8 Ottobre 2024

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Roma, vertenza Multiservizi in Campidoglio finisce in rissa

Alessandro Onorato
Alessandro Onorato (Lista Marchini) finito in ospedale

Dalle divergenze politiche alle parole, da queste agli insulti e poi alle sedie volare da una parte all’altra. Chissà a cos’altro avrà assistito “inerme” Giulio Cesare nei stanzoni dell’assemblea capitolina, oltre ad avere “ospiti” i lavoratori della Multiservizi che da giorni protestano per svariate ragioni contro il comune guidato dal sindaco Marino.

La riunione della conferenza dei capigruppo in Campidoglio, che pare doveva occuparsi della vertenza Multiservizi, è finita in rissa tra i consiglieri Alessandro Onorato (Lista Marchini) e Gianluca Peciola (Sel), con il primo finito al pronto soccorso. “Peciola mi ha buttato una sedia addosso, rompendomi un dito”, dice Onorato. Peciola replica: “Lui ha tentato di aggredirmi”.

Gianluca Peciola
Gianluca Peciola di Sel

“In conferenza dei capigruppo gli animi erano un po’ accesi in seguito alla vicenda Multiservizi”, ha raccontato Onorato riferendosi alla protesta dei lavoratori della società che hanno dormito per due notti in Aula Giulio Cesare e che oggi avevano urlato e buttato in terra sedie perché il consiglio comunale non si era occupato della loro vicenda.

“Io ho urlato – ha detto il fedelissimo di Marchini – che era una vergogna non aver fatto arrivare il cibo questa notte ai lavoratori, la consigliera Gemma Azuni ha detto che avevo strumentalizzato e io le ho risposto, urlando che non era accettabile. A quel punto Peciola, agitato, per difendere la Azuni si è scagliato contro di me e mi ha buttato una sedia addosso, rompendomi un dito. C’è stato un po’ di parapiglia. Adesso sono al pronto soccorso”.

Onorato al'uscita del pronto soccorso
Onorato al’uscita del pronto soccorso con la mano fasciata

“La cosa non riguardava la Multiservizi – è invece la versione di Peciola -, Onorato ha insultato Gemma Azuni con parole indicibili e poi ha tentato di aggredirmi. Non voglio commentare comunque. Già insultare con termini vergognosi è molto grave in più ha peggiorato la situazione con una aggressione, le due cose si commentano da sole”.

Migranti, dalla Polonia aiuti all'Italia, ma no a obbligo quote Ue. Varsavia accoglie 300 Siriani cristiani

L'ambasciatore polacco in Italia Tomasz Orłowski con il capo dello Stato Sergio Mattarella
L’ambasciatore polacco in Italia Tomasz Orłowski in un recente incontro con il capo dello Stato Sergio Mattarella

Sulla questione migranti e sulle quote al centro della disputa dei paesi Ue, la Polonia c’è e porterà all’Italia il suo contributo, ma “l’aiuto non va portato sulla base di quote obbligatorie proposte dalla Commissione, ma va trovata una soluzione sostenibile sia per l’accoglienza che per l’integrazione di rifugiati nei paesi membri”. E’ quanto afferma l’Ambasciatore della Polonia in Italia, Tomasz Orłowski che si è recato all’isola di Lampedusa dove ha incontrato il sindaco Giusi Nicolini e le autorità competenti responsabili dei soccorsi in mare.

“Siamo venuti qui – ha detto l’ambasciatore Orłowski  – per portare un messaggio di solidarietà. Vogliamo inoltre riuscire ad avere un’informazione quanto più completa su quello che sta accadendo per poter comprendere in che modo e con quali strumenti poter essere di aiuto. La Polonia si rende conto della situazione di emergenza che l’Italia sta affrontando determinata dall’afflusso massiccio di immigrati di cui tanti richiedenti asilo” ha sottolineato il diplomatico polacco”.

“Come gli altri Paesi europei la Polonia ha condiviso la missione congiunta che si sta portando avanti. Ma per noi “la solidarietà deve essere sostenibile, è un valore umano ed etico. Non può essere intesa come frutto di una divisione matematica” ha spiegato l’ambasciatore. È chiaro che operazioni del genere producono effetti economici, sociali e culturali; per questo è importante che siano accettate dalla popolazione e non vissute come imposizioni dall’alto”.

Il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini
Il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini

È di questi giorni la decisione di Varsavia di accogliere a breve circa trecento Siriani cristiani provenienti dai campi di profughi nel Medio Oriente.

“La Polonia – spiega Orłowski  – porta il suo contributo anche attraverso il rafforzamento della missione Triton. Il nostro paese invierà un aereo di pattugliamento di tipo Skutruck e personale altamente qualificato per la valutazione delle richieste d’asilo”.

“Per quanto riguarda la ricollocazione di rifugiati, Varsavia sta studiando le modalità per poterle attuare e ha intenzione di aiutare l’Italia attraverso decisioni autonome e volontarie, non imposte. “L’aiuto non va portato sulla base di quote obbligatorie proposte dalla Commissione, non è questa la risoluzione del problema. Va trovata una soluzione sostenibile sia per l’accoglienza che per l’integrazione di rifugiati nei paesi membri”, ha precisato Orlowski.

Gli ambasciatori della Polonia e d'Estonia insieme al sindaco di Palermo Leoluca Orlando
Gli ambasciatori della Polonia e d’Estonia insieme al sindaco di Palermo Leoluca Orlando (PalermoToday.it)

A spiegare il sistema di accoglienza del Cpsa, dove la delegazione si è recata, è stato il Prefetto di Agrigento Nicola Diomede. Il Sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, ha invece sottolineato che i paesi membri possono trovare altre forme di sostegno: non solo portare aiuto nella distribuzione dei rifugiati, ma promuovere il fascino unico dell’isola di cui l’immagine è stata danneggiata dalla diffusione di notizie eccessivamente allarmanti. I paesi dell’UE possono pertanto portare un prezioso contributo al rilancio del turismo, cruciale per il rilancio dell’economia dell’isola e per la piccola comunità che stenta a vivere normalmente. Agli incontri ha partecipato anche l’Ambasciatore dell’Estonia Celia Kuningas-Saagpakk che insieme all’ambasciatore polacco hanno incontrato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.

Fifa, Blatter: "Non lascio, io non posso guardare tutto e tutti"

Joseph "Sepp" Blatter in una foto del 2012
Joseph “Sepp” Blatter in una foto del 2012 (AP)

“So bene che c’è molta gente che mi ritiene responsabile per le azioni della comunità calcistica mondiale, che si tratti delle attività proprie della Coppa del Mondo o di uno scandalo per corruzione. Ma io non sono in grado di osservare e monitorare tutto e tutti”. Cosi il presidente della FIFA Sepp Blatter in apertura del 65° Congresso della FIFA in corso a Zurigo.

“Abbiamo perso la fiducia, ha detto – e adesso abbiamo l’obbligo di riguadagnarcela. Non consentirò che le azioni di pochi possano distruggere la reputazione di tutti coloro che lavorano duramente per il calcio mondiale. Devo sottolineare che coloro che sono corrotti nel mondo del calcio sono una minoranza”, ha detto Blatter sotto i riflettori del mondo mentre tenta di guadagnarsi la sua quinta riconferma ai vertici della Fifa.

Il ciclone che si è abbattuto sulla Fifa sta scatenando reazioni a catena pro e contro il presidente “intoccabile”, come lo definiscno in molti. Ma lui va avanti per la sua strada. “Non lascio”, ha fatto sapere a chi insistentemente gli ha chiesto le dimissioni.

L’indagine americana sui dirigenti della Fifa è “l’ultimo evidente tentativo da parte degli Usa di estendere la propria giurisdizione su altri Paesi”. Di questo è convinto il presidente russo Vladimir Putin, secondo cui gli Stati Uniti “non hanno nulla a che fare con le vicende Fifa” e che precisa: “I dirigenti arrestati non sono cittadini americani”.

Vladimir Putin
Vladimir Putin

Il presidente russo giudica, da parte sua, l’indagine come “un tentativo di evitare la rielezione di Blatter”. Questi arresti, ha detto Putin, “sembrano quantomeno molto strani, perché sono stati effettuati su richiesta della parte americana. Si può presumere che qualcuno di loro abbia fatto qualche violazione, io non lo so, ma è ovvio che gli Usa non hanno nulla a che fare con questo”. I dirigenti Fifa arrestati, ha aggiunto, “sono funzionari internazionali, non sono cittadini americani. Se qualche cosa è avvenuto, ha avuto luogo non sul territorio degli Usa”. Va detto che la Russia, come è emerso dall’inchiesta, insieme a Qatar, sono le due aggiudicazioni di gara mundial per il 2018 e il 2022 entrate nel mirino dell’Fbi. Nella griglia dei paesi candidati in quelle date c’erano anche gli Stati Uniti.

Il presidente russo ha inoltre criticato il procuratore americano per aver già accusato i membri del comitato esecutivo della Fifa “di aver commesso un reato, come se non sapesse che esiste la presunzione di innocenza”. “Se una persona è colpevole o meno – ha proseguito – bisogna provarlo in aula. Solo dopo si può dirlo, sempre ammesso che gli Usa abbiano qualche diritto all’estradizione di queste persone”.

Blatter e a destra lo sfidante Ali Bin Al Hussein
A sinsistra Blatter e a destra lo sfidante Fifa Ali Bin Al Hussein, principe di Giordania

Putin va diritto al nocciolo della questione e afferma che sul “sul presidente della Fifa Blatter sono state esercitate pressioni per boicottare i Mondiali di calcio in Russia nel 2018”. “Se non sbaglio – ha osservato Putin – venerdì devono svolgersi le elezioni del presidente della Fifa, e il signor Blatter ha tutte le chance di essere rieletto. Noi sappiamo delle pressioni esercitate su di lui per vietare lo svolgimento del campionato mondiale di calcio nel 2018 in Russia”, ha accusato Putin.

Insomma, Sepp Blatter ha il forte alleato russo nella corsa alla rielezione. Ma dopo Diego Armando Maradona che aveva scritto un articolo al vetriolo contro Blatter sul britannico Telegraph, sul caso interviene anche il presidente Uefa nonché ex campione francese, Michel Platini che ha lanciato il suo appello a Blatter affinchè lasci l’incarico. “Dimettiti – gli ha detto Platini -, fallo per il bene del calcio”, ma il presidente gli ha risposto che “adesso è troppo tardi”.

Michel Platini
Michel Platini

Per quanto successo mercoledi a Zurigo “sono disgustato – ha spiegato Platini -. Non ne posso veramente più. Sono un ammiratore della storia della Fifa e questo è davvero troppo”. Secondo l’ex fuoriclasse juventino “venerdì la stragrande maggioranza dei Paesi europei voterà il principe Alì”, ossia il principe Ali bin Al Hussein di Giordania che si candida alla presidenza contro Sepp Blatter ed è sostenuto anche dai rappresentanti europei dell’Uefa che dopo lo scandalo avevano minacciato di non presentarsi al voto di venerdi.

Pure il primo ministro inglese Cameron si associa a chi chiede le dimissioni del presidente Fifa Blatter. Lo ha affermato un portavoce di Downing Street. Alla domanda se il premier ritenga che il prossimo Mondiale dovrebbe essere ospitato in Inghilterra, il portavoce di Downing Street ha risposto che “l’attenzione ora deve essere su indagini e riforma della Fifa”.

Roma, auto pirata non si ferma all'Alt e rischia una strage. Un morto e sei feriti. Ricercati

Il luogo dove della tragedia dell'auto pirata che ha ucciso una donna
Il luogo dove della tragedia dell’auto pirata che ha ucciso una donna (Ansa/Carconi)

Un’auto pirata non si è fermata a un posto di controllo della polizia e nella fuga ha investito alcune persone, in via di Boccea nella periferia di Roma. Una donna filippina di 44 anni è morta e 7 persone sono rimaste ferite, di cui tre in gravi condizioni.  Il 118 ha trasportato due persone in codice rosso al Policlinico Gemelli, altri due al San Camillo, un codice giallo al San Carlo di Nancy e un verde al Santo Spirito.

E’ accaduto in serata attorno alle 20. La macchina Lancia Lybra, con a bordo tre rom, è stata inseguita e raggiunta, ma i pirati a bordo sono riuscite a scappare a piedi. Le persone investite sarebbero sette, secondo le prime informazioni. Sono in corso ricerche e accertamenti sull’auto. Fonti investigative hanno detto che viaggiavano a 170 chilometri orari quando hanno falciato le persone alla fermata del bus.

Testimoni, una scena apocalittica – “Ho sentito le sirene della polizia e poi un gran botto. Mi sono affacciato alla finestra e c’erano delle persone per terra, ferite. Una donna che non si muoveva. Sono sceso a vedere e la scena era apocalittica”. Così al telefono con l’Ansa Franco Palozzi, che abita in via Mattia Battistini sopra al luogo in cui stasera un’auto non si è fermata all’alt della polizia e ha travolto diversi passanti. “E’ successo vicino alla fermata della metro – dice -, ho visto due donne ferite, una era finita sotto un’auto, e una morta con la testa fracassata. Mi hanno detto che poi la macchina ha investito altri due in motorino più avanti, su via di Boccea”. “Abbiamo sentito un boato fortissimo, sembrava una bomba. Quando siamo usciti in strada c’erano delle donne stese per terra e sangue ovunque”. E’ la testimonianza di alcuni negozianti di via Battistini. “Abbiamo intravisto un’auto andare via – proseguono -. Ci hanno detto che poco più avanti ha travolto almeno altre due persone, forse erano in scooter”.

Tre persone a bordo, due sono fuggite – C’erano tre persone a bordo dell’auto, una Lancia Libra, che stasera non si è fermata all’alt della polizia e ha travolto diversi passanti in via di Boccea e poi in via di Montespaccato. Una delle tre persone è stata bloccata, le altre due sono fuggite a piedi e vengono ricercate, secondo la ricostruzione della questura. “L’equipaggio di una Volante, transitando su via di Boccea, ha intimato l’alt al conducente che procedeva a forte velocità zigzagando tra le auto – si legge nella nota -. L’autista del veicolo invece di arrestare la marcia ha spinto il piede sull’acceleratore ed ha tentato di fuggire. Giunti all’altezza della fermata del Metro “Battistini” i fuggitivi hanno investito un gruppo di persone ed hanno continuato la corsa. Raggiunti dopo alcuni chilometri di inseguimento, i tre hanno arrestato la marcia all’altezza di via di Montespaccato ed una volta scesi dalla macchina sono fuggiti. Inseguiti dai poliziotti, due dei tre occupanti sono riusciti a far perdere le proprie tracce mentre un terzo è stato bloccato”.

Fifagate, parla Maradona: "Blatter, il volto corrotto del calcio, simile a un mafioso"

Diego Armando Maradona accusa Blatter: "Corrotto simile a un mafioso"
Diego Armando Maradona accusa Blatter: “Corrotto simile a un mafioso” (AP/Adayleh)

Dopo l’inchesta Fifagate, che ha decapitato i vertici della potentissima organizzazione del calcio mondiale, sono tante le reazioni, molti i silenzi impacciati. L’imbarazzo è diffuso, lo sconcerto è tanto tra gli appassionati di calcio che sospettavano sì del “collaudato sistema” Blatter e della “radicata corruzione ventennale”, ma non avevano prove. Le accuse pesantissime per frodi, corruzione e riciclaggio nei venti anni di presidenza “Sepp” costringono gli sportivi a tornare indietro con la memoria per le “tante ingiustizie” subìte da molte nazionali di calcio, per le decisioni delle terne arbitrali e per tutta una serie di altre ragioni.

Bruciano le accuse di influenza dei vertici sulle aggiudicazioni delle sedi dei mondiali e, forse, di presunte combine come nel calcioscomesse. Destano rammarico le parole preveggenti di chi, come Diego Armando Maradona, il fuoriclasse argentino anti Blatter, che in molti nel cerchio magico del Fifagate, davano per “matto e inaffidabile”.

L’ex campione qualche giorno prima che scattasse l’operazione a Zurigo scrisse una lettera di fuoco contro Sepp, il presidente intoccabile che con sfacciata ostinazione si lancia per il quinto mandato consecutivo, nonostante il tintinnio di manette attorno a lui. Il Pibe de Oro aveva scritto al tabloid britannico “Telegraph” per accusare che la Fifa di Blatter “si è trasformata in un parco giochi per i corrotti”.

“Per decenni – scrive Maradona – ho vissuto e respirato il calcio ogni giorno. E’ la mia passione. Sono profondamente orgoglioso della mia carriera e il meraviglioso supporto sul campo di fan, amici e colleghi che ho conosciuto in Argentina e all’estero. È per questo che sto scrivendo oggi”.

Negli ultimi decenni, il calcio è cambiato, e non per il meglio. Una volta, era uno sport di cui essere orgogliosi, uno sport che ha unito il mondo. Ma la Fifa, il suo organo di governo, si è trasformata in un parco giochi per i corrotti”. La maggior parte degli appassionati di calcio possono prevedere quello che sto per dire: Sotto Sepp Blatter, la Fifa è diventata una vergogna e un doloroso imbarazzo per quelli che come noi hanno profondamente nel cuore il calcio”.

Diego Amando Maradona e Sepp Blatter
Diego Amando Maradona e Sepp Blatter

“Quando parlo con gli appassionati di calcio, in questi giorni, la conversazione vira inevitabilmente alle elezioni della Fifa. Mentre non trovo quasi nessuno nel sostenere Bratter apertamente, molti pensano che vincerà il quinto mandato. Perché? L’idea di un quinto mandato è un’assurdità nel 2015. Non è accettabile nei paesi democratici, ovunque. Né è accettabile, in seno alle Nazioni Unite o nella maggior parte delle organizzazioni internazionali di oggi”.

Ma in qualche modo questo va bene per la Fifa. Abbiamo un dittatore a vita”, afferma l’ex campione del mondo.
Definisco Blatter “l’uomo di ghiaccio”, perché gli manca l’ispirazione e la passione che sono nel cuore del calcio. Se questo (quello di Blatter, ndr) è il volto del calcio internazionale, siamo in un posto molto brutto”, spiega Maradona nella sua lunga lettera.

“Il calcio è un mondo intenso, pieno di conflitti e ha sempre avuto i suoi problemi, ma il capo della Fifa – accusa – non dovrebbe essere uno di loro”. “Le cronache sono piene di storie sulla serie di scandali che hanno circondato Blatter per oltre un decennio. Ce ne sono cosi tante che è quasi diventato noioso ripeterle”. “Chi si sorprenderebbe di altri intrighi e ruberie nella Fifa, di un’altra accusa di corruzione?”. Quando Maradona scriveva questo, il calaendario portava la data del 24 maggio, cioè tre giorni fa.

“Quando chiedo perché così tante persone pensano che Blatter ce la farà ancora una volta, la risposta è sempre la stessa: “Ha vinto con anni di supporto immorale e dispensando favori”.

“Nessuno ha sostenuto che lui è l’uomo migliore per quel ruolo e merita di vincere. Loro (quelli del cerchio magico, ndr) “lodono” Blatter per stare un passo avanti agli investigatori – siano essi i revisori dei conti o l’FBI – e la capacità di ignorare come le finanze della Fifa si siano trasformate in un buco spaventoso con perdite superiori a 100 milioni di dollari (65.000.000 di Sterline) solo in ISL, la società di Marketing svizzera strettamente associata alla Fifa”

Blitz contro la FIFA gli arrestati
Le foto e i nomi degli arrestati oggi nel blitz contro i vertici Fifa

“C’è una desolante adulazione per Blatter, molto simile a quella verso un vecchio boss mafioso che è in qualche modo riesce a rimanere fuori di prigione. La storia politica di Blatter è quella di favorire le spartizioni e nascondere i fallimenti”.

“Recentemente si è impegnato ad affrontare il razzismo nel calcio e a promuovere le donne in questo sport. Cosa che mi ha fatto ridere. La mia domanda è: “Sepp, ma cosa hai fatto nei tuoi ultimi quattro mandati?”.

“Sappiamo tutti che la risposta a questa: circondarsi di truffatori per gonfiarsi le tasche a spese di questo sport. Se fosse stato un uomo onesto, avrebbe speso metà del suo tempo a bloccare indagini esterne nelle finanze della Fifa?”.

“Perché questo ingannevole 79enne corre comunque per il quinto mandato a Fifa? I suoi compari hanno rubato tutto, ma l’arredamento nel suo ufficio e lui hanno affermato di non sapere nulla”, ironizza Maradona. “Forse dovremmo chiamarlo San Sepp “l’Innocente”. Che barzelletta”.

Se si tratta della leadership, nessuna associazione calcistica nazionale dotrebbe, in buona coscienza, sostenere Blatter per un quinto mandato. Lui è incompetente. Quando sei in ginocchio davanti a enormi perdite finanziarie e tangenti e non noti nulla, o sei un pazzo o un ladro”.

“Tutte queste indagini di corruzione sanguinano fuori dalla Fifa. Il calcio internazionale sta annegando in un mare di disprezzo. Pochi sport nella storia hanno subito la cattiva stampa che il calcio ha subito negli ultimi anni, e gran parte di quella stampa è dovuta a Blatter”, accusa il Pibe de Oro.

Sponsor importanti come Continental, Castrol e Johnson & Johnson scappano via dalla Fifa. Il Consiglio d’Europa ha condannato la gestione Blatter per il crollo di ISL le cui perdite ammontano ad oltre 100 milioni di dollari. L’FBI sta esaminando la gestione dell’offerta degli Stati Uniti per il 2022. Ci sono stati centinaia di articoli dei media sulle enormi perdite finanziarie, la cattiva gestione e la corruzione.

Abbiamo bisogno di una leadership giovane e creativa nella Fifa; un tipo di leadership che sia inclusiva e aperta a nuove idee. Abbiamo bisogno di una cultura calcistica, non una cultura mafiosa. Perché siamo costretti ad accettare passivamente questa corruzione? È troppo è troppo”. “Vogliamo che ci venga restituito indietro il gioco del calcio”, un calcio pulito, di passione e senza tangenti e corruzione.

Migranti torturati e sepolti in fosse comuni. Orrore in Malesia

Le gabbie col filo spinato dove venivano tenuti segregati i migranti nella giungla melese-thailandese
Le gabbie col filo spinato dove venivano tenuti segregati i migranti nella giungla melese-thailandese

Diverse fosse comuni sono state scopete in Malesia al confine tra il paese e la Thailandia. Almeno 139 corpi sono stati riesumati. erano tutti migranti, tenuti nella giungla paludosa e segregati in palafitte trasformate in gabbie con tanto di filo spinato per non farli scappare.

Sui corpi sono stati rinvenuti segni ti torture fatte dai trafficanti di esseri umani. A scoprire le fosse sono state le autorità locali che si sono trovati davanti uno spettacolo raccapricciante.

“Non ci saremmo aspettati una simile crudeltà”: è il commento del capo della polizia della Malaysia, dopo il ritrovamento delle fosse in cui sono state gettati i migranti. Sepolti probabilmente vivi dopo essere stati seviziati e torturati, lasciati per giorni o settimane senza cibo e acqua.

Si tratta di decine di campi di prigionia abbandonati, alcuni molto di recente, dove venivano segregati con ogni probabilità i migranti Rohingya in fuga dal Myanmar o bengalesi, che spesso affrontano lo stesso percorso nella speranza di trovare un mondo migliore.

Le gabbie dove venivano tenuti i migrantiI campi (28 quelli identificati finora) erano nella giungla, nello stato settentrionale di Perlis, a poche centinaia di metri dalla frontiera con la Thailandia.

Altri 36 cadaveri erano stati rinvenuti a inizio maggio in Thailandia, dove i migranti venivano fatti passare e nella gran parte dei casi schiavizzati.

Proprio la Thailandia ha annunciato ora l’avvio di un’imponente operazione navale per soccorrere i migranti in mare, dopo le dure polemiche internazionali legale all’emergenza umanitaria delle scorse settimane, con centinaia di migranti approdati in condizioni disperate.

Voto di scambio, 5 arresti a Palermo per le elezioni del 2012

La guardia di Finanza arresta 5 peersone per voto di scambio a PalermoVoto di scambio alle elezioni comunali di Palermo e per le regionali del 2012. Con queste accuse la Guardia di Finanza ha eseguito all’alba di mercoledi cinque misure di custodia cautelare emesse dal gip di Palermo nei confronti di altrettanti soggetti accusati di presunta compravendita di voti nelle elezioni del 2012 per il rinnovo del Consiglio comunale di Palermo e dell’Assemblea regionale siciliana.

Nei confronti degli indagati sono stati disposti gli arresti domiciliari. I cinque sono accusati, a vario titolo, di aver promesso o ricevuto denaro e altre utilità in cambio di voti, per sè o per altri, nelle elezioni comunali e regionali del 2012. I dettagli dell’operazione, chiamata “Agorà”, saranno resi noti in una conferenza stampa in programma negli uffici del tribunale di Palermo alle 11.

Tra i cinque destinatari delle misure cautelari anche due consiglieri dell’Assemblea regionale siciliana tuttora in carica e un ex deputato regionale. Si tratta di Nino Dina, dell’Udc, presidente della Commissione Bilancio dell’Assemblea regionale, Roberto Clemente, eletto nelle liste del Pid, e dell’ex deputato, già indagato per intestazione fittizia di beni, Franco Mineo, oltre a Giuseppe Bevilacqua, del Pid, aspirante consigliere comunale, mai eletto.

Tra gli indagati c’è anche un finanziere accusato di presunta corruzione, mentre i politici rispondono di voto di scambio. Per tutti il gip di Palermo ha disposto gli arresti domiciliari. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi e nasce da una indagine di mafia. In cambio dei voti gli indagati avrebbero promesso posti di lavoro e denaro.

Blitz nella Fifa, arrestati gli "intoccabili". Indagato Blatter. In manette i suoi vice Webb e Figueredo

Blitz nella Fifa, arrestati gli "intoccabili". Indagato Blatter. E' la calciopoli di tutti i tempi.
Sepp Blatter potentissimo presidente della Fifa

ZURIGO – Maxi blitz dell’Fbi contro il governo del calcio mondiale. Diversi funzionari della Fifa, almeno nove, sono stati arrestati a Zurigo, in Svizzera, su richiesta degli Stati Uniti. Per tutti l’accusa è di presunta corruzione, riciclaggio di denaro sporco e frode telematica. I media Usa scrivono che anche il numero uno dell’organizzazione, Joseph Benjamin Blatter, detto Sepp, è indagato dall’Fbi ma al momento non si conoscono i reati contestati. Il suo portavoce ha riferito che non vi sono accuse contro di lui.

I NOMI DEGLI ARRESTATI 
Le autorità hanno fatto i nomi delle persone finite in manette e riportati dal New York Times. Si tratta del vicepresidenti della FifaJeffrey Webb e Eugenio Figueredo, poi Jack Warner, Eduardo Li, Julio Rocha, Costas Takkas, Rafael Esquivel, José Maria Marin and Nicolás Leoz. 

Blitz contro la FIFA gli arrestati
Le foto e i nomi degli arrestati oggi nel blitz contro i vertici Fifa

L’operazione è stata condotta all’alba nel lussuoso albergo Baur au Lac, con splendida vista sulle Alpi e il lago di Zurigo, dove oggi i vertici della Fifa dovevano incontrarsi per il congresso annuale con il presidente Sepp Blatter che doveva affrontare la sfida per la quinta rielezione.

Jeffrey Webb vicepresidente della Fifa arrestato oggi
Jeffrey Webb vicepresidente della Fifa arrestato oggi

Gli agenti svizzeri si sono fatti consegnare le chiavi al bureau e sono entrati in abiti civili direttamente nelle stanze dove soggiornavano i vertici Fifa ancora in pigiama.  “Sveglia, lei è in arresto”, hanno pronunciato leggendo loro accuse e diritti. Nessuno di loro ha opposto resistenza. Ma il clamore suscitato ha scosso tutto il mondo sportivo.

Hotel Baur au Lac di Zurigo dove è avvenuto il blitz contro i vertici Fifa
Hotel Baur au Lac di Zurigo dove è avvenuto il blitz contro i vertici Fifa

Le accuse, oltre alla corruzione, includono riciclaggio di denaro e racket e riguardano due decenni di frodi ai vertici dell’organismo internazionale del calcio. Nel mirino degli investigatori ci sono anche l’assegnazione delle sedi di alcune Coppe del Mondo e accordi per diritti televisivi e di marketing.

Nel mirino degli inquirenti americani ci sono i mondiali in Russia e Qatar nel 2018 e nel 2022. Negli ultimi 20 anni, l’Fbi avrebbe accertato un vorticoso giro di “mazzette”. Bustarelle “per 100 milioni di dollari”. Non solo. l’accusa parla anche di riciclaggio di denaro sporco, presunte combine e estorsioni nell’ultimo ventennio.

Dopo il terremoto sui vertici del calcio mondiale, si teme adesso che possano essere messi in discussione i mondiali di calcio sotto i riflettori. Appunto in Russia e Qatar. Ma gli inquirenti, secondo fonti di stampa americana starebbero esaminando tutti i mondiali giocati nell’era Blatter per capire se il presunto meccanismo di corruzione è stato usato anche nei math delle World Cup.

Un funzionario della Fifa viene coperto dagli agenti
Un funzionario della Fifa viene coperto dagli agenti

L’indagine, coordinata dal Dipartimento della giustizia americano, contiene l’accusa di corruzione nei confronti del potente Comitato esecutivo della Fifa. Fino a 14 persone – secondo fonti investigative citate dalla Cnn – potrebbero essere a breve estradate e rinviate a giudizio davanti alla corte federale di Brooklyn, a New York. Le indagini, secondo fonti investigative Usa proseguono.

Quella di stamani è la Calciopoli di tutti i tempi. L’Fbi questa volta ha puntato le sue lenze dove da anni nuotano i “pesci grossi” del calcio mondiale arrivando fino al suo capo Sepp Blatter, uomo potentissimo ma non molto amato per comune opinione degli sportivi.

Le autorità riferiscono che il re della Fifa è solo indagato. Il suo portavoce afferma invece che “non è coivolto e non ha intenzione di dimettersi”. Ma l’inamovibile Sepp Blatter, il deus ex machina della gestione ventennale della Fédération Internationale de Football Association “poteva non sapere?”, è la domanda che si pongono in molti.

Calabria, Italia resta divisa dopo crollo viadotto A3: Duro Oliverio: "Anas inadeguata"

Il viadotto Italia dove è avvenuto il crollo che ha spaccato l'Italia in due
Il viadotto Italia dove è avvenuto il crollo che ha spaccato l’Italia in due

Sono mesi che l’Italia è tagliata letteralmente in due dopo il crollo di un pilone dell’autostrada Salerno Reggio Calabria, sul viadotto Italia, tra Calabria e Basilicata. Quel crollo costò la vita a un giovane operaio rumeno e il totale isolamento della Calabria. Il tratto è ancora sotto il sequestro dell’autorità giudiziaria, i tempi di ripristino si preannunciano lunghi e la stagione estiva è alle porte. Dopo numerosi interventi parlamentari finora non si è mossa foglia che potesse dar speranza a quanti percorrono quotidianamente l’arteria e alle tante attività commerciali che operano sul tratto dell’A3.

IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA OLIVERIO: “ANAS DIMOSTRA DI ESSERE INADEGUATA”
Sul punto è intervenuto durissimo il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio: “Se le misure immediate che chiediamo al Governo, per alleviare i danni provocati dal blocco dell’A3 dopo il crollo del viadotto Italia, non dovessero trovare ascolto da parte di Anas e, quindi del Governo, siamo pronti ad assumere poteri straordinari anche di divieto del traffico pesante a partire dal periodo estivo”. “Anas – accusa Oliverio – in questa vicenda sta dimostrando assoluta inadeguatezza”.

ISOLAMENTO TOTALE
Oliverio, coglie l’occasione per tornare sul viadotto Italia durante un incontro che ha visto la partecipazione a Diamante, nel Cosentino, di tantissimi sindaci della costa tirrenica. I disagi derivanti dalla chiusura del tratto autostradale della Sa-Rc compreso tra Laino Borgo e Mormanno sono estenuanti. “La chiusura di questo importante tratto, come è noto, comporta gravi conseguenze non solo sull’economia dell’intera regione, ma va ad incidere pesantemente anche sulla vocazione turistica locale che rischia di restare isolata dal resto del Paese”, si legge in una nota del portavoce.

Mario Oliverio, presidente della Regione Calabria
Mario Oliverio, presidente della Regione Calabria

SINDACI SUL PIEDE DI GUERRA
Nel corso dell’incontro tutti i sindaci intervenuti hanno evidenziato le gravi conseguenze che ricadono sulla viabilità e sulla sicurezza dei cittadini, considerata la continua, massiccia circolazione di mezzi pesanti che vengono inevitabilmente deviati sulla SS 18, proprio a causa della chiusura del tratto autostradale. Un disagio, questo, che rischia di acutizzarsi ulteriormente nei prossimi mesi estivi, durante i quali la circolazione sulla SS 18 aumenta in maniera esponenziale, considerato l’afflusso di turisti su tutto il litorale tirrenico cosentino.

“REAGIREMO CON FERMEZZA, ANCHE CON AZIONI LEGALI”
“Siamo di fronte – ha detto il Governatore della Calabria – ad una situazione che, più passa il tempo, più diventa insopportabile. E’ assurdo che dopo tre mesi dall’incidente verificatosi con il crollo di una campata sul viadotto Italia, l’Anas si sia presentata con una soluzione provvisoria. La Calabria e le popolazioni interessate questa volta reagiranno e lo faranno con la fermezza e la determinazione che una situazione così grave richiede. Nei confronti dell’Anas, in particolare, promuoveremo un’azione legale e chiederemo il risarcimento dei danni subiti dalla nostra regione da tre mesi a questa parte”.

Il pilone del ponte crollato
Il pilone del ponte crollato

“CONSEGUENZE DISASTROSE, STATO E ANAS DOVRANNO FARSENE CARICO”
Non solo un’azione legale, quanto “Stato ed Anas – per il presidente Oliverio – dovranno farsi carico dell’isolamento a cui sono costrette le nostre strutture turistiche, tagliate praticamente fuori dai flussi provenienti dal resto del Paese e dall’estero, dei notevoli disagi a cui è sottoposta una popolazione a cui viene preclusa ogni tipo di collegamento con il resto del Paese, delle conseguenze disastrose che l’invasione di tir e automobili comporta in quei comuni che, da soli e con sacrifici enormi, si stanno facendo carico di garantire un percorso alternativo che è pericoloso e inadeguato”.

“NON C’E’ TEMPO DA PERDERE”
“Non c’è più – ha aggiunto Oliverio – neanche un minuto da perdere. La stagione estiva è ormai alle porte e siamo di fronte ad una vera e propria emergenza. Bisogna fare in fretta. La SS. 18 è ormai al collasso e le attuali soluzioni non sono assolutamente in grado di sopportare Il traffico veicolare che durante l’estate assumerà proporzioni ancor più insopportabili. I mezzi di trasporto, soprattutto quelli pesanti, devono essere dirottati attraverso altre vie”.

“PER I MEZZI PESANTI AUTOSTRADE DEL MARE”
“Penso alle vie del mare, soprattutto per quei mezzi che trasportano merci. Bisogna ripristinare il modello delle cosiddette “autostrade del mare”, stabilendo polizze di imbarco scontate nei porti calabresi e siciliani per i tir diretti verso il nord del Paese e l’Europa. Occorre potenziare, inoltre, i collegamenti alternativi all’autostrada, istituendo un rafforzamento della mobilità aeroportuale e ferroviaria, attraverso l’istituzione di una seconda corsa della Freccia d’Argento e stabilendo tariffe agevolate per la Calabria da parte delle compagnie aeree”, ha concluso Oliverio.

IL SENATORE GENTILE: “NON POSSIAMO TOLLERARE RITARDI”
Intanto una delegazione di parlamentari cosentini guidata dal senatore Antonio Gentile e composta dai colleghi Giovanni Bilardi e Paolo Naccarato scrivono in una nota che “Il prefetto Tomao, con grande impegno e con serietà, ha ribadito che è in stretto contatto con l’Anas e la magistratura e che ha appreso che sarà possibile aprire una carreggiata non prima di agosto. Sono allo studio altre soluzioni tampone che prevedono la possibilità di utilizzare altre vie di sfogo in collegamento con la Lucania”. Gentile ha ringraziato il prefetto “per la serietà e la correttezza, ma non possiamo più tollerare i ritardi del governo. Aprire ad agosto – ha aggiunto Gentile – significa uccidere l’economia turistica calabrese. Bisogna ricordare che il tratto del Savuto è chiuso, che la 106 non parte con i lavori, che le strade di collegamento sono sature”.

Pippo Civati pronto per una sinistra "Possibile"

Pippo Civati in una foto Ansa d'archivio rielaborata con il logo del suo partito "Possibile"
Pippo Civati in una foto Ansa d’archivio rielaborata con il logo del suo partito “Possibile”

Pippo Civati lo aveva detto e ripetuto che non stava fermo. Nemmeno 15 giorni dal suo addio al Pd, che annuncia prima il referendum per abrogare l’Italicum e poi la nascita del suo nuovo partito. Si chiama “Possibile” e sarà presentato subito dopo le Regionali dei 31 maggio.

Se il nome richiama abbastanza esplicitamente il “Podemos” (Possiamo) spagnolo, fresco vincitore delle amministrative iberiche, il logo è invece il simbolo uguale su sfondo rosa, una sorta di somma di più idee di sinistra che rendono appunto “possibile” un obiettivo comune. “Possibile, contro chi ci vuole rassegnati e da troppo tempo ci dice che non ci sono alternative”, scrive Civati sul suo blog.

“Non è la trasposizione di modelli stranieri ma sfida i vecchi partiti italiani sul campo della rappresentanza e della partecipazione”, chiarisce il fondatore. Dopo le regionali si capira’ quanti lo seguiranno in Parlamento per una eventuale formazioni di gruppi.

Sul suo blog il neonato movimento si presenta così: “L’ambizione di un partito di governo, l’organizzazione di una rete e il dinamismo di un movimento: questo è il genere di soggetto politico di cui parliamo da tanti anni, a cui abbiamo intensamente lavorato, che abbiamo sempre pensato serva all’Italia, e che nelle prossime settimane cercheremo di realizzare, con la libertà di poter immaginare il modello più avanzato in assoluto nel panorama un po’ stantio dei partiti attuali, e la voglia di discuterlo con tutti e tutte coloro che vorranno contribuire alla sua realizzazione”.

“Uguaglianza come motore” – Quanto al logo, ecco la spiegazione: “L’uguale come simbolo, intanto della relazione alla pari, aperta e dialogante non solo tra noi ma anche con tutti quelli, da soli o in gruppo, che vorranno connettersi a questa rete. E poi, l’uguaglianza come motore, come condizione di partenza tra le persone, nei diritti e nei doveri e, appunto, nelle possibilità.

Un campo politico a luglio. “Inizieremo presto, già nei primi giorni di giugno. Poi vedendoci di persona, nelle settimane successive e poi ancora nel nostro Politicamp di luglio. Siamo pronti: senza presunzione, ma con grande determinazione, quella sì. Si parte”.

Conservatori e Riformisti, 12 senatori passano con Raffaele Fitto

Raffaele Fitto, sta dando vita al nuovo progetto "Conservatore e Riformista"
Raffaele Fitto, sta dando vita al nuovo progetto “Conservatori e Riformisti”

Il nuovo partito di Raffaele Fitto comincia a prendere forma e sostanza. Dopo aver inaugurato l’associazione “Conservatori e Riformisti”, un progetto che si rifà alle posizioni del premier conservatore britannico Cameron, fervono i preparativi per la composizione dei nuovi gruppi dopo la fuoriuscita da Forza Italia.

Dodici senatori, di cui 10 di Forza Italia e due di Grandi Autonomie e Libertà (Gal), hanno aderito oggi al progetto di Raffaele Fitto. Lo rendono noto gli stessi parlamentari in una nota congiunta. Si tratta di Anna Cinzia Bonfrisco, Francesco Bruni, Luigi D’Ambrosio Lettieri, Salvatore Di Maggio (Gal), Ciro Falanga, Pietro Liuzzi, Eva Longo, Antonio Milo (Gal), Marco Lionello Pagnoncelli, Luigi Perrone, Lucio Tarquinio, Vittorio Zizza. Per formare un gruppo parlamentare al Senato sono sufficienti dieci senatori.

“Con entusiasmo – spiegano i dodici parlamentari – abbiamo partecipato insieme a Raffaele Fitto alla conferenza di oggi a Montecitorio con i vertici del gruppo Conservatore e Riformista europeo, Syed Kamall e Geoffrey Van Orden. Condividiamo questa nuova direzione per il centrodestra italiano. E riteniamo che un nuovo progetto, credibile e rivolto al futuro, possa rivolgersi ai 9 milioni di elettori che negli ultimi anni hanno lasciato il centrodestra, scegliendo l’astensione. Per questo, con piacere, annunciamo la nostra adesione al movimento “Conservatori e Riformisti”.

“L’obiettivo che noi abbiamo” con la Nascita dei Conservatori e Riformisti ha sottolineato Fitto, “è quello di guardare all’intero Paese. Guardiamo al modello di Cameron, che il centrodestra ha sempre annunciato e mai realizzato. Il percorso comincia oggi e a giugno – ha concluso Fitto – ci sarà una convention fondativa”.

Renzi: "Il mio Pd è pulito". Su impresentabili si attende l'Antimafia

Renzi: "Nel Pd candidati puliti". Su impresentabili si attende pronuncia Antimafia Matteo Renzi dopo aver detto che in Campania “alcune liste che sostengono De Luca hanno candidati che non voterei mai, nemmeno se costretto”, torna sull’argomento rimarcando come invece le liste Dem “sono pulite”. In una intervista all’emittente canale 21 il premier afferma: “Nelle liste per le regionali il Partito democratico non ha alcun impresentabile, lo dico con grande chiarezza”.

Sulla vicenda dei candidati “impresentabili” era stato sollevato un polverone al punto che oggi è diventato oggetto dell’Antimafia. De Luca andò su tutte le furie per le parole di Renzi, poi l’apparente “pax” durante il tour elettorale del capo del governo in Campania.

Anche Guerini chiarisce e rafforza il concetto espresso da Renzi. “Aspettiamo l’esito” della verifica della Commissione Antimafia “ma per il lavoro che abbiamo svolto sulle nostre liste ritengo che non ci sarà nessun esponente del Pd” ha spiegato il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini a margine della presentazione della Proposta di legge del Pd sui partiti. “Abbiamo applicato il codice etico e in alcune realtà siamo andati anche oltre”, ha sottolineato Guerini.

Anche lo scrittore Roberto Saviano, già critico con l’ex sindaco di Salerno, aveva detto che “Gomorra è nelle liste di Vincenzo De Luca”. Frasi forti che hanno suscitato molte reazioni di stizza a pochi giorni dalle regionali in Campania, regione dove ci sarebbe un testa a testa tra l’uscente Stefano Caldoro e De Luca, appunto.

Intanto c’è molta attesa per il pronunciamento della Commissione parlamentare Antimafia che ha individuato dei candidati “impresentabili” nelle liste delle elezioni regionali in tutti gli schieramenti di tutte e sette le regioni, non solo la Campania. Sebbene l’esito non sia vincolante all’espressione regolare del voto. Ossia, qualora la Commissione accertasse “l’impresentabilità” per presunte commistioni mafiose, il candidato resterà tale e potrà essere votato. Qualora dovesse risultare eletto scattano altri meccanismi (di tipo gidiziario) che dovrebbero decretarne la decadenza.

Anche la Lega rivendica di non avere “impresentabili”. “Sono orgoglioso delle mie liste, delle donne e degli uomini della Lega. Se qualcun altro ha candidato gente strana ne risponderà qualcun altro” ha detto il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, martedi a Genova per un’iniziativa elettorale. Quanto alle liste degli alleati, ha aggiunto Salvini, rispondendo alla domanda di un giornalista, “io rispondo delle mie liste. Spero che gli altri abbiano fatto la stessa pulizia”.

Mafia, retata a Palermo: 39 arresti. Sgominati tre clan

Mafia, retata a Palermo: 39 arresti. Sgominati tre clanI carabinieri del Comando provinciale di Palermo hanno eseguito 39 misure cautelari, disposti dal gip, nei confronti di esponenti del clan mafioso di Pagliarelli, accusati di associazione mafiosa, traffico di droga, estorsione e corruzione. Nel corso dell’indagine sono stati sequestrati centinaia di chili di droga. L’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia guidata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, ha disarticolato i vertici dei clan di Pagliarelli, Corso Calatafimi e Villaggio Santa Rosalia.

La crisi economica che attanaglia i commercianti palermitani spinge i boss a tornare al traffico degli stupefacenti, business attualmente privilegiato rispetto al racket delle estorsioni che, negli ultimi anni, ha rimpinguato le casse dei clan e sostentato le famiglie dei ‘picciotti’ detenuti. Nel corso dell’inchiesta, coordinata dalla Dda, i carabinieri hanno sequestrato oltre 250 chili di droga. Scoperte, comunque, diverse estorsioni: i commercianti continuano a pagare anche se qualcuno trova il coraggio di denunciare. Un imprenditore, che stava effettuando lavori di ristrutturazione al Policlinico, si sarebbe rivolto agli inquirenti raccontando loro di avere ricevuto una richiesta di pizzo di 500 mila euro. Tra gli altri, in cella, sono finiti i tre nuovi capi del mandamento di Pagliarelli, una sorta di triumvirato che, dopo le decine di arresti degli ultimi anni, tentata di riorganizzare il clan.

La cosca sarebbe stata guidata da un triumvirato composto da Alessandro Alessi, Vincenzo Giudice e Massimiliano Perrone. Questi gli arrestati nell’ambito del blitz dei carabinieri che ha disarticolato il clan a Pagliarelli: Alessandro Alessi, Giuseppe Perrone, Vincenzo Giudice, Michele Armanno, Giovan Battista Barone, Salvatore Sansone, Tommaso Nicolicchia, Andrea Calandra, Giosuè Cadtrofilippo, Giovanni Giardina, Alessandro Anello, Carlo Grasso, Antonino Spinelli, Matteo Di Liberto, Rosario Di Stefano, Aleandro Romano, Stefano Giaconia, Giuseppe Giaconia, Concetta Celano, Giuseppe Castronovo. Ai domiciliari sono finiti Vincenzo Bucchieri, Paolo Castrofilippo, Daniele Giaconia, Giovanni Correnti, Antonino Calvaruso, Gaetano Vivirito, Luigi Parolisi, Carmelo Migliaccio, Salvatore Ciancio, Domenico Nicolicchia, Giuseppe Bruno, Pietro Abbate e Antonino Abbate. Per Mauro Zampardi, Angelo Milazzo, Cosimo Di Fazio, Giovanni Catalano, Giuseppe Di Paola e Francesco Ficarotta è stato disposto l’obbligo di dimora.

Divorzio breve, da oggi è in vigore. Bastano 6 mesi se consensuale

divorzio breveStop alle lunghe attese per il divorzio. Da oggi è antrato in vigore il cosiddetto “divorzio breve”, frutto di iter legislativo conclusosi con il varo definitivo lo scorso 23 aprile e pubblicato in Gazzetta ufficiale il 6 maggio. La “rivoluzione” ha ridotto fino a un anno in caso di separazione giudiziale, mentre nei casi consensuali i tempi per ottenere il divorsi scendono a sei mesi.

COSA PREVEDE
Finora lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio poteva essere chiesto da uno dei coniugi non prima di tre anni di separazione. Con il divorzio breve il termine scende a 12 mesi per la separazione giudiziale e a 6 mesi per quella consensuale, indipendentemente dalla presenza o meno di figli.

COMUNIONE DEI BENI
Novità, poi, sulla comunione dei beni che si scioglie quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o al momento di sottoscrivere la separazione consensuale; prima si realizzava solo con il passaggio in giudicato della sentenza di separazione. Infine c’e’ l’applicazione immediata: il divorzio breve sarà operativo anche per i procedimenti in corso.

COM’ERA
Non è stato affatto facile arrivare a questo punto. E pensare che nel 1800 il Codice di Napoleone già consentiva di sciogliere i matrimoni civili, (ma serviva il consenso dei genitori e dei nonni). Ma con l’Italia unita, il divorzio rimase un tabù: Nel 1902 non fu approvata una direttiva del governo Zanardelli che prevedeva il divorzio solo in caso di adulterio, lesioni al coniuge, condanne gravi.

LA SVOLTA NEGLI ANNI ’60
Bisogna cosi arrivare alla seconda metà degli anni Sessanta per l’avvio della battaglia in nome del divorzio: con il progetto di legge del socialista Loris Fortuna, le manifestazioni dei radicali, la Lega italiana per l’istituzione del divorzio. cosi si arriva alla svolta, al dicembre 1970 quando radicali, socialisti, comunisti, liberali e repubblicani approvarono la legge; contrari la Dc e il Msi.

IL REFERENDUM
Ma anche allora la strada fu tortuosa. L’Italia cattolica, antidivorzista, chiese il referendum: il 12 maggio 1974, l’87,7% degli italiani andò al voto per scegliere se abrogare o meno la legge Fortuna-Baslini; grazie a quasi il 60% dei no, restò in vigore. Arriva, poi, la prima forma di divorzio breve, con la riforma nel 1987 e con i tempi del divorzio che passano dai 5 ai 3 anni. Oggi l’ulteriore grande passo, in attesa del divorzio immediato, stralciato dal Ddl, e del riconoscimento degli altri diritti civili che l’Italia ancora aspetta.

I popoli europei bocciano l'Ue e i governanti fanno spallucce

parlamento europeoC’è un’ Europa che vive tra Bruxelles, Strasburgo e Francoforte, fatta di potere e burocrazia, c’è ne un’altra che compone il vecchio continente fatta di nazioni e popoli che sono stanchi di vivere nel recinto dei vincoli imposti dalla prima. Dopo le vittorie elettorali anti-Ue di Polonia e Spagna, il tira e molla tra la Troika e la Grecia di Tsipras, il vento euroscettico dello scorso anno alle elezioni europee, lo stesso premier Renzi ha sentito il dovere di richiamare ancora una volta il triangolo d’oro:

“Il vento della Grecia, il vento della Spagna, il vento della Polonia non soffiano nella stessa direzione, soffiano in direzione opposta, ma tutti questi venti dicono che l’Europa deve cambiare e io spero che l’Italia potrà portare forte la voce per il cambiamento dell’Europa nelle prossime settimane e nei prossimi mesi”. E’ un’Europa che non piace, non riesce a prendere decisioni.

Sull’immigrazione sono dovute morire migliaia di persone per redigere una bozza di accordo. Tutti solidali e buonisti, ma nessuno vuole prendersi la sua quota di migranti, in primis la Parigi e Londra. L’economia è stagnante, regolata e bilanciata secondo i criteri di una banca. Il parlamento europeo sembra vivere una fase consultiva, mentre le decisioni vengono prese altrove. Manca una politica comune capace e autorevole.

Che è arrivato il momento di cambiare lo afferma anche l’ex presidente della Commissione europea Romano Prodi che parla di una sorta di sfaldamento dell’Unione. “Nell’Ue – dice Prodi al Corriere della Sera – sono davvero troppi i segnali di disgregazione, e se si leva un vento di disgregazione non lo ferma nessuno”.

In particolare l’ex presidente della Commissione europea ha definito “clamoroso il voltafaccia di Parigi sugli immigrati”, con “un accordo annunciato e disatteso sei giorni dopo”. Prodi è in particolare allarmato dall’elezione di Andrzej Duda a presidente polacco, “con una linea portatrice di tensioni perché fortemente antieuropea, antitedesca e antirussa”. Cioè contro le nazioni che per decenni nel secolo scorso l’hanno oppressa e repressa col nazismo e il comunismo.

La speranza, ad avviso dell’ex presidente della Commissione Ue, arriva dal fatto che “ogni volta che l’Europa è arrivata sull’orlo del baratro, ha avuto un colpo di reni, uno scatto di nervi, quando si capisce che è in gioco tutto, scatta un allarme collettivo”. Ma forse è troppo tardi. L’Europa, questa Europa fondata sul trattato di Maastricht che predilige il potere delle banche al benestare dei cittadini, è gradita solo ai promotori di quel patto di disgregazione. Un accordo imposto da pochi, senza consultare nessuno, a milioni di cittadini che vivono il suo fallimento sulla loro pelle. Che sia arrivato il momento di cambiare registro lo dicono da tempo gli elettori, in modo democratico, ma dal triangolo d’oro fanno spallucce e guardano dall’altra parte.

Napoli, grave incidente in autostrada a Baiano: 4 morti e feriti gravi

L'ambulanza sul luogo dell'incidente
L’ambulanza sul luogo dell’incidente

Quattro persone sono morte e altre quattro sono rimaste ferite in maniera grave in un incidente avvenuto sull’autostrada A16 Napoli-Bari, all’altezza dell’uscita di Baiano (Avellino).

Nell’incidente secondo quanto riferito, è rimasto coinvolto un solo automezzo, un pulmino che trasportava nove operai che, nell’imboccare lo svincolo, è finito contro una cuspide che divide le corsie.

Secondo una prima ricostruzione della Polizia stradale, il pulmino stava uscendo dall’autostrada per imboccare la rampa di accesso al casello di Baiano quando, per cause in corso di accertamento, ha centrato in pieno la cuspide posta all’imbocco della diramazione. I quattro feriti – si apprende dalla Polizia stradale – sono in gravi condizioni. Due sono stati condotti all’ospedale di Nola, mentre uno di loro, in fin di vita, è al Cardarelli di Napoli.

Non molto lontano dal punto dove è sbandato il pulmino con i nove operai a bordo, nel 2013 una corriera precipitò a ridosso di una curva sul viadotto tra Monteforte Irpino e Baiano, lungo l’autostrada A16 Napoli – Canosa. Le vittime furono una quarantina.

Elezioni amministrative in Spagna, vince la sinistra di Podemos

Pablo Iglesias, il leader del partito Podemos che ha vinto le amministrative in Spagna
Pablo Iglesias, il leader del partito Podemos che ha vinto le amministrative in Spagna (Ansa/Lorenzo)La

Con il risultato ottenuto alle amministrative dal movimento Podemos, la Spagna vira a sinistra. Il movimento capeggiato da Pablo Iglesias conquista Barcellona, e con ogni probabilità Madrid, Valencia e Saragozza in alleanza con i socialisti. Crollo dei consensi per il Pp del premier Mariano Rajoy, gli spagnoli hanno impresso al paese ieri una svolta a sinistra, scrive la stampa di Madrid. Dal 2011 il Partido Popular ha perso 11 punti e e 2,6 milioni di elettori pur restando con il 27% il primo partito del paese. Si tratta di elezioni amministrative ma il crollo del partito al governo è marcato.

E’ “L’inizio della fine del bipartitismo” ha annunciato nella notte il leader di Podemos, Pablo Iglesias. Per la prima volta nella storia del paese i voti ottenuti da Pp e Psoe insieme rappresentano solo metà dell’elettorato, davanti all’ affermazione dei due movimenti del “nuovo”, Podemos e Ciudadanos, e a Valencia del locale Compromis che arriva secondo.

A Barcellona la capolista di Barcelona en Comu fondata attorno a Podemos, Ada Colau, diventerà con ogni probabilità la prima donna sindaco della capitale catalana, in alleanza con sinistra repubblicana, socialisti e forse Ciudadanos. A Madrid, feudo popolare da 24 anni, la ex-giudice Manuela Carmena, arrivata un voto dietro la popolare Esperanza Aguirre, dovrebbe formare il nuovo governo madrileno con i socialisti, cui Podemos ha imposto un umiliante sorpasso. Alleanze fra gli alternativi e i socialisti dovrebbero governare anche le altre due grandi città del paese, Saragozza e Valencia, altra roccaforte del Pp. Pur arrivando primo, il Pp dovrebbe inoltre cedere sei regioni a coalizioni fra Socialisti e Podemos.

I popolari dovrebbero invece conservare la regione di Madrid, con Cristina Cifuentes, se otterrà l’appoggio di Ciudadanos. Nel paese dalla notte scorsa non esistono praticamente più maggioranze assolute in un panorama politico ora fortemente frammentato. Il leader del Psoe Pedro Gomez ha già annunciato che aprirà oggi trattative con Podemos e Ciudadanos. I leader dei due partiti del ‘nuovo’ Pablo Iglesias e Albert Rivera hanno lanciato nella notte una sfida per il potere centrale a Rajoy in vista delle politiche di novembre. “Assumiamo la sfida di vincere le elezioni generali contro il Pp – ha detto Rivera – inizia a scriversi in Spagna la fine del bipartitismo”.

Terremoti, per Fabrizio Curcio la Calabria "è da incubo"

Il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio
Il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio

L’area intorno al Vesuvio e la Calabria erano e rimangono a elevato rischio sismico e idreogeologico. Ad affermarlo è stato il Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio in visita a Soverato, in Calabria dove stamattina ha inaugurato il Centro operativo misto (Com). “Con Gabrielli – ha spiegato – abbiamo condiviso la spesse insonnie ed è naturale, adesso, che io abbia le stesse preoccupazioni che aveva lui” e cioè gli “incubi notturni” siano il Vesuvio e la Calabria.

Curcio, ha aggiunto che “la Calabria ha il numero più elevato di comuni esposti a rischio sismico e presenta delle forti problematiche idrogeologiche, ma non è certamente l’unico problema che dobbiamo affrontare perché le questioni cui fare fronte sono tante”. Non solo dunque elevato rischio sismico per lo Stivale, ma anche il dissesto idrogeologico che sono vere emergenza naturali nella regione. Proprio a Soverato, dove si è recato il capo della Protezione civile, nel 2000 una frana causata da una forte alluvione causò la morte di 13 persone accampate nei pressi di un rigagnolo.

“Il Dipartimento di Protezione civile è presente oggi come in passato per stimolare la crescita di consapevolezza dei rischi e la capacità organizzativa a livello locale. L’inaugurazione di un “Com” come quello che diventa operativo oggi qui a Soverato è certamente un importante momento di aggregazione. Adesso dobbiamo continuare il percorso di crescita strutturale e di relazioni per il quale, comunque, ho potuto constatare che qui ci sono i presupposti e gli elementi fondamentali come la presenza del Prefetto, della Regione, dei sindaci e delle associazioni di volontariato”.

“Le forze e le risorse quando si parla di Protezione civile – ha detto ancora Curcio rispondendo alle domande dei giornalisti – non sono mai sufficienti, ma io più che della quantità mi preoccuperei della qualità e della capacità di lavorare insieme e di sapere collaborare. I tagli alle risorse che sono stati effettuati, tra l’altro, hanno fatto emergere la necessità di una maggiore cooperazione. Questa situazione sta obbligando soggetti che magari in passato avevano più certezze economiche ma che non cooperavano a compiere uno sforzo maggiore in questo senso. I tagli devono indurre anche a fare scelte e adesso è arrivato il momento di farle”.

Isis, In Gran Bretagna minaccia di attacco con armi chimiche

Jihadista con la bandiera dell'Is. Il Times: In UK Isis vuole colpire con armi chimicheIn Gran Bretagna c’è una “minaccia crescente” di un attacco con armi chimiche condotto dai jihadisti dell’Isis che tornano nel Regno Unito dopo essere stati in Siria o in Iraq. E’ quanto scrive il quotidiano “The Times” in prima pagina, citando esperti della sicurezza. In particolare potrebbero essere preparate bombe al cloro, una sostanza che si può trovare facilmente e in larghe quantità nel Paese e che gli jihadisisti avrebbero a disposizione anche in Iraq.

Il colonnello Hamish de Bretton-Gordon, uno dei maggiori esperti del paese in guerra chimica, – scrive il quotidiano – ha esortato i ministri inglesi a rafforzare i controlli sulla vendita di cloro. “Ci sono molti jihadisti intenzionati a tornare in questo paese e c’è la possibilità che possano usare armi chimiche”, ha confermato.

Nel mentre, in Siria, l’Ondus ridimensiona il bilancio delle vittime per mano dell’Isis, sono 67 i morti, i civili uccisi a Palmira e nella regione circostante dall’Isis dall’inizio dell’offensiva jihadista, 12 giorni fa. Tra le vittime anche 12 donne e 14 minorenni, compresi ragazzi e bambini. Il bilancio e’ stato fornito durante la notte dall’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), dopo che ieri la Tv siriana aveva parlato di 400 civili uccisi, in maggioranza donne e bambini.

L’ong aggiunge che sono stati giustiziati, in maggioranza decapitati, 150 soldati, miliziani filo-governativi o presunti informatori del regime. Altri 600 militari, miliziani e civili sospettati di essere “agenti delle forze del regime” sono stati fatti prigionieri dallo Stato islamico e sulla loro sorte non si sa nulla. Le uccisioni di cui parla l’Ondus sono avvenute non solo a Palmira ma anche nella regione circostante, a partire dalla cittadina di Al Sukhna, 30 chilometri a Est, da dove e’ partita l’offensiva che ha portato i jihadsti ad impadronirsi della citta’-oasi.

L’ong precisa che la maggior parte dei civili uccisi erano accusati di avere nascosto nelle loro case membri delle forze del regime ai quali l’Isis dava la caccia dopo la caduta di Palmira.

In migliaia scappano da Ramadi veerso Baghdad
Circa 55 mila persone sono in fuga da Ramadi, la città irachena conquistata dall’Isis lo scorso 17 maggio. Lo affermano fonti delle Nazioni Unite, spiegando come la maggior parte dei fuggitivi sta tentando di raggiungere Baghdad. In marcia ci sarebbero circa 9.000 famiglie, alle quali viene distribuito dal personale di alcune agenzie Onu un “dignity kit” che contiene prodotti per l’igiene di base come dentifricio, spazzolino, shampoo, sapone, prodotti per l’igiene femminile e biancheria intima

Sondaggio su sito Tv Al Jazeera, 80% sostiene avanzata dell’Isis
Più dell’80% di internauti che hanno navigato nel sito Internet di al Jazeera, la tv panaraba edita dal Qatar, si dicono “sostenitori delle vittorie dello Stato islamico” (Isis) in Iraq e Siria. Nella sezione dei sondaggi del sito di al Jazeera da sabato scorso è posta la domanda e fino a oggi 81,2% di risposte sono da “sostenitori delle vittorie dell’Isis”, mentre il 18,8 ha affermato di non sostenere l’offensiva jihadista. Il numero dei votanti totale è stato finora 37.027. Di questi, oltre 30mila hanno detto di sostenere l’avanzata dell’Isis.

Elezioni Polonia, vince il nazionalista Duda. Renzi: "Ue Cambi"

Andrzej Duda è il nuovo presidente della Repubblica di Polonia
Andrzej Duda è il nuovo presidente della Repubblica di Polonia (Reuters)

Il candidato nazionalista polacco Andrzej Duda, con il 51,55% dei consensi, ha vinto il ballottaggio delle presidenziali in Polonia battendo il presidente uscente, Bronislaw Komorowski. Il vincitore deve la sua affermazione al voto di agricoltori, operai, disoccupati, pensionai e studenti, riferisce l’istituto Ipsos, lo stesso che ha realizzato gli exit poll. Secondo Ipsos , Duda ha ricevuto il 66,4% dei voti fra gli agricoltori, il 61,9% fra gli operai, il 63,8% di studenti, il 62,4% di disoccupati, il 52,9% di pensionati.

Komorowski si è fermato al 48,45%. L’affluenza è stata pari al 55,34%: quasi 17 dei 30 milioni di aventi diritto. La Polonia svolta dunque a destra dopo la parentesi dei conservatori liberali che avevano conquistato la presidenza dopo la misteriosa morte di Lech Kaczyński a Smolensk nel 2010.

Al primo turno, lo sfidante di Komorowski aveva superato il presidente uscente di quasi un punto percentuale. Il profilo di Duda è quello di un nazionalista ultraconservatore ed euroscettico, che aveva avuto un’esperienza di governo tra il 2006 e il 2007 come viceministro della Giustizia nell’esecutivo guidato da Jarosław Kaczyński.

Andrzej Duda mentre va a votare a Cracovia
Andrzej Duda mentre va a votare a Cracovia (Reuters)

Antieuropeista convinto, Andrzej Duda proviene dal partito Pis (Diritto e Giustizia) fondato dai fratelli Kaczyński e vince le presidenziali sotto la spinta antiausterity Ue e per un diffuso malcontento del governo di Ewa Kopacz, nominata primo ministro da Komorowski dopo che l’ex presidente Donald Tusk, il predecessore progressista di Kopacz, è stato chiamato a presiedere il Consiglio europeo.

Jarosław Kaczyński avevano ricoperto il ruolo di primo ministro dal 14 luglio 2006 al 16 novembre 2007. Il fratello gemello Lech era stato eletto presidente della Repubblica. Uno dei precursori degli euroscettici, venne travolto da una violentissima campagna mediatica che lo indicava come colui che rifiutava il “progresso” e i “benefici” dell’Unione europea. Una campagna che gli fece perdere le elezioni politiche a favore di Donald Tusk. Dopo la sconfitta Jarosław rassegnò le dimissioni, mentre il fratello Lech restò presidente fino al misterioso incidente aereo a Smolensk, in Russia che gli costò la vita.

Dopo la morte di Lech, il fratello è stato candidato alle presidenziali, ma pure arrivando al secondo turno di ballottaggio, ha perso contro Bronisław Komorowski. Dopo cinque anni, ecco arrivare la vittoria di Andrzej Duda, che riscatta il PiS e allarga il fronte antieuropeista insieme a Grecia, Spagna e altri paesi che espressero il loro dissenso contro l’Ue già alle passate elezioni europee e negli ultimi anni con le affermazioni di Farage, Le Pen, Grillo, Tsipras e altri.

Renzi: “Europa cambi”
Il premier italiano, Matteo Renzi avverte l’Europa: “Il vento della Grecia, il vento della Spagna, il vento della Polonia non soffiano nella stessa direzione, soffiano in direzione opposta, ma tutti questi venti dicono che l’Europa deve cambiare e io spero che l’Italia potrà portare forte la voce per il cambiamento dell’Europa nelle prossime settimane e nei prossimi mesi”.

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