“Il mio invito alla conversione, si rivolge con ancora più insistenza verso quelle persone che si trovano lontane dalla grazia di Dio per la loro condotta di vita. Penso in modo particolare agli uomini e alle donne che appartengono a un gruppo criminale, qualunque esso sia. Per il vostro bene, vi chiedo di cambiare vita”. E’ questo uno dei passaggi centrali del testo della Bolla papale con cui il Pontefice indice l’Anno Santo straordinario col Giubileo della Misericordia che avrà inizio l’8 dicembre prossimo.
“Ve lo chiedo nel nome del Figlio di Dio che, – aggiunge Papa Francesco – pur combattendo il peccato, non ha mai rifiutato nessun peccatore. Non cadete nella terribile trappola di pensare che la vita dipende dal denaro e che di fronte ad esso tutto il resto diventa privo di valore e di dignità. È solo un’illusione. Non portiamo il denaro con noi nell’al di là. Il denaro non ci dà la vera felicità. La violenza usata per ammassare soldi che grondano sangue non rende potenti né immortali. Per tutti, presto o tardi, viene il giudizio di Dio a cui nessuno potrà sfuggire”.
“Questa piaga putrefatta della società è un grave peccato che grida verso il cielo, perché mina fin dalle fondamento la vita personale e sociale”, sottolinea Bergoglio invitando anche “le persone fautrici o complici di corruzione” avvertendole che “questo è il momento favorevole per cambiare vita” e “sottoporsi alla giustizia”.
Nella bolla di indizione del Giubileo il Papa stabilisce che in ogni Chiesa particolare, nelle diocesi e anche nei Santuari si apra per tutto l’Anno Santo una Porta della Misericordia, come le Porte Sante delle basiliche papali, affinché il Giubileo possa essere celebrato anche a livello locale, “quale segno di comunione di tutta la Chiesa”.
La prima parte della Bolla di indizione dell’Anno Santo straordinario si conclude con l’annuncio del motto del Giubileo, ovvero “Misericordiosi come il Padre”, tratto dal Vangelo di Luca (Lc, 6,36). Si tratta di “un programma di vita tanto impegnativo, quanto ricco di gioia e di pace”, sottolinea il Pontefice, che richiede la capacità di “porsi in ascolto della Parola di Dio”, così da “contemplare la sua misericordia” ed assumerla come proprio stile di vita.
“Ho scelto la data dell’8 dicembre – spiega Papa Francesco – perché è carica di significato per la storia recente della Chiesa. Aprirò infatti la Porta Santa nel cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II. La Chiesa sente il bisogno di mantenere vivo quell’evento. Per lei iniziava un nuovo percorso della sua storia”.