6 Ottobre 2024

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Operaio cade da una impalcatura e muore

Un muratore di 65 anni è morto cadendo dall’impalcatura sulla quale era impegnato ad effettuare dei lavori. L’incidente è avvenuto nel pomeriggio di ieri a Roggiana Gravina, nel Cosentino. Le indagini sulla dinamica sono coordinate della Procura della Repubblica di Cosenza.

Al momento le ipotesi sono di un malore o della perdita di equilibrio. Sul posto è stata fatta intervenire l’eliambulanza ma per l’uomo non c’era più niente da fare.

Sulla vicenda è intervenuto oggi il segretario generale della Fillea Calabria Simone Celebre. “La mattanza continua. Nonostante i tanti appelli – afferma in una nota – si continua a morire di lavoro. Purtroppo, in Calabria ieri si è verificato un altro tragico infortunio sul lavoro, costata la vita a un sessantacinquenne, padre di famiglia. Questo incidente si aggiunge alla lunga lista di morti sul lavoro che stanno affliggendo l’Italia, evidenziando gravi lacune nella sicurezza lavorativa. L’incidente in Calabria è parte di una più ampia crisi nazionale”.

“Nei primi mesi del 2024 – prosegue il sindacalista – si sono già registrati numerosi decessi sul lavoro, con il settore delle costruzioni che risulta essere uno dei più colpiti. In questa triste circostanza esprimiamo vicinanza e cordoglio ai familiari del lavoratore”.

Sequestrano, picchiano e rapinano un giovane, arrestati

Dopo un annuncio su internet in cerca di incontri con sconosciuti, è stato individuato da malviventi che, dopo l’appuntamento, lo hanno appostato, sequestrato per alcune ore, picchiato e rapinato. E’ accaduto a Reggio Calabria dove i carabinieri hanno arrestato tre uomini di età compresa tra i 28 ed i 30 anni, con le accuse di sequestro di persona a scopo di estorsione, lesioni personali aggravate ed indebito utilizzo di strumenti di pagamento.

La notte del 22 maggio scorso, durante un servizio di controllo, una pattuglia della Compagnia di Reggio Calabria ha fermato un’Audi A3 per un normale accertamento. Gli occupanti sono apparsi impacciati e restii a fornire i documenti per cui i militari hanno proceduto ad un controllo della vettura, trovando nel cruscotto diverse carte di credito, due telefoni cellulari, un mazzo di chiavi di un’altra auto ed il tesserino di riconoscimento di un ordine professionale. Alla richiesta di sapere a chi appartenesse quel materiale, nessuno dei tre ha saputo fornire delle spiegazioni. I carabinieri hanno quindi iniziato gli accertamenti per rintracciare il titolare degli effetti trovati.

Le ricerche hanno portato ad individuare, parcheggiata nei pressi dell’ex Lido comunale di Reggio Calabria, l’auto relativa alle chiavi trovate ai tre fermati e, poco distante, hanno soccorso un giovane che, sconvolto ed in stato di shock, ha riconosciuto subito i tre come coloro che poco prima lo avevano picchiato e derubato.

La vittima ha raccontato ai carabinieri che quella notte aveva deciso, tramite un annuncio su un sito di incontri online, di mettersi in contatto con uno sconosciuto, ottenendo un appuntamento nell’area balneare della città. Al suo arrivo, però, non ha trovato un potenziale “partner” ma tre persone che lo hanno prima minacciato e malmenato con dei bastoni e, poi, rapinato del portafogli e dei telefoni cellulari in suo possesso. Nella circostanza – ha raccontato la vittima – gli aggressori lo hanno ingiuriato costantemente con frasi discriminatorie, tenendolo per diverse ore a terra, immobilizzato e sotto continua sorveglianza, mentre perquisivano la sua autovettura e si recavano a prelevare più centinaia di euro in contanti usando le carte di credito sottratte. I tre sono quindi fuggiti a bordo della loro auto per poi essere fermati dai carabinieri.

La vittima è stata portata in ospedale dove è stato ricoverato per vari traumi riportati in tutto il corpo. Gli arrestati, già noti per reati contro il patrimonio e in materia di stupefacenti, l’11 aprile scorso erano stati denunciati all’Autorità giudiziaria per un episodio analogo. In provincia di Rovigo, infatti, con lo stesso modus operandi, avevano adescato un uomo e, una volta fatto accesso all’interno della sua abitazione, lo avevano legato con delle fascette e colpito ripetutamente alla testa con il calcio di una pistola, con lo scopo di rapinarlo.

Terrorismo, arrestato per la terza volta appartenente all’Isis

È stato arrestato dalla Digos di Torino, guidata dal dirigente Carlo Ambra, Halili Elmahdi, 29 anni, considerato l’autore dei primi testi di propaganda jihadista scritti in italiano.

Marocchino naturalizzato italiano, è accusato di associazione terroristica dello Stato Islamico.

In manette era finito già due volte, nel 2015 e nel 2018 quando viveva a Lanzo, nel torinese, sempre con l’accusa di terrorismo e di legami con il Daesh di cui portava avanti una campagna di radicalizzazione e proselitismo condotta sul web.

Dopo la condanna gli era stata tolta la cittadinanza italiana. A fine luglio del 2023 era stato scarcerato, ma per intoppi burocratici non era stato espulso.

Secondo gli inquirenti durante la sua detenzione avrebbe rafforzato il suo credo fondamentalista, assumendo sempre più atteggiamenti violenti, all’interno del carcere, ma anche dopo quando è tornato il libertà.

Traffico di droga e mafia, 30 arresti tra Calabria, Lombardia e Piemonte

In un’operazione dei poliziotti della Squadra mobile di Como, coordinati dalla procura di Milano, sono state arrestate 30 persone accusate di narcotraffico, usura ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso.

Le indagini, condotte dal Servizio centrale operativo della Polizia di Stato hanno permesso d’individuare due gruppi criminali specializzati allo spaccio di stupefacenti, in particolare cocaina, marijuana e hashish, nelle province di Como, Varese e Lecco.

Il primo gruppo attivo nella zona dell’Erbese, il secondo a cavallo tra le province di Como e di Varese nell’aerea della cosiddetta “Bassa Comasca”; questi ultimi strettamente legati ad ambienti criminali della ‘ndrangheta di Rosarno, Reggio Calabria.

Gli agenti hanno eseguito 25 ordinanze di custodia cautelare in carcere, ed ulteriori 5 ordinanze applicative degli arresti domiciliari, emesse dal tribunale di Milano, nei confronti di persone residenti in Lombardia, Piemonte e in Calabria.

Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti con l’aggravante del possesso di armi, usura ed estorsione aggravati dal metodo mafioso. Gli indagati con l’autoriciclaggio di denaro sporco avevano acquistato locali pubblici e finanziato società intestate a prestanome, oltre ad aver indebitamente percepito finanziamenti con garanzia pubblica ottenuti attraverso presentazione di falsa documentazione contabile, contribuendo all’attività illecita con l’emissione di fatture fittizie per ottenere un mutuo di 700mila euro.

Gli indagati, forti della comune appartenenza e cultura ‘ndranghetista, non si facevano scrupolo ad usare violenza nei confronti delle vittime di usura che non restituivano i prestiti ricevuti: si sono accertate diverse estorsioni e prestiti usurari in danno di commercianti ed imprenditori locali.

Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati 690mila euro in contanti occultati in un doppiofondo creato ad arte su un veicolo in uso al gruppo.
All’operazione di oggi hanno partecipato oltre alle Squadre mobili delle diverse provincie interessate con il supporto delle Sezioni investigative del Servizio centrale operativo (Sisco) anche i poliziotti del Reparto prevenzione crimine, squadre cinofile antidroga e antiesplosivo e il reparto volo di Malpensa.

Rintracciata la madre del neonato morto a Villa: è una 13enne

È stata rintracciata la madre del neonato il cui corpo senza vita è stato trovato ieri, con il cordone ombelicale ancora attaccato, all’interno di uno zaino abbandonato tra gli scogli a Villa San Giovanni, nella vicinanze degli imbarcaderi per la Sicilia.

Si tratta di una tredicenne di nazionalità italiana. La ragazza è stata individuata nell’abitazione dei genitori, a Villa San Giovanni, dai carabinieri e dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, che stanno svolgendo le indagini su delega della Procura della Repubblica e della Procura per i minorenni.

La giovane è stata portata in ospedale e ricoverata perché affetta da setticemia, conseguenza del parto che sarebbe avvenuto nello scorso fine settimana in circostanze sulle quali sono in corso le indagini degli investigatori. Sui particolari della vicenda inquirenti ed investigatori mantengono, al momento, uno stretto riserbo.

Si è appreso, comunque, che il contesto familiare cui appartiene la tredicenne sarebbe particolarmente degradato. Nella stessa giornata di domani dovrebbe essere disposta l’autopsia sul corpo del neonato. Lo scopo, in particolare, è di accertare se il neonato, quando è stato partorito, era già morto o se il decesso sia sopraggiunto successivamente. E, in quest’ultimo caso, quali sono state le cause che l’hanno provocato.

Polizia e carabinieri, comunque, sono al lavoro per ricostruire l’intero quadro delle responsabilità connesse alla vicenda. Indagini in corso anche per risalire al “padre” del neonato e accertare se la ragazzina sia stata stata vittima di uno stupro.

Morte Onorato, la procura di Palermo indaga per omicidio. I punti oscuri

LaProcura di Palermo ha aperto una inchiesta con l’ipotesi di omicidio sulla morte di Angelo Onorato, l’imprenditore, marito dell’eurodeputata Francesca Donato, trovato senza vita con una fascetta stretta al collo, nella sua auto in Viale Regione Siciliana alla periferia ovest del capoluogo dell’isola.

I magistrati palermitani – per gli elementi fin quì raccolti nelle prime indagini della Polizia -, sono quindi orientati a seguire la pista del delitto, così come vanno ripetendo dal primo istante i familiari della vittima che non credono assolutamente alla tesi del suicidio, ipotesi ribadita da alcuni media.

La possibile dinamica dei fatti e i punti oscuri

Il cadavere di Angelo Onorato è stato rinvenuto riverso al posto di guida della sua Range Rover con una fascetta da elettricista stretta attorno al collo e con macchie di sangue sulla camicia e la cintura di sicurezza allacciata. Sarebbe morto soffocato. Oltre questi elementi, apparentemente certi, quello che alimenta la tesi dell’omicidio è lo sportello posteriore del grosso Suv rimasto socchiuso (foto), segno che il killer avrebbe ucciso l’imprenditore da dietro il sedile e in fretta guadagnato la via di fuga al riparo da occhi indiscreti, probabilmente scavalcando, facilmente, una recinzione rialzata da un muretto che sulla destra dà su un edificio dismesso sito pochi metri dopo un esercente di trasporti e consegne, forse aiutato da complici, per poi dileguarsi dietro la ferrovia, posta ad un centinaio di metri, come si può notare sulla mappa in basso.
Dalla parte opposta al punto dove è stata ritrovata l’auto c’è un muro alto circa due metri che costeggia il raccordo bis che conduce verso Capaci, possibile da scalare ma molto più in vista oltreché pericoloso perché a ridosso di un’arteria a scorrimento veloce.
Non è chiaro se vi siano in zona telecamere di video sorveglianza in grado di riprendere la scena del crimine, che fra l’altro è coperta da grossi alberi. La strada è abbastanza isolata (e degradata), con divieto di parcheggio sulla sinistra sul lato della tangenziale. La ricostruzione sembra quadrare. Sembra. Al momento manca però il movente: economico, ad esempio qualche affare andato male, oppure altro?

Non convince invece la pista del suicidio. Sebbene sia tutto possibile, si fa fatica a immaginare che Onorato da solo e con la cintura allacciata si sia stretto attorno al collo la fascetta e l’abbia tirata con tutta la sua forza fino a soffocarsi. Sembra inverosimile. Non è la stessa cosa di stringersi una corda al collo appesa a un albero e lasciarsi andare con tutto il peso del corpo. Ecco perché non convince il suicidio. E poi quelle macchie di sangue sugli indumenti? Di chi sono, sue o del possibile assassino?

Il punto esatto del ritrovamento dell’auto di Angelo Onorato 

La lettera: “Se mi succede qualcosa l’avvocato sa tutto”

A insospettire gli inquirenti c’è anche la misteriosa lettera attraverso cui Angelo Onorato avvisa i suoi familiari che nel caso gli fosse successo qualcosa dovevano rivolgersi al suo avvocato: perché “lui sa tutto”, avrebbe scritto. Oltretutto, da quanto è trapelato, Onorato avrebbe fatto sapere a un parente che quella mattina doveva andare a prendere una persona in aeroporto; un tale con cui avrebbe avuto un appuntamento per dirimere alcune questioni. Possibile che abbia incontrato il tipo in una strada così appartata? Altro mistero. Un elemento, questo dell’appuntamento, comunque facile da confutare con le celle telefoniche e gli impianti di videosorveglianza di cui aeroporto e autostrada sono zeppe. Se la vittima ha incontrato qualcuno basta incrociare qualche dato.

L’autopsia svelerà le cause del decesso

Domani sarà eseguita l’autopsia sul corpo dell’imprenditore. L’esame, che svelerà le cause della morte, sarà eseguito all’istituto di medicina legale dell’ospedale Policlinico di Palermo.

La drammatica testimonianza dell’europarlamentare Donato: “Momenti devastanti, non speculare”

“Sto vivendo i momenti più difficili e devastanti della mia vita. Il dolore è inimmaginabile. Prego tutti di astenersi da speculazioni sulle cause della morte di mio marito. Ci sono indagini in corso, lasciamo lavorare la polizia. Ringrazio tutti coloro che in queste ore tremende hanno avuto parole di affetto per il mio adorato Angelo e hanno mostrato vicinanza e solidarietà per la mia famiglia. Sono tantissimi e ognuno è prezioso per me”, ha scritto su X l’europarlamentare Francesca Donato in merito alle indagini sul morte del marito.

Sbanda con l’auto e finisce fuori strada, morto

Avrebbe perso il controllo della sua auto, per cause in corso di accertamento, finendo fuori strada.

E’ morto così, in contrada Mezzofato a Corigliano Rossano, un uomo molto probabilmente di nazionalità romena. La vittima era da sola in auto.

Sul posto oltre ai medici del servizio di emergenza 118 che hanno prestato i primi soccorsi rivelatisi però inutili e i carabinieri del Reparto territoriale di Corigliano Rossano che stanno effettuando i rilievi per accertare le cause dell’incidente stradale. Si sta inoltre lavorando per risalire all’identità della vittima. (Ansa)

Omicidio a Reggio, uomo ucciso a coltellate e “scaricato” davanti l’ospedale

Una persona di sesso maschile, di cui non si conosce al momento l’identità perché senza documenti, è stata lasciata davanti all’ospedale “Morelli” di Reggio Calabria con gravi ferite provocate da numerose coltellate ed è morta poco dopo.

L’ipotesi che viene fatta dagli investigatori è che l’uomo, dall’età apparente di 40 anni, sia stato ferito altrove e portato successivamente nel luogo adiacente l’ospedale in cui è stato trovato dal personale del nosocomio che ha prestato, invano, i primi soccorsi.

Sul posto sono intervenuti gli agenti delle Volanti e della Squadra mobile che hanno avviato le indagini. Cruciali le immagini di video sorveglianza e le testimonianze sul posto. L’automobile sarebbe stata poi ritrovata a Villa San Giovanni.

A bordo del veicolo ci sarebbero state tre persone che, probabilmente, sarebbero coinvolti nell’omicidio avvenuto altrove, oppure solo testimoni che, visto il fatto di sangue hanno comunque deciso di trasportare la vittima presso l’ospedale al fine di salvarlo. Se fosse stato infatti il killer non si sarebbe esposto davanti a numerose telecamere (con la certezza di essere riconosciuto) e avrebbe lasciato il corpo dov’è avvenuto il ferimento.

La polizia ha informato dell’accaduto la Procura della Repubblica, che coordina le indagini.

‘Ndrangheta, le “doti” mafiose della “locale” di Arangea. L’inchiesta

I Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, con l’ausilio dello Squadrone eliportato “Cacciatori” Calabria, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, hanno dato esecuzione, nell’ambito dell’operazione denominata “Arangea”, ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari in carcere nei confronti di 11 persone e una ai domiciliari, indiziati, a diverso titolo, dei reati di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni ed armi.

Le indagini, condotte dal Nucleo investigativo del comando provinciale di Reggio Calabria sotto le direttive della Procura della Repubblica, eseguite sia con le classiche tecniche investigative, ma anche con i più moderni strumenti d’intercettazione hanno permesso di ricostruire dinamiche e assetti dell’articolazione di ndrangheta facente capo alla “locale” operante nel territorio del quartiere Arangea, ricostruendone l’imposizione del controllo del territorio ed un diffuso sistema estorsivo nonché la gestione occulta di diverse imprese economiche.

Allo stesso modo, sono state ricostruite le dinamiche riorganizzative interne attivatesi per colmare i vuoti di potere determinati dall’arresto di elementi di vertici avvenuti nel periodo dell’attività.

Le fasi della riorganizzazione trovano perfetta aderenza con l’ordinamento della ‘ndrangheta già emerso nell’indagine Crimine, nella cui sentenza viene riportata la definizione di “locale” e “doti”, nonché l’esistenza anche del cosiddetto “banco nuovo”, termine con il quale i vertici dell’ndrangheta intendevano la riorganizzazione delle cariche all’interno del locale.

Il dato in questione viene attualmente riscontrato in questa indagine e più nello specifico quando l’arrestato Demetrio Palumbo intendeva operare tale riorganizzazione in seno al locale di Arangea coinvolgendo Sebastiano Praticò, già condannato in via definitiva proprio nel processo “Crimine”, ove lo stesso veniva riconosciuto partecipe della cosca operante nella zona sud di Reggio Calabria e ricopriva una carica di livello provinciale quale rappresentante del mandamento di Reggio Calabria.

L’attività ha poi registrato il perseverare delle condotte da parte di indagati, già condannati in via definitiva per il reato di associazione mafiosa, dopo una lunga militanza in seno alla cosca, in quella cosca abbia fatto carriera e, forte del carisma criminale, scalando la scala delle doti più elevate, abbia conquistato i vertici della compagine mafiosa e un rispetto da parte dei sodali e delle altre organizzazioni criminali che gli ha consentito di continuare ad operare, con ruolo apicale, nell’interesse del sodalizio.

Altri sodali, seppur con ruolo subordinato, manifestavano una perseveranza partecipativa di pericolosa dedizione che si ricava dal ripetersi di condotte delittuose e dai riferimenti alla convita adesione alle regole di ndrangheta nonché alla necessità di controllo del territorio che si concretizza nell’esecuzione di vari episodi estorsivi finalizzati a garantire alla cosca il comando dell’area di competenza.

La compagine criminale, che disponeva anche di armi illegalmente detenute, attraverso il modus operanti caratteristico delle associazioni di tipo mafioso poneva in essere un controllo sistematico delle attività commerciale e dei cantieri edili con l’obiettivo di trarre ingiusti profitti per gli associati. Le vicende registrate offrono uno spaccato della realtà reggina ove gli imprenditori sono perfettamente a conoscenza del fatto che, ancor prima di intraprendere un lavoro, devono darne preventiva comunicazione a quei personaggi che sono stati demandati dall’associazione a raccogliere le richieste e veicolarle a chi ha potere decisionale e può concedere l’autorizzazione, in cambio di dazioni di denaro, assunzione di manodopera e imposizione di forniture.

Ancora sotto il profilo del condizionamento delle attività economiche sono emersi tentativi infiltrazioni nel settore della grande distribuzione con l’intento di imporre assunzioni.

Le investigazioni hanno inoltre messo in luce i progetti imprenditoriali dell’associazione nel settore agrumario, in particolar modo in quello dei bergamotti dove erano attive due società, intestate a prestanomi ma riconducibili ad un associato, che espandevano i loro interessi commerciali utilizzando in taluni casi quei metodi che sono peculiari delle articolazioni di ndrangheta. Le due società sono state sottoposte a sequestro preventivo.

Contestualmente ai provvedimenti restrittivi personali, il Gip ha disposto il sequestro preventivo di 3 società, tutte con sede a Reggio Calabria, due delle quali fittiziamente intestate a terzi, ma di fatto nella piena disponibilità degli indagati.

Atroce massacro del criminale Netanyahu a Rafah, decine di civili bruciati vivi

Nuovo massacro nei territori occupati in Palestina. Sono almeno 40 i civili uccisi, per lo più bambini e donne, a causa di un bombardamento israeliano nella tendopoli degli sfollati a nord-ovest della città di Rafah, a sud della Striscia di Gaza. Lo riporta l’agenzia di stampa Wafa che riferisce di un gran numero di feriti.

Fonti locali citate dall’agenzia hanno riferito che almeno 40 cittadini sono stati uccisi e altri feriti dopo che le forze di occupazione hanno preso di mira, con almeno otto missili, le tende delle persone che si rifugiavano in un campo per sfollati recentemente allestito vicino ai magazzini dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione. per i rifugiati palestinesi (Unrwa), a nord-ovest di Rafah.

La Mezzaluna Rossa Palestinese ha riferito che il suo personale ha trasportato un gran numero di corpi e feriti dopo che l’esercito israeliano ha preso di mira le tende degli sfollati a Rafah.

La Mezzaluna rossa ha avvertito che gli ospedali non sono in grado di gestire un numero così elevato di vittime a causa della deliberata distruzione del sistema sanitario a Gaza da parte degli israeliani, rilevando che alcune delle vittime sono state trasportate in centri medici improvvisati.

I soccorritori hanno confermato che le persone che si trovavano all’interno delle tende, soprattutto bambini e donne, sono state bruciate vive e con i corpi smembrati.

L’agenzia fa notare che l’area presa di mira, affollata di migliaia di sfollati, era stata precedentemente dichiarata zona sicura dalle forze di occupazione israeliane.

L’esercito israeliano continua oggi la sua aggressione contro la Striscia di Gaza, iniziata il 7 ottobre dello scorso anno, uccidendo 35.984 persone, la maggior parte delle quali erano bambini e donne, e ferendone altre 80.643. Migliaia di vittime restano disperse sotto le macerie o sparse sulle strade.

La situazione nella Striscia è catastrofica e nonostante gli appelli internazionali e l’ordine del tribunale dell’Aja di cessare immediatamente il fuoco il criminale di guerra Netanyahu (la Cpi ne ha chiesto l’arresto insieme all’altro macellaio di Gallant, ndr) continua imperterrito a massacrare civili palestinesi col pretesto (finora fallito) di annientare Hamas. Il tutto mentre l’Onu non muove un dito per fermare il genocidio israeliano. Solo parole.

Enorme frana travolge villaggio in Papua Nuova Guinea, centinaia di morti

frana Papua Nuova Guinea
Ansa/Afp

Quasi 700 persone sarebbero morte in seguito ad una enorme frana che ha travolto il villaggio Yambali, in Papua Nuova Guinea. Lo riferisce il National Disaster Center del paese spiegando che vi sarebbero circa 2mila persone sepolte di cui non si hanno notizie. Sono otre 150 le case che sono state sepolte dal fango e i soccorritori stanno lottando contro il tempo per trovare eventuali sopravvissuti.

La frana si è verificata venerdì 24 maggio nella regione montuosa di Enga, nel nord del Paese, ma la notizia è stata resa nota domenica. Subito dopo il disastro, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, aveva stimato che almeno 670 persone avevano perso la vita.

Ma secondo l’ultima stima dell’agenzia per i disastri della Papua Nuova Guinea, questa cifra potrebbe ora essere notevolmente sottostimata. “La frana ha seppellito vive più di 2000 persone e ha causato gravi distruzioni a edifici e orti e ha causato un grave impatto sull’economia del paese”, ha dichiarato Lusete Laso Mana, direttore ad interim del Centro nazionale per i disastri, in una lettera alle Nazioni Unite. “La situazione rimane instabile mentre la frana continua a spostarsi lentamente, creando un pericolo costante sia per le squadre di soccorso che per i sopravvissuti”, ha aggiunto, affermando che l’autostrada principale per la zona è stata completamente bloccata.

La frana ha colpito il remoto villaggio di Kaokalam , a circa 600 chilometri (372 miglia) a nord-ovest della capitale Port Moresby, intorno alle 3 del mattino ora locale di venerdì, lasciando una striscia di detriti che secondo gli operatori umanitari era grande quanto quattro campi da calcio.

Più di 150 case nel villaggio di Yambali sono state sepolte sotto le macerie, hanno detto domenica i funzionari. L’area continua a rappresentare un “rischio estremo”, poiché le rocce continuano a cadere e il suolo è esposto a una pressione costantemente crescente.

‘Ndrangheta, dodici arresti a Reggio Calabria

È in corso a Reggio Calabria un’operazione contro la ‘ndrangheta condotta dai carabinieri del Comando provinciale per l’esecuzione di 12 ordinanze di custodia cautelare, 11 in carcere e una domiciliari.

I provvedimenti sono stati emessi dal Gip distrettuale su richiesta della Dda, diretta da Giovanni Bombardieri, che ha coordinato l’attività investigativa.

I reati contestati alle persone destinatarie delle ordinanze sono associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni e traffico di armi.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Walter Ignazitto, ha consentito di ricostruire dinamiche e assetti della cosca di ndrangheta che controlla le attività illecite nel quartiere “Arangea”, nella periferia sud di Reggio Calabria.

I carabinieri sono riusciti a ricostruire, in particolare, i metodi seguiti dal gruppo criminale per imporre le estorsioni a numerosi imprenditori di vari settori.

I dettagli dell’operazione saranno illustrati dai magistrati della Dda e dai carabinieri nel corso di una conferenza stampa alle 10 nella sede del Comando provinciale dell’Arma.

Incidente stradale nel catanzarese, un morto e alcuni feriti

Incidente statale 180 cz

Un giovane è morto e alcune sono rimaste ferite in un incidente stradale avvenuto intorno alle 22 di ieri sera sulla statale 180, in località Orto Grande, tra i comuni di Cropani e Sersale, in provincia di Catanzaro.

Per cause in corso di accertamento si sono scontrate frontalmente tra loro un’Alfa Romeo 159 e una Fiat Panda. Il conducente di quest’ultima, Roberto Spadafora, di 25 anni, è deceduto mentre il passeggero e gli occupanti dell’Alfa sono rimasti feriti in modo non grave.

Sul posto sono intervenuti una Squadra dei vigili del fuoco del Comando di Catanzaro, distaccamento di Sellia Marina, i carabinieri per i rilievi e i sanitari del 118.

Ucraina, Salvini: “Stoltenberg o ritratta e chiede scusa o si dimette”

“Stoltenberg o ritratta e chiede scusa o si dimette”. Così il segretario della Lega Matteo Salvini a Napoli per un appuntamento elettorale torna sulle dichiarazioni del segretario generale della Nato sulla possibilità di autorizzare l’Ucraina a usare sul territorio russo le armi fornite dall’Alleanza.

“Perché per parlare di guerra – aggiunge – per parlare di usare le bombe o i missili o le armi italiane che abbiamo mandato all’Ucraina per difendersi sul suo territorio invece per combattere, colpire e uccidere fuori dal suo territorio, può farlo non in nome mio, non in nome della Lega, non in nome del popolo italiano”.

“Quindi noi dobbiamo difendere l’Ucraina aggredita – la posizione di Salvini – e lo stiamo facendo sin dal primo minuto, ma non siamo in guerra contro nessuno. Io non voglio lasciare ai miei figli la terza guerra mondiale alle porte, quindi la Nato non può imporci di uccidere in Russia né nessuno può imporci di mandare dei soldati italiani a combattere o a morire in Ucraina. Un conto è difendere, un conto è uccidere. Quindi – conclude il leader della Lega – assolutamente mai nella vita e quindi questo signore o chiede scusa o rettifica o si dimette”.

Tajani: “Le armi inviate dall’Italia vanno usate nei confini ucraini”
“Noi non vogliamo che siano utilizzate le armi inviate dall’Italia al di là dei confini dell’Ucraina, controlliamo l’utilizzo di tutto il materiale militare. Quindi, voglio ribadire che noi non siamo in guerra con la Russia, non manderemo neanche i nostri soldati a combattere in territorio ucraino. Siamo però per difendere il diritto all’indipendenza dell’Ucraina”. Lo ha detto a Bari il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se le parole del segretario generale della Nato, Jens Stoltenber, rischiano di innescare un’esclatation.

“Una sconfitta dell’Ucraina – ha aggiunto il capo della Farnesina – significherebbe rendere più difficile la pace, invece una situazione di stallo comporterebbe un inizio di confronto tra Putin e Zelensky per poi arrivare alla pace. Il nostro obiettivo è la pace, fermo restando il diritto dell’Ucraina ad essere un paese libero e democratico che non può vedere invaso il proprio territorio dall’esercito di un altro Paese”.

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in una intervista di due giorni fa all’Economist aveva invitato i partner dell’Alleanza a fornire più armi a Kiev in modo da poter colpire in profondità la Russia. I paesi dell’alleanza atlantica però non seguono Stoltenberg il cui mandato decennale ai vertici della Nato sta per scadere.

Cadavere di neonata trovato in una busta tra gli scogli a Villa

Ansa

Il corpo senza vita di una neonata di colore è stato trovato stamane tra gli scogli a Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria, nelle vicinanze degli imbarcaderi dei traghetti per la Sicilia.

Il cadavere della bambina, probabilmente partorita da poco tempo, era all’interno di una busta di plastica a sua volta contenuta in uno zaino e aveva ancora il cordone ombelicale attaccato.

Sull’accaduto indaga la Polizia che ha effettuato i rilievi. E’ stato un pescatore a individuare lo zaino, abbandonato tra gli scogli, con all’interno la neonata morta trovata a Villa San Giovanni nella zona tra gli imbarcaderi della società di traghettamento per la Sicilia e la darsena di Pezzo.

Il corpo della piccola era avvolto in un velo dentro una busta di plastica. L’uomo ha subito avvertito la Polizia di Stato e sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato di Villa San Giovanni e della squadra mobile di Reggio Calabria che hanno informato il magistrato di turno. Probabilmente, stando ai tratti somatici della neonata, la puerpera è una donna straniera.

Gli investigatori stanno concentrando la loro attenzione sull’accertamento delle cause della morte della piccola. La Procura e la polizia, infatti, dovranno capire se la bambina è deceduta durante il parto ed è stata abbandonata già esanime o se la morte sia avvenuta per soffocamento a causa delle modalità in cui è stata abbandonata. Da qui la decisione se aprire un’inchiesta per occultamento di cadavere o per omicidio. Una risposta, in questo senso, la potrebbe dare l’autopsia che verrà disposta dal pubblico ministero.

In queste ore, infine, la squadra mobile di Reggio Calabria sta verificando se nella zona ci sono telecamere che abbiano potuto riprendere qualcosa che possa rivelarsi utile per le indagini.

Angelo Onorato alla famiglia: “Ho una questione da risolvere, il mio avvocato sa tutto”

In una lettera citata dall’Ansa Angelo Onorato, l’architetto marito dell’eurodeputata Francesca Donato, trovato morto ieri in auto con una fascetta stretta attorno al collo, avrebbe scritto alla famiglia che stava affrontando “un momento difficile” e che se gli fosse successo qualcosa si sarebbero dovuti rivolgere all’avvocato “che conosce tutta la situazione”.

Il legale, un tributarista, è stato sentito ieri dalla polizia. L’imprenditore si affidava al professionista per gli aspetti fiscali della sua società. Gli investigatori lo avrebbero ascoltato per accertare la situazione economica di Onorato ed eventuali collegamenti con la sua morte per questione di debiti o crisi finanziaria. Al momento non si conoscono dettagli sull’escussione.

Nel biglietto di Onorato alla famiglia ci sarebbero anche indicazioni generiche su chi avrebbe potuto danneggiarlo. Moglie e figlia di Angelo Onorato continuano infatti a ripetere che il congiunto non si è suicidato ma sarebbe stato ucciso.

La vittima a un parente: “Ho una questione da risolvere”
“Vado a risolvere una questione con una persona di Capaci, spero in maniera bonaria”, avrebbe detto ieri Angelo Onorato a un parente, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa che cita ambienti vicino alla famiglia. L’uomo in mattinata sarebbe andato a prendere un familiare all’aeroporto e lo avrebbe poi portato ad una festa organizzata per un battesimo, in un comune vicino Palermo.

Nessun segno di violenza su corpo
Dai primi accertamenti medico-legali sul corpo di Angelo Onorato – che si trova nell’istituto di Medicina legale del Policlinico di Palermo – non sarebbe stato trovato nessun segno di violenza sul cadavere dell’imprenditore.

La fascetta attorno al collo e le macchie di sangue
Oltre alla fascetta da elettricista stretta attorno al collo l’architetto Onorato aveva una chiazza di sangue sulla camicia e i mocassini sfilati dai piedi. Altro elemento che infittisce il mistero è lo sportello posteriore sinistro della Land Rover trovato socchiuso. Non vi sarebbero tracce di colpi di arma da fuoco.

La polizia visionerà le immagini di due telecamere
Potrebbe essere nelle immagini riprese da due telecamere di sorveglianza trovate nei pressi dell’auto in cui è stato scoperto il cadavere di Angelo Onorato la risposta sulla morte dell’uomo. I familiari, come detto, escludono che si sia suicidato e parlano di omicidio. La polizia sta indagando su entrambe le ipotesi. Sarà comunque l’autopsia a chiarire le cause del decesso.

Morte Onorato, la figlia: “Non si è suicidato”. È giallo sul marito di Francesca Donato

Ribadisce che il padre non si è suicidato Carolina Onorato, la figlia di Angelo Onorato l’architetto, marito dell’eurodeputata Francesca Donato, trovato morto ieri nella sua auto con una fascetta stretta attorno al collo.

“Le notizie viaggiano alla velocità della luce e spesso inesatte, quindi sento la necessità di specificare come stanno le cose – ha scritto la ragazza su Fb in un post con sfondo nero – Mio padre non si è suicidato”.

Sono state Carolina e la madre a trovare il corpo. “Non era una persona che avrebbe mai lasciato la sua famiglia così, e soprattutto, per come io stessa insieme a mia madre l’abbiamo trovato, vi dico che non è stato un suicidio ma un omicidio”, ha proseguito. “Che nessuno osi dire o anche pensare che si sia suicidato”, conclude la ragazza ringraziando chi le scrive messaggi di conforto.

Onorato, 54 anni, è stato trovato cadavere all’interno della sua auto, una Range Rover parcheggiata lungo viale Regione siciliana Nord ovest, arteria parallela all’autostrada Palermo-Mazara del Vallo dove ci sono capannoni, aziende e poche abitazioni.

Attorno al collo l’uomo aveva una fascetta in plastica, sulla camicia sono state trovate macchie di sangue mentre non ci sarebbero tracce di colluttazione dentro la vettura. In base alla prima ispezione sul corpo effettuata dal medico legale, l’imprenditore sarebbe morto per soffocamento. Qualcuno l’ha strangolato? Sarà l’autopsia, disposta dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni che coordina l’inchiesta, a fornire maggiori dettagli. Le ipotesi al momento sono due: omicidio e suicidio.

Quest’ultima non viene però presa in considerazione dagli amici dell’imprenditore. E tanto meno dalla moglie: “hanno ucciso mio marito Angelo” ha detto subito ad alcuni amici che l’hanno chiamata per capire se la vittima fosse realmente il marito. E poi, quando in serata è stata portata negli uffici della Squadra mobile per essere ascoltata, lo ripeteva a chi le chiedeva notizie. “Angelo non s’è ammazzato”. Anche le persone che venerdì sera erano state con lui alla festa d’inizio estate organizzata dal Circolo del tennis parlano di una persona serena e felice. Ma l’ipotesi del suicidio non viene scartata dagli investigatori, per i quali tutte le ipotesi restano aperte.

Ieri in serata è stato ascoltato dalla polizia un avvocato che potrebbe aver riferito di una lettera che Onorato, del quale era amico, gli avrebbe lasciato. Lo stesso avvocato, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe raccolto le confidenze dell’uomo su problemi economici dovuti a debiti ed a crediti che non riusciva a incassare. Sulla base della prime notizie, a trovare il corpo sarebbero state la moglie eurodeputata e la figlia Carolina. Le due donne non avevano notizie del familiare da alcune ore e allarmate sono risalite alla posizione dell’auto attraverso il gps del cellulare. Sarebbero state proprio loro le prime ad arrivare sul luogo del ritrovamento e a scoprire il cadavere, come riferisce un testimone che ha raccontato di avere visto due donne urlare accanto all’auto con lo sportello aperto, e di avere riconosciuto l’eurodeputata, molto attiva a Palermo, dove s’era candidata sindaca, senza successo, due anni fa.

Elementi che sono al vaglio degli inquirenti che stanno ascoltando parenti e amici per mettere uno dietro l’altro i pezzi del puzzle e trovare conferme, come per esempio alla voce secondo cui la vittima avrebbe avvertito la moglie che avrebbe dovuto incontrare delle persone per una questione di affari. Chi sono queste persone? L’imprenditore, che di professione era architetto, era titolare del negozio ‘Casa’ in viale Strasburgo e aveva gestito fino a cinque anni fa il ‘Rimadesio show room’, negozio in via Principe di Villafranca, zona centrale della città. Per ampliare la sua attività, amici della famiglia riferiscono che l’imprenditore aveva fatto da poco tempo degli investimenti con l’obiettivo di acquisire altre quote di mercato. È possibile che la sua morte sia collegata a questo? Oppure il movente sarebbe di altra natura? Ma quale? Gli amici sono sotto choc: parlano di una famiglia felice e di un uomo gioviale con tanti amici e conoscenze tra lavoro, palestra e circolo.

Francesca Donato aveva sposato l’imprenditore nel 1999 e il 24 aprile scorso avevano festeggiato le nozze d’argento. L’eurodeputata, originaria di Ancona nelle Marche, s’era trasferita a Palermo dopo il matrimonio, da cui sono nati Salvatore, 25 anni, e Carolina, 21. Entrambi i coniugi erano impegnati in politica con la Dc, partito dove Donato era approdata da un anno dopo avere abbandonato la Lega con la quale era stata eletta a Bruxelles cinque anni fa. Due anni fa anche il marito aveva tentato l’avventura politica candidandosi nella lista della Dc a Palermo per le regionali, ottenendo 846 voti ma insufficienti per essere eletto. Nonostante ciò l’imprenditore era molto attivo a fianco della moglie e partecipava alle riunioni del partito. C’entra quest’attività con la sua morte? Supposizioni che qualcuno nel partito avanza, pensando alle europee dell’8 e 9 giugno. (Ansa)

Trovato morto a Palermo il marito dell’eurodeputata Francesca Donato. “Omicidio”

Choc a Palermo. E’ stato trovato morto in circostanze da chiarire l’architetto Angelo Onorato, 55enne titolare di un negozio di arredamenti e marito dell’europarlamentare Francesca Donato, eletta con la Lega oggi in forza alla Democrazia cristiana di Cuffaro. Il corpo senza vita dell’uomo è stato trovato al posto di guida nella sua auto, una Range Rover, in Viale Regione Siciliana ovest. Aveva una fascetta da elettricista stretta attorno al collo e macchie di sangue sulla camicia.

A trovarlo sarebbe stato un passante che ha poi chiamato i soccorsi, insieme alla stessa eurodeputata con la figlia. Intorno alle 14, non avendo avuto notizie dal marito atteso per pranzo, la donna ha cercato l’auto attraverso l’uso del localizzatore Gps e l’ha individuata. Poi si è recata sul posto.

Il punto esatto del ritrovamento di Onorato 

Come è morto Angelo Onorato
Proprio in quella strada, dove è stata fatta la macabra scoperta, l’imprenditore avrebbe avuto un appuntamento questa mattina, come riporta l’Adnkronos. L’uomo potrebbe essere stato soffocato? È mistero.

Intorno al collo, infatti, come confermato all’agenzia di stampa, aveva una fascetta di plastica come quella utilizzata dagli elettricisti. Lo sportello posteriore destro della vettura era aperto, mentre la vittima si trovava seduta al posto di guida. Sul luogo il medico legale e la polizia scientifica che ha effettuato i rilievi. Secondo le prime informazioni non vi sarebbero segni di ferite d’arma da fuoco sul cadavere, nonostante le macchie di sangue. Tutte le ipotesi sono al vaglio degli inquirenti. Nessuna pista viene esclusa, sebbene quella dell’omicidio è al momento la più accreditata.

Il racconto del passante che ha chiamato i soccorsi
Il Giornale di Sicilia ha contattato l’uomo che abrebbe chiamato i soccorsi: “Ho visto lo sportello dell’auto aperto e due persone che urlavano, non capivo cosa fosse successo, ma quando la signora si è spostata, allora ho visto il cadavere”, racconta al quotidiano l’uomo che ha allertato i soccorsi dopo avere visto il corpo senza vita di Angelo Onorato.

“C’era la moglie (l’eurodeputato Francesca Donato, ndr) davanti a me, disperata, che urlava e piangeva, poi si è spostata e ho visto il corpo: l’uomo era seduto sul lato guida, aveva una fascetta sul collo. Appena ho visto il sangue mi sono allontanato. Io sono arrivato intorno alle 15 e 15. Lui lo conoscevo, ho collaborato con lui, ma inizialmente nemmeno lo avevo riconosciuto. Poi mi hanno detto chi era”.

“Ho visto lo sportello della Range Rover aperto e due persone che urlavano”, racconta ancora l’uomo citato dal GdS. “Mi sembrava ci fosse qualcuno che aveva avuto un malore”.

Amici e parenti di Angelo Onorato sono arrivati sul luogo. “Siamo sconvolti”, dicono. “E’ una cosa che ci ha colto di sorpresa, siamo increduli”, dice all’Adnkronos l’assessore regionale alla Famiglia, Nuccia Albano, arrivata sul posto, insieme all’assessore Giuliano Forzinetti. La coppia era molto conosciuta a Palermo.

Chi è l’eurodeputata Francesca Donato
Classe 1969, laureata a Modena, avvocato a Padova fino al 2012, si trasferì a Palermo nel 1999 per sposarsi con l’imprenditore siciliano Angelo Onorato. Diventa popolare durante la pandemia per le sue posizioni scettiche nei confronti del vaccino e le sue battaglie contro il Green Pass. Ma il suo impegno in politica risale al 2013 quando fonda “Progetto Eurexit”, un’associazione fra imprenditori e professionisti desiderosi di confrontarsi sulle politiche economiche e monetarie in Europa.

Nel 2014 la candidatura al Parlamento europeo nelle circoscrizioni Nord-Est e isole nelle liste della Lega, poi il bis sempre con il Carroccio nel 2019 nella circoscrizione insulare, stavolta culminata con l’elezione con 28.460 preferenze.

Nel settembre 2021 lascia però la Lega e l’Eurogruppo Identità e democrazia “per lo snaturamento del progetto iniziale”. Componente della commissione Petizioni e Itre (Industria, ricerca ed energia), si impegna per “perseguire l’obiettivo della coesione territoriale in Europa, con particolare attenzione alle isole, ponendo significativa attenzione a quei territori che per ragioni storiche e geografiche risultano oggi economicamente arretrati e strutturalmente svantaggiati rispetto alle regioni centrali dell’Unione”.

Alle elezioni amministrative del giugno 2022 si candida a sindaco di Palermo e con la lista ‘Rinascita Palermo’ raccogliendo oltre il 3%, quindi all’inizio del 2023 aderisce alla Democrazia cristiana di Totò Cuffaro, l’ex presidente della Regione Sicilia.

Come pseudonimo sui social la parlamentare utilizza “@ladyonorato”, il nome del marito. Alle prossime elezioni europee di giugno Francesca Donato non si è ricandidata, aveva fatto sapere su X, auspicando maggiore indipendenza e libertà nonché un deciso cambio di rotta delle politiche Ue.

Ucraina, Stoltenberg (NATO): “Dare più armi a Kiev per colpire la Russia”

“Dobbiamo armare ancor più l’Ucraina per colpire in profondità la Russia”. Le parole choc sono del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg che in una intervista all’Economist invita i partner dell’Alleanza atlantica a fornire più armamenti a Kiev in modo che possa colpire in territorio della Federazione russa.

In un’intervista al settimanale, Stoltenberg ha invitato gli alleati della Nato che forniscono armi all’Ucraina a porre fine al divieto di utilizzarle per colpire obiettivi militari in Russia. L’obiettivo chiaro, anche se senza nome, di Stoltenberg – suggerisce l’autore dell’intervista – è l’intenzione del presidente americano Joe Biden di controllare ciò che l’Ucraina può e non può attaccare con i sistemi forniti dagli Stati Uniti.

Le parole di Stoltenberg non sono state accolte con favore dagli alleati. “Invitare i paesi Nato a inviare ancora armi a Kiev affinché possa colpire il territorio russo significherebbe innescare la miccia della terza guerra mondiale”, commentano nelle cancellerie europee.

La Cina alimenta la guerra in Europa
“La Cina afferma di voler mantenere buoni rapporti con l’Occidente. Allo stesso tempo, Pechino alimenta la guerra in Europa. Non si possono avere entrambe le cose”, ha detto Stoltenberg in un’altra intervista domenica al tedesco Welt.

“C’è un chiaro aumento delle vendite di parti di macchinari, microelettronica e altre tecnologie che Mosca utilizza per produrre missili, carri armati e aerei da utilizzare contro l’Ucraina”, ha aggiunto Stoltenberg.

“In questo modo, la Cina sta mettendo a repentaglio la cooperazione con i Paesi occidentali, scrive il giornale. Stoltenberg ha inoltre invitato i Paesi della Nato a fornire un sostegno maggiore a Kiev: “Non è troppo tardi perché l’Ucraina vinca. Dobbiamo inviare più armi e munizioni all’Ucraina, compresi sistemi antiaerei e armi a lungo raggio”, ha affermato.

In vista dell’incontro dei ministri degli Esteri della Nato giovedì e venerdì prossimi a Praga, Stoltenberg ha poi affermato che “non ci sono piani per estendere l’ombrello di difesa aerea della Nato all’Ucraina”.

In teoria, commenta il giornale, sarebbe possibile abbattere i missili russi dalla Polonia o dalla Romania utilizzando, ad esempio, le batterie Patriot. Il numero uno dell’Alleanza ha inoltre ribadito che “non ci sono piani per inviare truppe della Nato in Ucraina”.

Terremoto a Cirò, la Protezione civile: “Paura ma nessun danno”

“A seguito della scossa di terremoto rilevata alle ore 19.35 di ieri, venerdì 24 maggio, di magnitudo 4, con epicentro nei pressi di Cirò (Crotone), la Sala operativa della Protezione civile della Regione Calabria e l’ufficio provinciale di Crotone hanno provveduto immediatamente ad effettuare una ricognizione con i Comuni posti entro i 20 km dall’epicentro”. È quanto si legge in una nota della Protezione Civile della Regione Calabria.

“La scossa – prosegue la nota – è stata distintamente sentita dalla popolazione, causando ovviamente preoccupazione, ma non ci sono state segnalazioni di danni a persone o cose. Inoltre, in conseguenza del blocco della circolazione sulla linea ferroviaria jonica per consentire le opportune verifiche, Rfi ha richiesto il supporto della Protezione civile regionale che, tramite le associazioni di volontariato appositamente attivate, ha prestato assistenza ai passeggeri dei treni fermi in attesa dei controlli, ai quali sono stati forniti generi di conforto fino alla ripartenza con i bus messi a disposizione da Trenitalia”.

“L’attività di monitoraggio della Protezione civile è andata avanti per tutta la notte e ancora in queste ore le strutture sul territorio sono allertate e pronte ad intervenire”.

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