5 Ottobre 2024

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Incidente stradale sulla 106 nel crotonese, muore un giovane

Un giovane di 23 anni, Luigi Scumaci, di Botricello, è morto in un incidente stradale avvenuto sulla statale 106 ionica, nel territorio di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone.

Scumaci era alla guida di una Fiat 600 quando, per cause in corso di accertamento, si è scontrata con una Audi Q5 su cui viaggiavano alcuni turisti.

La vettura condotta da Scumaci, a causa dello scontro, si è capovolta ed il giovane, sbalzato fuori dall’abitacolo, è deceduto sul colpo. Due degli occupanti dell’Audi sono rimasti feriti e sono stati portati, con ambulanze del 118, nell’ospedale di Crotone. Le loro condizioni non sarebbero gravi.

Sul posto, per i rilievi, la polizia stradale, insieme ai vigili del fuoco ed al personale dell’Anas.

Lite tra tifosi Inter sfocia in omicidio. Vittima è legato a clan Bellocco

L’omicidio a Cernusco sul Naviglio, nel Milanese, è avvenuto tra due ultrà interisti al termine di una lite. La vittima è Antonio Bellocco, di 39 anni, mentre il ferito è Andrea Beretta, 49 anni, attuale capo degli ultras nerazzurri. Non ci sono altre persone coinvolte.

Secondo le prime informazioni, la lite tra i due ultrà sarebbe scoppiata all’uscita della palestra, una scuola di pugilato in via Besozzi 2, dove si erano andati ad allenare. Al culmine dell’alterco, dentro una vettura Smart parcheggiata a ridosso del cortile, Bellocco avrebbe sparato con una pistola a Beretta, colpito a una gamba che a sua volta ha accoltellato Bellocco alla gola, uccidendolo. Soccorso dal 118, Beretta è stato portato in codice giallo all’ospedale San Raffaele di Milano.

La vittima, Antonio Bellocco, è considerato l’erede dell’omonima famiglia ‘ndranghetista, basata a Rosarno (Reggio Calabria). È il nipote del boss storico, e il figlio di Giulio Bellocco, deceduto nel carcere di Opera (Milano) dove si trovava detenuto in regime di 41 bis. Lui stesso aveva precedenti per reati di crimine organizzato. Il suo arrivo, da circa un anno, nel direttivo ultras, avrebbe creato malumori nella gestione della curva, per via del suo peso, e dell’amicizia con Marco Ferdico, l’indiscusso capo degli ultras nerazzurri su cui però al momento pesa un Daspo decennale e che quindi ha formalmente lasciato il comando proprio a Beretta.

Andrea Beretta, uno dei capi ultrà dell’Inter, è stato fermato per l’omicidio di Antonio Bellocco, altro esponente della curva nord e erede di una tra le più potenti famiglie della ‘ndrangheta. Il fermo per omicidio è stato formalizzato da poco, in seguito all’interrogatorio reso al pm Paolo Storari da Beretta.

Il leader della tifoseria neroazzurra è ricoverato al San Raffaele per essere stato ferito con un colpo di pistola esploso da Bellocco che poi ha ucciso accoltellandolo alla gola.

“Giravo con la pistola perché ho saputo che qualcuno mi vuole fare la pelle”. E quando Antonio Bellocco, “dopo avermi disarmato, ha cominciato a sparare, ho tirato fuori il coltello e l’ho colpito da 7 a 10 volte”. Lo ha spiegato Andrea Beretta, uno dei capi ultrà dell’Inter, al pm Paolo Storari durante l’interrogatorio. Beretta, difeso da Mirko Perlino, è stato fermato con le accuse di omicidio e detenzione illegale di arma da fuoco. Secondo la ricostruzione ha accoltellato, dopo un pesante litigio con minacce seguito da una colluttazione e una ferita, Bellocco, altro esponente della stessa tifoseria e legato alla ‘ndrangheta.

Zelensky sempre più solo. Si dimettono tre ministri ucraini. Via anche il suo vicecapo

Tre ministri ucraini si sono dimessi oggi ma non è ancora chiaro il motivo. Il presidente del parlamento ucraino ha dichiarato che il ministro responsabile della supervisione della produzione di armi durante la guerra Oleksandr Kamyshin, in carica dal marzo 2023 e anche consigliere di Zelensky, il ministro della Giustizia Denys Maliuska e il ministro dell’Ambiente Ruslan Strilets hanno presentato la lettera di dimissioni. Lo riporta Rbc Ukraine citata da diverse agenzie. E’ stata ricevuta una lettera di dimissioni anche dal presidente del Fondo demaniale dell’Ucraina Vitalii Koval.

Il vice capo dell’ufficio presidenziale ucraino Rostislav Shurma si dimetterà, ha detto il membro della Verkhovna Rada Alexey Goncharenko. “Rostislav Shurma, vice capo dell’ufficio presidenziale, se ne va”, ha scritto sul suo canale Telegram. Goncharenko ha affermato che Shurma “pensa da tempo di dimettersi”. “Sente che ci saranno grossi problemi in futuro”, ha aggiunto il legislatore.

Martedì pomeriggio, il membro della Verkhovna Rada Yaroslav Zheleznyak ha annunciato rimpasti nel governo e nell’ufficio presidenziale. I media ucraini hanno affermato che Shurma potrebbe essere sostituito dall’attuale capo del Ministero dell’industria strategica, Alexander Kamyshyn. Nel tardo pomeriggio, il portavoce della Verkhovna Rada Ruslan Stefanchuk ha affermato che Kamyshyn, così come il ministro della giustizia Denis Maliuska e il ministro dell’ambiente e della protezione delle risorse naturali Ruslan Strelets, avevano rassegnato le dimissioni.

Secondo Goncharenko, le dimissioni saranno prese in considerazione nella sessione del parlamento di mercoledì. Giovedì, secondo Goncharenko, la Verkhovna Rada voterà per le nomine ministeriali, sebbene “nessuno sappia chi verrà proposto”. Goncharenko ha descritto i rimpasti in corso come caos.

Armi e droga scoperte dai Carabinieri a Paola. Indagini

Armi, munizioni e un ingente quantitativo di droga sono stati scoperti e sequestrati dai carabinieri della Compagnia di Paola nella zona vecchia del borgo. Il materiale è stato rinvenuto nei giorni scorsi in un casolare abbandonato nel centro storico della città tirrenica.

I militari, durante controlli del territorio a piedi, anche per accedere in zone impervie, si sono imbattuti in un rudere dismesso e all’interno, ben nascosti, hanno trovato una pistola ed un fucile, caricatori e munizioni nonché 3 chilogrammi di marijuana oltre a 150 grammi di cocaina. Lo stupefacente era racchiuso in involucri  pronto per lo smercio nelle piazze di spaccio paolane e di centri limitrofi.

Indagini serrate sono state avviate per risalire alle persone che hanno occultato all’interno del casolare la droga e le armi.

I materiali sequestrati sono stati messi a disposizione della procura di Paola, coordinata dal procuratore facente funzione, Ernesto Sassano, come elementi di reato, per adesso a carico di ignoti.

La droga sarà ora oggetto di analisi di laboratorio mentre saranno effettuati i rilievi balistici per il fucile e la pistola. L’obiettivo, per le armi, e se queste siano state utilizzate in eventi criminosi.

Udine, precipita un ultraleggero: morti una ragazza e l’istruttore

Sono morti i due occupanti dell’ultraleggero precipitato in un uliveto vicino all’elisuperficie di Premariacco, in provincia di Udine. Le vittime, come riporta il Messaggero Veneto, sono una ragazza di 15 anni, Alessandra Freschet, di Roveredo in Piano, Pordenone, e il suo istruttore di volo, Simone Fant, di 31 anni, di Udine.

Subito dopo l’incidente – avvenuto durante un volo di ambientamento (introduttivo) -, sul posto sono intervenuti vigili del fuoco e i sanitari del 118 che hanno soccorso le due persone, riverse a terra, e spento alcuni focolai e bonificate le sterpaglie che hanno preso fuoco in seguito all’incendio del velivolo. In fase di accertamento le cause, al vaglio dei carabinieri impegnati nelle indagini.

Le due vittime, nell’impatto sono rimasti gravemente ustionati dalle fiamme che hanno avvolto il mezzo aereo. Area e resti dell’ultraleggero sono stati posti sotto sequestro dai militari su disposizione della Procura che ha aperto un fascicolo sul dramma.

Raid israeliani a Gaza, in 24 ore 50 morti e settanta feriti

Almeno una cinquantina di persone sono state uccise e 70 sono rimaste ferite solo nelle ultime 24 ore a causa dei bombardamenti israeliani in corso a Gaza. Lo ha affermato il ministero della Salute palestinese sul suo canale Telegram, citato da altri media.

Secondo il ministero, il numero complessivo delle vittime è aumentato a 40.786 da quando il conflitto israelo-palestinese si è intensificato il 7 ottobre 2023 e 94.224 persone ferite sono state trasportate in strutture mediche regionali con ferite di varia gravità.

Le tensioni sono divampate in Medio Oriente il 7 ottobre 2023, quando i militanti del movimento radicale palestinese Hamas, con sede nella Striscia di Gaza, hanno organizzato un attacco a sorpresa sul territorio israeliano da Gaza, uccidendo i residenti degli insediamenti di confine israeliani e prendendo ostaggi.

In risposta, Israele ha dichiarato un blocco totale della Striscia di Gaza e ha lanciato bombardamenti dell’enclave e di alcune aree in Libano e Siria, nonché un’operazione di terra contro Hamas nella Striscia di Gaza. I combattimenti continuano ancora oggi.

Putin arriva in Mongolia in visita ufficiale

Il presidente russo Vladimir Putin è arrivato in Mongolia per una visita ufficiale. L’aereo del leader russo è atterrato all’aeroporto di Ulaanbaatar.

La visita del presidente russo durerà due giorni, spiega la Tass. Incontri bilaterali, tra cui quello con il leader mongolo Ukhnaagiin Khurelsukh, nonché la firma di numerosi documenti e la deposizione di fiori al monumento al maresciallo dell’Unione Sovietica Georgy Zhukov sono programmati per il giorno successivo, il 3 settembre. Si parlerà fra l’altro della realizzazione di un gasdotto per portare gas russo al paese.

All’aeroporto di Ulaanbaatar, Putin è stato accolto da una guardia d’onore in abiti nazionali. I rappresentanti della leadership mongola hanno incontrato il leader russo alla passerella.

Tradizionalmente, il presidente russo usa un’auto Aurus con la bandiera russa quando viaggia all’estero, e anche questa volta ha lasciato l’aeroporto a bordo di questa auto. Il corteo era accompagnato da una scorta onoraria di motociclisti, come richiesto dal protocollo.

La Destra tedesca stravince nei Land dell’Est. Oltre il 33%. Batosta per Scholz

Bjoern Hoecke, tra i leader dell’AFD in Germania

Batosta elettorale in Germania per Olaf Scholz. Alternative fuer Deutschland (Afd), partito di destra molto odiato a Bruxelles ma sempre più amato dai cittadini tedeschi ha stravinto le elezioni regionali nella Turingia e in Sassonia, due regioni dell’ex Ddr dell’est. Nel primo land l’Afd ha sfondato attestandosi come primo partito con oltre il 33% dei consensi. Molto dietro la Cdu e gli altri. In Sassonia la Cdu è prima ma tallonata dall’Afd che vola comunque oltre il 30 percento.

A raggiungere questo storico risultato è il politico attualmente più popolare di Alternative fuer Deutschland, Bjoern Hoecke, l’uomo che leva il sonno ai leader di sistema e ai liberali occidentali che lo insultano e demonizzano da anni, attraverso i loro media di propaganda.

Le amministrative nell’Est del Paese, in Turingia e in Sassonia, hanno consegnato il terremoto atteso: il trionfo dei nazionalisti, il crollo dei partiti del governo di Olaf Scholz, la deriva della Linke e l’ascesa di Sahra Wagenknecht, con il suo controverso soggetto politico sospettato di ‘rosso-brunismo’.

In Turingia, stando alle proiezioni della televisione Zdf, Afd ha sfondato con il 33,2% (+9,8 rispetto alle elezioni precedenti), la Cdu si è piazzata seconda con il 23,9%, il neonato Bsw di Wagenknecht ha esordito con il 15,6%, mentre la Linke del presidente uscente Bodo Ramelow è franata all’11,4% perdendo quasi 20 punti. I socialdemocratici si salvano ma sono insignificanti al 6,1% (-2,1), i Verdi volano via dal parlamentino con un 3,9% (-1,3), sotto la soglia di sbarramento del cinque.

Non è molto più semplice la situazione in Sassonia, dove la Cdu con il 31,7% (-0,4) dei voti ha un leggero vantaggio sull’Afd, data al 31,4% (+3,9). Anche qui si è affermato il Bsw con l’11,5%, i socialdemocratici hanno raccolto un magro 7,5% e i Verdi il 5,2. La Linke è scivolata fuori dal parlamentino con il 4,6% (-5,8). Con i numeri usciti dalle urne, la partita politica nell’est non è affatto conclusa e il clima di incertezza si farà sentire anche a Berlino, destabilizzando un governo, quello del cancelliere Olaf Scholz, già da tempo ritenuto da molti troppo precario oltre che incapace, responsabile di aver fatto scivolare in recessione la “Locomotiva d’Europa, in particolare dopo le suicide politiche economiche del sostegno all’Ucraina.

Afd esulta: “Risultati storico, Scholz faccia le valigie”

Alice Weidel (Ansa/Epa)

La destra tedesca dell’Afd esulta per il trionfo alle elezioni in Turingia ed il buon risultato in Sassonia, ed ora attacca il governo di Berlino: “Afd ha raggiunto un risultato storico. Gli elettori vogliono un’altra politica e nuove elezioni anche a livello federale e noi ci prepariamo a questo. Il cancelliere dovrebbe trarre le conseguenze e fare le valigie assieme ai suoi partner e sgomberare”, ha detto la leader Alice Weidel. “Noi vogliamo mettere in guardia gli altri partiti – ha aggiunto – non ignorate questi elettori. La volontà dell’elettorato non si lascia ignorare a lungo. I cordoni sanitari sono antidemocratici”, ha detto.

Scontro frontale sulla statale 106 nel cosentino, un morto

Un giovane di 22 anni, Giuseppe Pio Cristiano, è morto in seguito ad un gravissimo incidente stradale avvenuto sulla statale 106 nei pressi dell’uscita nord Trebisacce, in provincia di Cosenza. Il giovane è deceduto all’ospedale di Cosenza dove era stato trasportato con l’elisoccorso in condizioni disperate.

Il giovane viaggiava a bordo di una Citroen C4 che, per cause in corso d’accertamento da parte dei carabinieri della compagnia di Cassano allo Ionio si sarebbe scontrato frontalmente con con un Mercedes Vito 9 posti.

A causa dello scontro, tra i due veicoli con a bordo i soli conducenti, il traffico sulla statale 106 è rimasto bloccato per alcune ore. La circolazione è stata deviata su percorsi alternativi.

Sul posto sono intervenuti i mezzi di soccorso del Suem 118 e gli agenti del distaccamento della Polstrada di Trebisacce che hanno effettuando tutti i rilievi necessari a stabilire con esattezza la dinamica e le cause dell’incidente.

Stermina la famiglia a coltellate. Confessa 17enne: “Mi ossessionavano”

Li ha colpiti uno dopo l’altro, con decine di coltellate, nella casa di mattoni beige dove fino a qualche ora prima si era respirata aria di festa. L’allucinante e drammatica dinamica del triplice delitto commesso da un ragazzo di 17 anni, che nella notte tra sabato e domenica ha ucciso suo padre Fabio C., 51 anni, sua madre Daniela di 49 e il fratellino Lorenzo di 12 anni, nella villetta di famiglia a Paderno Dugnano (Milano), è stato lui stesso a raccontarla: il giovane, Riccardo, ha confessato dopo un lungo interrogatorio all’interno della caserma dei carabinieri del comune milanese, ritrattando la sua prima versione.

Non una parola invece sul movente, semmai sia possibile trovare una spiegazione ad un’esplosione di così tanta cattiveria. “Li ho uccisi io, da solo, mi ossessionavano”, ha detto agli inquirenti, sconfessando quanto detto questa mattina prima al 112 e poi ai carabinieri che erano arrivati a casa sua: a entrambi aveva infatti raccontato di aver ucciso il padre dopo aver scoperto che questi aveva a sua volta ammazzato la mamma e il fratellino.

Ma fin da subito le sue dichiarazioni sono apparse lacunose e incoerenti. Dopo aver telefonato al 112 dicendo “venite, ho ammazzato mio padre”, il giovane ha atteso l’arrivo della volante all’esterno della casa degli orrori, con l’arma del delitto poggiata a terra.

Lì, nella via privata che suo nonno, noto costruttore edile, ha di fatto posto la prima pietra di un elegante comprensorio di villette dove abitava tutta la famiglia, nonni e zii inclusi, il 17enne ha subito ammesso la sua responsabilità per la morte del padre. Ha però mentito, spiegando di aver trovato il genitore seduto su una sedia con accanto il coltello usato per uccidere mamma e fratellino e di averlo impugnato a sua volta per ammazzarlo, nella stanza di suo fratello che è collegata alla sua.

Alle stesse domande, poste inizialmente congiuntamente dai pm della Procura Minorile di Milano e di Monza, le sue risposte sono risultate non precise, fino a quando con le sue stesse parole si è contraddetto. Nel frattempo, il primo esame del medico legale svolto sui corpi delle vittime e i rilievi della scientifica all’interno dell’abitazione, hanno evidenziato che il numero maggiore di coltellate, si parla di decine, sono state inferte al 12enne, che al momento dell’aggressione era nel suo letto. Madre e padre sono stati invece trovati a terra, con indosso a loro volta biancheria da notte. È quindi possibile che i genitori, richiamati dalle urla del figlio minore, siano entrati nella stanza probabilmente in due momenti diversi e che forse il 17enne li abbia neutralizzati in qualche modo, prima di scatenare anche su di loro la sua furia inspiegabile. Una furia apparentemente senza movente, tanto che dopo essere crollato in una contraddizione dopo l’altra, il 17 enne non è riuscito a spiegare il suo gesto folle.

“Non è stato ancora ricostruito e forse ci vorrà molto tempo per spiegare un gesto così atroce”, ha appreso l’Ansa da una fonte giudiziaria. Le indagini dunque non sono affatto concluse: bisognerà scavare per ricostruire i rapporti all’interno della famiglia, apparentemente idilliaci, e andare a cercare, semmai sarà possibile trovarne qualcuno, i motivi che potrebbero aver spinto il 17enne a sterminare tutta la sua famiglia.

Gli inquirenti sentiranno tutti coloro che ieri sera hanno partecipato alla cena per il compleanno del padre, per capire cosa possa essere eventualmente accaduto durante la serata, così come verranno esaminati i dispositivi elettronici del ragazzo e sentite le persone a lui vicine. Un modo per tentare di comprendere la cornice entro la quale è maturata la strage familiare. Di questa terribile tragedia, resta il capo chino della nonna, madre di Fabio, uscita con gli occhi sconvolti dalla caserma dei carabinieri e che ieri sera era in casa sua nella porta accanto, mentre suo nipote toglieva la vita ai suoi affetti più cari.

Strage in famiglia; il 17enne al pm ‘vivo un malessere’

Ha parlato di un “malessere”, per spiegare quel senso di “oppressione”, solitudine ed estraniamento, il 17enne che nella notte tra sabato e domenica a Paderno Dugnano (Milano) ha ucciso padre, madre e fratello a coltellate.

Un “malessere”, questo il termine messo a verbale dal ragazzo davanti a inquirenti e investigatori, non solo in relazione alla famiglia, ma anche più in generale alla società. Ha pianto a lungo e chi l’ha visto nelle ore dell’interrogatorio ha trovato un ragazzo “fragilissimo”.

Il 17enne si trova nel centro di prima accoglienza del Beccaria di Milano in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto.

Incidente durante battuta di caccia, morto un uomo nel reggino

Un uomo di 55 anni, Bruno Chiera, è morto dopo essere stato raggiunto da un colpo partito accidentalmente dal fucile che imbracciava durante una battuta di caccia a Caulonia, nel Reggino.

Secondo una prima ricostruzione, Chiera è stato raggiunto dal colpo di fucile che ne ha provocato la morte a causa di una caduta in un’impervia zona di montagna.

Il decesso dell’uomo è avvenuto pochi minuti dopo. Sull’accaduto hanno avviato indagini i carabinieri.

Omicidio Sharon Verzeni, confessa l’uomo in bici. “Ho avuto un raptus”

Svolta nelle indagini per l’omicidio di Sharon Verzeni, la ragazza uccisa a coltellate a fine luglio nel bergamasco. I carabinieri hanno rintracciato un uomo di 31 anni, Moussa Sangare, lo stesso che camminava in bici in quei frangenti ma che i sistemi di videosorveglianza hanno mostrato a tratti. L’uomo, un africano con nazionalità italiana, è stato messo sotto torchio dagli inquirenti, e ha confessato l’orrendo crimine. “Si, sono io quello che cercate. Ho avuto un raptus improvviso. Non so spiegare perché sia successo, l’ho vista e l’ho uccisa”, ha riferito da Moussa Sangare, il 31enne fermato per l’omicidio di Sharon Verzeni.

“Stanotte al termine di serratissime indagini siamo pervenuti a identificare il signore in bicicletta che ha reso prima spontanee dichiarazioni poi, in sede di interrogatorio, ha reso una piena confessione” ha spiegato Maria Cristina Rota, procuratrice aggiunta a Bergamo, nel corso della conferenza stampa.

Ci sono “gravi indizi di colpevolezza” nei confronti del fermato. I carabinieri in una nota spiegano che il pm ha deciso il fermo per il rischio di reiterazione del reato e di occultamento delle prove oltre che per il pericolo di fuga. L’uomo, infatti, come affermato da Rota: “È uscito di casa con 4 coltelli e quindi gli è stata contestata la premeditazione: l’obiettivo era evidente, voleva colpire qualcuno”.

“Non c’è nessun movente religioso, né terroristico, non appartiene ad alcun movimento religioso, poteva essere la signora Verzeni o uno di noi che passavamo di lì”, ha aggiunto. “Non c’è stato alcun movente, non si conoscevano e non hanno mai avuto contatti”. La procuratrice ha spiegato che il presunto killer è “un uomo trentenne, cittadino italiano originario di un altro paese” a cui gli investigatori sono arrivati “grazie all’aiuto di due persone che erano presenti e hanno raccontato quanto avevano visto”.

Moussa Sangare, quella notte tra il 29 e il 30 luglio scorso, aveva già “incrociato” in bici Sharon Verzeni, che camminava, e ha deciso “di fare inversione di rotta”, girando attorno alla piazza di Terno d’Isola, “di seguire la vittima” e di colpirla in via Castegnate, perché il suo “obiettivo dichiarato era di andare a colpire qualcuno, sentiva l’impulso di andare ad accoltellare qualcuno”. E’ la ricostruzione dell’omicidio, come riferito anche nel corso della conferenza stampa dalla procuratrice facente funzione di Bergamo Maria Cristina Rota e dai carabinieri.

Stando alle indagini e all’interrogatorio del 31enne – rintracciato ieri mattina dagli investigatori e che all’inizio ha tentato di negare, fino alla confessione e al fermo delle 4,30 del mattino di oggi – Sharon sarebbe stata aggredita alle spalle dall’uomo, che “da tergo”, ha spiegato Rota, l’ha prima colpita “al torace” e poi le ha sferrato altre tre coltellate alla schiena. L’uomo, dopo la confessione, ha indicato ai carabinieri dove ritrovare i “quattro coltelli” che aveva con sé quella notte: quello che sarebbe stato utilizzato per uccidere era “seppellito” vicino all’argine del fiume Adda, nella zona di Medolago. Mentre le scarpe e gli abiti che Sangare indossava sono stati ritrovati stamani dai sommozzatori nel fiume nella stessa zona. Erano dentro ad un sacchetto, assieme agli altri tre coltelli, “che facevano parte di un ceppo di sei coltelli” presente nella casa di Suisio dove abitava. “Una casa da lui occupata”, ha chiarito la procuratrice.

Rota ha precisato, inoltre, che le indagini andranno avanti anche per trovare riscontri e “sostenere” che il 31enne nella sua azione ha dimostrato “una certa lucidità”. Dopo l’omicidio, tra l’altro, è fuggito “pedalando molto forte” verso Chignolo d’Isola. Là gli investigatori hanno trovato in una delle telecamere di sorveglianza l’immagine di lui più nitida per arrivare all’identificazione.

“All’identificazione del fermato hanno collaborato due cittadini stranieri che si trovavano su luogo” spiega la procuratrice aggiunta a Bergamo Maria Cristina Rota aggiungendo che il presunto omicida di Sharon Verzeni aveva “delle denunce per maltrattamenti ai danni della madre e della sorella ed era andato a vivere da solo”.

Le due persone che hanno collaborato alle indagini sono “cittadini stranieri di origine marocchine inseriti nel territorio, incensurati, due lavoratori, due onesti cittadini che si trovavano sul luogo del delitto e che in realtà inizialmente si sono presentati per segnalare un’altra presenza strana – ha proseguito – ma la prima segnalata non era strana e poi è stata segnalata la presenza del ciclista su cui si è lavorato”.

“Approfitto per lanciare un invito a due ragazzini di 15-16 anni nei cui confronti il presunto autore del fatto di sangue, come da lui dichiarato, prima di scegliere e individuare a caso come vittima la signora Verzeni avrebbe puntato il coltello minacciandoli. Erano presenti sulla scena del crimine e a oggi non si sono ancora presentati. Li invito a presentarsi in una caserma affinché forniscano un riscontro a quanto acquisito” ha aggiunto la procuratrice. “Ha desistito con i due ragazzini per poi incontrare Sharon Verzeni che si trovava nel posto sbagliato nel momento sbagliato”.

“Sarebbe anche un dovere” per i due ragazzi minacciati presentarsi alle forze dell’ordine, ha aggiunto la procuratrice Rota. “Se vengo minacciato per strada, posso anche ritenere di non andare a denunciare – ha spiegato – ma dopo un omicidio di questo genere riteniamo sia un dovere se erano in quell’arco temporale e nello spazio dello stesso paese”, “visto che potevano dare informazioni utili per ricostruire l’identikit” dell’omicida.

“Né durante le dichiarazioni spontanee né durante l’interrogatorio Moussa Sangare ha mai dimostrato di essere sotto l’effetto di sostanze alcoliche o di droghe” ha detto Rota. L’uomo ha detto di essere “dispiaciuto per quello che ha fatto” e a un certo punto dell’interrogatorio, iniziato ieri e concluso con il fermo alle 4 di questa mattina, “si è liberato del peso del gesto che ha compiuto”, ha aggiunto.

“È molto verosimile che ci sia una problematica psichiatrica, anche se è un discorso prematuro e sarà un tema da approfondire con consulenze ed un’eventuale richiesta di perizia, ma è comunque un aspetto questo rilevantissimo”. Lo ha spiegato l’avvocato Giacomo Maj, legale di Moussa Sangare, fermato per l’omicidio di Sharon Verzeni.

Il difensore ha chiarito che il 31enne, nel corso dell’interrogatorio di confessione, ha continuato a ribadire che è stato “un gesto che nemmeno lui si spiega, una cosa senza senso, senza spiegazioni né motivazioni”.

Il legale ha precisato che al momento non sa riferire se nel passato di Sangare ci siano stati o meno dei ricoveri o delle valutazioni psicologiche o psichiatriche.

“Non ne ho contezza, non posso dirlo, perché non ho ancora avuto accesso agli atti”. Non sa dire, allo stato degli atti, nemmeno se per quanto riguarda i presunti maltrattamenti ai danni di madre e sorella “ci fosse ancora solo la denuncia e in che fase fosse il procedimento”.

Il difensore ha anche spiegato che il 31enne, interrogato, non avrebbe fatto cenni all’assunzione di alcol o droghe. “Il suo gesto non dovrebbe essere dovuto a queste cose – ha aggiunto il legale – è stata una cosa senza senso, di cui anche lui non sa la motivazione”.

“A un mese dalla morte di nostra figlia, la notizia di oggi ci solleva perché spazza via anche tutte le speculazioni che sono state fatte sulla vita di Sharon e di Sergio. Ringraziamo i carabinieri e la Procura per la competenza e la tenacia che hanno dimostrato”, ha detto il padre di Sharon Verzeni, Bruno, leggendo un breve comunicato, assieme alla moglie e ai due figli.

“Grazie a coloro che hanno testimoniato e hanno permesso di arrivare ai risultati di oggi. Vogliamo che l’assurda e violenta morte di Sharon non sia vana e provochi in tutti maggiore sensibilità al tema della sicurezza del nostro vivere. Ci affidiamo a Dio per aiutare noi e Sergio a convivere con il nostro dolore e con il pensiero di quello che nostra figlia ha subito” ha continuato.

“Ringraziamo innanzitutto la Procura della Repubblica di Bergamo per la competenza e la tenacia che ha dimostrato – ha concluso – Inoltre un grazie ai nostri avvocati per i preziosi consigli e per la loro vicinanza”.

Violazioni amministrative, Cosenza penalizzato di 4 punti. Riparte da zero

Nell’ambito di due diversi procedimenti, il Tribunale Federale Nazionale, presieduto da Carlo Sica, ha sanzionato il Cosenza (Serie B) con 4 punti di penalizzazione in classifica da scontare nella corrente stagione sportiva e 10.000 euro di ammenda. Lo riferisce una nota della Figc.

Il TFN ha inoltre sanzionato con 18 mesi complessivi di inibizione Roberta Anania, all’epoca dei fatti legale rappresentante pro tempore del club.

La società era stata deferita dalla Procura Federale per violazioni di natura amministrativa segnalate dalla COVISOC.

Il Cosenza, che da inizio campionato ha collezionato 4 punti, con una vittoria, un pareggio e una sconfitta, si ritrova ora a zero punti. Tutto da rifare per la squadra di Alvini. E con la dirigenza Guarascio che dovrà dare spiegazioni ai tifosi rossoblù i quali non digeriscono che la loro squadra sia precipitata in fondo alla classifica per mere faccende burocratiche che sarebbero potute essere risolte già da Luglio, mese in cui il club era stato diffidato a pagare il dovuto alla federazione.

Zuckerberg ammette la censura durante il Covid: “Forti pressioni ma non rifaremo errore”

Mark Zuckerberg, fondatore e Ceo di Meta, il colosso social che comprende Facebook, Instagram e WhatApp, ha ammesso di aver censurato post e notizie durante il periodo Covid-19, su pressione della Casa Bianca, da Biden-Harris in persona, e da altri enti federali, come l’Fbi. Evidentemente contenuti veri ma che erano sgraditi al sistema. Quindi il mondo dei cosiddetti complottisti, negazionisti, no-vax e tutti gli epiteti affibbiati dal mainstream contro chi nutriva dubbi, aveva ragione da vendere.

L’ammissione è avvenuta con una lettera scritta il 26 agosto 2024 a Jim Jordan, presidente della Commissione Giustizia della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti. Zuckerberg, ha spiegato che non si presterà più a queste pressioni e che ha cambiato le regole sui fact-checkers, “i guardiani di notizie” cosiddetti indipendenti – che rispondono solo ai loro diretti “superiori” – per bollare come false notizie vere ma appunto sgradite agli unici narratori possibili. La chiamavano “disinformazione”, quando invece era censura. Questo avviene contestualmente all’arresto in Francia di Pavel Durov, fondatore di Telegram, perché ufficialmente avrebbe commesso reati, ufficiosamente perché non avrebbe fornito ai paesi occidentali, Usa in testa, l’accesso a chat criptate e conversazioni riservate tra militari e 007 di varie agenzie del mondo. Il tutto mentre nel West e in Ue è crescente la preoccupazione per la forte limitazione alla libertà di parola e di pensiero, appesantita dal Digital Service Act in vigore nell’Unione Europea che col pretesto della disinformazione si vogliono censurare notizie sgradite all’èlite.

Scrive Zuckerberg al presidente Jordan: “Apprezzo l’interesse del Commissione per la moderazione dei contenuti sulle piattaforme online. Come saprà, Meta ha prodotto migliaia di documenti come parte della sua indagine e ha reso disponibili una dozzina di collaboratori per interviste trascritte. Oltre alla nostra collaborazione con la sua indagine, accolgo con favore l’opportunità di condividere ciò che ho tratto da questo processo.

Si parla molto in questo momento di come il governo degli Stati Uniti interagisce con aziende come Meta e voglio essere chiaro sulla nostra posizione. Le nostre piattaforme sono per tutti, ci occupiamo di promuovere la libertà di parola e aiutare le persone a connettersi in modo sicuro e protetto. Come parte di questo, sentiamo regolarmente i governi di tutto il mondo e altri con varie preoccupazioni in merito al dibattito pubblico e alla sicurezza pubblica.

Nel 2021 – spiega il Ceo di Meta -, alti funzionari dell’amministrazione Biden, inclusa la Casa Bianca, hanno ripetutamente fatto pressione sui nostri team per mesi affinché censurassero determinati contenuti sul COVID-19, tra cui anche umorismo e satira, e hanno espresso molta delusione nei confronti dei nostri team quando non eravamo d’accordo. In definitiva, è stata una nostra decisione se rimuovere o meno i contenuti e siamo responsabili delle nostre decisioni, comprese le modifiche relative al COVID-19 che abbiamo apportato alla nostra applicazione sulla scia di queste pressioni. Credo che la pressione del governo fosse sbagliata e mi rammarico di non essere stati più espliciti al riguardo. Penso anche che abbiamo fatto alcune scelte che, con il senno di poi e con nuove informazioni, non faremmo oggi. Come ho detto ai nostri team all’epoca, sono fermamente convinto che non dovremmo compromettere i nostri standard sui contenuti a causa delle pressioni di qualsiasi amministrazione in entrambe le direzioni e siamo pronti a reagire se qualcosa del genere dovesse accadere di nuovo.

In una situazione distinta, l’FBI ci ha messo in guardia su una potenziale operazione di disinformazione russa sulla famiglia Biden e Burisma in vista delle elezioni del 2020. Quell’autunno, quando abbiamo visto un articolo del New York Post che riportava accuse di corruzione che coinvolgevano la famiglia dell’allora candidato democratico alla presidenza Joe Biden, abbiamo inviato quell’articolo ai fact-checkers per la revisione e l’abbiamo temporaneamente declassato in attesa di una risposta. Da allora è stato chiarito che il reportage non era disinformazione russa e, a posteriori, non avremmo dovuto declassare l’articolo. Abbiamo modificato le nostre politiche e procedure (coi fact-checkers) per assicurarci che ciò non accada di nuovo, ad esempio, non declassiamo più temporaneamente le cose negli Stati Uniti in attesa dei fack-checkers.

Oltre alla moderazione dei contenuti, vorrei parlare dei contributi che ho dato durante l’ultimo ciclo presidenziale per supportare l’infrastruttura elettorale. L’idea qui era di assicurarmi che le giurisdizioni elettorali locali in tutto il paese avessero le risorse necessarie per aiutare le persone a votare in sicurezza durante una pandemia globale. Ho dato questi contributi tramite la Chan Zuckerberg Initiative. Sono stati progettati per essere imparziali, distribuiti tra comunità urbane, rurali e suburbane. Tuttavia, nonostante le analisi che ho visto dimostrino il contrario, so che alcune persone credono che questo lavoro abbia avvantaggiato un partito rispetto all’altro. Il mio obiettivo è essere neutrale e non svolgere un ruolo in un modo o nell’altro o anche solo sembrare di svolgere un ruolo. Non ho intenzione di dare un contributo simile in questo ciclo”, conclude Zuckerberg.

“Sembra una violazione del Primo Emendamento”, commenta il patron di 𝕏 Elon Musk, la notizia della lettera di Zuckerberg al presidente Jim Jordan in cui ammette la censura “ordinata” dall’amministrazione Biden-Harris e la bufala dell’Fbi della “disinformazione russa” sul compromettente computer di Hunter Biden, poi risultata vera.

Duma russa: “Dietro l’arresto di Pavel Durov ci sono gli Stati Uniti”

Washington ha un legame diretto con l’arresto del cofondatore di Telegram Pavel Durov; è importante che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ottenga il controllo di questa piattaforma in vista delle prossime elezioni. Lo ha detto il presidente della Duma di Stato della Federazione Russa Vyacheslav Volodin citato da Rt.

“In effetti, dietro l’arresto di Durov c’è Washington”, ribadisce. “Telegram è una delle poche e allo stesso tempo la più grande piattaforma Internet sulla quale gli Stati Uniti non hanno alcuna influenza. Allo stesso tempo, opera in molti paesi che sono di loro interesse. Alla vigilia delle elezioni presidenziali americane, è importante che Biden prenda il controllo di Telegram”, ha osservato Volodin sul suo canale Telegram.

Il presidente della Duma di Stato ha ricordato che lo stesso Durov “non si è mai fatto illusioni sugli Stati Uniti”, definendo questo stato uno stato di polizia e dichiarando “l’eccessiva attenzione dell’FBI e dei servizi speciali nei suoi confronti personalmente e nella sua azienda, i tentativi di reclutare Telegram dipendenti per influenzare dall’interno il lavoro dell’azienda informatica.”

“L’Occidente non sta diventando, è uno stato totalitario”. La detenzione di Durov dimostra il degrado della libertà di parola in Occidente. Secondo gli esperti intervistati da RT, l’Occidente collettivo ha intrapreso un percorso volto a combattere il dissenso e ogni manifestazione di libertà di parola. Secondo Volodin, per le autorità americane la sorveglianza sui social network, la loro totale censura e subordinazione sono metodi tradizionali di “controllo politico e influenza esterna”.

“La maggior parte delle reti globali sono di origine americana. La Casa Bianca li controlla. Ma non possono ancora costringere Telegram a condurre una pre-moderazione e a fornire dati al Dipartimento di Stato e alla CIA. Attraverso la Francia, quindi, stanno cercando di accusare Durov di più di dieci reati, l’elenco degli articoli è piuttosto ampio”, ha spiegato Volodin.

Secondo la procura di Parigi, Durov è accusato di 12 reati. L’uomo d’affari rischia fino a 20 anni di carcere, scrivono i media. Come chiarisce Reuters, citando una fonte della polizia francese, il cofondatore di Telegram è indagato “per essersi rifiutato di collaborare nella lotta contro la criminalità informatica e i crimini finanziari” nel messenger. La Russia ha inviato una nota per garantire l’accesso consolare a Durov, arrestato in Francia, ma il documento è ancora allo studio, ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.

Raid israeliano a Gaza, uccisi diversi civili palestinesi

Decine di civili, tra cui bambini e donne, sono rimasti uccisi e feriti questa sera, a seguito dei continui bombardamenti delle forze di occupazione israeliane su aree sparse nella Striscia di Gaza, in particolare nelle province di Gaza, Khan Yunis e Rafah. Lo riporta l’agenzia di stampa Wafa.

Secondo fonti mediche, 14 corpi sono stati portati al Complesso medico Nasser a seguito dei continui bombardamenti di Khan Yunis e Rafah da parte delle forze di occupazione.

Fonti giornalistiche nella Striscia di Gaza hanno confermato che il giornalista Ali Taima è stato ucciso nel bombardamento di un veicolo civile da parte delle truppe di occupazione nella zona di Mawasi, a ovest di Khan Yunis.

I paramedici della Mezzaluna Rossa Palestinese hanno confermato che i corpi di tre civili e di diverse persone ferite sono stati trasportati all’ospedale Kamal Adwan dopo che un missile israeliano ha colpito una bancarella di cibo in Hawja St., nel campo profughi di Jabalia, nella Striscia settentrionale.

Secondo fonti locali, quattro persone sono state uccise in un attacco aereo israeliano che ha preso di mira un veicolo a ovest di Khan Yunis, poco dopo che quattro cadaveri e diversi feriti erano stati trasportati all’ospedale da campo del Kuwait in seguito al bombardamento da parte dell’occupazione di al-Nasser Street, nella zona di Mawasi, a ovest di Rafah.

Secondo fonti mediche, due civili sono rimasti uccisi in un bombardamento israeliano sulla zona costiera di al-Qarara a nord-ovest di Khan Yunis.

Gli aerei d’occupazione hanno bombardato anche i pressi dell’ospedale Nasser e della rotonda di Abu Hamid a Khan Yunis, nella Striscia di Gaza meridionale, provocando almeno due vittime civili.

Nel primo pomeriggio, cinque civili sono stati uccisi e altri sono rimasti feriti in un bombardamento israeliano sulla spiaggia di Gaza City.

Bombardamenti israeliani del centro di Gaza, ancora vittime e feriti

Diversi civili sono rimasti uccisi e altri feriti questa notte nel bombardamento israeliano di Gaza City e del campo profughi di Maghazi, al centro della Striscia di Gaza.

Il corrispondente dell’agenzia Wafa ha riferito che gli aerei d’occupazione hanno preso di mira un appartamento residenziale nel campo di Maghazi, uccidendo diversi cittadini, tra cui un bambino, e ferendone molti altri.

Le squadre della protezione civile hanno anche recuperato tre cadaveri e diversi feriti in seguito al bombardamento israeliano di un appartamento residenziale di proprietà della famiglia Na’san in via Yermouk a Gaza City.

Diversi cittadini sono rimasti uccisi e altri feriti in un raid aereo israeliano che ha preso di mira la casa della famiglia Zino in Yaffa Street, nel quartiere Tuffah, a est di Gaza City.

L’aggressione dell’occupazione alla Striscia di Gaza, via terra, via mare e via aria, a partire dal 7 ottobre 2023, ha causato finora l’uccisione di 40.435 civili e il ferimento di altri 93.534. Migliaia di vittime risultano ancora disperse.

Politico tedesco: “Arresto di Durov coincide con la rapida sconfitta dell’Ucraina”

L’arresto del fondatore di Telegram Pavel Durov in Francia è coinciso con il momento in cui i conflitti in Ucraina e Israele sono in pieno svolgimento, ha detto sul canale RT DE il politico tedesco Martin Dolzer.

“È strano perché questo arresto di Durov sia avvenuto ora, quando la guerra è in pieno svolgimento e l’Ucraina sta rapidamente perdendo territorio”, ha detto Dolzer citato da RIA Novosti.

Il politico ha definito il caso di Durov “un attacco alla libertà di opinione”. La settimana scorsa, il fondatore di Telegram Pavel Durov è stato arrestato all’aeroporto di Le Bourget. Ciò è accaduto mentre scendeva da un aereo privato, che si diceva fosse arrivato dall’Azerbaigian.

Lunedì la procura di Parigi ha dichiarato che Durov è accusato di 12 reati, tra cui la creazione di un gruppo criminale organizzato, la complicità nella distribuzione di droga, la frode, l’amministrazione di una piattaforma online che consente transazioni illegali e la distribuzione di immagini pornografiche di minori.

La Russia ha inviato una nota alla Francia chiedendo l’accesso a Durov, tuttavia, secondo l’ambasciata, le autorità francesi finora hanno rifiutato di collaborare su questo tema.

Tucker Carlson: La detenzione di Durov è “il segno distintivo della dittatura”

La detenzione del co-fondatore di Telegram Pavel Durov in Francia non è altro che un “segno distintivo della dittatura”, ha affermato il giornalista statunitense Tucker Carlson in un’intervista con Robert Kennedy, Jr., che ha recentemente annunciato il ritiro come candidato indipendente alla presidenza degli Stati Uniti e appoggia apertamente Donaldd Trump.

“L’amministrazione del presidente Joe Biden incoraggia la Francia il presidente Emmanuel Macron ad arrestare il proprietario e fondatore di Telegram, Pavel Durov, che si trova in questo momento in una prigione francese. Sembra, voglio dire, questo è il segno distintivo della dittatura, mi sembra”, ha detto Carlson durante il discorso, con il suo resoconto pubblicato sul suo sito web. “L’Europa oggi non ha libertà di parola”, afferma dal canto suo Kennedy Jr.

Il NYT ha notato la natura insolita della dichiarazione di Macron sulla detenzione di Durov

Il quotidiano americano New York Times ha sottolineato “l’insolita dichiarazione” del presidente francese Emmanuel Macron sulla detenzione del fondatore del social network Telegram Pavel Durov.

Macron aveva affermato che la detenzione di Durov non era una decisione politica, aggiungendo che sarebbe stata effettuata nell’ambito di un’indagine giudiziaria e che il verdetto sarebbe stato pronunciato dai giudici.

“Si è trattato di un passo insolito per Macron”, commenta il giornale in merito alla dichiarazione del presidente. Come osserva il giornale, i leader francesi di solito si astengono dal commentare nelle prime fasi delle indagini penali.

Procuratore Parigi: “L’arresto di Durov in Francia scade il 28 agosto”

L’arresto prolungato del co-fondatore di Telegram Pavel Durov scade il 28 agosto, ha annunciato la Procura di Parigi. “Il periodo di custodia è stato prorogato fino al 25 agosto 2024 da un magistrato inquirente e potrà durare fino a 96 ore (ossia il 28 agosto 2024), in base alla procedura applicabile per i reati di criminalità organizzata, come sopra indicato”, ha affermato la procura citata dalla Tass.

Pavel Durov è stato trattenuto all’aeroporto Le Bourget di Parigi il 24 agosto; il giorno dopo, il suo periodo di custodia è stato prolungato a 96 ore. Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che la sua decisione non era politica e ha invitato ad attendere la sentenza dei giudici. Secondo Macron, “la Francia resta impegnata per la libertà di parola, innovazione e affari”.

L’ambasciata russa in Francia ha dichiarato alla TASS che intende garantire la tutela dei diritti di Durov e ottenere l’accesso consolare a lui, ma “finora la Francia ha evitato di collaborare su questo tema”. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha aggiunto che la cittadinanza francese di Durov rappresenta un problema perché, per le autorità francesi, è prima di tutto un cittadino francese.

Offensiva russa in Ucraina, colpite infrastrutture energetiche. NATO all’angolo

E’ una pioggia di fuoco quella che si è abbattuta oggi per ore su gran parte dell’Ucraina, compresa Kiev. Non meno di cento missili e altrettanti droni russi hanno colpito infrastrutture energetiche in una quindicina di regioni, comprese quelle più occidentali vicine alla Polonia.

Un attacco quale non si vedeva da diverse settimane, che ha provocato secondo le stime ucraine almeno cinque morti, mentre la popolazione cercava riparo anche nelle stazioni della metropolitana e le autorità attuavano interruzioni di elettricità a scopo preventivo.

Un portavoce dell’Ue ha parlato di “attacchi barbarici” il cui effetto è di “rafforzare la determinazione dell’Ue a continuare il sostegno all’Ucraina e intensificarlo”. Ma nella sua prima reazione Volodymyr Zelensky ha fatto capire chiaramente che questo sostegno non basta se non viene data a Kiev per lo meno carta bianca per usare anche contro il territorio russo tutte le armi fornite dai Paesi della Nato.

Il presidente russo Vladimir Putin, ha affermato il capo dello Stato ucraino, “può fare solo ciò che il mondo gli permette di fare”, e “la debolezza e l’inadeguatezza delle decisioni di risposta alimentano il terrore”. “Ciascuno dei nostri partner sa quali decisioni forti sono necessarie per porre fine a tutta questa guerra”, ha insistito Zelensky. E il suo ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, è andato anche più in là, chiedendo ai Paesi occidentali non solo di approvare “gli attacchi a lungo raggio dell’Ucraina su tutti gli obiettivi militari legittimi sul territorio russo”, ma anche di “usare le capacità di difesa aerea dei partner per abbattere missili e droni in prossimità del loro spazio aereo”.

Un intervento diretto di Paesi Nato, insomma. Tra i quali la Polonia, le cui forze armate hanno denunciato l’attraversamento del proprio spazio aereo da parte di un “oggetto militare” durante i bombardamenti russi. Probabilmente un drone, è stato precisato. In precedenza il Comando operativo di Varsavia aveva annunciato “l’avvio di operazioni di aerei militari polacchi e alleati, nel sud-est della Polonia”, durante l’attacco di Mosca.

La Russia accusa già i Paesi occidentali di essere coinvolti nel conflitto, anche nell’attacco condotto dalle truppe di Kiev in territorio russo dal 6 agosto. Un’offensiva che “non può rimanere senza risposta, e una risposta ci sarà”, ha avvertito il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, facendo capire che andrà oltre i bombardamenti di oggi. Da parte sua il ministero della Difesa ha detto che gli obiettivi degli attacchi, compiuti con missili lanciati da aerei e da mezzi navali oltre che con droni, erano sottostazioni elettriche, stazioni di compressione del sistema di trasporto del gas, ma anche “siti di stoccaggio delle armi aeronautiche fornite dai Paesi occidentali nelle regioni di Kiev e Dnipro”. Il ministero ha aggiunto che i bombardamenti hanno provocato “l’interruzione del trasporto ferroviario di armi e munizioni verso la linea del fronte”.

Fonti ucraine hanno detto che è stata bombardata anche la grande centrale idroelettrica di Kiev, situata a Vyshgorod, a pochi chilometri a nord della capitale, ma la diga “non è minacciata”. Il ministro della Difesa, Rustem Umerov, ha detto che l’Ucraina “sta preparando le sue risposte” agli attacchi.

Già nella notte tra domenica e lunedì Mosca ha fatto sapere di avere abbattuto 20 droni ucraini diretti verso diverse regioni russe, di cui nove sulla regione di Saratov, sul Volga. Le autorità locali hanno riferito che in questa città è stato colpito un alto edificio residenziale dove sono stati danneggiati undici appartamenti.

Il bilancio di questo attacco è di quattro civili feriti. Un drone ucraino ha tentato di attaccare anche una raffineria di petrolio a Jaroslav, 300 chilometri a nord-est di Mosca. Sono per il momento sconosciute, invece, le cause di un incendio sviluppatosi in una grande raffineria a Omsk, nella Siberia sud-occidentale, che secondo il governatore ha provocato un morto e sei feriti non gravi.

Dopo il massiccio attacco all’Ucraina, Repke ha ammesso che la Russia sta vincendo

Il giornalista tedesco Julian Repke, sulla sua pagina sul social network X, in relazione al massiccio attacco delle forze armate russe alle infrastrutture critiche dell’Ucraina, ha ricordato ironicamente come a Mosca si prevedeva una carenza e ha concluso sull’imminente sconfitta di l’Occidente. Lo riporta Ria novosti.

“La Russia sta finendo i missili, Vladimir Putin sta cercando una via d’uscita dalla situazione, il Cremlino non ha una strategia oltre il 2024, la pressione interna sta crescendo e metterà fine alla guerra – sul serio?!”, il giornalista ha elencato le previsioni non realizzate.

Repke ha osservato che solo una parte può vincere il conflitto. “E ora ci stanno sconfiggendo”, ha dichiarato Repke. In precedenza, il Ministero della Difesa russo ha riferito che lunedì le forze armate hanno lanciato un massiccio attacco con armi aeree e marittime ad alta precisione a lungo raggio, l’aviazione tattica delle forze aerospaziali russe e hanno attaccato veicoli aerei senza pilota su infrastrutture energetiche critiche. che ha assicurato il funzionamento del complesso militare-industriale dell’Ucraina. Il dipartimento ha sottolineato che tutti gli obiettivi designati sono stati colpiti.

La mattina precedente si sono verificate esplosioni in quasi tutta l’Ucraina; l’allarme aereo nel paese è stato annunciato dopo le sei del mattino, ora di Mosca. Le autorità locali e i media hanno riferito di esplosioni in diverse regioni, inclusa Kiev . La holding energetica ucraina DTEK ha annunciato l’introduzione di interruzioni di corrente di emergenza in tutto il paese. Il ministro dell’Energia, German Galushchenko, ha definito difficile la situazione del sistema energetico dopo l’attacco militare russo.

In risposta agli attacchi contro obiettivi civili, le truppe russe effettuano regolarmente attacchi mirati sulle sedi del personale, dell’equipaggiamento delle Forze Armate ucraine e dei mercenari, nonché sulle infrastrutture: impianti energetici, industria della difesa, amministrazione militare e comunicazioni dell’Ucraina.

Allo stesso tempo, il portavoce presidenziale Dmitry Peskov ha ripetutamente sottolineato che l’esercito non attacca gli edifici residenziali e le istituzioni sociali.

Le forze armate russe hanno inferto il colpo più duro alle infrastrutture critiche in Ucraina, in particolare al settore statale dei combustibili e dell’energia, lo ha dichiarato il comandante dell’aeronautica militare ucraina Nikolai Oleshchuk sul suo canale Telegram.

Le forze armate ucraine hanno annunciato il più massiccio attacco russo

“Nella notte di lunedì 26 agosto 2024, le forze russe hanno lanciato un massiccio attacco combinato contro le infrastrutture critiche in Ucraina, in particolare contro il settore statale dei combustibili e dell’energia, utilizzando missili di vari tipi di aerei, terrestri e marittimi”, ha affermato.

In precedenza, il Ministero della Difesa russo ha riferito che lunedì le forze armate hanno lanciato un massiccio attacco con armi aeree e marittime ad alta precisione a lungo raggio, l’aviazione tattica delle forze aerospaziali russe e hanno attaccato veicoli aerei senza pilota su infrastrutture energetiche critiche. che ha assicurato il funzionamento del complesso militare-industriale dell’Ucraina. Il dipartimento ha sottolineato che tutti gli obiettivi designati sono stati colpiti.

La mattina precedente ci sono state esplosioni in quasi tutta l’Ucraina; dopo le sei del mattino, ora di Mosca, è stato annunciato l’allarme aereo nel paese . Le autorità locali e i media hanno riferito di esplosioni in diverse regioni, inclusa Kiev. La holding energetica ucraina DTEK ha annunciato l’introduzione di interruzioni di corrente di emergenza in tutto il paese. Il ministro dell’Energia, German Galushchenko, ha definito difficile la situazione del sistema energetico dopo l’attacco militare russo. Lo riferisce Ria novosti.

Incidente tra un’auto e una moto, muore un 53enne

ospedale crotone

Un ex sottufficiale della Guardia di finanza, Massimo Sepe, di 53 anni, è morto a Crotone a causa dello scontro tra la moto di cui era alla guida ed un’automobile che procedeva in senso opposto.

L’incidente è avvenuto lungo la strada consortile che conduce dalla statale 106 a Crotone. Sepe, nello scontro, avrebbe subito la recisione dell’arteria femorale, riportando una copiosa emorragia.

L’ex sottufficiale è morto poco dopo essere giunto nel pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio”. I rilievi sul luogo dell’incidente sono stati effettuati dalla polizia stradale.

Naufragio Bayesian, indagato il comandante del veliero

Mike Lynch con la figlia Hannah, entrambi morti nel naufragio. Nella foto sopra il comandante del Baylesian James Cutfield

E’ indagato ufficialmente per naufragio e omicidio plurimo colposi James Cutfield, 50 anni, il comandante neozelandese del Bayesian, il veliero affondato una settimana fa a Porticello nel palermitano in cui sono morte sette persone.

I magistrati della Procura di Termini Imerese lo hanno ascoltato ieri pomeriggio per la seconda volta a distanza di una settimana.

Nel corso di due ore il comandante ha risposto sulla posizione della deriva, sul portellone aperto e su quando è scattato l’allarme dopo il peggioramento delle condizioni meteo. Sono stati ricostruiti anche i circa 32 minuti trascorsi da quando il veliero ha iniziato ad imbarcare acqua allo sparo del razzo avvenuto alle 4.38 come ha ricordato il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio durante la conferenza stampa di sabato.

L’iscrizione nel registro degli indagati al momento del solo comandante è propedeutica al conferimento degli incarichi della procura per le autopsie che saranno eseguite dai medici dell’istituto di medicina legale del Policlinico sulle sette vittime.

Le vittime del naufragio sono state Recaldo Thomas, cuoco di bordo; Jonathan Bloomer, presidente della Morgan Stanley International; sua moglie Anne Elizabeth Judith Bloomer; l’imprenditore britannico Mike Lynch; la figlia Hannah Lynch; il legale di Lynch Chris Morvillo e sua moglie Neda.

Chi è James Cutfield, il comandante dello yacht Bayesian ora indagato

E’ originario della Nuova Zelanda, non a caso terra di grandi velisti e paese detentore dell’America’s Cup. Per lui il mare non è stata solo una grande passione ma la sua stessa ragione di vita. Uno skipper esperto, che ha lavorato per anni a bordo di grandi imbarcazioni e che conosce bene il Mediterraneo. Questo il ritratto di James Cutfield, 51 anni, il capitano della Bayesian, lo yacht affondato a Porticello, nel Palermitano, ora indagato.

Era lui al comando del veliero da 56 metri, uno dei più grandi al mondo, investito da una violentissima tromba d’aria. Il capitano è stato interrogato dai magistrati della Procura di Termini Imerese che stanno indagando sulle cause del naufragio.

Davanti ai Pm il principale testimone dell’inchiesta ha dovuto non solo ricostruire i momenti terribili del naufragio ma anche provare a spiegare come sia stato possibile che quello yacht, con sistemi tecnologici d’avanguardia e considerato praticamente inaffondabile, sia colato a picco nel giro di un minuto.

James Cutfield è uno skipper molto conosciuto e stimato, tanto da lavorare per conto di grandi broker internazionali della nautica che gestiscono crociere di lusso nel Mediterraneo. Prima di essere ingaggiato dal magnate della tecnologia britannico Mike Lynch come comandante della Bayesian, aveva lavorato per un miliardario turco.

Anche i media neozelandesi, il paese del comandante, si sono occupati ampiamente del naufragio della Bayesian. Il “NzHerald”, in particolare, ha intervistato il fratello di Cutfield, Mark, il quale ha confermato che da circa otto anni lo skipper è ormai al comando di barche di lusso.

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