11 Ottobre 2024

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Il pasticcio delle province ci fa spendere il doppio che Monti crede di risparmiare

Wanda Ferro

Il riordino delle province nel Paese fa insorgere i presidenti degli enti intermedi che non ci stanno a farsi passare davanti un provvedimento unilaterale e per niente sinergico. Anche questo, del resto, faceva parte del “lavoro sporco” che Monti è stato chiamato a fare.

Dal Piemonte, alla Sicilia, dalla Puglia alla Lombardia alla Calabria, regione quest’ultima che ha redatto un documento unitario sottoscritto dal presidente dell’Upi Calabria, Wanda Ferro, e dai presidenti Mario Oliverio (Cosenza), Giuseppe Raffa (Reggio Calabria), Stanislao Zurlo (Crotone) e Giuseppe Barbuto, vicepresidente di Vibo Valentia, attraverso cui chiedono al governo di “sospendere la decretazione d’urgenza sul riordino delle Province del 31 ottobre scorso.

Il Governo con tale decreto, approvato e diffuso proprio pochi giorni prima della data fissata dalla Corte Costituzionale per l’udienza sui ricorsi avanzati dalle Regioni avverso il Decreto ‘Salva Italia’ del 2011 – e’ scritto nel testo – ha disegnato una riforma che desta perplessita’ per la scarsa chiarezza delle disposizioni sul percorso da seguire, e, soprattutto, sulla tipologia di ‘elezione’ dei nuovi consigli provinciali, che rappresentano il punto focale delle sorti di un ente di governo territoriale. L’articolo 7 disegna, innanzitutto, un percorso che in meno di dodici mesi dovrebbe portare gli enti alle nuove ‘elezioni’ che, in mancanza di una pronuncia della Corte Costituzionale sulla legittimita’ del sistema elettorale previsto dal Salva Italia, non sono ancora definite in maniera certa”.

”L’accorpamento della Provincia di Catanzaro con quelle di Crotone e di Vibo – prosegue il documento – pur rappresentando un caso peculiare perche’ relativo alla ricostruzione di una provincia smembrata vent’anni addietro, puo’ comunque essere portato quale esempio emblematico delle criticita’ concrete dell’attuazione di un processo rapido quanto incerto. In questo caso esistono ancora mutui, debiti fuori bilancio, contenziosi in atto per milioni di euro tra Catanzaro e le altre due Province che un accorpamento potrebbe far cadere, ma resta il problema delle perdite di bilancio che si potrebbero registrare al momento della ricomposizione di un assetto unitario.

Ne’ vanno trascurate le inevitabili ripercussioni sul personale, atteso che complessivamente sono a rischio ben cinquantaseimila posti di lavoro dei dipendenti provinciali”. Insomma un grande pasticcio all’italiana e si vedrà se anche questa iniziativa segua con successo quella intrapresa per la soppressione dei tribunali minori. Le province in alcuni casi, è vero, possono rappresentare un peso economico non indifferente, ma, se si fa la riforma c’è da considerare il processo inverso del trasferimento delle deleghe alle regioni. Processo che da quanto statuito almeno in Calabria dalla legge 34 del 2002, ancora è in corso ed è stato molto dispendioso. Per cui tornare indietro di vent’anni non si sa se conviene.

Obama vince ma non convince sull'economia. E' come se in Italia avrebbe rivinto Berlusconi

Obama fa il bis negli Stati Uniti, ma non convince. La crisi internazionale sorta nel corso della sua gestione ha spinto molti americani a rinnovargli la fiducia, (si pensi un po’) guastando la festa a quanti speravano in un ritorno a vite nettamente migliori, diciamo normali. Di condizioni favorevoli per il presidente Obama non ce n’era una. Eppure l’ha spuntata. Dalla bolla immobiliare che ha gettato gli americani della disperazione più totale, alla crisi globale che ha messo in ginocchio l’economia mondiale (basti pensare all’Europa sotto attacco dalla speculazione finanziaria americana), dai problemi sociali, alla sanità, dagli altissimi indici di povertà e disoccupazione. Altro che uragani…Dopo i problemi generati sotto la sua gestione viene promosso per un secondo mandato e pure con il botto. Solo in America possono succedere queste cose. Evidentemente, ed è una spiegazione, per incapacità dell’avversario che, dopotutto, ha mostrato molto più fair play dei politici nostrani: “Prego che abbia successo”, ha detto Romney dopo la sconfitta. Vincere le elezioni del dopo Obama negli Usa era come vincere le elezioni in Italia dopo Berlusconi: una passeggiata. Pensate che Bersani, avanti di 10 punti 10 nei sondaggi, non ne ha voluto sapere di andare alle elezione e gestire “la patata bollente” che l’Europa chiamava a gestire (il lavoro sporco che sta facendo Monti, per intenderci). Negli States avranno pesato altri fattori, altri elementi.Dunque per Barack Hussein Obama altri quattro anni per cercare di risolvere i problemi che non è riuscito ad affrontare nei primi quattro anni di mandato. Preghiamo anche noi come il suo sfidante che abbia successo, perché il nostro destino è appeso alle dinamiche politiche ed economiche statunitensi. Un elemento va comunque sottolineato in questo can can mediatico. Abbiamo visto e rivisto oggi le dichiarazioni del nostro capo dello Stato Giorgio Napolitano, classe 1925, quasi sui 90. Obama è del ’61. Napolitano sta in carica per 7 anni, Barack per 4. Non parliamo dei costi e dei dipendenti perché ci sarebbe da aprire un capitolo a parte.

Un recente incontro tra Obama (classe 1961) e Napolitano (classe 1925)
Un recente incontro tra Obama (classe 1961) e Napolitano (classe 1925)

L’elemento del vecchiume della nostra classe politica va affrontato e subito insieme a modifiche costituzionali che diano la possibilità ad un trentenne di candidarsi al Quirinale e starci al massimo quattro anni (non sette), come gli amici americani. Quattro anni magari rinnovabili una sola volta, mentre per i parlamentari, consiglieri regionali, sindaci, presidenti di province al massimo due mandati, sempre di quattro anni. Con uno stipendio che gli impedisca di farsi corrompere, quindi dignitoso senza benefit e privilegi. Se poi si fa corrompere o si comporta come i tantissimi Fiorito che ci sono in circolazione, dal Lazio al Veneto, dal Piemonte alla Calabria non sia aspetti che la magistratura faccia il lavoro che spetta alla politica.

Pupo, il politicante, l'intellettuale e il camaleonte. Tre al costo di uno alla fiera dell'ipocrisia

Spartaco Pupo merita una citazione nella categoria dedicata a “Cetto” per i salti di quaglia che è riuscito a collezionare negli ultimi anni. Le scuse anticipate a “La Qualunque” per l’accostamento. Alla sua età non è riuscito ancora a comprendere da che parte stare, direbbero i suoi amici più fidati. Militante di Destra intransigente, Spartaco passò da giovane alla corte di Sandro Principe quando l’attuale capogruppo del Pd alla Regione era potente sindaco di Rende, in provincia di Cosenza. Scriviamo “in provincia…” per i lettori di Legnano, molti dei quali magari non sanno dov’è Milano, figuriamoci Rende. Da portaborse di Principe, dicono nelle contrade rendesi i suoi più acerrimi “simpatizzanti”, Pupo ebbe “numerosi benefici”. Non sappiamo quali. Ciò che conosciamo è la sua instabilità e inaffidabilità politica. Dopo Principe, dicevamo, è poi tornato di nuovo nel suo ovile naturale. Da quella collocazione diventò consigliere comunale grazie ad una lista civica. Un uomo tutto d’un pezzo, Spartaco. Corporatura tozza. Intellettuale e politicante irrequieto. Docente all’Università della Calabria. Una volta allontanatosi da Principe inondava di comunicati le redazioni dei giornali. E molti colleghi impaginavano con aperture e titoloni, evidentemente in assenza di altro materiale o col pretesto che era l’unico oppositore in Città. Un po’ vero e un po’ no. Perché Principe, a quel tempo, l’opposizione ce l’aveva nella sua maggioranza coi famosi “dissidenti”. Era guerra nei consigli comunali; una guerra che proseguiva anche nella locale Procura della Repubblica a cui Pupo denunciava con esposti fatti e misfatti dell’era Principe-Bernaudo, penultimo sindaco di Rende. Un oppositore duro e puro presente ogni giorno sulla stampa. [quote style=”boxed”]La parabola (perdente) del politicante duro e puro[/quote]Ce l’aveva coi palazzinari e con le ombre delle gru che oscuravano il paesaggio e la legalità di cui lui si sentiva alfiere. Complice il patriarca e il “despota” da oltre 50 anni al potere. Sandro Principe, reo, secondo Pupo, di aver fatto eleggere in consiglio comunale un sacco di costruttori e di fare gli interessi di Cric e Croc.
Il periodo della crisi del Pdl, con la cacciata di Fini da parte del Cav., Pupo va in trepidazione per i nuovi scenari politici che si aprono. Il presidente della Camera avvia i preliminari della nascita di Futuro e Libertà e lui non perse tempo lanciandosi tra le braccia di Angela Napoli, coordinatrice regionale del nascente soggetto politico e fedelissima dell’ex segretario di An.
Ed ecco che arriva subito un incarico politico: La Napoli lo nomina responsabile regionale alla Cultura. Caspita! Lui del resto c’è portato. E’ persino docente-ricercatore all’Unical. Avrà letto molti libri, ma c’è portato alla cultura. Perché, non è detto che chi studia, legge e divora tanti libri diventi per automatismo un intellettuale intelligente. Talvolta si diventa deficienti.
Dopo qualche settimana fece una guerra senza frontiera a Principe accusandolo sempre delle stesse cose. Seppe coinvolgere la Napoli (Commissione nazionale Antimafia) che fece qualche interrogazione parlamentare sul “caso Rende”. Dopo qualche tempo, pentito di questa scelta, ripassò di nuovo vicino al Pdl. Ma il salto più divertente che questo rampollo regala agli appassionati della sua (non) carriera politica è stata quella di passare al Partito democratico dell’odiatissimo Principe. Come alla fiera dell’ipocrisia.
Del perché di questa scelta non lo sappiamo.  Ma è sufficiente incrociare alcune dichiarazioni per farsi una idea: una datata il 23 Aprile 2012, in cui Pupo chiede di tutto sullo stato della RendeServizi, ipotizzando fra l’altro gravissimi reati; l’altra porta la data del  15 Maggio 2012, in cui si comunica l’adesione al Partito Democratico del “professor Spartaco Pupo”. Cosa sia successo in questa ventina di giorni non è dato sapere. Altra data da tenere a mente è il 6 dicembre 2011, giorno di una imponente operazione antimafia che portò in carcere 18 persone e vennero indagati l’ex sindaco di Rende Umberto Bernaudo, l’ex assessore al Bilancio Pietro Ruffolo e il consigliere comunale del Pd di Piane Crati Pierpaolo De Rose. Protagonista di questa storia è anche la cooperativa Rende 2000, assorbita dalla RendeServizi in cui i magistrati accertarono l’assunzione di due presunti boss: Ettore Lanzino e Michele Di Puppo. Per i tre esponenti politici di Rende le accuse sono pesanti: voto di scambio e concorso esterno in associazione mafiosa. Sul salto di Pupo al Pd il Corriere della Calabria titolò: «La parabola di Spartaco Pupo. Dopo anni di denunce contro Sandro Principe e la maggioranza di centrosinistra, l’ex militante missino chiede di entrare nel Pd. Permesso accordato all’unanimità». Con questa mossa, il giovane Pupo stempera i toni di una guerra quasi personale con l’ex sottosegretario. Con il suo “nemico” Principe vanno d’amore e d’accordo, lontano dalle beghe del centrodestra e, soprattutto, da Angela Napoli che, fatto legittimo ma strana coincidenza, deposita alla Camera il 31 maggio 2012 (15 giorni dopo l’adesione del Pupo al Pd)  un Atto ispettivo indirizzato al Ministro dell’Interno con cui si chiede la Commissione d’accesso per il Comune di Rende, ben sei mesi prima dei suoi colleghi del Pdl, i quali, è noto a tutti, per la coordinatrice di Fli non nutrono alcuna simpatia. L’idillio di Pupo con Principe tuttavia non dura molto. Spartaco, dopo poco, torna nel gruppo misto. Da quei banchi ha ricominciato una lunga battaglia contro il suo “mentore” politico. Mentore, già, perché nel bene e nel male, Principe nel rapporto di odio-amore, ha dato un senso alla sua vita.Che storiella, quella di Pupo. [quote style=”boxed”]Da fervido oppositore di Principe a fedele servitore, poi di nuovo nemico giurato [/quote]Da fervido oppositore a fervido alleato poi di nuovo “nemico” giurato. Finita la parabola principiana e soprattutto dopo che il ministro Cancellieri ha sciolto per contiguità mafiosa il comune di Reggio Calabria, Pupo non ce l’ha fatta a tenersi dentro la rabbia e l’orgoglio che aveva maturato contro “l’homo tirannus”, ed eccolo nuovamente tuonare i “misfatti” rendesi, seguendo a ruota una iniziativa parlamentare (molto tardiva rispetto alla Napoli) di deputati e senatori del Pdl che hanno chiesto la Commissione d’accesso per il Comune di Rende perché evidentemente hanno mal digerito lo scioglimento di Reggio Calabria, città amministrata per otto anni dal governatore calabrese Giuseppe Scopelliti, che è anche coordinatore regionale del Pdl. Un trattamento non paritario: “Perché Reggio e Corigliano (che facevano capo al Pdl) sì, e Rende (che fa capo al Pd) no?”, si chiedono i politici del Pdl. Forse, se avessero seguito l’iniziativa di Angela Napoli su Rende avrebbero sì calpestato il loro magro orgoglio ma avrebbero potuto “salvare Reggio” dalla scure della Cancellieri. Sarebbero giunti, come dire, ad una sorta di “compromesso politico” con il Viminale. Chissà! Si poteva tentare. La politica può (o poteva) tutto. Evidentemente, non valgono i parlamentari, altrimenti una soluzione equilibrata si trovava. In ogni caso, giusto per stare in tema, una sbirciatina nelle cooperative del Comune di Cosenza andrebbe data. E che diamine! Ricordate le denunce incrociate tra Nicola Adamo e Giacomo Mancini ai tempi dell’elezione di Perugini? Tra “Marmaglia”, “Famazza”, colpi bassi denunce alla procura è tutto caduto nell’oblio. Tutte legalitarie sono diventate le coop della Città dei Bruzi?

Sicilia, da Cuffaro a Crocetta. Un Paese passato dal Caf al Cav con Casini che ci entra sempre!

Casini c'entra sempre  Cuffaro CrocettaRosario Crocetta procede con coraggio sulla strada del rinnovamento e la nomina di Franco Battiato ad assessore alla Cultura va nella giusta direzione. Si tratta di un segnale di grande attenzione nei confronti della Sicilia e della sua storia ed e’ la dimostrazione che la politica sa cambiare.

Crocetta scegliendo una personalità come Battiato, il cui carisma valica i confini nazionali, cerca di aprire la sua Isola all’esterno”. Lo dice Davide Zoggia, responsabile enti locali del Pd”. “Miiiin…”, direbbero i siciliani. Insomma, questo è un paese che è passato dal Caf al Cav a fior di monetine, dall’ultimo premier Berlusconi al comico Grillo a fior di spread e nuotate nello stretto.

Ci mancavano solo i cantastorie. Non bastava Celentano, eh! Anche Battiato. Da Cuffaro a Lombardo a fior di crocette. E Zoggia il nuovo che avanza, signori. La Sicilia si conferma “laboratorio politico” europeo con l’Udc di Casini-Italia che, sottolinea il vecchio adagio: “Chi mi dà da mangiare lo chiamo papà”.

Qualsiasi sia il Forno da cui escono le michette. Così sembra essere Casini. Anzi, senza “sembra”. Del resto, in Calabria è alleato con la Destra di Scopelliti (senza essere determinante), in Sicilia con il comunista e omosessuale dichiarato Crocetta. Per Pier, dall’opposizione l’importante è “c’entrarci” nei Palazzi del Potere. Altro che moderati. Altro che valori. Altro che famiglia! Il motto di Pierferdinando Casini non è “Dividi et Impera”, ma “Unisciti (pure col diavolo) per stare al Potere”.

Vendola, il Wiki della sinistra sbarca in Calabria

Vendola, il wiki della sinistra

La Calabria è terra di “sventure” e anche di conquiste, visto che un po’ tutti passano per lo stivale a raccattare voti e consensi; servano per le primarie che per le elezioni politiche ed europee.

In questa terra di frontiera, che potrebbe davvero svilupparsi con il suo patrimonio ambientale oltre che dalle rovine archeologiche della Magna Grecia, ci sono stati persino Renzi e Bersani, poi di nuovo Renzi e nuovamente Bersani. D’Alema. Segno che la Calabria, non da oggi, non ha una sua dignità né una sua autonomia politica.

Proviamo a immaginare se un politico calabrese (tutti di bassa lega, purtroppo!) andasse in Puglia, in Toscana o nella Liguria di Grillo a chiedere voti e fare comizi. Li prenderebbero a pernacchie.

Oggi è arrivato Vendola dalla Puglia, candidato alle primarie Pd. Il conquistadores pugliese, governatore di quella Puglia balcanica dove la Sacra Corona Unita da qualche anno è in “silenzio” o ha perso la “potenza di fuoco” che aveva un tempo. C’è effettivamente da chiedersi se lo Stato ha sconfitto l’antistato o le cosche sono diventate lo Stato? Difficile appurarlo, ma l’ipotesi non fa grinze seppure si tratti sempre di una ipotesi. Vendola va in terra di ‘Ndrangheta, l’organizzazione classificata come “più potente al mondo” e si lascia andare…

“In questo clima di paura che inghiotte il futuro del nostro Paese ed in particolare del Mezzogiorno – afferma lo sfidante di Renzi e Bersani a palazzo Chigi – c’e’ un luogo che e’ la Calabria che rappresenta tutte le potenzialita’ e nello stesso tempo tutte le sventure di questa terra, un luogo meraviglioso ferito profondamente da classi dirigenti che l’hanno spolpato vivo”. Spolpato vivo! Eccolo il wiki della sinistra.

“Non si puo’ salvare l’Italia – prosegue Nichi – se non si parte dal sud, dalla Calabria e da Rosarno, luogo emblematico di questo Mezzogiorno dove si dovra’ vincere la sfida contro la criminalita’ organizzata ma anche quella dell’accoglienza verso tantissimi nostri fratelli che qui arrivano”.

Chissà perché i migrantes arrivino tutti in Calabria e non in Puglia non si sa. Provate a chiedere a Vendola qual è la Riace e la Rosarno pugliese e sentirete rispondervi che “…che la Puglia è tutta multietinica, da Foggia a Ostuni, da Lecce a Taranto” oppure che “è un cane che si movde la coda”, cioè niente. La  Puglia di D’Alema è un isola felice.

Niente criminalità, un po’ come in Sicilia niente mafia. Solo delinquentucci da strapazzo. Rubagalline. Qualche corrotto come ce ne sono dappertutto. Soprattutto niente rumeni e extracomunitari. Ecco perché gli investitori sono attratti dai mille affari in Puglia, come l’eolico, ed ecco ancora perché il turismo da quelle parti funziona. Cavolo se funziona! A quelle latitudine, concluderebbe un saggio anonimo, “o le cosche sono tutte dentro oppure hanno raggiunto la pax con la politica”, poiché, del resto, non risulta che la Sacra Corona sia tutta dentro. Ma la Puglia è un’isola felice. Punto!

“Oppure….Vendola” è lo slogan di Nichi per la corsa alle primarie. E lui, assolto per un reato odioso come l’abuso d’ufficio, vuol recuperare terreno rispetto a Renzi e Bersani per le Primarie di coalizione del centrosinistra. Vorrebbe fare il premier ma alla fine sarà solo il wiki dell’emisfero sinistro della sinistra italiana. Come dire, sbarca in Calabria con un carico di disperazione. Però lui almeno c’azzecca in quest’ambiente. E Di Pietro? Stendiamo un velo pietoso.

Riciclo rifiuti, sottosegretario Fanelli: Occasione per lo sviluppo

“Quello del riciclo dei rifiuti è uno dei pochi settori in cui in questo momento si possono scorgere occasioni di sviluppo. Negli scorsi decenni e’ stato trascurato ma ora, anche se sotto lo spauracchio delle direttive Ue, puo’ essere utile al Paese”.

Lo ha detto il sottosegretario all’Ambiente, Tullio Fanelli, nel suo intervento nel corso della presentazione del secondo rapporto sulla raccolta differenziata 2011.
Il modello attivato finora da Consorzi e Comuni ”e’ buono, merito anche di chi – ha sottolineato Fanelli – ci sta lavorando, a partire dall’Anci, tuttavia non bisogna accontentarsi e al contrario si devono traguardare obiettivi piu’ ambiziosi”.

Relativamente alla banca dati realizzata da Anci e Conai nell’ambito dell’accordo quadro della gestione dei rifiuti da imballaggio, Fanelli ha rilevato ”che lo strumento e’ molto utile, lo visioniamo al ministero anche perche’ consente di vedere in tutti i suoi aspetti la dinamicita’ del ciclo dei rifiuti italiani, compresi quei territori in cui questo ambito non presenta performance avanzate”. Il riciclo rifiuti è infatti uno dei più grandi business in tutto il paese.

 

Controinformazione per i detenuti e loro affini – Ecco le Faq

Come raggiungere gli istituti di pena?
-Guarda su Google Map e fatti indirizzare dal tablet. Se vai fuori strada non preoccuparti, c’è sempre un’App..untato disponibile che ti viene a prendere e ti ci porta…

Come faccio ad andare a trovare un amico detenuto in carcere?
-Se devi andare a trovare i tanti Fiorito o altri detenuti sbruffoni ti consigliamo di astenerti. Se vuoi andare a trovare un amico chiamalo prima e fatti dire se è libero quel giorno. Vedi che riuscirai a parlarci…

Quali sono i giorni e gli orari dei colloqui con le persone detenute?
-Da Lunedi al Lunedi acca 24. Ufficialmente una volta a settimana ma se sai come fare riesci sempre a incontrare qualcuno…

Come posso avere notizie sullo stato di salute di un familiare detenuto?
-I detenuti stanno sempre bene. Non rompergli le p….Quando si lamentano è perché si sono annoiati. L’infermeria è per loro un diversivo.

Come fare per riscuotere gli assegni familiari, altre competenze…?
-Vai in banca e presentati…Vai all’Inps e domanda quante “marchette” hai fatto per maturare la pensione

Qual è l’ufficio della esecuzione penale esterna competente ?
– Allora…la domanda è un po’ impegnativa. Vai in fondo al corridoio centrale, proprio dopo la sala giochi che ti viene sulla sinistra. Tu non andare lì. Sali al Secondo Piano e tieni la destra, dopo il secondo braccio. Percorri l’androne per qualche decina di metri e ti troverai davanti due portoncini di solito sempre socchiusi: mai guardie, ma di vecchi ladroni è pieno. Una ti porta all’esterno, l’altra se la prendi rischi di prenderla nel c…

Cosa si fa in istituto?
– Niente, non si fa un tubo…

Il progetto pedagogico?
– Consiste nella rieducazione. E posto che la rieducazione è per gente maleducata, personalmente approfitto per fare due chiacchiere con la bella pedagogista. Dolce e sensuale….

Voci da dentro?
-Troppe.  Il chiacchiericcio che è qui non lo senti manco al mercato….

Turismo, nessuna prenotazione. Con la crisi c’è da crederci

Turismo in crisi. Le aspettative degli imprenditori del settore turistico sull’andamento della domanda per la stagione invernale sono decisamente di segno negativo. Quasi il 58% del campione intervistato prevede una contrazione del numero di turisti e addirittura il 27% una diminuzione “sensibile”. Per contro, solo il 9,5% si aspetta un aumento, e sono pochissimi coloro che parlano di “notevole” aumento.

La gelata sulle prenotazioni per la stagione invernale arriva da uno studio a cura dell’Istituto nazionale imprese turistiche (Isnart) che si basa sulle interviste a circa 1800 imprenditori del settore turistico.

Le attese degli operatori sono ancora più negative in termini di fatturato: circa il 66% degli intervistati indica per il prossimo inverno una sua diminuzione e addirittura il 40% prefigura una contrazione significativa. Gli ottimisti sono appena il 6,3%.

Le previsioni del turismo per quest’anno sono peggiori di quelle, pur negative, che il panel aveva espresso per la scorsa stagione invernale. Nell’indagine condotta ad ottobre 2011, infatti, quasi il 20% del campione parlava di aumento del numero di turisti e quasi il 14% anche del fatturato. Le attese peggiori riguardano la domanda interna: il 66% del campione ritiene che il prossimo inverno sarà in diminuzione e solo il 4,6% pensa ad un suo aumento”. Insomma con di questi tempi è magra per tutti. E poi una considerazione: Quanda’anche la gente avesse la possibilità di farsi una settimana bianca, perché dovrebbe scegliere i carissimi posti nelle nostre Alpi.

 

 

Solo i settantenni possono permettersi viaggi e vacanze. Hanno pensioni e soldi da parte

Se il turismo in Europa vorrà riscattarsi, dovrà farlo ripartendo dai piu’ anziani, gli over 65enni, gli unici che, in questi anni di grave crisi economica mondiale, hanno continuato a spendere per i viaggi e, anzi, tra il 2006 e il 2011, hanno speso piu’ denaro del passato. E’ quanto si evince da una ricerca di Eurostat su ‘Industria lavoro e servizi. La popolazione e le sue condizioni sociali’, secondo la quale gli over 65enni sono gli unici ad avere tempo libero e capacita’ di acquisto e dunque il turismo deve puntare su questa fascia di popolazione, venendo innanzitutto incontro alle sue esigenze. E dunque tra il 2006 e il 2011, rivela Eurostat – con il settore turistico e non solo attraversato da una profonda crisi – il segmento degli ultra 65enni ha contribuito significativamente alla salvezza del settore: mentre infatti le altre fasce di popolazione hanno ridotto i propri viaggi, nel 2011 ha viaggiato un 10% di anziani in piu’ rispetto al 2006. Non solo: nel 2011 gli over 65 hanno fatto il 29% in piu’ di viaggi rispetto a cinque anni prima e hanno trascorso il 23% in piu’ di notti fuori casa per motivi turistici. Le loro spese, poi, sono cresciute del 33% e hanno rappresentato il 20% di tutte le spese dei viaggiatori europei (nel 2006 le spese del ‘segmento anziano’ erano pari al 15%). Guardando poi a coloro che hanno trascorso almeno 4 notti fuori casa per motivi di turismo lo scorso anno, solo la categoria degli ultra 65enni ha trascorso piu’ notti fuori nel 2011 rispetto al 2006: lo scorso anno la percentuale di questi turisti over 65enni e’ stata del 17% contro il 15% del 2006. I turisti di eta’ avanzata, inoltre, fanno in media piu’ viaggi lunghi e per un numero maggiore di giorni rispetto alle altre classi di eta’: nel 2011 hanno trascorso infatti 26,1 notti fuori casa contro il resto della popolazione che, per viaggi lunghi, ne ha trascorse 21.2. In generale, anche la durata media della loro vacanza e’ maggiore: gli ultra 65enni trascorrono fuori casa una media di 11 notti contro le 9.8 delle altre fasce di popolazione. Nel 2011 per i viaggi di lunga durata gli over 65enni hanno speso 1.344 euro a testa mentre le altre fasce d’eta’ ne hanno spesi 1.203; in particolare, mentre la spesa del segmento di eta’ compreso tra i 45 e i 64 anni e’ rimasto stabile, e’ caduta verticalmente la spesa della popolazione d’eta’ compresa tra i 25 e i 44 anni. La spesa media per viaggio, per gli over 65 e’ invece di 401 per i viaggi domestici e di 934 euro per quelli all’estero. Nel 2011 la popolazione residente in Europa ha effettuato 473 milioni di viaggi di 4 o piu’ notti; 91 milioni di questi riguardavano over 65 anni, 59 milioni effettuati negli Stati membri di appartenenza e 32 milioni all’estero. Infine lo studio di Eurostat ricorda che nel 2060 la popolazione europea con piu’ di 65 anni sara’ pari al 30% del totale, costituendo quasi un terso della popolazione dell’Ue: si trattera’ di anziani in buona salute e che con tutta probabilita’ viaggeranno piu’ delle generazioni che li hanno preceduti. Come a dire: e’ a loro bisogna puntare”. Per i giovani non vi sarà nessuna possibilità di replicare i loro nonni. Disoccupati o precari con la loro misera pensione potranno al massimo comprarsi il pane, altro che vacanze!

Caldoro: "La Campania è indebitata dieci volte più del comune di Napoli". Con questi chiari di luna…

“La Regione Campania è indebitata dieci volte più del comune di Napoli”. A sostenerlo, il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, che  in un’intervista rilasciata al Consorzio Cmg che raggruppa le emittenti locali Canale 21, Canale 9, Canale 8 e Televomero, in onda nelle edizioni pomeridiane e serali dei tg di oggi, spiega anche che ”il Fondo di rotazione era stato una richiesta delle Regioni, partito da qui, dalla Campania”. ”Questo strumento l’abbiamo quasi definito noi poi e’ stato utilizzato per i Comuni – afferma – Noi abbiamo chiesto di allargare questo strumento anche alle Regioni”. Il provvedimento e’ comunque ancora all’esame del Parlamento e, sostiene Caldoro, ”e’ corretto che i benefici li abbiano tutti”. Giusto! ‘Poi afferma che è “Felice perché i Comuni ”potranno risolvere i loro problemi”, ma ”dispiaciuto” perche’ lo stesso strumento, il Fondo di rotazione, ”non e’ stato previsto per le Regioni”.”Sono comunque felice che il Governo abbia pensato ai Comuni ai quali da’ una grande mano – sottolinea – quello che mi dispiace e’ che non abbia previsto gli stessi strumenti, dati a Comuni e Province, per le Regioni”. ”E’ chiaro che ci si aspetta sempre di piu’ ma questo realizzato e’ un enorme aiuto – aggiunge – Il provvedimento era di 100 euro ad abitante per il Fondo di rotazione e il Governo e’ al lavoro per arrivare a 200 euro a cittadino. Hanno dato a tutti i Comuni italiani una mano anche sul Patto di stabilita”’. Per le Regioni, invece, non e’ stato previsto lo stesso meccanismo. ”Avevamo chiesto al Governo anche per le Regioni strumenti a sostegno dei cittadini – prosegue – perche’ se hai la liquidita’ paghi la sanita’, i trasporti, il sociale, i debiti che hai verso i debitori. I Comuni potranno farlo e le Regioni no”.
”Sia sul debito sia sul deficit – conclude – abbiamo, al netto della inversione di tendenza avviata, una situazione dieci volte piu’ grande del Comune di Napoli perche’ abbiamo un indebitamento dieci volte piu’ grande e che e’ gia’ altissimo, poi un deficit maggiore ma chiaramente le dimensioni sono diverse”.  Con questi chiari di luna Caldoro sarà costretto a tagliare i servizi ai cittadini. Ma se taglia questi, perché non anche i costi di quella politica sguazzano un po’ tutti?

Anagrafe patrimoniale in arrivo per i consiglieri

passa alla cassa Arriva l’anagrafe patrimoniale per i Consiglieri e gli assessori Regionali. Lo prevede il decreto sui tagli ai costi della politica nelle Regioni, approvato dalle commissioni Bilancio e affari costituzionali della Camera, che da lunedi’ sara’ esaminato dall’aula.

I dati dell’anagrafe patrimoniale saranno resi pubblici sul sito internet della Regione. Il decreto stabilisce una serie di tagli e di condizioni che le Regioni devono effettuare o adempiere entro il 23 dicembre, pena il taglio dei trasferimenti dello Stato e degli stipendi di assessori e Consiglieri regionali.

Tra le condizioni da adempiere c’e’ anche quella di avere ”disciplinato le modalità di pubblicità e trasparenza dello stato patrimoniale dei titolari di cariche pubbliche elettive e di governo”, che dovra’ essere ”pubblicato annualmente, all’inizio e alla fine del mandato, sul sito istituzionale dell’ente”.

Questa dichiarazione dovra’ contenere ”i dati di reddito e di patrimonio con particolare riferimento ai redditi annualmente dichiarati; i beni immobili e mobili registrati posseduti; le partecipazioni in società quotate e non quotate; la consistenza degli investimenti in titoli obbligazionari, titoli di Stato, o in altre utilità finanziarie detenute anche tramite fondi di investimento, SICAV o intestazioni fiduciarie”. ,

Le singole Regioni dovranno anche stabilire delle ”sanzioni amministrative per la mancata o parziale ottemperanza all’obbligo di dichiarare lo Stato patrimoniale”. Sempre che Consiglieri e politici non evadano e intestino beni immobili a terzi e propri familiari. Quante volte pur di eludere il fisco i nostri politici intestano beni a terzi. Basta avere un buon commercialista e il gioco è presto fatto.

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