6 Ottobre 2024

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Esplosione in una casa nel catanzarese, tre feriti di cui 2 gravi

Squadre dei vigili del fuoco del Comando di Catanzaro distaccamento di Soverato e sede centrale sono impegnate dalle ore 10.35 circa in via Unità d’Italia nel comune di Montepaone Lido (Catanzaro) per l’esplosione in un appartamento seminterrato.

Tre le persone ferite, due uomini gravi per le ustioni, soccorsi da sanitari del Suem118, la seconda, una donna, rimasta bloccata nel bagno dalle macerie è stata tratta in salvo e trasportata in ospedale.

L’esplosione ha completamente divelto le pareti dell’abitazione, porte e finestre. Danni anche alle abitazioni sovrastanti che in via precauzionale sono state evacuate.

Causa dell’esplosione un probabile fuga di gas. Ulteriori accertamenti sono in corso. Sul posto carabinieri e polizia locale per gli adempimenti di competenza.

‘Ndrangheta e politica, 14 arresti. Indagati il sindaco di Reggio e capogruppo FdI in regione

A Reggio Calabria i carabinieri del Ros hanno eseguito 14 misure cautelari nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Dda su presunti rapporti tra ‘ndrangheta e politica.

Nell’inchiesta sarebbero indagati tre esponenti politici locali ai quali é contestato, tra l’altro, il reato di scambio elettorale politico-mafioso.

L’indagine, secondo quanto riporta l’Ansa, riguarderebbe presunti illeciti commessi in occasione delle elezioni regionali del 2020 e del 2021 e delle elezioni comunali a Reggio del 2020.

Nell’inchiesta, in codice “Ducale”, sono indagati anche il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, del Partito Democratico, il capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale, Giuseppe Neri e il consigliere comunale di Reggio Calabria Francesco Sera, del Pd.

L’ipotesi di reato a carico di Falcomatà, Neri e Sera è scambio elettorale politico-mafioso. Per Neri e Sera, la Dda di Reggio aveva chiesto l’arresto, ma il Gip non ha accolto la richiesta. Nessuna richiesta, invece, era stata fatta per Falcomatà.

Delle 14 misure cautelari eseguite sette riguardano l’arresto di persone per le quali è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre altri quattro indagati sono finiti ai domiciliari. Nei confronti di altri tre, invece, è stata emessa la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

I provvedimenti sono stati emessi dal Gip distrettuale di Reggio Calabria su richiesta della Dda, diretta da Giovanni Bombardieri, Alle persone coinvolte nell’operazione sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, reati elettorali, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e falsità materiale e ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. Al centro dell’inchiesta ci sono le attività ed i condizionamenti esercitati sulla politica locale dalla cosca Araniti della ‘ndrangheta.

I carabinieri del Ros stanno conducendo l’operazione avvalendosi dell’ausilio dei militari del Comando provinciale di Reggio Calabria e dello Squadrone eliportato “Cacciatori Calabria”.

Europee, lo sconfitto Scholz non è certo di votare Ursula. Spunta l’ombra di Draghi

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, dopo la sconfitta elettorale alle europee, si è rifiutato di dire se sosterrà la candidatura della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen per un altro mandato, il giorno dopo la chiusura delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo e della Commissione.

Il cancelliere dopo la brutts batosta tira dritto e resiste, al contrario di Macron in Francia che, punito dagli elettori, ha sciolto il parlamento e indetto elezioni politiche anticipate.

Scholz ha ribadito la sua precedente posizione secondo cui “la presidenza della Commissione deve basarsi su una maggioranza democratica dei partiti democratici tradizionali al Parlamento europeo”.

Intervenendo in una conferenza stampa a Berlino insieme al presidente cileno Gabriel Boric in visita, Scholz ha detto che valuterà se sostenere von der Leyen e chi sostenere per vari importanti posti di lavoro dell’UE nelle prossime settimane.

“Sono favorevole a superare tutte queste sfide questo mese, cioè a decidere in modo rapido”, ha affermato Scholz. “Non c’è motivo di soffermarsi su questo argomento troppo a lungo.”

Il Partito popolare europeo (PPE) della Von der Leyen ha rivendicato la vittoria alle elezioni di domenica dopo che i risultati hanno mostrato che resterà il blocco più grande al Parlamento europeo.

Von der Leyen, politica tedesca ed ex ministro del partito conservatore cristiano-democratico (CDU), ha invitato i partiti socialdemocratici e liberali dell’UE a sostenere la sua candidatura per la rielezione.

Ma non è ancora chiaro se il deepstate internazionale, che decide nella sostanza (e nell’ombra) i posti di potere nell’Ue, converga per un bis di Ursula o sul fedelissimo Mario Draghi, ex presidente del Consiglio italiano e già presidente della Bce il quale non da oggi ambisce alla massima carica politica a Bruxelles.

Scontro frontale auto-moto sulla 106, muore un giovane finanziere

Un militare della Guardia di Finanza, Eugenio Lupo, di 28 anni, è morto in un incidente stradale avvenuto nella tarda mattinata di oggi sulla strada statale 106 alla periferia di Marina di Gioiosa Jonica, nella Locride.

Il giovane di origini siciliane, in servizio nella Squadriglia navale della Guardia di Finanza di Roccella Jonica, era alla guida di una moto di grossa cilindrata che, per cause in corso di accertamento, si è scontrata frontalmente con un’auto.

A seguito delle gravissime lesioni e ferite in più parti del corpo riportate nello scontro il ventottenne è deceduto poco dopo l’impatto, rendendo vani i soccorsi.

Sul posto per i rilievi di legge sono intervenuti gli agenti della Polstrada e i carabinieri. La Procura di Locri ha disposto l’immediato sequestro preventivo dei veicoli.

Europee, Mosca: “Macron e Scholz una vergogna, si ritirino nella pattumiera della Storia”

“La vergogna dell’Europa Macron e Scholz hanno perso miseramente”. Lo afferma il presidente della Duma russa Vyacheslav Volodin commentando i risultati delle elezioni europee: “Questo è il collasso della politica di Macron”, mentre in Germania “per il partito di Scholz i risultati sono stati i peggiori della storia”, ha scritto Volodin su Telegram aggiungendo che Macron e Scholz “si aggrappano al potere con tutte le loro forze”.

“I risultati in Francia e Germania sono prevedibili. L’economia è stagnante, c’è una crisi migratoria e i Paesi, contrariamente ai loro interessi nazionali, sono coinvolti nella guerra in Ucraina”, ha detto Volodin secondo cui “è giusto che si dimettano e smettano di prendere in giro i loro cittadini”.

Altra stoccata ai due arriva dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ha invitato il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il leader francese Emmanuel Macron a ritirarsi e a finire nella “pattumiera della storia” a causa dei risultati delle elezioni al Parlamento europeo.

Secondo Medvedev, i risultati delle elezioni l’Eurocamera riflettono le inadeguate misure di Scholz e Macron per sostenere Kiev a scapito dei cittadini dei loro paesi.

“È ora di dimettersi! Nella pattumiera della storia”, ha detto su X. In precedenza l’addetto stampa del presidente russo Putin, Dmitry Peskov, aveva definito la situazione in Francia dopo le elezioni del Parlamento europeo “una questione interna dello Stato”, senza giudicare l’esito catastrofico delle elezioni per i due leader.

Europee, la Calabria premia i partiti di governo. Sale il Pd, crolla il M5s

In Calabria, dove vince l’astensione con una bassa affluenza di appena il 40,31%, il voto espresso alle europee premia i partiti al governo in Italia.

FdI, FI e Lega, infatti, a scrutinio quasi ultimato – 2.389 sezioni su 2.406 – migliorano il dato ottenuto alle politiche di due anni fa. Il primo partito nella regione è Fratelli d’Italia, migliorando di oltre un punto percentuale il risultato del 2022, seguito a breve distanza da Forza Italia-Noi moderati che ottiene il doppio dei voti ottenuti a livello nazionale dagli azzurri, mentre la Lega cresce di quasi 4 punti, ma perde oltre 20 punti rispetto al 34% del 2019. Migliora anche il Pd mentre crolla il Movimento 5 Stelle. Tra le candidature, non sfonda il generale Vannacci (in Calabria, ovunque è il primo eletto, ndr) che ottiene 8.136 consensi a fronte dei 57.761 voti presi dalla Lega.

I calabresi, dunque, premiano il partito della premier Giorgia Meloni che ottiene il 20,55%, migliorando il risultato delle politiche del 2022 quando ottenne il 18,98%. La Calabria si conferma la roccaforte – insieme alla Sicilia – di Forza Italia. Gli azzurri raggiungono il 18,01% dei consensi a fronte del 15,64%. Alle politiche, però, Noi moderati correva da solo e ottenne l’1,02%. Il risultato calabrese, conferma l’ottimo stato di salute del partito di Tajani, doppiando il risultato nazionale, e premiando il governatore Roberto Occhiuto, vice segretario nazionale di FI.

La Lega con il 9,19% dei consensi, migliora di quasi 4 punti il risultato delle politiche, quando si fermò al 5,72% ma rispetto, appunto, al 2019 perde oltre venti punti percentuali.

In miglioramento il Partito democratico, che passa dal 14,40% delle politiche ’22 al 15,92%, ma resta dietro al Movimento 5 Stelle, terzo partito nella regione nonostante il quasi dimezzamento dei voti ottenuti due anni fa, passando dal 29,36% al 16,08%.

Poco sotto il dato nazionale Alleanza verdi e sinistra con il 5,94%, ma con un balzo in avanti rispetto al 2022 quando ottenne l’1,74%.

I calabresi avrebbero premiato anche Matteo Renzi e Carlo Calenda. Stati uniti d’Europa, infatti, raggiunge il 6,08% e Azione il 4,18%. Alle scorse politiche, i due partiti correvano insieme e ottennero il 4,15%. Né Renzi&Bonino né Calenda entrano all’Eurocamera.

A livello di candidature, a scrutinio ancora in corso, exploit per la vice presidente della Regione, la forzista Giusi Princi, che ottiene 63.952 preferenze, oltre la metà di quelle di lista, risultando di gran lunga la più votata in Calabria.

Il secondo, in questa graduatoria, è Denis Nesci, europarlamentare uscente di FdI, con oltre 28mila voti. Buon risultato personale anche per l’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico (M5S) con 27.325 voti. Ottimo risultato anche per l’ex sindaco di Riace Domenico ‘Mimmo’ Lucano che raggiunge i 22.616 consensi. Buona affermazione per il presidente del Consiglio regionale calabrese, il leghista Filippo Mancuso con 21.628 preferenze, che, in lista, è seguito dalla parlamentare Simona Loizzo con 15.388.

Alla luce di questi risultati, nella circoscrizione sud, Princi, Nesci, Tridico e Lucano dovrebbero risultare eletti.

Europee, Meloni: “Affluenza bassa? Segno che l’Ue è lontana dai cittadini”

L’alto astensionismo delle elezioni europee apre a “una riflessione sul ruolo dell’Europa, perché il tema dell’affluenza bassa non è solo in Italia ma in tutto il Continente. E’ il segno che l’Europa viene percepita come distante e di come abbia fatto politiche non condivise dai cittadini e si vede dal fatto che le forze alternative alla sinistra crescono in tutta Europa”. (L’astensione in Italia è il “primo partito” assoluto con il 50,5%, ndr).

Così la premier Giorgia Meloni ospite di Rtl 102.5. Sottolineando il buon risultato del partito dei conservatori in Europa, ha aggiunto: “Questo è un richiamo a politiche più pragmatiche meno ideologiche e in alcuni casi folli, ad esempio sul green deal”, aggiungendo che “serve un’Europa più capace di ascoltare i cittadini e meno invadente sulla vita delle persone”.

“E’ un risultato che non era scontato, penso sia un risultato clamoroso, molto importante politicamente, commovente personalmente”. E ha aggiunto: “Penso che sia chiaro come in Europa tutti i partiti di governo, in una fase così difficile, abbiano sofferto e che in Italia siamo in controtendenza con un risultato di FdI che cresce in modo significativo e, riguardo alla maggioranza, con tutti i partiti che crescono. Voglio fare i miei complimenti a Forza Italia e Lega”, ribadendo che la maggioranza che sostiene il governo “esce più forte e più coesa, abbiamo dimostrato che tutti i partiti possono crescere insieme”.

“E’ presto per dare una risposta, stiamo ancora raccogliendo i dati per capire le possibili maggioranze. Da un lato una parte dei partiti che l’hanno sostenuta che tiene bene, ma crescono anche i partiti che non l’hanno sostenuta”, ha detto Meloni rispondendo ad una domanda su una eventuale conferma per il secondo mandato di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea.

Europee, Fratelli d’Italia primo partito col 28,8%, Pd al 24,5. Affluenza al 49,6%

Fratelli d’Italia resta il primo partito tallonato dal Pd alle elezioni Europee 2024 mentre l’affluenza si ferma sotto al 50%. A votare sabato e domenica 8-9 giugno in Italia è stato il 49,69% degli aventi diritto, secondo i dati definitivi pubblicati dal Ministero dell’Interno. E con 60.748 su 61.650 sezioni scrutinate, il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni è al 28,80%, seguito dal Pd al 24,04%, mentre gli altri partiti si fermano sotto al 10%: M5S al 9,98%, Forza Italia al 9,68%, Lega al 9,07%, Alleanza Verdi e Sinistra al 6,67%. Sotto al 4%: Stati uniti d’Europa (3,75%), Azione – Siamo europei (3,33%).

Fratelli d’Italia

La premier Meloni si è detta “orgogliosa” del risultato ottenuto dalla sua forza politica, ma ha espresso soddisfazione anche per la performance degli alleati Forza Italia e Lega, che ha ringraziato: “Sono orgogliosa del fatto che la maggioranza che governa questa nazione sia riuscita a crescere insieme”. L’esito del voto rafforza il suo esecutivo in Europa, in una tornata elettorale che ha visto i governi di Francia e Germania uscire indeboliti dalle urne a fronte di un’avanzata delle destre. E lo sguardo di Meloni è proiettato ai prossimi, imminenti appuntamenti internazionali: “Sono fiera che questa nazione si presenti al G7, in Europa, con il governo più forte di tutti. Questa è una cosa che non è accaduta in passato, accade oggi. E’ una soddisfazione e anche una grande responsabilità. Noi dobbiamo esserne consapevoli”.

Per l’inquilina di Palazzo Chigi le europee ridisegnano la geografia politica italiana, enfatizzando la dicotomia tra centrodestra e centrosinistra, ovvero il confronto tra lei e la sfidante che la stessa Meloni si è ‘scelta’ in questa campagna elettorale, la segretaria del Pd Elly Schlein: “Mi pare che il sistema italiano stia diventando di nuovo bipolare – ha osservato ancora Meloni – è una buona notizia perché in un sistema bipolare ci sono visioni del mondo distinte e contrapposte che si confrontano e sulle quali si chiede ai cittadini da che parte stare. Oggi i cittadini ci hanno detto che stanno dalla nostra parte e noi dobbiamo essere capaci di cogliere il significato di quel messaggio”.

Forza Italia

“Questo risultato è positivo per tutte le forze del centrodestra , rafforza il governo”, ha assicurato il numero uno di Forza Italia, Antonio Tajani parlando nella sede nazionale azzurra. “E’ stato fatto un miracolo, abbiamo fatto le scelte giuste, il percorso giusto. Credo che per questo gli elettori ci abbiano premiato“, ha aggiunto.

Lega

“Il governo esce rafforzato” dalle elezioni Europee anche per il segretario della Lega, vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini in via Bellerio, a Milano all’indomani dal voto. “Non cambiano gli equilibri di governo – ha assicurato – Quello che spero possa cambiare è la politica europea. Spero nel centrodestra anche in Europa. A questo lavoro e mercoledì sarò a Bruxelles”.

“Vannacci è stato contestato, vituperato da mezzo mondo e da solo ha superato mezzo milione di preferenze con un record al Nord Ovest e al Nord Est”, ha poi sottolineato aggiungendo: “Quando l’ho candidato dicevano che ero un fesso e che la base si sarebbe rivoltata – ha aggiunto – Ma questo mezzo milione di voti, che arrivano in buona parte da Lombardia e Veneto, arrivano dall’elettorato della Lega e non solo. Io gli ho dato la mia preferenza, ha una visione del mondo in buona parte vicina alla mia”.

Pd

Schlein dal canto suo ha aperto la sua dichiarazione con un ringraziamento agli elettori: “Un grande ringraziamento a tutte le persone che ci hanno dato fiducia a chi ce l’ha ridata, a chi per prima volta ha votato per noi”. E ha indicato il prossimo obiettivo: la costruzione dell’alternativa alla destre. Fin qui difficoltosa ma che, visti i risultati di queste elezioni, per la segretaria dem diventa più che mai urgente: “Sentiamo ancora più forte la responsabilità che gli elettori ci hanno dato di costruire l’alternativa a questo governo. Il voto delle forze di opposizione supera quello delle forze di maggioranza al governo. Quindi noi continueremo a essere testardamente unitari e a sentire da questa sera la responsabilità ancora più forte a costruire l’alternativa”.

M5S

”Prendiamo atto di questo risultato deludente, molto deludente, potevamo sicuramente fare meglio”, ha commentato il leader del M5S Giuseppe Conte al comitato del M5s a Campo Marzio, commentando il risultato alle Europee. ”Faremo una riflessione interna per cercare di approfondire le ragioni di questo risultato che non è quello che ci aspettavamo”. “Il dialogo con le forze progressiste non dipende da un appuntamento elettorale”, ”sarà sempre più intenso man mano che dovremo assumerci la responsabilità di un’alternativa”, ha aggiunto sottolineando: “Nel complesso le forze progressiste hanno tenuto bene ma c’è da interrogarsi su un asse politico Germania-Francia che cambia. Cercheremo su un equilibrio difficile tra forze progressiste e conservatrici di far valere il nostro peso a favore di un’Europa progressista”.

Stati Uniti d’Europa – Bonino&Renzi

“Niente, è andata male. Purtroppo la lista Stati Uniti d’Europa è rimasta fuori per pochissimo dal Parlamento europeo. Mi spiace molto e vorrei abbracciare i volontari che si sono spesi per questa idea: siete stati meravigliosi. La gratuità del vostro servizio allarga il cuore. Vorrei abbracciare uno a uno le migliaia di persone che hanno scritto il mio nome sulla scheda: sono davvero onorato di rappresentare comunque la speranza di tante persone anche se avrei preferito qualche voto in più alla lista”, ha scritto sui social Matteo Renzi. “Sono grato a Emma Bonino e a tutti i dirigenti politici che ci hanno creduto. Ma la politica è una grande scuola di vita anche quando non si vince. E dunque non riesco a essere triste cari amici. Perché sono molto convinto che fosse giusto fare questa proposta, in questo momento: al mondo impazzito di oggi servono gli Stati Uniti d’Europa ed è stato bello affermare le ragioni di un sogno controcorrente. Abbiamo lottato, abbiamo espresso idee nelle quali crediamo, ci siamo messi in gioco. Non abbiamo fatto il quorum, che peccato. Ma non smetteremo oggi di lottare per questa idea di Europa, l’unica nella quale l’Italia può giocare un ruolo da protagonista. Troveremo i modi per insistere sulla battaglia culturale e valoriale per un’Europa diversa”, ha assicurato il leader di Italia viva.

“Sul risultato italiano pesa l’assurda rottura del Terzo Polo: potevamo avere sette parlamentari europei riformisti, insieme. E invece sono zero. Che follia. Ma i cittadini hanno scelto e i cittadini hanno sempre ragione: auguro agli eletti di onorare l’impegno a Strasburgo facendo loro i complimenti più sinceri. Noi, dal Parlamento italiano e dai nostri ruoli di responsabilità, continueremo a fare la nostra parte col sorriso di chi sa che è meglio rischiare e perdere un’elezione che vivacchiare e perdere una sfida. Siamo fatti così – noi uomini nell’arena, avrebbe detto Roosevelt – e non cambieremo mai, per nulla al mondo. Viva gli Stati Uniti d’Europa! Buona notte, cari amici”, ha concluso Renzi.

Europee, vince la Destra, boom di Le Pen, ma in Ue la maggioranza è Ppe e S&D

Boom della destra in Europa, ma nel complesso vince il Ppe e cala di poco S&D, due forze che insieme a Verdi, Sinistra e altri potrebbero coalizzarsi per formare una maggioranza simile a quella uscente. Insomma, tutto cambia affinché nulla cambi. Astensione record anche in questa tornata. Alle urne meno di uno su due. Segno di una forte disaffezione verso le politiche europee degli ultimi anni ove ai posti di comando si trovano sempre forze sistemiche a Usa e Gb, quindi in favore della guerra (vedi armi e miliardi di euro all’Ucraina in funzione anti-russa).

In Francia il filo-atlantista Rassemblement National di Jordan Bardella e di Marine Le Pen è in testa alle elezioni Europee accreditato del 31,5% secondo le stime di Ipsos per France Televisions, Radio France, France 24/Rfi, Public Senat/Lcp. In Italia, dove l’affluenza ha avuto un calo di 6 punti (49,6 rispetto al 56,4 del 2019), Fratelli d’Italia della premier filo-atlantista Giorgia Meloni – secondo le prime proiezioni – sarebbe in testa con oltre il 28%, aumentano il Pd e Forza Italia, risica la Lega (che dal 34 percento del 2019 passa al 9, poco meglio delle politiche del 2022) e crolla il M5s soprattutto al Sud, sua ex roccaforte. Rischia grosso Stati Uniti d’Europa di Bonino e Renzi mentre per ora resta fuori Azione di Calenda. Bene Verdi-Sinistra che dovrebbero entrare all’Eurocamera con qualche parlamentare.

Valérie Hayer, la candidata della maggioranza del presidente Emmanuel Macron, raggiungerebbe il 15,2% mentre Raphaël Glucksmann (Partito socialista-Place publique), otterrebbe il 14. La France insoumise guidata da Manon Aubry avrebbe l’8,7% mentre François-Xavier Bellamy (Les Républicains) si aggiudicherebbe il 7,2 %. Marion Maréchal (Reconquête), otterrebbe il 5,5%. Seguono Marie Toussaint (Europe Ecologie-Les Verts) con il 5,2%. L’affluenza è in crescita al 52,5%, 2 punti in più rispetto al 2019. Le destre vincono anche in Germania e Austria.

Macron scioglie l’Assemblea nazionale: si vota il 30 giugno
Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha annunciato lo scioglimento dell’Assemblea nazionale a seguito della debacle elettorale della sua maggioranza. Lo ha riferito Bfmtv, precisando che il capo dell’Eliseo ha annunciato che le elezioni legislative si terranno il 30 giugno ed il ballottaggio 7 luglio.

Le Pen: “Risultato storico, pronti a governare(La Francia non l’Ue, ndr)
“Collocando la lista del Rassemblement National a un livello storico, i francesi hanno inviato un messaggio molto chiaro a un potere macronista che, voto dopo voto, si sta disintegrando: non vogliono più una costruzione europea tecnocratica e sempre più brutale che nega la sua storia, si fa beffe delle sue prerogative fondamentali e che si traduce in una perdita di influenza, identità e libertà”, afferma Marine Le Pen in un post su ‘X’ commentando l’esito delle europee. “Siamo pronti a esercitare il potere, pronti a mettere fine a questa immigrazione di massa, a fare del potere d’acquisto una priorità, siamo pronti a rilanciare la Francia”, ha poi affermato Le Pen dopo la decisione del presidente Macron, di sciogliere il Parlamento.

Con il risultato dell’Rn “sopra il 32%, i francesi ci hanno appena assegnato il dato più alto tra tutti i partiti in 40 anni”, ha dichiarato Le Pen, che ha “accolto con favore” la decisione di Macron. “Il voto dei francesi è definitivo: il presidente, rispondendo all’appello di Jordan Bardella, ha appena annunciato il ritorno dei francesi alle urne tra poche settimane”, ha aggiunto Le Pen.

Bardella: “Rifiuto chiaro della politica di Macron”
“Il divario senza precedenti tra la maggioranza presidenziale e il principale partito di opposizione riflette una sconfessione feroce e un chiaro rifiuto della politica del presidente Emmanuel Macron e dal suo governo. Il Presidente della Repubblica non può rimanere sordo al messaggio. Chiediamo solennemente a Macron che è indebolito di organizzare nuove elezioni legislative”. Ad affermarlo è il presidente del Rassemblement National, Jordan Bardella.

Macron sconfitto da Le Pen scioglie il Parlamento e indice nuove elezioni

Dopo la sconfitta elettorale alle europee da parte del partito della Le Pen (Rassemblement Nazional) il presidente francese Emmanuel Macron si è rivolto alla nazione e ha annunciato lo scioglimento del parlamento disponendo le elezioni anticipate.

“Scioglierò l’Assemblea nazionale questa sera e presto firmerò un decreto che convocherà nuove elezioni parlamentari, il primo turno delle quali avrà luogo il 30 giugno, il secondo il 7 luglio”, ha detto.

Successivamente, l’Agenzia France-Presse ha riferito che il capo dello Stato avrebbe avuto un incontro con il governo all’Eliseo.

Il capo del partito Raggruppamento Nazionale, vincitore delle elezioni francesi per il Parlamento europeo, Jordan Bardella, dopo la vittoria ha chiesto nuove elezioni parlamentari.

Rivolgendosi ai sostenitori del suo partito dopo la pubblicazione dei risultati preliminari, ha osservato che i francesi rifiutano la politica di Macron e del suo governo.

Il capo del gruppo del Rassemblement Nazionale in parlamento, Marine Le Pen, ha accolto con favore la decisione di Macron di sciogliere la camera bassa. Ha detto che il partito è pronto a prendere il potere, a rilanciare la Francia, a “porre fine a questa immigrazione di massa, a rendere il potere d’acquisto una priorità”.

Il partito d’opposizione di destra, secondo i dati preliminari, ottiene il 32% dei voti, riferisce BFMTV citando una valutazione di Elabe.
Il partito Rinascimento di Macron è due volte più indietro e si piazza al secondo posto con il 15,4%. Al terzo posto c’è la lista del Partito socialista e del partito Piazza pubblica con il 13,9%.

Dalla Francia vengono eletti 81 deputati al Parlamento europeo, il Raggruppamento Nazionale ottiene la vittoria attesa. Bardella si è opposto alla fornitura di missili all’Ucraina per attacchi sul territorio russo.

Israele, si dimette il ministro Gantz contro l’incapacità del cinico Netanyahu

Benny Gantz

Il ministro e presidente di ‘Resilienza per Israele’ Benny Gantz ha annunciato le sue dimissioni dal governo di emergenza, sottolineando che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu “ci sta impedendo di raggiungere una vera vittoria”. Il suo partito si era unito alla coalizione dopo il 7 ottobre per il bene del Paese, anche se “sapevamo che era un cattivo governo” e da allora ha visto le considerazioni strategiche messe da parte per ragioni politiche, ha spiegato Gantz.

Il popolo di Israele merita più di “vuote promesse”, continua, affermando che la “vera vittoria” significa il ritorno degli ostaggi, la sostituzione di Hamas come organo di governo a Gaza e la creazione di un’alleanza regionale contro l’Iran. “Sfortunatamente, Netanyahu ci impedisce di raggiungere una vera vittoria”, ha sottolineato ancora.

Annunciando le sue dimissioni dal governo, Gantz chiede al premier di fissare una data concordata per le elezioni. “Per garantire una vera vittoria – sottolinea-, è opportuno che in autunno, un anno dopo il disastro, si vada alle elezioni che alla fine stabiliranno un governo che conquisterà la fiducia del popolo e sarà in grado di affrontare le sfide. Mi rivolgo a Netanyahu: fissa una data concordata per le elezioni. Non lasciare il nostro popolo dilaniarsi”.

Dopo l’annuncio di Ganz, il primo ministro israeliano ha chiesto al leader di ‘Resilienza per Israele’ di non abbandonare il campo. “Israele è in una guerra esistenziale su più fronti”, scrive Netanyahu su X. “Benny, questo non è il momento di abbandonare il campo, questo è il momento di unire le forze”.

Netanyahu promette di andare avanti fino alla vittoria e al raggiungimento di tutti gli obiettivi di guerra, “in primo luogo il rilascio degli ostaggi e l’eliminazione di Hamas”. “La mia porta rimarrà aperta a qualsiasi partito disposto a sostenere l’onere e aiutare a raggiungere la vittoria sui nostri nemici e garantire la sicurezza dei nostri cittadini”, conclude.

Dal gabinetto di guerra israeliano si dimette intanto anche Gadi Eisenkot, il deputato di Unità nazionale che ricopriva un ruolo di osservatore. “Nonostante gli sforzi di molti, insieme a quelli del mio collega, al gabinetto da lei guidato è stato impedito per molto tempo di prendere decisioni determinanti, che erano necessarie per realizzare gli obiettivi della guerra e migliorare la posizione strategica di Israele”, scrive l’ex capo di stato maggiore dell’Idf in una lettera al premier israeliano. “Considerazioni esterne e politiche si sono infiltrate nelle discussioni pertanto, è ora di lasciare il governo”, aggiunge Eisenkot.

Intanto Itamar Ben Gvir, ministro della Sicurezza nazionale e leader del partito israeliano di estrema destra Otzma Yehudit, chiede di entrare nel gabinetto di guerra. In una lettera inviata al primo ministro israeliano, riferisce ‘The Times of Israel’, chiede di aprire il gabinetto di guerra a nuovi membri e in particolare a lui stesso dopo che Gantz ha annunciato di uscire dalla coalizione. “È tempo di prendere una decisione decisiva e coraggiosa”, scrive.

Europee, l’affluenza alle 19 di domenica è del 39,2%. Astensione record

Per le elezioni europee alle ore 19 di domenica ha votato il 39,2% degli aventi diritto. È quanto emerge dai primi dati del Viminale pubblicati sul portale “Eligendo” e relativi a circa la metà delle 61.650 sezioni.

L’affluenza alle 12 era stata del 25,1%. Per le elezioni regionali del Piemonte, sempre secondo il Viminale, l’affluenza è stata del 47,26% quando sono arrivati i dati di 3.939 delle 4.795 sezioni, mentre per quelle comunali – si vota in 3.698 Comuni italiani – è stata del 54,02%, in base ai dati relativi a 14.477 sezioni delle 19.578 totali.

I seggi elettorali per le europee, circa 3.700 comuni e il rinnovo del Consiglio regionale del Piemonte si chiuderanno alle ore 23. L’affluenza registrata ieri alle 23 era pari al 14,64%. Sono oltre 51 milioni gli italiani chiamati alle urne per la scadenza europea, oltre 17 milioni per le amministrative e 3,6 per il voto in Piemonte.

Per le elezioni europee alle 12 ha votato il 25,1% degli aventi diritto. È quanto emerge dai dati del Viminale pubblicati sul portale ‘Eligendo’, quando mancano i dati di circa 100 sezioni delle 61.650 complessive. L’affluenza alle 23 di sabato è stata del 14,64%. Per le elezioni regionali del Piemonte, sempre secondo il Viminale, l’affluenza è stata stata del 29,2% quando sono arrivati i dati di tutte le 4.795 sezioni, mentre per quelle comunali – si vota in 3.698 Comuni italiani – è stata del 34,4%, quando mancano i dati di una quarantina di sezioni rispetto alle 19.578 complessive.

Mosca: “L’Occidente riceverà una risposta simmetrica se armerà i “nemici” della Russia”

Mosca definisce “una bugia” le dichiarazioni di Parigi secondo cui non ci sono istruttori militari francesi in Ucraina.

Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha ribadito la posizione del suo paese secondo cui “l’Occidente riceverà una risposta uguale se armerà i “nemici” della Russia”. 

“Questa è assolutamente, come si suol dire, una risposta simmetrica. Se armate il nostro nemico, allora decideremo da soli come rispondere alle vostre azioni ostili”, ha detto Lavrov in un’intervista al canale televisivo Rossiya-1, di cui domenica è stato pubblicato un estratto citato dall’agenzia Anadolu.

“Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato mercoledì, durante un incontro con i giornalisti delle principali agenzie di stampa mondiali, tra cui Anadolu, che Mosca considera “un’azione simmetrica in risposta alla fornitura di armi occidentali all’Ucraina”.

Affermando di non avere dubbi che l’Occidente abbia ascoltato e compreso le osservazioni di Putin sulla questione, Lavrov ha anche definito “una bugia” le recenti dichiarazioni di funzionari francesi sull’assenza di istruttori francesi in Ucraina.

“Guardi come hanno vibrato i nostri colleghi francesi, il primo ministro francese Gabriel Attal ha improvvisamente cominciato a dire che noi (la Francia) non abbiamo istruttori lì. Questo non è vero e loro lo sanno”, ha detto Lavrov.

Giovedì, in un’intervista a France 2, Attal ha rifiutato l’idea che il suo Paese invierà truppe in Ucraina, affermando inoltre che l’idea di inviare istruttori francesi per addestrare i soldati ucraini “non è un tabù”.

Deltaplano precipita a Pisa, morte due persone

Incidente oggi a San Miniato (Pisa) dove due persone sono morte a bordo di un deltaplano a motore che, per cause ancora in fase di accertamento, è precipitato mentre volava sullo spazio aereo in Via Cavane, presso l’avio-superficie Tuscany Flight.

Il drammatico incidente si è verificato stamane intorno alle 11. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco che hanno provveduto ad estrarre i due corpi dalla cellula del deltaplano e messo in sicurezza i luoghi dell’intervento, nonché il 118 e le forze di Polizia che hanno avviato indagini per accertare dinamica e cause del disastro.

Elezioni europee, a mezzogiorno ha votato il 25,09%. L’astensionismo dilaga

Alle 12 di domenica 9 Giugno 2024 l’affluenza alle urne per le elezioni europee si attesta al 25,09%, secondo i dati provvisori del ministero dell’Interno. Un dato che conferma la tendenza alla forte astensione di sabato in cui ha votato appena il 14,6% degli elettori aventi diritto, cittadini chiamati a votare per il rinnovo dei 76 membri del parlamento europeo.

Nelle cinque circoscrizione a fare la “parte da leone”, come sabato, sono sempre il Nord-Ovest e il Nord-Est, rispettivamente al 28,86 e 27,79 percento, segue il centro (26,63) e poi Sud e Isole con il 21,11 e il 16,92. Altri dati sull’affluenza verranno diffusi alle ore 19 ma occorrerà attendere stasera alle 23 per avere i dati definitivi sull’affluenza.

L’affluenza nelle elezioni regionali in Piemonte, unica regione al voto, alle ore 12 di domenica si attesta al 29,20, mentre alla stessa ora per gli oltre tremila comuni chiamati a rinnovare sindaci e consigli comunali la percentuale è del 34,52 percento.

Europee 2024, affluenza in netto calo. Alle 23 di sabato ha votato il 14,6%

In netto calo l’affluenza nel primo giorno di elezioni europee. Dalle ore 15 alle 23 di sabato ha votato il 14,64% degli elettori aventi diritto, fa sapere il Viminale. Occorre tuttavia attendere domenica, giorno in cui si vota dalle ore 7 alle 23. Lievemente maggiore l’affluenza per le amministrative negli oltre tremila comuni (20,63%) e per le regionali in Piemonte (17,54%). Gli elettori complessivi aventi diritto per le sole europee sono quasi 50 milioni.

Di questo 14,6% delle europee l’affluenza maggiore si registra nella circoscrizione Nord-Ovest (16,79%), a seguire il Nord-Est con il 15,58 percento, poi il Centro con 15,77%, “cenerentola” Sud e Isole, che chiudono rispettivamente con il 12,55 e 10,60 percento. Si vota per eleggere i 76 europarlamentari spettanti all’Italia. Nel parlamento di Strasburgo siedono 720 deputati.

Nel 2019 ci fu un’affluenza complessiva, tra Italia e Estero, del 54,5%, pari a poco più di un elettore su due, ancor meno elettori della tornata del 2014. Cinque anni fa i voti espressi erano stati 27.7 milioni, inclusi 1,5 milioni di schede bianche e nulle.

Incursione di Israele a Gaza, uccisi 300 civili palestinesi per liberare 4 ostaggi

raid israeliano a Gaza

Sono almeno 274 – secondo un bilancio provvisorio – le persone uccise e 698 ferite durante l’attacco israeliano a Nuseirat, nel centro di Gaza. Le Brigate Qassam affermano che Israele per liberare 4 ostaggi ha ucciso alcuni prigionieri israeliani durante l’operazione in cui frange dell’esercito Idf ha avuto modo di travestirsi come i palestinesi civili per commettere, supportato da forze aeree e di terra, un massacro su vasta scala. Il braccio armato di Hamas ha precisato su Telegram che tre ostaggi, tra cui un cittadino statunitense, sono stati uccisi nel corso dell’attacco dei soldati israeliani.

La parte palestinese ha parlato di un “massacro” di civili a Nuseirat, con immagini orribili di feriti e morti insanguinati, compresi bambini, che circolano sui social media. Al momento dell’operazione molte persone si stavano recando in un mercato vicino.

Le autorità sanitarie palestinesi hanno affermato che i quasi trecento civili palestinesi, la maggior parte dei quali erano bambini e donne, sono stati uccisi e quasi 700 feriti a causa dell’intenso bombardamento da parte delle forze israeliane da terra, mare e aria sul campo. “Questa aggressione senza precedenti ha preso di mira il governatorato centrale di Gaza, in particolare il campo profughi di Nuseirat, per oltre due ore”, riferiscono i media arabi.

Il corrispondente di Wafa ha riferito che i carri armati dell’esercito israeliano hanno effettuato improvvise incursioni nelle aree a est e nord-ovest del campo profughi di Nuseirat, in concomitanza con i bombardamenti di artiglieria pesante che hanno colpito vaste aree del campo.

I carri armati israeliani “hanno ulteriormente violato il ponte Wadi Gaza sulla Salah al-Din Road, nel centro della Striscia, estendendo l’offensiva militare ai vicini campi profughi di Al-Bureij e Al-Maghazi”.

Allo stesso tempo, “i droni sciamavano fitti nei cieli sopra il campo di Nuseirat, sparando indiscriminatamente a chiunque si muovesse per le strade, provocando centinaia di vittime e feriti”.

Fonti mediche hanno indicato che le ambulanze e gli equipaggi di emergenza hanno dovuto affrontare difficoltà nel rispondere a tutte le richieste di trasporto dei feriti dalle aree bombardate.

Gli attacchi aerei israeliani hanno preso di mira anche le vicinanze dell’ospedale dei martiri di Al-Aqsa a Deir al-Balah, insieme ad altre località nei campi profughi di Al-Maghazi e Al-Bureij, nonché la città di Zawayda, tutte situate nel centro di Gaza.

La situazione all’ospedale di Al-Aqsa a Deir al-Balah, l’unica struttura medica nella regione, ha raggiunto un punto critico. L’ospedale è alle prese con una grave carenza di farmaci, forniture mediche e carburante, aggravata dallo spegnimento del generatore principale a causa dei bombardamenti prolungati e indiscriminati.

Elezioni europee 2024, aprono i seggi dietro l’incubo dell’astensione

Elezioni europee 2024, primo giorno di voto in Italia. Oggi, sabato 8 giugno, seggi aperti dalle 15.00 alle 23.00 per l’elezione dei 76 membri del Parlamento europeo spettanti al nostro Paese, ma che per l’elezione del Consiglio e del presidente della giunta regionale in Piemonte, per il turno annuale di elezioni amministrative nelle regioni a statuto ordinario e nelle regioni a statuto speciale Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia. Il voto andrà avanti anche domani, con la possibilità di recarsi alle urne dalle 7 del mattino alle 23 di sera. Sono circa 373 milioni gli europei chiamati al voto in tutti i 27 i Paesi. Germania (65,1 milioni), Francia (50,7 milioni) e Italia (oltre 50 milioni) i Paesi con il maggior numero di aventi diritto. Malta (0,4 milioni), Lussemburgo (0,5 milioni), Cipro (0,7 milioni) ed Estonia (0,9 milioni), gli Stati invece con il minor numero di votanti attesi. 

Per le elezioni europee in Italia si recheranno a votare oltre 51 milioni di cittadini, cioè il totale degli iscritti alle liste elettorali. Le elezioni amministrative italiane riguardano invece 3.698 comuni in totale, di cui 3.520 delle regioni a statuto ordinario, 114 del Friuli Venezia Giulia, 27 della Sardegna e 37 della Sicilia. Sono 28 i comuni capoluogo al voto.

L’incubo astensione

L’astensione è l’incubo maggiore per chi si presenta alle elezioni europee. C’è sempre maggiore disaffezione da parte degli elettori dopo le folli e opache politiche varate negli ultimi anni da Commissione ed Europarlamento, norme totalmente opposte alla volontà degli europei (il “green” su tutti) e a favore di poche èlite che orientano gli eletti o i nominati a compiere scelte che non interessano al popolo, ma alle loro multinazionali.

Come si vota

Gli elettori, spiega il Viminale, devono recarsi a votare in possesso di documento di identità valido e tessera elettorale. In caso di smarrimento o esaurimento degli spazi per le timbrature sulla tessera, la stessa può essere richiesta anche nei giorni di votazione presso l’ufficio elettorale del comune di iscrizione nelle liste elettorali.

Per quanto riguarda le elezioni europee, è possibile votare una sola lista, e non è ammesso il voto disgiunto. L’elettore può tracciare un segno sul simbolo della lista scelta, anche senza indicare candidati. I nominativi dei candidati eventualmente scelti vanno indicati sulle righe stampate a destra del simbolo, scrivendo il cognome oppure il nome e il cognome in caso di omonimia. Si possono esprimere da una a tre preferenze. Nel caso di due o tre preferenze, le stesse devono riferirsi a candidati di genere diverso, altrimenti si determina l’annullamento della seconda o della seconda e terza preferenza. I candidati devono appartenere alla lista votata.

Le liste di candidati presentate per ciascuna circoscrizione e i simboli dei partiti, movimenti o gruppi politici organizzati sono consultabili online, come anche i fac-simile delle schede elettorali, di colore diverso per ciascuna delle 5 circoscrizioni elettorali in cui è suddiviso il territorio nazionale.

Il voto in Europa e chi viene eletto

La legge elettorale dell’Ue stabilisce che le elezioni del Parlamento Europeo si svolgono ogni cinque anni, da giovedì a domenicaQuest’anno le elezioni si tengono in tutti i 27 Stati membri dell’Ue. La precedente tornata elettorale si era svolta nel maggio 2019. I primi risultati provvisori saranno pubblicati domenica sera dalle 23 in poi, dopo la chiusura di tutte le urne.

IL VOTO IN EUROPA – Le elezioni hanno preso il via giovedì 6 giugno nei Paesi Bassi, seguiti dall’Irlanda venerdì 7 giugno. Lettonia, Malta e Slovacchia al voto oggi sabato 8 giugno. Nella Repubblica Ceca le urne sono aperte da ieri e fino alla giornata di oggi, mentre in Italia si voterà nelle giornate di sabato e domenica. I cittadini degli altri 20 Paesi dell’Ue (Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria) voteranno invece solo domenica 9 giugno.

CHI VIENE ELETTO – Il voto serve ad eleggere i 720 eurodeputati che comporranno l’Aula nella prossima legislatura, dei quali poco più del 10%, 76, spettano all’Italia. Nella precedente legislatura erano 15 di meno; il loro numero viene deciso prima di ogni elezione, in base all’evoluzione della popolazione degli Stati membri, e in base al principio della proporzionalità degressiva, per cui un eurodeputato di un Paese più grande rappresenta più cittadini rispetto a un eurodeputato di un Paese più piccolo.

QUANTI EURODEPUTATI PER PAESE – Il numero minimo di eurodeputati per qualsiasi Paese è 6, il massimo è 96. Non possono essere più di 750, oltre al presidente. L’Italia, terzo Paese per popolazione, per numero di eurodeputati (76) viene dopo la Germania (96) e la Francia (81). Seguono Spagna (61), Polonia (53), Romania (33), Paesi Bassi (31), Belgio (22), Grecia (21), Repubblica Ceca (21), Svezia (21), Portogallo (21), Ungheria (21), Austria (20), Bulgaria (17), Danimarca (15), Finlandia (15), Slovacchia (15), Irlanda (14), Croazia (12), Lituania (11), Slovenia (9), Lettonia (9), Estonia (7), Cipro (6), Lussemburgo (6), Malta (6).

Quanti sono gli elettori, il nodo dell’affluenza

Per le elezioni europee 2024, il corpo elettorale è formato da circa 360 milioni di cittadini. Il maggior numero di elettori aventi diritto, secondo Eurostat, è in Germania (64,9 milioni di persone), Francia (49,7 milioni) e Italia (47 milioni). I numeri più bassi sono a Malta (0,4 milioni), Lussemburgo (0,5 milioni) e Cipro (0,7 milioni).

CHI VOTA – L’età minima per votare è fissata dalla legislazione nazionale. Nella maggior parte degli Stati membri è di 18 anni, ma fanno eccezione Grecia (17 anni) e Belgio, Germania, Malta e Austria (16 anni). L’età minima per candidarsi va dai 18 ai 25 anni, a seconda dei Paesi (in Italia è di 25 anni).

CHI VOTA PER LA PRIMA VOLTA – Per quanto riguarda gli elettori che votano per la prima volta (persone che hanno raggiunto l’età per votare dalle ultime elezioni europee del 2019), i numeri più alti di aventi diritto sono in Germania (5,1 milioni di persone), Francia (4 milioni) e Italia (2,8 milioni). I numeri più bassi sono previsti a Malta (20mila persone), Cipro (37mila) ed Estonia (70mila). Le quote più alte di elettori per la prima volta sono previste in Belgio, Francia e Germania con rispettivamente il 9,7%, 8,0% e 7,9% di tutti gli aventi diritto.

L’AFFLUENZA – Un conto sono gli aventi diritto, un altro i votanti effettivi: storicamente l’affluenza alle urne nelle elezioni europee è sempre stata piuttosto bassa. Nel 2004 è stata del 45,47%, nel 2009 del 42,97%, nel 2014 del 41,61%, nel 2019 del 50,66%. E’ sempre stata più elevata nei Paesi dove votare è un obbligo giuridico, come il Belgio (88,47% nel 2019). In Italia è passata dall’85,65% del 1979 al 54,5% del 2019 (fonte Parlamento Europeo).

LA LEGGE ELETTORALE UE E QUELLE NAZIONALI – Anche se le elezioni europee sono organizzate in base alla legislazione nazionale, il diritto dell’Ue stabilisce alcune disposizioni comuni, come l’obbligo di garantire la rappresentanza proporzionale. La maggior parte dei Paesi è organizzata in un unico collegio elettorale, ma alcuni dividono i propri territori in più circoscrizioni (Belgio, Irlanda, Italia e Polonia). In alcuni Paesi è prevista una soglia di sbarramento: in Italia è al 4%. Chi prende meno voti non ottiene seggi nell’Aula di Strasburgo. Quanto alle liste elettorali, esistono diversi sistemi nazionali: si passa da liste chiuse (senza alcuna possibilità di modificare l’ordine dei candidati) a liste semi-aperte (gli elettori possono modificare la posizione dei candidati nella lista scelta) fino a liste aperte (gli elettori possono scegliere candidati di liste diverse).

Chi sono i ‘portabandiera’ delle squadre in campo

Ursula von der Leyen, Nicolas Schmit, Valérie Hayer, Sandro Gozi, Marie-Agnes Strack-Zimmermann, Bas Eickhout, Terry Reintke, Raül Romeva, Maylis Roßberg e Walter Baier: sono loro i portabandiera delle squadre in campo alle europee, gli ‘Spitzenkandidaten’ che rappresentano i diversi gruppi politici alle elezioni in corso di svolgimento, scelti dal gruppo di appartenenza per correre per l’incarico di presidente della Commissione Europea. Due i gruppi che contestano il principio della nomina degli Spitzenkandidaten e che non ne hanno nominato uno: si tratta dei conservatori di Ecr e di Identità e Democrazia.

Per gli altri, sono stati nominati: Ursula von der Leyen, tedesca, 65 anni, attuale presidente della Commissione Europea, che rappresenta il partito popolare europeo (Ppe), Nicolas Schmit, lussemburghese, 70 anni, in corsa per il Socialisti e democratici (S&D), già Commissario europeo per il Lavoro.

I liberali di Renew Europe riuniscono al loro interno raggruppamenti diversi: Alde, Partito democratico Europeo, Renaissance. E hanno tre candidati: Valérie Hayer, 38enne francese, entrata al parlamento europeo nel 2019, è attuale presidente di Renew Europe, l’italiano Sandro Gozi, 56 anni, membro del Parlamento europeo per Renaissance dal 2020, segretario generale del Partito democratico europeo, Marie-Agnes Strack-Zimmermann, tedesca, esponente della Fdp.

Il gruppo dei Verdi è rappresentato dalla coppia Terry Reintke- Bas Eickhout. La prima, 37enne cittadina tedesca, è nel Parlamento europeo dal 2014 ed è copresidente dei Verdi dal mese di ottobre 2022. Il secondo, 47 anni, olandese, nel parlamento europeo dal 2009, è stato già Spitzenkandidat per i Verdi nel 2019.

ALE, Alleanza Libera Europea, è rappresentato da Raül Romeva, 53 anni, spagnolo, coinvolto nel referendum sull’indipendenza catalana e colpito dal divieto di ricoprire cariche pubbliche (non ha quindi alcuna possibilità di diventare Presidente della Commissione europea) e da Maylis Roßberg 24enne politica tedesca, membro del Südschleswigschen Wählerverbands, un partito regionalista che rappresenta la minoranza danese dello Schleswig, in Germania, e i frisoni nazionali della Frisia settentrionale (Germania). Il Gruppo della sinistra (Gue/Ngl) ha scelto come suo candidato di punta l’austriaco Walter Baier, esponente del Partito comunista austriaco.

I gruppi politici al Parlamento Ue, quali sono e come si formano

Il Parlamento Europeo è organizzato in gruppi politici. Dopo le elezioni, gli eurodeputati si uniscono ad un gruppo, oppure ne creano di nuovi. I gruppi riuniscono deputati provenienti da diversi Stati membri in virtù delle loro affinità politiche, ma contano spesso anche ragionamenti di convenienza. I gruppi possono essere formati anche in una fase successiva, non necessariamente all’inizio della legislatura. Oggi ci sono sette gruppi politici al Parlamento Europeo: Ppe, Socialisti e Democratici (S&D), Renew Europe (Liberali), Ecr (Conservatori e Riformisti), Verdi/Ale, Identità e Democrazia, Sinistra.

Un gruppo deve essere composto da almeno 23 deputati, provenienti da almeno un quarto degli Stati membri (cioè almeno sette). I deputati possono appartenere a un solo gruppo: alcuni non appartengono ad alcun gruppo e finiscono nei Non Iscritti, un Limbo in cui si stenta ad incidere sui lavori dell’Aula. Per costituire un gruppo, il presidente del Parlamento deve essere informato con una dichiarazione che specifichi il nome del gruppo, i suoi membri e la sua leadership. Il Parlamento solitamente non valuta la coesione politica tra i membri del gruppo: solo qualora venga smentita dagli stessi deputati interessati, il Parlamento interviene per valutare se è stato effettivamente costituito secondo le regole.

I gruppi politici godono anche di vantaggi economici rispetto ai Non Iscritti: possono assumere personale e ricevere spazi per uffici, finanziati tramite il bilancio del Parlamento. L’Ufficio di Presidenza del Parlamento stabilisce le regole su come questi fondi e strutture vengono gestiti e controllati. I fondi messi a disposizione dei gruppi coprono i costi amministrativi e operativi del personale del gruppo, nonché le spese sostenute a causa delle campagne politiche e di informazione legate all’Ue. Il bilancio non può finanziare alcuna forma di campagna elettorale europea, nazionale, regionale o locale, né alcun partito politico a livello nazionale ed europeo, né i loro organi dipendenti. I deputati Non Iscritti possono assumere consiglieri paragonabili a quelli dei gruppi politici e godono di diritti secondo le regole stabilite dall’Ufficio di Presidenza. Oggi i gruppi politici nel Parlamento Europeo sono sette. Eccoli:

PPE – E’ il primo gruppo dell’Aula, il più grande, con 176 eurodeputati ad oggi. E’ presieduto dal bavarese Manfred Weber, della Csu, che dal 2022 presiede anche il partito, nato nel 1976 e formato da partiti cristiano-democratici. Nel tempo si è allargato anche a formazioni di orientamento liberal-conservatore. Ne fanno parte partiti di tutti i 27 Paesi membri. I maggiori sono la Cdu tedesca e la Csu bavarese (con 30 eurodeputati), il Partido Popular spagnolo di Alberto Nunez Feijòo (13), il polacco Piattaforma Civica (Platforma Obywatelska) di Donald Tusk (16), Forza Italia (12 eurodeputati), i Républicains francesi, l’Hdz croato, il Kokoomus finlandese, il greco Nea Demokratia, il Fine Gael irlandese, il Cda olandese, il Psd portoghese, il Partito Nazional Liberale rumeno, i Moderaterna e i Kristdemokraterna svedesi, l’Sds sloveno.

S&D – Secondo gruppo dell’Emiciclo, raggruppa la famiglia socialista e conta 139 eurodeputati ad oggi. Presieduto dalla spagnola Iratxe Garcìa Perez (Psoe), è formato da partiti di tutti i 27 Paesi dell’Ue. La prima delegazione è quella spagnola, del Partido Socialista Obrero Espanol, con 21 membri, seguita da quella tedesca (Spd) con 16 e da quella italiana (Pd), con 15 membri). Tra gli altri componenti figurano il Parti Socialiste francese, il Nowa Lewica polacco, il Ps portoghese, il Pasok greco, il Partij van der Arbeid olandese, il Parti Socialiste belga, il Partito Socialdemocratico svedese, quello finlandese e quello danese.

RENEW EUROPE – Oggi terzo gruppo del Parlamento con 102 membri, è nato nel 2019 mettendo insieme i Liberali dell’Alde, il Partito Democratico Europeo e Renaissance, il partito francese di Emmanuel Macron. Guidato dalla francese Valèrie Hayer (Renaissance) dopo il passaggio di Stéphane Séjourné al Quai d’Orsay, è presente in 24 Paesi membri; è assente da Portogallo, Malta e Cipro. La delegazione più numerosa è quella francese, con 23 eurodeputati di vari partiti (Renaissance, Horizons, Parti Radical ecc.); delegazioni piuttosto numerose sono anche quella spagnola (Ciudadanos e altri, 9), tedesca (Fdp e Freie Waehler, 7), ceca (Ano 2011, 5), olandese (Vvd, Volt e Democraten 66, 7), rumena (Reper e altri, 7). L’Italia conta 4 eurodeputati tra Azione, Italia Viva e un indipendente.

VERDI/ALE – Quarto gruppo dell’Aula con 72 eurodeputati provenienti da 18 Paesi, è frutto dell’alleanza tra il Partito Verde Europeo e l’Alleanza Libera Europea, che comprende partiti regionalisti, separatisti o che rappresentano minoranze etniche, come l’Esquerra Republicana catalana, l’Union Valdotaine, il Partito Occitano francese. Co-presidenti, in nome dell’equilibrio di genere, sono il belga Philippe Lamberts (uscente) e la tedesca Terry Reintke. La delegazione più forte è quella dei tedesca, che conta 25 membri, con i Gruenen, Volt e il Piratenpartei; numerosa anche quella francese (12). L’Italia ha tre eurodeputati (Ignazio Corrao, Piernicola Pedicini, Rosa D’Amato), tutti fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle.

ECR – Quinto gruppo del Parlamento è l’Ecr, Conservatori e Riformisti Europei, con 69 membri, espressione di 20 partiti da 17 Paesi. Nato nel 2009 con la Dichiarazione di Praga, è di orientamento conservatore, anti-federalista, propugna un’Europa delle Nazioni ed è considerato un partito moderatamente euroscettico. Dopo l’uscita dei Tories britannici a causa della Brexit, la delegazione maggiore è quella polacca, che conta ben 27 eurodeputati, in maggioranza del Pis (Diritto e Giustizia, Prawo i Sprawiedliwosc) di Jaroslaw Kaczynski, che esprime uno dei due copresidenti, Ryszard Antoni Legutko. L’altro copresidente è Nicola Procaccini, dei Fratelli d’Italia, che si sono uniti all’Ecr nel 2018, con un’operazione guidata da Raffaele Fitto. Oggi Giorgia Meloni, leader di Fdi e presidente del Consiglio, è anche presidente del partito Ecr. La delegazione italiana conta 10 eurodeputati; quella spagnola 4, tutti di Vox. In termini numerici, paga lo scarso apporto dei due maggiori Paesi dell’Ue, Germania e Francia, che contano un solo eurodeputato ciascuna. Grazie all’N-Va, il partito independentista fiammingo, ha conquistato la presidenza di una commissione nella scorsa legislatura.

IDENTITA’ E DEMOCRAZIA (ID) – E’ un gruppo nato nel 2019, che consta di 49 eurodeputati provenienti da 7 Paesi (una delle due soglie minime, al di sotto delle quali il gruppo si scioglie). Si colloca all’estrema destra dell’Emiciclo: è considerato un gruppo euroscettico. Nella scorsa legislatura è stato oggetto di un ‘cordone sanitario’ formato dagli altri gruppi, che gli ha precluso l’accesso a presidenze e vicepresidenze, al contrario di quanto accaduto all’Ecr. Il grosso del gruppo è formato dalla Lega, con 22 eurodeputati, e dal Rassemblement National francese (18). La delegazione di Alternative fuer Deutschland è stata espulsa di recente, dopo le dichiarazioni dell’eurodeputato Maximilian Krah sulle Ss. E’ presieduto da Marco Zanni (Lega), fuoriuscito anni fa dai Cinquestelle; vicepresidente è il leader del Rn Jordan Bardella.

SINISTRA – Il settimo gruppo, il più piccolo, è quello della Left, già Gue/Ngl, che si colloca all’estrema sinistra dell’Aula. Nato nel 1995, comprende partiti di orientamento socialdemocratico o comunista, con un orientamento considerato moderatamente euroscettico. I co-presidenti sono la francese Manon Aubry (La France Insoumise) e il tedesco Martin Schirdewan (Die Linke). Conta 37 membri provenienti da 13 Paesi: le delegazioni maggiori sono quella francese (6), spagnola (6) e tedesca (5).

NON ISCRITTI – Non è un gruppo, ma una categoria eterogenea di eurodeputati che, per un motivo o per l’altro, non fanno parte di alcun gruppo. Oggi conta 61 parlamentari: vi si trovano anche delegazioni piuttosto numerose, come i 13 ungheresi di Fidesz, usciti anni fa dal Ppe un attimo prima di essere espulsi, gli 8 tedeschi di AfD, espulsi da Id, e i restanti 5 eurodeputati dei Cinquestelle, che dopo la scomparsa del gruppo Efdd nel 2019 non hanno ancora trovato una ‘casa’ politica in Europa. I Non Iscritti potrebbero crescere dopo le europee: da qui, oltre che dai due estremi dell’Emiciclo, potrebbero venire sorprese per la formazione dei gruppi politici della prossima legislatura.

Processo “Case popolari”, a processo 27 imputati. Sedici assoluzioni

Si è conclusa con il rinvio a giudizio di 27 imputati l’udienza preliminare del processo “Case popolari”.

In 16, invece, sono stati prosciolti e tra questi anche l’ex dirigente dell’Aterp di Reggio Calabria, Eugenia Rita Minicò, accusata di concorso esterno in associazione mafiosa e di altri reati.

Nei suoi confronti e, in quelli di un altro imputato prosciolto, Annunziato Tripodi, il gup Vincenzo Quaranta ha revocato la misura cautelare che era stata disposta dal gip lo scorso febbraio su richiesta della Dda di Reggio Calabria nell’ambito di un’indagine su presunti illeciti nella gestione delle assegnazioni delle case popolari da parte dell’Aterp, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica.

A parte una corruzione contestata a Eugenia Rita Minicò per la quale il gup ha dichiarato la prescrizione, per tutti gli altri reati per i quali era indagata è stata prosciolta con la formula “perché il fatto non sussiste”. Escono dal processo, inoltre, gli imputati Roberto Franco, Carmela Morabito, Domenico Morabito, Giovanni Marcianò, Paola Costantino, Domenico Alvaro, Carmelo Caminiti, Irina Kandyba, Annunziato Tripodi, Donatello Canzonieri, Orsola Di Lollo, Giovanni Palillo, Filippo Arabesco, Maddalena Anna Cuzzola e Debora Arabesco.

Tra i rinviati a giudizio c’è il boss della ‘ndrangheta, Carmelo Murina, di 60 anni, già detenuto per altra causa, ed il cognato, Giuseppe Agostino, di 54, accusati entrambi di associazione per delinquere di tipo mafioso. Secondo la Procura e i carabinieri che hanno condotto le indagini, infatti, ci sarebbe stata la ‘ndrangheta dietro il mercato illegale degli alloggi popolari che venivano assegnati a persone non aventi diritto. Sono stati rinviati a giudizio anche tre dipendenti comunali, tra cui Antonio Nucera, in servizio nel settore Lavori pubblici del Comune di Reggio Calabria, accusato di concorso esterno.

Attacchi ucraini con bombe occidentali a Kherson, oltre 20 morti

Almeno 22 persone sono state uccise e altre 15 ferite nel villaggio di Sadovoye, nella regione di Kherson, a seguito di un attacco delle forze armate ucraine. Secondo il governatore della regione, Vladimir Saldo, il primo attacco è stato sferrato da una bomba aerea controllata, il secondo da una HIMARS MLRS. Le forze armate ucraine hanno attaccato Lugansk con cinque missili ATACMS. Lo riportano i media russi.

Ira del Cremlino: “La matrice è della Nato”

“Dopo aver ricevuto il via libera da Washington per uccidere i civili con armi occidentali, il regime di Kiev ha mostrato ancora una volta la sua disumana essenza nazista”. Questo il commento della portavoce ufficiale del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova dopo gli attacchi missilistici su Lugansk e la regione di Kherson.

“L’intera comunità mondiale deve capire che si trattava di atti terroristici di intimidazione pre-pianificati e attentamente preparati. La grafia della NATO è ovvia. Come notato in precedenza, siamo ben consapevoli che le missioni di volo di missili a lungo raggio, incluso ATACMS, sono organizzate con la partecipazione diretta di specialisti americani, britannici e altri occidentali”, ha sottolineato il diplomatico.

“Bombardamenti insensati e brutali di aree popolate delle regioni del Donbass, Belgorod, Kherson e Zaporozhye, Crimea e altre regioni russe, uccisioni spietate di civili non hanno senso da un punto di vista militare e indicano l’agonia del regime neonazista di Zelensky impantanato in terrorismo, illegalità, corruzione e cinismo, cercando nella sua rabbia impotente di uccidere quanti più russi possibile”.

Secondo Zakharova, sullo sfondo dei fallimenti militari, Zelensky cerca di mostrare ai “suoi padroni d’oltremare” che è capace di qualsiasi atrocità per garantire i loro interessi e la propria autoconservazione. La portavoce ha aggiunto che “coloro che sono coinvolti nei crimini del governo di Kiev subiranno una punizione inevitabile e meritata”.

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