7 Ottobre 2024

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Nepal, nuovo terribile terremoto: 7.4 della scala Richter. Crolli e 60 vittime. Molti feriti

nuovo terremoto in Nepal 7.4
Il punto rosso evidenzia le coordinate dove è stato registrato il nuovo sisma in Nepal

Nuova paura per le terre del Nepal. Un terremoto oggi di magnitudo 7.4 della scala richter misurato ad una profondità di 19 chilometri, ha colpito l’area alla base dell’Everest secondo i dati del U.S. Geological Survey (USGS). Gli abitanti di Kathmandu, la capitale, sono corsi fuori dagli edifici e la terra ha tremato a fino a Nuova Delhi, in India.

Al momento sono in corso accertamenti per capire i danni del grave sisma che è leggermente inferiore a quello devastante del 25 aprile scorso dove la terra ha tremato dopo due forti scosse di magnitudo 7.8 e 6.5.

Il sisma di due settimane, secondo stime ufficiali, ma tutt’ora provvisorie, ha ucciso almeno 8.046 persone, ferendone oltre 17.800. L’epicentro era stato registrato tra Kathmandu e Pokhara e ha fatto sentire i sui devastanti effetti su tutta la catena dell’Himalaya.

Valanghe si erano staccate dal monte Everest causando decine di morti compresi quattro italiani. Nel terremoto di oggi ancora non si ha contezza dei danni che ha provocato questa nuova forte scossa.

GUARDA LE IMMAGINI DEL TERREMOTO DI APRILE

Il Nepal è stato nuovamente colpito proprio a una quindicina di giorni dal devastante sisma che ha causato la morte di migliaia di persone. Ancora sono in corso gli scavi tra le macerie alla ricerca di cadaveri o possibili sopravvissuti.

Terremoto oggi in Nepal 12 maggio 2015
Terremoto in Nepal 12 maggio 2015

La comunità internazionale si era subito attivata inviando soccorsi e volontari. Intensa anche la campagna delle organizzazioni umanitarie per andare incontro alle popolazioni colpite dall’evento sismico.

L’Unicef, che ha attivato dei canali di raccolta fondi, aveva parlato di un milione di bambini a rischio.

L’emergenza prioritaria, oltre al dolore per le vittime, è ora quella ricercare altri sopravvissuti e stare in guardia da possibili epidemie che possono diffondersi nell’area del sisma colpita ancora una volta da un forte terremoto.

Blitz contro la 'Ndrangheta a Cosenza. 12 fermi dei Carabinieri. Progettavano attentato contro caserma Cc

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I Carabinieri del Reparto operativo di Cosenza hanno eseguito 12 fermi (un tredicesimo è sfuggito alla cattura) emessi dalla Dda di Catanzaro nei confronti di esponenti di spicco della ‘ndrangheta accusati di associazione mafiosa, estorsione, associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga e detenzione e porto illegali di armi. La cosca sgominata è quella dei ‘Rango-Zingari’, attiva nelle estorsioni e che monopolizzava il traffico di droga. I fermati, nell’ambito dell’Operazione Doomsday (giorno del giudizio universale), erano subentrati ad altri affiliati arrestati nei mesi scorsi.

I provvedimenti di fermo sono stati emessi sulla scorta delle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Cosenza e coordinate dal procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, dai procuratori aggiunti Vincenzo Luberto e Giovanni Bombardieri e dai sostituti procuratori Pier Paolo Bruni e Antonio Tridico.

L’attività investigativa, riferiscono i Carabinieri, ha consentito di delineare gli assetti della cosca di ‘ndrangheta Rango-Zingari e la sua rapida capacità di rigenerarsi nel momento in cui i suoi elementi di vertice sono stati colpiti da misure cautelari a seguito anche di recenti operazioni condotte dall’Arma. Secondo quanto è emerso dalle indagini, l’attività del gruppo criminale, grazie alla disponibilità di armi, era finalizzata allo sfruttamento delle ricchezze del territorio mediante la sistematica perpetrazione di estorsioni ai danni di imprenditori e la gestione in regime di assoluto monopolio del traffico di sostanze stupefacenti nell’area in cui esercita la sua influenza.

Nell’ambito della stessa inchiesta risultano indagate altre 5 persone nei confronti delle quali non sono stati emessi i provvedimenti di fermo perchè già detenute. Tra i fermati figurano un imprenditore accusato di avere svolto il ruolo di referente della cosca nel settore edilizio ed alcune persone già tratte in arresto con l’accusa di avere compiuto atti intimidatori ai danni di amministratori comunali di Marano Marchesato (Cosenza).

La Dda di Catanzaro ha deciso di emettere, in via d’urgenza, i 13 provvedimenti di fermo eseguiti dai Carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Cosenza sulla base di una serie di esigenze cautelari emerse da informazioni ottenute nel corso dell’indagine. In particolare, è stata scoperta l’intenzione da parte degli indagati, accennata da elementi della cosca e di cui i carabinieri hanno appreso attraverso un’intercettazione ambientale, di perpetrare un attentato ai danni di una caserma dell’Arma di Cosenza. I provvedimenti di fermo, inoltre, si sono resi necessari per interrompere le condotte criminali in atto nei confronti degli imprenditori vittime delle estorsioni ed oggetto di minacce.

I fermati sono Leonardo Bevilacqua, di 34 anni; Cosimo Bevilacqua, 50 anni; Danilo Bevilacqua, 24 anni; Simone Santoro, 34 anni; Antonio Intrieri, 52 anni; Domenico Mignolo, 28 anni; Francesco Vivacqua, 29 anni; Alberto Ruffolo, 26 anni; Francesco Ciancio, 24 anni; Gianluca Cinelli, 29 anni; Gianluca Barone, 42 anni; Mario Mignolo, 25 anni. Uno dei 13 destinatari del fermo è riuscito a sfuggire alla cattura. Tra i destinatari di fermo di stamane figurano Domenico Mignolo e Leonardo Bevilacqua, già indagati per l’omicidio di Antonio Taranto, il 26enne ucciso a fine marzo nel popoloso quartiere di via Popilia a Cosenza.

Migranti, Mogherini all'Onu: "Distruggere business trafficanti"

 Federica Mogherini all'Onu sull'emergenza  Migranti
Federica Mogherini all’Onu

“Il problema dei migranti nel Mediterraneo non è solo un problema umanitario ma un problema di sicurezza”. E’ quanto ha affermato l’Alto rappresentante per gli Affari esteri Ue, Federica Mogherini parlando al Consiglio di Sicurezza dell’Onu sull’emergenza immigrazione che sta investendo l’Europa e l’Italia in particolare.

Secondo la delegata italiana “bisogna distruggere il modello di business dei trafficanti di immigrati ed essere sicuri che i barconi non vengano più usati”, poiché qualsiasi “asset in senso lato devono essere distrutti. L’Unione europea – ha spiegato Mogherini – non siede in Consiglio di sicurezza ma vi siedono diversi Paesi membri che stiamo coordinando con una azione che sta portando i suoi frutti per una bozza di risoluzione in tempi eccezionali”, per questo motivo, “mi aspetto ora che il resto della comunità internazionale agisca con altrettanta determinazione e altrettanta velocità di quanta per una volta l’Ue ha saputo dimostrare”.

Federica Mogherini nei giorni scorsi ha presentato una bozza di azione che prevede anche l’uoso della forza contro i trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo, il cui “problema non è solo un problema umanitario ma un problema di sicurezza. E noi siamo qui per agire e per agire subito, per noi è un dovere morale”, ha detto il ministro degli esteri Ue illustrando a palazzo di Vetro la proposta europea per un piano di emergenza. sull’immigrazione in Europa.

“Una situazione eccezionale – ha aggiunto – richiede misure eccezionali”. E l’Europa è “pronta ad agire, ma non possiamo agire da soli, abbiamo bisogno di partnership, deve essere uno sforzo comune e globale. Dobbiamo lavorare in partnership con la Libia per combattere i trafficanti di migranti”. Perché puntualizza, “migranti e profughi non saranno mandati indietro. Voglio essere chiara su questo. La Convenzione di Ginevra sarà pienamente rispettata”. Sul mandato di una operazione navale per fermare il traffico illegale di migranti, l’Europa vuole lavorare con l’Onu. Quindi ha sottolineato che il mandato dell’operazione è in via di elaborazione a Bruxelles e verrà sottoposto al Consiglio Europeo del 18 maggio prossimo “con la possibilità di prendere subito la prima decisione”.

“Da Mare Nostrum a Triton l’Italia continua a salvare vite nel Mediterraneo”, ha invece affermato il rappresentante speciale del Segretario Generale per le migrazioni Peter Sutherland, avvertendo anche che, se non vengono prese misure urgenti, entro l’autunno ventimila persone potrebbero perdere la vita in mare.

A Bruxelles l’Agenda per l’immigrazione preparata dal commissario Ue Dimitri Avramopulos sarà finalizzata oggi dai capi di gabinetto e mercoledì approderà sul tavolo del collegio dei commissari per l’approvazione. Quattro i pilastri su cui si fonda la strategia: aiuto ai Paesi di origine e transito dei migranti, controllo delle frontiere a sud della Libia e nei paesi limitrofi, missioni di sicurezza e difesa contro trafficanti e scafisti e infine, il più controverso, l’obbligatorietà della suddivisione dei profughi in base ad un meccanismo di quote.

Per gli aiuti ai Paesi terzi e per il controllo delle frontiere, con interventi sulle infrastrutture per metterle in sicurezza, “non ci sono problemi di soldi”, indicano fonti europee, visto che l’Europa è il primo donatore mondiale e può attingere ad un budget di circa 20 miliardi per cooperazione e sviluppo. Ma la questione politica è la loro destinazione. Per quanto riguarda la missione nell’ambito della politica di sicurezza e difesa, tutto è legato all’Onu e ai tempi per l’approvazione della risoluzione preparata dall’Italia e presentata dalla Gran Bretagna.

Il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni ha parlato di una decina di giorni per capire se, oltre all’appoggio che già c’è di Francia, Gran Bretagna, Spagna e Lituania, si possa contare anche su quello degli altri undici membri. La Russia, per ora, non ha vincolato il suo sì alla questione delle sanzioni, lasciando aperta la strada dell’ottimismo. La speranza dell’Ue è che sia pronta in tempo per il Consiglio europeo di giugno. Non è escluso però che arrivi anche prima del Consiglio esteri del 18 maggio. Il punto più controverso della strategia resta la redistribuzione dei migranti, con quote obbligatorie da stabilire in base alla ricchezza del Paese, al tasso di disoccupazione, ai numeri degli asili già concessi.

La Commissione ha deciso di invocare l’articolo 78.3 del Trattato di Lisbona, finora mai applicato: “Qualora uno o più Stati membri debbano affrontare una situazione di emergenza caratterizzata da un afflusso improvviso di cittadini di Paesi terzi, il Consiglio, su proposta della Commissione, può adottare misure temporanee a beneficio dello Stato membro o degli Stati membri interessati”, recita il testo. Grazie ad esso, la Commissione potrà mettere la questione delle quote su una ‘corsia preferenzialè, e il Consiglio dovrà approvarla a maggioranza cercando di eludere i possibili veti.

Secondo Bruxelles, la valutazione d’emergenza già esiste, “perché sono i numeri a dirlo”. Centinaia di migliaia di richieste (130mila sbarchi in Italia nell’ultimo anno e oltre 200mila richieste di asilo previste in Europa) sono “sicuramente un’emergenza”, secondo l’esecutivo Ue. Nella bozza che circola, i numeri dei rifugiati da ricollocare non sono ancora specificati. La forbice va da 5000 a 20mila, ma Avramopoulos spera che ci si avvicini molto più al secondo che al primo.

Marina e Pier Silvio Berlusconi finanziano Forza Italia

Marina e Pier Silvio Berlusconi
Marina e Pier Silvio Berlusconi

Marina e Pier Silvio Berlusconi scendono in campo con Forza Italia, non certo candidandosi, ma staccando due assegni da 100mila euro ciascuno per finanziare il partito del padre. Una scelta che avviene per la prima volta. È quanto emerge dalle dichiarazioni congiunte del 2014 e del primo quadrimestre del 2015, con i finanziamenti che i privati e le aziende danno ai partiti e che devono essere depositati alla Camera.

In aiuto di FI sono accorsi anche Ennio Doris, i figli Massimo e Annalisa, e la moglie Lina Tombolato: ciascuno di essi ha donato 100.000 euro. Altrettanto hanno fatto il San Raffaele di Roma e la Pellegrini spa di Milano, curiosamente l’azienda dell’ex patron dell’Inter.

Si aggiungono poi una serie di piccoli finanziamenti di imprese, mentre scompaiono i grandi donatori degli anni passati come Gavio, Arvedi, Riva, ecc. Assegni ben più pesanti li ha dovuti staccare Silvio Berlusconi: uno da 39.240.484,63 per chiudere una fidejussione di Unicredit del 2001; un secondo da 7.277.290,67 per estinguere una fidejussione del Banco Popolare del gennaio 2002; ed un terzo di 23.284.365,90 per una fidejussione del Monte Paschi di Siena del gennaio 2001.

Guardando i finanziatori del Pd si leggono solo i nomi dei parlamentari o degli amministratori Dem, con una fuga delle imprese. L’unico fedele nel sostegno economico al partito è l’editore bolognese Federico Enriques, con 25.000 euro. Reggono solo i finanziamenti di piccolo importo a livello locale e in favore dei singoli candidati per esempio alle europee. E anche l’Udc per la prima volta da anni perde il sostegno economico di Caltagirone, che in passato ha sempre staccato assegni per almeno 400.000 euro guidato dal partito di Pier Ferdinando Casini. Quanto al M5s, Beppe Grillo risulta essere l’unico finanziatore del Comitato del Movimento per le elezioni europee, con 54.465,75 euro.

Elezioni comunali in Trentino e Valle d'Aosta. Boom Lega, Bene il Pd. Forza Italia al 4%.

Elezioni comunali 2015Quello di domenica alle elezioni comunali in Trentino Alto Adige e Valle D’Aosta è stato un test mini elettorale a venti giorni dalle elezioni comunali e regionali del 31 maggio. La sorpresa in assoluto è il tracollo di Forza Italia, ridotta al 4%, con la Lega che conquista la leadership del centrodestra e il Pd che tiene rispetto alle precedenti elezioni comunali.

TRENTO – Confermato Alessandro Andreatta, sindaco uscente del Pd di Trento con il 53,7%. A Bolzano, invece, è ballottaggio per il sindaco uscente del Pd Luigi Spagnolli, che alle precedenti consultazioni era passato al primo turno. In forte calo l’affluenza. Dal punto di vista elettorale i Dem tengono mentre si registra un forte calo di Fi con Raffaele Fitto che va all’attacco. Boom della Lega con Matteo Salvini che va subito all’attacco: per il Pd c’è stato un “effetto Renzi al contrario”. Toti: “Serve commissario”.

Il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, ha davanti a sé il suo secondo mandato, con la vittoria nelle comunali di ieri. Ha battuto gli altri candidati con il 53,7%, dopo che alla sua prima elezione aveva ottenuto il 64,42% con la stessa coalizione di centrosinistra autonomista, quella che governa anche la Provincia autonoma.

Un calo, quello della sua percentuale, che lo stesso Andreatta aveva ipotizzato come fisiologico già prima di arrivare alle urne, tra il detto e il non detto, com’era accaduto anche ai suoi predecessori al secondo mandato. Dietro al sindaco, sostenuto da Partito democratico, Cantiere Civico Democratico, Patt e Verdi, si sono piazzati nell’ordine il candidato unico del centrodestra, Claudio Cia, sostenuto dalle liste di centrodestra Civica Trentina, Forza Italia, Lega Nord, Progetto Trentino e Fratelli d’Italia, Paolo Negroni del Movimento 5 Stelle, Antonia Romano della lista L’Altra Trento a Sinistra e Paolo Primon di Popoli Uniti Trentino Suedtirol.

Andreatta, 58 anni, era già sindaco reggente dall’ottobre del 2008, quando il suo predecessore, Alberto Pacher, era stato eletto in Provincia ed era diventato vicepresidente. Nel 2009 Andreatta aveva battuto di lunghezza gli altri sette candidati, sostenuto da Pd, Upt, Di Pietro-Idv, Patt, Udc, Verdi, Socialisti democratici e Leali. Gli altri contendenti erano Alessandro Cocca per la lista di musicisti Progetto Trento Soul Moderno, Emilio Giuliana per la Fiamma Tricolore, Bruna Giuliani per la Lega Nord, Luigi Merler per le liste Alleanza di centro per la libertà e Civica tridentum, Pino Morandini per il Pdl e la lista civica Morandini, Francesco Porta per Rifondazione comunista e Comunisti italiani, e Claudio Taverna per il partito dei Pensionati.

BOLZANO – A Bolzano si va al ballottaggio tra il sindaco uscente del Pd Luigi Spagnolli, che ha ottenuto il 41,58%, e Alessandro Urzì che con i colori anche di Forza Italia ha raggiunto quota 12,74%. I risultati definitivi del voto nel capoluogo sono stati resi noti dopo uno scrutinio-monstre durato 12 ore e mezzo. Al terzo posto si è piazzato Carlo Vettori della Lega Nord-Salvini con 10,67 punti. Subito dopo Cecilia Stefanelli, della sinistra con i Verdi, che ha ottenuto il 10,45%. Spagnolli paga l’uscita dalla coalizione della sinistra, che ha preferito presentarsi con un proprio candidato sindaco ed ora dovrà cercare di ricucire i rapporti. Per quanto riguarda i voti di lista il Pd in città è stabile ottenendo le stesse percentuali di 5 anni fa.

AOSTA – Fulvio Centoz, 40 anni, segretario regionale del Partito Democratico e renziano della prima ora, sposato e con tre figli, laureato in Giurisprudenza, è il nuovo sindaco di Aosta. Guidava una coalizione composta dal Pd e dai movimenti autonomisti di maggioranza (Union valdotaine, Stella Alpina, Creare Vda) che ha ottenuto oltre il 50% dei voti evitando il ballottaggio. Vice-sindaco è stata eletta Antonella Marcoz (Uv).

REAZIONI

Grande sorpresa è la Lega che raddoppia i voti, pur orfana dell’ex leader Elena Artioli, recentemente passata armi e bagagli al Pd. I commentatori attribuiscono l’exploit all’effetto Salvini, che aveva tenuto un comizio in piazza con moltissimo pubblico a poche ore dall’appuntamento con le urne. Si segnala infine la debacle di Forza Italia che non ha sfiorato il 4% di fronte al 22,2% ottenuto dal Pdl nella precedente tornata. Leggero calo della Svp che lascia sul campo quasi 4 punti percentuali.

Salvini, Lega storica, Pd subisce effetto Renzi al contrario – “Sia in Trentino sia in Tirolo per la Lega risultato straordinario, mai ottenuto nella nostra storia: abbiamo triplicato i voti rispetto a due anni fa. Il Pd invece ha perso voti rispetto alle precedenti amministrative, con un effetto Renzi al contrario”: lo ha detto all’Ansa Matteo Salvini commentando i risultati elettorali a Trento e Bolzano.

“Siamo il secondo partito a Trento e il terzo a Bolzano – ha aggiunto Salvini – con 6 consiglieri a Trento siamo la prima forza di opposizione”. “Abbiamo preso il sindaco ad Avio e abbiamo vinto a Pinzolo comune cui sono particolarmente legato perché ci vado in vacanza da quando sono piccolo”. “Abbiamo avuto davvero una affermazione straordinario, mai raggiunto nella storia. Certo a Trento il Pd ha vinto, va riconosciuta la vittoria degli altri ma l’effetto Renzi non c’è stato, anzi è stato al contrario. Se questo è l’antipasto è un buon segnale”.

Fitto, risultato conferma che centrodestra di Berlusconi è superato – “A Trento e a Bolzano si è votato e siamo sotto il 4% come dato di Forza Italia e questo credo sia emblematico. Credo che sia necessario rifondare il centrodestra”, afferma il leader dei “Ricostruttori”, Raffaele Fitto parlando a Foggia ad un incontro elettorale. Secondo Fitto “anche alla luce dei risultati che arrivano dal resto d’Italia si conferma che” il centrodestra messo in campo da Berlusconi “è abbastanza superato”.

Toti invoca il commissario: “Risultato deludente” – “I risultati del voto amministrativo in Trentino Alto Adige sono ampiamente deludenti e ritengo siano il frutto di inadeguatezza di ricette, litigi, distinguo e totale incapacità della nostra locale classe dirigente”, spiega Giovanni Toti, consigliere politico di Fi che chiede “al più presto la nomina di un commissario. I risultati del voto amministrativo in Trentino Alto Adige di queste ore – prosegue il candidato alla guida della regione Liguria – sono ampiamente deludenti e ritengo siano il frutto di inadeguatezza di ricette, litigi, distinguo e totale incapacità della nostra locale classe dirigente – passata, presente e futura – di rappresentare i nostri elettori e le loro esigenze”.

Secondo Toti “E’ indispensabile un ripensamento dell’intera struttura del nostro movimento politico in quella zona provvedendo al più presto alla nomina di un commissario. Forza Italia e la coalizione di centrodestra, dove si presentano uniti e con una squadra credibile, come accade in Liguria e in altre regioni, dimostreranno di essere non solo competitivi, ma vincenti. Aspettare il 31 maggio per credere”.

Serracchiani, il Pd è in buona salute – “Un’affermazione netta a Trento e Aosta, un buongoverno da confermare a Bolzano: questo è un Pd in ottima salute”, rassicura la vicesegretaria del Pd, Debora Serracchiani, commentando l’esito del primo turno delle elezioni comunali. Per la governatrice del Friuli “sono fuori luogo i proclami euforici di Salvini, che vampirizza una Forza Italia irriconoscibile. A cominciare dai territori, si pone il problema di un’opposizione sfrangiata, astratta e spesso estremista. Il Pd – dice ancora Serracchiani – rimane l’unico partito che garantisce radicamento e rappresentanza su tutto il territorio e a tutti i livelli istituzionali. Ci viene riconosciuto un ruolo importante – conclude – anche in regioni di storica vocazione e pratica autonomista”.

Guerini: “Pd ha vinto, altri esultano ma hanno perso” – “Il Partito Democratico riconquista senza problemi il comune di Trento e arriva al ballottaggio a Bolzano con un enorme vantaggio sul secondo. Ringraziamo gli elettori per aver dato un chiaro segnale di consenso e apprezzamento dell’operato dei nostri amministratori”. Ad affermarlo è il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini.  “A chi in queste ore esulta per qualche punto percentuale in più di voti, – spiega – ricordiamo sommessamente che non siamo più nella prima Repubblica: in questo tipo di elezioni conta solo chi arriva primo. Si rassegnino: anche stavolta il Pd ha vinto, loro hanno perso”.

D’Alema “E’ molto preoccupante l’astensionismo” che si è registrato anche nel turno delle comunali di ieri “e questo vero crollo di votanti è un brutto segnale per la democrazia”. Lo ha detto Massimo D’Alema in visita in Calabria in un tour elettorale in cui diversi comuni andranno al voto.
“E’ preoccupante – ha aggiunto l’ex premier – anche perché il voto in queste regioni è molto importante. Si tratta di istituzioni con un grande potere e moltissime risorse. Non è una consultazione elettorale secondaria”, ha concluso.

Papa Francesco e Renzi incontrano Raul Castro: "Pagina nuova"

Raul Castro a colloquio con Papa Francesco
Raul Castro a colloquio con Papa Francesco (Afp)

Il presidente cubano Raul Castro è stato ricevuto da Papa Francesco nello studio privato presso l’Aula Nervi. Al suo arrivo il Vaticano il presidente è stato accolto dal prefetto della Casa Pontificia, monsignor Georg Gaenswein.
L’incontro tra Francesco e Raul Castro è durato circa un’ora, al termine della quale i due interlocutori si sono salutati con una lunga stretta di mano.

Il presidente cubano ha espresso gratitudine a Bergoglio per il prezioso aiuto della Santa Sede nelle trattative per la normalizzazione delle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti. “Ho ringraziato il Santo Padre per il suo contributo al riavvicinamento tra Cuba e gli Stati Uniti”, ha detto lo stesso Castro, uscendo dall’Aula Nervi.
“Nel colloquio – ha spiegato padre Federico Lombardi portavoce della Santa Sede – si è parlato anche dell’accoglienza che verrà data dai cubani al Papa” nella visita del prossimo settembre.

Papa Francesco ha donato a Raul Castro una medaglia con l’immagine di San Martino che riveste un povero con il suo mantello. “San Martino che con il mantello copre il povero è un’intuizione di quello che dobbiamo fare: dobbiamo coprire la miseria della gente e poi promuovere la gente. Mi piace molto regalare questa immagine perchè è un segno di buona volontà”, ha detto Bergoglio al presidente, al quale ha donato a anche l’esortazione apostolica “Evangelii gaudium”, che è il documento programmatico del suo Pontificato.
“Questo è il testo dove ci sono alcune di quelle dichiarazioni che a lei piacciono”, gli ha detto accennando al fatto che il testo ha “una parte religiosa e una parte sociale”.

Raul Castro ricevuto dal premier Matteo Renzi
Raul Castro ricevuto dal premier Matteo Renzi (Ansa/DI Meo)

Da parte sua, Raul Castro ha donato a Francesco una medaglia commemorativa dei 200 anni della cattedrale dell’Avana. “Di queste medaglie ce ne sono solo 25, e una è questa”, ha spiegato. A Francesco Castro ha consegnato poi anche un quadro del cubano Kacho,che raffigura una croce realizzata con barconi come quelli che trasportano i migranti e con davanti una persona inginocchiata a pregare: il quadro, hanno detto i rappresentanti cubani, realizzato espressamente per la visita, è ispirato al viaggio fatto nel luglio 2013 dal Papa a Lampedusa. Kacho era presente nella delegazione e Castro ha potuto presentarlo a Bergoglio.

“Ho preso ispirazione dall’attenzione del Papa per i migranti”, ha confidato ai giornalisti Kacho che l’anno scorso aveva fatto una mostra al al Palazzo della Cancelleria, a Roma, e aveva scritto al Papa che gli aveva risposto.
San Giovanni Paolo II aveva ricevuto il fratello di Raul, Fidel Castro, nel 1996 e nel 1998 aveva compiuto uyno storico pellegrinaggio a Cuba, seguito da Benedetto XVI nel 2011, quando ad accoglierlo c’era già il presidente Raul ma anche Fidel potè incontrare Ratzinger. “La Chiesa cattolica cubana – ricorda oggi il sito specializzato Vaticaninsider – già da molti anni sostiene il processo di dialogo per favorire l’apertura di Cuba al mondo e del mondo a Cuba, per usare un’espressione di Giovanni Paolo II.

L’iniziativa per il disgelo con gli Stati Uniti è stata portata avanti dalla Santa Sede in piena sintonia con i vescovi del luogo guidati dal cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino, chiedono al governo dell’Avana la possibilità di costruire nuove chiese, di facilitare la possibilità di comunicazione e di trasporto, e sperano anche di poter avere un accesso ai mezzi di comunicazione che non si riduca a qualche quarto d’ora all’anno”.

Per il sito, l’incontro di oggi e la prossima vista di Bergoglio nell’isola il prossimo settembre, durante lo stesso viaggio che lo porterà significativamente anche a Washington, alla Casa Bianca e al Congresso, sono tappe di un percorso.
Nella storia recente dei rapporti tra il Vaticano e Cuba, questi appuntamenti sono stati sempre segnati da concessioni da parte del governo cubano, come fu per la reintroduzione del giorno festivo del Natale, annunciata alla vigilia del viaggio di Giovanni Paolo II nell’isola caraibica”.

Lasciato il Vaticano, il Presidente Castro ha raggiunto Palazzo Chigi dove alle 11 è stato accolto dal premier Matteo Renzi.

“Oggi possiamo toccare con mano che molto sta cambiando, la storia fa il suo corso e vogliamo e dobbiamo essere protagonisti. Oggi possiamo scrivere una pagina nuova e sono convinto che possiamo fare molto insieme”, ha detto Renzi nell’incontro con la stampa dopo il bilaterale con Raul Castro. “I rapporti tra Italia e Cuba sono perfetti”, ha detto Raul Castro.

“Noi non avremmo mai dovuto essere inclusi nella lista dei paesi terroristi. Forse il prossimo 28 maggio il Senato degli Stati Uniti ci toglierà da questa famosa lista”, ha aggiunto Castro davanti ai giornalisti dopo il colloquio con Renzi. “Sono rimasto molto colpito dalla saggezza e modestia del Papa. Leggo tutti i suoi discorsi e a Renzi ho detto: “Se il Papa continua così tornerò alla Chiesa cattolica”. Io sono del partito comunista che non ha mai ammesso i credenti” anche se ora si sono fatti passi avanti. Così Raul Castro elogia Papa Bergoglio dopo l’incontro con Renzi. “Noi – aggiunge Castro – veniamo accusati di non rispettare i diritti umani. Ma chi li rispetta nel mondo? Da noi la salute è un diritto per tutti come l’istruzione. Noi riconosciamo di aver compiuto degli errori ma i diritti umani non devono essere strumentalizzati per mala-politica”.

Migranti, Mogherini e Mattarella strigliano l'Ue. "Vergogna"

Federica Mogherini
Federica Mogherini, ministro degli Esteri dell’Ue

Il piano dell’Ue per contrastare il traffico di migranti sembra sia abortito sul nascere. A farlo intendere è la stessa Federica Mogherini, alta rappresentante per gli Affari esteri dell’Unione che a Expo, sull’emergenza migratoria, elogia gli sforzi di una politica comune europea sull’immigrazione ma striglia chi, accordi o non accordi, si lava le mani e porge lo sguardo dall’altra parte, salvo indignarsi quando ci sono i morti in mare.

“È una vergogna – afferma Mogherini – che l’Europa si svegli solo di fronte ai morti. Però abbiamo dato finalmente una risposta comune, abbiamo deciso di triplicare la missione Triton, quando fino a una settimana fa sembrava impossibile mantenerla. Triton è una risposta che non cambierà la situazione nell’arco di una settimana – ha ammesso il ministro degli Esteri Ue – ma almeno quello che si sta facendo è di più fronti e li facciamo insieme e da europei”.

E alla festa dell’Europa, nel 65esimo anniversario della dichiarazione di Schuman, il padre dell’Ue, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella critica: “Noi che siamo europeisti, – dice Mattarella – non ci stanchiamo di sostenere una maggiore integrazione politica dell’Europa. Serve a questo scopo uncambiamento di rotta per ridurre gli squilibri interni e rivitalizzare le energie penalizzate da eccessi di austerità”.

Secondo il capo dello Stato “L’egoismo è al di fuori dai valori dell’Unione. Ci vuole meno egoismo per dare ai nostri giovani europei una prospettiva di lavoro”, aggiunge Mattarella, ma anche “meno egoismo per affrontare in modo positivo il dramma delle migrazioni” e “meno egoismo per svolgere un ruolo efficace di pace in Africa e nel Medio Oriente”.

Elezioni regionali Campania, il Tar: "De Luca è candidabile". Bocciato ricorso M5S

Il candidato governatore della Campania Vincenzo De Luca (Pd)
Il candidato governatore della Campania Vincenzo De Luca (Pd)

Per i giudici della seconda sezione del Tar della Campania, Vincenzo De Luca è candidabile e “non potrebbe in alcun modo fondatamente sostenersi” che “in quanto condannato con sentenza non definitiva, versi in una ipotesi di incandidabilità”.

Il ricorso presentato dai parlamentari del Movimento Cinque Stelle si fondava sulla incandidabilita” dell’ex sindaco di Salerno De Luca in quanto condannato in primo grado per abuso di ufficio e quindi sospeso da qualsiasi carica pubblica in applicazione della legge Severino. Nelle motivazioni della sentenza il Tar sottolinea invece che presupposto per le cause di incandidabilità è costituito da “provvedimento di natura definitiva: condanna definitiva, provvedimento definitivo di applicazione della misura di prevenzione”.

Per i giudici del Tar la legge Severino stabilisce che le condanne “quando non sono definitive costituiscono causa di semplice sospensione di diritto dalla carica (nel caso di condanna a una pena non inferiore a due anni di reclusione per un delitto non colposo, dopo l’elezione o la nomina, è però necessario che la sentenza di primo grado sia stata confermata in appello);

Lo stesso vale per l’applicazione della predetta misura di prevenzione che avvenga con provvedimento non definitivo. La situazione di sospensione dalla carica – sostengono i giudici – siccome legata ad un provvedimento non definitivo, è anch’essa intrinsecamente provvisoria, essendo destinata a far posto alla decadenza dalla carica stessa, qualora intervenga il passaggio in giudicato della sentenza di condanna o divenga definitivo il provvedimento che applica la misura di prevenzione”.

Gran Bretagna, stravince David Cameron. Smentiti i sondaggi

David Cameron con la moglie al 10 di Downing Street a Londra
David Cameron con la moglie al 10 di Downing Street a Londra

Trionfo per i Conservatori di David Cameron nelle elezioni in Gran Bretagna. Ai Tories sono andati in tutto ben 331 seggi (+24 seggi rispetto al 2010), mentre i Laburisti si fermano a 232 seggi (-26). Un risultato che ribalta i sondaggi degli ultimi giorni che fotografavano una situazione di quasi assoluta parità tra i due partiti maggiori in termini percentuali. Tracollo per i Liberaldemocratici che conquistano appena 8 seggi, mentre gli scozzesi del Snp passano da 6 a 56 seggi. L’Ukip ottiene un solo seggio contro i 2 della passata legislatura.

Intorno alle 13.30 il premier conservatore è arrivato a Buckingham Palace per incontrare la regina Elisabetta e avviare l’iter per la formalizzazione del suo secondo mandato come primo ministro prima della formazione di un nuovo governo. “Credo fermamente che ci troviamo sul punto di realizzare qualcosa di speciale per il nostro Paese”, ha detto Cameron dopo essere rientrato a Downing Street. “Ho sempre creduto di dover governare con rispetto”, ha aggiunto il premier, impegnandosi a proseguire nel percorso di devolution per la Scozia, il Galles e l’Irlanda del Nord, sul quale “tutti i partiti” si erano espressi a favore nel precedente Parlamento.

Nel breve discorso Cameron ha confermato anche l’intenzione di voler indire un referendum sulla permanenza del Regno Unito nella Ue. “Faremo il referendum sul nostro futuro in Europa”, ha detto riferendosi probabilmente al progetto iniziale di convocare la consultazione nel 2017.

Precedentemente Cameron aveva detto di sperare di governare per tutto il Regno Unito. “E’ stata la vittoria più dolce di tutte”, il primo commento del leader conservatore allo staff e agli attivisti del suo partito. Il premier ha poi sottolineato: “Hanno sbagliato i sondaggi ed hanno sbagliato gli opinionisti”. Il Partito Conservatore costruirà sulle “fondamenta” della sicurezza economica nei prossimi cinque anni. La Gran Bretagna, ha aggiunto, “deve tenere” il referendum promesso sull’adesione all’Unione europea e “voglio fare in modo che ci siano buone scuole per tutti i nostri figli, indipendentemente dal luogo in cui vivono o dal loro retroterra”. Il premier ha poi ricordato di volere “governare per tutti” e di “portare il nostro Paese insieme, il nostro Regno Unito insieme attuando il più rapidamente possibile la devolution che abbiamo promesso, concordata con altri Paesi, sia per il Galles che per la Scozia”.

Miliband: responsabilità solo mia – Ha invece sofferto una “notte difficile e deludente” il leader britannico dei Laburisti, Ed Miliband che si è assunto la piena responsabilità per la sconfitta laburista e si è dimesso dalla guida del Partito, invocando “una nuova leadership”. “Non è questo il discorso che avrei voluto pronunciare”, ha detto Miliband all’inizio del suo intervento davanti allo staff e ai militanti laburisti nella sede londinese del partito, dicendosi dispiaciuto per i colleghi che avevano perso il proprio seggio parlamentare. “La Gran Bretagna -ha detto – ha bisogno di un Partito laburista forte ed è giunto il momento che qualcun altro ne assuma la leadership”. Ora, ha aggiunto, è necessario un “dibattito aperto e onesto, senza ipocrisie” sul futuro del partito”. Poi, in un passaggio sottolineato dagli applausi e dalle urla di incoraggiamento dei militanti, Miliband ha cercato di rincuorare i presenti affermando, “ci siamo rialzati in passato e lo faremo ancora in futuro”.

Farage fuori da Parlamento si dimette – Il leader dell’Ukip Nigel Farage ha annunciato le sue dimissioni dopo la sconfitta nel collegio di South Thanet, conquistato dal candidato conservatore Craig MacKinlay. A Farage sono andati 16.026 voti, contro i 18.838 di MacKinlay. . “Una parte di me -ha detto- è delusa, l’altra è più felice di quanto non mi sia sentito da molti, molti anni”. Il leader dell’Ukip ha criticato il sistema elettorale britannico che ha assegnato in Scozia quasi la totalità dei seggi all’Snp che ha ottenuto il 50% dei voti in quell’unica regione, lasciando invece al suo partito, terza forza politica a livello nazionale con tre milioni di voti, un solo seggio a Westminster. “Serve un’autentica e radicale riforma della politica”, ha detto Farage.

Lascia anche Clegg – “Mi aspettavo che queste elezioni fossero eccezionalmente difficili per i Libdem”, ha dichiarato Clegg. Ma, ha aggiunto, “evidentemente i risultati sono stati incommensurabilmente più devastanti e crudeli di quanto avrei mai potuto immaginare”.

Sturgeon, non chiederemo un altro referendum – Le elezioni politiche non sono state un voto per l’indipendenza scozzese e l’eccellente risultato dello Scottish National Party non spingerà il partito a chiedere un altro referendum. Lo ha ribadito la leader dell’Snp Nicola Sturgeon, affermando di essere già stata al riguardo “molto, molto chiara durante la campagna elettorale” e di “non volersi rimangiare la parola”. La Sturgeon, trionfatrice della notte elettorale, ha poi confessato alla Bbc di essere stata fiduciosa sul risultato, “ma di non avere mai immaginato 56 seggi”. Quanto al tracollo dei Laburisti in Scozia, per la Sturgeon la colpa non può essere attribuita all’Snp, ma all’incapacità del Labour di battere i Conservatori.

Scozia elegge la più giovane parlamentare dal 1667 – Ha 20 anni la più giovane candidata eletta al parlamento britannico dal 1667: Mhairi Black, esponente del SNP, il partito nazionalista scozzese, ha avuto la meglio sull’esponente laburista Douglas Alexander nel collegio di Paisley and Renfrewshire.

Dopo 7 anni Boris Johnson torna in Parlamento – Il sindaco conservatore di Londra, Boris Johnson, torna in Parlamento dopo sette anni di assenza. Prima delle elezioni di ieri, Johnson, che si è aggiudicato il seggio di Uxbridge e South Ruislip, aveva spiegato di volere coniugare i suoi compiti di sindaco e membro del Parlamento per il prossimo anno. Visto da alcuni come il prossimo leader dei Conservatori, Johnson era stato in Parlamento dal 2001 al 2008.

La reazione Ue – Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, si congratula con leader conservatore britannico, David Cameron, per il successo alle elezioni di ieri. La Commissione, ha spiegato il portavoce di Juncker, “è pronta a lavorare costruttivamente con il nuovo governo britannico” ed esaminerà ogni richiesta del Regno Unito di modificare le relazioni con la Ue “in maniera amichevole e oggettiva”, ma senza modificare i Trattati.

I numeri – Ai Tories sono andati in tutto ben 331 seggi (+24 seggi rispetto al 2010) con una percentuale di voto a livello nazionale del 36,9% (+0,8%). I Laburisti hanno ottenuto solamente 232 seggi (-26), pur vedendo aumentare lievemente (+1,5%) le proprie percentuali di voto al 30,4%. I voti per i Conservatori sono stati 11.334.920, circa due milioni in più rispetto ai 9.344.328 dei Laburisti. Il risultato definitivo dell’affluenza è del 66,1% degli aventi diritto. Il terzo partito a Westminster in termini di seggi è l’Snp, che ha ottenuto 56 deputati (+50), con il 4,7% (+3,1%) dei voti concentrati nella sola Scozia, pari a 1.454.436 votanti, circa la metà dell’elettorato scozzese. A livello nazionale la terza forza politica è invece l’Ukip con il 12,6% (+9,5%), pari a 3.881.129 voti, che tradotti in seggi hanno prodotto un unico deputato. L’Ukip, che per la prima volta riesce ad entrare a Westminster in occasione di un’elezione generale, compie comunque un passo indietro rispetto alla precedente legislatura dove, a seguito di due elezioni suppletive, era riuscito a conquistare due deputati. I risultati finali ribadiscono il tracollo dei Liberal democratici che ottengono appena 8 seggi (-49), con il 7,9% (-15,2%) dei consensi a livello nazionale, pari a 2.415.888 voti. Infine, a livello nazionale, i Verdi si sono aggiudicati un seggio, con il 3,8% dei consensi (+2,8%), pari a 1.157.613 voti.

L’analista di Open Europe – David Cameron ha trionfato alle elezioni in Gran Bretagna perché “i dati economici sono dalla sua parte” e la sua vittoria è positiva per l’Europa, perché accresce le possibilità di una permanenza di Londra nell’Ue. E’ l’analisi, all’indomani del voto dal quale il leader conservatore è uscito forte di un successo totalmente imprevisto, fatta da Vincenzo Scarpetta, analista politico del think tank “Open Europe” con sedi a Londra e Bruxelles.

“Potrà sembrare paradossale, ma io credo che il suo successo sia positivo per l’Unione Europea”, dice Scarpetta all’Adnkronos, ricostruendo le ragioni dell’ingresso dl Regno Unito nel club europeo. “Negli anni Settanta Londra entrò al termine di un ragionamento esclusivamente di carattere economico, l’elemento emotivo, quello della pace dopo la Seconda guerra mondiale, manca del tutto – ricorda – per cui l’Europa viene vista come eccessivamente invadente e distante. Ma non è che se avessero vinto i laburisti, le cose sarebbero state diverse, non è che i britannici sarebbero diventati eurofederalisti”.

Anzi, prosegue l’analista nel suo ragionamento, “paradossalmente se avesse vinto il Labour sarebbe stato peggio, perché il problema del rapporto tra Londra e Bruxelles sarebbe stato solo rinviato: entro i prossimi cinque anni, la probabilità di un’uscita sarebbe stata più bassa, perché non avrebbero fatto il referendum, ma tra dieci sarebbe stata più alta, perché le riforme non si sarebbero fatte con la stessa forza con cui adesso può avviarle Cameron. Che, se avesse perso le elezioni, si sarebbe dimesso e sarebbe probabilmente stato sostituito da un leader conservatore più euroscettico”.

Boschi, dopo Italicum: “Faremo riforma sul conflitto d’interessi”

Maria Elena Boschi - Faremo una legge sul conflitto d'interessi
MINISTRO DI FERRO Maria Elena Boschi

Dopo l’Italicum, la prossima riforma del governo Renzi sarà quella sul conflitto d’interessi. Ad assicurarlo in una intervista apparsa stamane sul Corriere della Sera, è stata Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme.

“Se alcuni dei nostri ex leader o ex premier – spiega Boschi – avessero messo la stessa tenacia che hanno messo negli ultimi tempi sui dettagli della nuova legge elettorale, per abolire il Porcellum o per avere finalmente una legge sul conflitto di interessi, ci saremmo risparmiati molte fatiche. Ma non è mai troppo tardi. Vorrà dire che il conflitto di interessi lo porteremo in Aula nelle prossime settimane”.

Per la calendarizzazione, auspica il ministro, “chiederemo sia entro entro giugno”. Sono passati infatti venti anni che si parla di una legge sul conflitto d’interessi ma tra liti, veti e posizioni discordanti, non si è mai arrivati a nulla. La grande occasione la ebbe il governo Prodi tra il 2006 e il 2008 senza però che questa volontà fosse tramutata in atti concreti contro il conflitto di interessi, tema da sempre a cuore al popolo della sinistra dopo l’esperienza di governo di Silvio Berlusconi.

“La maggioranza è schiacciante”, riconosce la fedelissima del premier. Ma “questo non significa che non si possa aprire una discussione di merito sulle riforme costituzionali. Il superamento del bicameralismo paritario e la revisione del titolo V della Costituzione sono obiettivi storici: il testo – afferma il ministro – non è blindato anche se una maggioranza pronta a votare il disegno di legge uscito dalla Camera c’è già”, ricorda Boschi. “Siamo pronti a un confronto vero, su varie ipotesi, dal sistema delle garanzie a modelli diversi d’elezione, per esempio il modello simil Bundesrat, sino all’equilibrio dei poteri”.

Boschi esclude il rischio di scissione dopo l’Italicum. Nel Pd serpeggia il malumore dopo l’abbandono del partito di Pippo Civati, andato via dal Pd in fortissimo dissenso col presidente del Consiglio. “Noi non la vogliamo, la stessa minoranza non la vuole”, sottolinea Maria Elena Boschi. “E non la vogliono gli italiani che sono stanchi delle polemiche e non sentono il bisogno di nuovi piccoli partiti”. Secondo il ministro, il Pd “ha allargato il campo, coinvolgendo persone che guardano all’area liberal, ma anche a sinistra. Le nostre misure non sono di destra. C’è un progetto di cambiamento del Paese che in questo momento – conclude – solo il Pd può affrontare”.

Fiamme all'aeroporto di Fiumicino. Paura. "Rogo non doloso". Chiuso lo scalo

Il fumo dal terminal 3 dell'aeroporto di Fiumicino
Il fumo dal terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino (Ansa)

Fiamme e fumo, aria irrespirabile, pavimenti anneriti da una coltre di fuliggine, operatori aeroportuali addetti al terminal che girano rigorosamente muniti di una mascherina: è questa la fotografia, questa mattina, del terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino, dove la scorsa notte, intorno alla mezzanotte, si è verificato un incendio. L’aeroporto riaprirà intorno alle 14. La ripresa sarà graduale: ci vorrà “qualche giorno” – spiegano fonti aeroportuali all’Ansa – prima che l’aeroporto torni alla piena operatività. Bruciati decine e decine di negozi annessi al terminal. Ancora sconosciute le cause dell’incendio, ma le autorità al momento escludono possa trattarsi di dolo.

Squadre dei vigili del fuoco, delle forze dell’ordine e della sicurezza aeroportuale perlustrano continuamente l’area, effettuando verifiche. Tutti gli accessi, sia nella zona partenze che nella zona arrivi, sia al terminale 3 che al terminal 2, sono stati interdetti e transennati.

Addetti alla vigilanza non fanno avvicinare nessuno, né passeggeri né operatori aeroportuali, sin dalla zona della stazione ferroviaria che dai tunnel di collegamento. Alcune centinaia di passeggeri bivaccano nelle aree degli arrivi e delle partenze del terminal 1.

[images_grid auto_slide=”no” auto_duration=”1″ cols=”three” source=”media: 15229,15228,15227,15226,15223,15215″]Immagini dell’incendio di questa notte all’aeroporto di Fiumicino, Roma[/images_grid]

Ancora ignote le cause del rogo. Alcune fonti affermano che le fiamme sarebbero partite da un depostio bagagli, altre da una zona ristorante.

Tre persone sono rimaste leggermente intossicate, mentre nessun sarebbe rimasto ferito. Sono state chiuse le autostrade per l’aeroporto e i collegamenti ferroviari.

Le fiamme avvolgono il terminal 3 a Fiumicino
Le fiamme avvolgono il terminal 3 a Fiumicino

L’Enac invita i passeggeri a non recarsi in aeroporto e a contattare le compagnie di riferimento. Lo scalo rimarrà chiuso dalle ore 8:00 alle ore 14:00. Saranno comunque assistiti e gestiti attraverso gli altri terminal tutti i voli intercontinentali in arrivo su Fiumicino. L’Enac ha attivato la propria Sala Crisi per seguire l’emergenza e ha contattato i propri Direttori Aeroportuali di tutti gli scali nazionali affinché vengano gestiti i voli eventualmente dirottati da Roma Fiumicino. Seguiranno ulteriori informazioni sull’operatività dello scalo.

Un testimone afferma di aver “visto una colonna di fumo altissima e poi siamo usciti per capire cosa stava succedendo”. Queste le parole di uno degli operatori dell’aeroporto di Fiumicino, al lavoro la notte scorsa proprio mentre divampava l’incendio al Terminal 3. “Quando ci siamo accorti del fumo – racconta – era mezzanotte ed il terminal era già bloccato, così come il 2. Fuori c’erano polizia, vigili del fuoco e una quarantina di passeggeri. C’era una nebbia fittissima. Secondo quanto ci hanno raccontato, le fiamme si sarebbero sviluppate da un ristorante del Terminal 3”.

Blitz contro il narcotraffico. 15 arresti e 30 indagati tra Italia e Usa

Nicola Gratteri
Nicola Gratteri

Maxiblitz contro il narcotraffico. Con una cooperazione tra Polizia ed Fbi è stata sgominata una rete internazionale di presunti trafficanti di droga appartenenti alla ‘Ndrangheta e operanti tra Calabria, Stati Uniti e Sud America. 15 le persone arrestate e una trentina gli indagati grazie alla stretta sinergia tra la procura di Reggio Calabria diretta da Federico Cafiero de Raho e all’Fbi statunitense.

L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri, è durata diversi mesi ed è stata condotta dagli uomini dello Sco, il Servizio centrale operativo e dalla squadra mobile di Reggio Calabria, in raccordo con gli agenti del Federal bureau of Investigation.

L’inchiesta, battezzata Columbus, ha consentito di ricostruire vecchie e nuove alleanze tra le famiglie mafiose americane e quelle calabresi, confermando il ruolo di leadership della ‘Ndrangheta nella gestione del traffico internazionale di droga.

Un ristorante nel Queens (Cucino a modo mio), a New York, gestito da un calabrese incensurato, Gregorio Gigliotti, assieme a moglie e figlio, era, secondo quanto ricostruito, la base operativa dell’organizzazione che controllava l’imponente traffico di droga tra gli Stati Uniti e l’Italia. Gli stupefacenti arrivavano in Italia da Costarica e Messico attraverso canali e mezzi sempre più sofisticati.

Gigliotti, assieme ai familiari, è stato arrestato due mesi fa: nel corso della perquisizione dell’Fbi nel ristorante sono stati sequestrati oltre 100mila dollari, sei pistole, un fucile, cocaina e marijuana.

Sono in corso nei due paesi perquisizioni e sequestri. I provvedimenti sono stati emessi dalla Dda di Reggio Calabria e dalla magistratura americana ed eseguiti dal Servizio centrale operativo (Sco) e dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, dall’Fbi e dall’Homeland security.

Migranti, Italia propone risoluzione Onu contro i trafficanti

I trafficanti fanno sbarcare migranti
Una carretta del mare carica di migranti a Lampedusa

L’Italia ha presentato ai Paesi europei del Consiglio di Sicurezza Onu una proposta per una bozza di risoluzione contro i trafficanti di migranti. Lo ha riferito il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni da Varsavia aggiungendo che l’obiettivo è ottenere “un quadro legale” che ci consenta di colpire i trafficanti”.

La proposta italiana è stata comunicata ai Paesi europei membri del Consiglio di sicurezza, Gran Bretagna e Francia oltre ai non permanenti Spagna e Lituania, e in questa settimana verrà fatta circolare tra gli altri componenti.

“Mi auguro che venga approvata nel giro di una decina di giorni”, ha detto Gentiloni, ammettendo che “non sarà facile perché per la prima volta questo tema approda in consiglio di sicurezza, ma sono fiducioso”. Dare un quadro legale alla lotta contro i trafficanti di esseri umani, ha poi precisato Gentiloni, “darà la possibilità di effettuare singole operazioni contro i trafficanti”.

Onu al lavoro, testo entro 18 maggio – I membri europei del Consiglio di Sicurezza dell’Onu hanno raggiunto un accordo e sono “molto vicini” a far circolare una bozza di risoluzione sull’emergenza immigrazione nel Mediterraneo. Lo confermano all’ANSA fonti diplomatiche interne al Consiglio, precisando che sperano in un documento entro lunedì 18 maggio.
Le medesime fonti hanno precisato che i membri europei del Consiglio di Sicurezza che da tempo lavorano alla bozza hanno trovato un accordo su un testo. Oggi inizieranno quindi le discussioni con gli altri membri non europei del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

La bozza di risoluzione a cui si sta lavorando e’ sotto l’ombrello del Capitolo 7 della Carta delle Nazioni Unite, che in estrema ratio può prevedere anche l’uso della forza. Lo rivelano all’ANSA fonti diplomatiche interne al Consiglio di sicurezza.

LUNEDI’ MOGHERINI A CONSIGLIO DI SICUREZZA ONU – Il Consiglio di sicurezza dell’Onu affronterà lunedì prossimo l’emergenza dell’immigrazione nel Mediterraneo. L’alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini, è stata invitata a presentare un rapporto sulla situazione. Mogherini, informa una nota del servizio di azione esterna europeo, è stata “invitata ad informare” il Consiglio di Sicurezza lunedì prossimo “in seguito” al Consiglio europeo straordinario del 23 aprile e “dopo una serie di contatti ad alto livello condotti dall’Alto rappresentante con i membri europei del Consiglio di Sicurezza, con gli Stati Uniti, la Russia e la Cina per scambiare vedute e per coordinare le posizioni sulla lotta contro le organizzazioni di trafficanti”. “L’Alto rappresentante – continua la nota – ha discusso anche con l’Unione africana e con i paesi arabi sulla necessità di lavorare in partnership per risolvere le cause alla radice dell’immigrazione illegale, affrontare le situazioni di emergenza ed impedire alle organizzazioni criminali di operare contro gente vulnerabile”.

Pensioni, Consulta: "Il rimborso degli arretrati è automatico". Governo: "Non per tutti".

inps istituto di previdenza sociale - Arretrati pensioni riforma forneroI circa sei milioni di pensionati che sono stati ingiustamente penalizzati dal blocco dell’adeguamento al costo della vita disposto dalla riforma Fornero non dovranno fare nessun ricorso e nessuna coda agli sportelli di previdenza e patronati. Gli arretrati che l’Inps dovrà corrispondere ai pensionati “avverrà in automatico”. Lo fanno sapere fonti della Consulta che affermano che la decisione assunta la scorsa settimana è “autoapplicativa”.

I giuristi spiegano che non serve ricorso perché la sentenza, senza l’introduzione di eventuali interventi del governo, vale di per sé “erga omnes” ed è quindi immediatamente applicativa: tecnicamente non serve un ricorso, anche se questa può essere una via per sollecitare il rimborso da parte dell’ente previdenziale.

Il problema del governo resta il reperimento di circa dieci miliardi euro per indennizzare milioni di pensionati destinatari di assegni per tre volte superiori al minimo. Uomini e donne che percepiscono all’incirca 1.400 euro.

Incalzato sul punto, il ministro Piercarlo Padoan ha detto che l’esecutivo sta “pensando intensamente sia agli aspetti istituzionali che di finanza pubblica. Pensiamo – ha aggiunto – a misure che minimizzino l’impatto sui conti pubblici, nel pieno rispetto della Corte”. Una posizione equilibrata che tiene conto dell’avvertimento dell’Ue sul mantenimento del patto.

Cauti il premier Renzi e gli altri esponenti del governo che speravano nel “tesoretto” per poter dare una “mano” al welfare con 1.7 miliardi di euro. Quattrini che non solo non saranno più disponibili (ci aveva puntato gli occhi anche Draghi per far pagare gli interessi sul debito) ma dovrà essere integrato di 8,3 miliardi per poter ripagare i pensionati secondo la sentenza della Corte. A dire la sua, ma curiosamente a titolo personale personale, è il montiano di Scelta civica, nonché sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti che afferma: “Escludo che sia possibile restituire a tutti l’indicizzazione delle pensioni, per quelle più alte sarebbe immorale e il governo deve dirlo forte. Occorre farlo per le fasce più basse”. Un’affermazione che sta creando già malumori, ma l’idea dei bene informati è quella che Renzi e Padoan abbiano fatto lanciare il “sasso nello stagno” da Zanetti per capire le reazioni del paese.

Occorre conciliare in sostanza tre elementi: i quattrini che si hanno in cassa, l’Ue che incalza per il rispetto del patto e con l’obbligo di restituzione del “maltolto” ai pensionati imposto dal massimo organismo costituzionale italiano.

La Uil: Il Governo deve restituire il maltolto ai pensionati. “E’ un maltolto – spiega il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo – perché hanno fatto cassa con i pensionati e i pensionandi con una legge che è incostituzionale. Adesso devono restituire i soldi e avremo un po’ più di potere di acquisto per i pensionati – ha aggiunto – così come occorre dare potere d’acquisto ai lavoratori, attraverso il rinnovo dei contratti, a partire dal pubblico impiego”. Lo stesso sindacato, in base a degli studi interni calcola che i rimborsi per gli assegni da 1.500 euro potrebbero essere di 2.540 euro.

Dello stesso tenore la presa di posizione dei Consumatori Federconsumatori, Adusbef e Codacons che invitano l’Inps ad applicare la sentenza della Consulta. “E’ automatico, istituto rispetti sentenza”. Il Codacons ha fatto sapere di presetare una “formale diffida all’Inps affinché dia immediata esecuzione alla sentenza della Corte” e si dice pronto a denunciare per abuso di ufficio il premier Matteo Renzi e il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Per Federconsumatori e Adusbef, il Governo deve restituire il “maltolto” trovando i fondi necessari attraverso una serie determinata lotta agli abusi, agli sprechi, ai privilegi nonché all’evasione fiscale”.

Omicidio stradale, relatore Giuseppe Cucca: Ergastolo per la patente

 Incidente stradale - Omicidio stradale -Relatore ddl Giuseppe Cucca presenta emendamento per revoca a vita della licenzaErgastolo per la patente per il pirata della strada o del mare che provoca la morte di una persona. E’ quanto prevede un emendamento approvato dalla commissione Giustizia e presentato dal relatore Giuseppe Cucca (Pd) al ddl sull’omicidio stradale.

Al responsabile dell’omicidio, ritenuto oggi “colposo”, dovrà però anche essere in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti e aver superato i limiti di velocità. Oltre al reato di omicidio stradale, le cui pene sono in discussione in parlamento (si ipotizza da 8 a 18 anni di carcere), sono 30 gli anni di revoca per la patente di guida, anche quella nautica, che il relatore ha previsto insieme a pene accessorie più gravi per chi si macchia di gravi violazioni al codice della strada.

La scorsa settimana era scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti in Commissione Giustizia al ddl che prevede il reato dell’omicidio stradale e quello di lesioni personali stradali. In particolare, aveva spiegato Cucca presentando l’emendamento, l’obiettivo è “sostituire la sospensione della patente con la revoca e dunque al termine del periodo fissato dal giudice, che andrà da un minimo di 5 a un massimo di 12 anni, sarà possibile sostenere nuovamente gli esami necessari per conseguire la patente di guida”.

Un altro emendamento, sempre di Cucca, prevedeva appunto l’aumento delle pene accessorie in caso di recidiva per guida in stato di ebbrezza. In quel caso il tempo di revoca della patente sarebbe di 30 anni. “Sono convinto – ha spiegato il relatore a fine aprile – che ci siano le condizioni per arrivare a un testo condiviso in tempi rapidi. Stiamo dando una risposta forte e concreta a un’esigenza sentita da anni da tutte le forze politiche e in particolare dall’opinione pubblica. Ogni altra polemica è solo funzionale ad alimentare un clima di discredito nei confronti della politica”.

Il reato di omicidio stradale è infatti invocato a gran voce da associazioni, cittadini e familiari delle vittime dei pirati della strada che in genere la fanno franca se si macchiano di omicidio colposo. Qualche settimana o mese ai domiciliari e poi di nuovo a piede libero. Molte associazioni hanno fatto rete e sono riuscite a raccogliere decine di migliaia di firme per una proposta di legge popolare che introducesse il reato di omicidio stradale.

Pippo Civati abbandona il Pd: "Deluso ma mi batterò per la Sinistra"

Pippo Civati
Pippo Civati

Pippo Civati dopo aver lasciato il gruppo parlamentare del Pd, lascia anche il partito. Uno degli antagonisti di Matteo Renzi alle primarie, non si sente più di continuare a stare in un “partito nuovo e diverso, fondato sull’Italicum e sulla figura del suo segretario”, spiega Civati sul suo blog.

Un partito nel quale “chi non è d’accordo, viene solo vissuto con fastidio”. “Rimango – dice – in Parlamento a fare le cose che ho sempre promesso di voler fare, prima, durante e dopo”.

Il “ribelle” se ne va dicendo un semplice “Ciao” agli elettori del Pd e del centrosinistra. “Mi dispiace, per me, per voi. Mi dispiace deludere alcuni di voi e condividere la delusione di chi deluso è già da molto tempo”, esordisce Civati nella sua lettera d’addio.

“Come molti – spiega – non mi sento rappresentato da questa situazione. Lo ripeto da qualche giorno: non ho più fiducia in questo governo, nelle sue scelte, nei modi che ha scelto, negli obiettivi che si è dato”.

L’ex democratico chiarisce che la disaffezione al Pd e la mancanza di fiducia non è questione degli ultimi mesi che hanno visto la minoranza dem in un logorante scontro interno. Di fiducia, ammette Civati “non ne ho avuta personalmente fin dall’inizio, quando si scelse di proseguire con le larghe intese: avevamo deciso che durassero solo due anni, che sarebbero scaduti già, mentre abbiamo deciso di andare avanti fino al 2018, cambiando premier – in quel modo sobrio e istituzionale che tutti ricorderete (quando Renzi disse ripetutamente al premier Letta “Enrico stai sereno perché non ambisco a palazzo Chigi”, ndr) – ma senza cambiare il programma di governo.

“Senza nemmeno scriverlo, per altro, con i risultati che sappiamo. Votai quella fiducia solo per rimanere nel Pd, lo spiegai allora, solo perché mi ero appena candidato al Congresso e per rispetto degli elettori (che pure nella consultazione che avviammo si divisero esattamente a metà)” .

Pippo Civati poi puntualizza che questa non è una scelta dettata da “calcoli” (“ho rinunciato a una Ikea di poltrone”) ma per rimanere ancorato a “valori e principi” di sinistra della quale “si dice non c’è niente, e invece tra i ceti popolari tra poco arriverà Grillo (che si è già insediato) e anche Salvini. E non è una battuta”, osserva. Per questa ragione “mentre in questi mesi si discuteva nel Pd, ho frequentato la sinistra e la società”.

“Di fronte al trasformismo di tutto e di tutti, personale e collettivo, sono rimasto fermo e noioso sulle mie posizioni, mentre tutto intorno a me cambiava, vertiginosamente”. “Non avrei voluto fare questo disastro nel bel mezzo della campagna elettorale, ma non è colpa mia: è stato Renzi a voler aprire lo scontro proprio nelle settimane precedenti alle elezioni”.
“Posso solo dirvi che i candidati che avrei sostenuto nel Pd, penso vadano sostenuti ancora e a maggior ragione: come Anna Rita Lemma e Elvira Tarsitano in Puglia e Milene Mucci in Toscana e Andrea Ragazzi e Roberto Fasoli in Veneto e Regina Milo in Campania”, cita il parlamentare.

Dopo Renzi anche Mattarella firma l'Italicum. Ora è legge dello Stato

Matteo Renzi firma l'Italicum
Matteo Renzi

 

A poche ore dalla firma di Matteo Renzi arriva il sigillo del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sulla nuova legge elettorale. Lo ha fatto nel pomeriggio.

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi aveva firmato stamattina la riforma della legge elettorale approvata lunedi sera dalla Camera dei Deputati. Lo aveva fatto sapere lo stesso premier in un twitt in cui viene ritratto il momento in cui appone la sua firma.

Dopo questo iter e dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica,  l’Italicum è tutti gli effetti legge dello Stato e diventa esecutiva da luglio 2016.

“Una firma importante. Dedicata a tutti quelli che ci hanno creduto, quando eravamo in pochi a farlo. Italicum”, scrive Renzi nel twitt, tra le righe frecciatine alla minoranza del suo partito.

Le opposizioni avevano esplicitamente chiesto al capo dello Stato, negli interventi conclusivi prima del voto finale sulla riforma lunedì scorso, di non apporre la firma alla legge.

Una sollecitazione in questo senso era giunta anche dall’ex direttore del Corriere della sera Ferruccio de Bortoli nell’editoriale di commiato la scorsa settimana con l’auspicio che “Mattarella non firmi l’Italicum”.

Sui giornali i “contestatori” della riforma hanno pubblicato brani di discorsi di Mattarella degli anni scorsi, critici nei confronti di alcuni aspetti introdotti dalla riforma elettorale, per certi versi simili – ad avviso di molti giuristi e politici – al cosiddetto Porcellum bocciato proprio da Mattarella allora tra i membri della Corte costituzionale. La suprema corte aveva introdotto il cosiddetto Consultellum.

Dal Quirinale avevano fatto sapere che un conto sono i pareri politici, un altro le competenze e i compiti istituzionali di un capo dello Stato. Il presidente della Repubblica, secondo quanto prevede l’articolo 74 della Costituzione se lo avesse ritenuto opportuno, avrebbe in teoria potuto rinviare alle camere il testo motivando eventuali eccezioni, rilievi e modifiche da apportare alla norma. Il Parlamento, in seguito alle richieste del Quirinale può apportare modifiche al testo di legge e in seconda battuta il presidente appone il suo sigillo per la promulgazione. Nel caso dell’Italicum è stato fatto tutto in una giornata, sia da parte del presidente del Consiglio che dal capo dello Stato.

Sicurezza stradale, patente a rischio per chi ha disturbi del sonno

patente a rischio per chi soffre colpi di sonnoTutti gli automobilisti europei che soffrono di disturbi neurologici e del sonno, potrebbero vedersi non più rinnovata la patente di guida. Lo prevede una direttiva europea del luglio 2014 (la 2014/85/CE) che obbliga gli stati membri a recepirla entro la fine del 2015 per poi entrare in vigore l’anno successivo.

In sostanza gli stati devono apportare modifiche legislative per quanto riguarda le modalità di rilascio e rinnovo della patente di guida.

Le modifiche, oltre che teoriche e pratiche, dovranno contemplare anche test diagnostici comportamentali, ovvero accertare se il candidato all’esame e al rinnovo della licenza sia affetto da patologie neurologiche o disturbi del sonno. La patente di guida – recita il provvedimento Ue – non deve essere né rilasciata né rinnovata al candidato o conducente colpito da un’affezione neurologica grave, salvo nel caso in cui la domanda sia sostenuta dal parere di un medico autorizzato.

Incidente stradaleA tal fine, i disturbi neurologici dovuti ad affezioni, ad operazioni del sistema nervoso centrale o periferico, con sintomi motori sensitivi, sensoriali, trofici, che perturbano l’equilibrio e il coordinamento, sono considerati in funzione delle possibilità funzionali e della loro evoluzione. Il rilascio o il rinnovo della patente di guida potrà in tal caso essere subordinato ad esami periodici qualora sussista un rischio di aggravamento.

Anche chi chi soffre di sindrome da apnee ostruttive del sonno, dovrà sottoporsi a test diagnostici e terapeutici per comprendere il livello di gravità della patologia e se questa è compatibile con lo status di guidatore di autovetture e mezzi pesanti. L’obiettivo della Commissione è quella di limitare fortemente la circolazione su veicoli di soggetti a rischio “colpo di sonno” che possono causare, come accade quotidianamente, incidenti spesso mortali sia di notte ma anche di giorno.

Il conducente in cui si sospetti una sindrome da apnea ostruttiva notturna moderata o grave deve essere sottoposto a un consulto medico approfondito prima dell’emissione o del rinnovo della patente di guida. A tali soggetti si può consigliare di non guidare fino alla conferma della diagnosi.

colpo di sonno alla guida | patente a rischio per chi soffre di insonniaLa patente di guida può essere rilasciata ai richiedenti o conducenti con sindrome da apnea ostruttiva notturna moderata o grave che dimostrano un adeguato controllo della propria condizione, il rispetto delle cure adeguate e il miglioramento della sonnolenza, se del caso, confermato dal parere di un medico autorizzato.

patente a rischio per chi soffre colpi di sonnoI richiedenti o i conducenti in cura per sindrome da apnea ostruttiva notturna moderata o grave sono soggetti a un esame medico periodico, a intervalli che da un anno fino a tre anni al fine di stabilire il livello di rispetto delle cure, la necessità di protrarle e una buona vigilanza continua.

CHE COS’E’ LA SINDROME APNEA OSTRUTTIVA

L’Osas è una malattia respiratoria del sonno causata da ricorrenti episodi di ostruzione completa o parziale delle alte vie respiratorie (rino-orofaringe). Tali episodi determinano frammentazione del sonno a cui consegue una sonnolenza diurna inappropriata. L’Osas, in sostanza, è determinata da crisi di soffocamento durante il sonno non percepiti dal soggetto. Poco si parla di questa malattia che è facilmente diagnosticabile e curabile e che ha una prevalenza ed un impatto socio-sanitario simile al diabete, con importanti risvolti medico legali e assicurativi.

PARLANO GLI ESPERTI

“Pensate che circa il 22% degli incidenti stradali in Italia – dichiara il professor Sergio Garbarino, neurologo e rappresentante per l’Italia della Commissione Europea di esperti preposta ad approfondire il tema – è causata da problemi di sonnolenza diurna alla guida, prevalentemente originati d all’Osas”. L’incidenza economica e sociale è elevatissima. Si parla “di circa di 1 miliardo di euro l’anno (tra costi diretti ed indiretti) per l’intera comunità”, afferma Garbarino.

Il prof Sergio Garbarino
Il prof. Sergio Garbarino

“Numeri altissimi – conferma la dottoressa Loreta Di Michele, pneumologo esperto in disturbi del sonno – se solo pensiamo al fatto che sono circa 4.400.000 i soggetti affetti da apnee notturne di cui oltre 2.000.000 quelli in cui la malattia si presenta con sonnolenza diurna. E’ importante poi sottolineare che la patologia si manifesta nella fascia di età maggiormente produttiva ed interessa soprattutto il sesso maschile. Tradotto in cifre, in base alle ultime statistiche Istat, si tratta di 40.000 sinistri in Italia e circa 240.000 in tutta l’Unione Europea. Un vero e proprio bollettino di guerra”

Milano, ecco la guida Expo per i visitatori. Attesi in 20 milioni

Guida ExpoL’Expo 2015 di Milano ha aperto i battenti il 1 maggio. Sono attesi circa venti milioni di visitatori durante i sei mesi di esposizione. Sono quasi 11 milioni i biglietti venduti per un incasso stimato parziale di circa 5 miliardi di euro. Sono centinaia i padiglioni e gli stands dedicati a Stati, regioni, associazioni.

“Nutrire il Pianeta, energia per la vita” è il tema della grande esposizione 2015. Grandi spazi dedicati al cibo, alla sua storia, alla sua evoluzione. Chiunque espone le eccellenze del proprio paese e gli sviluppi tecnologici tesi a migliorare il rapporto tra l’uomo e l’alimentazione e, fra l’altro, progetti indirizzati a debellare la fame nel mondo. Molto spazio all’Agroalimentare, fiore all’occhiello del made in Italy ma anche alle numerose opere d’arte esposte nell’area.

Il più grande mercato alimentare del mondo dove è possibile ammirare tutta la creatività di aziende piccole e grandi, di uomini e donne che hanno lavorato sodo per poter mostrare al pianeta le loro capacità e competenze in tema alimentare. Non è facile muoversi tra i meandri di un’area sorta su qualche chilometro quadrato, tra Rho e Pero, due centri alle porte della capitale finanziaria d’Italia.  L’Ansa ha redatto una breve guida del visitatore che proponiamo per quanti volessero informazioni utili sull’Expo. Eccola:

padiglione italia
Il Padiglione Italia

– DOVE: Expo Milano 2015 si svolge a Rho-Pero, periferia nord-ovest di Milano, in un’area che corre a fianco dell’autostrada Milano-Torino. Gli orari di apertura sono dalle 10.00 alle 23.00

– COME CI SI ARRIVA: – Auto: tutte le autostrade che transitano da Milano sono collegate: Milano-Torino (A4), Milano-Laghi (A8), tangenziale ovest (A7); a Expo ci sono quattro grandi parcheggi (Merlata, Arese, Fiera Milano e Trenno), ma bisogna prima prenotare il posto via web. Metropolitana: è la linea 1 direzione Rho-Pero-Expo (la line a”rossa). Ci vuole il biglietto extraurbano (2,50 euro). – Treno: le linee S5-S6 e la nuova S14 da Rogoredo collegano Rho con le stazioni milanesi del Passante Ferroviario. Nella stazione di Rho inoltre si fermano tutti i treni sulla direttrice Torino, dai regionali ai freccia rossa.

Come raggiungere Expo in metro
Come raggiungere Expo in metro

– QUANTO COSTA: 34 euro un biglietto via web. Ma ci sono diverse opzioni: data “aperta”, data “fissa”, per l’intera giornata oppure serale. Si possono fare biglietti per due giorni consecutivi oppure carnet fino a 3 giorni. Previsti anche abbonamenti semestrali. Il biglietto serale – dalle 19 alle 23 – costa 5 euro. I bambini fino a 3 anni entrano gratis, mentre i piccoli da 4 a 13 anni pagano ridotto solo se insieme a un pacchetto famiglia. Biglietti a 10 euro per gli studenti, sconti per gli over 65, gli invalidi, i disabili. Il biglietto per l’accompagnatore è gratuito.

– DOVE COMPRARE I BIGLIETTI: i punti vendita sono molteplici: Coop, Aci, rivenditori varie autorizzati (supermercati, edicole). Molte le biglietterie dedicate: a Milano a Expo Gate (davanti al Castello Sforzesco), oppure alla stazione di Rho. Biglietterie poi a ognuno dei quattro ingressi di Expo.

padiglione Italia – IL PADIGLIONE ITALIA Si trova nel Cardo all’interno del quale si trova Palazzo Italia e gli spazi dedicati alle regioni italiane e alle varie associazioni di categoria.

– CONTROLLI DI SICUREZZA: i visitatori all’ingresso devono passare il controllo al metal detector, come negli aeroporti. Non sono consentiti oggetti pericolosi o che possano arrecare danni. Non sono consentite lattine o bottiglie di vetro, nemmeno striscioni, cartelli o altro materiale stampato contenente propaganda a dottrine politiche ideologiche o religiose. Essendo l’area molto grande ci si può spostare con la navetta gratuita People Mover

– COSA E DOVE MANGIARE: Expo Milano 2015 è un’occasione per conoscere i Paesi attraverso i loro sapori e i loro piatti, come avere un posto a tavola nel ristorante più grande del mondo. Oltre 150 ristoranti, bar, corner food & beverage, chioschi e postazioni street food. C’è solo l’imbarazzo della scelta.

– INFO POINT: Esiste  il sito ufficiale che è www.expo2015.org/it . Il Contact Center risponde al numero 020-2015 ed è attivo da lunedì a sabato dalle 8.00 alle 20.00 e la domenica dalle 9.00 alle 20.00. Su Twitter il Social Info Point @AskExpo toglie ogni dubbio in 140 caratteri. Per ogni domanda, inoltre, all’interno del Sito Espositivo e in Italia, sono dislocati degli infopoint e degli Infopoint Expo in cui è possibile avere ogni tipo di indicazione.

children park– BANCHE, NEGOZI E PRONTO SOCCORSO: A disposizione negozi, shop, aree di servizio, parafarmacie, una palestra, banche e sportelli bancomat, area fumatori e tabaccheria, forze dell’Ordine e Pronto soccorso, oggetti smarriti, servizi di orientamento

– APP e WI-FI: E’ possibile scaricare l’app ufficiale, Expo Milano 2015 official App, con aggiornamenti quotidiani e news, e la possibilità di acquistare il biglietto. E’ disponibile per iPhone 4,4s,5,5c,5s e iOS 7 o superiore e per gli smartphone Android con versione 4.0 o superiore. Esiste una connessione wi-fi gratuita all’interno dell’esposizione.

– CON I BAMBINI: allestita una “Welcome Area”, dove trovare passeggini gratuiti (il servizio richiede una prenotazione tramite app Chicco). Le aree Nursery forniscono tutto il necessario per l’allattamento e il cambio dei più piccoli. A disposizione anche una children park dove far divertire i bambini.

– ANIMALI DOMESTICI: non è consentito l’accesso agli animali domestici, ad eccezione dei cani guida per i non vedenti o altri cani da compagnia per specifiche ragioni mediche.

– SPETTACOLI: I biglietti per lo spettacolo ALLAVITA! del Cirque du Soleil (dal 15 Maggio al 30 Agosto) dal mercoledì alla domenica presso l’Open Air Theater sono disponibili via web sulla pagina”expo-biglietti”.

Scarica la Mappa ufficiale completa 

Grecia, Varoufakis: "No accordo". Troika divisa su Atene. Crollano le Borse

Il ministro delle finanze della Grecia Yanis Varoufakis con il premier Alexis Tsipras
Il ministro delle finanze della Grecia Yanis Varoufakis con il premier Alexis Tsipras

Il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis ha dichiarato che non ci sarà accordo per l’11 maggio:”Solo passi avanti”. Frasi che hanno scatenato un putiferio finanziario dopo che la Troika si è detta contrariata seppure con “grosse contraddizioni”, dirà il premier Alexis Tsipras. In rosso tutte le Borse europee. Piazza Affari a Milano la peggiore, -2,63%. Lo spread è in rialzo a 129 punti contro i 108 di ieri e i circa 112 di apertura stamani.

Dopo l’incontro tra il commissario Ue Pierre Moscovici e Varoufakis è stato fatto il punto sulla sitazione greca. Il ministro del premier Tsipras ha affermato che “avremo una discussione fruttuosa che confermerà i notevoli progressi fatti e sarà certo un altro passo in avanti nella direzione di un accordo finale”.

“Abbiamo avuto delle discussioni costruttive – aggiunge – che aprono la strada a un incontro positivo dell’Eurogruppo, il cui scopo è di rafforzare ulteriormente il terreno comune raggiunto nel Brussels Group”, ha spiegato Varoufakis. “L’importante – ha aggiunto – è che i buoni progressi fatti siano resi più solidi e che portino la Grecia in una situazione in cui possiamo tutti guardare verso nuovi accordi con le istituzioni e i nostri partner, in modo da superare le difficoltà di liquidità che, come noi tutti sappiamo, la Grecia sta passando”.

Il presidente della Bce, Mario Draghi e il vicepremier greco Yannis Dragasakis hanno pure discusso “l’attuale situazione dell’economia greca” e “lo stato del negoziato a Bruxelles”, informa una nota dell’eurotower, mentre il segretario al Tesoro Usa, Jack Lew, è in contatto regolare con le controparti europee sulla Grecia. L’euro zona dovrebbe ”restare intatta” , poiché “siamo incoraggiati dagli sforzi in buona fede sulla Grecia”, afferma il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest.

Ue e Fmi seguono “strategie differenti” sulla Grecia, con la prima che chiude a una ristrutturazione del debito e il secondo che non cede su pensioni e lavoro. Una “grossa contraddizione” alla luce della quale il governo greco “ha deciso di non legiferare sulle riforme prima di un accordo” con i creditori. Lo si legge in un comunicato dell’esecutivo Tsipras.

NOTIZIE DALLA CALABRIA

ITALIA E MONDO

Lavrov: “La pace in Ucraina non fa parte del piano dell’Occidente e di Kiev”

Il massimo diplomatico russo: "Washington e i suoi alleati della NATO forniscono supporto politico, militare e finanziario a Kiev in modo che il conflitto possa continuare". Il ministro degli Esteri russo in una intervista: "Elimineremo minacce". Poi mette in guardia l'Occidente: "Non può consentire a Kiev di colpire in profondità la Russia"