5 Ottobre 2024

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Bombe a Reggio Calabria nel 2010, il procuratore Di Landro contro il pentito Nino Lo Giudice (il Nano): "Dice solo menzogne"

Salvatore Di Landro
Il procuratore Salvatore Di Landro

«Antonino Lo Giudice mente. Non è portatore di una sua causale. A costo di farsi tagliare la testa non può dire di essere portatore dell’interesse di qualcun altro perché lo ucciderebbero». Così il procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, ha manifestato i suoi dubbi sulla ricostruzione fatta dal boss pentito della ‘ndrangheta Nino Lo Giudice in relazione agli attentati del 3 gennaio 2010 contro la Procura generale di Reggio Calabria e del 26 agosto 2010 contro la sua abitazione.

Di Landro ha deposto in aula nel processo ai presunti autori degli attentati chiamati in causa dallo stesso Lo Giudice: il fratello Luciano, Antonio Cortese e Vincenzo Puntorieri. «Se sono stati i Lo Giudice lo stabilirà il Tribunale – ha spiegato Di Landro – ma se li hanno fatti è per conto di qualcuno. Lo Giudice mente con riferimento alla causale, non abbiamo niente a che spartire».
Di Landro ha parlato di uno «stato di tensione che ancora oggi io e la mia famiglia avvertiamo», sottolineando come i due attentati non siano stati gli unici segnali.

Ed ha ricordato l’episodio del giugno 2010, quando la sua vettura blindata perse una ruote perchè i bulloni erano allentati, poco dopo essere stato lasciato a casa. Una prima consulenza fatta dalla Procura di Reggio, ha ricordato Di Landro, parlò di natura dolosa, poi, ha aggiunto, i pm di Catanzaro «hanno rinnovato la perizia affidandola a un solo tecnico, mentre mi aspettavo una perizia collegiale, che ha concluso dicendo di avere saputo dalla Fiat che può capitare. Ma c’è un atto che conferma questo?».

«Parlo dell’episodio dei bulloni, dei quali Lo Giudice ha detto di non sapere nulla – ha aggiunto Di Landro – perché è un episodio che dimostra che c’è un disegno più vasto. Sono stati contati dieci tra attentati e intimidazioni a me ed a colleghi dopo le bombe».
«Mi pare strano – ha aggiunto – che tutto ciò avvenga ad opera di una piccola cosca. Ci sono stranezze molto gravi. La prima è che nella mia carriera ho processato tutte le cosche del reggino, ma mai ho avuto a che fare con i Lo Giudice.

E poi ai Lo Giudice, in particolare a Luciano, erano state messe microspie anche nelle orecchie e dalle intercettazioni mai esce il mio nome. Solo il 26 aprile 2010 Luciano Lo Giudice dice “adesso cominciamo a fare bordello”. Lo stesso gip di Catanzaro, nell’ordinanza di custodia cautelare, scrive che da Lo Giudice c’è “una pervicace resistenza sui reali obiettivi”».
Di Landro ha anche parlato dei contrasti all’interno della Procura generale, sorti dopo il suo arrivo, a fine novembre 2009, con il sostituto procuratore generale Francesco Neri in merito alla gestione di un processo contro gli autori di un assalto a un furgone blindato nel quale morì una guardia giurata. Contrasti che hanno portato il Csm all’adozione di una misura cautelare con il passaggio ad altra sede ed altre funzioni di Neri per incompatibilità ambientale.

«Sono arrivato a sostituire il pg del processo – ha detto Di Landro – perché non abbastanza severo. Ho individuato in quel processo la possibile causale della prima bomba. Di questo ne parlò per primo l’avvocato generale Francesco Scuderi ma era una considerazione comune a molti, anche sulla stampa».

«Sono a conoscenza di rapporti tra Nino Lo Giudice con magistrati di Reggio Calabria, oltre a Neri. Uno di questi presta servizio nel mio ufficio. Si tratta di Francesco Mollace. È stato trasferito dalla Procura di Reggio Calabria il 9 dicembre 2009, pochi giorni dopo la mia nomina», ha detto ancora Di Landro. Francesco Neri è l’ex sostituto procuratore generale di Reggio Calabria, poi trasferito dal Csm in seguito a contrasti sorti tra il magistrato e lo stesso Di Landro.

Il procuratore generale di Reggio ha anche fatto il nome dell’ex procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia Alberto Cisterna. «Sapevo – ha detto Di Landro rispondendo ad una domanda del pm – che Lo Giudice aveva delle aspettative su Mollace e Cisterna soprattutto per Luciano». Cisterna, che era stato accusato da Nino Lo Giudice di avere preso soldi dal fratello Luciano per favorire la scarcerazione di un altro fratello, è stato indagato dalla Procura di Reggio Calabria e l’inchiesta si è conclusa nei giorni scorsi con l’archiviazione da parte del gip su richiesta della stessa Procura. (Ansa)

Depone Luciano Lo Giudice, il barista usato per accusare il magistrato Cisterna: "Infomative Questura di Reggio false"

Luciano Lo Giudice
Luciano Lo Giudice

‘Volevano indurmi a fare nomi di magistrati. Non ce l’hanno fatta ed hanno usato mio fratello Antonino (Nino detto il Nano, ndr). Con la ‘ndrangheta non ho mai avuto a che fare, ho sempre lavorato onestamente e alcuni magistrati li ho conosciuti ma non sono mai stato loro amico. E non ho mai dato informazioni per la cattura di Pasquale Condello”. Cosi’ Luciano Lo Giudice, ritenuto il boss dell’omonima cosca, e’ intervenuto, facendo dichiarazioni spontanee, nel processo in corso a Catanzaro in cui e’ imputato per le bombe del 2010 a Reggio Calabria. ”Fino al 2009, quando sono stato arrestato – ha detto Lo Giudice, che e’ stato accusato dal fratello Antonino che si e’ pentito – non avevo mai avuto problemi con la giustizia. Col mio bar guadagnavo bene e negli anni ho conosciuto alcuni magistrati. Dopo essere stato arrestato, nel novembre 2009, ho scritto alla Direzione nazionale antimafia per denunciare gli abusi di cui ero vittima. Decisi anche di cambiare i miei legali e dissi ai miei familiari di andare a cercare un avvocato a Roma, che era l’avv. Taormina. Invece per la Procura di Reggio l’avvocato di Roma era il magistrato Cisterna, ma non e’ vero”. Dopo l’inizio della collaborazione di Antonino (”che accusa magistrati che non ha mai conosciuto”), Luciano Lo Giudice ha detto di avere ricevuto nel carcere di Rebibbia la visita dell’allora capo della quadra mobile di Reggio Renato Cortese che gli propose di fare altrettanto. ”Gli dissi – ha detto collegato in videoconferenza – che non avevo niente da collaborare. Dopo vennero anche iprocuratori Pignatone e Prestipino dicendomi che Nino aveva detto che ero stato in Austria a comprare armi. Io in Austria non ci sono mai stato. Il fatto e’ che Nino ha perso la testa per una donna ed ha preso i miei risparmi. Ero ‘scannato’ a morte con lui. Mi ha distrutto la vita e continua a farlo. Volevano farmi accusare i magistrati Mollace e Cisterna, ma non ero loro amico. Poi Cortese e’ tornato per dirmi che avevo fatto un patto per fare arrestare Condello, ma io non ho fatto nessun patto. E dopo 20 giorni mia moglie viene arrestata. Sono state tutte ritorsioni per farmi parlare. La Questura di Reggio Calabria ha fatto informative false. Sono ancora incensurato, non ho avuto condanne definitive e sono pronto al confronto con chiunque. Sono innocente”. Dopo la conclusione delle dichiarazioni di Lo Giudice, l’udienza e’ stata aggiornata al 13 febbraio prossimo quando saranno sentiti alcuni investigatori. (ANSA)

Alemanno: "Con Silvio un'ampia aggregazione guidata da Monti". Lui che "detestava" B. ora (ri)propone premier il Boia degli italiani

Alemanno sfocato con Berlusconi
Alemanno sfocato con Berlusconi

“Ho avuto un lungo incontro con Berlusconi ieri, è giusto cercare tutte le soluzioni possibili per uno schieramento alternativo alla sinistra”. Lo ha detto Gianni Alemanno, a ‘La telefonata’, a proposito dell’invito lanciato ieri da Silvio Berlusconi a Mario Monti.

“Non è una idea nuova per Berlusconi, che è una persona intelligente e di esperienza per capire che in un momento così difficile non bisogna escludere nessuna ipotesi -ha spiegato il sindaco di Roma- Io non sono montiano, ma sono alternativo alla sinistra che oggi appare vincente e non escludo che per aggregare uno schieramento diverso di moderati la figura di Monti possa essere vincente”.

Spiega così il primo cittadino d’Italia le motivazioni dell’incontro di ieri sera avvenuto a palazzo Grazioli tra lui e Silvio Berlusconi. Una spiegazione diciamo “intelligente e di esperienza” sebbene gli spifferi romani sono di gran lunga più efficaci delle telefonate di Gianni. Ma il politichese ci sta pure per giustificare incontri dagli esiti inconfessabili. Nel nostro articolo di ieri sera abbiamo cercato di venire a capo del rotolo.

Un capo l’abbiamo trovato. Però gira e rigira l’incontro tra i due ci è sembrato più una manovra per sparigliare le carte a chi all’interno del Pdl, partito dissolto dalle sue scelte-non scelte, cerca legittime vie di fuga dopo la figuraccia delle primarie annullate. Vedi Meloni, Crosetto e altri ex colonnelli dell’ex An, per poi stabilire un’azione che mette tutti d’accordo senza l’ingombrante figura di B e ridare credibilità al centrodestra. Un passo indietro uno avanti, uno avanti due indietro.

Come avrà potuto poi uno come Alemanno affermare questo, quando di Berlusconi ha detto e fatto capire il contrario di ciò che ha riferito stamattina in questa telefonata.  Lasciamo alle cronache le citazioni e le frasi contro l’anziano leader. Una su tutte: “Il ritorno di Berlusconi è improponibile”, datata manco un mese fa.

Evidentemente sarà stato fulminato sulle scale di palazzo Grazioli… Parentesi montiana. Come si può indicare il professore della Bocconi dopo che lo stesso Berlusconi gli ha tolto la fiducia e costretto alle dimissioni? Troviamo davvero singolare un Monti, che nel paese è stato chiamato dalla politica (la stessa che ora vuole ricandidarsi alla guida del paese) a fare il lavoro sporco di un boia – quindi odiatissimo dagli italiani – debba essere l’uomo di punta di Berlusconi in uno schieramento di cosiddetti “moderati” quanto i moderati prima Berlusconi e poi Monti li hanno fatti sparire.

Spariti o nell’astensionismo o incazzati nelle fila di Grillo e dell’antipolitica. Pensate al ceto medio che ha dovuto subìre i torti di un’azione di governo selvaggia quanto irrazionale: l’allungamento dell’età pensionabile, le tasse, l’Imu, la stessa Equitalia voluta da Berlusconi-Tremonti e rafforzata da Bersani. Pensate alle centinaia di migliaia di persone classe ’52…. Con Monti a guidare un centrodestra”alternativo alla sinistra” , cosa prometterà Berlusconi? di eliminare l’Imu che ha messo il suo candidato premier? Ipotesi poco attendibile.

Come si potrebbe pensare di aggregare il mondo cattolico attorno ad una riedizione di Berlusconi le cui azioni quotidiane vanno in direzione opposta ai valori dei cattolici? Con quale coraggio potrebbe un parroco o un vescovo locale invitare a votare per questo o quello mentre offre un pacco di pasta o di riso ai nuovi poveri. Diventati tali per responsabilità esplicita dei partiti e dei leder politici che hanno regalato l’Italia a Monti ed ai Banchieri mentre loro, come i ladri di Pisa, litigavano di giorno in Parlamento ma poi eran tutti d’accordo, come la riforma (mancata) della legge elettorale. Molto più verosimile delle “telefonate” di Gianni, l’ipotesi fatta ieri su queste colonne per cercare le matasse smarrite e riannodarle all’unico filo conduttore. Contenere in sostanza la fuga dell’elettorato del centrodestra.

Alemanno superstar, incontra Berlusconi e fonda Italia Popolare.

Gianni Alemanno
ALEMANNO, PRESUNTO SUCCESSORE? 

Il sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato a colloquio a Palazzo Grazioli per oltre un’ora con Silvio Berlusconi. Non è filtrato granché dopo l’incontro, ma su Twitter l’ex ministro all’Agricoltura ha fiatato tanto quanto basta per capire i giochi. Il primo cittadino ha dato appuntamento per “Domenica 16 alle ore 10 al Teatro Olimpico di Roma dove partecipiamo tutti alla manifestazione per un @Italia_Popolare”.

La decisione del movimento Italia Popolare circolava già da un pezzo a Roma, alcuni quotidiani ne han dato notizia già stamane. Si tratta di una sigla, un movimento che dovrebbe sostenere le istanze e le aspettative dei moderati filomontiani e, al tempo stesso, si somma alla Rete Attiva X Roma, una vasta gamma di associazioni che potrebbero essere decisive in questa corsa dove al momento c’è solo un competitor, poiché il centrosinistra, dopo l’abbandono di Zingaretti che ha optato per la poltrona di governatore del Lazio, tra primariette e revanche politiche sta ancora decidendo chi candidare.

La novità più clamorosa è data comunque dalla concomitanza dell’incontro di Alemanno annunciato dopo l’incontro con Berlusconi con quello fissato qualche giorno prima da Giorgia Meloni e Guido Crosetto al teatro Brancaccio. I due hanno manifestato la netta discontuinuità con le ambizioni del Cavaliere di competere per palazzo Chigi il quale ha mandato per aria un  bel po’ di lavoro fatto per le primarie sia dall’ex ministro della Gioventù che dal segretario Angelino Alfano. 200 mila firme raccolte a vuoto.

Una pessima figura per il Cavaliere e la credibilità del partito. Dal quartier generale della Meloni bocche cucite, come quelle di Crosetto. Evidentemente non vogliono scoprire le carte. I rumors romani parlano di un nuovo movimento per aggregare i delusi del Pdl alla stregua degli ex An Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri, che hanno già presentato “Centrodestra nazionale”, parallela a Italia Protagonista, la corrente interna degli ex colonnelli che più di qualcuno nel partito racconta di una loro clamorosa retrocessione a “semplici sergenti”.Con tutta evidenza l’ex Premier, da giocatore d’azzardo qual è, ha capito in anticipo i movimenti degli ex fidi (Meloni, Crosetto da una parte; Gasparri e La Russa dall’altra) e ha chiesto ad Alemanno (quindi usando vecchi amici) di sparigliare le carte per far saltare le loro operazioni.

Almeno domenica prossima quella della Meloni, che tra i giovani raccoglierebbe molti consensi. Non si sa Alemanno in cambio (politico) di cosa abbia prestato il fianco al Cavaliere, ma i sospetti puntano tutti sul fatto che, eventualmente bocciato Alemanno nella corsa in Campidoglio, il Cavaliere gli riserverebbe nel partito qualche posto politico di rilievo, fermo restando l’eventualità che se si dovesse votare anticipatamente cade l’obbligo di dimissioni anticipate per i sindaci che aspirano a candidarsi al Parlamento.

E con la legge attuale (perché con le dimissioni di Monti non faranno più in tempo, contenti molti, a modificare il Porcellum) chi deciderà le nomine in Parlamento sarà sempre Silvio da Arcore, come Pigi Bersani per il Pd. Si spiega il silenzio dei cortigiani del Pd, quanto quello dei pretoriani del Pdl.  Alemanno fino allo scorso mese era uno dei più acerrimi sostenitori del “ricambio generazionale”. Il primo a parlare nel Pdl, dopo l’avventura renziana nel Pd, di “azzeramento totale”, a partire “dall’improponibilità” della ricanditura di Silvio Berlusconi. Adesso la scelta di Italia Popolare rompe le uova nel paniere di Crosetto e Meloni che rimarranno isolati e senza ricandidatura, come ha deciso il supremo capo del Pdl.

“Chi mi volta le spalle è un traditore”, aveva detto minaccioso Berlusconi riferendosi ai “strani movimenti politici” di Alfano. La scelta del sindaco è probabilmente dettata da tanti fattori, ma restava l’unico degli ex An a conservare l’anima sociale dentro il Pdl, in dissolvenza. Sicuramente ci sarà dell’altro. Forse Berlusconi starà pensando ad Alemanno come suo successore? Non è del tutto esculso dopo l’esperienza di Alfano e le liti interne tra il segretario e Marcello Dell’Utri, che nonostante tutto è stato e resterà l’ombra (oscura) del Cavaliere. Ne sapremo di più dopo il 16.

Ad Ascoli è corsa per fare lo spazzino. Da tutta Italia in 1.632

Uno spazzino al lavoro  Quanto si dice il lavoro nobilita l’uomo. Milleseicentotrentadue persone, compresi laureati, lavoratori disoccupati o cinquantenni in mobilità, si sono presentati stamani al Palazzetto dello Sport di Monterocco ad Ascoli Piceno per sostenere la prova preselettiva di un concorso da operatore ecologico, cioè da spazzino.

Una selezione pubblica per esami da cui scaturirà una graduatoria per assunzioni a tempo determinato o indeterminato nella società Ascoli Servizi Comunali.

”Il lavoro non c’è, meglio provare anche questa” ha riassunto per tutti una donna di Taranto (tantissimi i pugliesi) prima di tentare la sorte di test e quiz a risposta multipla di ”cultura generale e/o di natura psicoattitudinale”.
Per accedere alla preselezione erano sufficienti il diploma di terza media e la patente di guida. Chi superera’ lo step di oggi potra’ accedere alla prova scritta del 18 dicembre.

Punteggio minimo per accedere all’ultima prova pratica e operativa in programma il 21 dicembre, 21 su 30. La valutazione”avverra’ sulla base dello svolgimento di attività di spazzamento e di raccolta dei rifiuti differenziati e indifferenziati, attivita’ di tutela e decoro del territorio, anche con l’ausilio di veicoli”. E chi alla fine verrà assunto potrà contare su uno stipendio tabellare mensile di 1.532 euro.

L'aeroporto di Pisa fa "tendenza". Aereo perde carburante.

Antonio Gentilini all'aeroporto di Pisa
Antonio Gentilini all’aeroporto di Pisa

L’aeroporto di Pisa fa “tendenza” da qualche tempo a questa parte. Solo la scorsa settimana un novello James Bond aprIi il portellone dell’aereo in pista di decollo ed è balzato sull’ala. Oggi è grazie ad alcuni dipendenti della Sat, la societa’ che gestisce lo scalo toscano, che non si è compiuta una tragedia. Hanno fermato appena in tempo il decollo di un aereo che stava perdendo carburante.

Durante il rullaggio i due dipendenti si sono accorti che un velivolo della compagnia romena Carpatair stava perdendo del carburante dal motore e così hanno allertato subito la torre di controllo e fermato l’aereo. Grande apprensione a bordo dove si sentita un forte odore di carburante.

I passeggeri, che intanto hanno voluto abbracciare e ringraziare i due “salvatori” sono poi scesi a terra e dopo circa due ore fatti imbarcati su un altro aereo. Pare che l’equipaggio non si fosse accorto della perdita consistente di carburante dopo il consueto “pieno” di combustibile che si fa prima di ogni decollo.

Solo il caso (e la fortuna) ha voluto che i due dipendenti sventassero una tragedia di più gravi proporzioni. Secondo quanto si apprende, uno dei dipendenti che si è accorto della perdita si chiama Antonio Gentilini (foto), appartenente alla Cisl, che sarebbe stato in passato vittima di “comportamenti antisindacali” da parte della società che gestisce lo scalo toscano. Queste sono le voci che circolano. Al momento non c’è la reazione della Sat.

'Ndrangheta alla Valdostana, e i clan si estendono a Nord-Ovest

Empereur presiede la Commissione antimafia valdostana
Empereur presiede la Commissione antimafia valdostana

La Valle D’Aosta è la regione più piccola del Belpaese. E’ una regione abbastanza ricca. Elemento che le viene anche dall’essere a Statuto speciale. Poche centinaia di migliaia di abitanti che vivono con uno dei Pil procapite più alti d’Europa. Una regione per così dire attenzionata  dalle ‘ndrine, che secondo quanto accertato in questi ultimi mesi, si è estesa anche a Nord Ovest.

”Non si può affermare – dice Diego Empereur (Uv), presidente della Commissione speciale per l’esame del fenomeno delle infiltrazioni mafiose in Valle – che in Valle d’Aosta ci sia una presenza strutturata di organizzazioni criminali, ma è emersa l’influenza di grandi famiglie della ‘ndrangheta che si è manifestata nel corso degli anni con episodi di riciclaggio di denaro, di traffico di stupefacenti e di estorsioni.

Non bisogna, quindi, far calare l’attenzione su questo fenomeno, ma neppure lanciare allarmi esagerati”, afferma Empereur commentando la conclusione dei lavori della Commissione.
Più preoccupanti le dichiarazioni del Commissario di Alpe, Alberto Bertin, che esprime: ”rammarico e disappunto per il mancato inserimento del nostro documento nella relazione conclusiva ai lavori della Commissione speciale”.

La Commissione ha infatti concluso i Lavori con una relazione sottoscritta dalle forze di maggioranza (Uv, Sa, Fa e Pdl) e dal Pd. ”Avremmo voluto – dice Bertin la sua astensione sulla relazione – che il nostro documento fosse formalmente inserito nella documentazione che sarà trasmessa al Consiglio regionale. Riteniamo che la Commissione avrebbe dovuto tenere in considerazione tutte le diverse sensibilità al complesso e delicato fenomeno delle infiltrazioni mafiose”.

In sostanza la Commissione speciale, come precisa Empereur, propone nella relazione che sarà dibattuta in aula nel mese di gennaio, di attivare un tavolo permanente regionale di confronto, istituito presso la Presidenza della Regione, ”che raccolga tutti i soggetti che, a diverso titolo, si occupano di contrasto alla criminalita’ organizzata, in modo tale da creare una rete a supporto del lavoro degli organismi preposti alla tutela dell’ordine pubblico, integrando le diverse informazioni per fare emergere possibili infiltrazioni di organizzazioni criminali nel tessuto economico locale e nella società valdostana”.

Senatore Musso denuncia ingerenze di Scopelliti in Rai.

Enrico Musso
INTERNAZIONALE. Il senatore Enrico Musso con in mano Le Monde

Un senatore ligure, Enrico Musso, ex Udc, ex Pdl, e ora nel gruppo misto, ha denunciato presunte ingerenza del governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti su un servizio ritenuto “sgradito” e realizzato dalla giornalista Nerina Gatti, avvenente biondona calabrese di origine.

I FATTI Scopelliti avrebbe fatto delle pressioni sui dirigenti della Rai per non far andare in onda una trasmissione di inchiesta che riguardava lui e la sua amministrazione, ma le pressioni sarebbero state respinte dall’azienda di Viale Mazzini. L’episodio è stato reso noto dal senatore Musso, che è anche presidente del Comitato scuola e legalità della Commissione parlamentare antimafia.

”La giornalista Nerina Gatti ci ha detto che nell’imminenza della trasmissione di un suo servizio per la Rai che coinvolgeva Scopelliti – ha spiegato Musso parlando al Senato durante un convegno organizzato da ‘Ossigeno’ sulle minacce ai giornalisti – il governatore avrebbe fatto pressioni per non farla andare in onda.

La giornalista ci ha anche riferito, e questo va detto ad onore della Rai, che i suoi superiori hanno respinto queste pressioni. Abbiamo segnalato questo episodio alla Commissione di Vigilanza sulla Rai”.

Nerina Gatti con Diego della Valle
TOD’s in frequentazioni di borgo. Nerina Gatti con Diego della Valle. (Dagospia)

LA REPLICA Non si è fatta attendere la replica del Governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti, che ha respinto con fermezza questa accusa ma affonda parlando di persecuzione da parte della giornalista della Rai. “Spiace – dice Scopelliti – che il senatore Musso abbia creduto alle parole della giornalista Nerina Gatti.

E infatti, a riprova del fatto che la Gatti sia mossa da ragioni di astio nei miei confronti, giova ricordare come quest’ultima sia stata da me citata dinnanzi a un organo di mediazione civile, lo scorso mese di febbraio, a causa del contenuto di alcune sue condotte diffamatorie tenute a mio danno.

Condotte, queste per le quali in tale sede ho avanzato una richiesta risarcitoria che sarà proseguita, a cagione della reiterata e ingiustificata assenza della citata giornalista, dinnanzi al Giudice civile. Infine, queste ulteriori dichiarazioni attribuibili alla Gatti saranno utilizzate dal mio legale nella futura causa risarcitoria al fine di dimostrare il reiterato intento persecutorio della giornalista nei miei confronti”.

A Cervinia piste di droga. Denunciati

Una delle piste di Cervinia
Piste di droga sulle piste di Cervinia

Avevano trasfomato le piste da sci di Cervinia in una grande pista di droga che aveva tra i frequentatori anche minorenni. Per questo, nell’ambito di un’operazione condotta dai carabinieri di Chatillon/Saint-Vincent per contrastare il fenomeno dello spaccio sulle piste da sci di Cervinia, cinque persone sono state denunciate per spaccio di sostanze stupefacenti, tra cui un minorenne, e 72 i segnalati (5 minori) come assuntori.

I Carabinieri dell’Arma erano da tempo appostati sulle piste per le diverse segnalazioni, seguivano ogni movimento fino a studiare nei minimi dettagli l’operazione di oggi. Il bilancio dell’attività che dura da circa due mesi e mezzo è stato tracciato oggi in una conferenza stampa.

I sequestri compiuti hanno riguardato 51 spinelli, 40 gr di hashish e 50 gr di marijuana. Il fenomeno dello spaccio sulle piste da sci è diventato sempre più frequente. Posti turistici esclusivi con avventori giovani e facoltosi che possono spendere molti quattrini senza farsi problemi. Verosimilmente gli spacciatori si appostavano tra gli alberi a tre mila metri di quota e li aspettava i clienti, piuttosto che nei pressi dei rifugi, ma c’è chi racconta che lo scambio si consuma anche in corsa.

Evasione, manette al re di "YouPorn", Thylmann alias "Nathan"

Fabian Thylmann
Fabian Thylmann

Fabian Thylmann, detto Nathan, (foto) proprietario di tutti i siti erotici più cliccati, da Youporn a PornHub, è stato arrestato lunedì all’aeroporto di Bruxelles nell’ambito di una inchiesta per sospetta evasione fiscale. Già martedì agenti della polizia tributaria di Coblenza avevano perquisito gli uffici di una società di Amburgo che fa capo al colosso di Thylmann, la Manwin Germany GmbH.

Nell’ambito della stessa indagine era stata perquisita anche l’abitazione del 34enne in Belgio. Gli inquirenti di Colonia starebbero indagando l’inventore di Youporn e PornHub per sospetta evasione fiscale.

Nathan, da programmatore di software capisce ben presto che con i filmati hard gratuiti può arricchirsi e fare la bella vita. Ha messo in piedi una catena di siti web porno (Youporn, Brazzers, Pornhub, Twisty’s e MyDirtyHobby) con la stessa facilità con cui McDonalds fa spuntare locali nel globo. “La procura di Colonia aveva fatto scattare un mandato di cattura per Fabian Thylmann – scrive il Corriere della Sera – fermato adesso dagli agenti belgi all’aeroporto di Bruxelles”. Adesso il re del porno è sospettato di evasione fiscale. “Al momento, il signor Thylmann si trova in Belgio in attesa di estradizione”, ha comunicato un portavoce della procura tedesca al Die Welt.

Martedì scorso la polizia tributaria aveva già perquisito gli uffici della Manwin Germany GmbH, una società di Amburgo che fa capo al colosso di Thylmann. Nell’ambito della stessa indagine era stata perquisita anche l’abitazione belga del più grande impresario dell’hard sul pianeta. Nella holding Manwin Holding Sarl, che ha sede in Lussemburgo, rientrano oltre 35 società che operano nell’industria del porno.

Thylmann ha firmato anche un contratto di partenariato con Playboy per la gestione dei video sex-on-demand”.
Come racconta Cetto, Nathan, “voleva comunquemente dare “Chiuu Pilu per tutti” gratis, forse senza pagare i diritti di molti spezzoni di film hard, reato che se accertato si somma alla presunta evasione fiscale”.
Tutto questo mentre ieri a Roma è morto un altro re della pornografia italiana: Riccardo Schicchi, che aveva contribuito a lanciare Moana e Cicciolina.

Schulz contro Berlusconi: "E' una minaccia per l'Italia e l'Europa"

Santanche e Sallusti, Berlusconi con la Pascale
Santanché, Sallusti, Berlusconi con la fiamma in carica Francesca Pascale a S.Siro per Milan-Juve

“Berlusconi è il contrario della stabilita ed il suo ritorno può essere una minaccia per l’Italia e per l’Europa che hanno bisogno di stabilità”. L’accusa diretta è del presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, in un’intervista all’Ansa alla vigilia della consegna del Premio Nobel per la pace all’Unione europea a Oslo. In Italia, Berlusconi sorpreso in pizzeria con la sua ultima fiamma in carica Francesca Pascale, commenta:

“E’ assurdo e inaccettabile che il presidente del Parlamento europeo (quello a cui aveva dato del Kapo’ anni fa) possa esprimere giudizi così sulla politica italiana. Quest’ultimo è anche male informato, perché se in Italia c’é una persona più europeista di Silvio Berlusconi me la facciano trovare”. Non ha accennato a quella dichiarazione di qualche mese fa contro l’Euro.

Affermazioni che aveva toccato le corde di milioni di italiani, ma poi ha ceduto alle critiche e ha smentito.  Ancora non si conoscono programmi e ambizioni dell’anziano leader del Pdl (ex-post?) Forza Italia 2.0, ma è certo che con la sua ridiscesa nell’agone politico ha mandato all’aria non solo il governo Monti, ma anche le ambizioni di chi puntava alle primarie per concorrere alla premiership del Pdl.

Alfano dopo il discorso alla Camera, in cui ha detto che “per noi l’esperienza del governo Monti è finita” torna sui suoi passi. Nessuno nel partito fondato sul predellino ha avuto il coraggio di rammentare a Berlusconi che la base aveva raccolto oltre 100 mila firme solo per la candidatura di Angelino. Che le Primarie andavano fatte non per la “parvenza”, ma per la serietà che dovrebbe manifestare un grande partito, era evidente. Il Pd le ha fatte mostrando grande maturità.

Nel Pdl sembra invece avere ragione Fini quando dice che Berlusconi si sente il “padrone del Pdl”. La Meloni e Crosetto dicono ci siano rimasti male. Ancora non si conoscono le loro mosse, ma non è escluso che si rimettano in linea col capo. Bisogna capire gli ex An Gasparri, La Russa e Matteoli cosa faranno. Il silenzio che è calato nel Pdl dopo il nuovo annuncio del quasi 80enne presidente Berlusconi ha messo in estremo imbarazzo (quasi) tutta la base, eccetto le donne e quanti sperano in una ricandidatura “blindata” (si fa per dire. C’è da dimenticarsi i colleggi blindati, con queste percentuali).

Tutti gli uscenti, per farla breve, che da qualche mese hanno maturato il vitalizio. Una cosa è certa da ciò che emerge in questi giorni: La legge elettorale non la riformano più, quindi tutti di nuovo nominati col porcellum. Da Alemanno silenzio in queste ore, sebbene la sua posizione sia chiara e netta nel dibattito interno: rinnovamento.

Nemmeno una parola del sindaco di Roma che aspira a fare il bis nella Capitale, mentre molti si aspettavano si candidasse alla leadership nazionale con buone possibilità di successo, dal momento che Alemanno incarna, insieme alla Meloni, l’anima sociale che manca nel Pdl. Bis molto difficile perché a Roma il Pdl nei sondaggi è sparito senza Berlusconi, figurarsi con il ritorno del Cavaliere, che nel paese, da quello che si scorge per strada e sulla rete, è alquanto detestato, soprattutto nell’elettorato di centrodestra.

E non sarà la “Rete Attiva x Roma” a portargli fortuna. “Un errore”, da quanto sussurrano nei corridoi della sala Giulio Cesare, che potrà costargli la poltrona di sindaco e il futuro politico. Intanto, alla Regione ha avanzato la sua candidatura Francesco Storace, leader del “La Destra”, già presidente della Regione ed ex ministro alla Salute di uno dei governi Berlusconi. L’ex portavoce di Fini si è appellato al Pdl per una futura alleanza. I candidati che ambiscono alla poltrona di governatore sono tanti.

Scalpita l’Udc che con la Polverini erano alleati e non è detto che negli assetti nazionali potrebbe capitargli la presidenza della giunta alla regione. Ciocchetti potrebbe puntare a essere il candidato. Se è invece Storace, il candidato del centrodestra dovrà vedersela con Zingaretti, presidente della Provincia che si è era candidato a sindaco di Roma ed era già in campagna elettorale. Poi venne Fiorito e crollò tutto. Da buon maestro, lui cambiò destinazione: “Senza chiedere, come se il partito fosse il suo”, si lamenta più di uno nel Pd.

Muore a Roma Riccardo Schicchi, re dell'hard.

Schicchi con la grande Moana Pozzi
Schicchi con la grande Moana Pozzi

Il mondo del mondo hard piange Riccardo Schicchi, il re delle luci rosse che ha scoperto diverse promesse del mondo dello spettacolo pornografico. Schicchi è morto stasera all’ospedale “Fate Bene Fratelli” di Roma. Il fotografo, regista, e talent scout italiano attivo nel mondo della pornografia e dello spettacolo, era nato nel 1952, ed era malato di diabete.

Nato il 12 marzo 1952, Schicchi iniziò come fotografo, facendo anche reportage di guerra, ma l’incontro con Ilona Staller, alias Cicciolina, diede una svolta e si affermò col tempo nel mondo della pornografia. Attratto dal mondo della sessualità, assieme alla disinibita modella ungherese dopo alcune esperienze radiofoniche (il primo film risale al 1979) fondò “Diva Futura”, agenzia per modelle e modelli dedicata al mondo dell’erotismo.

Entrò anche in politica, nel Partito Radicale di Marco Pannella, lo stesso nelle cui fila, alle politiche del 1987, Ilona Staller fu eletta parlamentare. Poi nel 1990 fondò il “Partito dell’Amore”, un esperimento quasi parodia dei partiti politici tradizionali, ma non arrivo’ al quorum per la Camera. Risale al 1986, invece, la sua scoperta piu’ “venerata”: Moana Pozzi, diretta in numerosi film.

Sposato a lungo con Eva Henger, che nonostante la separazione gli è stata vicina fino all’ultimo, aveva due figli. A causa della sua attività, ha avuto a carico anche dei procedimenti giudiziari: nel 2006 venne condannato in primo grado a 6 anni con l’accusa di associazione per delinquere, violazione della legge sull’immigrazione e sfruttamento della prostituzione. Fu coinvolto anche nello scandalo Vallettopoli: arrestato, venne poi scarcerato. Ancora non sono certi data e luogo dei funerali, di certo parteciperanno molti amici della Roma bene e dello spettacolo che lo hanno accompagnato nel suo strepitoso quanto silenzioso successo. Addio Riccardo!  [.G]

Notizie del 9 dic. 2012

NAPOLITANO, VEDREMO MERCATI, TRA 8 GIORNI LE MIE VALUTAZIONI 

MONTI A MESSA A MILANO. ALFANO, STIMA RESTA, NOI RESPONSABILI ‘Parlero’ solo tra 8 giorni e li’ faro’ le mie valutazioni’, lo ha annunciato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ai cronisti che, dopo il concerto di Natale, gli chiedevano se fosse preoccupato dalla crisi di governo. ‘Vedremo cosa faranno’ i mercati, ha aggiunto. Per Mario Monti domenica a Milano, dove e’ andato con la moglie Elsa a messa. All’indomani dell’annuncio delle dimissioni del premier, il segretario del Pdl Angelino Alfano assicura che ‘la stima per Monti rimane’ e garantisce l’approvazione della legge di stabilita’ e decreto Ilva. ‘Non c’e’ tempo da perdere, si approvi la legge di stabilita’ in fretta e poi si vada al voto’, dice dal Pd Dario Franceschini.

EGITTO: CACCIA MILITARI F16 SORVOLANO IL CAIRO A BASSA QUOTA 

OGGI NUOVI CORTEI DEI MOVIMENTI RIVOLUZIONARI CONTRO MORSI Lo spazio aereo egiziano e’ stato chiuso questa mattina per 150 minuti per manovre di addestramento dell’aeronautica. Caccia militari F16 hanno sorvolato Il Cairo a bassa quota: e’ la prima volta che avviene in pieno giorno. Ieri le forze armate hanno avvertito che non potranno tollerare che il paese venga portato verso il baratro. Il Fronte salvezza nazionale, coalizione dell’opposizione, decide oggi la sua posizione dopo la mossa del presidente Morsi che la notte scorsa ha annullato il decreto che aumentava i suoi poteri e che aveva scatenato manifestazioni e scontri. Intanto i movimenti rivoluzionari hanno indetto in giornata cinque nuovi cortei sul palazzo presidenziale.

STORACE, DISPONIBILE A CANDIDARMI A PRESIDENZA REGIONE LAZIO 

APPELLO AL CENTRODESTRA: ‘DA DOMANI SOSTENETEMI E VINCEREMO’ ‘Oggi e’ il giorno in cui mettiamo in campo la disponibilita’ per la candidatura’ alla presidenza della Regione Lazio. Lo ha annunciato il leader de La Destra Francesco Storace alla convention del suo partito a Roma. ‘Al centrodestra dico: da domani sostenetemi’, e’ l’appello di Storace. ‘Se avete uno piu’ bravo di noi, bene. Altrimenti venite con noi, salite su questo convoglio e andiamo a vincere’.

MALTEMPO: FORTE NEVICATA SULL’ETNA, 24 BOY SCOUT ISOLATI 

TRAGHETTO PERDE RIMORCHI IN MARE A LARGO PORTO PALERMO Ondata di gelo su tutta l’Italia: il 13 dicembre si annuncia come il giorno piu’ freddo. Un gruppo di 24 boy scout e’ rimasto isolato sull’Etna, dove e’ in corso una copiosa nevicata e ci sono 40-50 centimetri di coltre bianca. Una decina di Tir e semi rimorchi che erano imbarcati su un traghetto Grimaldi, sono finiti in mare a causa di mare grosso e forte vento a circa sette miglia dal porto di Palermo. Un anziano che non aveva fatto ritorno a casa ieri sera e’ stato trovato morto stamani a Reggello, nel Valdarno fiorentino. L’uomo, 85 anni, è stato trovato in una zona di campagna, non lontano da un ruscello.

NATALE: PAPA,IN SOCIETA’ CONSUMI RISCHIO FESTA SOLO ESTERIORE 

PRESEPE CHOC A CARRARA, GESU’ BAMBINO E’ UNO SCHELETRO ‘Nella società dei consumi’ il Natale rischia di ‘essere vissuto come una festa solo esteriore’. Lo denuncia il Papa all’Angelus, invitando, sull’esempio di Giovanni Battista, a ‘vivere in maniera essenziale’. Presepe choc in piazza Duomo a Carrara, con un Gesu’ bambino scheletrico e al posto di Maria, Giuseppe, il bue e l’asinello dei bidoni di metallo. L’allestimento, con foto di scene di guerra e di fame, e’ ispirato alla vicenda di Olga Komut, l’ucraina di 31 anni al settimo mese gravidanza, trovata morta di stenti nel febbraio scorso nella tenda dove abitava.

MO: NETANYAHU, IERI A GAZA VISTA VERA FACCIA NOSTRI NEMICI 

SIRIA: FORZE SPECIALI ISRAELE A CACCIA DI ARMI CHIMICHE ‘Ieri siamo di nuovo venuti in contatto con la vera faccia dei nostri nemici’. Cose’ il premier israeliano Benyamin Netanyahu commenta le parole del leader di Hamas Khaled Meshaal durante un comizio a Gaza. ‘Non hanno alcuna intenzione di raggiungere un compromesso con noi, vogliono distruggere lo Stato’, sottolinea. Forze speciali israeliane che agiscono come ricognitori in Siria hanno il compito di individuare le armi chimiche e biologiche di cui Bashar al Assad dispone e di seguirne i movimenti. Lo riferiscono fonti israeliane al Sunday Times.

MANDELA: ZUMA, L’HO VISTO, STA BENE DOPO NOTTE DI RIPOSO 

SUDAFRICA IN APPRENSIONE, PREGHIERA COLLETTIVA A SOWETO Nelson Mandela ‘sta bene dopo una notte di riposo’: lo ha affermato il portavoce di Jacob Zuma, dopo la visita in ospedale del presidente sudafricano al premio Nobel. Lo riferisce la Bbc. Mandela, 94 anni, e’ stato ricoverato ieri per dei controlli. Tutto il Paese segue con attenzione gli sviluppi. A Soweto e’ stata organizzata una preghiera collettiva.

WILLIAM, NAUSEE MATTUTINE KATE DURANO TUTTO IL GIORNO 

SUICIDIO INFERMIERA, SCOTLAND YARD SENTE POLIZIA AUSTRALIANA ‘Non dovrebbero chiamarle nausee mattutine, perche’ vanno avanti tutto il giorno e tutta la notte’. Sono le prime parole in pubblico del principe William dall’annuncio, lunedi’ scorso, della gravidanza della moglie Kate, per la quale sono stati cancellati tutti gli impegni pubblici. Scotland Yard ha contattato la polizia australiana in riferimento alla finta telefonata della regina, in seguito alla quale l’infermiera che ha risposto alla chiamata potrebbe essersi tolta la vita.

Neve, pericolo a bassa quota. Fiocchi a Messina, mentre un traghetto perde 12 Tir nel mare grosso a Palermo

MALTEMPO: TRAGHETTO PERDE RIMORCHI IN MARE SICILIA
Il traghetto Cagliari della”Grimaldi”. Foto Ansa

Gelo al nord, fiocchi bianchi anche a Messina, bufere di neve sull’Appennino abruzzese: il maltempo continua a imperversare sull’Italia anche se il freddo polare concederà una tregua nelle giornate di domani e martedì, quando però sono attesi venti forti e mareggiate al sud e venti di Fohn su alpi e prealpi lombarde. Ma già mercoledì, avvertono gli esperti, l’aria gelida proveniente dalla Scandinavia farà di nuovo scendere le temperature ampiamente sotto lo zero e giovedì si raggiungerà l’apice, con ampie gelate non solo al centro-nord. Una nuova perturbazione atlantica raggiungerà poi venerdì e nel week end il nostro paese, portando nuove nevicate anche in pianura tra Piemonte e Lombardia.
Intanto, a causa del mare mosso e del vento che soffiava a 40 nodi, 12 tir e rimorchi che erano imbarcati sul traghetto ‘Euro cargo Cagliari’ della compagnia di navigazione Grimaldi sono finiti in mare mentre la nave, proveniente da Livorno, era a due miglia a nord est di capo Zafferano, ad una ventina di chilometri dal porto di Palermo in attesa di un miglioramento delle condizioni meteo. I tir sono stati individuati dagli uomini della Capitanerie di Porto, che hanno aperto un’inchiesta per accertare eventuali violazioni alle norme di sicurezza, ad una profondità di circa 500 metri: due erano carichi di frutta, uno vuoto e gli altri 9 trasportavano pacchi. “Li abbiamo individuati – dicono dalle Capitanerie di Palermo – ma per ora le condizioni meteo non sono buone. Vedremo nei prossimi giorni se sarà possibile recuperare qualcosa”.
E dopo aver aver colpito il centro-nord tra ieri e l’altro ieri, la neve nel corso della notte e nelle prime ore della mattina ha fatto la sua comparsa sulle regioni centro meridionali. Ad Ascoli sono caduti tra i 15 e i 20 centimetri mentre Ancona è stata solo imbiancata. Freddo e neve anche in Abruzzo, con una vera e propria bufera di neve e vento su Campo Imperatore dove è caduto mezzo metro di neve e si sono raggiunti i -15, in Puglia e in Calabria, con la colonnina di mercurio che ha raggiunto i -7 in Sila. Fiocchi persino a Messina, che questa mattina si è svegliata imbiancata per la gioia dei più piccoli, e sull’Etna, dove un gruppo di 24 boy scout è rimasto isolato a Piano Vetore, sorpreso da una fitta nevicata. Immediatamente soccorsi dagli uomini del soccorso alpino e della guardia di Finanza, i ragazzini sono stati portati in salvo a Nicolosi con un mezzo cingolato. Le condizioni meteo, con mare mosso e forti raffiche di vento, hanno creato problemi anche nei collegamenti con le isole Eolie. Aliscafi e traghetti sono infatti rimasti bloccati nei porti con la situazione che si fa sempre più critica nelle isole minori dove negli ultimi dieci giorni ci sono state soltanto poche corse di linea.
E anche oggi si contano le vittime: si tratta di un anziano di 85 anni che ieri non era rientrato a casa, a Reggello, ed è stato trovato morto questa mattina in una zona di campagna non lontano da un ruscello. una donna di 78 anni, vittima di un incidente stradale causato dal ghiaccio sulla strada provinciale che collega Gavoi a Ovodda, in provincia di Nuoro, e un medico di 59 anni che si è schiantato con la sua auto sulla A3 all’altezza di Bagnara mentre sulla zona imperversava un’intensa grandinata.(ANSA).

Aeroporto di Pisa, apre il portellone con l’aereo in decollo

L'aeroporto di Pisa dall'esterno
L’aeroporto di Pisa dall’esterno

Si credeva forse un novello James Bond o Bruce Willis, alcuni attori e personaggi di Hollywood più gettonati per gli action movie. Dopo la fila regolare in uno dei gate per i voli nazionali dell’aeroporto di Pisa, un uomo di mezza età è salito a bordo e quando l’aereo stava per rullare sulla pista, ha aperto il portellone finendo sull’ala del velivolo e poi balzando violentemente sulla pista.

Altezza tre, quattro metri. Protagonista di questa incredibile storia degna di un film d’azione americano, il sig. Antonio (nome di fantasia) salito come passeggero sul volo Pisa-Trapani, in partenza oggi dall’aeroporto Galileo Galilei della città toscana. Secondo quanto ricostruito, improvvisamente l’uomo si è diretto verso il portellone, lo ha aperto ed è finito all’esterno.

Ci si immagina tutto l’imbarazzo della compagnia che con questa notizia dovrà spiegare come sia possibile aprire un portellone di una aereo in partenza. E con quanta facilità. E se fosse stato successo ad alta quota?

Il personale dell’aeroporto, che aveva notato la scena è subito accorso e ha preso in consegna l’uomo, anche per vedere se aveva riportato delle ferite nella caduta. Il passeggero in questione comunque non avrebbe riportato lesioni. L’aereo è poi ripartito regolarmente alla volta di Trapani, con circa 90 minuti di ritardo. I passeggeri a bordo  stanno lamentandosi con la compagnia per il troppo “lassismo” e chiedono il rimborso del biglietto. (blog)

Per curare i pazienti basterà lo smartphone.

Per curare i pazienti basterà lo smartphone. Quando si dice la tecnologia.
I tecnocrati Ue vorrebbero annullare la manodopera umana ricorrendo sempre più frequentemente alla tecnologia  e alla intelligenza arficiale. Funziona nel mondo produttivo a scapito di milioni di posti di lavoro umanoidi. Ma fino a quando? Può la macchina sostituire l’uomo?

Adesso anche nella salute si pensa ai robot autogestiti attraverso lo smartphone. Pensate che bellezza. A questo punto, a che serviranno i medici? Saranno abolite le facoltà di medicina? L’Europa, sempre lei, quella “virtuale” e intangibile – osannata dai tremila che vi bivaccano dentro ma odiata dai 500 milioni di europei, ha deciso di mettere il paziente ai comandi della propria salute: Bruxelles ha infatti annunciato un piano d’azione per far cadere le barriere al pieno utilizzo delle soluzioni digitali nei sistemi sanitari europei.

L’obiettivo: “migliorare le prestazioni sanitarie a beneficio dei pazienti, offrire a questi ultimi un maggiore controllo delle proprie cure mediche e ridurre i costi”. Così, mentre la telemedicina già milioni di europei la usano scaricando applicazioni per smartphone per tenere d’occhio il loro stato di salute, la Commissione ritiene che spetti ora al servizio sanitario “sfruttare appieno il potenziale offerto dalla svolta digitale per migliorare i propri servizi e realizzare risparmi di efficienza”.

L’iniziativa messa in campo oggi dalla vicepresidente della Commissione per l’agenda digitale, Neelie Kroes, e dal commissario alla salute Tonio Borg, punta a dare un ritmo più serrato all’assistenza sanitaria online. Tra le proposte del piano d’azione, c’é quella di “conferire al paziente un ruolo centrale, con iniziative di gestione personale della salute, e promuovendo la ricerca sulla medicina personalizzata”. Ma anche quella di offrire “una consulenza giuridica gratuita per l’avvio di imprese nel settore della sanità elettronica”

Terminator, il Tdl "scarcera" Bernaudo e Ruffolo. Indagati per voto di scambio

Sono tornati in libertà gli ex consiglieri provinciali di Cosenza Umberto Bernaudo e Pietro Ruffolo, arrestati nel novembre scorso e posti ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Catanzaro Terminator 4. Il Tribunale della libertà di Catanzaro ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari, Livio Sabatini. Bernaudo e Ruffolo, accusati di corruzione e corruzione elettorale, sono coinvolti nell’inchiesta della Dda nella loro qualità di ex sindaco di Rende ed ex assessore comunale. I giudici del tribunale della libertà hanno accolto il ricorso dei difensori di Bernaudo e Ruffolo ed hanno disposto l’immediata scarcerazione. [quote style=”boxed”]L’accesso antimafia, recita la legge, può essere disposto anche a scopo “preventivo”. [/quote] L’accusa aveva sostenuto che i due esponenti politici avrebbero ricevuto l’appoggio elettorale da parte di Michele Di Puppo, ritenuto esponente delle cosche della ‘ndrangheta del Cosentino, in occasione delle elezioni provinciali del 2009. Secondo la Dda di Catanzaro, inoltre, i dipendenti della societa’ “Rende Servizi” erano utilizzati come bacino di voti in favore di Bernaudo e Ruffolo. Nei prossimi giorni il Tdl depositerà le motivazioni opposte all’accusa. All’indomani dell’arresto di Bernaudo e Ruffolo, in un grigio pomeriggio di novembre, un’incursione del Ros e dei “Cacciatori” dell’Arma mise fine alla latitanza di  Ettore Lanzino con una spettacolare operazione in un complesso residenziale di via Adige a Rende. In compagnia di Lanzino, in una mansarda fu trovato Umberto Di Puppo fratello di Michele (entrambi presunti gregari della cosca capeggiata da “Ettaruzzo”), arrestato nell’operazione Terminator del dicembre dello scorso anno dove i due esponenti politici furono ufficialmente avvisati di indagini a loro carico. Spettacolare operazione, straordinaria coincidenza. La stessa registrata a Reggio Calabria. [quote style=”boxed”]Strane coincidenze. Tra arresti eccellenti, scioglimenti e richieste tali, ecco le catture a orologeria dei latitanti, a Reggio come a Rende.[/quote] Dopo lo scioglimento del Consiglio comunale, il giorno dopo è stato catturato il presunto boss Condello. Dopo l’operazione che ha portato ai domiciliari Ruffolo e Bernaudo e una nuova notifica in carcere per Michele Di Puppo, il giorno dopo è stato catturato Lanzino. Calmate le acque, dopo due settimane circa il prefetto di Cosenza Raffaele Cannizzaro ha nominato la Commissione d’accesso Antimafia nel comune di Rende, come aveva chiesto già a maggio 2012 la parlamentare Angela Napoli e anche per via delle “barricate” fatte dal Pdl su incipit del governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti che si era visto sciogliere il comune di Reggio Calabria per contiguità mafiose. L’accesso antimafia, recita la legge, può essere disposto anche a scopo “preventivo”. Sebbene non vi sia “l’aggravante mafiosa”, depennata dal Gip, l’esponente di governo ha assunto comunque una decisione per “accertare eventuali infiltrazioni mafiose”  nel comune attraverso la partecipata comunale che, da quanto si apprende, [quote style=”boxed”]Finora nessuna reazione del capogruppo regionale del PD, Sandro Principe, mentore politico di Ruffolo e Bernaudo e deus ex machina di tutte le elezioni comunali di Rende[/quote] avrebbe potuto avere “un ruolo significativo” per le amministrative 2011 – alla stregua delle provinciali del 2009 – nell’elezione di importanti esponenti politici rendesi. Politici di calibro poi effettivamente eletti. La competizione è stata stravinta dal centrosinistra che guida oggi, con Vittorio Cavalcanti, l’amministrazione comunale di Rende. Finora nessuna reazione del capogruppo regionale del PD, Sandro Principe – estraneo a tutte le notizie di reato ipotizzate e contestate – a tutti gli effetti il mentore politico di Ruffolo e Bernaudo nonche’ deus ex machina di tutte le elezioni comunali di Rende da molte legislature a questa parte (prima le determinava con forte “im(b)egno” il padre Cecchino). Principe alle scorse elezioni comunali di Rende è risultato il primo degli eletti a suon di preferenze anche col contributo determinante di Pietro Ruffolo (suo fedelissimo) e dello stesso Bernaudo, che “l’avrebbe sostenuto” nonostante Principe non avesse più voluto sentir parlare di lui. Virgolette su “l’avrebbe “sostenuto” perché sull’appoggio di Bernaudo a Principe c’è più di qualche dubbio, dopo le sue vicissitudini amministrative (i dissidenti, gli screzi col supremo e le rogne amministrative…) soprattutto dopo la sua non ricandidatura. Appena Principe ha notato che Bernaudo cominciava a tirare la testa fuori dal sacco, lo ha escluso, esautorato, mandato a casa. E così scelse Cavalcanti per la guida del comune mentre lui, Sandro, decise questa volta di fare il consigliere comunale per controllare da vicino l’amministrazione della sua città ed evitare gli “errori”del passato. Una guerra di “successioni” senza esclusioni di colpi dove chi “succede” passa chinando il capo e chi comanda resta gonfiando il petto. Sempre e da oltre 60 anni, tra pupari e pupazzi. L’imbarazzo quando indossava la striscia tricolore Bernaudo lo palesava. E Cavalcanti?, l’avvocato si sente davvero libero. Prima di prendere una decisione rispetta il principio dell’autonomia che gli assegna la legge, oppure alza la cornetta per informare prima qualcuno? La dignità è una cosa importante anche in politica. Tornando a Principe, molta è stata l’amarezza per queste scelte operate tra i fedelissimi del “Rais”, come lo definiscono i suoi detrattori. Se così fosse ci sarebbe da ricorrere ai sillogismi per scoprire tante cose…E l’equazione non è difficile. La ipotizziamo in sintesi anche sulla scorta delle voci che circolano in ambienti politici dell’area urbana, ribadendo che Principe non è stato mai indagato. Se, secondo l’accusa della Dda, Bernaudo e Ruffolo utilizzarono nel 2009 la “Rende Servizi” come bacino di voti  (ogni dipendente conterebbe in media quattro cinque voti), nonché la presunta “corruzione elettorale”  col presunto clan Lanzino-Ruà (alcuni dei quali lavoravano per la partecipata), nel 2011 Ruffolo avrebbe potuto teoricamente utilizzare la “Rende Servizi” e il presunto clan Lanzino-Ruà (gregari presunti, Di Puppo) per favorire il”botto elettorale”  di Sandro Principe? Questa è la domanda a cui non c’è finora risposta. Un interrogativo su cui dovrebbero concentrarsi i commissari nominati dal prefetto Cannizzaro. Cioè la “Rende Servizi”, è stata  utilizzata per fare eleggere Sandro Principe nel 2011 al comune di Rende alla stregua di Ruffolo e Bernaudo nel 2009? Se la risposta è affermativa e accertata dalla Commissione, [quote style=”boxed”] La “Rende Servizi”, è stata utilizzata per fare eleggere Sandro Principe nel 2011 al comune di Rende alla stregua di Ruffolo e Bernaudo nel 2009?[/quote] ci troveremmo di fronte ad un caso più o meno simile a quella di Reggio Calabria, perché la Rende Servizi continua a erogare servizi al comune e perché nel consiglio comunale in carica siede Sandro Principe. Fermo restando che la Commissione dovrebbe accertare eventuali commistioni anche alla Provincia [quote style=”boxed”]Principe ha il nipote Cesare Loizzo tra gli assessori della giunta Cavalcanti. Evidentemente l’ha nominato per le sue grosse capacità politiche[/quote] di Cosenza guidata da Mario Oliverio, dove i due esponenti politici sarebbero stati eletti coi voti “contaminati” e per la cui vicenda sono finiti in manette. Oggi il Capogruppo del PD alla Regione è anche Capogruppo del medesimo partito nel comune di Rende. Il Sindaco Cavalcanti, – scelto non da primarie ma da Principe al posto di Bernaudo – ha nominato assessore in giunta il nipote di Sandro. Si chiama Cesare Loizzo, “giovane promettent
e”, dicono nelle frazioni di Rende. Pare che l’attuale sindaco lo abbia nominato in autonomia non perché sia nipote del supremo capo politico ma per via della sua lunga esperienza e delle sue note e acclarate qualità politiche.

Traversa (Pdl): "Emendamento per riequilibrio finanziario dei comuni sciolti per mafia è una pezza per rimediare a errori governo"

Michele TraversaCon lo scioglimento del comune di Reggio Calabria, e ancora prima quello di Corigliano, per stare in Calabria, il governo si sarebbe accorto di errori di valutazione. Per questo “è” corso ai ripari accogliendo un emendento del Pd.

A presentarlo è stato l’ex superprefetto di Reggio Calabria e oggi parlamentare del partito di Bersani, Luigi De Sena. Appena approvato ecco la dura reazione del parlamentare del Pdl Michele Traversa che critica il governo Monti di aver messo una “pezza” sugli errori commessi in passato e anche De Sena che dal canto dell’ex sindaco di Catanzaro “non è il salvatore della Patria”.

“L’emendamento De Sena – spiega  Michele Traversa – che consente ai comuni commissariati o sciolti per infiltrazione mafiosa di accedere al fondo di rotazione per il riequilibrio finanziario, istituito dalla legge sugli enti locali approvata in via definitiva oggi alla Camera, rappresenta semplicemente una pezza che il Governo utilizza per cercare di rimediare agli enormi danni gia’ procurati.

Il Ministero dell’Interno – aggiunge – probabilmente si e’ reso conto che il provvedimento di scioglimento del Consiglio comunale di Reggio Calabria, maturato sulla base di una relazione piena di errori ed imprecisioni, avrebbe condannato la citta’ al dissesto. Eppure, il Ministro Cancellieri aveva piu’ volte ribadito che Reggio Calabria sarebbe stata supportata, al fine di evitarne il collasso.

Il Governo, pero’, nonostante sollecitato, non ha dato seguito alle parole e in prima lettura alla Camera non ha tenuto conto della situazione di Reggio”. ”Solo in un secondo momento – conclude Traversa – ha deciso di accogliere l’emendamento del Senatore del Pd, che ci soddisfa solo parzialmente e, proprio per questo motivo, attendiamo un segnale realmente concreto dal Governo Nazionale per Reggio Calabria. Ecco perche’ dipingere il Senatore De Sena come salvatore della patria ci sembra alquanto eccessivo”.

Amministratori sotto tiro, uno ogni 34 ore. A guidare la classifica Calabria, Sicilia e Sardegna

Una minaccia ogni trentaquattro ore: ogni 34 ore un incendio, una lettera minatoria, una scritta sul muro, un proiettile inviato a casa, email e messaggi da brivido su facebook. Nel 2011 in Italia sono stati 270 gli atti di intimidazione ai danni di amministratori locali e personale della pubblica amministrazione, il 27% in piu’ dell’anno precedente. Amministratori spesso giovani, che si sono visti recapitare a casa animali morti, che hanno visto bruciare la loro auto o la casa di un parente. O hanno subito attentati, anche mortali se non si sono visti addirittura trafugare la salma di un parente dal cimitero. E’ quanto emerso dal II Rapporto Nazionale di Avviso Pubblico ‘Amministratori sotto tiro: intimidazioni mafiose e buona politica’ presentato questa mattina nella sede della Provincia di Roma. All’iniziativa, cui ha partecipato il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, sono intervenuti il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli, l’ex presidente della commissione parlamentare Antimafia Francesco Forgione, il direttore del centro siciliano di documentazione ‘Giuseppe Impastato’ Franco La Torre, figlio del padre Pio ucciso dalla Mafia, e alcuni amministratori locali che hanno subito sulla loro pelle la minaccia della malavita. Delle 270 minacce, 233 sono state ‘dirette’ (contro la persona), 37 indirette (contro scuole, uffici, auto pubbliche). Dal punto di vista della distribuzione geografica, al primo posto c’e’ la Calabria (31%), seguita dalla Sicilia (25%) e dalla Sardegna (13%). Novita’ di quest’anno la Lombardia (9 casi, in particolare a Lecco), oltre a casi in Toscana, Liguria, Emilia, Marche e Trentino. Il Lazio conta 7 casi (3%), in particolare nella provincia di Roma. Riguardo al 2012, infine, e’ emerso che l’anno in corso e’ quello che ha toccato il recordo negativo dei Comuni sciolti per infiltrazione mafiosa, ben 25.

Cisterna contro Pignatone: "La mia carriera è finita. Lui accusato da Falcone, è stato promosso".

Il magistrato Alberto Cisterna
Il magistrato Alberto Cisterna

Veleni e potere, mafia e stato. Colletti bianchi dentro gli apparati delle istituzioni. Incrostazioni ataviche e gravi sospetti. I palazzi della giustizia non si smentiscono ed ecco arrivare l’ennesima bordata contro uno dei poteri dello Stato che viaggia sì in autonomia, ma sospinto da fattori che ne condizionano fin troppo la credibilità e l’azione da terzo potere dello Stato.

“La magistratura è attraversata da lotte intestine molto gravi che ne stanno erodendo, secondo me, in maniera sostanziale l’affidabilità e la tenuta”. A dirlo non è uno qualunque. E’  l’ex procuratore aggiunto della Dna (Direzione nazionale Antimafia), Alberto Cisterna intervistato da Servizio Pubblico. Uno che contava, mica l’usciere del tribunale. Il vice di Piero Grasso, per intenderci.

Di Cisterna, raccontano i marciapiedi che sia uno molto serio. Non era facile a “vendersi”, nè che non fosse ineccepibile sul lavoro. Dicono sia stato incastrato da un picciotto-picciotto. Detto appunto il “nano”. Al secolo Nino Lo Giudice, le cui accuse per corruzione sono state archiviate ieri l’altro dal Gip. Un duro atto d’accusa quello di Cisterna, che fa emergere in tutta la sua forza scontri carsici e un clima torbido che sta interessando in questi giorni la procura di Palermo nonché il Quirinale sulla cosiddetta trattativa Stato-Mafia. Ma in generale tutta la magistratura, e Reggio Calabria, a quanto pare non è estranea.

Alberto Cisterna a Servizio Pubblico
Alberto Cisterna a Servizio Pubblico

Al microfono di Sandro Ruotolo il magistrato lancia strali contro l’ex procuratore di Reggio Calabria e attuale procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone che, dice Cisterna, “accusato da Giovanni Falcone nel suo diario e indagato per corruzione dalla procura di Caltanissetta da un pentito come Siino, ha fatto una carriera brillante. Da Reggio è stato promosso a Roma. Io invece prendo atto di aver finito la carriera” afferma il magistrato il quale non risparmia critiche nemmeno all’ex capo della Mobile di Reggio Calabria – ora di Roma – Renato Cortese (il poliziotto che arrestò Bernardo Provenzano, ndr), responsabile di aver inviato in copia atti del suo procedimento coperto da segreto, al Quirinale.

Destinatario del plico, Loris D’Ambrosio, consigliere giuridico del capo dello Stato che intratteneva i rapporti con l’ex vicepresidente del Csm Nicola Mancino sulla presunta Trattativa Stato-Mafia. D’Ambrosio è morto recentemente per un infarto.

Proprio oggi, la giornata della puntata (6 dicembre) la Cassazione ha bocciato il ricorso di Cisterna contro l’ordinanza della sezione disciplinare del Csm che, lo scorso 17 maggio, aveva disposto il trasferimento del magistrato presso il Tribunale di Tivoli con funzioni di giudice. “Per forti indizi di colpevolezza”.

Sull’archiviazione di qualche giorno fa per corruzioni in atti giudiziari, Cisterna nell’intervista [integrale e testuale] spiega e prosegue: “La vicenda è stata archiviata da pochissime ore.  E’ una vicenda che non sarebbe dovuta sorgere perché mancava la notizia di reato”. E che c’entra il Quirinale con le sue vicende?, domanda il giornalista.

“Mah, il Quirinale c’entra…. Io lo vorrei chiedere a chi lo ha messo in mezzo, il Quirinale! Vorrei chiedere, in particolare alla Procura e alla squadra mobile di Reggio Calabria, se sono stati incaricati di consegnare informative di reato coperte da segreto al dottor Loris D’Ambrosio al Quirinale, il consigliere giuridico del presidente della Repubblica”. D’Ambrosio era colui “che teneva i contatti – ricorda il giornalista – con l’ex presidente del Senato ed ex vicepresidente del Csm Nicola Mancino per quanto riguarda la trattativa Stato-Mafia…”

Giuseppe Pignatone
Giuseppe Pignatone – Procuratore della Repubblica di Roma

E [anche] i contatti – aggiunge Cisterna – con la procura nazionale Antimafia e la procura nazionale della Cassazione. Quello che so di mio è che ho trovato in atti la lettera di trasmissione da parte del capo della squadra mobile di Reggio Calabria, attuale capo della mobile di Roma, dr. [Renato] Cortese, una lettera di trasmissione di un plico riservato a varie autorità, legittimamente investite, della questione, ma mandato in copia anche al Quirinale”.

Però, obietta Ruotolo, “il capo dello Stato è anche il presidente del Csm”. Spiega Cisterna: “Non dico ci sia stata una invasione di campo, ma si è creato un circuito informativo improprio a mio avviso, perché la presidenza della Repubblica se ha bisogno di accedere agli atti lo fa attraverso i documenti ricevuti dal Csm. Non c’era alcuna ragione di trasmettere personalmente”.

“Guardi – prosegue il magistrato – io la questione la faccio con chi li ha mandati gli atti, non con chi li ha ricevuti, che ne avrà fatto l’uso che ha ritenuto proprio. Quello che contesto e che trovo straordinariamente anomalo e che [quote style=”boxed”]”Le informative nei miei confronti contengono dati falsi”[/quote] si mandino atti e si instaurino contatti fuori da un circuito istituzionale e si divulghino informative unilaterali, perché queste informative contengono dati falsi”. Il Csm ha deciso, chiede l’inviato di Santoro, “pur non in presenza delle conclusioni del procedimento penale”.

Renato Cortese
Renato Cortese, capo della squadra mobile a Roma

“Il Csm, risponde Cisterna, ha subito detto che ‘della corruzione non c’era traccia, tuttavia – è la contestazione del Csm raccontata dal magistrato – Cisterna ha intrattenuto rapporti con un soggetto (Luciano Lo Giudice, fratello di Nino, l’accusatore) che quando ha conosciuto e nei primi contatti era assolutamente incensurato, ma che sei anni dopo, si scopre poter essere un soggetto appartenente alla criminalità organizzata”.

Perché quello che le è successo [s’incrocia] alla trattativa che si è svolta con la procura nazionale antimafia per la resa di Bernardo Provenzano?, domanda Ruotolo:

“Perché io non avevo nessun interesse né necessità di conoscere questo soggetto, ripeto incensurato, se non per il fatto che si era detto disponibile a fornire informazioni per la cattura di un grossissimo latitante, il più importante, Pasquale Condello; io individuai nell’ex capo della sezione Ros di Reggio Calabria, passato al Sismi come responsabile della sezione criminalità organizzata, un uomo utile di riferimento.

In quel momento il mio ufficio aveva in corso altri contatti con il Sismi e vi era anche un soggetto presentatosi in Procura nazionale come emissario di Bernardo Provenzano che ne voleva trattare la costituzione presso l’ufficio di procura nazionale. Se si fosse parlato di Lo Giudice per la cattura di Pasquale Condello, io avrei dovuto, a tutela del mio onore, parlare anche di ciò che stava succedendo in quel frangente per altre questioni, perché non c’era soltanto Condello ma Provenzano, vicende legate a partite di esplosivo che erano state trattate dal Sismi e fatte rinvenire in Calabria, traffici di sostanze stupefacenti nel porto di Livorno”.

Insomma, “c’erano più questioni”. “Ma cos’è una guerra all’interno della magistratura?”, chiede l’inviato: “La magistratura – ammette sconfortato Cisterna – è attraversata da lotte intestine molto gravi che ne stanno erodendo, secondo me, in maniera sostanziale l’affidabilità e la tenuta”.“La sua carriera è finita?”, domanda Servizio Pubblico.

Alberto Cisterna in un convegno antimafia a Cosenza
Alberto Cisterna in un convegno antimafia a Cosenza

Cisterna: “La mia carriera è finita. Io ne ho preso atto. Certo, certo, se guardo per esempio ad altre carriere e ad altre vicende, in particolare quella del dottor Pignatone [ex procuratore di Reggio ora procuratore a Roma, ndr], che accusato nel suo diario da Giovanni Falcone di essere in qualche modo un soggetto che per conto di Giammanco ne osservava le iniziative.

Se penso sempre al dottor Pignatone indagato per corruzione dalla procura di Caltanissetta: non certo accusato da Nino detto “il Nano”, come nel mio caso, ma accusato da collabotarori di Giustizia come Siino [Angelo] e ne è venuto fuori brillantemente perché si crede, giustamente, innocente, come lo sono io. Pignatone è stato procuratore a Reggio poi è andato Roma e una piccola speranzella, nel fondo del cuore, la conservo”.

Molto preparato, Cisterna a Cosenza nel febbraio 2012 diceva questo in un incontro sulla psicologia della mafia. “Il contrasto alla mafia può avere successo a patto di valutare un punto essenziale: la politica in questa regione non può limitare la propria azione a sponsorizzare convegni a supporto dell’azione della magistratura e delle forze di polizia”.

“Dovrebbe essere esattamente il contrario, e cioè l’azione repressiva dello Stato dovrebbe operare a supporto delle azioni di legalità che la politica svolge ogni giorno”. La percezione, per Cisterna, è che la politica “abbia avuto l’interesse” a delegare la “pulizia sociale” della Calabria soltanto allo Stato in attesa che gli venga consegnata decontaminata dai poteri criminali”.

“E’ semmai l’opposto”, spiega il sostituto della Dna, che infine giudica la Stazione unica appaltante della Regione, una norma “seria” e un “modello” di riferimento. “In Calabria – concludeva – serve ora una norma anticorruzione con cui realizzare un’anagrafe patrimoniale” che renda trasparente i redditi della classe politica e burocratica. Poiché la “commistione tra politica e malaffare ha prodotto danni incalcolabili all’economia della regione”. Veleni e potere, politica, giustizia e legalità.

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