5 Ottobre 2024

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Calabria, ‘ndrangheta e vittime di racket. Le croci bianche della “Bestia”

cimitero americano firenze croci biancheUna enorme distesa di croci bianche su una terra bagnata dal sangue. Ad ognuna di queste croci è assegnato un nome e sotto ciascuna di esse giacciono loro, gli eroi di una resistenza coraggiosa e solitaria contro la ‘ndrangheta. Erano uomini normali. Avevano affetti, sentimenti, figli. Persone perbene cadute sotto l’arroganza della “Bestia” solo per essersi opposte al racket e alla sopraffazione mafiosa. Gente onesta come Lucio Ferrami, Mario Dodaro, Silvio Sesti, Sergio Cosmai, il bambino Pasqualino Perri, Fazio Cirollo, Antonino Maiorana, Giannino Losardo.

Delitti impuniti e martiri innocenti, dimenticati nei campi arati dall’indifferenza di chi pensava fosse meglio non impicciarsi in affari altrui. Generazioni culturalmente omertose che hanno in parte consegnato ai posteri una Calabria con poche speranze e, forse, con un triste epitaffio già scolpito nel suo destino. Forse. Perché dal sacrificio degli eroi dimenticati sta germogliando una nuova era fatta di libertà e giustizia, di rabbia e voglia di riscatto. Un fermento in continua espansione alimentato da uomini e donne liberi che hanno detto basta alla sindrome della paura. E oggi si dedicano anima e corpo alla missione di rieducare una terra stuprata dalla storia e un popolo soffocato dai mafiosi.

Non sono i professionisti dell’Antimafia. Non sfilano sulle passarelle né cercano telecamere, ma vanno nelle scuole a diffondere il verbo della Legalità. A urlare a viso aperto ai giovani liceali che la ‘ndrangheta fa schifo. Al Liceo Classico “Telesio” di Cosenza diretto da Rosa Barbieri, ieri è stata una giornata emotivamente intensa. Da una parte una sala gremita di studenti, dall’altra persone che contro la “Bestia” sono in prima linea.

Dal sostituto alla Dda di Catanzaro, Vincenzo Luberto a Sabrina Garofalo, del coordinamento cosentino di Libera; dal caposervizio di Gazzetta del Sud, Arcangelo Badolati al presidente del Circolo della Stampa “Sessa”, Gregorio Corigliano, il quale ha spronato i giovani a reagire sottolineando come il cammino nell’educazione legalitaria sia ancora lungo se è vero che a Palermo, secondo il Tagliacarne, solo l’8% dei commercianti dice di pagare il pizzo e soltanto 1.8% è vittima di usura. C’è qualcosa che non quadra mettendo il dato a confronto con quello di Sos Racket, che porta al 50% la percentuale delle estorsioni.

Mafia fantasma? «Le vittime che oggi ricordiamo – ha detto agli studenti Badolati – sono state uccise negli anni in cui ministri e sottosegretari dicevano che la ‘ndrangheta a Cosenza non esisteva». Badolati nel ricordare gli eventi delittuosi ha detto che «il nostro Libero Grassi ce l’abbiamo a casa nostra. Si chiama Lucio Ferrami, il primo a ribellarsi al racket ma nessuno se ne è mai accorto».

Seduti in prima fila commosse Franca Ferrami e Maria Avolio, sorella e moglie dell’imprenditore massacrato dalle ‘ndrine. «Siamo qui – afferma invece Garofalo – per interrogarci sulla nostra missione che è quella di fondare la democrazia su valori di libertà e giustizia».

Appassionato l’intervento del pm antimafia Luberto: «Reagite con sdegno alla sopraffazione – ha detto fra l’altro ai giovani -. Indignatevi e non abbiate paura poiché la vostra paura alimenta il potere economico e criminale della ‘ndrangheta. Rispettate le regole del vivere civile e qualche speranza di riscatto dalla stagione dell’indifferenza può esserci».

Dino Granata

Monti parte dalla valle dei falsi seguaci su Twitter per conquistare Palazzo Chigi. Una "scelta civica"? No, un gesto che stona e gli fa perdere credibilità (e sobrietà).

Una «scelta civica» quIl profilo Twitter di Mario Montiella di Mario Monti? Pare di no, almeno a vedere i primi passi verso la campagna elettorale. Per accorgersi che il senatore a vita non è partito col piede giusto in questa avventura verso Palazzo Chigi basta spulciare qualche followers del profilo ufficiale del prof. @SenatoreMonti. Un account sponsorizzato in pompa magna ma in realtà riserva molte sorprese. Moltissimi sono i cosiddetti profili “fake”, ossia falsi seguaci comprati con pochi spiccioli via paypal o con carta di credito su siti specializzati. Il guaio è che lui, il bocconiano, esulta pure: “Un attimo…1000.007 follower. WOW!! Benvenuti a voi e a quelli che verranno”. Questo è l’ultimo post del professore. Un po’ imbarazzante, ma tant’è!
SecondoPianoNews.Com ha testato qualche giorno fa uno di questi servizi e da circa 600 Followers, in meno di 24 ore,  i followers sono passati a 45.634.SecondoPianoNews.Com
Avremmo potuto comprarne 70 o 100mila. Ma ci siamo tenuti “bassi”, giusto per darne testimonianza giornalistica. Si può fare. Provare per credere.

Altro falso follower

Pagando la modica cifra di 13 dollari, circa 10 euro, il Periodico ha acquistato 40 mila followers fasulli, più cinquemila in omaggio, sempre “fake”.
Curiosando tra i nostri followers e quelli del Senatore Monti (che non è solo in questa pratica di alterazione dei propri seguaci) riscontriamo molte similitudini. Ne troviamo qualcuno in comune, altri – la maggioranza – con zero twitt e zero follower, qualche following.
Falsi profili, insomma, creati ad arte da software ad hoc. Un punto nettamente a sfavore, nel caso di aumentare i followers, per la Twitter, Inc. di San Francisco, società prossima a essere quotata in borsa.
Due punti a sfavore di Mario Monti che proprio ieri ha presentato il simbolo del suo movimento in corsa alle politiche.
Senza commenti l’atteggiamento del Tg1 Rai e di altre testate giornalistiche che nelle loro edizioni continuano a dare spazio alla carica dei “Centomila” follower del dimissionario presidente del Consiglio, con le faccine e i sorrisini di un uomo che tutto esprime tranne il calore tipico degli italiani.

Una follower di Monti che la dice tutta. Ha twittato una sola volta ma il 9 gennaio (Sic!)
Una follower di Monti che la dice tutta. Ha twittato una sola volta il 9 gennaio 2011 (Sic!)

La pratica di acquisto  di “pacchetti”  a buon mercato è abbastanza diffusa sul web. Si possono comprare falsi amici e seguaci; così come gli “I Like” (i cosiddetti “Mi Piace” sulle pagine fan di Facebook), oppure gli “spettatori” di video su YouTube, dove soprattutto artisti blasonati o pseudo tali fanno il botto: molti si ritrovano con milioni di visitatori per canale video.
La nostra era una sperimentazione che abbiamo fatto giusto per comprendere da vicino come funzionava questo mercato della “fiducia” a buon mercato. La fiducia del resto è tutto, dalla moneta ai rapporti interpersonali alla politica.
Lo abbiamo fatto e abbiamo scoperto veri o falsi miti della rete che sono frequentemente coloro che accompagnano (e determinano) la vita dei cittadini, ovvero politici, uomini e donne snob che se la tirano alla grande “visto il seguito”. E’ tutto falso. Tutto gonfiato in un mondo gonfio di ipocrisia che vive di apparenza dietro a un monitor.

Monti non è solo, appunto. Prima di lui nei giorni scorsi, era toccato a Berlusconi spiegare il perché di 100 mila “Followers” in un solo giorno.
Detto questo, il problema, almeno per secondopianonews.com, è come tornare allo stato iniziale. Eliminare 45.000 seguaci – che hanno tutta l’impressione di essere veri, con visi e descrizioni – è veramente esasperante. Profilo fake?Immaginate eliminare uno per uno i circa 70/80 mila di Monti, che da premier uscente candidato a prossimo presidente del Consiglio avrebbe dovuto tenere alto il profilo della credibilità e della sobrietà. Come direbbero a Bologna: “Si è perso in un bicchier d’acqua o nelle pratiche dei Casaleggio di turno”. In questo post vi sono alcuni screenshot fatti a campione sui followers del profilo twitter di Mario Monti, giusto per dimostare che ciò che scriviamo non sono castronerie.

Caos nel Pdl laziale. Storace riceve il battesimo da Berlusconi ma il partito cerca un altro candidato. Dura reazione di Buontempo. Intanto Polverini spende 14 mila euro in tritacarte

Teodoro-BuontempoNel Pdl del Lazio regna il caos politico. Mentre Silvio Berlusconi nei giorni scorsi ha dato il via libera alla candidatura di Francesco Storace de “La Destra”, giurando il suo sostegno, il Pdl regionale è ancora alla ricerca di un candidato per le prossime elezioni. E se nelle prime il sindaco di Roma Alemanno aveva fatto temere un disimpegno  verso il suo amico-avversario, questo è subito rientrato dopo una telefonata tra Storace e il primo cittadino: “Alemanno mi ha giurato che mi sostiene”, ha detto il candidato della Destra. Dura la reazione del presidente del movimento, Teodoro Buontempo: “Mi sorprende – dice – la posizione del Pdl laziale, che cerca ancora un candidato alle Regionali. Un candidato del centrodestra, area di cui il Pdl fa parte, c’è, ed è il segretario de “La Destra”, Francesco Storace, così come chiaramente espresso da Silvio Berlusconi. A chi, nell’ombra, rema in senso contrario, senza il coraggio di metterci la faccia, dico solo che sembra che agisca per danneggiare il centrodestra e ad esclusivo vantaggio personale. Questa cultura del suicidio politico non appartiene a “La Destra”. La nostra chiarezza e la nostra trasparenza non possono essere messe in discussione, al contrario di chi, per uno “strapuntino”, è disposto a lasciare il campo aperto alla vittoria del centrosinistra nel Lazio. Né si può accettare – conclude Buontempo – di nuocere al centrodestra laziale per contrattare posizioni per gli “amici degli amici” a livello nazionale”. E proprio quando si cerca di mettere gli animi d’accordo arriva la bordata di Marco Miccoli del Pd sulla gestione del Pdl alla Regione Lazio guidata da Renata Polverini. “La presidente uscente non finisce mai di stupire e lo fa solo in negativo”, afferma Miccoli. “L’ultimo colpo è stato l’acquisto per 14mila euro di un numero spropositato di distruggi documenti (circa 70) deliberato sotto l’albero di Natale, tra un panettone e un torrone, nel vano tentativo che nessuno se ne accorgesse, in uno stile che potremmo definire malfidato e truffaldino. Le domande ora sorgono spontanee: cosa deve fare la fallimentare giunta uscente con queste macchine? Quali documenti importanti Polverini and company hanno l’urgenza di far sparire?” Evidentemente dopo la brutta parentesi di Er Batman Fiorito sarebbero tantissimi i documenti da buttare nel tritacarte. [Red]

Progetto Sud nasce senza progetto e orfano dei Governatori.

Carfagna Alfano Caldoro  progetto sudPer il Centrodestra oggi è stata una lunga giornata. Almeno per quanti sono stati chiamati a realizzare questo fantomatico “Progetto Sud”, pieno di suspance, come piace al vecchio leader del Pdl Silvio Berlusconi. In via dell’Umiltà, (e non a palazzo Grazioli, come si era detto) raccontano i bene informati, c’è stato un via vai interminabile di personaggi più o meno tali e un lungo incontro tra il segretario del Pdl Angelino Alfano ed i protagonisti del progetto di una lista del Sud alleata al Pdl in vista delle prossime elezioni politiche.

Nella sede del partito sarebbero stati presenti l’ex ministro per gli Affari Regionali Raffaele Fitto e i governatori di Calabria, Campania, Molise, Abruzzo Giuseppe Scopelliti, Stefano Caldoro e Michele Iorio e Gianni Chiodi presidente dell’Abruzzo. Al centro della discussione la possibilità di dare vita appunto ad una lista per il Sud che sia alleata del Pdl alle prossime elezioni politiche, insieme a “Grande Sud” di Micciché e l’Mpa di Lombardo. Una sorta di listone che dovrebbe bilanciare l’asse con la Lega in via di definizione al Nord.

L’accordo secondo alcuni sarebbe naufragato, secondo altri, invece, sarebbe stato raggiunto con riserva. In ogni caso domani (4  gennaio) in una nuova riunione a Roma saranno aggiornate le decisioni. Da ciò che filtra negli ambienti del Pdl Angelino Alfano potrebbe assentarsi per via dei rapporti inclinati con Micciché. Tornando ad oggi, i governatori avrebbero in un  primo tempo rifiutato un impegno diretto dando comunque la loro piena disponibilità a collaborare per la realizzazione del progetto ideato dal’ex premier.

Probabilmente i presidenti potrebbero impegnarsi dall’esterno con un semplice sostegno alle mire elettoralistiche di Berlusconi, anche con liste che portano il loro nome, le cosiddette “liste Coca cola” tanto odiate da Angelino Alfano, dove dovrebbero confluire i maggiorenti degli esecutivi di regione. Finora è dunque tutto in progress. Non c’è niente di definitivo. In realtà di programmi per il Mezzogiorno non c’è nulla. Questo, i quattro governatori di regione lo hanno capito bene fin dall’inizio tanto è vero che su Twitter proprio il governatore campano Caldoro afferma che “Non è un problema di liste. Occorre un programma per il Paese (e per il Sud).
Servono più idee in coalizioni”. Quindi secondo il socialista il Pdl sarebbe allo “sbando totale sul piano dei contenuti e delle proposte”.  Anche il governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti nei mesi scorsi ha sempre rifiutato l’idea di candidarsi: «Non mi farò cacciare dalla Calabria», disse in una intervista riferendosi a chi (come ad esempio i fratelli Gentile, Nino Foti e altri pseudo fedelissimi) auspicavano un suo impegno diretto in Parlamento per lasciare mani libere sulla Regione destinataria in questi anni di miliardi di euro del Por Calabria 2007/2013 e del prossimo 2014/2020. dell'utri berlusconi

Poi in seguito Scopelliti aggiunse che sarebbe stato disposto a candidarsi solo se glielo avesse chiesto il partito. Il partito gliel’ha chiesto ma, evidentemente, il presidente, insieme ai suoi colleghi,  ha ritenuto insufficiente o nulla la proposta politica di questo “Progetto Sud”. Nel diniego vi sarebbe tuttavia una ragione di fondo.

Nel caso del governatore calabrese – che è coordinatore regionale del Pdl – suonerebbe come una nota stonata la candidatura in una lista civica a supporto di un fantomatico progetto per il Sud. Da quello che si apprende, Scopelliti darebbe sì l’appoggio esterno a “Progetto Sud”, ma a Berlusconi e ad Alfano (grande assente al vertice dell’indomani) avrebbe già dato la disponibilità ad una candidatura nella lista ufficiale del Pdl e non in liste civiche fotocopia.

Del resto “Peppe” ha la sua di lista civica che porta il suo nome: “Scopelliti Presidente”. Va da sé che “l’appoggio esterno” si realizza anche per “quieto vivere” e principalmente per non dare ulteriori margini di vittoria al centrosinistra. Comunque sia, si tratta di tattiche elettorali per spiazzare il centrosinistra in vantaggio, per ora, in entrambi i rami del Parlamento, con il Senato sempre ago della bilancia, perché con il Porcellum gli equilibri si giocano su base regionale.

Secondo alcuni, sullo sfondo di questa pensata berlusconiana di metter su la lista del Sud, ci sarebbe il proposito di trovare un salvacondotto a Marcello Dell’Utri, – condannato per estorsione dal metodo mafioso – candidandolo nella Sicilia di Micciché con “Grande Sud”, il suo movimento, e archiviare in qualche modo le feroci diatribe verbali che vi sono state nelle scorse settimane tra il segretario Angelino Alfano e il cofondatore di Forza Italia.

Stesso discorso potrebbe valere per Cosentino candidato nella Campania di Caldoro (regione che vedrà forse candidata Mara Carfagna, assessore del governatore Caldoro) e con tutti gli altri in rotta di collisione con le premesse espresse dal segretario Alfano di non candidare condannati o “perseguitati” dalla Giustizia. Se questo sarebbe l’obiettivo, che senso avrebbe incitare la “fuga” dei governatori dalle loro rispettive regioni? Appunto, troppo riduttivo se non trovare l’uscita dalla porta principale: il Pdl.

Costa Concordia, capitan Schettino in aula per il licenziamento.

SchettinoPrima udienza davanti al giudice del Lavoro di Torre Annunziata (Napoli), Emanuele Rocco, in merito al licenziamento da parte di Costa Crociere del comandante Francesco Schettino. L’udienza, durata un’ora e dieci minuti, si è conclusa con la richiesta di rinvio al 30 gennaio, quando sarà presumibilmente nota la decisione del giudice del tribunale di Genova presso il quale la Costa Crociere ha promosso una causa di lavoro chiedendo di accertare la legittimità del provvedimento di licenziamento. La prossima udienza è fissata per il 9 gennaio.

Francesco Schettino è arrivato attorno alle 8.30, molto prima di quanto previsto. Al termine dell’udienza Schettino, circondato da microfoni e giornalisti, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. “Per piacere, lasciatemi passare”, ha detto prima di salire a bordo di una Meriva (si è seduto al lato passeggeri nella parte anteriore) insieme al suo avvocato, Rosario D’Orazio.

Nel corso dell’udienza a porte chiuse sul ricorso presentato da Francesco Schettino contro il licenziamento da Costa Crociere, il comandante della nave Concordia che lo scorso 13 gennaio andò ad urtare gli scogli in prossimità dell’isola del Giglio non sarebbe mai intervenuto. “Si è discusso solamente di aspetti tecnici, soprattutto legati alla cosiddetta ‘riforma Fornero'”, fa sapere il giudice del Lavoro di Torre Annunziata (Napoli) incaricato del fascicolo, Emanuele Rocco.

“Le parti non hanno parlato. Non è stato necessario e non è stato richiesto dal giudice”. A confermare il silenzio di Francesco Schettino e del rappresentante di Costa Crociere all’udienza tenutasi al tribunale del Lavoro di Torre Annunziata (Napoli) sul ricorso presentato dal comandante della Costa Concordia in merito al suo licenziamento, è uno dei due avvocati della compagnia di navigazione, Stefano Marzuillo (l’altro è Camillo Paroletti). Il giudice Emanuele Rocco oltre ad affrontare le questioni di carattere tecnico legate alla cosiddetta ‘riforma Fornero’ ha anche provato a capire se si potesse addivenire “a un accordo transattivo” sottolinea ancora il legale.

“Ma entrambe le parti – evidenzia Marzuillo al termine della prima udienza e dopo la decisione di rinviare la discussione al prossimo 30 gennaio – hanno sottolineato che era presto per affrontare questo argomento, dovendosi ancora verificare la questione di competenza tra il foro di Genova e quello di Torre Annunziata”. Il punto nodale affrontato questa mattina è stato quello legato “alla ammissibilità o meno di intervenire nella causa da parte del datore di lavoro, nel caso in esame di Costa Crociere”.

Un nodo sul quale ruoterà la prossima udienza in programma al tribunale di Genova il 9 gennaio, dove Costa ha promosso una causa di lavoro chiedendo di accertare la legittimità del licenziamento. “Si tratta di un caso complicato”. Sorride il giudice Emanuele Rocco, che questa mattina ha tenuto la prima udienza al tribunale del Lavoro di Torre Annunziata (Napoli) sul ricorso presentato dal comandante Francesco Schettino contro il licenziamento promosso da Costa Crociere.

La parola “complicato” il giudice la usa per riferirsi agli aspetti legati alla cosiddetta “riforma Fornero”, entrata in vigore nel luglio dello scorso anno per “rispondere – spiega – alle esigenze di velocizzare le problematiche in materia di licenziamento per le aziende che hanno più di 15 dipendenti”. “La legge Fornero – afferma il giudice Rocco – non chiarisce se il ‘rito accelerato’ valga solo per il lavoratore o anche per il datore di lavoro.

Nel caso specifico, Costa ha presentato una pronuncia di accertamento di legittimità del licenziamento. Aspetto sul quale sarà chiamato a rispondere il tribunale di Genova, mentre il comandante Schettino ha impugnato il licenziamento davanti al tribunale di Torre Annunziata. E’ evidente che siamo di fronte a una novità nel panorama giurisprudenziale. In attesa del pronunciamento del tribunale di Genova, ho ritenuto opportuno rinviare la discussione a quando sarà nota tale decisione per operare le scelte che riterrò più opportune”. (Ansa)

Rifiuti, è di nuovo emergenza al Sud

rifiuti in CampaniaAnno nuovo vecchi problemi. I rifiuti sono sempre stato un annoso problema, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno. A Napoli per prevenire l’emergenza l’amministrazione guidata da De Magistris aumenta i  trasferimenti di rifiuti in Olanda con le navi, nonché si prevede la realizzazione di impianti di trattamento della frazione umida.

Sono queste le soluzioni a breve e lungo termine per scongiurare il riproporsi della emergenza rifiuti nella città partenopea. Le iniziative, annunciate dal vicesindaco Tommaso Sodano, prevedono un aumento di viaggi in nave dei rifiuti di tutta la provincia di Napoli a febbraio per sopperire alla chiusura del termovalorizzatore di Acerra per manutenzione fisiologica. E Mentre a Napoli si pensa ad aumentare ad una manciata di chilometri, a Salerno sembra tutto un altro mondo consacrato addirittura dal ministro Barca.

L’impianto di compostaggio del Comune di Salerno è stato inserito dall’Unione Europea nel novero delle buone pratiche d’utilizzo dei fondi comunitari per qualità progettuale, soluzioni tecnologiche adottate, capacità operativa. Il riconoscimento è stato ufficializzato – mediante l’apposizione di una targa – appunto nel corso di una visita nell’impianto del Ministro per la Coesione Territoriale Federico Barca accompagnato dal Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca. Presente il Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. “Questo impianto – ha dichiarato il Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca – ha completato il nostro piano industriale ed operativo per la raccolta, il trattamento ed il riciclo dei rifiuti solidi urbani.

Siamo partiti con la realizzazione delle isole ecologiche per la raccolta degli ingombranti, abbiamo poi raggiunto livelli da primato nazionale per la raccolta differenziata porta a porta, ed infine abbiamo messo in funzione questo impianto completando così la nostra autonomia operativa. E’ un impianto modello, alimentato da pannelli fotovoltaici che smaltisce i rifiuti umidi, produce energia elettrica da biomasse e compost d’alta qualità utilizzato dalle aziende agricole del territorio.

Un sistema esemplare che abbiamo realizzato con una severa programmazione, il coinvolgimento dei cittadini e delle aziende, la collaborazione delle ditte e dei lavoratori impegnati. Il perfetto funzionamento di questo impianto è un modello da seguire, un messaggio chiaro che dal Sud giunge all’Italia intera ed all’Europa. Dobbiamo adesso concentrare i nostri sforzi per eliminare il groviglio di competenze burocratiche che complicano la vicenda rifiuti. Troppi passaggi e troppe competenze comportano dispendio di servizio ed un servizio di minore qualità. Vogliamo semplificare il tutto ed investire anche sul coinvolgimento di altri lavoratori in relazione alle effettive necessità operative”.

Il Ministro Barca ha lodato il modello Salerno. “Questo impianto dimostra che i soldi sono stati spesi bene, che si sono raggiunti i risultati attesi, che si è migliorata la qualità della vita dei cittadini. Stiamo monitorando con grande attenzione l’utilizzo dei fondi comunitari per far si che i cittadini possano esser correttamente informati e compiere le loro valutazione sulla capacità di governo degli amministratori a tutti i livelli.

L’impianto di Salerno è un esempio da seguire”. Il problema si accentua invece in Calabria dove è bastato che dalla fine di novembre non funzionassero per una settimana gli impianti di Tec Veolia a Rossano, Crotone, Siderno e Sambatello, perché si creasse questa situazione di difficoltà, accentuata, negli ultimi giorni, dalla concomitanza con le festività natalizie. Adesso per tornare alla normalità ci vorranno alcuni giorni, ma siamo sulla buona strada”.

A rassicurare sul ritorno in tempi brevi alla normalità nella raccolta dei rifiuti in diverse zone della Calabria è stato il Commissario delegato per il definitivo superamento del contesto di criticità nel settore dei rifiuti solidi urbani in Calabria, Vincenzo Speranza che all’Ansa ha detto: “A questa situazione di difficoltà,  dovuta anche alla particolarità del periodo – ha aggiunto Speranza – si sono aggiunte altre problematiche tecniche per lavori in corso nelle discariche gestite dalla Daneco.

Il momento critico, però è in fase di superamento. A Pianopoli dove sono attuati tre turni di lavoro si stanno conferendo 900 tonnellate di rifiuti al giorno. de luca caldoro barca compostaggioE se non fosse accaduto quel che si e’ verificato a Melicuccà con l’incendio doloso della discarica pronta a partire, peraltro avvenuto con uno strano tempismo, probabilmente i tempi di fuoriuscita dall’emergenza si sarebbero ulteriormente ridotti”. “Anche parecchi comuni del catanzarese – ha detto ancora il commissario – sono usciti o stanno uscendo dall’emergenza e ad Alli abbiamo imposto che ogni tre mezzi del capoluogo passi uno dei comuni.

Situazione in miglioramento anche a Reggio Calabria”. Speranza, che sta proseguendo il suo lavoro (la sua nomina e’ scaduta lo scorso 31 dicembre), ha precisato che “l’ufficio del Commissario è ancora funzionante in regime di prorogatio per almeno altri 45 giorni, come prevede la legge del ’94”. In Puglia analoga situazione mentre a Palermo, in Sicilia, si prova a  prova a uscire dall’emergenza rifiuti. Continuano, infatti, le attività di recupero della raccolta ingolfatasi soprattutto dopo le festività natalizie; già da ieri il servizio è  entrato a regime e gli itinerari di raccolta nei tre turni antimeridiano, pomeridiano e notturno) sono tutti coperti riuscendo a prelevare rispetto ai conferimenti giornalieri, che si attestano ad 850 tonnellate, circa un 20% in piu’. Il servizio “sara’ del tutto normalizzato entro la fine della settimana”, prevedono all’Amia, l’azienda di igiene ambientale, attualmente commissariata.

Saldi al via tra crisi e pochi quattrini. Domani si parte al Sud

saldi e soldiBasilicata, Campania e Sicilia daranno il via, domani, ai saldi invernali. Poi, da sabato, seguiranno le altre regioni fatta eccezione per la provincia di Trento in cui i commercianti fisseranno liberamente i periodi di sconto.

Ma sia le associazioni dei dettaglianti, sia quelle dei consumatori, vedono gli italiani alla caccia dell’occasione con pochi soldi da spendere nelle tasche. In molte città i saldi sono già praticati da Natale. Attenzione alle truffe e ai saldi fittizi.

Diffidare di sconti troppo elevati e del prezzo scritto a penna, tantomeno di etichette nuove per l’occasione. Alcuni commercianti potrebbero rifilare scarti di magazzino pur di liberarlo. Le migliori occasioni sono scontati alla cassa con il prezzo originario sull’etichetta, (senza talloncini apposti sopra).

Secondo Confcommercio ogni famiglia spenderà in media 359 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento ed accessori, per un valore complessivo di 5,6 miliardi, pari al 18% del fatturato di questi comparti. Per Federconsumatori e Adusbef, che prevedono un calo della spesa del 18,8% rispetto allo scorso anno, il budget familiare sara’ ancora piu’ risicato: 219 euro. Mentre il Condacons, secondo il quale il calo degli acquisti raggiungera’ un -15%, la spesa media sara’ di 224 euro a nucleo familiare.

Confcommercio calcola che saranno 15,8 milioni le famiglie italiane, su un totale di 25,5 milioni, che approfitteranno dei saldi. E, l’acquisto medio per persona, sara’ di 150 euro. ”I saldi – afferma Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia e vice presidente di Confcommercio – rappresentano un appuntamento annuale irrinunciabile ed anche uno straordinario rito collettivo capace di attrarre l’interesse di quasi 16 milioni di famiglie italiane e di numerosissimi turisti stranieri affascinati dal made in Italy.

Ma, in questo periodo speriamo possano rappresentare una chance per i negozianti del settore moda dopo una stagione come quella di quest’ autunno/inverno partita col freno tirato e per i consumatori per soddisfare una necessita’ e/o un desiderio con l’acquisto di un capo di qualita’ a prezzo piu’ accessibile. I saldi di quest’anno saranno caratterizzati da qualita’, ampiezza di assortimento e soprattutto prezzi, con percentuali di sconto veramente allettanti”.

Alla luce dell’andamento dei consumi di Natale e’ evidente – sottolineano Federconsumatori e Adusbef – che la mancata decisione di anticipare i saldi e’ stata del tutto fallimentare”. Inoltre ”le famiglie, dopo il Natale e le scadenze di fine anno, hanno esaurito il proprio budget a disposizione per le ‘spese extra’, quindi saranno pochissimi coloro che si apprestano ad approfittare dei saldi”. Le previsioni di Confcommercio dunque ”sono troppo positive e purtroppo non avranno riscontro nella realta”’. Diminuisce – secondo le 2 associazioni – anche il numero delle famiglie che si dichiarano propense ad acquistare a saldo: saranno il 36%-37%, pari a 8,9 milioni di nuclei. Cala anche la spesa media, pari a 219 euro a famiglia,per complessivi 1,95 miliardi.

”Le famiglie italiane non hanno più soldi”, afferma il presidente Codacons Carlo Rienzi. La partenza degli sconti invernali subito dopo le feste di Natale e di Capodanno rappresenta una scelta sbagliata perché i saldi iniziano quando i portafogli degli italiani sono gia’ stati svuotati”. La spesa media degli italiani – per il Codacons – sara’ pari a 224 euro a famiglia e solo il 40% dei nuclei familiari potra’ effettuare qualche acquisto durante gli sconti invernali. L’associazione ricorda che rispetto a 4anni fa il budget delle famiglie per i saldi e’ diminuito del 50,2%.

I botti di Capodanno fanno "danni", ma meno dell'anno scorso

Capodanno-2013Due morti in Campania e 361 feriti in tutta Italia, tra cui 53 bambini che hanno meno di 12 anni. Questo il tragico bilancio, secondo i dati resi noti dalla polizia, degli incidenti avvenuti durante la notte di San Silvestro causati da botti e fuochi d’artificio.

La nota positiva è legata al fatto i botti di Capodanno hanno fatto meno danni dell’anno scorso. I feriti sono in sensibile calo rispetto all’anno scorso, quando se ne registrarono 561; in sensibile diminuzione anche il numero dei feriti gravi con oltre 40 giorni di prognosi, che passa dai 35 dello scorso anno a 29 nel 2013.

Quest’anno sono state sequestrate 23 tonnellate di manufatti esplodenti illegali contro le 8 tonnellate dello scorso anno.  Le due vittime sono Pasquale Zacchia, un ristoratore di 51 anni morto a Pontelatone, nel Casertano, mentre stava testando i fuochi per i suoi clienti, e Antonio Serino, un imprenditore edile di 49 anni originario di Montefusco (Avellino).

Quest’ultimo era con i familiari in una villa di San Martino Sannita (Benevento) quando un razzo partito inavvertitamente lo ha colpito al volto. E’ deceduto sul colpo. A Napoli si registra anche un’altra vittima: un pensionato di 81 anni, Giuseppe Lombardi, è morto per lo scoppio di una bombola di gas, mentre una coppia di anziani è stata trovata morta in una casa di montagna dove era andata per trascorrere il Capodanno, a Dior di Dierico, in Friuli. A causare la morte sarebbero state esalazioni di monossido di carbonio.

Un grosso incendio si è sviluppato ieri sera in un albergo di Corvara, in Alto Adige, il ‘Piz da lec’. La struttura è stata distrutta dal fuoco, compresi una pizzeria e un ristorante nello stesso edificio, con danni molto ingenti. Cento persone sono state evacuate, due i feriti in modo lieve. Anche se in miglioramento, rispetto al 2012, e’ lungo l’elenco dei feriti causati dai ‘botti’, 361 per l’esattezza, alcuni dei quali hanno perso l’uso della mano o hanno subito l’amputazione di alcune dita, oppure rischiano un occhio per alcune schegge di petardo.

Ancora una volta la Campania è in testa a questa classifica di sangue, con 107 feriti tra cui molti minorenni (e tra questi un bimbo di 2 anni nel salernitano). Un ferito grave nelle Marche, 18 in Puglia, 10 in Calabria, di cui uno in gravi condizioni. Due ragazze a Roma sono ricoverate in ospedale, una è in coma etilico, dopo aver partecipato ad una festa in discoteca; si sospetta che abbiano assunto anche droghe. Grave anche il bilancio degli incidenti stradali che e’ di almeno 12 vittime, tre delle quali decedute in altrettanti sinistri avvenuti nella notte nella sola Sardegna.

botti petardi feriti capodannoE mentre a Napoli, Livorno, Viareggio e a Brindisi si sono tuffati a mare numerosi coraggiosi – tra loro, a Brindisi, una decina di donne e un bambino di 6 anni – sfidando il freddo, a Roma Maurizio Palmulli, in arte Mister Ok, si è tuffato per la 25ma volta nel Tevere per festeggiare l’arrivo del nuovo anno.

Questa volta sara’ pero’ anche l’ultima: a 60 anni appena compiuti il bagnino lascia il testimone a Marco Fois, l’impavido tuffatore che lo accompagna da 12 anni nelle acque del Tevere il primo giorno dell’anno. Tuffo per 15 persone anche nell’Arno a Firenze e per 30 nelle acque gelide del Garda. A Reggio Calabria stamane una cinquantina di persone si sono tuffate nelle acque dello Stretto di Messina.
Tanti e affollati i festeggiamenti in piazza: a Napoli il lungomare è stato trasformato in una sorta di discoteca all’aperto; così la città ha salutato l’arrivo del nuovo anno, rompendo con la tradizione con il brindisi della notte di San Silvestro in piazza Plebiscito.
Otre 70 mila persone hanno salutato in Piazza San Marco a Venezia l’arrivo del 2013, facendo festa all’insegna della ‘White Venice’, lo spettacolo a cui il pubblico è stato invitato a presentarsi con abiti bianchi o, come molti hanno fatto, con una maschera bianca sul volto.

Grande folla anche a Roma, ai Fori Imperiali, per il concerto gratuito di fine anno: qui 300mila persone si sono ritrovate per festeggiare l’arrivo del 2013. Infine, in ventimila hanno brindato in piazza Maggiore, a Bologna, settemila in piazza Vittoria, a Gorizia, mentre il Capodanno e’ stato festeggiato in piazza San Carlo a Torino con la sfilata della fanfara bretone Bagad d’Erguè-Arme.

Nel segno di Rita Levi ecco l’uomo dell’anno: Francesco Rubino, il prof. che ha dichiarato guerra al Diabete

Addio Rita Levi!
Addio Rita Levi!

Per questo fine 2012 abbiamo scelto quello che per SecondoPianoNews.Com è l’uomo dell’anno nel Mondo. Nel giorno in cui scompare una grande scienziata come Rita Levi Montalcini, pare giusto tributarle l’omaggio più rispettoso ricordando chi in questi anni al costo di enormi sacrifici ha cercato di dare lustro alla ricerca scientifica nel campo della medicina, seguendo anche le orme della tenace ricercatrice. Sono tanti i talenti italiani e meridionali sparsi nel mondo che meriterebbero una citazione.

Noi scegliamo Francesco Rubino, chirurgo italiano di origini calabresi che guida una èquìpe medica in un’università newyorkese. Rubino ha scoperto una tecnica “rivoluzionaria” che probabilmente renderà migliore la vita a milioni di diabetici nel mondo. Dopo anni di studi e ricerche il ricercatore ha messo a punto nella Grande Mela un nuovo trattamento chirurgico del Diabete di tipo 2 destinato ad archiviare per sempre le terapie convenzionali come l’insulina e i farmaci tradizionali.

Un metodo d’intervento che segna una svolta storica nell’approccio ad una malattia che rende invalidante il 70 percento di chi ne soffre. Dopo numerosi esperimenti di chirurgia bariatrica, Rubino è riuscito a dimostrare valido questo trattamento – prima riservato alle sole persone obese – anche per le persone cosiddette “normali”. In sostanza, per debellare il diabete di una persona non in sovrappeso, potrebbe bastare sottoporsi ad un piccolo intervento chirurgico, così come fanno gli obesi. Dopo tanti tentativi sono giunti risultati positivi senza che i pazienti abbiano manifestato problemi di rigetto e con la “remissione” della malattia (scomparsa). Per ricordare la sua impresa, di cui hanno scritto in tutti e cinque in continenti i maggiori quotidiani del pianeta, riproponiamo una intervista uscita in parte sulla Gazzetta del Sud.

Il Prof. Francesco Rubino
Il Prof. Francesco Rubino

Cosentino di nascita e di adozione, 42 anni, il professor Rubino è un altro dei tanti talenti emigrati affermati oltreoceano. Il padre Ottavio, ex segretario in pensione della scuola media di via De Rada e la madre Annamaria Manna, insegnante di lettere, vivono a Roges di Rende, in provincia di Cosenza. Francesco si è diplomato al Liceo classico “Telesio” del capoluogo bruzio per poi trasferirsi all’Università Cattolica del Policlinico Gemelli a Roma dove ha conseguito la specializzazione in chirurgia.

Nella Capitale ha iniziato la sua lunga battaglia contro il diabete. I suoi primi studi nel 1999, prima ancora che si trasferisse per un tirocinio a Strasburgo e poi nel 2007 a New York dove tutt’ora lavora e insegna presso la prestigiosa NewYork-Presbyterian/Weill Cornell Medical Center e ne dirige il Centro di Chirurgia metabolica e del diabete. Nella Grande Mela lo abbiamo raggiunto telefonicamente.

E’ umile, di buon umore, a tratti comprensibilmente raggiante. Quasi non sta nella pelle per l’emozione. Perché ieri (26 marzo 2012, ndr) sono stati annunciati alla stampa mondiale gli esiti della sua ricerca pubblicati in anteprima sul New England Journal Medicine, il piu autorevole giornale di medicina del mondo. Una ricerca condotta tra New York e Roma che l’Organizzazione mondiale di diabetologia ha messo nel novero delle future terapie chirurgiche contro il diabete estese per tutti i pazienti. Mentre parliamo ci informa che lo stanno stanno chiamando le testate più importanti del mondo, dal Washington Post al New York Times

La ricerca di Rubino conquista le Prime pagine. Qui sul New York Times
La ricerca di Rubino conquista le Prime pagine. Qui sul New York Times

all’Erald Tribune, da Nuova Delhi a Johannesburg, da Londra a Pechino, a tutta l’Europa, per spiegare la sua «rivoluzione copernicana». Dall’altro capo del filo e del mondo Rubino non nasconde l’emozione di essere protagonista di una svolta epocale. «Dico con orgoglio che c’è molta Calabria in questa ricerca».

Perché in questa lunga cavalcata il professor Rubino ha avuto accanto un’altra calabrese d’eccellenza, la dottoressa Geltrude Mingrone, originaria del Crotonese e capo della divisione diabetologica del Gemelli, partner del centro newyorkese. Insieme sono emigrati alla ricerca di nuovi confini per lanciare quella che lui definisce «una sfida alla medicina convenzionale».

La sua idea la spiega così: «Si tratta di studi randomizzati, cioè confrontati con le cure convenzionali che mostrano come la chirurgia sia di gran lunga più  efficace della terapia medica tradizionale per il diabete di tipo 2». In concreto come intervenite chirurgicamente sui pazienti?

«Con operazioni di bypass gastro-intestinali. In questo studio, la maggior parte dei pazienti diabetici  sottoposti a trattamento chirurgico hanno manifestato remissione (scomparsa) della malattia, miglioramenti nei livelli di zucchero nel sangue, diminuzione del colesterolo e dei trigliceridi. Anche se la chirurgia bariatrica è stata inizialmente concepita come un trattamento per la perdita di peso indirizzato agli obesi», appare abbastanza chiaro che il bisturi «è un ottimo approccio anche per il trattamento del diabete e malattie metaboliche nei pazienti che non sono in sovrappeso».

Questo, prosegue il ricercatore, suggerisce che la chirurgia bariatrica per il trattamento del diabete può ridurre il rischio cardiovascolare di un paziente». Quella che prima era considerata la «malattia degli anziani», dice Rubino, «oggi colpisce popolazioni di tutte le età, persone di 65, 40, 25, 15 anni». Quanto incide l’alimentazione? Francesco Rubino studying films«E’ il fattore principale. Diete equilibrate possono ridurre di tanto il rischio diabete. Pensi che solo in India ci sono 80 milioni di malati, Negli Usa 26, in Italia quasi 5 milioni».

Con ciò che costano le cure tradizionali…«Beh, direi che ci sarà un’enorme risparmio per la Sanità pubblica». Di sicuro spariranno quei fastidiosi apparecchi per l’insulina che accompagnano a vita i diabetici…«Purtroppo non sarà possibile al momento intervenire chirurgicamente su tutti i 300 milioni di diabetici nel mondo, ma stabilendo delle priorità è possibile risolvere i casi più gravi». Innamorato della sua terra e del suo lavoro, Rubino non si lascia sfuggire l’occasione di tornare almeno due volte l’anno a Cosenza durante l’estate e a Natale. «Un modo – racconta nostalgico – per abbracciare gli amici e gli affetti più cari e gustare le rape e salsiccia che cucina mia madre».

Veronica "sfila" a Berlusconi 100mila euro al giorno. E tra dossier incrociati finì la favola del secolo

Veronica Lario con l'ex marito Silvio Berlusconi
Veronica Lario con l’ex marito Silvio Berlusconi

Centomila euro al giorno, 4.166 euro l’ora, 70 al minuto. Il tempo di un respiro fa un euro, se poi fa l’amore e raggiunge l’orgasmo? Non parliamone…;-). Un fiume di denaro. 36 milioni di euro l’anno. Se poi dividi 100mila bigliettoni al giorno al netto delle ore in letargo notturno le cifre raddoppiano. Anche se, da quello che raccontano, la “miciona” è dedita alle ore piccole…Che separazione, però!

Grande, Veronica Lario, ex di Silvio Berlusconi, il quasi ottantenne da Arcore che è giunto ad un accordo con la sua ex biondona che secondo alcuni dossier si filava gli “amici e i nemici” dell’ex leader del centrodestra. Silvio dovrà sborsare 3 milioni al mese per gli alimenti. La povera gente si chiederà: “Ma che diamine mangia, sta bella signora?”. Per guadagnare ciò che lei incassa in un giorno deve lavorare 10, 20 anni se non è precaria. Alla faccia, però. Pensate che un assegno medio di una normale separazione arriva a 450/500 euro. Si, ma al mese.

Il Patrimonio immobiliare resterà al vecchio magnate, a lei, la giovane e affascinante Veronica, solo la possibilità con quelle cifre di costruirselo un patrimonio tutto suo. Fin che campa (anche se l’accordo potrebbe mutare in sede di divorzio) in teoria può comprarsi un appartamento al giorno di medie dimensioni in una città del Sud. Basterebbero due anni per comprarsi una mega villa come quella di Macherio, rimasta all’ex marito.

La separazione tra Veronica e il magnate Silvio Berlusconi cominciò dopo le parole della signora che si lamentava per le frequentazioni del marito: “Non posso stare con un uomo che frequenta minorenni”, disse in una lettera a Repubblica in cui defini in una sola parola l’ambiente che circondava Silvio: “Ciarpame”. Da allora le stette in ammirevole silenzio. Non una parola con la stampa.

Lontano dalle telecamere e dai taccuini giornalistici. Massima riservatezza in una casa in Svizzera. Sotto traccia le minacce incrociate di dossier sulle presunte scappatelle di Veronica e di Silvio. A quei livelli tutto si può. Livelli inimmaginabili per la gente comune, dove spendere 50 mila euro in un giorno equivale a spendere 20 euro al supermarket per la spesa di tutti i giorni.

Lui che aveva un debole per le minorenni ha tradito le aspettative di fedeltà verso (il Paese, che l’aveva votato in massa) la sua signora di cui filtrava solo una presunta tendenza verso gli uomini barbuti. Barbuti e lagunari. Niente di male. Tra i due preferiamo Veronica. Bionda e Pasionaria; Coraggiosa perché è riuscita a dire basta. Una donna riservata, raffinata e anche attrezzata sul piano culturale. Avrà, come tutti, dei difetti, ma centomila volte meglio lei che i pedofili pseudo o presunti tali.

Ex imprenditore viene multato nella Milano di Pisapia. Un Clochard? No, uno sfigato

Uomo senza fissa dimora multato da Pisapia Lo hanno multato il 20 dicembre, il giorno dopo il suo 53esimo compleanno, allo scalo di Linate per ”aver svolto attività di commercio su area pubblica senza autorizzazione”. Dovrà pagare circa tremila euro che non ha, Renato, ex imprenditore che da un anno e mezzo è un senza fissa dimora adottato dai tassisti milanesi. ”Per cercare di tirare avanti vendo loro piccoli oggetti – racconta – come tagliaunghie, piccole lenti di ingrandimento, torce”.

I tassisti hanno preso a cuore la sua situazione: ”E’ una brava persona – dice Marco Marani, vicepresidente Unica Filt-Cgil – non fa nulla di male, non ruba. Sta semplicemente cercando di avere una seconda possibilita”’. Prima di finire in mezzo ad una strada Renato era un imprenditore tessile: in quattro anni ha perso tutto ed è morta anche sua moglie.

Oggi cerca di fare quello che gli riesce meglio, ovvero il commerciante, anche se su piccola scala: ”Guai a chi mi tocca i tassisti – dice oggi – sono la mia famiglia, altro che lobby. A casa di uno di loro ho passato anche la vigilia di Natale”. La multa comminata al commerciante senza fissa dimora

Sulle agenzie di stampa è definito un clochard, un barbone, che vivacchia ai margini della società, in realtà è un uomo come tanti altri che ha subito più di una sventura in questo mondo di squali e “prenditori di successo”, assorbito da una crisi che lo spinge a fare il “vu cumprà”, ossia ciò che un tempo facevano marocchini e algerini nella città del moderno Pisapia, il supersindaco che si occupa del “sociale” e dei “migranti” e poi multa la povera gente.

Magari lo avranno invitato anche a votare alle primarie del Pd, poi chissenefrega, tornatene tra le tue scartoffie. Certo, la legge è uguale per tutti e deve valere per tutti, anche per quei migranti che nel nostro paese fanno le stesse cose di M.R. alla meno peggio. Poveracci e sfigati, immigrati e no. Questa volta era un italiano che vendeva oggettistica e passatempi sotto Natale. Pisapia levagli quella multa.

Cenone di Capodanno, avvertenze per l'uso. Attenti agli imbroglioni

pesce avariato durante il cenone ispezioni dei NasDai pesci avariati ai crostacei che sembrano plastica come i molluschi che appaiono usciti dai laboratori chimici. Tutto in nuove confezioni accattivanti e lucide con immagini di grido. Giorni di festa felici ma messi  a rischio da pochi truffaldini che tentano di rifilarci le peggiori porcherie alimentari pur di guadagnare quattrini.

Dalla pasta alla carne ai pesci. E proprio sul pescato la Guardia Costiera sta vigilando in queste ore sul prossimo Cenone di Capodanno. Finora ha sequestrato tonnellate di prodotti ittici illegali. Controlli a tappeto sono in atto dall’inizio di dicembre, un’operazione a livello nazionale, denominata ‘Mekong”, sull’intera filiera ittica nazionale. Attenzione, dunque a ciò che acquistate nelle pescherie e sui bancali ittici dei grandi supermercati.

Non fidatevi di primo acchitto. Di nessuno. Sono giorni di festa, per cui anche il più “amico”, pur di smerciare le rimanenze potrebbe consigliarle proprio a chi non potrebbe mai redarguirlo all’indomani, appunto per il rapporto di fiducia instaurato nel tempo. E’ rigorosamente richiesto guardare le scadenze. Soprattutto bisogna stare attenti ai surgelati scongelati e venduti per freschi sotto quintali di ghiaccio tritato.

E li è ancora più rischioso dal momento che il pesce è venduto sfuso. Attenzione anche alle etichette usurate e a quelle che riportano data di scadenza senza altro. Potreste avere a che fare con pesce di qualche fiume iper inquinato dell’Asia. Alta la vigilanza su Zamponi e Cotechini che potrebbero essere “avanzi”  dello scorso anno reinscatolate, rietichettate e pronte per l’uso.

Le verifiche in questo caso sono più complesse ma ad ogni sospetto segnalatelo ai Nas dei Carabinieri. Per i pesci gli organi di vigilanza hanno effettuato in tutto 6.631 controlli, che hanno condotto a 664 sanzioni amministrative, 120 soggetti segnalati all’Autorità Giudiziaria, 4 depositi sequestrati, per un totale di 210 tonnellate di prodotto ittico sequestrato. Gli illeciti vanno dalla truffa e frode ai danni del consumatore finale, all’introduzione in commercio di prodotti ittici sottomisura fino alla contraffazione delle indicazioni geografiche e della denominazione di origine del pescato.

Fuga dai palazzi di Giustizia. La Dna "smembrata" dopo la cacciata di Cisterna. Via anche Grasso, ma in politica col Pd.

28-12-2012 - Bersani Grasso e Letta dopo la conferenza stampaContinua l’interesse della magistratura verso la politica. Dopo Violante, Ayala, Di Pietro, Papa, De Magistris per citarne  solo alcuni, anche il Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso chiederà al Csm l’aspettativa elettorale e si candida con il Pd al Senato in Sicilia. L’annuncio ufficiale ancora non c’e’ stato, ma l’evidenza dei fatti è che il procuratore antimafia Piero Grasso si candiderà con il Pd alle prossime elezioni politiche. La svolta e’ stata registrata questa mattina, quando dal Csm è trapelato che il magistrato e cado della Dna aveva chiesto una aspettativa elettorale. La stessa cosa che aveva fatto il magistrato Ingroia qualche giorno fa, anche se per approdare a lidi diversi. Piu’ tardi un comunicato del Pd ha sciolto in poche righe i dubbi che erano nati immediatamente sulla sua destinazione politica: Grasso domani dovrebbe tenere una conferenza stampa alla presenza di Pier Luigi Bersani. La richiesta avanzata da Grasso sarà esaminata dalla quarta commissione dell’organo di autogoverno della magistratura a partire dal 7 gennaio. Poi ci sarà la trasmissione al plenum, forse già per mercoledi 9 gennaio, per la ratifica. Il via libera a Grasso è scontato trattandosi solo di una formalizzazione dell’accoglimento della domanda. La quarta commissione del Csm ha fissato una riunione straordinaria per la mattina del 7 gennaio per esaminare la richiesta di Grasso e di altri magistrati che, eventualmente, dovessero avanzare analoga istanza. Il giorno stesso, alle 18, e non quindi mercoledi 9 come detto in precedenza, ci sara’ un plenum straordinario per la ratifica. Da una prima osservazione emerge con tutta evidenza lo smembramento della Direzione Nazionale Antimafia. Fatto “fuori” Alberto Cisterna, vice di Grasso nell’organismo nazionale ora è lo stesso Grasso a fare i bagagli non verso Tivoli (sede dove è stato trasferito Cisterna dopo il tiro incrociato di pentiti e colleghi)  ma verso una elezione sicura in Parlamento. Che stia succedendo qualcosa di strano nella magistratura è abbastanza evidente. Da quello che scrive il Corriere della Calabria anche sul Procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro ci sarebbero le pressioni del segretario del Pdl Angelino Alfano. Insomma c’è una vera e propria fuga dai palazzi di Giustizia. Che la politica non esprima più un proprio appeal è un dato acclarato, ma che ci fosse un vero e proprio travaso di magistrati nella politica è un fatto che va oltre la “normalità”. Nel frattempo Berlusconi procede a testa bassa contro tutti i “nemici” in campo: sulla salita in politica di Monti commenta sarcastico che “ha ragione di dire che sale perché aveva un rango inferiore a quello di presidente del Consiglio. Io ho detto sceso in campo perché avevo un rango superiore”. Attacca l’addio di Fini al Pdl spiegando che “qualcuno deve avergli promesso un premio” ed il presidente della Camera replica dandogli del bugiardo e propone un confronto in Tv. Nella foto sopra la conferenza stampa dell’indomani (28-12-2012) dove Grasso ha ufficializzato la candidatura nel Pd davanti a Pierluigi Bersani e Enrico Letta. [Montecristo]

Navi dei veleni. Tra bugie e mezze verità

CunskySi infittisce il mistero delle navi dei veleni. La motonave Cunsky, che il pentito di ‘Ndrangheta Francesco Fonti (morto recentemente per cause naturali, dicono) aveva detto di avere affondato al largo della costa calabrese con il suo carico di rifiuti tossici e nocivi, non è stata demolita in India, così come era sempre stato detto. A comunicarlo alla Commissione parlamentare sulle ecomafie è stato il Governo indiano.

La notizia, riportata oggi dalla Gazzetta del Sud, in un articolo a firma del giornalista Arcangelo Badolati, è stata confermata all’Ansa dal procuratore della Repubblica di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo. La comunicazione del Governo indiano, infatti, è stata girata dalla Commissione alla Dda di Catanzaro che ha indagato su un relitto ritrovato al largo della costa di Cetraro, nel cosentino. Il relitto è stato poi identificato come quello del ‘Catania’, affondata nel 1917, durante la prima guerra mondiale, da un sommergibile tedesco. Cosa significa questo?.

Delle due l’una: il pentito Fonti aveva detto di aver affondato la motonave con il suo carico pericoloso a largo di Cetraro,  in provincia di Cosenza. Il governo e le autorità lo smentiscono e affermano invece che la  “Cunsky” è stata rottamata in India. Il governo indiano ha invece smentito chi aveva smentito Fonti. A questo punto seguendo la logica delle affermazioni avrebbe avuto ragione Fonti.

La Nave “Cunsky” sarebbe stata affondata al largo dello specchio d’acqua di Cetraro. La motonave Cunsky, fabbricata nel 1956 in Gran Bretagna, nel corso della sua vita ha cambiato nome diverse volte e con la denominazione di ‘Shahinaz’, secondo i registri internazionali, sarebbe stata demolita nel porto indiano di Alang nel 1992. Tesi, scrive Gazzetta del Sud, appunto smentita dal governo indiano. Fonti, nelle sue dichiarazioni, aveva detto di avere partecipato all’affondamento della Cunsky nel 1991, quando però la motonave aveva già cambiato nome, davanti alla costa di Cetraro.

Da qui l’apertura dell’inchiesta della Dda di Catanzaro archiviata dopo l’identificazione del relitto in quello della nave Catania. Tra l’altro, secondo i magistrati della Dda, le dichiarazioni di Fonti sulla vicenda si sono rivelate “irrimediabilmente false”. La notizia della mancata demolizione della Cunsky, tuttavia, non dovrebbe avere conseguenze giudiziarie. Secondo quanto si è appreso in ambienti della Procura, infatti, non ci sono dubbi sul fatto che la nave inabissata al largo di Cetraro è la ‘Catania’ e sulla sorte della motonave ‘Cunsky’ potrebbero esserci stati errori nella trascrizione sui registri navali.

Rimborsi illeciti a consigliere regionale campano. Arrestato

Rimborsi illeciti. Un’ordinaIANNICIELLO Massimonza di custodia cautelare agli arresti domiciliari è stata eseguita dalla Guardia di Finanza nei riguardi del consigliere regionale della Campania Massimo Ianniciello (Pdl) per una presunta truffa aggravata. Secondo l’accusa, avrebbe percepito rimborsi illeciti per circa 64mila euro esibendo fatture per operazioni inesistenti.

Massimo Ianniciello e’ stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta condotta dal pm di Napoli Giancarlo Novelli e coordinata dal Procuratore aggiunto Francesco Greco che riguarda l’uso dei fondi pubblici destinati ai gruppi politici del Consiglio regionale della Campania. Perquisizioni sono in corso da parte dei finanzieri del Comando provinciale di Napoli nei confronti anche di un commercialista e di un ex capogruppo dello stesso Consiglio Regionale campano.

Nei riguardi di Massimo Ianniciello, il consigliere regionale della Campania arrestato dalla Guardia di Finanza stamani, e’ stato eseguito anche un decreto di sequestro dell’appartamento fino all’ammontare di 63.807 euro, pari all’importo della presunta truffa che gli viene contestata dalla Procura della Repubblica di Napoli.

L’inchiesta riguarda i fondi pubblici erogati per la comunicazione, che costituisce uno dei filoni dell’indagine sull’uso dei finanziamenti ai gruppi politici del Consiglio regionale della Campania. Oltre a questo filone, ve ne sono altri due che vanno sotto il nome di ‘finanziamento ai gruppi consiliari’ e ‘fondo assistenza’. Presunti rimborsi illeciti per un ammontare complessivo di tutti questi finanziamenti e’ di circa 4-5 milioni di euro all’anno. (Ansa)

La Dia compie vent'anni. Un reparto azzeccato per la lotta al malaffare. Migliaia di operazioni giudiziarie, miliardi di euro recuperati

arturo de feliceLa Dia compie vent’anni. Un reparto azzeccato per la lotta al malaffareOltre sette miliardi e 700 milioni di beni sequestrati alla criminalità organizzata, 990 operazioni di polizia giudiziaria, 10.170 soggetti arrestati di cui 160 latitanti: è il bilancio di vent’anni della Direzione investigativa antimafia tirato oggi dal direttore Arturo De Felice (foto)nel corso di un  incontro con la stampa per celebrare il ventennale, al quale ha partecipato anche Gianfranco Fini.
E proprio dal presidente della Camera è arrivato un ringraziamento per “quello che ha fatto e fa la Dia”. “Vent’anni di impegno, sacrificio e dedizione alle istituzioni – ha detto Fini – che garantiscono alla società una costante attenzione alla sicurezza”. Nel suo discorso Fini ha ricordato la necessità e l’importanza di “lavorare in squadra. Non ci può essere nella lotta alla mafia – ha aggiunto – spazio per azioni che non siano sinergiche e concordate tra forze di polizia, magistratura e istituzioni”.
Con 1.300 uomini sul territorio, una direzione centrale, 12 centri operativi e 8 sezioni distaccate, la Dia nasce il 30 dicembre del 1991, poco prima dell’apertura della stagione delle stragi. Dal 1992 ad oggi ha sequestrato complessivamente alla criminalità organizzata beni per 7 miliardi e 774milioni di euro mentre i beni confiscati ammontano a 2 miliardi e 445 milioni. Alla Dia è anche affidato il compito di monitorare gli appalti per evitare infiltrazioni mafiose e dal 1996 ad oggi sono 5.149 le imprese controllate. Infine, per quanto riguarda le operazioni sospette di riciclaggio, dal 1998 ad oggi la Direzione ne ha esaminate 147.317.
“Venti anni di Dia – ha detto il direttore, Arturo De Felice – sono anche venti anni di una parte considerevole della storia del nostro paese. Sono racconti di mafia e di persone, di lutti, di perdite di sconfitte e di vittorie”. Di fronte a noi, ha aggiunto De Felice sottolineando che proprio in questi giorni è in corso a Roma l’assemblea di tutti i capicentro per predisporre le attività dei prossimi mesi, “c’è un percorso ancora lungo di insidie, di nuove mafie, di forme di aggressione alle persone e ai loro beni materiali e culturali. Per questo nelle stagioni future dimostreremo di essere un’istituzione giovane e matura al tempo stesso”.

Magarò (Lista Scopelliti): Ecco il viagra contro la 'ndrangheta

Salvatore Magarò
L’ULTIMA TROVATA DEL PRESIDEN(D)E. Il viagra contro i Clan. E la ‘Ndrangheta se la ride. 

In Calabria esiste una Commissione regionale che dovrebbe contrastare la ‘ndrangheta, fare analisi e studi sul fenomeno criminale. Naturalmente nulla di tutto questo. A presiederla è tale Salvatore Magarò da Castiglione Cosentino, un minuscolo centro ai piedi della Sila. Citiamo la località a beneficio dei lettori di Sondrio che ignorano in quale regione vivono, figuriamoci se conoscono Castiglione da Magarò.

Lui è un simpatico consigliere regionale eletto con una manciata di voti nella lista “Scopelliti Presidente”, coordinata da uno che fa cultura. Cultura “trash”, ma sempre cultura. Antifascista e socialista Magarò pur di far parte della squadra di governo diventò Anti- Antifascista e si avventurò con Giacomo Mancini – nipote del leggendario segretario del Psi, divenuto assessore esterno del governo Scopelliti – in una spendida e fruttuosa avventura politica.

Magarò le escogita tutte pur di far parlare di sé. Non sempre ci riesce, ma quando insiste, la ciambella non diciamo col buco ma gli viene quantomeno rotonda.

Giustamente, la prima cosa che chiede ogni mattina al suo addetto stampa è quella di sapere su quali giornali ha conquistato titoli. Ha un tono pacato e l’accen(d)o che ricorda Ciriaco De Mita da Avellino. “Ricordati che non è importan(d)e cosa c(i) è scritto den(d)ro, ma i titoli, i titoli sono importan(d)i per(g)hé la gen(d)e legge solo i titoli”.

Se legge. Pensate che qualche anno fa per contrastare la ‘ndrangheta ha pensato ad una targa da apporre davanti le istituzioni regionali e non solo con su scritto: “Qui la ‘ndrangheta non entra”. Naturalmente l’organizzazione criminale non solo ha dimostrato di entrarci nelle istituzioni, ma ci faceva e continua a farci affari.

Lo scorso anno a ridosso del Natale una uscita che ha fatto ridere mezza Italia: come gadget ha pensato alle pastiglie anti-drine, una scatoletta con dentro caramelle-aspirine che servivano a rendere immuni dalla ‘ndrangheta; quest’anno invece e lui stesso ad informare di aver fatto confezionare a sue spese “Lex-Total Plus” un complesso vitaminico per lo sviluppo della Calabria.

Una sorta di viagra anticlan: più ne assumi, più dovrebbe darti la forza e la virilità per ribellarti. Di spirito, non c’è che dire. Quando appesero la targa davanti al Consiglio regionale della Calabria ci fu un certo imbarazzo da parte di alcuni consiglieri regionali. E proprio a Zappalà e Morelli è toccato scoprirlo quel targone. Ah!, giusto per non essere “pesan(d)oni”.

Sentiamo cosa dice, Magarò. Il suo complesso vitaminico non abbatterà la ‘ndrangheta, non favorirà lo sviluppo ma intan(d)o un titolo sui giornali lo ha con(g)uistato. “Vorrei essere io ad anticipare qualche prevedibile commento ironico e facili, scontate battute: il piccolo gadget che darò in omaggio per le prossime festività natalizie vuole essere un’occasione per comunicare concetti seri e valide iniziative istituzionali con un linguaggio divertente, ironico e non stereotipato. Mosso da un unico obiettivo, quello di catturare l’attenzione e la curiosità per poi, magari, far anche riflettere”.

E’ questa l’ “avvertenza” con la quale il consigliere regionale Salvatore Magarò presenta le confezioni di “Lex-Total Plus”, scatoline di pastiglie alla frutta con la dicitura “Complesso vitaminico per lo sviluppo della Calabria” che l’esponente politico del gruppo Scopelliti Presidente regalerà nei prossimi giorni ad amici e conoscenti ed anche alle scolaresche (no, le scolaresche no, Magarò!) di istituti d’istruzione calabresi.

“Spero di non essere equivocato – afferma Magarò – e puntualizzo subito che ho realizzato e questi piccoli omaggi esclusivamente con risorse personali, pagando il tutto, insomma, di tasca mia.” “Spero, inoltre – aggiunge l’esponente politico – che ricevendo le ‘Lex-Total Plus’ i destinatari, e i prevedibili commentatori, seguano l’indicazione vivamente raccomandata di leggere le indicazioni riportate nel foglietto illustrativo.

Scopriranno, così, che la mia scelta di comunicazione non rituale e non pesante, mira a veicolare e trasmettere, se si vuole simpaticamente, una serie di mie proposte di leggi e di provvedimenti amministrativi finalizzati a favorire pratiche di buona politica.

Proposte che vanno dal Codice etico di autoregolamentazione del Consiglio regionale sulla trasparenza delle candidature agli interventi per contrastare i ritardi di pagamento alle imprese, così da evitare che le attività falliscano in attesa di ricevere quanto dovuto dalla Pubblica Amministrazione; dalle norme per rendere obbligatoria la permanenza dei consiglieri regionali, per tutta la durata del mandato, nel Gruppo consiliare in cui sono stati eletti, alla tracciabilità informatica del procedimento amministrativo per poter controllare l’iter in ogni sua fase, al limite di due mandati per la permanenza in Consiglio regionale, così da favorire il rinnovamento della classe dirigente, all’ introduzione del principio di premialità in favore degli Enti locali e delle imprese per agevolare la tempestiva ed esatta esecuzione delle opere pubbliche.”

“Si tratta, in definitiva – conclude Magarò – di un simbolico ‘farmaco’ per combattere e prevenire i processi degenerativi della cattiva politica e per migliorare e rinvigorire le nostre istituzioni”. Evviva Magarò, il comunicatore irrituale che spende a spande coi suoi soldi da consigliere regionale (che poi sono sempre soldi de noantri). In “Epitaffio”.

Appena ha saputo che Magarò è uscito con questa ennesima iniziativa l’ira di Scopelliti si è sentita fino ai piedi del Pollino. “Basta con queste stupidate – avrebbe confidato ai suoi – qui la ‘ndrangheta fa sul serio e questo vuole combattarla a caramellate”. Diffidiamo dell’autenticità della reazione del Presidente Scopelliti, ma una cosa è certa: a breve spedirà tutto il consiglio regionale per un corso accelerato di Dizione.

Scandalo rimborsi, 40 consiglieri di Pdl e Lega nel mirino delle Fiamme gialle. Compravano sigarette e cioccolatini. Vacilla la maggioranza

Davide Boni
LEGHISTA Davide Boni

Compravano con i soldi dei gruppi sigarette, gratta e vinci, dolciumi, cioccolatini in bar esclusivi. Acquistavano munizioni da caccia e degustazioni di carne. Gustavano cocktail raffinati. Mangiavano in ristoranti di lusso e si avventuravano in viaggi esotici che di istituzionale e politico non avevano nulla. L’accusa di peculato per i rimborsi falsi è rivolta a circa 40  consiglieri regionali della Lombardia di Pdl e Lega. Evidentemente lo scandalo del Lazio legato ai rimborsi è stato un modello per le altre regioni. Fiorito non è solo, dunque. E il presidente Formigoni sprofonda in una questione politica e morale più grande di lui. Renzo Bossi detto il “Trota”, (insieme alla mauro e Belsito), nei mesi scorsi ha pagato il prezzo delle dimissioni per comportamenti immorali, che poi si configurano in reati veri e propri, quali peculato e apperopriazione indebita. renzo-bossi-trotaOggi insieme a Nicole Minetti e altri 40 colleghi del Pirellone sono indagati, tra cui i capigruppo in Regione Lombardia del Pdl e della Lega Nord, Paolo Valentini e Stefano Galli, nell’inchiesta della Procura di Milano che vede al centro l’accusa di peculato e che riguarda una quarantina di consiglieri lombardi. Nell’ambito dell’inchiesta gli investigatori della Gdf avrebbero accertato l’utilizzo illecito dei rimborsi regionali dei gruppi consiliari. In particolare l’indagine riguarderebbe spese fatte al di fuori dell’attività politica con soldi pubblici. Lo scorso 10 ottobre i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria, su ordine del procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e di pm Paolo Filippini e Antonio D’Alessio, erano andati in Regione Lombardia con un decreto di esibizione di documenti e avevano acquisito i rendiconti dei gruppi consiliari lombardi di Pdl e Lega dal 2008 al marzo del 2011. Sul decreto in quella occasione erano indicati i nomi di tre indagati per peculato e truffa aggravata: il leghista ed ex presidente del Consiglio regionale, Davide Boni, gia’ indagato in un’altra inchiesta per corruzione; l’ex vice presidente del Consiglio regionale ed ex assessore Franco Nicoli Cristiani (Pdl), anche lui accusato di corruzione in un’altra inchiesta; e l’ex assessore regionale Massimo Buscemi del Pdl.

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Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori, da quanto si è saputo, sono finite soprattutto le spese di comunicazione e di rappresentanza, ritenute sospette, dei gruppi consiliari del Pdl e della Lega e in particolare i finanzieri avrebbero accertato spese, per cene e viaggi, illecite. Da quanto si è saputo, inoltre, gli investigatori passeranno comunque al setaccio anche le spese con i rimborsi regionali di altri gruppi consiliari, come quello del Pd. Al momento, comunque, l’inchiesta vede una quarantina di indagati tra consiglieri del Pdl e del Carroccio. I finanzieri del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano stanno notificando un ordine di esibizione ai gruppi dell’opposizione in regione Lombardia nell’ambito dell’inchiesta sui costi della politica che vede indagati una quarantina di consiglieri Pdl e Lega. L’ordine e’ stato presentato anche nell’ufficio della presidenza del consiglio. [Red]

Scrittore Usa attacca politici e banche e riceve premio 'Chandler'. "Preferisco un bandito onesto a un politico"

Don Winslow
Lo scrittore Usa, Don Winslow

di Paolo Petroni per l’Ansa 

Si dice ”molto arrabbiato” Don Winslow e pensa che ”questo filtri inevitabilmente in quel che scrivo e magari non sia corretto” e lui, narratore della globalizzazione dei cartelli della droga e delle feroci lotte assassine tra fazioni, spiega che lo irrita molto ”la cosiddetta guerra alla droga, che causa indicibili sofferenze, in particolare al popolo messicano, per colpa di politici che ignorano i fatti e manipolano a loro vantaggio i dati economici”.

Don Winslow è al Festival per ricevere il premio internazionale Chandler, forte del successo di un film cone ‘Le belve’ di Olivier Stone, dal suo omonimo romanzo, di cui ora è uscito in italiano il prequel, ‘I re del mondo’, pubblicato da Einaudi, come tutte le sue opere.

Tra queste spicca ‘Il potere del cane’ che mostra tutta la corruzione e soprattutto l’incredibile violenza che si lega al traffico di cocaina tra Sud e Nord America, di cui il Messico è ponte. ”Ci sono voluti cinque anni di ricerche, di interviste e migliaia e migliaia di pagine da setacciare per scriverlo e il mio editor, man mano che lo leggeva, mi diceva che stavo esagerando, ma il guaio è che quel che raccontavo, lo sterminarsi di interi clan, era tutto vero, compresa quell’orribile scena in cui un criminale getta bambini vivi da un ponte”.

Dice queste cose, sapendo bene che, facendo di criminali i protagonisti di una narrazione che diventa best seller, ”il rischio è che qualcuno li veda come eroi o creda a una loro legittimazione, anche se involontaria. Allora l’importante è dare una visione corretta, non scrivere giudicando, ma avvicinandosi il piu’ possibile all’intimo, al vero cuore dei personaggi, lasciando quindi che li giudichi il lettore”.

L’autore de ‘L’inverno di Frankie Machine’ o ‘Pattuglie dell’alba’ aggiunge di odiare l’ipocrisia, ”per questo preferisco un onesto bandito che mi vuol rapinare a mano armata a un politico che mi vuol turlupinare con le parole, e se scrivo di crimine guardo a tutta l’organizzazione generale, non solo narrando del vero ladro, ma anche di quel che fa un banchiere”.

Se in letteratura, a questo punto, sia piu’ importante il vero o il verosimile, risponde che ”i giornalisti raccontano i fatti, lo scrittore la verita’, grazie alla sua immaginazione”. Non a caso, tra gli scrittori che hanno lasciato un segno su di lui, oltre a Ellroy e McCarthy, nomina a sorpresa Tolstoj (invece di Dostoevskij citato da molti suoi critici) e l’indiano Rohinton Mistry. Di quest’ultimo dice ”mi piacerebbe scrivere come lui.

E’ un modello cui non oso nemmeno paragonarmi: scrive grandi romanzi in maniera cosi’ dettagliata e con tale profondita’ umana, anche affrontando cose orribili, in cui pero’ il cuore viene sempre fuori”. Quanto a Tolstoj lo affascina ”il suo respiro epico nell’affrontare questioni sociali in modo coinvolgente e drammatico, con personaggi costruiti sempre con compassione e intelligenza”.

Anche parlando di cinema, che da spettatore ha profondamente influenzato il suo narrare ”visivo” rompendo anche tanti schemi formali classici, cita invece come suoi maestri Truffaut, Fellini e John Woo: ”grazie a loro conosco certe regole, ma so che le posso contravvenire, che, per esempio, non si dovrebbe cambiare punto di vista in uno stesso capitolo, ma io lo cambio anche all’interno di una frase, se mi interessa, e non uso mai 5 parole se ne bastano 4”.

Sono tante le cose che Winslow puo’ raccontare, ora poi che da una decina d’anni ha a che fare anche col mondo di Hollywood, ma lui va dalle donne che sono arrivate a capo di clan criminali per necessita’ (”a Tjuana c’era un famiglia con sette maschi, tutti morti o in galera, e allora e’ stato inevitabile, del resto non credo la capacita’ di violenza femminile sia inferiore a quella maschile”) alla sua fiducia in Obama, che, ”in un secondo mandato, puo’ agire piu’ liberamente” e spera ponga ”fine alla guerra alla droga, perche’ una guerra innesta un circolo vizioso, divenendo causa stessa di cio’ che vuol combattere”.

Scopelliti lascia Gasparri e La Russa: "Non condivido il loro progetto"

Giuseppe Scopelliti
Giuseppe Scopelliti

“Ho detto ai miei fraterni amici Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri che non condivido il loro progetto (di distinguersi all’interno del Pdl costituendo il Centrodestra nazionale, ndr) e che la mia idea è quella di continuare questa esperienza insieme a tutti quelli che credono in un grande centrodestra alternativo a questa sinistra”.

Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti rispondendo ad una domanda sull’ipotesi di costituzione di una formazione che raccolga gli ex di An. “Ho incontrato Alfano – ha aggiunto Scopelliti – ho sentito il presidente Berlusconi e altre figure di vertice del partito e non solo in questi giorni.

Francamente credo che ci siano tutte le condizioni affinché si rimanga tutti insieme per coltivare questa grande idea di un grande partito di centrodestra e quindi sono fiducioso di questo percorso”.

Sull’ipotesi di una candidatura di Mario Monti alla guida del centrodestra come ventilata dallo stesso Berlusconi, Scopelliti ha detto di manifestare “grande apprezzamento per uomini come il presidente Berlusconi e per quanti hanno condiviso con noi un percorso politico ma io sono un politico e guardo alla politica”.

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