11 Ottobre 2024

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Indagato "Er Barbetta" al secolo Barbato Francesco di IDV, il moralista e "Boia" alla Henri Sanson.

francesco barbato moralista
MORALISTA. Francesco Barbato IDV

Quando si dice la sfiga! Doveva capitarci proprio lui che mandava al diavolo tutti senza distinzione di età, razza religione e appartenenza politica. Fosse vissuto durante le rivoluzioni dello scorso millennio, sarebbe probabilmente stato un “Boia” alla Henri Sanson da Parigi che mozzava teste a dire basta dietro giudizi sommari. Oggi, parlamentare dell’Italia dei Valori, il partito che “c’azzecca” di Antonio Di Pietro, non usa la mannaia ma si è adeguato con la penna, la lingua e probabilmente chiedendo denaro in cambio di aggiustare qualche problemino. Fa il giustizialista e il moralista a tempo pieno e per questo incassa un assegno mensile pari a circa ventimila euro più i benefit.  Si chiama Barbato Francesco come scriverebbero i Carabinieri. Prima il cognome e poi il nome. Deputato ricciolino e mezzo “birichino”, avrebbe promesso dall’alto del suo scranno l’aiuto a un imprenditore cercando di risolvere i suoi problemi con l’Isvap (Istituto di vigilanza di assicurazioni) in cambio di ventimila euro. L’accusa è di tentato millantato credito, e il politico dipietrista è formalmente indagato. L’inchiesta, originariamente avviata dal pm Henry John Woodkock, è stata trasferita per competenza agli uffici della procura di Roma. Giovedì prossimo, il politico sarà interrogato dal pm capitolino Mario Palazzi, titolare dell’inchiesta. I fatti risalgono al marzo 2010 quando Barbato si sarebbe “offerto” come consulente all’imprenditore campano Paolo Viscione nel corso di un incontro in un bar in piazza di Pietra. Secondo il capo d’imputazione Barbato “abusando della propria funzione di componente della VI commissione permanente (finanze) della Camera dei Deputati, componente tra l’altro della materia delle assicurazioni, consapevole delle difficoltà in cui versava la Eig Ltd, società di diritto maltese operante in Italia nel settore assicurativo e sottoposta ad attività ispettiva da parte dell’Isvap, ostentando le proprie conoscenze in tale Istituto”, e la capacità di influenzarne le decisioni, “chiedeva a Viscione, dominus di detta società, al fine di tentare di risolvere i problemi che la società aveva con l’istituto , la somma di ventimila euro in contanti”. L’imprenditore però respinse la richiesta, ma anzi sia davanti ai pm di Napoli che di Roma, ha ripetuto le accuse contro il politico. Fatti che sono stati anche ripetuti davanti al magistrato della capitale anche da altre due persone che lavorano nella stessa Eig”. Va in Epitaffio e in Regina Coeli, doppia categoria per doppi reati con inciso: “Siori e siori eco a voi Er Barbetta, al secolo Barbato Francesco, l’uomo che se credeva Henry il Boia e trovò Henry John Woodkock. Nessuno s’accorse della sua esistenza tranne i forcaioli der palazzo. Durante l’esecuzioni der suo ‘ncarico lasciò mozze le teste e tracce di filigrana ovunque”.
[Punto&Basta]

Duello low cost tra Apple e Samsung. Da Cupertino l’iPhone 6 mini

apple samsungUna sfida all’ultimo pixel quella tra Apple e Samsung. Dispositivi di ultima generazione sempre più sofisticati che producono  nuove “dipendenze” e “necessità”.

Nuove edizioni sfornate al ritmo di uno, due all’anno con prezzi stratosferici. Un duello che però adesso passa anche per il low cost. Se a giugno, secondo indiscrezioni, sarà già presentato l’iPhone 6, Cupertino sta progettando anche un modello più piccolo del melafonino a un prezzo molto più basso del fratello maggiore. Secondo Forbes, a spingere Tim Cook verso l’iPhone mini, dopo il lancio del mini iPad, sarebbe stato uno studio che prevede per il 2013 un aumento delle vendite per Samsung del 35%, con un’offerta diversificata di smartphone a varie fasce di prezzo.

Apple non farà mai uno smartphone low cost. Commentando le indiscrezioni che danno ormai per certa l’uscita di un iPhone mini entro la fine dell’anno, il responsabile marketing di Cupertino, Phil Schiller, ha sottolineato che l’azienda non è interessata a commercializzare prodotti economici.

“Nonostante la popolarità degli smartphone low cost, questo non sara’ mai il futuro di Apple”, ha assicurato Schiller in un’intervista allo Shanghai Evening News. “Nonostante la quota di mercato di Apple nel settore degli smartphone sia di circa il 20%, possediamo il 75% dei profitti”, ha sottolineato. Un mini-iPhone low cost sarebbe un duro colpo per la concorrenza, soprattutto per Samsung, principale competitor di Cupertino nel mercato degli smartphone.

Tra giugno e settembre, oltre al mini iPhone, dovrebbe essere presentato l’iPhone 6 (o5s), che dovrebbe essere dotato di fotocamera da 12 megapixel, carica batterie senza fili e caratterizzato da un design rivoluzionario con scocca di diversi colori. I rumors si rincorrono sulla rete, ma accanto alle indiscrezioni che circolano da oltre un mese, arriva una prima ‘prova’ dal sito TheNextWeb. Alcuni sviluppatori di app hanno visto comparire nei log delle loro applicazioni il codice “iPhone 6.1” con il nuovo sistema operativo iOs 7. Il dispositivo sarebbe quindi gia’ in fase di test e a ulteriore conferma c’e’ l’indirizzo IP dell’iPhone ‘intercettato’, localizzabile nel quartier generale Apple di Cupertino.

Secondo la ricerca realizzata da Strategy Analytics, il colosso sudcoreano raggiungera’ un 33% nel mercato degli smartphone, contro il 20-21% di Apple. Oltre al nuovo melafonino di fascia alta (l’iPhone 6), Cupertino ha deciso di testare il mercato con un mini-iPhone che costi la meta’ del fratello maggiore, circa 250-300 euro. Fotocamera da 12 megapixel, carica batterie senza fili, design rivoluzionario: il nuovo iPhone 6 sarebbe gia’ in fase di test e potrebbe essere svelato nel mese di giugno.

I rumors si rincorrono sulla rete, ma accanto alle indiscrezioni che circolano da oltre un mese, arriva una prima ‘prova’ dal sito TheNextWeb. Alcuni sviluppatori di App. hanno visto comparire nei log delle loro applicazioni il codice “iPhone 6.1” con il nuovo sistema operativo iOs 7. Il dispositivo sarebbe quindi gia’ in fase di test e a ulteriore conferma c’e’ l’indirizzo IP dell’iPhone ‘intercettato’, localizzabile nel quartier generale Apple di Cupertino.

Verusio: «Sugli scogli la nave c'è finita per colpa di Schettino»

Costa ConcordiaSono pronti i preparativi per omaggiare al meglio le oltre trenta vittime del terribile naufragio della Costa Concordia avvenuto lo scorso 13 gennaio all’Isola del Giglio. Saranno presenti tutte le autorità civili, militari e religiose e moltissimi tra sopravvissuti e parenti delle vittime. Salvo impedimenti dovrebbe partecipare anche il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Attese anche le maggiori troupe televisive del mondo che racconteranno la solenne cerimonia.

L’enorme carcassa è adagiata di fianco ancora lì, a 30 metri dagli scogli. Dicono si rimuoverà tra qualche mese, per il tramite di sofisticate apparecchiature e l’ausilio di grosse imbarcazioni a cui saranno agganciati i grossi palloni che dovrebbero riaddrizzare la “regina degli Oceani” per poi trainarla via. Intanto si sta completando il lungo e complesso lavoro investigativo per accertare le responsabilità ai più disparati livelli.

«C’e’ qualcuno che magari non ha fatto fino in fondo quel che avrebbe dovuto fare ma chi è finito sugli scogli è Schettino e soltanto lui». Lo afferma all’agenzia di stampa “Asca” Francesco Verusio, procuratore capo di Grosseto, che domenica sarà all’Isola del Giglio per la cerimonia del primo anniversario del naufragio della Costa Concordia.

L’inchiesta sulla tragedia è stata chiusa dalla Procura grossetana lo scorso 29 dicembre e le richieste di rinvio a giudizio arriveranno «a fine mese o al massimo nei primi giorni di febbraio». Al momento gli indagati sono 12 e il principale accusato è proprio l’ex comandante della nave Francesco Schettino. Dopo le richieste di rinvio a giudizio (probabilmente la Procura ne chiederà soltanto 9) sarà stabilita l’udienza preliminare, probabilmente entro due mesi.

francesco verusio
Francesco Verusio, procuratore capo di Grosseto

«Poi – spiega il magistrato – il Tribunale fisserà l’inizio del processo, forse già prima dell’estate. Comunque il Tribunale ha, come noi, a cuore questo procedimento e credo quindi che entro l’anno i familiari delle vittime potranno avere almeno la soddisfazione di sapere di chi è la responsabilità del disastro”.

L’inchiesta ha tenuto di fatto impegnata la Procura per un anno, con tre sostituti al lavoro, i Pm Maria Navarro, Alessandro Leopizzi e Stefano Pizza. ”E’ stato fatto un lavoro di dimensioni enormi – dice Verusio -. Abbiamo sentito centinaia di persone sparse in tutto il mondo e fatto accertamenti tecnici complicatissimi. Non abbiamo tralasciato nessun dettaglio e posso dire che abbiamo raccolto prove sufficienti per affrontare serenamente il processo».

Junker (Ue) invoca il salario minimo citando Marx. Disoccupazione allarmante. «L'Euro doveva salvarci e invece…».

Junker e Marx. Sotto Renato Brunetta
Junker e Marx. sotto Brunetta

«Dopo aver sostenuto di fatto Angela Merkel e la sua politica recessiva sangue, sudore e lacrime, il presidente dell’Eurogruppo, Jean Claude Juncker, oggi piange sulla disoccupazione ”superiore all’11% nell’Eurozona”, citando Marx con riferimento alle politiche di sostegno dei lavoratori da applicare per farvi fronte».

Lo afferma l’ex ministro Renato Brunetta in replica alle affermazioni di Jean Claude Juncker. ”Lacrime di coccodrillo – aggiunge Brunetta – di miopi eurocrati del nord, egoisti e stupidi, che hanno sbagliato tutto in questa crisi. Non basta ammettere di avere esagerato.

E’ ora che il presidente Juncker e i suoi colleghi facciano autocritica: in Europa abbiamo sbagliato tutto. Si corra subito ai ripari, cambiando questa politica economica infame impostaci da Angela Merkel e da tutti i suoi sodali, dentro e fuori il partito popolare europeo”. In verità già la scorsa estate Junker aveva attaccato la Germania di Angela Merkel. “La Germania tratta l’Eurozona come filiali”, aveva affondato.

Oggi il presidente mette a nudo i limiti dell’Europa e lo fa esprimendo dure critiche al sistema, ai partener e alla moneta unica. «La situazione della disoccupazione è drammatica. Noi avevamo detto che l’Euro avrebbe riequilibrato la società e invece la disoccupazione aumenta. Iniziamo il 2013 in una situazione nettamente migliore rispetto all’anno scorso, – ha aggiunto Junker – il 2012 é stato un anno di risultati positivi per la zona euro”. Secondo Juncker, «occorre ritrovare la dimensione sociale dell’unione economica e monetaria, con misure come il salario minimo in tutti i Paesi della zona euro, altrimenti perderemmo credibilità e approvazione della classe operaia, per dirla con Marx.

I tempi che viviamo sono difficili, non dobbiamo dare all’opinione pubblica l’impressione che il peggio sia alle nostre spalle perché ci sono ancora cose da fare molto difficili”. Nella Unione Europea “non c’é accordo sulla strada da imboccare nei prossimi anni. renato brunetta«Gli Usa e gli altri ci interpellano a proposito e noi abbiamo solo risposte di cortissimo respiro”, ha detto ancora il presidente dell’Eurogruppo, lamentando come nell’ultimo vertice Ue i leader hanno fatto osservazioni discordanti sulla road map descritta dai 4 presidenti Draghi, Juncker, Van Rompuy e Barroso sul rafforzamento della governance.

“Non bisogna credere che sarebbe giusto avere politiche di austerità che chiedono i più grandi sforzi ai più deboli”, ha detto ancora. “Vorrei che le conseguenze della crisi ricadessero sui più forti: questa è solidarietà sociale. Non dico che i miliardari debbano per forza pagare, – ha concluso Junker – dico che non mi va che i miliardari non paghino”.

Allerta sulla spesa dei fondi Ue. Ai ritardi si rischia di spendere male e a pioggia. Reazione di Loy (Uil): "Restano molte criticità". Fabrizio Barca: "Turismo e Cultura perdono milioni di euro"

Guglielmo Loy
Guglielmo Loy (Uil)

Siamo al 2013 e l’utilizzo dei fondi Ue sarà si e no sotto l’utilizzo del 50 percento. E’ avvenuto durante i passarti programmi operativi, dai fondi strutturali a quelli del fondo sociale. L’Ue ha registrato una accelerazione nella spesa ma ciò colma i ritardi dell’avvio iniziale. Si spera non si giunga a spendere i fondi nei cosiddetti progetti sponda (a pioggia) come è accaduto durante quelli 2000-2006. Il  governo resta soddisfatto comunque. “Nei 14 mesi che vanno tra l’ottobre 2011 e il 31 dicembre 2012 è stata realizzata una spesa certificata di Fondi europei pari a 9,2 miliardi, più di quanto si era speso nei precedenti 58 mesi”. E’ questo il bilancio presentato alla stampa dal ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, che ha spiegato: “51 programmi operativi su 52 superano i target di spesa ma il programma attrattori culturali, naturali e turismo perde 33,3 milioni di euro. Il risultato è molto buono”.”E’ senza dubbio positiva l’accelerazione della spesa dei Fondi Comunitari – sostiene Guglielmo Loy, segretario confederale Uil –  ma restano ancora molte criticità sul loro utilizzo che riguardano non solo il Sud, ma anche il Centro Nord. Il ministro Barca, anche grazie al ricorso a “tecnicismi”, ha fatto un buon lavoro, ma ha ragione quando afferma che non si può continuare su questa strada. A tale riguardo va fatta una seria riflessione sia sulle risorse ancora da spendere, da qui al 2015, sia sulle risorse per il 2014-2020. I Fondi Strutturali Europei e della politica di coesione sono fondamentali per far crescere il Sud e con esso l’intero Paese”. ”La UIL ritiene – ha spiegato Loy – che nella prossima legislatura il Mezzogiorno debba tornare al centro dell’agenda politica. Il prossimo Governo e il Parlamento avranno davanti una sfida straordinaria rappresentata dal documento di indirizzo, presentato dal ministro per la Coesione Territoriale, che avvia il confronto pubblico per preparare l’Accordo e i Programmi, dei Fondi Strutturali Europei per il 2014-2020. E’ questo un percorso che deve partire con il passo “giusto”. [Fernando Meis]

'Nadrangheta, la Valle d'Aosta non è un'isola felice. Il crimine organizzato non è strutturato ma restano influenti le famiglie. E' come l'acqua che s'infiltra tra vasi comunicanti (in una regione a statuto speciale)

sentieri valle d'aostaIl Consiglio regionale ha preso atto nel pomeriggio di oggi della relazione conclusiva della Commissione speciale per l’esame del fenomeno delle infiltrazioni mafiose in Valle d’Aosta. ”Nel documento elaborato a seguito del lavoro svolto in questi dieci mesi di attività – ha riferito il Presidente Diego Empereur (Uv) -, abbiamo evidenziato che in Valle d’Aosta non esiste una presenza strutturata di organizzazioni criminali, tuttavia è emersa l’influenza di grandi famiglie della ‘ndrangheta che si è manifestata nel corso degli anni con episodi di riciclaggio di denaro, di traffico di stupefacenti e di estorsioni”. Secondo Empereur ”non bisogna far calare l’attenzione su questo fenomeno, ma neppure lanciare allarmi esagerati”.
Per il consigliere Alberto Bertin (Alpe) il gruppo avrebbe voluto presentare un nostro documento ”per rappresentare un approccio diverso, insieme con la relazione della Commissione, ma questo non ci e’ stato concesso e questa è una delle ragioni del nostro voto di astensione”. Secondo l’analisi svolta in aula da Bertin ”le infiltrazioni rappresentano da tempo nel Nord Italia un fenomeno che ha la capacità di influenzare la politica e le istituzioni. Nelle regioni settentrionali, secondo alcuni pubblici ministeri, la criminalità organizzata calabrese controlla il 5 per cento dei voti e la Valle d’Aosta non può considerarsi estranea a queste degenerazioni”. ”Pur senza allarmismi esagerati, – ha spiegato ancora Bertin – sarebbe tuttavia pericoloso e irresponsabile non cogliere i segnali inquietanti che si sono manifestati e che fanno considerare la ‘ndrangheta una seria minaccia per la Valle d’Aosta. Una minaccia che va fronteggiata e respinta in modo energico prima che sia troppo tardi”.
”I risultati del lavoro di questa Commissione – ha detto il presidente della Regione, Augusto Rollandin – non hanno fatto altro che risottolineare che avevamo messo in atto tutti gli strumenti di controllo, con particolare riguardo agli appalti pubblici della Regione, delle società partecipate e in collegamento con gli Enti locali, oltre che gli accordi con la direzione antimafia per trasmettere tutto quello che viene svolto nelle zone che sono più a rischio. Confermiamo da parte dell’Amministrazione regionale l’intenzione a mantenere la massima attenzione sull’argomento e crediamo importante il coinvolgimento di tutti al fine di dare operatività e concretezza alle risultanze dei lavori della Commissione”.
Il presidente Diego Empereur, in chiusura di dibattito, si è detto disponibile a riconvocare la Commissione, coinvolgendo anche gli uffici, al fine di studiare le migliori modalità per dare pubblicità agli atti.

Si chiama Ball Ironing ed è il sistema antirughe ai testicoli utilizzato a Hollywood

George Clooney coverman su Max - Ball Ironing
George Clooney coverman su Max

“Ho avuto troppe donne, fatto troppo uso di droghe e speso parecchio per farmi stirare la pelle dei testicoli”. A dirlo è stato l’attore George Clooney in una intervista al settimanale “Max” che uscirà domani in edicola. L’attore parla a tutto campo e non nasconde le sue tendenze. “Non mi sono mai fatto sistemare gli occhi, ma ho speso parecchio per farmi stirare la pelle dei coglioni. Lì sì che non mi piacciono le rughe!

È una tecnica nuova, a Hollywood la fanno tutti, si chiama ball ironing”. “Michelle Pfeiffer e Nicole Kidman hanno scommesso 10mila dollari che mi sarei sposato prima dei 40 anni – ha detto l’attore – hanno perso e mi hanno spedito gli assegni. Glieli ho rimandati scommettendo il doppio che non avrei avuto figli prima dei 50.

Quando mi viene l’istinto paterno vado a trovare Brad (Pitt) e Angelina (Joly) e mi ricordo il motivo per cui sto benissimo senza marmocchi”. Sulle voci di omosessualità che circolano sul suo conto afferma: “Tutti pensano che sia gay. E chi se ne frega! Non smentirò mai nessun pettegolezzo, perché non voglio che la gente possa credere che essere omosessuale sia una cosa negativa. La mia vita privata è solo mia, privata appunto”.

Passando alla politica Clooney ha spiegato: “Mi piace attirare l’attenzione sui problemi seri del mondo invece che parlare delle mie fidanzate. Non potrei mai essere un politico, ho avuto troppe donne, ho fatto uso di troppe droghe e ho frequentato persone troppo promiscue. Il mio lavoro politico è parlare di quello che non funziona”. l’attore ha anche ricordato i suoi esordi: “A 21 anni raccoglievo tabacco per 3 dollari l’ora. È stato mio cugino, l’attore Miguel Ferrer, a portarmi su un set per la prima volta. A Hollywood per mantenermi facevo l’autista per mia zia Rosemary Clooney e il clan delle sue amiche tra cui Helen O’Connell e la comica Martha Raye”.

Bruxelles boccia l'Imu e di conseguenza Monti. "E' una imposta iniqua che va modificata perché basata su effetti distorsivi". La reazione del sindaco di Roma Alemanno

L'Imu tassa iniqua

L’Imu deve essere una imposta che va modificata perché è una tassa “iniqua”. Deve avere “un effetto redistributivo”, “deve essere modificata in senso più progressivo”. E’ quanto emerge dal Rapporto Ue 2012 su occupazione e sviluppi sociali, secondo cui la vecchia Ici non aveva impatto sulle disuguaglianze. L’Imu, ricorda il rapporto Ue, è stata introdotta nel 2012 “a seguito di raccomandazioni sulla riduzione di un trattamento fiscale favorevole per le abitazioni” e “basata sull’effetto distorsivo relativamente basso delle tasse sulla proprietà e il basso tasso di evasione”. Nella sua architettura, l’Imu, riconosce Bruxelles, “include alcuni aspetti di equità”, come la deduzione di 200 euro per la prima casa, le deduzioni supplementari in caso di figli a carico, e una marcata differenziazione del tasso di imposizione tra prima e seconda casa. Ma, avverte la Commissione, “altri aspetti potrebbero essere ulteriormente migliorati in modo da aumentarne la progressività”. Per esempio, dovrebbero essere aggiornati i valori catastali degli immobili: nonostante sia già stato un passo in avanti l’aumento del 60% dei valori del reddito catastale, si tratta di un aumento proporzionale e non progressivo legato al reale valore di mercato degli immobili, e che quindi non riduce le disuguaglianze di reddito. Dovrebbero poi essere introdotte deduzioni non basate sul reddito e migliorata la definizione di residenza principale e secondaria. Sulla base di simulazioni effettuate con i dati relativi alla vecchia Ici, il rapporto Ue sottolinea che “le tasse sulla proprietà non hanno impatto sulla diseguaglianza in Estonia e in Italia, e sembrano aumentare leggermente la povertà in Italia”. Gianni AlemannoIntanto sulla questione arriva la reazione del Sindaco di Roma Capitale Gianni Alemanno che  afferma: ”Quanto emerge dal rapporto dell’Ue sull’Imu è molto importante. E’ la conferma che bisogna dare la possibilità ai Comuni di modulare questa imposta, come richiesto più volte dall’Anci, così da permettere di tutelare le fasce più deboli”.
Tornando al rapporto, in Italia, con il peggiorare della crisi, c’é un “rischio elevato” di cadere in una “enorme trappola della povertà”: una volta che una persona entra in difficoltà, è molto difficile che riesca ad uscirne, dice ancora il rapporto. Il prolungarsi della crisi economica che ha colpito l’Ue dopo gli Usa, ha “drammaticamente aumentato i rischi di esclusione sociale di lungo periodo”, e questi, si legge nel rapporto, “variano enormemente” tra i diversi stati membri. L’Italia, insieme a Grecia, Spagna, Malta e i paesi Baltici, fa parte del gruppo di paesi in cui “c’é un alto rischio di entrare nella povertà e basse possibilità di uscirne, con la creazione di una massiccia trappola della povertà”. E, avverte Bruxelles, “la situazione sta peggiorando dato che le prospettive attuali sono cupe” per questo gruppo di paesi.”E’ improbabile – è l’allarme del commissario Ue agli affari sociali Lazslo Andor  – che l’Europa vedrà molti miglioramenti socioeconomici nel 2013 a meno che non faccia maggiori progressi anche nella risoluzione credibile della crisi, trovi risorse per gli investimenti necessari e faccia funzionare l’economia reale”.

 

Fallisce la Richard Ginori, leader della porcellana con 300 anni di storia. Copiata dai Cinesi e un'altra vittima della globalizzazione dominata dai musi gialli. Si spera in intervento dello Stato

Richard Ginori
Richard Ginori

La globalizzazione inghiotte, distrugge e sputa vittime eccellenti. L’ultima della serie è il noto brand Made in Italy leader della porcellana, Richard Ginori con trecento anni di gloriosa storia alle spalle. Era l’unica azienda che poteva vantarsi di essere nelle case di tutti gli italiani, prima che i Cinesi entrassero a gamba tesa nel double TO. Chi poteva permetterselo metteva il servizio di piatti nella lista nozze, chi negli anni del boom andava ad abitare nei condomini che spuntavano come funghi nelle metropoli era quasi sicuro di avere il bagno arredato da uno dei marchi più prestigiosi d’Italia. Da oggi è, purtroppo, solo un ricordo lontano. Il Tribunale di Firenze ha infatti dichiarato il fallimento della Richard Ginori. I giudici, chiamati a pronunciarsi sull’eventuale ammissibilità dell’azienda al concordato preventivo, hanno depositato la documentazione. La liquidazione della storica azienda di porcellane, che ha sede a Sesto Fiorentino, iniziata scorsa primavera. Il bilancio consuntivo relativo al 2011 aveva infatti evidenziato perdite piu’ alte rispetto al capitale sociale. Il collegio dei liquidatori ha cercato di percorrere la strada del concordato preventivo. La cordata formata dalle aziende Lenox e Apulum, era stato anche individuata. Un centinaio di lavoratori della Ginori, sul totale dei 314 che da agosto sono in cassa integrazione si trova in questo momento davanti al Palazzo di Giustizia di Firenze, per un presidio organizzato dai Cobas. Rivendicano il diritto al lavoro ma forse, più ogni altra cosa, ripongono la speranza di un salvataggio in extremis per la storica azienda nata ancor prima della Rivoluzione Francese.  Opzione difficile quanto i libri contabili entrano in tribunale. Ma nulla è impossibile. Si spera in un intervento dello Stato poiché se salvano Alitalia, la Rai, carrozzone d’Italia per eccellenza, è giusto tentare il salvataggio della Ginori, (azienda privata come lo era Fiat che ha incassato tanti di quei miliardi dal pubblico…), che ha portato alta la bandiera del Made in Italy nel mondo.
[Red]

Tra Pdl e Lega c'è l'accordo, ma al buio. Unica intesa è che "Berlusconi non sarà premier". Poi "se vinceremo vedremo". La Lega punta su Tremonti, B. dice Alfano cedendo al Carroccio su tasse al Nord

Maroni con Tremonti
Maroni con Tremonti

«Silvio Berlusconi non sarà premier», assicura il leghista Roberto Maroni che conferma l’accordo tra la Lega e il Pdl. L’ex ministro dell’Interno pur esprimendo stima per Angelino Alfano, indicato da Berlusconi quale candidato premier rilancia e per la coalizione punta sull’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremoni, da sempre vicino alle posizioni del Carroccio. «Ho sentito che Silvio Berlusconi ha indicato Angelino Alfano come candidato premier.  E’ una persona che stimo, con cui ho lavorato, non mi dispiace. Ma io mi permetto di indicare Giulio Tremonti» ha affermato il segretario della Lega nel corso di una conferenza stampa nella sede del partito di via Bellerio a Milano. Nell’accordo «non viene indicato, non si dice chi sarà il candidato premier», ma si dice che «non sarà Silvio Berlusconi. Ha accettato perché è un fatto rilevante. Di questo sono soddisfatto e riconoscente». Nell’accordo siglato tra Pdl e Lega «si dice che il candidato premier da suggerire al Presidente della Repubblica sarà indicato di comune accordo da me e da Berlusconi». Il segretario federale della Lega Nord ha assicurato che «nell’accordo c’e’ scritto che il candidato premier non sarà Berlusconi. Non abbiamo fatto un nome». «Berlusconi, poi oggi ha suggerito Alfano e io mi sono permesso di indicare Tremonti, ma è una mia valutazione personale. Dopo le elezioni – ha concluso – daremo vita alla macroregione del Nord» dice soddisfatto del via libera del Pdl alla richiesta leghista di trattenere il 75 per cento delle tasse nelle Regioni del Nord. In sostanza è un accordo al buio. Gli elettori non sapranno con chiarezza chi li governerà se dovesse vincere il centrodestra.
[Eraldo Otis]

 

Il sindaco di Salerno De Luca è il più amato dagli italiani. Per le regioni vince il governatore della Toscana, Rossi.

vincenzo de luca
Vincenzo De Luca

E’ il primo cittadino di Salerno Vincenzo De Luca, il “sindaco più amato” dagli italiani” con il 72% dei consensi. E’ quanto stabilisce il sondaggio annuale Governance Poll 2012, condotto da Ipr Marketing per il quotidiano Il Sole 24 ore. Sul podio, tutto meridionale, seguono poi al secondo posto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando con il 71 percento dei consensi e al terzo posto il sindaco di Agrigento Marco Zambuto. Al quarto posto il sindaco di Verona, il leghista Flavio Tosi.

Ma il dato più importante rilevato dal sondaggio Ipr è il calo di credibilità della classe politica nazionale che incide anche nel consenso agli amministratori locali che nel corso del 2012, complessivamente, hanno diminuito il proprio livello di attrazione, tranne poche eccezioni.

“L’incessante calo di credibilità della classe politica nazionale e l”avvento dei tecnici al governo hanno di fatto sancito la crisi definitiva di un modello consolidato ed esteso di rappresentazione della realtà politica del nostro Paese, generando un calo di consensi generalizzato verso gli amministratori locali” sottolinea il direttore di Ipr Antonio Noto. “Negli anni precedenti, invece – precisa Noto -erano proprio i governi locali a tenere saldo il consenso dei cittadini”.

Tutto il trio di testa della classifica dei sindaci infatti diminuisce il proprio consenso rispetto al giorno delle elezioni. L’unico in crescita e’ il sindaco di Verona Tosi, che aumenta il proprio consenso dell’8,7%, raggiungendo il 66% . Sono 15 gli amministratori che registrano un risultato superiore o pari al 60% mentre sono 71 quelli che godono del consenso di un cittadino su due, valutabile come soglia positiva.
Tra le grandi città si fa notare l’incremento sia del primo cittadino di Milano, Giuliano Pisapia, che oggi è al 60% con un +4,9% dal giorno delle elezioni che del sindaco di Genova, Marco Doria, oggi al 63% con +3,3% dallo scorso maggio quando fu eletto.Invece cala il consenso al Sindaco di Napoli Luigi De Magistris che l’anno scorso risultò vincente nella classifica del Governace Poll ma oggi scende al 59%. In calo anche il primo cittadino grillino di Parma Pizzarotti

Enrico Rossi
Enrico Rossi

che in pochi mesi perde il 7% scendendo al 53%. Stabili sia Piero Fassino (Torino, 58%), che Virginio Merola (Bologna, 52,5). Tra i governatori di regione al primo posto si piazza Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana. Rossi scalza il presidente del Veneto, il leghista Luca Zaia precedendolo di un punto ( 59% contro il 58%). Al terzo posto il Presidente della Emilia Romagna, Vasco Errani.

Dietro il trio di testa, il presidente delle Marche, Gian Mario Spacca e immediatamente dietro Claudio Burlando (Liguria) che incrementa di quasi un punto il proprio consenso rispetto al giorno delle elezioni raggiungendo il 53%. Nella classifica dei presidenti di regione piu’ amati dai propri elettori seguono i governatori di Basilicata e Umbria, De Filippo e Marini, rispettivamente al 52 e 51%. Appaiati al 50% i presidenti di Campania e Puglia, Caldoro e Vendola.

Sotto di loro un trio al 48%, che vede insieme i governatori di Calabria, Friuli Venezia Giulia e Piemonte. Al 45% Giovanni Chiodi, presidente dell’Abruzzo, precede Ugo Cappellacci della Sardegna, (44%). Sono dunque solo 8 i presidenti che conquistano almeno il 50% dei consensi, il primo del PD è appunto Rossi, vincitore della classifica, tra i leghisti prevale Zaia ( al secondo posto dlela classifica) mentre tra i presidenti PDL in testa è Caldoro (in ottava posizione).

Calamaro gigante avvistato nelle acque del Pacifico.

calamaro gigantePer la prima volta una telecamera è riuscita a filmare un calamaro gigante fino a 900 metri di profondità nelle acque del Pacifico.

L’impresa si deve ad un’equipe del Museo scientifico nazionale giapponese che ha lavorato in collaborazione con la rete televisiva pubblica giapponese Nhk e quella americana Discovery Channel.

Il calamaro di color argenteo, il cui nome scientifico è Architeuthis, e’ stato individuato a 630 metri di profondità e seguito con un sommergibile fino a 900 metri.

Il personale dell’equipe è rimasto sorpreso dal gigante marino e ha osservato e documentato tutti i movimenti del calamaro.

Secondo alcune stime si parla di un esemplare che potrebbe sfamare oltre un migliaio di persone. Ma il desiderio di affettarlo e friggerlo s’infrange con lo status di protezione che hanno questi animali.

Calabria, ‘ndrangheta e vittime di racket. Le croci bianche della “Bestia”

cimitero americano firenze croci biancheUna enorme distesa di croci bianche su una terra bagnata dal sangue. Ad ognuna di queste croci è assegnato un nome e sotto ciascuna di esse giacciono loro, gli eroi di una resistenza coraggiosa e solitaria contro la ‘ndrangheta. Erano uomini normali. Avevano affetti, sentimenti, figli. Persone perbene cadute sotto l’arroganza della “Bestia” solo per essersi opposte al racket e alla sopraffazione mafiosa. Gente onesta come Lucio Ferrami, Mario Dodaro, Silvio Sesti, Sergio Cosmai, il bambino Pasqualino Perri, Fazio Cirollo, Antonino Maiorana, Giannino Losardo.

Delitti impuniti e martiri innocenti, dimenticati nei campi arati dall’indifferenza di chi pensava fosse meglio non impicciarsi in affari altrui. Generazioni culturalmente omertose che hanno in parte consegnato ai posteri una Calabria con poche speranze e, forse, con un triste epitaffio già scolpito nel suo destino. Forse. Perché dal sacrificio degli eroi dimenticati sta germogliando una nuova era fatta di libertà e giustizia, di rabbia e voglia di riscatto. Un fermento in continua espansione alimentato da uomini e donne liberi che hanno detto basta alla sindrome della paura. E oggi si dedicano anima e corpo alla missione di rieducare una terra stuprata dalla storia e un popolo soffocato dai mafiosi.

Non sono i professionisti dell’Antimafia. Non sfilano sulle passarelle né cercano telecamere, ma vanno nelle scuole a diffondere il verbo della Legalità. A urlare a viso aperto ai giovani liceali che la ‘ndrangheta fa schifo. Al Liceo Classico “Telesio” di Cosenza diretto da Rosa Barbieri, ieri è stata una giornata emotivamente intensa. Da una parte una sala gremita di studenti, dall’altra persone che contro la “Bestia” sono in prima linea.

Dal sostituto alla Dda di Catanzaro, Vincenzo Luberto a Sabrina Garofalo, del coordinamento cosentino di Libera; dal caposervizio di Gazzetta del Sud, Arcangelo Badolati al presidente del Circolo della Stampa “Sessa”, Gregorio Corigliano, il quale ha spronato i giovani a reagire sottolineando come il cammino nell’educazione legalitaria sia ancora lungo se è vero che a Palermo, secondo il Tagliacarne, solo l’8% dei commercianti dice di pagare il pizzo e soltanto 1.8% è vittima di usura. C’è qualcosa che non quadra mettendo il dato a confronto con quello di Sos Racket, che porta al 50% la percentuale delle estorsioni.

Mafia fantasma? «Le vittime che oggi ricordiamo – ha detto agli studenti Badolati – sono state uccise negli anni in cui ministri e sottosegretari dicevano che la ‘ndrangheta a Cosenza non esisteva». Badolati nel ricordare gli eventi delittuosi ha detto che «il nostro Libero Grassi ce l’abbiamo a casa nostra. Si chiama Lucio Ferrami, il primo a ribellarsi al racket ma nessuno se ne è mai accorto».

Seduti in prima fila commosse Franca Ferrami e Maria Avolio, sorella e moglie dell’imprenditore massacrato dalle ‘ndrine. «Siamo qui – afferma invece Garofalo – per interrogarci sulla nostra missione che è quella di fondare la democrazia su valori di libertà e giustizia».

Appassionato l’intervento del pm antimafia Luberto: «Reagite con sdegno alla sopraffazione – ha detto fra l’altro ai giovani -. Indignatevi e non abbiate paura poiché la vostra paura alimenta il potere economico e criminale della ‘ndrangheta. Rispettate le regole del vivere civile e qualche speranza di riscatto dalla stagione dell’indifferenza può esserci».

Dino Granata

Monti parte dalla valle dei falsi seguaci su Twitter per conquistare Palazzo Chigi. Una "scelta civica"? No, un gesto che stona e gli fa perdere credibilità (e sobrietà).

Una «scelta civica» quIl profilo Twitter di Mario Montiella di Mario Monti? Pare di no, almeno a vedere i primi passi verso la campagna elettorale. Per accorgersi che il senatore a vita non è partito col piede giusto in questa avventura verso Palazzo Chigi basta spulciare qualche followers del profilo ufficiale del prof. @SenatoreMonti. Un account sponsorizzato in pompa magna ma in realtà riserva molte sorprese. Moltissimi sono i cosiddetti profili “fake”, ossia falsi seguaci comprati con pochi spiccioli via paypal o con carta di credito su siti specializzati. Il guaio è che lui, il bocconiano, esulta pure: “Un attimo…1000.007 follower. WOW!! Benvenuti a voi e a quelli che verranno”. Questo è l’ultimo post del professore. Un po’ imbarazzante, ma tant’è!
SecondoPianoNews.Com ha testato qualche giorno fa uno di questi servizi e da circa 600 Followers, in meno di 24 ore,  i followers sono passati a 45.634.SecondoPianoNews.Com
Avremmo potuto comprarne 70 o 100mila. Ma ci siamo tenuti “bassi”, giusto per darne testimonianza giornalistica. Si può fare. Provare per credere.

Altro falso follower

Pagando la modica cifra di 13 dollari, circa 10 euro, il Periodico ha acquistato 40 mila followers fasulli, più cinquemila in omaggio, sempre “fake”.
Curiosando tra i nostri followers e quelli del Senatore Monti (che non è solo in questa pratica di alterazione dei propri seguaci) riscontriamo molte similitudini. Ne troviamo qualcuno in comune, altri – la maggioranza – con zero twitt e zero follower, qualche following.
Falsi profili, insomma, creati ad arte da software ad hoc. Un punto nettamente a sfavore, nel caso di aumentare i followers, per la Twitter, Inc. di San Francisco, società prossima a essere quotata in borsa.
Due punti a sfavore di Mario Monti che proprio ieri ha presentato il simbolo del suo movimento in corsa alle politiche.
Senza commenti l’atteggiamento del Tg1 Rai e di altre testate giornalistiche che nelle loro edizioni continuano a dare spazio alla carica dei “Centomila” follower del dimissionario presidente del Consiglio, con le faccine e i sorrisini di un uomo che tutto esprime tranne il calore tipico degli italiani.

Una follower di Monti che la dice tutta. Ha twittato una sola volta ma il 9 gennaio (Sic!)
Una follower di Monti che la dice tutta. Ha twittato una sola volta il 9 gennaio 2011 (Sic!)

La pratica di acquisto  di “pacchetti”  a buon mercato è abbastanza diffusa sul web. Si possono comprare falsi amici e seguaci; così come gli “I Like” (i cosiddetti “Mi Piace” sulle pagine fan di Facebook), oppure gli “spettatori” di video su YouTube, dove soprattutto artisti blasonati o pseudo tali fanno il botto: molti si ritrovano con milioni di visitatori per canale video.
La nostra era una sperimentazione che abbiamo fatto giusto per comprendere da vicino come funzionava questo mercato della “fiducia” a buon mercato. La fiducia del resto è tutto, dalla moneta ai rapporti interpersonali alla politica.
Lo abbiamo fatto e abbiamo scoperto veri o falsi miti della rete che sono frequentemente coloro che accompagnano (e determinano) la vita dei cittadini, ovvero politici, uomini e donne snob che se la tirano alla grande “visto il seguito”. E’ tutto falso. Tutto gonfiato in un mondo gonfio di ipocrisia che vive di apparenza dietro a un monitor.

Monti non è solo, appunto. Prima di lui nei giorni scorsi, era toccato a Berlusconi spiegare il perché di 100 mila “Followers” in un solo giorno.
Detto questo, il problema, almeno per secondopianonews.com, è come tornare allo stato iniziale. Eliminare 45.000 seguaci – che hanno tutta l’impressione di essere veri, con visi e descrizioni – è veramente esasperante. Profilo fake?Immaginate eliminare uno per uno i circa 70/80 mila di Monti, che da premier uscente candidato a prossimo presidente del Consiglio avrebbe dovuto tenere alto il profilo della credibilità e della sobrietà. Come direbbero a Bologna: “Si è perso in un bicchier d’acqua o nelle pratiche dei Casaleggio di turno”. In questo post vi sono alcuni screenshot fatti a campione sui followers del profilo twitter di Mario Monti, giusto per dimostare che ciò che scriviamo non sono castronerie.

Caos nel Pdl laziale. Storace riceve il battesimo da Berlusconi ma il partito cerca un altro candidato. Dura reazione di Buontempo. Intanto Polverini spende 14 mila euro in tritacarte

Teodoro-BuontempoNel Pdl del Lazio regna il caos politico. Mentre Silvio Berlusconi nei giorni scorsi ha dato il via libera alla candidatura di Francesco Storace de “La Destra”, giurando il suo sostegno, il Pdl regionale è ancora alla ricerca di un candidato per le prossime elezioni. E se nelle prime il sindaco di Roma Alemanno aveva fatto temere un disimpegno  verso il suo amico-avversario, questo è subito rientrato dopo una telefonata tra Storace e il primo cittadino: “Alemanno mi ha giurato che mi sostiene”, ha detto il candidato della Destra. Dura la reazione del presidente del movimento, Teodoro Buontempo: “Mi sorprende – dice – la posizione del Pdl laziale, che cerca ancora un candidato alle Regionali. Un candidato del centrodestra, area di cui il Pdl fa parte, c’è, ed è il segretario de “La Destra”, Francesco Storace, così come chiaramente espresso da Silvio Berlusconi. A chi, nell’ombra, rema in senso contrario, senza il coraggio di metterci la faccia, dico solo che sembra che agisca per danneggiare il centrodestra e ad esclusivo vantaggio personale. Questa cultura del suicidio politico non appartiene a “La Destra”. La nostra chiarezza e la nostra trasparenza non possono essere messe in discussione, al contrario di chi, per uno “strapuntino”, è disposto a lasciare il campo aperto alla vittoria del centrosinistra nel Lazio. Né si può accettare – conclude Buontempo – di nuocere al centrodestra laziale per contrattare posizioni per gli “amici degli amici” a livello nazionale”. E proprio quando si cerca di mettere gli animi d’accordo arriva la bordata di Marco Miccoli del Pd sulla gestione del Pdl alla Regione Lazio guidata da Renata Polverini. “La presidente uscente non finisce mai di stupire e lo fa solo in negativo”, afferma Miccoli. “L’ultimo colpo è stato l’acquisto per 14mila euro di un numero spropositato di distruggi documenti (circa 70) deliberato sotto l’albero di Natale, tra un panettone e un torrone, nel vano tentativo che nessuno se ne accorgesse, in uno stile che potremmo definire malfidato e truffaldino. Le domande ora sorgono spontanee: cosa deve fare la fallimentare giunta uscente con queste macchine? Quali documenti importanti Polverini and company hanno l’urgenza di far sparire?” Evidentemente dopo la brutta parentesi di Er Batman Fiorito sarebbero tantissimi i documenti da buttare nel tritacarte. [Red]

Progetto Sud nasce senza progetto e orfano dei Governatori.

Carfagna Alfano Caldoro  progetto sudPer il Centrodestra oggi è stata una lunga giornata. Almeno per quanti sono stati chiamati a realizzare questo fantomatico “Progetto Sud”, pieno di suspance, come piace al vecchio leader del Pdl Silvio Berlusconi. In via dell’Umiltà, (e non a palazzo Grazioli, come si era detto) raccontano i bene informati, c’è stato un via vai interminabile di personaggi più o meno tali e un lungo incontro tra il segretario del Pdl Angelino Alfano ed i protagonisti del progetto di una lista del Sud alleata al Pdl in vista delle prossime elezioni politiche.

Nella sede del partito sarebbero stati presenti l’ex ministro per gli Affari Regionali Raffaele Fitto e i governatori di Calabria, Campania, Molise, Abruzzo Giuseppe Scopelliti, Stefano Caldoro e Michele Iorio e Gianni Chiodi presidente dell’Abruzzo. Al centro della discussione la possibilità di dare vita appunto ad una lista per il Sud che sia alleata del Pdl alle prossime elezioni politiche, insieme a “Grande Sud” di Micciché e l’Mpa di Lombardo. Una sorta di listone che dovrebbe bilanciare l’asse con la Lega in via di definizione al Nord.

L’accordo secondo alcuni sarebbe naufragato, secondo altri, invece, sarebbe stato raggiunto con riserva. In ogni caso domani (4  gennaio) in una nuova riunione a Roma saranno aggiornate le decisioni. Da ciò che filtra negli ambienti del Pdl Angelino Alfano potrebbe assentarsi per via dei rapporti inclinati con Micciché. Tornando ad oggi, i governatori avrebbero in un  primo tempo rifiutato un impegno diretto dando comunque la loro piena disponibilità a collaborare per la realizzazione del progetto ideato dal’ex premier.

Probabilmente i presidenti potrebbero impegnarsi dall’esterno con un semplice sostegno alle mire elettoralistiche di Berlusconi, anche con liste che portano il loro nome, le cosiddette “liste Coca cola” tanto odiate da Angelino Alfano, dove dovrebbero confluire i maggiorenti degli esecutivi di regione. Finora è dunque tutto in progress. Non c’è niente di definitivo. In realtà di programmi per il Mezzogiorno non c’è nulla. Questo, i quattro governatori di regione lo hanno capito bene fin dall’inizio tanto è vero che su Twitter proprio il governatore campano Caldoro afferma che “Non è un problema di liste. Occorre un programma per il Paese (e per il Sud).
Servono più idee in coalizioni”. Quindi secondo il socialista il Pdl sarebbe allo “sbando totale sul piano dei contenuti e delle proposte”.  Anche il governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti nei mesi scorsi ha sempre rifiutato l’idea di candidarsi: «Non mi farò cacciare dalla Calabria», disse in una intervista riferendosi a chi (come ad esempio i fratelli Gentile, Nino Foti e altri pseudo fedelissimi) auspicavano un suo impegno diretto in Parlamento per lasciare mani libere sulla Regione destinataria in questi anni di miliardi di euro del Por Calabria 2007/2013 e del prossimo 2014/2020. dell'utri berlusconi

Poi in seguito Scopelliti aggiunse che sarebbe stato disposto a candidarsi solo se glielo avesse chiesto il partito. Il partito gliel’ha chiesto ma, evidentemente, il presidente, insieme ai suoi colleghi,  ha ritenuto insufficiente o nulla la proposta politica di questo “Progetto Sud”. Nel diniego vi sarebbe tuttavia una ragione di fondo.

Nel caso del governatore calabrese – che è coordinatore regionale del Pdl – suonerebbe come una nota stonata la candidatura in una lista civica a supporto di un fantomatico progetto per il Sud. Da quello che si apprende, Scopelliti darebbe sì l’appoggio esterno a “Progetto Sud”, ma a Berlusconi e ad Alfano (grande assente al vertice dell’indomani) avrebbe già dato la disponibilità ad una candidatura nella lista ufficiale del Pdl e non in liste civiche fotocopia.

Del resto “Peppe” ha la sua di lista civica che porta il suo nome: “Scopelliti Presidente”. Va da sé che “l’appoggio esterno” si realizza anche per “quieto vivere” e principalmente per non dare ulteriori margini di vittoria al centrosinistra. Comunque sia, si tratta di tattiche elettorali per spiazzare il centrosinistra in vantaggio, per ora, in entrambi i rami del Parlamento, con il Senato sempre ago della bilancia, perché con il Porcellum gli equilibri si giocano su base regionale.

Secondo alcuni, sullo sfondo di questa pensata berlusconiana di metter su la lista del Sud, ci sarebbe il proposito di trovare un salvacondotto a Marcello Dell’Utri, – condannato per estorsione dal metodo mafioso – candidandolo nella Sicilia di Micciché con “Grande Sud”, il suo movimento, e archiviare in qualche modo le feroci diatribe verbali che vi sono state nelle scorse settimane tra il segretario Angelino Alfano e il cofondatore di Forza Italia.

Stesso discorso potrebbe valere per Cosentino candidato nella Campania di Caldoro (regione che vedrà forse candidata Mara Carfagna, assessore del governatore Caldoro) e con tutti gli altri in rotta di collisione con le premesse espresse dal segretario Alfano di non candidare condannati o “perseguitati” dalla Giustizia. Se questo sarebbe l’obiettivo, che senso avrebbe incitare la “fuga” dei governatori dalle loro rispettive regioni? Appunto, troppo riduttivo se non trovare l’uscita dalla porta principale: il Pdl.

Costa Concordia, capitan Schettino in aula per il licenziamento.

SchettinoPrima udienza davanti al giudice del Lavoro di Torre Annunziata (Napoli), Emanuele Rocco, in merito al licenziamento da parte di Costa Crociere del comandante Francesco Schettino. L’udienza, durata un’ora e dieci minuti, si è conclusa con la richiesta di rinvio al 30 gennaio, quando sarà presumibilmente nota la decisione del giudice del tribunale di Genova presso il quale la Costa Crociere ha promosso una causa di lavoro chiedendo di accertare la legittimità del provvedimento di licenziamento. La prossima udienza è fissata per il 9 gennaio.

Francesco Schettino è arrivato attorno alle 8.30, molto prima di quanto previsto. Al termine dell’udienza Schettino, circondato da microfoni e giornalisti, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. “Per piacere, lasciatemi passare”, ha detto prima di salire a bordo di una Meriva (si è seduto al lato passeggeri nella parte anteriore) insieme al suo avvocato, Rosario D’Orazio.

Nel corso dell’udienza a porte chiuse sul ricorso presentato da Francesco Schettino contro il licenziamento da Costa Crociere, il comandante della nave Concordia che lo scorso 13 gennaio andò ad urtare gli scogli in prossimità dell’isola del Giglio non sarebbe mai intervenuto. “Si è discusso solamente di aspetti tecnici, soprattutto legati alla cosiddetta ‘riforma Fornero'”, fa sapere il giudice del Lavoro di Torre Annunziata (Napoli) incaricato del fascicolo, Emanuele Rocco.

“Le parti non hanno parlato. Non è stato necessario e non è stato richiesto dal giudice”. A confermare il silenzio di Francesco Schettino e del rappresentante di Costa Crociere all’udienza tenutasi al tribunale del Lavoro di Torre Annunziata (Napoli) sul ricorso presentato dal comandante della Costa Concordia in merito al suo licenziamento, è uno dei due avvocati della compagnia di navigazione, Stefano Marzuillo (l’altro è Camillo Paroletti). Il giudice Emanuele Rocco oltre ad affrontare le questioni di carattere tecnico legate alla cosiddetta ‘riforma Fornero’ ha anche provato a capire se si potesse addivenire “a un accordo transattivo” sottolinea ancora il legale.

“Ma entrambe le parti – evidenzia Marzuillo al termine della prima udienza e dopo la decisione di rinviare la discussione al prossimo 30 gennaio – hanno sottolineato che era presto per affrontare questo argomento, dovendosi ancora verificare la questione di competenza tra il foro di Genova e quello di Torre Annunziata”. Il punto nodale affrontato questa mattina è stato quello legato “alla ammissibilità o meno di intervenire nella causa da parte del datore di lavoro, nel caso in esame di Costa Crociere”.

Un nodo sul quale ruoterà la prossima udienza in programma al tribunale di Genova il 9 gennaio, dove Costa ha promosso una causa di lavoro chiedendo di accertare la legittimità del licenziamento. “Si tratta di un caso complicato”. Sorride il giudice Emanuele Rocco, che questa mattina ha tenuto la prima udienza al tribunale del Lavoro di Torre Annunziata (Napoli) sul ricorso presentato dal comandante Francesco Schettino contro il licenziamento promosso da Costa Crociere.

La parola “complicato” il giudice la usa per riferirsi agli aspetti legati alla cosiddetta “riforma Fornero”, entrata in vigore nel luglio dello scorso anno per “rispondere – spiega – alle esigenze di velocizzare le problematiche in materia di licenziamento per le aziende che hanno più di 15 dipendenti”. “La legge Fornero – afferma il giudice Rocco – non chiarisce se il ‘rito accelerato’ valga solo per il lavoratore o anche per il datore di lavoro.

Nel caso specifico, Costa ha presentato una pronuncia di accertamento di legittimità del licenziamento. Aspetto sul quale sarà chiamato a rispondere il tribunale di Genova, mentre il comandante Schettino ha impugnato il licenziamento davanti al tribunale di Torre Annunziata. E’ evidente che siamo di fronte a una novità nel panorama giurisprudenziale. In attesa del pronunciamento del tribunale di Genova, ho ritenuto opportuno rinviare la discussione a quando sarà nota tale decisione per operare le scelte che riterrò più opportune”. (Ansa)

Rifiuti, è di nuovo emergenza al Sud

rifiuti in CampaniaAnno nuovo vecchi problemi. I rifiuti sono sempre stato un annoso problema, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno. A Napoli per prevenire l’emergenza l’amministrazione guidata da De Magistris aumenta i  trasferimenti di rifiuti in Olanda con le navi, nonché si prevede la realizzazione di impianti di trattamento della frazione umida.

Sono queste le soluzioni a breve e lungo termine per scongiurare il riproporsi della emergenza rifiuti nella città partenopea. Le iniziative, annunciate dal vicesindaco Tommaso Sodano, prevedono un aumento di viaggi in nave dei rifiuti di tutta la provincia di Napoli a febbraio per sopperire alla chiusura del termovalorizzatore di Acerra per manutenzione fisiologica. E Mentre a Napoli si pensa ad aumentare ad una manciata di chilometri, a Salerno sembra tutto un altro mondo consacrato addirittura dal ministro Barca.

L’impianto di compostaggio del Comune di Salerno è stato inserito dall’Unione Europea nel novero delle buone pratiche d’utilizzo dei fondi comunitari per qualità progettuale, soluzioni tecnologiche adottate, capacità operativa. Il riconoscimento è stato ufficializzato – mediante l’apposizione di una targa – appunto nel corso di una visita nell’impianto del Ministro per la Coesione Territoriale Federico Barca accompagnato dal Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca. Presente il Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. “Questo impianto – ha dichiarato il Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca – ha completato il nostro piano industriale ed operativo per la raccolta, il trattamento ed il riciclo dei rifiuti solidi urbani.

Siamo partiti con la realizzazione delle isole ecologiche per la raccolta degli ingombranti, abbiamo poi raggiunto livelli da primato nazionale per la raccolta differenziata porta a porta, ed infine abbiamo messo in funzione questo impianto completando così la nostra autonomia operativa. E’ un impianto modello, alimentato da pannelli fotovoltaici che smaltisce i rifiuti umidi, produce energia elettrica da biomasse e compost d’alta qualità utilizzato dalle aziende agricole del territorio.

Un sistema esemplare che abbiamo realizzato con una severa programmazione, il coinvolgimento dei cittadini e delle aziende, la collaborazione delle ditte e dei lavoratori impegnati. Il perfetto funzionamento di questo impianto è un modello da seguire, un messaggio chiaro che dal Sud giunge all’Italia intera ed all’Europa. Dobbiamo adesso concentrare i nostri sforzi per eliminare il groviglio di competenze burocratiche che complicano la vicenda rifiuti. Troppi passaggi e troppe competenze comportano dispendio di servizio ed un servizio di minore qualità. Vogliamo semplificare il tutto ed investire anche sul coinvolgimento di altri lavoratori in relazione alle effettive necessità operative”.

Il Ministro Barca ha lodato il modello Salerno. “Questo impianto dimostra che i soldi sono stati spesi bene, che si sono raggiunti i risultati attesi, che si è migliorata la qualità della vita dei cittadini. Stiamo monitorando con grande attenzione l’utilizzo dei fondi comunitari per far si che i cittadini possano esser correttamente informati e compiere le loro valutazione sulla capacità di governo degli amministratori a tutti i livelli.

L’impianto di Salerno è un esempio da seguire”. Il problema si accentua invece in Calabria dove è bastato che dalla fine di novembre non funzionassero per una settimana gli impianti di Tec Veolia a Rossano, Crotone, Siderno e Sambatello, perché si creasse questa situazione di difficoltà, accentuata, negli ultimi giorni, dalla concomitanza con le festività natalizie. Adesso per tornare alla normalità ci vorranno alcuni giorni, ma siamo sulla buona strada”.

A rassicurare sul ritorno in tempi brevi alla normalità nella raccolta dei rifiuti in diverse zone della Calabria è stato il Commissario delegato per il definitivo superamento del contesto di criticità nel settore dei rifiuti solidi urbani in Calabria, Vincenzo Speranza che all’Ansa ha detto: “A questa situazione di difficoltà,  dovuta anche alla particolarità del periodo – ha aggiunto Speranza – si sono aggiunte altre problematiche tecniche per lavori in corso nelle discariche gestite dalla Daneco.

Il momento critico, però è in fase di superamento. A Pianopoli dove sono attuati tre turni di lavoro si stanno conferendo 900 tonnellate di rifiuti al giorno. de luca caldoro barca compostaggioE se non fosse accaduto quel che si e’ verificato a Melicuccà con l’incendio doloso della discarica pronta a partire, peraltro avvenuto con uno strano tempismo, probabilmente i tempi di fuoriuscita dall’emergenza si sarebbero ulteriormente ridotti”. “Anche parecchi comuni del catanzarese – ha detto ancora il commissario – sono usciti o stanno uscendo dall’emergenza e ad Alli abbiamo imposto che ogni tre mezzi del capoluogo passi uno dei comuni.

Situazione in miglioramento anche a Reggio Calabria”. Speranza, che sta proseguendo il suo lavoro (la sua nomina e’ scaduta lo scorso 31 dicembre), ha precisato che “l’ufficio del Commissario è ancora funzionante in regime di prorogatio per almeno altri 45 giorni, come prevede la legge del ’94”. In Puglia analoga situazione mentre a Palermo, in Sicilia, si prova a  prova a uscire dall’emergenza rifiuti. Continuano, infatti, le attività di recupero della raccolta ingolfatasi soprattutto dopo le festività natalizie; già da ieri il servizio è  entrato a regime e gli itinerari di raccolta nei tre turni antimeridiano, pomeridiano e notturno) sono tutti coperti riuscendo a prelevare rispetto ai conferimenti giornalieri, che si attestano ad 850 tonnellate, circa un 20% in piu’. Il servizio “sara’ del tutto normalizzato entro la fine della settimana”, prevedono all’Amia, l’azienda di igiene ambientale, attualmente commissariata.

Saldi al via tra crisi e pochi quattrini. Domani si parte al Sud

saldi e soldiBasilicata, Campania e Sicilia daranno il via, domani, ai saldi invernali. Poi, da sabato, seguiranno le altre regioni fatta eccezione per la provincia di Trento in cui i commercianti fisseranno liberamente i periodi di sconto.

Ma sia le associazioni dei dettaglianti, sia quelle dei consumatori, vedono gli italiani alla caccia dell’occasione con pochi soldi da spendere nelle tasche. In molte città i saldi sono già praticati da Natale. Attenzione alle truffe e ai saldi fittizi.

Diffidare di sconti troppo elevati e del prezzo scritto a penna, tantomeno di etichette nuove per l’occasione. Alcuni commercianti potrebbero rifilare scarti di magazzino pur di liberarlo. Le migliori occasioni sono scontati alla cassa con il prezzo originario sull’etichetta, (senza talloncini apposti sopra).

Secondo Confcommercio ogni famiglia spenderà in media 359 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento ed accessori, per un valore complessivo di 5,6 miliardi, pari al 18% del fatturato di questi comparti. Per Federconsumatori e Adusbef, che prevedono un calo della spesa del 18,8% rispetto allo scorso anno, il budget familiare sara’ ancora piu’ risicato: 219 euro. Mentre il Condacons, secondo il quale il calo degli acquisti raggiungera’ un -15%, la spesa media sara’ di 224 euro a nucleo familiare.

Confcommercio calcola che saranno 15,8 milioni le famiglie italiane, su un totale di 25,5 milioni, che approfitteranno dei saldi. E, l’acquisto medio per persona, sara’ di 150 euro. ”I saldi – afferma Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia e vice presidente di Confcommercio – rappresentano un appuntamento annuale irrinunciabile ed anche uno straordinario rito collettivo capace di attrarre l’interesse di quasi 16 milioni di famiglie italiane e di numerosissimi turisti stranieri affascinati dal made in Italy.

Ma, in questo periodo speriamo possano rappresentare una chance per i negozianti del settore moda dopo una stagione come quella di quest’ autunno/inverno partita col freno tirato e per i consumatori per soddisfare una necessita’ e/o un desiderio con l’acquisto di un capo di qualita’ a prezzo piu’ accessibile. I saldi di quest’anno saranno caratterizzati da qualita’, ampiezza di assortimento e soprattutto prezzi, con percentuali di sconto veramente allettanti”.

Alla luce dell’andamento dei consumi di Natale e’ evidente – sottolineano Federconsumatori e Adusbef – che la mancata decisione di anticipare i saldi e’ stata del tutto fallimentare”. Inoltre ”le famiglie, dopo il Natale e le scadenze di fine anno, hanno esaurito il proprio budget a disposizione per le ‘spese extra’, quindi saranno pochissimi coloro che si apprestano ad approfittare dei saldi”. Le previsioni di Confcommercio dunque ”sono troppo positive e purtroppo non avranno riscontro nella realta”’. Diminuisce – secondo le 2 associazioni – anche il numero delle famiglie che si dichiarano propense ad acquistare a saldo: saranno il 36%-37%, pari a 8,9 milioni di nuclei. Cala anche la spesa media, pari a 219 euro a famiglia,per complessivi 1,95 miliardi.

”Le famiglie italiane non hanno più soldi”, afferma il presidente Codacons Carlo Rienzi. La partenza degli sconti invernali subito dopo le feste di Natale e di Capodanno rappresenta una scelta sbagliata perché i saldi iniziano quando i portafogli degli italiani sono gia’ stati svuotati”. La spesa media degli italiani – per il Codacons – sara’ pari a 224 euro a famiglia e solo il 40% dei nuclei familiari potra’ effettuare qualche acquisto durante gli sconti invernali. L’associazione ricorda che rispetto a 4anni fa il budget delle famiglie per i saldi e’ diminuito del 50,2%.

I botti di Capodanno fanno "danni", ma meno dell'anno scorso

Capodanno-2013Due morti in Campania e 361 feriti in tutta Italia, tra cui 53 bambini che hanno meno di 12 anni. Questo il tragico bilancio, secondo i dati resi noti dalla polizia, degli incidenti avvenuti durante la notte di San Silvestro causati da botti e fuochi d’artificio.

La nota positiva è legata al fatto i botti di Capodanno hanno fatto meno danni dell’anno scorso. I feriti sono in sensibile calo rispetto all’anno scorso, quando se ne registrarono 561; in sensibile diminuzione anche il numero dei feriti gravi con oltre 40 giorni di prognosi, che passa dai 35 dello scorso anno a 29 nel 2013.

Quest’anno sono state sequestrate 23 tonnellate di manufatti esplodenti illegali contro le 8 tonnellate dello scorso anno.  Le due vittime sono Pasquale Zacchia, un ristoratore di 51 anni morto a Pontelatone, nel Casertano, mentre stava testando i fuochi per i suoi clienti, e Antonio Serino, un imprenditore edile di 49 anni originario di Montefusco (Avellino).

Quest’ultimo era con i familiari in una villa di San Martino Sannita (Benevento) quando un razzo partito inavvertitamente lo ha colpito al volto. E’ deceduto sul colpo. A Napoli si registra anche un’altra vittima: un pensionato di 81 anni, Giuseppe Lombardi, è morto per lo scoppio di una bombola di gas, mentre una coppia di anziani è stata trovata morta in una casa di montagna dove era andata per trascorrere il Capodanno, a Dior di Dierico, in Friuli. A causare la morte sarebbero state esalazioni di monossido di carbonio.

Un grosso incendio si è sviluppato ieri sera in un albergo di Corvara, in Alto Adige, il ‘Piz da lec’. La struttura è stata distrutta dal fuoco, compresi una pizzeria e un ristorante nello stesso edificio, con danni molto ingenti. Cento persone sono state evacuate, due i feriti in modo lieve. Anche se in miglioramento, rispetto al 2012, e’ lungo l’elenco dei feriti causati dai ‘botti’, 361 per l’esattezza, alcuni dei quali hanno perso l’uso della mano o hanno subito l’amputazione di alcune dita, oppure rischiano un occhio per alcune schegge di petardo.

Ancora una volta la Campania è in testa a questa classifica di sangue, con 107 feriti tra cui molti minorenni (e tra questi un bimbo di 2 anni nel salernitano). Un ferito grave nelle Marche, 18 in Puglia, 10 in Calabria, di cui uno in gravi condizioni. Due ragazze a Roma sono ricoverate in ospedale, una è in coma etilico, dopo aver partecipato ad una festa in discoteca; si sospetta che abbiano assunto anche droghe. Grave anche il bilancio degli incidenti stradali che e’ di almeno 12 vittime, tre delle quali decedute in altrettanti sinistri avvenuti nella notte nella sola Sardegna.

botti petardi feriti capodannoE mentre a Napoli, Livorno, Viareggio e a Brindisi si sono tuffati a mare numerosi coraggiosi – tra loro, a Brindisi, una decina di donne e un bambino di 6 anni – sfidando il freddo, a Roma Maurizio Palmulli, in arte Mister Ok, si è tuffato per la 25ma volta nel Tevere per festeggiare l’arrivo del nuovo anno.

Questa volta sara’ pero’ anche l’ultima: a 60 anni appena compiuti il bagnino lascia il testimone a Marco Fois, l’impavido tuffatore che lo accompagna da 12 anni nelle acque del Tevere il primo giorno dell’anno. Tuffo per 15 persone anche nell’Arno a Firenze e per 30 nelle acque gelide del Garda. A Reggio Calabria stamane una cinquantina di persone si sono tuffate nelle acque dello Stretto di Messina.
Tanti e affollati i festeggiamenti in piazza: a Napoli il lungomare è stato trasformato in una sorta di discoteca all’aperto; così la città ha salutato l’arrivo del nuovo anno, rompendo con la tradizione con il brindisi della notte di San Silvestro in piazza Plebiscito.
Otre 70 mila persone hanno salutato in Piazza San Marco a Venezia l’arrivo del 2013, facendo festa all’insegna della ‘White Venice’, lo spettacolo a cui il pubblico è stato invitato a presentarsi con abiti bianchi o, come molti hanno fatto, con una maschera bianca sul volto.

Grande folla anche a Roma, ai Fori Imperiali, per il concerto gratuito di fine anno: qui 300mila persone si sono ritrovate per festeggiare l’arrivo del 2013. Infine, in ventimila hanno brindato in piazza Maggiore, a Bologna, settemila in piazza Vittoria, a Gorizia, mentre il Capodanno e’ stato festeggiato in piazza San Carlo a Torino con la sfilata della fanfara bretone Bagad d’Erguè-Arme.

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