini dopo la riapertura del caso, archiviato in un primo tempo come suicidio, invitandola “a dire la verità. Quello che mi è sempre interessato è tutelare la serenità delle nostre figlie”.

Rispondendo alle domande della presidente della Corte d’assise, Paola Lucente, Conte ha ribadito di avere “sempre creduto” a quanto raccontato dalla moglie e di non avere “mai avuto necessità di indagare sul suo passato”.

L’avvocato Fabio Anselmo, difensore di parte civile della famiglia Bergamini, ha fatto ascoltare al teste alcune intercettazioni in aula, chiedendogli delucidazioni in merito ad alcune circostanze. “Credo che oggi – ha detto l’avvocato Anselmo parlando con i giornalisti al termine dell’udienza – abbiamo chiuso il processo. Il marito dell’imputata ha tradito tutte le debolezze di una tesi difensiva che fa acqua da tutte le parti e ha chiuso il cerchio, fornendo un quadro preciso della situazione che ha portato all’uccisione di Denis Bergamini”. (ansa)

Codice della strada, via libera della Camera. Stretta su alcool, droga e telefonini

Via libera della Camera dei deputati al disegno dei legge sul nuovo Codice della strada con 163 sì, i voti contrari sono stati 107. Il testo ora passa all’esame del Senato, dopo di ché sarà legge dello Stato.

Ecco quali sono le maggiori novità contenute nella nuova che inasprisce pene e sanzioni per chi vìola il nuovo codice della strada. I ritiri della patente saranno molto più facili, in particolare per chi guida in stato di ebbrezza, sotto l’effetto di droga, alta velocità, uso del telefonino e violazioni dei limiti in città e molto altro. Le norme diventano stringenti anche per bici e monopattini.

TELEFONINI E GUIDA PERICOLOSA – Stop per chi al volante si fa distrarre dal cellulare: il ddl prevede il ritiro della patente da 15 giorni a due mesi e una sanzione fino a 1.697 euro. In caso di recidiva la multa lievita fino a 2.588 euro, la sospensione della patente può arrivare a tre mesi e si aggiunge la decurtazione da 8 a 10 punti. Patente sospesa anche per chi è trovato a guidare contromano o passa col rosso.

CONTROLLI DA REMOTO E MULTE SALATE – Nel nuovo ddl spunta l’ipotesi di usare accertamenti da remoto per multare chi non dà la precedenza a pedoni e ciclisti, chi parcheggia negli stalli riservati a mezzi pubblici, polizia, vigili del fuoco, servizi di soccorso, veicoli elettrici e carico-scarico. La Conferenza Unificata ha poi chiesto e ottenuto di aumentare le sanzioni in alcune casistiche, come la sosta nei parcheggi per i disabili (la multa sarà da 330 fino a 990 euro) e nelle corsie o fermate degli autobus (multa da 165 a 660 euro).

ECCESSO DI VELOCITA’ – Su proposta dei sindaci aumentano le sanzioni per eccesso di velocità, che potranno raggiungere i 1.084 euro, con sospensione della patente da 15 a 30 giorni per chi in città supera i limiti due volte in un anno.

GUIDA IN STATO DI EBBREZZA – Chi è già stato condannato e viene trovato di nuovo con un tasso alcolemico tra 0,5 e 1,5 dovrà rispettare lo 0 come nuovo limite e dovrà rinnovare la patente con una nuova visita medica. Per lui le pene per guida in stato di ebrezza sono aumentate di un terzo e gli è proibito circolare senza aver installato sulla sua macchia e a sue spese l’alcolock, il dispositivo che impedisce l’avvio del motore in caso di rilevamento di un tasso alcolemico superiore a zero.

GUIDA SOTTO STUPEFACENTI – Chi viene trovato alla guida drogato, invece, non dovrà più necessariamente essere in uno stato di alterazione psico-fisica, ma basterà che risulti positivo ai test perché scatti la revoca della patente e la sospensione di tre anni.

BICI E MONOPATTINI – Più tutele per i ciclisti: oltre all’aumento delle piste ciclabili scatta l’obbligo per gli automobilisti di mantenere un metro e mezzo di distanza quando sorpassano una bicicletta. Cattive notizie, invece, per chi possiede un monopattino: targa, casco e assicurazione saranno obbligatori. Per chi circola senza i documenti necessari la multa oscillerà tra i 100 e i 400 euro. Obbligatori anche gli indicatori luminosi di svolta e freno, pena una sanzione tra i 200 e gli 800 euro. I monopattini in sharing dovranno bloccarsi automaticamente quando escono dall’area consentita.

ZTL E AUTOVELOX – Il disegno di legge introdurrà anche maggiori specifiche sulle aree Ztl, norme per la sicurezza dei passaggi a livello ferroviari, regole più severe per la sosta vietata e omologazioni anti-truffa per gli autovelox, che non dovranno essere posizionati in punti strategici solo “per fare cassa”, come ha dichiarato il ministro Salvini il quale ha espresso soddisfazione per l’approvazione a Montecitorio.

GIOVANI – La cronaca recente di incidenti stradali ha spinto il ministro dei trasporti Matteo Salvini a prevedere nuove strette anche per i giovani. Per i neopatentati il divieto di guidare supercar salirà da uno a tre anni, mentre i minorenni trovati alla guida ubriachi o drogati non potranno prendere la patente fino ai 24 anni.

EDUCAZIONE – Previsto in ddl anche un programma di educazione ai giovani, che comprende un bonus di due punti per i ragazzi che a scuola frequenteranno corsi sulla sicurezza stradale.

Sequestrati beni per oltre 5 milioni a dirigenti del Pugliese-Ciaccio

La Guardia di finanza ha eseguito un sequestro conservativo di beni per un valore di oltre cinque milioni di euro nei confronti di due dirigenti dell’ex azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro in relazione ad un presunto danno erariale per un importo corrispondente all’importo del sequestro.

I dirigenti a carico dei quali è stato eseguito il sequestro sono Helga Rizzo, di 53 anni, ex Direttore generale dell’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” ed attuale dirigente dell’area legale dell’azienda ospedaliera-universitaria “Dulbecco”, e Vittorio Prejanò, di 67, ex Direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio”, oggi in pensione.

Il sequestro dei beni è stato fatto in esecuzione di un decreto emesso dalla Sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Calabria su richiesta della Procura regionale, presieduta da Romeo Ermenegildo Palma.

I fatti contestati ai due dirigenti, sui quali ha proceduto il sostituto procuratore generale Gianpiero Madeo, risalgono ad una decina di anni fa e riguardano un rilevante danno erariale contestato ai due dirigenti derivante dal mancato introito di ingenti somme nelle casse dell’allora Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” a causa di un anomalo accordo transattivo stipulato con la casa di cura privata “Villa Sant’Anna” in relazione ai crediti vantati dall’Azienda nei confronti della clinica per la cessione di sangue e prodotti emoderivati.

Dalle indagini che hanno portato al sequestro, condotte dal Nucleo di polizia Economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, è emerso che l’ex Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio”, in relazione ai crediti vantati nei confronti di “Villa Sant’Anna”, aveva avviato due distinte procedure esecutive, ottenendo i relativi decreti ingiuntivi, ai quali però la casa di cura si era opposta, con l’instaurazione di due paralleli contenziosi civili.

Nonostante una prima pronuncia giudiziale favorevole all’Azienda ospedaliera, il management di quest’ultima, nel 2014, aveva deciso di stipulare l’accordo transattivo con l’impresa debitrice allo scopo di dirimere le controversie pendenti. Le parti si accordavano così per chiudere i contenziosi, con la corresponsione all’azienda ospedaliera da parte di Villa Sant’Anna di una cifra assai ridotta rispetto a quella pretesa e in gran parte già riconosciuta come dovuta dal giudice civile, provocando così un danno erariale di oltre cinque milioni di euro.

“Secondo l’invito a dedurre notificato dalla Procura contabile ai due dirigenti – riferisce una nota stampa della Guardia di finanza – l’attività amministrativa sarebbe stata realizzata attraverso l’approvazione di atti illegittimi in quanto non formalizzati e non iscritti a bilancio dell’Azienda ospedaliera ed emessi in violazione dei procedimenti ordinari previsti dalla legge per la conclusione delle transazioni”. Ne sarebbe derivato così, per Villa Sant’Anna, “un vantaggio assolutamente immotivato e irragionevole”.

Latitanza Matteo Messina Denaro, arrestati tre insospettabili

Nuovo colpo alla rete che ha protetto Matteo Messina Denaro durante la latitanza. I carabinieri del Ros hanno arrestato per associazione mafiosa l’architetto Massimo Gentile e il tecnico radiologo dell’ospedale di Mazara del Vallo Cosimo Leone e per concorso esterno in associazione mafiosa Leonardo Salvatore Gulotta.

L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Paolo Guido e dai pm Gianluca De Leo e Piero Padova. Dalla cattura del boss, avvenuta il 16 gennaio del 2023, sono finite in manette 14 persone accusate di aver aiutato il capomafia ricercato. Quattro sono già state condannate.

Il provvedimento è stato eseguito dai reparti speciali dei carabinieri e dai colleghi dei comandi provinciali di Trapani, Milano e Monza Brianza.

L’attività – spiega una nota dell’Arma -, condotta nell’alveo delle investigazioni finalizzate a disvelare il contesto mafioso che ha permesso a Matteo Messina Denaro di sottrarsi alla cattura e ad esercitare il ruolo di capo mafia per circa 30 anni, hanno consentito di raccogliere elementi investigativi che hanno consentito di accertare come – secondo l’accusa -, Massimo Gentile avrebbe ceduto al capo defunto della provincia mafiosa trapanese la propria identità al fine di fargli acquistare un’autovettura e un motociclo, sottoscrivere le relative polizze assicurative, compiere operazioni bancarie ed eludere i controlli delle forze dell’ordine, assicurandogli in tal modo la possibilità di muoversi in stato di latitanza sul territorio e di continuare a dirigere il sodalizio.

Cosimo Leone avrebbe assicurato al sodalizio le proprie competenze tecnico mediche, relazioni personali e possibilità di movimento all’interno di strutture sanitarie, nella qualità di tecnico sanitario di radiologia medica presso l’ospedale di Mazara del Vallo, dove tra l’altro Matteo Messina Denaro è stato ricoverato, da latitante, dopo l’insorgenza della malattia oncologica. Secondo la Dda Leone avrebbe consegnato a messina denaro, durante la degenza post-operatoria e dopo averlo ricevuto da Andrea Bonafede, classe ‘69, un telefono cellulare con una scheda telefonica riservata. Il tecnico radiologo sarebbe stato anche per il tramite di Bonafede, un punto di riferimento per il latitante in ordine al percorso terapeutico, iniziato presso l’ospedale di Mazara e proseguito poi con la visita oncologica presso l’ospedale di Trapani.

Secondo l’accusa Leonardo Salvatore Gulotta avrebbe concorso, senza prendervi parte, nell’associazione mafiosa assicurando a Matteo Messina Denaro dal 2007 al 2017 la disponibilità di un’utenza telefonica necessaria per la gestione dei mezzi di trasporto in uso all’ex latitante.

L’operazione costituisce la prosecuzione dell’indagine che il 16 gennaio 2023 ha permesso al Ros di catturare a Palermo l’allora latitante Matteo Messina Denaro e di trarre in arresto il suo accompagnatore Giovanni Salvatore Luppino per procurata inosservanza di pena e favoreggiamento aggravati dalle modalità mafiose;

Ad essere arrestato il 23 gennaio 2023 Andrea Bonafede, classe ‘63, con l’accusa di partecipazione ad associazione mafiosa;

Il 7 febbraio 2023 viene arrestato il medico Alfonso Tumbarello e Andrea Bonafede classe ‘69, ritenuti responsabili il primo di concorso esterno in associazione mafiosa e falso ideologico aggravato e il secondo di procurata inosservanza di pena e favoreggiamento aggravati dalle modalità mafiose;

Il 3 marzo 2023 era finita in manette Rosalia Messina Denaro, sorella di Matteo, per partecipazione ad associazione mafiosa;

Il 16 marzo 2023 i coniugi Emanuele Bonafede e Lorena Ninfa Lanceri per procurata inosservanza di pena e favoreggiamento aggravati dalle modalità mafiose;

Il 13 aprile 2023 Laura Bonafede per procurata inosservanza di pena e favoreggiamento aggravati dalle modalità mafiose;

il 5 dicembre 2023 Martina Gentile, figlia di Laura Bonafede, per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dalle modalità mafiose;

Il 13 febbraio 2024 dei fratelli Antonino e Vincenzo Luppino, figli di Giovanni Salvatore Luppino, per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dalle modalità mafiose.

Sono attualmente in corso delle perquisizioni nella provincia di Trapani e in Lombardia.

Uomo spara alla nuora e la riduce in fin di vita, arrestato

Ha sparato alla nuora diversi colpi di pistola probabilmente per dissidi familiari e, per sfuggire alla su furia, la donna è riuscita a lanciarsi dal balcone di casa dove c’era la sua figlia di appena un anno. E’ successo a Gioia Tauro qualche giorno fa.

La donna, una straniera, è stata trasportata al pronto soccorso del posto dove i sanitari hanno notato le contusioni da caduta e le ferite da arma da fuoco e per questo, come da prassi, hanno allertato la Polizia.

La donna, ancora vigile, ha riferito prima ai medici e poi agli agenti che poco prima, mentre si trovava in casa con la figlioletta, è stata colpita al torace da diversi colpi di arma da fuoco esplosi dal suocero entrato di nascosto all’interno della sua abitazione. La signora ha detto di aver tentato la fuga lanciandosi dal balcone della propria abitazione riportando per questo ulteriori lesioni che, unitamente alle ferite causate dai proiettili si è reso necessario il trasporto d’urgenza presso il reparto di terapia intensiva del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria.

Gli agenti del Commissariato di Gioia Tauro hanno iniziato immediatamente le ricerche dell’autore del gesto che braccato per tutta la cittadina ha poi deciso di consegnarsi spontaneamente presso gli Uffici del presidio cittadino della Polizia di Stato, consegnando l’arma con la quale aveva commesso l’insano gesto, risultata essere una pistola calibro 9 con matricola abrasa.

Il presunto autore è stato così tratto in arresto con l’accusa di tentato omicidio e porto abusivo di arma clandestina.

La vittima a seguito delle lesioni riportate è stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico e successivamente trattenuta presso il reparto di terapia intensiva del nosocomio reggino. Indagini sono in corso per accertare il movente del gesto.

FSB: “L’Ucraina addestra miliziani islamici in Medio Oriente”

Il direttore dei servizi di sicurezza interni russi (Fsb) Alexander Bortnikov ha dichiarato che i servizi segreti dell’Ucraina hanno contribuito all’attentato terroristico di Mosca che è stato perpetrato da islamisti radicali. Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti.

Bortnikov ha accusato l’Ucraina di addestrare miliziani islamisti in Medio Oriente. Secondo Bortnikov, citato dalla Tass, ciò è evidenziato dal gran numero di stranieri che combattono con le forze di Kiev. “Sono nazionalisti, mercenari, islamisti che il Paese porta a combattere contro la Russia”, ha aggiunto il capo dell’Fsb, senza fare riferimento diretto ai 4 arrestati per l’attentato a Mosca ma sottolineando che rappresentanti ucraini hanno visitato le basi di terroristi in Medio Oriente.

Bortnikov ha detto che gli attentatori del Crocus City Hall sono stati “addestrati da Kiev in Medio Oriente”. E che i risultati preliminari dell’inchiesta indicano un coinvolgimento degli Usa e della Gran Bretagna nell’attacco a Mosca.

Il capo dell’intelligence russa Bortnikov, ha affermato inoltre che l’attacco terroristico al teatro Crocus “è stato preparato da islamici radicali con il sostegno dei servizi segreti dell’Occidente e dell’Ucraina”.

La Russia risponderà con misure di rappresaglia all’attacco dei terroristi al Crocus City Hall di Mosca, ha aggiunto Bortnikov, citato dalla Tass. Bortnikov spiega che il capo dei servizi segreti militari ucraini, Kirylo Budanov, “è un obiettivo legittimo per le forze militari russe, così come ognuno che perpetra crimini contro la Russia”.

L’Ucraina si preparava ad accogliere “come eroi” i terroristi che hanno compiuto l’attacco al Crocus City Hall di Mosca, ha detto Bortnikov, citato dalla Tass.

“Le ipotesi della Russia di un legame con l’Ucraina per quanto riguarda l’attentato a Mosca sono ridicole”, secondo una fonte diplomatica occidentale all’agenzia di stampa Ansa. “Non è stata presentata alcuna prova: si tratta di un altro esempio della disinformazione del Cremlino”, precisa.

Tuttavia, le informazioni preliminari raccolte dagli interrogatori degli arrestati “confermano la pista ucraina” nell’attacco di venerdì al Crocus City Hall di Mosca, afferma dal canto suo anche il servizio di sicurezza interno Fsb, citato dall’agenzia Ria Novosti.

La Corte di Mosca che si occupa della strage al Crocus City Hall ha tramutato in arresto il fermo di un ottavo sospetto nell’attacco. Si tratta di Alisher Kasimov, originario del Kirghizistan ma cittadino russo. L’uomo è accusato di avere affittato un appartamento ai presunti terroristi, ma lui ha detto di averlo fatto senza sapere di chi si trattasse.

Tre giorni dopo la strage Vladimir Putin è tornato ieri a rivolgersi ai russi, e al mondo intero, per dire che l’attacco al Crocus City Hall è stato compiuto da “islamici radicali”. Ma allo stesso tempo ha rilanciato i sospetti su Kiev, affermando che l’inchiesta dovrà appurare “chi è il mandante” della strage. “Dobbiamo rispondere alla domanda perché i terroristi cercavano di andare in Ucraina e chi li aspettava là”, ha affermato il presidente in un incontro con i suoi collaboratori sulle misure da adottare dopo l’attentato, il cui bilancio è salito a 139 morti, mentre un centinaio di feriti rimangono ricoverati in ospedale.

L’attacco è stata “un atto di intimidazione alla Russia e sorge la domanda chi beneficia di questo”, ha aggiunto, accusando gli Stati Uniti di “cercare di convincere tutti” che Kiev non ha avuto alcun ruolo nella strage. Per poi ordinare ai suoi di riferirgli costantemente di come procedono le indagini sui terroristi arrestati, ma anche sui loro “mandanti”.

E’ ancora presto per parlare di quale sarà la reazione della Russia se sarà provata la partecipazione dell’Ucraina nell’attacco di venerdì al Crocus City Hall di Mosca, ha detto alla Tass il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “Un’inchiesta è in corso, non sarebbe corretto fare speculazioni ipotetiche in questo momento”, ha detto il portavoce.

Gaza, 18 morti per raggiungere aiuti umanitari. Hamas: “Basta lanci da cielo”

Continua il dramma degli aiuti umanitari a Gaza. Oggi, 26 marzo, 18 palestinesi sono morti a seguito del lancio di aiuti paracadutati lungo la costa dell’enclave. Secondo le autorità della Striscia, sei persone sono morte “nella calca” di cittadini affollati per ottenere aiuti e 12 persone sono annegate nel tentativo di raggiungere i carichi al largo delle coste del nord di Gaza dopo che decine di persone si sono buttate in acqua per recuperare le casse. Un dato confermato anche dalla Cnn che parla di almeno 12 annegati nel tentativo di raggiungere gli aiuti alimentari finiti in mare, a largo della spiaggia di Beit Lahia.

Secondo un testimone sentito dall’emittente, gli aiuti sono caduti a circa un chilometro dalla costa e “molti uomini che non sapevano nuotare sono annegati” mentre cercavano di ripescarli. Le immagini viste dalla Cnn mostrano centinaia di palestinesi che si precipitano verso il luogo dove erano stati paracadutati gli aiuti, con alcuni che si buttano in mare. In immagini successive si vedono diversi corpi sulla spiaggia, con alcuni che cercano di rianimarli.

Al momento non è chiaro quale sia il Paese coinvolto in questo lancio aereo. Dopo la strage di civili in attesa dei camion di aiuti umanitari a Gaza lo scorso 29 febbraio, diversi Paesi hanno iniziato a paracadutare aiuti nel territorio palestinese. Aiuti dal cielo sono stati lanciati da Egitto, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Singapore e una missione congiunta Giordania-Emirati Arabi Uniti.

Hamas: “Basta lanci di aiuti dal cielo, sono offensivi”
Ma il metodo si sta rivelando difficile e pericoloso, oltre che insufficiente per soddisfare gli enormi bisogni della popolazione. Già all’inizio di marzo almeno cinque persone sono morte schiacciate dopo essere state colpite dai pacchi lanciati via aerea alla popolazione. Il paracadute infatti non si è aperto, facendo cadere gli scatoloni sulle persone che si stavano radunando in gran numero per prendere i pacchi. “Le operazioni di invio dagli aerei sono diventate un vero pericolo per la vita della popolazione”, ha lamentato l’ufficio stampa dell’Autorità della Striscia.

Hamas chiede di smettere di paracadutare aiuti alimentari dal cielo sul nord della Striscia di Gaza. “Chiediamo la fine delle operazioni di lancio degli aiuti in questo modo offensivo, sbagliato, inappropriato e inutile”, ha affermato il governo di Hamas a Gaza, citato dalla Cnn.

Intelligence russa: “Attentato preparato col supporto dei servizi dell’Occidente e dell’Ucraina”

“I servizi segreti occidentali e ucraini hanno contribuito alla preparazione dell’attacco terroristico al municipio di Crocus” nel quale sono morte almeno 139 persone. Lo ha detto il direttore il direttore del Servizio federale di sicurezza della Federazione Russa (FSB) Alexander Bortnikov, citato da RT.

“Crediamo che l’azione sia stata preparata sia dagli stessi islamici radicali che, naturalmente, dai servizi segreti occidentali. E i servizi speciali ucraini hanno un collegamento diretto con questo”, ha detto oggi Bortnikov rispondendo alle domande dei giornalisti.

Secondo il capo dell’intelligence russa Fsb, “l’interesse degli organizzatori dell’attacco terroristico era quello di scuotere la situazione all’interno del paese e creare il panico”. Il capo del dipartimento ha confermato ancora una volta che “il gruppo di terroristi intendeva recarsi in Ucraina”.

Bortnikov ha anche osservato che ci sono molte informazioni nello spazio pubblico, da cui ne consegue che “l’Occidente e l’Ucraina stanno cercando di causare il massimo danno alla Russia con ogni mezzo”.

“Non funziona sulla linea di contatto in combattimento, quindi cosa bisogna fare e dove sul territorio del nostro paese? Questi sono attacchi di droni, questi sono attacchi di imbarcazioni senza pilota sul Mar Nero, questi sono l’ingresso di gruppi di sabotaggio e strutture terroristiche nel nostro territorio”, ha affermato.

Secondo il direttore dell’FSB, “la mente dell’attacco terroristico non è stata ancora identificata, ma si sta lavorando in questa direzione”. Bortnikov ha sottolineato che le forze di sicurezza russe sanno chi ha organizzato questo processo, chi ha reclutato e assegnato compiti specifici.

Ucraina, Zelensky silura il Consigliere per la sicurezza nazionale

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha destituito Oleksiy Danilov dall’incarico di Consigliere per la sicurezza nazionale. Il decreto è stato pubblicato dal suo ufficio, come riferiscono Ukrainska Pravda e Ukrinform. Al posto di Danilov, Zelensky ha nominato Oleksandr Litvinenko, fino ad oggi capo dell’intelligence per l’estero (una sorta di Cia, ndr).

Al posto di Litvinenko il presidente Zelensky ha nominato Oleh Ivashchenko, finora vice capo dell’intelligence militare.

Maltratta e minaccia la madre per soldi, in carcere

I carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato un 44enne, già noto alle forze di polizia, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica, perché ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia ed estorsione aggravata ai danni della madre, vittima di reiterate minacce e violenze.

I militari, in particolare, dopo la denuncia della vittima, hanno effettuato indagini dalle quali sarebbe emerso che, più volte, l’anziana era stata costretta, mediante minacce, a corrispondergli varie somme di denaro anche per l’acquisto di sostanze stupefacenti.

NOTIZIE DALLA CALABRIA

ITALIA E MONDO