7 Ottobre 2024

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A Cosenza una targa per ricordare il genocidio degli armeni del 1915

L’Amministrazione comunale di Cosenza ha ricordato il genocidio degli armeni del 1915. E lo ha fatto collocando una targa “a perenne memoria di un milione e 500 mila martiri” e come “atto di sensibilità nei confronti della comunità armena calabrese e cosentina”.

“Un gesto simbolico, ma importante – ha affermato il sindaco della città Franz Caruso in occasione della cerimonia – e che, nel ricordare quel genocidio compiuto durante la prima guerra mondiale, deve riaccendere i riflettori su una pagina di storia che non dovrà mai più ritornare.

Chi non ha storia non ha futuro. E la storia serve a diffondere nelle nuove generazioni la cultura della non violenza”. Alla cerimonia, presenti rappresentanti istituzionali, politici e studenti delle scuola cittadine, ha partecipato l’ambasciatrice plenipotenziaria dell’Armenia, Tsovinar Hambardzumy.

“Non è casuale – ha detto ancora il sindaco – aver scelto piazza Cappello per la cerimonia di oggi, perché questa piazza, dove siamo cresciuti, porta il nome di Paolo Cappello, un martire del fascismo, un socialista vittima dello squadrismo fascista. E come, durante la seconda guerra mondiale, la dittatura fascista affiancò il nazifascismo che si rese responsabile del genocidio contro gli ebrei, nella prima guerra mondiale si consumò, ad opera dei turchi, il genocidio nel quale persero la vita circa un milione e mezzo di armeni”.

“La storia serve a ricordare – ha sostenuto ancora Caruso – cosa il Novecento ha rappresentato. Essere qui oggi significa avere l’opportunità di conoscere una parte della storia, molto negativa, contro la quale noi ci schieriamo per perseguire la pace e dimostrare una volta di più la nostra contrarietà ad ogni forma di violenza”.

L’ambasciatrice Hambardzumy, ha espresso apprezzamento per l’iniziativa e ha sottolineato come “la collocazione della targa commemorativa per noi armeni, ma anche per tutto il mondo, non solo onora la memoria delle vittime del genocidio, ma ha anche lo scopo di impedire e prevenire il ripetersi di ulteriori crimini contro l’umanità”.

Da Israele bombardamenti su Rafah, almeno 15 morti

Secondo rapporti palestinesi, ripresi da Ynet, “veicoli blindati delle Idf hanno attraversato la recinzione di confine nell’area di Kerem Shalom e stanno avanzando nei quartieri a est della periferia di Rafah”.

Secondo le stesse fonti ci sono “spari di carri armati e bombardamenti di artiglieria di tanto in tanto nella zona”. L’Idf ha confermato di aver preso il controllo del valico di Rafah sul lato di Gaza.

Secondo quanto riferisce Al Jazeera, tre persone sono state uccise in un attacco aereo israeliano contro una casa appartenente alla famiglia al-Darbi a ovest della città di Rafah, e le tre vittime si aggiungono alle almeno altre 12 persone che sono state uccise in vari attacchi su Rafah stanotte “mentre l’esercito israeliano intensifica il bombardamento della città nel sud di Gaza”.

Israele ha negato alle Nazioni Unite l’accesso al valico di Rafah nella Striscia di Gaza: lo ha reso noto un portavoce dell’Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha). “Al momento non abbiamo alcuna presenza fisica al valico di Rafah perché il Cogat (l’ente israeliano di governo dei Territori palestinesi, ndr) ci ha rifiutato l’accesso a quest’area”, che è il principale punto di passaggio per gli aiuti umanitari, ha affermato Jens Laerke nel corso di una conferenza stampa a Ginevra.

Ad assumere il controllo questa mattina del lato di Gaza del valico di Rafah sono state le forze della 410/esima Brigata israeliana. Secondo i dati dell’Idf – riportati dai media – circa 20 miliziani armati sono stati uccisi e i soldati hanno localizzato tre “significativi” imbocchi di tunnel.

L’Egitto ha interrotto l’operatività del terminal al valico di Rafah anche dal lato egiziano. Una fonte della sicurezza della Rafah egiziana ha rivelato che il traffico al valico oggi è stato completamente bloccato in entrambe le direzioni “finché le forze israeliane non lo lasceranno”, sottolineando che il varco ha sempre funzionato dal 12 ottobre per l’invio di aiuti e squadre di soccorso medico e l’ingresso in Egitto di feriti con accompagnatori, stranieri e persone con doppia nazionalità.

Il capo della Mezzaluna Rossa egiziana nel Nord Sinai, Khaled Zayed, ha confermato che il flusso degli aiuti verso la Striscia di Gaza è stato completamente interrotto, sia dal valico di Rafah che da Kerem Shalom. “Ci aspettiamo di sapere nei prossimi giorni come gli aiuti entreranno nella Striscia di Gaza alla luce dell’occupazione israeliana”.

Corruzione: arrestato Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, del centrodestra, è stato arrestato e posto ai domiciliari dalla Guardia di finanza con l’accusa di corruzione. L’arresto, è stato operato nell’ambito di una inchiesta della Procura di Genova validata dal giudice, in cui sono coinvolte altre persone. Toti è accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio. Avrebbe accettato presunte offerte di denaro per accelerare pratiche.

Misure anche nei confronti di Paolo Emilio Signorini, già presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, in carcere con l’accusa di corruzione. Arresti domiciliari per Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti, accusato di “corruzione elettorale” aggravata dall’agevolazione mafiosa, in particolare “al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova.

Stessa accusa per Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, rappresentanti della comunità riesina di Genova, per i quali è stato disposto l’obbligo di dimora nel Comune di Boltiere, e per Venanzio Maurici, per i quali il gip ha disposto l’obbligo di firma.

In particolare, in occasione delle elezioni regionali del 20 e 21 settembre 2020 avrebbero promesso posti di lavoro e il cambio di un alloggio di edilizia popolare per convogliare i voti degli appartenenti alla comunità riesina di Genova (almeno 400 preferenze) e dei siciliani verso la lista ‘Cambiamo con Toti Presidente’, e verso l’indagato Stefano Anzalone ed alcuni altri candidati della lista.

Venanzio Maurici, come elettore e referente ‘genovese’ del clan Cammarata del Mandamento di Riesi, in occasione delle regionali, per dare il proprio voto alla lista ‘Cambiamo con Toti Presidente’, avrebbe accettato la promessa di un posto di lavoro in favore del compagno convivente della figlia.

Ai domiciliari anche Aldo Spinelli, imprenditore nel settore logistico ed immobiliare, accusato di corruzione nei confronti di Signorini e del presidente Toti.

Per Roberto Spinelli, imprenditore nel settore logistico ed immobiliare, anche lui accusato di corruzione nei confronti del governatore della Liguria, il gip ha disposto la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale. Misure interdittive anche per gli imprenditori Mauro Vianello, del Porto di Genova, accusato di corruzione nei confronti di Signorini e per Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, accusato di corruzione nei confronti del presidente della Regione Liguria.

Nei confronti di Signorini e di Aldo Spinelli e Roberto Spinelli il gip ha inoltre disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per un importo complessivo di oltre 570 mila euro, ritenuti profitto dei reati di corruzione contestati.

La Commissione parlamentare Antimafia, presieduta da Chiara Colosimo, ha chiesto gli atti dell’inchiesta di Genova. Nelle ultime settimane la Commissione si è mossa nello stesso modo anche per altre inchieste su presunta corruzione o presunto voto di scambio.

A Toti promessi soldi per sbloccare supermercati Esselunga
Toti e il suo capo di Gabinetto Cozzani sono accusati dalla Dda di Genova di aver accettato la promessa di Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, di un finanziamento illecito rappresentato dal pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo per la campagna elettorale comunale del giugno 2022 a fronte dell’impegno di sbloccare due pratiche di Esselunga pendenti in Regione relative alla apertura di due punti vendita rispettivamente a Sestri Ponente e Savona.

Nell’ambito dell’inchiesta, la procura di Genova contesta a Toti di avere accettato da Aldo Spinelli e Roberto Spinelli promesse di vari finanziamenti e ricevuto complessivamente 74.100 euro, erogati tra dicembre 2021 e marzo 2023, per ‘trovare una soluzione’ per la trasformazione della spiaggia libera di Punta Dell’Olmo da “libera” a “privata”, agevolare l’ter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo di interesse di Aldo Spinelli e Roberto Spinelli e pendente presso gli uffici regionali, velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse alla Terminal Rinfuse Genova srl (controllata al 55% dalla Spinelli srl) pendente al Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale e approvata nel dicembre 2021. Toti si sarebbe inoltre mosso per assegnare a Spinelli gli spazi portuali ex Carbonile Itar e Carbonile Levante (assegnazione avvenuta nel giugno e dicembre 2022, per assegnare a Spinelli un’area demaniale in uso al concessionario Società Autostrade (Aspi).

Fra le accuse, inoltre, anche quella di voler agevolare l’imprenditore nella pratica del ‘tombamento’ di Calata Concenter, approvata dal Comitato di Gestione nel luglio 2022.

Secondo l’accusa – spiega una nota degli inquirenti – al Presidente della Regione Liguria si contesta di avere accettato da Aldo Spinelli e Roberto Spinelli le promesse di vari finanziamenti e ricevuto complessivamente 74.100 euro (40.000 euro erogati in data 8.12.21 e 9.12.21 al COMITATO GIOVANNI TOTI; ulteriori 15.000 euro erogati in data 25.5.22 sempre al COMITATO GIOVANNI TOTI; ulteriori 15.000 euro erogati in data 8.9.22 sempre al COMITATO GIOVANNI TOTI; e 4.100 euro erogati in data 10.3.23 quale partecipazione alla cena elettorale del 10.3.23 per Giovanni Toti) a fronte dell’impegno di “trovare una soluzione” per la trasformazione della spiaggia libera di Punta Dell’Olmo da “libera” a “privata”.

Inoltre avrebbe dovuto agevolare l’ter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo di interesse di Aldo Spinelli e Roberto Spinelli e pendente presso gli uffici regionali; di velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse alla TERMINAL RINFUSE GENOVA S.r.l. (controllata al 55% dalla SPINELLI S.r.l.) pendente innanzi al Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, approvata il 2.12.2021; di assegnare a Spinelli gli spazi portuali ex Carbonile ITAR e Carbonile Levante (assegnazione avvenuta rispettivamente in data 7.6.22 e in data 19.12.22); di assegnare a Spinelli un’area demaniale in uso al concessionario Società Autostrade (ASPI).

Sempre Toti – secondo l’ipotesi di accusa- avrebbe agevolato l’imprenditore nella pratica del “tombamento” di Calata Concenter (approvata dal Comitato di Gestione in data 29.7.2022).
Al Presidente della Regione Liguria ed a Matteo Cozzani (capo di gabinetto del Presidente della Regione Liguria) viene contestato di aver accettato la promessa di Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di ESSELUNGA S.p.A.) di un finanziamento illecito rappresentato dal pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla TERRAZZA COLOMBO per la campagna elettorale comunale del 12.6.2022, a fronte dell’impegno di sbloccare due pratiche di ESSELUNGA pendenti in Regione relative alla apertura di due punti vendita rispettivamente a Sestri Ponente e Savona.

A Paolo Emilio Signorini, in qualità di Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, viene contestato di avere accettato da Aldo Spinelli utilità ed altre promesse di utilità a fronte dell’impegno – di accelerare la calendarizzazione della pratica in Comitato di Gestione (da lui presieduto) di rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse alla TERMINAL RINFUSE GENOVA S.r.l. (controllata al 55% dalla SPINELLI S.r.l.) e per aver rinnovato la suddetta concessione per trent’anni, – di favorire Aldo Spinelli nella concessione di ulteriori spazi portuali nei rimanenti tre anni del suo mandato presso l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, e in particolare nella concessione delle aree Enel (ex
Carbonile) e nella pratica del “tombamento” di Calata Concenter; di consentire ad Aldo Spinelli un’occupazione abusiva dell’area dell’ex Carbonile lato levante Nord e Sud in
assenza di un titolo legittimante.

Nota Esselunga
‘Esselunga dichiara che il proprio management ha sempre agito correttamente ed esprime fiducia nell’operato della magistratura auspicando che si faccia tempestivamente chiarezza sui fatti”. Così in una nota il gruppo della grande distribuzione organizzata sull’inchiesta della procura di Genova.

Russia, Putin giura per il quinto mandato: “Periodo difficile ma diventeremo più forti”

Il presidente russo Vladimir Putin ha prestato giuramento ed è entrato ufficialmente nuovamente in carica per un quinto mandato di sei anni. Lo ha annunciato il presidente della Corte costituzionale Valery Zorkin. I primi due mandati come presidente sono durati quattro anni, ma dopo le modifiche apportate alla Costituzione russa il mandato è stato esteso a 6 anni.

E’ “un periodo difficile” quello che sta attraversando la Russia, ma “insieme lo attraverseremo con dignità e diventeremo ancora più forti”, ha dichiarato il presidente russo nel suo discorso di insediamento al Cremlino. “Supereremo tutti gli ostacoli e daremo vita a tutti i nostri progetti”, ha aggiunto Putin, affermando che “guardiamo avanti con fiducia, pianifichiamo il nostro futuro, stiamo già realizzando nuovi progetti per renderci ancora più dinamici, ancora più potenti”.

Putin si è poi detto favorevole a “un dialogo con gli Stati occidentali”, ma che sia “alla pari”. “Noi non rifiutiamo il dialogo con gli Stati occidentali”, anzi “siamo stati e saremo aperti a rafforzare buone relazioni con tutti i paesi che vedono nella Russia un partner affidabile e onesto”, ha affermato.

Per quanto riguarda i paesi occidentali “la scelta è loro” e “un dialogo, anche su questioni di sicurezza e stabilità strategica, è possibile”. Ma a condizione che questo dialogo non sia condotto “da una posizione di forza”, ma “senza alcuna arroganza, presunzione ed esclusività personale, ma solo ad armi pari, nel rispetto degli interessi reciproci”. Putin ha invece parlato di dialogo non possibile se i Paesi occidentali “intendono continuare a cercare di frenare lo sviluppo della Russia, continuare la politica di aggressione”.

Secondo la Commissione elettorale centrale russa, alle elezioni del 15-17 marzo scorsi Putin ha ottenuto l’87,28% dei voti. L’attuale mandato di Putin terminerà quindi il 7 maggio 2030.

In Cina primo viaggio all’estero
Sarà in Cina la prima visita all’estero di Vladimir Putin dopo il suo insediamento, ha reso noto il consigliere per la politica estera, Yusi Ushakov, precisando che le date del viaggio saranno annunciate a breve. In seguito, Putin si recherà in Turchia. “Lo abbiamo promesso ai cinesi. Loro lo hanno proposto. E’ una sorta di risposta alla prima visita ufficiale di Xi Jinping lo scorso anno dopo la sua elezione”, ha spiegato Ushakov.

Strage di operai a Palermo, 5 morti per esalazioni tossiche

Succede tutto in pochi attimi. All’improvviso, a Casteldaccia (Palermo), i tre operai che si trovano nella vasca interrata dell’impianto di sollevamento delle acque reflue dell’Azienda municipale acquedotti (Amap) non riescono più a respirare. Sono intossicati. Restano intrappolati dalle esalazioni di idrogeno di solforato mentre stanno eseguendo dei lavori di manutenzione. Danno l’allarme. Altri due colleghi entrano nella vasca di acque reflue, ma restano intrappolati anche loro.

Un sesto scende nella vasca per dare una mano, ma perde i sensi anche lui. Il bilancio è tragico: cinque morti e il sesto operaio in coma profondo. E’ accaduto sulla Strada Statale , a poca distanza dalla casa vitivincola Corvo di Salaparuta, che però è estranea a quanto accaduto. Le vittime erano Epifanio Assazia, 71 anni, il contitolare della ditta Quadrifoglio group srl di Partinico, che stava eseguendo i lavori in appalto, Giuseppe Miraglia, Roberto Raneri, di 50 anni, Ignazio Giordano, di 59 anni e Giuseppe La Barbera.

“Niente maschere accanto agli operai”
Quando sono stati soccorsi nessuno di loro indossava la maschera di protezione, prevista dalle norme. Come conferma all’Adnkronos il Comandante provinciale dei vigili del fuoco di Palermo Girolamo Bentivoglio Fiandra, arrivato subito sul luogo della tragedia. “Non abbiamo trovato le maschere accanto agli operai… Probabilmente, se fossero state prese tutte le precauzioni del caso tutto questo non sarebbe successo”. Bentivoglio ha confermato che a uccidere gli operai sono state le esalazioni di idrogeno solforato. Lo stesso Comandante ha anche escluso una voce che era circolata nel pomeriggio: “Non c’è stato alcun crollo o cedimento delle fognature”. Intanto, la Procura di Termini Imerese (Palermo) ha aperto una inchiesta, coordinata da Ambrogio Cartosio, venuto sul luogo della tragedia. Sono quattro, in tutto, gli operai sopravvissuti alla tragedia di Casteldaccia. Un operaio della società Quadrifoglio group è ricoverato in ospedale in terapia intensiva al Policlinico di Palermo. Si tratta Domenico Viola, di 62 anni, di Partinico. E’ in coma. Gli altri tre sono in buone condizioni.

Nei pressi della vasca di reflui, cammina su e giù l’unico sopravvissuto che sta bene. Si chiama Giovanni D’Aleo e lavora per l’Amap. Indossa la tuta gialla fosforescente dell’azienda. Non ha molta voglia di parlare. “All’improvviso ho sentito i miei colleghi che gridavano, e ho dato subito l’allarme. Mi sento un miracolato”, dice all’Adnkronos. “Sono sotto choc. Non voglio dire altro”. Il giovane è stato anche sentito dalla Polizia ed entro stasera la sua deposizione verrà formalizzata al Commissariato di Bagheria (Palermo).

Il dolore delle famiglie, il cordoglio
Intanto, nel pomeriggio arrivano alla spicciolata, accompagnati dalle forze dell’ordine, i familiari delle vittime dell’incidente sul lavoro. La zona è presidiata da carabinieri e polizia. Piangono, urlano i nomi dei propri cari, si abbracciano. Cercano risposte, che non arrivano. “Come è potuto succedere?”, continuano a dire.

Gli operai sono arrivati ieri mattina, intorno alle undici, per seguire i lavori lungo la strada statale 113. Lavori decisi dopo le segnalazioni su alcune presunte anomalie della rete fognaria, vicino a un albergo. Per eseguire i lavori l’Amap ha incaricato la ditta Quadrifoglio Group per ogni attività di verifica del tratto fognario in questione. I lavori, che prevedevano la messa in quota dei pozzetti e la disostruzione con ausilio di autospurgo, sono stati avviati il 29 aprile e sono proseguiti sino ad oggi. “Desidero esprimere il più sincero cordoglio alle famiglie dei lavoratori coinvolti in questa tragedia”, dice Alessandro Di Martino, amministratore unico di Amap, arrivato sul luogo del disastro.

Le indagini in corso
Nel pomeriggio sono andati anche il Prefetto di Palermo Massimo Mariani, il questore Maurizio Calvino e il sindaco di Palermo Roberto Lagalla e di Casteldaccia Giovanni Di Giacinto. “C’è una attività di indagine in corso ed è giusto che l’autorità giudiziaria faccia il suo lavoro. Sono venuto qui perché si tratta di un evento tragico che colpisce le famiglie delle vittime – dice il Prefetto-. In questo momento non possiamo che esprimere il nostro dolore. Dobbiamo fare di più e meglio per evitare che si ripetano queste terribili tragedie”. Mentre il sindaco Lagalla dice: “Una tragedia le cui cause sono nelle mani di chi ha il compito di indagare per accertare eventuali responsabilità. La comunità non può che unirsi al pianto che sempre più frequentemente coinvolge la nostra nazione. Speriamo che sia una spirale che possa essere fermata e certamente il tema delle morti sul lavoro diventa sempre più tragico e sempre più vicino a ciascuno di noi”.

Intanto per oggi i sindacati hanno annunciato uno sciopero generale di 4 ore e di 8 ore per gli edili nella provincia di Palermo. Lo ha annunciato Piero Ceraulo, segretario degli edili della Cgil di Palermo che insieme ad altri dirigenti sindacali è a Casteldaccia dopo la morte dei 5 operai. È previsto un presidio davanti la Prefettura alle 9. (Adnkronos)

Astrazeneca ritira il suo vaccino in Ue dopo causa milionaria in GB

Il vaccino anti-Covid di AstraZeneca “in casi molto rari può causare Tts”, la cosiddetta ‘sindrome da trombosi con trombocitopenia’, caratterizzata da coaguli di sangue e bassi livelli ematici di piastrine.

Lo ha ammesso per la prima volta il gruppo farmaceutico anglo-svedese, nell’ambito di una causa collettiva nel Regno Unito. La notizia, diffusa dal ‘Telegraph’, rimbalza sui media britannici. AstraZeneca ha annunciato di aver avviato il ritiro mondiale del suo vaccino contro il Covid-19.

L’azienda farmaceutica ha aggiunto che procederà al ritiro delle autorizzazioni all’immissione in commercio del Vaxzevria in Europa e poi nel mondo.

“Il meccanismo causale” con cui il vaccino può provocare Tts “non è noto”, ha precisato l’azienda nei documenti legali depositati in febbraio. “La Tts – ha puntualizzato inoltre AstraZeneca – può verificarsi anche in assenza della somministrazione del vaccino. Il nesso di causalità in ogni singolo caso sarà oggetto di prove da parte di esperti”, ha aggiunto la società.

Il vaccino Covid-19 di AstraZeneca, Covishield* – ricorda l”Independent’ – è stato sviluppato dal colosso anglo-svedese in collaborazione con l’università di Oxford e prodotto dal Serum Institute of India. E’ stato largamente somministrato in oltre 150 Paesi, tra cui Gran Bretagna e India. Alcuni studi condotti durante la pandemia avevano indicato per il vaccino un’efficacia anti-Covid del 60-80%, ma in alcune persone che avevano ricevuto l’iniezione sono stati segnalati casi di trombosi anche potenzialmente fatali.

Causa milionaria contro l’azienda
I cittadini che in Uk hanno intentato la causa collettiva contro AstraZeneca sostengono che il vaccino Covishield ha provocato morti e lesioni gravi, chiedendo danni fino a 100 milioni di sterline per risarcire circa 50 vittime. Uno dei denuncianti ha riferito che il vaccino gli ha causato una lesione permanente al cervello, successiva a un evento trombotico, che gli ha impedito di lavorare. Pur contestando l’accusa, in uno dei documenti giudiziari depositati AstraZeneca ha riconosciuto che il vaccino può causare Tts in casi molto rari. Finora, invece, il gruppo farmaceutico aveva sempre tenuto il punto. Anche nel 2023, riporta sempre l’Independent, insisteva nel non accettare l’affermazione generale secondo cui la Tts è provocata dal vaccino.

La conferma dell’Oms
L’Organizzazione mondiale della sanità, rammenta l’Independent, ha confermato che “dopo la vaccinazione con Covishield è stato segnalato un evento avverso molto raro chiamato trombosi con trombocitopenia, che comporta eventi insoliti e gravi di coagulazione del sangue associati a una bassa conta piastrinica”. Secondo il Council for International Organizations of Medical Sciences, si definiscono effetti collaterali molto rari quelli segnalati in meno di 1 caso su 10mila. Per l’Oms, comunque, “nei Paesi con trasmissione Sars-CoV-2 in corso il beneficio della vaccinazione nella protezione contro Covid-19 supera di gran lunga i rischi”.

La posizione di Astrazeneca
“Dall’insieme delle evidenze raccolte negli studi clinici e dai dati del mondo reale, è stato continuamente dimostrato che il vaccino” anti-Covid “AstraZeneca-Oxford ha un profilo di sicurezza accettabile e gli enti regolatori di tutto il mondo affermano costantemente che i benefici della vaccinazione superano i rischi di effetti collaterali potenzialmente estremamente rari”. Lo precisa un portavoce del gruppo farmaceutico.

“La nostra solidarietà – aggiunge AstraZeneca – va a chiunque abbia perso i propri cari o abbia riportato problemi di salute. La sicurezza dei pazienti è la nostra massima priorità e le autorità regolatorie hanno standard chiari e rigorosi per garantire l’impiego sicuro di tutti i farmaci, compresi i vaccini”.

Le informazioni di prodotto relative al vaccino AstraZeneca-Oxford – disponibili al pubblico – sono state aggiornate nell’aprile 2021 con l’approvazione dell’agenzia del farmaco britannica Mhra, includendo l’eventualità che il vaccino possa, in casi molto rari, di essere un fattore scatenante di Tts.

Incidente tra un’auto e 3 moto, un morto e due feriti

ambulanza

È di un morto e due feriti il bilancio di un grave incidente nel territorio della Sila, in provincia di Cosenza.

A scontrarsi tra loro un’autovettura e tre moto che facevano parte di un gruppo in gita motociclistica. Il sinistro è avvenuto sulla strada statale 108 Bis “Silana di Cariati”, località Mellaro, nel comune di Casali del Manco.

La vittima si chiamava Frank Melina, 36enne originario di Settingiano. Due i feriti nello scontro. Non verserebbero in pericolo di vita.

Sul posto sono intervenuti il 118, le Forze dell’ordine per i rilievi, nonché personale Anas per consentire il ripristino della circolazione nel più breve tempo possibile.

Il conducente dell’automobile è stato arrestato perché trovato positivo all’alcool test. Posto ai domiciliari, dovrà rispondere di omicidio stradale.

Scontro tra auto e moto, una vittima e un ferito grave

Una donna è morta ed un motociclista è rimasto gravemente ferito in un incidente accaduto in mattinata sulla statale 106 a Reggio Calabria.

La vittima, Gabriella Laganà, di 76 anni, era a bordo della sua auto, una Land Rover, e secondo le prime ricostruzioni, si stava immettendo sulla statale quando, per cause da accertare, si è scontrata con una moto.

Nell’urto la donna ha perso la vita mentre il centauro, soccorso dai medici del 118, è stato portato nell’ospedale di Reggio Calabria in gravi condizioni.

Per estrarre il corpo della donna dall’auto sono intervenuti i vigili del fuoco. Sul posto anche carabinieri, polizia e polizia municipale per ricostruire la dinamica dell’incidente.

Esplosione in una stazione di servizio, due operai in gravi condizioni

Due operai sono rimasti gravemente feriti a causa di un’esplosione avvenuta nel primo pomeriggio di mercoledì in un’area di servizio di carburanti sulla statale 106, località Poggio Pudano, alla periferia sud di Crotone.

L’esplosione si è verificata in un locale interrato, dove sono alloggiate le pompe per l’erogazione del gas per autotrazione. I due feriti sono addetti alla manutenzione che stavano svolgendo lavori già programmati.

L’esplosione ha generato un incendio che ha investito i due operai. Sul posto è arrivato anche l’elisoccorso il cui rianimatore ha proceduto ad intubare nell’ambulanza del Suem 118 di Crotone il più grave dei feriti che è stato è poi trasferito con il mezzo aereo all’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro con gravi ustioni.

L’altro ferito è invece stato portato all’ospedale di Crotone con gravi ustioni a mani e braccia e si sta attendendo per procedere al trasferimento presso il centro grandi ustionati di Brindisi o Catania.

Sul posto i sanitari del 118, i vigili del fuoco del comando provinciale di Crotone e agenti della Polizia di stato. La strada statale 106 è stata chiusa al traffico per alcune ore per consentire l’atterraggio dell’eliambulanza sulla carreggiata.

Sono in corso indagini dei vigili del fuoco e della polizia per accertare le cause dell’incidente. Le due persone ferite sono in prognosi riservata.

Uomo in bici viene investito e ucciso, ricercato pirata della strada

bici pirata incidente
Archivio

Un uomo di 70 anni che era alla guida di una bicicletta è morta dopo essere stata investito da un’automobile il cui conducente si è allontanato e viene adesso ricercato dai carabinieri.

L’incidente si è verificato in una galleria lungo la statale 106 Ionica, nel territorio di Soverato. La vittima, di cui non sono state rese note al momento le generalità, era residente a Pisa.

La morte del settantenne è stata istantanea. Sul posto è intervenuta anche la polizia municipale di Soverato, insieme al personale sanitario del 118.

Mosca, arrestato il viceministro della Difesa russo. Avrebbe preso una tangente

Il viceministro della Difesa russo Timur Ivanov

Il vice ministro della Difesa russo Timur Ivanov è stato arrestato con l’accusa di corruzione. Lo riporta la Tass che cita il comitato investigativo russo. In manette è finito anche Sergei Borodin, che sarebbe in rapporti amichevoli con Ivanov. I due avrebbero accettato presunte tangenti in appalti del ministero.

L’arresto è avvenuto la sera del 23 aprile su ordine del tribunale di Basmanny, organo giudiziario che ha deciso la custodia preventiva dei due fino al prossimo 23 giugno.

“Con l’accusa di aver commesso un reato ai sensi della parte 6 dell’art. 290 del codice penale della Federazione Russa (tangenti), il viceministro della difesa della Federazione Russa Ivanov Timur Vadimovich è stato arrestato. Sono in corso le necessarie azioni investigative”, ha affermato in una nota il comitato investigativo russo.

Si presume che l’importo della tangente fosse di almeno un milione di rubli (circa 10mila euro). Ivanov rischia una condanna a 15 anni di carcere. Ivanov non ha ammesso le responsabilità contestate.

Il portavoce del presidente russo Dmitry Peskov ha detto che Vladimir Putin è stato informato dell’arresto del viceministro. Anche il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu è stato informato in anticipo.

Secondo Kommersant, Ivanov è stato arrestato dagli agenti del controspionaggio militare dell’FSB, che lo hanno portato agli investigatori dell’ufficio centrale del comitato investigativo.

Secondo gli inquirenti “si ritiene che Ivanov sia entrato in un’associazione a delinquere con terzi, si sia unito a loro in anticipo per commettere un crimine da parte di un gruppo organizzato – ricevendo su scala particolarmente ampia sotto forma di fornitura di servizi di natura patrimoniale durante l’appalto e il subappalto per le esigenze del Ministero della Difesa”, si legge nel comunicato del servizio stampa dei tribunali di giurisdizione generale della città di Mosca.

Interventi chirurgici indebiti, sequestrati nove milioni a clinica privata

All’interno di una clinica privata di Vibo Valentia venivano eseguite indebitamente interventi chirurgici di carattere ambulatoriale, anche in campo oculistico, in assenza, per questa specifica branca, sia dell’autorizzazione sanitaria per l’esercizio sia dell’accreditamento con l’Azienda sanitaria.

Con tale accusa, i finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro, coordinati dalla Procura di Vibo Valentia, hanno eseguito un provvedimento del Gip per il sequestro preventivo di oltre 9 milioni di euro nei confronti della clinica Villa dei Gerani di Vibo convenzionata con il Servizio sanitario regionale e, in subordine, dei due amministratori succedutisi nel corso degli anni, indagati per truffa ai danni della locale Azienda sanitaria provinciale.

Le indagini, condotte dagli specialisti del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro, hanno permesso di ipotizzare che la clinica, sebbene autorizzata e accreditata per l’esecuzione in convenzione di prestazioni in diverse discipline, dal 2012 al 2022, in seguito alla stipula con l’Asp di specifici contratti, avrebbe eseguito indebitamente gli interventi in campo oculistico.

Conseguentemente l’Asp sarebbe stata tratta in inganno nella stipula dei contratti dal possesso dei requisiti falsamente dichiarati dai rappresentanti della clinica e i contratti di affidamento delle prestazioni sanitarie avrebbero dato luogo a un ingiusto profitto, con conseguente danno per le casse pubbliche, per oltre 9 milioni di euro.

Secondo quanto accertato dalla Guardia di finanza, solo nel 2022 la clinica ha avanzato richiesta della specifica autorizzazione all’esercizio dell’attività sanitaria per la branca di oculistica e la relativa istruttoria amministrativa è tuttora in corso.

L’autorizzazione sanitaria è necessaria per esercitare l’attività medica, mentre l’accreditamento, ottenuto solo a seguito del comprovato possesso di ulteriori requisiti, consente di agire per conto del Sistema sanitario regionale.

Il Cdm scioglie il Consiglio comunale di Tropea per mafia

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi, alla luce degli accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata che compromettono il buon andamento dell’azione amministrativa, ai sensi dell’articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Tropea e l’affidamento della gestione del Comune, per 18 mesi, ad una Commissione straordinaria”. E’ quanto si legge nel comunicato finale del Cdm.

Rapine a tabaccheria di Reggio, fermate tre persone, tra cui 2 minori

Tre persone, due minori e un maggiorenne, sono stati fermati dalla Squadra mobile di Reggio Calabria perché ritenuti gli autori di due rapine, la prima commessa dai soli due minori e la seconda dal terzetto, ad una tabaccheria del centro città. I provvedimenti sono stati disposti dalla Procura ordinaria e dalla Procura per i minorenni.

In particolare nella prima azione delinquenziale, i due minori si sarebbero impossessati di 3.800 euro e diverse confezioni di sigarette elettroniche IQOS mentre nella seconda il bottino è stato di 2.900 euro.

Alla identificazione dei tre, gli investigatori sono giunti attraverso un’attività di indagine, coordinata dalle due Procure, che ha consentito, per entrambi gli episodi, di ricostruire tutto il percorso effettuato dai presunti responsabili sia prima che dopo la rapina.

Secondo quanto ricostruito gli autori, completamente travisati, avevano minacciato il titolare dell’esercizio facendosi consegnare le somme di denaro e i prodotti commerciali, per poi darsi, a piedi, alla fuga. Inoltre, in base a quanto ricostruito attraverso l’analisi delle immagini di numerosi impianti di video sorveglianza cittadini, i tre avevano dettagliatamente pianificato le rapine prevedendo lungo il percorso un cambio parziale di abiti allo scopo di rendere difficoltoso il loro riconoscimento da parte delle forze dell’ordine nelle fasi immediatamente seguenti al fatto e di eludere così anche la successiva loro identificazione.

In sede di convalida per il maggiorenne sono stati disposti gli arresti domiciliari mentre per gli altri due la custodia nell’Istituto penale per i minori.

Truffa sui crediti d’imposta Covid, eseguite 3 misure interdittive

I finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro, con il coordinamento della Procura della Repubblica, hanno eseguito tre misure interdittive della durata di un anno emesse dal gip del capoluogo calabrese nei confronti di tre soggetti, due imprenditori e un commercialista, accusati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari e di truffa aggravata per il conseguimento di pubbliche erogazioni.

La vicenda, per la quale sarebbero indagate in tutto nove persone, riguarda un presunto illecito sfruttamento dei vantaggi fiscali previsti per l’attuazione delle misure di contenimento della pandemia da Covid-19.

Per i due imprenditori, è stata disposta l’interdizione dall’attività imprenditoriale mentre per il professionista il divieto temporaneo di svolgere l’attività.

Contestualmente è stato eseguito il sequestro preventivo di oltre 2,7 milioni euro corrispondenti al valore di crediti di imposta ipotizzati come inesistenti e di ulteriori 765.000 euro quale illecito profitto dei reati contestati.

I provvedimenti, emessi su richiesta della Procura di Catanzaro, scaturiscono da un’attività di indagine svolta dal Nucleo provinciale di Polizia economica-finanziaria di Catanzaro che ha consentito di delineare la sussistenza di un’associazione a delinquere che, attraverso un articolato sistema di emissione di fatture per operazioni inesistenti, si sarebbe adoperata per acquisire, in modo fraudolento, crediti di imposta, a fronte di prestazioni mai effettuate di sanificazione e adeguamento dei locali commerciali in funzione anti-pandemica.

Crediti successivamente utilizzati in compensazione di debiti tributari da parte di alcune società riconducibili a uno degli associati o “monetizzati” attraverso la cessione a terzi in buona fede, fra cui Poste Italiane spa (per circa un milione di euro), traendo così in inganno l’Agenzia delle Entrate e causando un ingente danno per l’Erario.

Regionali in Basilicata, trionfa Bardi. Sconfitto l’asse PD-M5S

Vito Bardi ha vinto le elezioni regionali in Basilicata e si conferma governatore. Il candidato del centrodestra si è attestato attorno al 56%. Il candidato del centrosinistra e del Movimento 5 stelle, Piero Marrese, si ferma attorno al 42-43%: Marrese ha telefonato a Bardi per congratularsi della vittoria e della rielezione, come ha confermato lo stesso candidato del centrosinistra all’Adnkronos.

“In attesa di un dato più vicino a quello definitivo, si delinea a ogni modo una vittoria chiara della nostra coalizione”, il primo commento di Bardi, prima della successiva conferenza stampa. ”Dedico la mia vittoria a mia moglie e a tutti i lucani…”, afferma il governatore al Comitato elettorale. ”Ho avuto varie telefonate, certo mi ha chiamato la Meloni per congratularsi…”, dice. Seduti vicini a lui, la ministra per le Riforme, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli, il sindaco leghista di Potenza, Mario Guarente, Salvatore Caiata coordinatore regionale di Fratelli d’Italia.

”Ho fatto gli auguri a Bardi per l’elezione, dichiarando la disponibilità. Farò un’opposizione che sarà dura ma leale”, dice Marrese, parlando nel suo comitato elettorale a Potenza.

Meloni: “Vittoria del centrodestra”

“Vittoria del centrodestra e di tutta la coalizione in Basilicata, con Vito Bardi riconfermato Presidente della Regione”. Lo scrive in un tweet la premier Giorgia Meloni, commentando l’esito del voto in Basilicata. “Ringrazio di cuore tutti i cittadini che hanno voluto confermare il loro sostegno alle nostre politiche. La vostra fiducia è il motore che ci spinge avanti ogni giorno. I miei auguri di buon lavoro a Vito Bardi, alla giunta che si insedierà e ai consiglieri eletti. Avanti con impegno e determinazione”, conclude la Presidente del Consiglio.

Alle elezioni regionali ”in Basilicata ha vinto Vito Bardi. Ha vinto il candidato di Forza Italia. Ha vinto il centrodestra unito. Hanno vinto i lucani che hanno scelto di sostenere il nostro Buon Governo per altri 5 anni. Congratulazioni al Presidente Bardi e a tutti gli eletti in Consiglio Regionale”, scrive sui social Antonio Tajani, segretario nazionale di Forza Italia, postando una foto con Bardi.

L’affluenza

L’affluenza definitiva è stata del 49,80%. Per province: in quella di Potenza ha votato il 47,92% degli aventi diritto, in quella di Matera il 54,08%. Nelle due città capoluogo a Potenza l’affluenza ha raggiunto il 63,28%, mentre nella città di Matera il 55,60%. Nonostante sia basso e sotto il 50 per cento, il dato definitivo di quest’anno non è un record negativo. Il 17 e 18 novembre del 2013 l’affluenza fu ancora più bassa, 47,6 per cento. Furono elezioni anticipate dopo lo scandalo della rimborsopoli lucana.

Dopo l’Abruzzo, il centrodestra ‘conferma’ anche la Basilicata con Vito Bardi, voluto da Forza Italia, che guiderà la Regione per altri cinque anni.

Bardi è stato riconfermato con il 56,63%, pari a 153.088 voti. Mentre il candidato del centrosinistra Piero Marrese (Pd, Movimento 5 stelle, Basilicata casa comune, Basilicata unita, Avs-Europa verde-Sinistra italiana-Psi-La Basilicata possibile), ha ottenuto il 42,16%, pari a 113.979 voti. Il candidato Eustachio Follia (Volt) è all’1,21%, pari a 3.269 voti.

Il governatore uscente la spunta dunque per la seconda volta dopo le ultime elezioni del 2019 grazie sicuramente alla compattezza della coalizione e alla tenuta del suo ‘buon governo’ sul territorio, ma anche per merito di un centrosinistra litigioso, che ha bruciato più nomi nel nome del ‘campo largo’ prima di puntare al fotofinish su Piero Marrese dopo una estenuante trattativa tra Pd e Cinque stelle.

Anche il soccorso di Azione-Italia viva ha avuto tanta parte in questo bis. Con l’apporto dei voti dell’ex dem Marcello Pittella. A esultare è soprattutto Forza Italia con Antonio Tajani che supera nella Regione di gran lunga il 10 per cento e ‘vede’ realizzarsi il sogno del sorpasso sulla Lega (”Forza Italia cresce, non solo nei sondaggi anche nei risultati, a dimostrazione che non c’è alcuno scioglimento del partito”, un buon viatico per la partita decisiva delle europee ai fini della leadership del secondo partito del centrodestra, dietro Fdi di Giorgia Meloni.

”Ha vinto il candidato di Forza Italia, ha vinto il centrodestra unito, ha vinto il buon governo”, scrive sui social il ministro degli Esteri in serata a spoglio ancora in corso (le operazione procedono a rilento) ufficializzando di fatto l’affermazione dell’ex generale della Gdf. ”E’ la vittoria dell’intera coalizione, una vittoria chiara, siamo stati sempre uniti, penso che la Basilicata possa essere un modello di allargamento della coalizione al centro basato sulla condivisione dei programmi”, gongola Bardi nella conferenza stampa convocata dopo le 20.30 nel suo quartier generale all’hotel La Primula (stessa location scelta alle precedenti consultazioni per un puro fatto scaramantico, assicurano nell’entourage bardiano).

”Dedico la vittoria a mia moglie e a tutti i lucani”, assicura il neo presidente della Regione assediato da stampa e tv per poi promettere: ”Continueremo il cambiamento iniziato nel 2019, le priorità saranno le infrastrutture, la sanità e l’energia, voglio trasformare questa terra in un hub energetico di tutta la nazione”. Bardi è un fiume in piena, ringrazia alleati e avversari: ”Questo voto rappresenta un trend positivo per il centrodestra, sono molto contento di questa affermazione, voglio ringraziare tutti, mi ha fatto molto piacere la telefonata di congratulazioni di Marrese. Mi ha chiamato anche la Meloni, un grazie a Tajani, Salvini, Lupi, Rotondi, che sono venuti qui, un grazie a Calenda e Renzi” per il loro sostegno.

Il neo governatore smorza pure le polemiche sulla sua residenza a Napoli che gli ha ‘impedito’ di votare per le regionali lucane: ”Io penso che la residenza non sia un problema se parliamo della mia presenza sul territorio, perché io sul territorio ci sono sempre. Ho il domicilio qui, vivo in Basilicata, i miei nonni erano lucani, i miei genitori erano lucani. Sono lucano da sei generazioni…”.

Dalla Lucania, dunque, il centrodestra ne esce rafforzato e diventa laboratorio politico per una sorta di rassemblement moderato al centro. E tutto lascia ben presagire per la sfida di Bruxelles. Esulta Meloni: ”Vittoria del centrodestra e di tutta la coalizione in Basilicata, i miei auguri di buon lavoro a Vito Bardi, alla giunta che si insedierà e ai consiglieri eletti. Avanti con impegno e determinazione”. “Grande soddisfazione” arriva anche dalla Lega che parla di ”ennesimo largo successo del centrodestra unito”.

La nuova composizione del Consiglio regionale, Chiorazzo e Pittella i più votati

Secondo i dati del Viminale, il presidente rieletto Vito Bardi avrà una maggioranza di 12 seggi: 4 Fratelli d’Italia (Carmine Cicala, Maddalena Fazzari, Cosimo Latronico, Michele Napoli); 3 Forza Italia (Gianuario Aliandro, Michele Casino, Francesco Cupparo); 2 Lega (Pasquale Pepe, Domenico Raffaele Tataranno); 2 Azione (Marcello Pittella, Nicola Massimo Morea); 1 Orgoglio Lucano (Mario Polese). Entra in Consiglio Piero Marrese, con il seggio in quota Pd a cui vanno tre consiglieri (gli altri due sono Roberto Cifarelli e Piero Lacorazza). Nell’opposizione, inoltre, scattano due seggi per il Movimento 5 stelle (Alessia Araneo, Viviana Verri), 2 Basilicata Casa comune (Angelo Chiorazzo, Giovanni Vizziello), 1 Avs-Si-Psi-Basilicata possibile (Antonio Bochicchio). I più suffragati sono stati Chiorazzo (7284 preferenze) e Marcello Pittella (7157). Non scattano seggi per Udc, La vera Basilicata (coalizione Bardi); Basilicata unita (coalizione Marrese) e Volt (lista a sostegno di Eustachio Follia, non eletto).

Minacce a Gratteri, uomo condannato a quasi 3 anni di reclusione

Nicola Gratteri

Due anni e dieci mesi di reclusione: è la condanna inflitta dal Gup di Salerno a Salvo Gregorio Mirarchi, di 32 anni, di Montepaone, accusato di essere il responsabile delle minacce, contenute in una lettera inviata nel gennaio del 2023 alla Procura della Repubblica di Catanzaro, all’allora Procuratore Nicola Gratteri, che oggi svolge le stesse funzioni nella Procura di Napoli, e ad un altro magistrato dello stesso ufficio, Debora Rizza.

A Mirarchi veniva contestato il reato di minaccia a pubblico ufficiale, aggravato dal metodo mafioso. All’epoca in cui scrisse la lettera di minacce Mirarchi era detenuto perché arrestato nell’ambito dell’operazione “The Keys” (Le chiavi), condotta dai carabinieri e in cui furono coinvolte, complessivamente, 21 persone accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Lo stesso Mirarchi, presunto affiliato alla ‘ndrangheta, sarebbe stato vicino ad ambienti mafiosi, ed in particolare alla cosca Gallace di Guardavalle (Catanzaro).

Nella missiva Mirarchi affermava che avrebbe messo in atto i suoi propositi criminosi contro Gratteri ed il sostituto procuratore Rizza se non fosse stato scarcerato.

Il processo si è svolto con rito abbreviato in accoglimento della richiesta avanzata dall’avvocato Francesco Palumbo, del foro di Salerno, difensore di Mirarchi. La pubblica accusa aveva chiesto la condanna dell’imputato a 5 anni di reclusione.

Il difensore di Mirarchi valuterà se presentare appello contro la sentenza dopo avere letto le motivazioni della sentenza.

Agguato nel Vibonese, ferito gravemente un 54enne

bossoli a terra
archivio

Agguato a colpi di arma da fuoco a Rombiolo, nel Vibonese. Un uomo di 54 anni, Carmelo Castagna, del luogo, è rimasto ferito in modo grave nella frazione di Presinace dopo essere stato colpito al volto con armi da fuoco da uno o più persone. L’episodio è avvenuto nel centro abitato della frazione nel primissimo pomeriggio.

Non sono al momento chiari la dinamica esatta e i motivi dell’agguato. La vittima è stata trovata dal fratello davanti all’uscio di casa ma si presume che il fatto sia avvenuto in un luogo diverso.

Sul posto, un volta scattato l’allarme, sono intervenute le forze dell’ordine e gli operatori del 118 che, viste le condizioni dell’uomo, hanno fatto intervenire l’elisoccorso per l’immediato trasferimento nell’ospedale di Catanzaro.

Le indagini sono coordinate dalla procura di Vibo Valentia guidata Camillo Falvo. Carmelo Castagna è fratello di Nazzareno, un soggetto già noto alle forze dell’ordine. (Ansa)

L’Iran lancia centinaia di missili e droni contro Israele

L’Iran ha lanciato contro Israele centinaia tra missili, anche balistici, e droni. Lo ha fatto sapere il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), Daniel Hagari. La maggior parte dei missili sarebbero stati intercettati dal sistema di difesa aerea Arrow e abbattuti fuori dallo spazio aereo israeliano.

L’attacco avviene dopo che Israele lo scorso 1 aprile aveva attaccato il consolato iraniano a Damasco, capitale della Siria, uccidendo oltre quindici funzionari. Quello di oggi è il primo raid di Teheran contro lo stato ebraico con cui vi è un profondo risentimento reciproco.

L’Iran ha attaccato Israele con centinaia di droni, lanciati in tre ondate. Teheran avvia l’offensiva, nell’operazione “Vera promessa”, utilizzando un’arma ben nota: i droni Shahed, protagonisti anche nel conflitto tra Russia e Ucraina perché usati ampiamente da Mosca per colpire le città ucraine.

I droni Shahed sono sotto i riflettori dalla fine del 2022 e in particolare dall’inizio del 2023 per il ruolo che ricoprono nelle strategie russe. I droni Shahed-136 sono piccoli veicoli aerei senza equipaggio (Uav) progettati con costi limitati per eludere le difese aeree e colpire bersagli a terra dopo averli individuati.

“I droni Shahed-136 sono munizioni vaganti. Le loetering munition a livello tattico hanno più o meno le stesse caratteristiche”, ha spiegato in passato all’Adnkronos Tiziano Ciocchetti, analista militare di difesa online. Il drone – lungo circa 3,5 metri, con apertura alare di 2,5 metri e velocità di 180/190 km orari – ha una caratteristica forma a delta con la fusoliera, dove si trova la testata esplosiva, direttamente integrata nelle ali, ai cui margini si trovano gli stabilizzatori.

Sullo sfondo c’è l’azione tesa a contrastare l’ampia presenza politico-militare dell’Iran in Siria, in particolare i pasdaran della Divisione Qods. I tre alti ufficiali iraniani uccisi erano dirigenti che coordinavano aspetti operativi nell’area siriana, libanese e palestinese.

Incidente nel Salernitano, conducente Suv positiva a droga e alcool

E’ risultata positiva all’alcoltest ed anche alla cocaina, ma quest’ultima positività deve essere confermata da un controesame, la 31enne alla guida del Suv che nella notte di sabato è andata a scontrarsi contro l’auto dei Carabinieri sulla quale viaggiavano il maresciallo Francesco Pastore, di 25 anni, e l’appuntato scelto Francesco Ferraro, di 27 anni, entrambi morti nell’incidente. E’ quanto si apprende in ambienti investigativi. (Ansa)

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