8 Ottobre 2024

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Esami maturità 2015, al Classico “Ultimi giorni di Tiberio” di Tacito. La traduzione

Esame maturità 2015 seconda prova latino versione traduzione ultimi giorni di tiberio cornelio tacito
(Ansa/Stringer)

Esami maturità 2015, secondo giorno di prove scritte che interessano 490mila ragazzi. Ieri la prova uguale per tutti di italiano. Oggi, mentre gli studenti del liceo scientifico affrontano la prova di matematica, al Liceo Classico la versione di latino da tradurre proposta agli studenti è gli “Ultimi giorni di Tiberio” di Tacito.

Quest’anno – per la prima volta – la versione è accompagnata da una breve introduzione che spiega il contesto: “Un famoso medico, tastando il polso dell’imperatore Tiberio, ne pronostica la fine imminente: dopo pochi giorni l’imperatore viene creduto morto. Mentre Caligola inizia a gustare le primizie del potere, improvvisamente Tiberio si riprende…”. Tacito non “usciva” alla Maturità da 10 anni, dal 2005.

Il testo originale con la traduzione è da subito apparso su alcuni siti tra cui www.booksblog.it oltre che su Facebook, Twitter e altri giornali online.

Il testo originale de Gli ultimi giorni di Tiberio, di Publio Cornelio Tacito

“Iam Tiberium corpus, iam vires, nondum dissimulatio deserebat: idem animi rigor; sermone ac vultu intentus quaesita interdum comitate quamvis manifestam defectionem tegebat. Mutatisque saepius locis tandem apud promunturium Miseni consedit in villa cui L. Lucullus quondam dominus. Illic eum adpropinquare supremis tali modo compertum. Erat medicus arte insignis, nomine Charicles, non quidem regere valetudines principis solitus, consilii tamen copiam praebere. Is velut propria ad negotia digrediens et per speciem officii manum complexus pulsum venarum attigit. Neque fefellit: nam Tiberius, incertum an offensus tantoque magis iram premens, instaurari epulas iubet discumbitque ultra solitum, quasi honori abeuntis amici tribueret. Charicles tamen labi spiritum nec ultra biduum duraturum Macroni firmavit. Inde cuncta conloquiis inter praesentis, nuntiis apud legatos et exercitus festinabantur. Septimum decimum kal. Aprilis interclusa anima creditus est mortalitatem explevisse; et multo gratantum concursu ad capienda imperii primordia G. Caesar egrediebatur, cum repente adfertur redire Tiberio vocem ac visus vocarique qui recreandae defectioni cibum adferrent. Pavor hinc in omnis, et ceteri passim dispergi, se quisque maestum aut nescium fingere; Caesar in silentium fixus a summa spe novissima expectabat. Macro intrepidus opprimi senem iniectu multae vestis iubet discedique ab limine. Sic Tiberius finivit octavo et septuagesimo aetatis anno.

La traduzione de Gli ultimi giorni di Tiberio, di Tacito

“Senz’altro le forze, non l’impenetrabilità, abbandonavano Tiberio: il rigore dell’animo era lo stesso. Irrigidito nel parlare [lett. “nel discorso”] e nel volto, talvolta nascondeva con affettata cordialità il deperimento, per quanto manifesto. Dopo aver cambiato località (sempre) più spesso, alla fine si stabilì presso il promontorio di Miseno in una villa che un tempo era appartenuta [lett. “di cui era stato proprietario”] a Lucio Lucullo. In quell’occasione si seppe che si stava avvicinando alla morte [lett. “ai funerali”]. C’era (lì) un medico notevole nel lavoro, di nome Caricle, certamente non solito regolare la salute del principe, ma piuttosto offrire abbondanza di consigli. Costui, come allontanandosi per affari propri, dopo avergli stretto la mano fingendo [lett. “sotto l’aspetto di”] un ossequio, sentì il battito delle vene e confermò a Macrone che lo spirito stava venendo meno e che non sarebbe sopravvissuto oltre due giorni. Il 16 marzo [lett. “il diciassettesimo giorno prima delle Calende di Aprile”], allontanatasi l’anima, si credette che avesse terminato la vita [lett. “la mortalità”], e tutti si stavano congratulando con Gaio Cesare, il nuovo principe, quando, improvvisamente, venne riferito che a Tiberio erano ritornati la voce e la vista. Il terrore, dunque, pervase tutti quelli che si erano rallegrati della sua morte, ma l’intrepido Macrone comandò di soffocare il vecchio stendendogli [lett. “con lo stendere”] sopra molte coperte. Così morì Tiberio nel settantottesimo anno d’età”.

Per Economia Aziendale il profilo twitter Scuolazoom ha postato le tracce

Droga: 'Ndrangheta e colletti bianchi, smantellata cellula romana. 19 arresti

cocaina ndrangheta colletti bianchi smantellata cellula romana a roma 19 arrestiDopo il blitz internazionale di ieri che ha portato in carcere 34 persone per traffico internazionale di droga, la Guardia di finanza ha smantellato all’alba una presunta cellula romana della ‘Ndrangheta. Diciannove gli arresti nell’ambito dell’operazione che ha visto impiegati oltre 300 militari del II Gruppo Roma, supportati dai “Baschi Verdi” di Ostia e Roma, dalle unità cinofile antidroga e da un elicottero del Reparto Operativo Aeronavale di Civitavecchia.

In due anni 1.062 chili di cocaina erano stati importati dal Sud America per rifornire la piazza romana. Questo quanto scoperto dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma nell’ambito di complesse indagini sul traffico internazionale di sostanze stupefacenti partite dal litorale romano.

Ci sarebbero anche alcuni insospettabili e “colletti bianchi” tra le 19 persone finite in manette. Nel corso delle attività investigative sono state trovate armi, alcune delle quali nascoste sotto terra. I dettagli dell’attività saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà oggi, alle ore 11,15, presso la caserma “F. Arcioni”, sede del Comando Regionale Lazio, situata in Roma, via Nomentana n. 591, alla presenza del Procuratore della Repubblica Aggiunto Michele Prestipino e del Comandante Provinciale di Roma, Generale di Brigata Giuseppe Magliocco.

South Carolina (Usa), folle spara in Chiesa a Charleston: 9 morti. Il sindaco: "Questo è odio"

Folle spara in chiesa a Charleston South Carolina
(Courier via AP)

E’ un crimine violento e intriso di “odio razziale” quello avvenuto mercoledi sera in un Chiesa afroamericana di Charleston dove un folle è entrato, ha sparato all’impazzata e ha ucciso 9 persone seminando il terrore nella cittadina del South Carolina, negli Usa.

Un’ altra persona è rimasta ferita. La polizia ha fatto sapere di essere alla ricerca di un sospetto, un bianco di circa 20 anni, ben rasato con un corporatura snella. Indossava una felpa grigia, jeans blu e timberland. “Ovviamente è molto pericoloso”, ha detto il capo della polizia di Charleston, Greg Mullen.

“Metteremo tutte le nostre risorse, metteremo tutta la nostra energia nella ricerca di questa persona”. Dopo gli spari è scattato anche un allarme bomba. Giornalisti e curiosi sono stati fatti allontanare.

Folle spara in chiesa a Charleston South Carolina
(Ansa/AP)

La chiesa dove è avvenuta la sparatoria, la Emmanuel African Methodist Episcopal Church, è una delle più vaste congregazioni di afroamericani nella regione ed una delle più antiche del suo genere nel sud degli Stati Uniti, e per questo è iscritta nel registro nazionale dei luoghi storici.

Folle spara in chiesa a Charleston South Carolina
(Courier via AP)

Secondo il Charleston Post e Courier, al momento della sparatoria, dopo le nove di sera, vi era in corso una lettura della Bibbia. La zona di Charleston è stata di recente teatro di forti tensioni razziali dopo che un poliziotto bianco di nome Michael Slager è stato incriminato per sparato ad un nero, Walter Scott, uccidendolo e l’intera scena è stata ripresa con un telefonino e postata in internet.

Folle spara in chiesa a Charleston South Carolina
(Courier via AP)

In seguito alla sparatoria, Jeb Bush, candidato alle presidenziali del 2016, ha cancellato una serie di eventi della sua campagna elettorale che aveva in programma tra alcune ore proprio a Charleston.

“L’unica ragione per cui qualcuno entra in una chiesa e spara alla gente che pregava è l’odio”, ha detto il sindaco di Charleston, Joe Riley.

La polizia di Charleston ha riferito che otto fedeli sono morti sul colpo, in Chiesa; un nono è deceduto in ospedale,

Finora non si conosce il numero delle persone che hanno preso parte alla lettura della Bibbia, ma le autorità parlano che ci sono dei sopravvissuti.

Migranti, deroga al patto per comuni. Alfano: "Smantellare campi Rom"

La riunione tra Viminale, Regioni e Comuni su campi rom e migranti
La riunione tra Viminale, Regioni e Comuni su campi rom e migranti

Il governo è orientato smantellare i campi Rom. E’ quanto ha affermato ieri a Roma il ministro dell’Interno Angelino Alfano al tavolo tra Viminale, Anci e presidenti di Regioni nel corso dell’incontro sui migranti.

La proposta è stata accolta dai sindaci e presidenti di regione in modo positivo. Il presidente dell’Anci e sindaco di Torino Piero Fassino, ha condiviso sottolineando la necessità di avere “soluzioni più civili”, non “le ruspe di Salvini”. Intensa la giornata che ha visto molte proposte sul tavolo che faranno parte di un più ampio concordato tra Stato Regioni e Comuni per la gestione dei migranti.

Uno dei punti più importanti è quello di derogare il patto di stabilità per quei comuni che accolgono gli immigrati. Le opzioni previste dall’accordo sono inoltre la realizzazione in ogni regione di un hub (un centro di prima accoglienza), rafforzamento dello Sprar (il Sistema di accoglienza per richiedenti asilo), accelerazione delle procedure di valutazione dell’asilo, riequilibrio delle presenze degli stranieri ospitati su tutto il territorio nazionale (78mila).

Su quest’ultimo punto, c’è stata una spaccatura ieri al Viminale. Sono stati i governatori di Veneto e Liguria Zaia e Toti (era assente il governatore lombardo Roberto Maroni, che è tuttavia sulla stessa posizione) a dire no a nuovi arrivi di migranti nelle proprie regioni. Il piano di redistribuzione del Viminale e del titolare Angelino Alfano comunque proseguirà.

Nei prossimi giorni previsto un incontro di Regioni ed Anci con il premier Matteo Renzi, prima del vertice europeo del 25 e 26 giugno. Sono alcuni numeri a dare l’idea dello squilibrio che attualmente si registra nell’ospitalità delle persone sbarcate (170mila nel 2014 e 58.659 ad oggi nel 2015).

Secondo il piano concordato in un’analoga riunione del mese scorso, la Lombardia è in debito di 2.216 migranti: ne ospita 6.745 invece degli 8.861 previsti sulla base di dimensioni, numero di abitanti e Pil). Il Veneto è sotto di 1.929 (ne ha 3.072 rispetto ai 5.002 previsti).

E’ invece in credito di 3.432 presenze il Lazio: ne ha 8.482 invece dei 5.050 previsti. Man mano che arriveranno nuovi stranieri, dunque, saranno allertate le prefetture delle regioni in debito, risparmiando quelle in credito, in primis la Sicilia che ospita il 19% del totale dei migranti.

Luca Zaia (Veneto) non ci sta. “Ho ribadito al ministro Alfano che abbiamo già dato e non siamo disponibili ad averne di più”. Giovanni Toti (Liguria) chiede al Governo “di spiegare ai cittadini come intende bloccare gli sbarchi prima di mandare altre persone nei nostri territori”.

Zaia e Toti sono inoltre scettici sui risultati, illustrati da Alfano, del Consiglio dei ministri dell’Interno europei di ieri a Lussemburgo. Critico verso i colleghi il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino. Le Regioni, sottolinea, “sono pronte ad attuare il piano di accoglienza concordato con il Viminale e la posizione contraria di alcuni governatori è soltanto politica”.

Alfano e l’Anci, inoltre, sono giunti ad un accordo sullo smantellamento dei campi rom. “Occorre smantellarli”, sostiene Alfano. Ma, precisa il presidente del’Anci, Piero Fasino, superare i campi rom significa superare quelli esistenti per avere soluzioni più civili, nessuno ha in mente le ruspe di Salvini. Il governo creerà un fondo apposito sulla base del quale Comuni e Prefetture faranno gli interventi”.

L'uomo sempre più vicino a Marte. "Nel 2030 prima missione"

Il Pianeta Terra e Marte
Il Pianeta Terra e Marte

“Entro il 2030 andremo su Marte”. Lo ha detto Charles Bolden Jr., amministratore Nasa, agli studenti del Politecnico di Milano alla conferenza “Reaching for the stars”. “E’ un sogno del nostro presidente”, ha sottolineato Bolden. “Andremo e andremo per restarci. Mi vengono i brividi sulla schiena quando parlo di Marte. In questo momento – ha aggiunto – ci sono 97 missioni in lavorazione, di cui 70 correnti. Stiamo lavorando a un umanoide con le gambe”.

Charles Bolden è ultra convinto che nell’universo ci sono altre forme di vita e la Nasa e tutte le agenzie spaziali del pianeta sono pronte a cercarle. Ci vorrà tempo e sviluppo di nuove tecnologie, ma alla fine “ce la faremo”.

“L’arrivo dell’uomo su Marte, che la Nasa pianifica tra 15 anni, potrebbe essere preceduto dall’invio di robot capaci di ricostruire un habitat adatto alla sopravvivenza di una colonia umana”, ha spiegato Bolden jr .”Su Marte ci andremo per restare – afferma Bolden – ma sono molte le sfide che dovremo superare per raggiungere questo obiettivo”. La prima riguarda le radiazioni che impedirebbero la sopravvivenza dell’uomo per un periodo di tempo cosi lungo.

”Dobbiamo mettere a punto nuove tute per gli astronauti e pensare a come strutturare una protezione particolare”. Per questo, l’arrivo dell’uomo su Marte potrebbe essere preceduto da quello di robot umanoidi (una sorta di architetti automatizzati) in grado di “ricreare un habitat adatto”.

Per la sua prima missione umana su Marte, la Nasa punta tutto sulla capsula Orion, che lo scorso dicembre ha superato il suo primo test di volo. Ripercorrendo le fasi del progetto, Bolden ha sottolineato l’importante contributo dell’Europa, dal momento che il modulo pressurizzato destinato ad accogliere gli astronauti a bordo di Orion deriva dalla navetta automatica Atv dell’Agenzia spaziale europea.

“Il primo traguardo – è stato spiegato – verrà tagliato nel 2017, quando gli Usa torneranno a portare uomini in orbita con i “taxi” spaziali realizzati grazie all’accordo siglato con le compagnie private Boeing e Space X. Queste navette faranno la spola tra la Terra e la Stazione spaziale internazionale (Iss), e per ogni viaggio trasporteranno un equipaggio di quattro persone. Per ciascun astronauta, la Nasa pagherà alle aziende private circa 58 milioni di dollari, contro i 76 che paga attualmente ai russi per il trasporto sulla Soyuz, la navetta usata dall’astronauta italiana Samantha Cristoforetti.

Migranti, scontro Salvini-Papa Francesco: "Quanti immigrati hai ospitato in Vaticano?"

scontro salvini papa su migranti: "Quanti ce ne sono in Vaticano?"Nel giorno in cui l’Ungheria annuncia che costruirà una barriera alta quattro metri lungo i 175 chilometri di confine con la Serbia per fermare il flusso di clandestini, il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha spiegato la decisione di Budapest di alzare un “muro” affermando che, mentre l’Europa discute, “l’Ungheria non può più aspettare”.

PAPA FRANCESCO: “CHIEDIAMO PERDONO A MIGRANTI”
Da Papa Francesco un monito dopo quanto visto in questi giorni a Ventimiglia coi migranti respinti alla frontiera.
“Vi invito tutti a pregare perché le persone e le istituzioni che respingono questi nostri fratelli chiedano perdono”, ha detto il pontefice ricordando che sabato prossimo ricorre la Giornata mondiale del rifugiato, promossa dall’Onu.

SALVINI AL PAPA: “QUANTI MIGRANTI CI SONO IN VATICANO”
Matteo Salvini replica, da Radio Padania, alle parole di Bergoglio: “Noi – dice – non abbiamo bisogno di essere perdonati”. C’è il Papa che dice chiediamo perdono per chi chiude la porta ai rifugiati…Ma quanti ce ne sono in Vaticano di rifugiati?”. Certo, “il rifugiato vero ha tutto il diritto di essere accolto ma i rifugiati veri sono un quarto di quelli che arrivano”.

DA PARIGI: 10.500 POSTI LETTO MA PUGNO DURO CONTRO CLANDESTINI
In Francia il governo ha annunciato un piano ambizioso per creare 10.500 nuovi posti letti per accogliere richiedenti asilo e rifugiati. Il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, pur aprendo alla possibilita di velocizzare le procedure per i richiedenti asilo, ha ribadito che occorre usare pugno duro contro l’immigrazione clandestina, sul cui contrasto bisogna essere “più efficaci”.

VENTIMIGLIA, LA FRANCIA NON CEDE: DA QUI NON PASSANO
E in effetti a Ventimiglia l’atteggiamento del governo francese non è cambiato. Per il quinto giorno consecutivo sugli scogli dei Balzi Rossi, nella zona di Ponte San Ludovico, è rimasto il gruppo di migranti, fermi a pochi metri dal confine, in attesa di poter superare le Alpi francesi.

La notte è trascorsa tranquilla grazie sia all’assistenza dei volontari della Croce Rossa che distribuiscono acqua, bevande calde e cibo, sia alla generosità dei cittadini che hanno portato ombrelloni, coperte e vestiti per i profughi sulla scogliera.

Secondo quanto riferito dai volontari, una ventina di loro avrebbe chiesto spontaneamente di recarsi alla stazione, anche per essere sottoposti a visita medica per sospetti casi di scabbia. A preoccupare è anche l’inizio del Ramadan, che impone ai musulmani un mese di digiuno dall’alba al tramonto, e potrebbe ulteriormente peggiorare le condizioni di salute degli immigrati.

CROCE ROSSA: “CASI DI SCABBIA DA ACCERTARE”
Quanto ai casi sospetti di scabbia, ha fatto sapere la Croce Rossa, “sono tutti da accertare” e comunque serve uno screening specifico. Situazione sotto controllo anche alla stazione della cittadina di frontiera dove si trovano circa 200 stranieri provenienti dal Corno d’Africa.

LUCA ZAIA: NON ABBIAM PIU’ POSTI
Intanto il governatore Luca Zaia, ha dichiarato che il Veneto è al collasso e che non ha più posto: “Di questo passo, cosi come altre Regioni, dovremo optare per le tendopoli, ma non è un fatto di civiltà ospitare uomini, donne e bambini sotto le tende”.

Cameron con Renzi a Milano
Cameron con Renzi a Milano (Ansa)

RENZI RIBADISCE: IMMIGRAZIONE PROBLEMA DI TUTTA UE
“Con il premier britannico David Cameron “abbiamo discusso di immigrazione, ci sono posizioni anche diverse sulle singole scelte da adottare, che prenderemo nel prossimo Consiglio europeo ma c’è la condivisione che questo problema non è un problema solo italiano”. “Le modalità con le quali affronteremo questo tema – ha aggiunto poi Renzi parlando della discussione con Cameron sull’immigrazione – sono oggetto di discussione in queste ore partendo dalla prima necessità che è di risolvere il problema in Africa” e che l’Africa “non sia considerata un continente di serie b dalla comunità internazionale. E su questo c’è convergenza con Cameron”.

CAMERON: RISORSE PER INTELLIGENCE IN SICILIA
“Abbiamo bisogno di un approccio globale per lavorare con i vostri servizi di intelligence in Sicilia dove noi metteremo gente e risorse per provare a interrompere i collegamenti” dell’immigrazione dal nord Africa. “Abbiamo parlato della crisi dell’immigrazione – ha detto Cameron -. Ci rendiamo assolutamente conto che è un tema sul quale lavorare insieme a livello europeo”. Il Regno Unito, ha ricordato, è impegnato “con la Royal Navy nel Mediterraneo e con un grande programma di aiuti che stiamo aumentando per provare a stabilizzare quei Paesi”, ha segnalato Cameron. “Concordiamo assolutamente che abbiamo bisogno di un approccio globale – ha aggiunto -. Per vedere un nuovo governo in Libia che dia la caccia alle bande criminali”.

Ignazio Marino nell’occhio del ciclopico degrado di Roma

Tutti, ma proprio tutti contro Ignazio Marino, il chirurgo legittimato a governare Roma prima dalle primarie del centrosinistra poi dagli elettori. Nessuno è contento di come amministra la città etera e lo manifesta senza peli sulla lingua il suo segretario, Matteo Renzi che ieri sera a Porta a Porta aveva detto “Marino o governi bene o te ne vai a casa”.

Ignazio Marino con Matteo Orfini
Ignazio Marino con Matteo Orfini (Ansa/Ferrari)

In mattinata su La Stampa, parlarndo dell’eventualità di tronare il “Renzi 1”, ossia il Matteo rottamatore ha affermato “Se torna Renzi 1, fossi in Marino non starei tranquillo”. Lui, il sindaco “detestato” a destra e a sinistra cerca di difendersi come può e glissa sulle polemiche piovutogli addosso.

“Il mio dovere è governare”. A steperare un po’ i toni ci pensa il commissario del Pd romano Matteo Orfini che dice: “Marino non resta o va via dal suo posto perché lo decide Orfini o Renzi, la sua fonte di legittimazione sono i cittadini che lo hanno votato ed eletto”.

Il leader del M5S Beppe Grillo nel chiedere le dimissioni del sindaco posta un twitt di fuoco. Prima che Roma venga sommersa dai topi, dalla spazzatura e dai campi dei clandestini gestiti dalla mafia”. E giù polemiche roventi.

Ma l’attacco di Grillo a Marino non si limita al social. Sul suo blog spiega che “Roma è governata da uno zombie: “Ignaro” Marino è un morto che cammina.

La locandina ironica apparsa sul blog di Beppe Grillo
La locandina ironica apparsa sul blog di Beppe Grillo

La sentenza di condanna è stata proclamata dallo studio di Porta a Porta e non ammette appello”. “Roma deve essere liberata – scrive – tramite il voto popolare come accaduto a Gela, Augusta, Porto Torres, Venaria e Quarto domenica scorsa.

Non si può aspettare il 2016, bisogna andare a elezioni il prima possibile, prima che Roma venga sommersa dai topi, dalla spazzatura e dai clandestini. #MarinoDimettiti e lascia i romani liberi di scegliere. L’Onestà sta tornando di moda. L’abbuffata a spese dei contribuenti sta per finire”, conclude Grillo che mette a corredo una locandida da film su Orfini e Marino: “Dead Man Walking”. Poi riferimenti al degrado urbano e ai “servizi non più garantiti” ai “cittadini che pagano le tasse”.

Su Il Tempo ieri l’attore e regista romano, Carlo Verdone, senza mai citare il sindaco ha parlato del degrado in cui è “sprofondata” Roma Capitale. “Roma mai così degradata. I politici non governano, fanno rapine”, afferma in riferimento all’inchiesta Mafia Capitale.

Il degrado di Roma Capitale documentato dal Corsera
Il degrado di Roma Capitale documentato dal Corsera

Non passano ventiquattro ore che il Corriere della Sera dedica due pagine più un grande richiamo in prima sul “degrado perduto di Roma”. Le due firme di punta, Stella e Rizzo documentano il “degrado”, fatto di buche per strada, rifiuti, traffico, furbetti che scorazzano per la capitale, ma senza scaricare tutte le cause sul sindaco: “Sia chiaro, attribuire la colpa di questa sciatteria ammorbante a Ignazio Marino sarebbe ingiusto. E così scaricare ogni colpa su Gianni Alemanno piuttosto che su Walter Veltroni o Francesco Rutelli. Non c’è un solo colpevole assoluto da additare all’ira della plebe. La colpa di tanta incuria sta sul groppo di tanti”, scrivono i due giornalisti.

Il recente commissariamento del Giubileo straordinario è stato per Marino una tegola inaspettata. Tutto andrà in mano al prefetto Franco Gabrielli, lo stesso che dovrà accertare se vi siano gli elementi per sciogliere il comune di Roma per infiltrazioni mafiose dopo le due imponenti inchieste di Mafia Capitale 1 e 2. E nel caso fosse come spiegato dall’ex prefetto Pecoraro, non sarebbe proprio un bel biglietto da visita per l’intero Paese avere la Capitale d’Italia sciolta per mafia. E vi sono aspetti definiti “inquientanti” per giungere a questa malaugurata conclusione, ancora più inquietanti e “probanti” di quelli che spinsero il governo a sciogliere il comune di Reggio Calabria.

SMENTITO DALLE FOTO. Salvatore Buzzi con il sindaco Ignazio Marino
Una delle bugie di Marino. Aveva detto di non conoscere il “ras” di Mafia Capitale Salvatore Buzzi ma poi sono uscite le foto

Il feeling tra Marino e i romani non è idilliaco, anzi. Forse, una delle cose che più ha dato fastidio ai romani, al di là del mal governo, delle inchieste e del degrado, è quando, dopo la prima inchiesta su Mafia Capitale , in fretta e furia il sindaco ha dichiarato urbi et orbi che lui con Salvatore Buzzi (“ras” delle coop che secondo l’accusa della procura aveva messo su una macchina di soldi sfruttando amicizie nel comune capitolino) non lo aveva mai conosciuto né incontrato.

Dopo qualche ora apparvero le foto dei due insieme mentre parlano e si scambiano libri, sorrisi e strette di mano. E’ quella l’immagine plastica dell’empatia percepita dalla “plebe” romana, o se si preferisce, come afferma Orfini, “dei cittadini che lo hanno votato ed eletto”. Esiste un vecchio adagio che recita: “Se un uomo mente una volta, mentirà sempre”, ergo…

Ci sono molti altri casi che hanno infastidito i romani sui comportamenti d Marino Due su tutte: la Panda rossa parcheggiata in Senato che lo facevano percepire come un sindaco “privilegiato e arrogante” e le multe non pagate, episodi minimali, ma che hanno destato grande clamore nell’opinione pubblica, anche italiana. Insomma, il sindaco fin quì ha dato ampia diostrazione di non essere un grande alleato dei cittadini.

Mazzette in cambio di appalti. Perquisite Rai, Mediaset e La7. Indagati Biancifiori e 43 manager tv

Mazzette in cambio di appalti. Perquisite Rai, Mediaset e La7. Indagati David Biancifiori e 43 managerQuarantaquattro tra funzionari e dirigenti di Rai, società del gruppo Mediaset, La7 e Infront sono indagati a Roma nell’ambito di un’inchiesta sull’affidamento di lavori e servizi in cambio di utilità come soldi e assunzioni. La Guardia di Finanza sta eseguendo 60 perquisizioni, tra cui le sedi Rai, Mediaset, La7 e Infront e in alcune abitazioni di indagati.

Secondo quanto accertato dal nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle, su delega del pm Paolo Ielo, la società dell’imprenditore David Biancifiori, indagato per corruzione, avrebbe ottenuto l’affidamento di lavori e servizi versando ai committenti denaro oppure offrendo loro altre utilità, come vacanze, biglietti aerei ed assunzioni.

I fondi per questa attività sarebbero stati realizzati attraverso sovrafatturazioni dei lavori eseguiti. I funzionari e i dirigenti Rai, in quanto pubblici ufficiali, sono indagati per concorso in corruzione, mentre quelli delle società Mediaset, La7 e Infront per appropriazione indebita. Biancifiori fornisce ai gruppi televisivi unità elettrogeni, scenografie, impianti audio e regie mobili anche all’estero.

Mediaset sospende i dipendenti accusati
Nell’inchiesta della Procura di Roma nei confronti del fornitore Biancifiori, Mediaset “nella sua qualità di parte lesa ha assicurato agli inquirenti la propria collaborazione alle indagini. I dipendenti accusati di infedeltà – spiega l’azienda in una nota – sono stati sospesi in attesa di ulteriori elementi”.

 

Ci sono anche funzionari della Presidenza del Consiglio dei Ministri tra gli indagati della procura di Roma per irregolarità nei lavori affidati all’imprenditore David Biancifiori. Secondo l’accusa avrebbero preso soldi per una commessa da 8 milioni di euro per allestire alcuni eventi. Sono accusati di corruzione.

Rai, massima collaborazione con magistrati
Con riferimento alle indagini in corso, la Rai “garantisce la massima collaborazione all’autorità giudiziaria. L’area interessata dalle indagini – sottolinea l’azienda in una nota – è stata peraltro oggetto di verifiche interne che hanno comportato interventi organizzativi e disciplinari”.

Indagato anche suocero calciatore Aquilani
Tra gli indagati per corruzione nell’inchiesta sul giro di mazzette per funzionari Rai, compare anche Cesare Quattrociocche, padre dell’attrice Michela e suocero del calciatore della Fiorentina, Alberto Aquilani. Secondo chi indaga tra i “regali” che avrebbe ricevuto nella qualità di dirigente Rai anche supporti tecnologici in occasione del matrimonio della figlia, nel luglio del 2012. Secondo quanto scrivono i pm nel decreto di perquisizione, l’imprenditore David Biancifiori, in qualità di titolare delle società Di and Di Lighting and Truck, poi della Di.Bi. Technology, “erogava a Quattrociocche utilità consistenti in somme di denaro e nella messa a disposizione di tecnologia per la realizzazione dell’evento del matrimonio della figlia”.

Maturità, iniziano le prove. Le tracce su Yousafzai Malala, Calvino e Resistenza

tracce di italiano esame maturitàMalala, Calvino e la Resistenza sono gli argomenti delle prove di italiano e storia dell’esame di maturità 2015 iniziate stamattina.

Mezzo milione i maturandi impegnati nelle prove di quest’anno, ai quali è stato chiesto di scegliere tra le tre prove previste dal ministero.

Rigide le misure di “sicurezza” nelle aule. Prof e commissari vigili affinché tutto si svolga correttamente e senza “furbizie”. Niente contatti con l’esterno, telefoni consegnati ai docenti. Vietato portarsi testi da casa su cui spulciare alla bisogna. E’ consentito solo un vocabolario di Italiano. Ma niente paura.

Con “Il sentiero dei nidi di ragno”, è Calvino l’autore proposto agli studenti per l’analisi del testo della prima prova, quella di italiano. Il romanzo del 1947 parla della tragedia della seconda guerra mondiale e della lotta partigiana, ma racconta anche la vicenda universale di un ragazzino che passa drammaticamente dal mondo dell’infanzia a quello della maturità.

Il brano si sofferma proprio su questo. Nel tema di ordine generale si parte da un brano di Malala Yousafzai (“Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo” è la citazione) per riflettere sul diritto all’istruzione.

tracce di italiano esame maturità Malala, CalvinoUna riflessione sulla Resistenza la traccia proposta per il tema storico. La letteratura come esperienza di vita è un’altra delle proposte per il saggio breve o un articolo di giornale in ambito letterario. Tra le tracce anche il Mediterraneo e le sfide del XXI secolo. Sei ore a disposizione per lo svolgimento. Comincia così la prova di Italiano, cominciano gli esami di maturità 2015 per circa 490.000 studenti.

Prima dell’inizio gli studenti hanno consultato siti internet dove erano presenti tracce farlocche pubblicate al solo scopo di attirare click. Ma il plico telematico del Miur con le tracce vere è stato aperto quando tutti erano seduti ai loro posti, uno studente per banco con i prof. che hanno distribuito le buste.

Un po’ di tensione tra i ragazzi, ma al di là del timore del foglio bianco che ciascuno sognerebbe già bello è pronto, si tratta di cominciare a scrivere. Un po’ di concentrazione e un pizzico di creatività e…la prova è fatta. L’unico neo per molti ragazzi e Yousafzai Malala. “Ma chi è!”, “Scusa, mi fai vedere wiky su Malala”, “Con chi ha giocato Malala?”, si è chiesto più di qualcuno che non conosce Yousafzai Malala, l’attivista pachistana per i diritti umani e premio Nobel per la pace. Malala qui, Malala là alla fine in molti hanno scelto il saggio breve o un articolo di giornale. I ragazzi più preparati avranno scelto Calvino o la Resistenza, ma non Malala, questa “sconoscita”.

LE ALTRE TRACCE

Dopo Malala e Calvino, ci sono versi tratti dal canto V dell’Inferno di Dante tra i documenti allegati per lo svolgimento del saggio breve o articolo di giornale in ambito artistico-letterario “La letteratura come esperienza di vita”. Proposte anche immagini di Hopper, Matisse e Van Gogh.

Saggio di ambito tecnico scientifico: lo sviluppo scientifico e tecnologico dell’elettronica e dell’informatica ha trasformato il mondo della comunicazione che oggi è domninato dalla connettività. Questi rapidi e profondi mutamenti offrono vaste opportunità ma suscitano anche riflessioni critiche.

La traccia del saggio breve tecnico scientifico rappresenta un deja vu. Il rapporto con le nuove tecnologie è stato proposto – ricorda Skuola.net – svariate volte in passato per questa tipologia di tracce: Tecnologia Pervasiva (2014); Scienza e tecnologia (2012); Social Network, Internet, New Media (2009); Conoscenza, lavoro e commercio nell’era di Internet (2002); Da Gutenberg al libro elettronico: modi e strumenti della comunicazione (2000).

Stavolta all’esame di maturità approda lo smartphone e la cultura dei “sempre connessi”. Tra i materiali, Maurizio Ferraris “Dove sei? Ontologia del telefonino” e Daniele Marini “Con smartphone e social è amore (ma dopo i 60 anni).” I due brani analizzano l’evoluzione dei rapporti sociali grazie al telefonino e allo smartphone. L’iper-reperibilità e il controsenso della solitudine nel momento in cui “l’utente non è raggiungibile” nel primo testo. I cambiamenti che nella vita quotidiana ha apportato lo smartphone il secondo. Il brano di Ferraris mostra come la comunicazione ha reso “fluida” la vita di ogni individuo, tanto da annullare la separazione tra vita familiare e vita lavorativa, tanto che ha reso difficile separare gli ambiti, anche più intimi, della propria esistenza. Tutto bene, alla fine. Ma su Malala i ragazzi sono rimasti dubbiosi.

‘Ndrangheta e Droga colombiana. 34 arresti dalla Dda di Reggio Calabria

Sequestrati beni per un milione di euro a narcotrafficanteUna vasta operazione antidroga eseguita dai finanzieri del Gico di Catanzaro, in collaborazione con la Guardia Civil spagnola e la Dea americana. Sono 34 le misure cautelari emesse nell’inchiesta “Santa Fe”- coordinata dalla Dda di Reggio Calabria – a carico di presunti affiliati alla ‘ndrangheta responsabili di un traffico internazionale di droga dalla Colombia. Arresti anche in Spagna.

Quattro le tonnellate di cocaina sequestrate durante le indagini dei finanzieri del Gico. Droga che dal Sudamerica arrivava in Europa via mare, su barche a vela dirette in Spagna. Nella notte tra il 25 e 26 agosto 2014 unità navali spagnole con il supporto aereo portoghese hanno abbordato una barca con 856 kg di cocaina. Altri 725 kg erano su un veliero abbordato al largo delle Canarie all’inizio dell’anno.

Durante le indagini è stato identificato inoltre un esponente di spicco dell’organizzazione paramilitare colombiana Farc. Si tratta di un narcotrafficante fornitore di cocaina alle cosche di ‘ndrangheta calabresi, identificato grazie alle indagini condotte dalla Dea americana in sinergia con la sezione Goa del Gico della Guardia di finanza di Catanzaro in Brasile, Argentina, Repubblica Dominicana, Colombia, Spagna e Montenegro.

Paesi nei quali, secondo l’accusa, si sarebbero radicati i principali esponenti dell’organizzazione calabrese indagata e soggetti ad essi collegati. Il narcotrafficante, è stato riferito, è oggetto di grande attenzione da parte delle forze speciali colombiane e americane, che impiegano anche i Navy Seals, dal momento che la sua cattura è ostacolata dal fatto che opera all’interno della Foresta Amazzonica dove dispone di basi operative, raffinerie e di un imponente apparato per la sua sicurezza.

 

Jaguar, quando si abbattono i limiti dell'impossibile. Grazie a Andy Green

Jaguar testa il razzo con paracadutePercorrere un miglio, cioè 1,6 chilometri, in soli 3,6 secondi a una velocità di almeno 1.228 km/h, cioè l’attuale record di velocità su terra, per poi infrangere anche la barriera delle 1.000 miglia orarie, cioè 1.600 km/h. È l’obiettivo di Jaguar e del Tenente Colonnello della RAF Andy Green, attuale detentore del record, che in questi giorni hanno effettuato degli importanti test con la Bloodhound SSC alimentata a razzo sull’apertura del paracadute per la frenata ad elevate velocità.

Questa è dotata di sistemi frenanti multipli che comprendono freni ad aria – simili a “porte” montate sui lati della vettura che si aprono per aumentare la resistenza aerodinamica – e freni a disco (utilizzati in fase di decelerazione a partire da 200 miglia orarie); inoltre, il pilota ha due paracaduti di riserva che hanno il compito di rallentare la potenza di spinta di 135.000 CV , prima della fine delle 12 miglia della pista di Hakskeen Pan in Sudafrica.

Fermarsi in modo rapido e controllato è molto importante al fine di stabilire un record di velocità. Infatti, dopo il primo passaggio, il pilota deve fermare il Bloodhound SSC esattamente dinanzi al Turnaround Team che lo attenderà per sistemare la vettura per il secondo passaggio da compiere nella direzione opposta. Tutto ciò deve avvenire entro un’ora, pena il fallimento del record, come accadde nel tentativo del 1997, quando il team del Thrust SSC non lo ottenne per aver superato di un solo minuto la fase di ritorno.

Jaguar testa il razzo con paracadutePer testare questo sistema prima del suo debutto sulla vettura, Jaguar lo ha installato su una F-Type R Coupé e l’ha lanciata ad oltre 300 km/h su una ex pista militare prima di far aprire il paracadute. Il test si è svolto presso l’ex base della RAF di Bentwaters nella contea di Suffolk utilizzando una vettura con un lunotto posteriore modificato e supporti strutturali, attraverso i quali lo speciale paracadute a goccia del Bloodhound è stato montato direttamente sul telaio della vettura. Così Andy Green ha potuto attivare il paracadute tramite un pulsante sul cruscotto, sottoponendo la F-Type ad una forza resistenziale equivalente ad una tonnellata che ha rallentato notevolmente la vettura prima che Green la portasse ad un arresto controllato.

Questo test è il secondo portato a termine da Jaguar per il progetto “record”, dopo quello sulle comunicazioni eseguito con una F-Type Coupé All-Wheel Drive in Sudafrica lo scorso anno ed è anche servito per validare il disegno del parafreno, un piccolo paracadute caricato a molla che fuoriesce e si gonfia da quello principale.

Asteroide Icaro torna a "sfiorare" la Terra. Ma non è minaccioso

Asteroide IcaroRitorna il più famoso degli asteroidi potenzialmente minacciosi, Icaro: è stato il primo di questa famiglia ad essere osservato con il radar e torna a fare “visita” alla Terra oggi. Alle 17,39 (ora italiana), questo “sasso”cosmico gigante del diametro di 1,5 chilometri, sarà alla minima distanza di circa 8 milioni di chilometri dal nostro pianeta.

Naturalmente la distanza è di tutta sicurezza, ben 21 volte la distanza della Luna, ”ma incontri ravvicinati con questo famoso asteroide sono rari: bisognerà aspettare il 2090 per avere di nuovo un avvicinamento di questo tipo”. sottolinea l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope. E’ prevista una osservazione in diretta streaming a partire dalle 23,30 di oggi, sul canale Scienza e Tecnica dell’Ansa, in collaborazione con il Virtual Telescope.

Dall’Italia, l’asteroide sarà visibile dopo il tramonto e si muoverà alla velocità relativa alla Terra di circa 30 chilometri al secondo. Ma l’osservazione, rileva l’astrofisico, ”sarà alla portata solo dei telescopi professionali del diametro di circa 40 centimetri, con telescopi più modesti, del diametro di circa 15-20 centimetri, si potrà tentare di fotografarlo, perché i sensori digitali vanno più in profondità della retina umana”.

Asteroide IcarusScoperto nel 1949, questo asteroide si chiama così, come l’Icaro della mitologia greca, perché quando si ‘avventura’ nel sistema solare interno si avvicina al Sole più di Mercurio, il pianeta più interno della nostra famiglia planetaria: arriva a circa 30 milioni di chilometri dalla nostra stella.

L’ultima volta che Icaro si è avvicinato alla Terra, più di quanto farà oggi, è stato nel 1968, quando passò a 6,5 milioni di chilometri. Fu un avvenimento che suscitò molto clamore, spiega Masi, per la prima volta un asteroide venne osservato con il radar e il Massachusetts Institute of Technology mise a punto il progetto Icarus nel quale si studiò un modo per deviare o distruggere un asteroide nel caso in cui potesse entrare in rotta di collisione con la Terra.

Renzi: "Torno a rottamare". E sfratta Marino: "Ignazio stai sereno"

Matteo Renzi basta primarie, torno a fare il rottamatore - Intervista a Renzi  de La stampa
Matteo Renzi

“Queste elezioni dicono con chiarezza che con il Renzi 2 non si vince. Devo tornare a fare il Renzi 1”. E cioè “niente primarie”, “infischiarmene dei D’Attorre e dei Fassina e riprendere in mano il partito”. Esordisce così il premier Matteo Renzi in una intervista a “La Stampa” a commento della “bruciante” sconfitta, come riconosce il suo vice Lorenzo Guerini, nei ballottaggi di domenica scorsa. E nel finale del colloquio con Massimo Gramellini manda un avviso di sfratto al sindaco di Roma: “Se torna Renzi 1, fossi in Marino non starei tranquillo”. Enrico Letta ne sa qualcosa…

Il segretario del Pd non ci sta a passare come il capro espiatorio della débâcle del Pd. “I candidati non li ho scelti io”. “Casson, Paita, De Luca, Emiliano, Moretti. Io in quelle scelte non ho messo bocca”, afferma Renzi che è intenzionato a riprendersi il partito, ormai “senza organizzazione”. “Devo tornare a fare il Renzi pure lì”, ossia il rottamatore.

“Una cosa è certa: le primarie sono in crisi. Dipendesse da me, la loro stagione sarebbe finita”. Le primarie, cioè il “fiore all’occhiello” di quel partito che chiamando alle urne tre milioni tra iscritti e simpatizanti tre anni fa si è preso le chiavi per governare il Pd e fare poi una Opa “autoritaria” su palazzo Chigi, “cacciando” Letta al grido “Enrico stai sereno”. Poiché, spiega, “non è vero che era più competente di me”.

Il premier e rimato deluso, per come è andato il secondo turno, ma già prima dalla presentazione delle candidature. “Ma era scritto – afferma – che Casson perdesse. A Venezia mi è venuto incontro un signore: “Salve, sono l’unico renziano della città…”. Era Brugnaro, il candidato del centrodestra che ci ha battuto.”

Che ci siano più renziani tra i moderati che tra i progressisti non sembra preoccuparlo, scrive Gramellini. “Questo è un paese moderato, vince chi occupa il centro. Con personalità. Perché se invece degli originali corrono le copie, allora non funziona. In Liguria la Paita non ha perso perché il candidato di Civati le ha tolto dei voti che probabilmente non sarebbero andati comunque a lei. Ha perso perché nell’ultima settimana il 5 per cento degli elettori di centro si è spostato verso Toti”.

Ma per la verità il Pd perde anche Arezzo (e tante altre), la città di Maria Elena Boschi. “Storicamente – dice – ad Arezzo abbiamo vinto solo quando il candidato si chiamava Fanfani. In alcuni casi, è vero, perdiamo per mancanza di organizzazione. In altri però, come a Mantova, vinciamo dove la Lega è forte. La verità è che ormai la gente vota come le pare, sulla base della persona”.

Poi il premier segretario passa alle cose “straordinarie” fatte al governo. “Lavoro, giustizia, legge elettorale, divorzio breve, diritti civili. Anche l’immagine all’esterno è molto migliorata. Non siamo più i malati di Europa e durante l’ultimo G7 gli elogi pubblici di Obama alle nostre riforme sono stati quasi imbarazzanti”.

Un governo che dovrà “aumentare i giri sulle riforme”. A palazzo Chigi “non c’è mai stata un’infornata di persone in gamba come a questo giro. Penso alle nomine che abbiamo fatto: De Scalzi all’Eni, Starace all’Enel e Moretti a Finmeccanica. La vera accusa che mi si dovrebbe rivolgere non è di avere messo i miei al governo, ma di non averli messi nel partito”.

Ed è proprio questo un po’ cio’ che irrita Renzi, il fatto di non aver piazzato “i suoi”, di aver lasciato troppo filo a chi si è messo a fare il “gufo”. “Non ho messo bocca – spiega – perché pensavo che astenermi fosse un presupposto per stare tutti insieme. E poi ci siamo dimenticati cosa scrivevano di me? L’arroganza al potere, la democratura… Ah, ma adesso basta, si cambia. Anche perché tra un anno si vota nelle grandi città. Torino, Milano, Bologna, Napoli, forse Roma” Roma?, chiede il giornlista. “Se torna Renzi 1, fossi in Marino non starei tranquillo”. Ignazio “stai sereno”.

Mafia Capitale, Buzzi chiede di patteggiare 3 anni e 6 mesi

Salvatore Buzzi chiede di patteggiare. Sequestrati 16 milioni di euro dalla Gdf
Salvatore Buzzi

Salvatore Buzzi, il “ras” delle cooperative arrestato il due dicembre scorso nell’ambito dell’inchiesta “Mafia Capitale”, ha chiesto di patteggiare una condanna a tre anni e sei mesi di reclusione più 900 euro di multa. Buzzi, colpito da un’altra ordinanza di custodia cautelare nel prosieguo dell’inchiesta della procura di Roma agli inizi di giugno, è il principale indagato insieme all’ex appartenente dei Nar Massimo Carminati – anche lui arrestato a dicembre – accusati a vario titolo insieme ad altri di presunta associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio ed altri reati, con l’aggravante delle modalità mafiose e associazione armata.

Secondo quanto apprende l’Ansa, la Procura di Roma è orientata a dare parere negativo alla richiesta. La richiesta di patteggiamento da parte di Buzzi, accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso, corruzione ed altro, è stata fatta con un’istanza depositata al gip Flavia Costantini a fronte della richiesta di giudizio immediato formulata recentemente dalla Procura per 34 indagati raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in occasione della prima ‘retata’ dello scorso dicembre. Il processo è fissato per il prossimo novembre.

Proprio lunedi 15 giugno, Salvatore Buzzi è stato oggetto di un sequestro di beni il cui valore ammonta a circa 16 milioni di euro. Il sequestro è stato operato dalla Guardia di Finanza su disposizione del tribunale di Roma e riguarda le quote societarie, il capitale sociale e l’intero patrimonio aziendale della “Sarim Immobiliare S.r.l.”, una società di Roma che opera nella locazione immobiliare.

Dalle indagini è emerso che la società – il cui legale rappresentante è Emanuela Bugitti, anche lei coinvolta nella prima fase dell’inchiesta Mafia Capitale – era partecipata dalla stessa Bugitti (6%), da Buzzi (6%) e da Carlo Maria Guarany (1%). Inoltre, la Sarim Immobiliare risulta controllata per il 48% dalla cooperativa “29 giugno” e per il 4 percento dalla cooperativa “Formula sociale”, entrambe poste sotto sequestro a dicembre scorso.

Il patrimonio della Sarim è composto da disponibilità finanziarie, partecipazioni societarie e, soprattutto, una unità immobiliare di 2.750 mq a Roma utilizzata dalle cooperative di Buzzi come casa di accoglienza dedicata a categorie protette (donne, minori, rifugiati e richiedenti asilo). Con i beni sequestrati oggi, il valore complessivo dei beni posti sotto sequestro nelle due fasi dell’inchiesta ammonta ad oltre 360 milioni.

Attenti ai gatti, possono trasmettere batterio schizofrenia

Attenzione ai gatti è in agguato il Toxoplasma gondii. Può contagiare l'uomo e procurare malattie come la schizofreniaChi possiede un gatto deve stare attento: il batterio Toxoplasma gondii, parassita che vive dentro i nostri amici domestici e altri animali (e causa della toxoplasmosi nell’uomo), potrebbe essere un fattore di rischio per lo sviluppo di alcune malattie mentali, tra cui la schizofrenia.

A scoprire il legame è uno studio Stanley Medical Research Institute del Maryland, pubblicato sulla rivista Schizophrenia Research.

Secondo i ricercatori, nelle famiglie dove vengono diagnosticate la schizofrenia o altre patologie della mente è più frequente la presenza di un gatto nell’infanzia.

Il ciclo di vita del batterio Toxoplasma
Il ciclo di vita del batterio Toxoplasma

Partendo da due studi degli anni ’90, da cui era emerso la presenza di un gatto come fattore di rischio per la schizofrenia nella metà dei casi, gli studiosi hanno voluto riprendere la questione analizzando dei questionari compilati dal 1982 da 2.125 famiglie, e appartenenti al National Institute of Mental Illness (l’agenzia Usa che si occupa di ricerca sulla salute mentale), scoprendo così che il 50,6% delle persone, che aveva sviluppato la schizofrenia, nell’infanzia aveva avuto un gatto.

Il batterio Toxoplasma gondii  al microscopio
Il batterio Toxoplasma gondii al microscopio

Nonostante i casi complessivi di schizofrenia emersi durante lo studio siano pochi, i ricercatori vogliono ora capire perchè esiste questo legame. Secondo loro il responsabile potrebbe essere appunto il parassita Toxoplasma gondii. ”Entra nel cervello e forma delle microscopiche cisti – spiega Edwin Fuller Torrey, uno dei ricercatori – Pensiamo che poi venga attivato più tardi nell’adolescenza causando la malattia, probabilmente colpendo i neurotrasmettitori. E’ importante fare nuovi studi per replicare e confermare questi risultati”.

Un’altra ricerca aveva mostrato che il batterio si insinuava nel cervello umano usando un tipo di globuli bianchi presenti nel sistema immunitario, come cavallo di Troia per entrare nel sistema nervoso centrale. Il T. gondii può vivere in molte diverse specie, ma riesce a completare il suo intero ciclo vitale solo nei gatti, quando gli animali lo espellono attraverso le feci.

Migranti, la Francia: "Prima distinguere rifugiati da clandestini, poi parliamo di quote"

Il ministro degli interni Bernard Cazeneuve
Il ministro degli interni Bernard Cazeneuve

Sui migranti si accende lo scontro diplomatico tra l’Italia e paesi come Francia, Svizzera e Germania che hanno una “visione” diversa dell’Italia sull’accoglienza. L’Inghilterra aveva già fatto sapere di non essere d’accordo con la gestione delle quote.

Il vertice di mercoledi tra Renzi, Hollande e Cameron non promette nulla di buono, così come a nulla è valso il tentativo dell’Italia di coinvolgere l’Ue. La giornata di oggi è stata incandescente.

I migranti allo stato, deve accollarseli tutti il paese dove sono approdati: l’Italia. La Francia, che ha tenuto a precisare che non ha né chiuso le frontiere, né sospeso Shenghen di fatto non ha fatto passare i trenta migranti che stazionano sugli scogli a Ventimiglia. Oggi attraverso il suo ministro degli interni Bernard Cazeneuve Parigi prova a fare un ragionamento.

LA POSIZIONE FRANCESE: BISOGNA RISPETTARE SHENGHEN
“Dall’inizio dell’anno abbiamo avuto circa 8.000 passaggi e abbiamo fatto riammettere in Italia circa 6.000 migranti. Non devono passare, è l’Italia che deve farsene carico”, premette il ministro francese. Perché “bisogna rispettare le regole di Schengen. Bisogna che l’Italia accetti di creare dei centri” per distinguere i migranti economici irregolari (i clandestini tout court) dai rifugiati, dice il ministro francese, sottolineando che la Francia “non ha bloccato le frontiere”.

Migranti sugli scogli a Ventimiglia
Migranti sugli scogli a Ventimiglia (Ansa)

CAZENEUVE: “FARE DEI CAMPI IN ITALIA E GRECIA PER DISTINGUERE TRA MIGRANTI IRREGOLARI E RIFUGIATI. I PRIMI VANNO ESPLULSI POI PARLIAMO DI QUOTE”
Cazeneuve, secondo il quotidiano Le Monde, “tenta di convincere il suo omologo italiano (Angelino Alfano) sull’opportunità di creare in Italia (e in Grecia) dei campi gestiti dall’Ue per distinguere i migranti economici dai richiedenti asilo già dal loro arrivo. I primi verrebbero immediatamente espulsi verso i loro Paesi d’origine, gli altri ripartiti tra i Paesi d’Europa”. Fatto questo, “possiamo ragionare” è il succo del discorso della Francia, nel senso che Parigi è sì disponibile al riparto ma non di tutti, solo quelli che hanno diritto d’asilo.

RENZI REPLICA A PARIGI: “NO A EGOISMI”
L’immigrazione è una “vicenda complessa che si gestisce con la solidità di un Paese come il nostro che non può consentire alla Francia di avere navi nel Mediterraneo e lasciare i migranti in Italia. Nessun egoismo nazionale può chiudere gli occhi”. Così il premier Matteo Renzi in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. “L’Ue è ad un bivio: o ragiona come comunità e si fa carico di risolvere tutti insieme il problema, e questo è il piano A. Ma se non si trovano soluzioni alte, faremo da soli: il piano B è che l’Italia affronta il problema da grande paese che è. E’ evidente che l’atteggiamento muscolare di alcuni ministri di paesi amici va in direzione opposta. L’Italia deve farsi carico e se ne fa, salva centinaia di vite e continueremo a farlo”.

LA SVIZZERA CHIUDE E RESPINGE ALTRI MIGRANTI
Intanto altri trenta migranti sono stati respinti al confine tra Italia e Svizzera a Domodossola. La polizia elvetica ha rimandato in Italia un gruppo di stranieri, composto in gran parte da iracheni. La polizia italiana li ha identificati prima che riprendessero il primo treno per Milano. Nei primi cinque mesi dell’anno i respingimenti al confine tra Italia e Svizzera, che ieri erano stati sessanta, sono stati quasi 1.700. La Confederazione elvetica ha chiuso totalmente le porte.

LA POSIZIONE DELL’UNIONE EUROPEA
La Commissione “è al corrente dei controlli alle frontiere di Francia, Austria e Svizzera” con l’Italia e “stiamo verificando” la situazione. Lo dice Natasha Bertaud, portavoce del Commissario Ue all’Immigrazione. “Ricordiamo che tutti devono rispettare Schengen e le regole del sistema di asilo europeo”, aggiunge. “Non siamo al corrente di piani B”, afferma Bertaud. Il piano “B” lo aveva annunciato Renzi qualora l’Europa se ne fosse lavata le mani.

Migranti sul lungomare di Ventimiglia
Migranti sul lungomare di Ventimiglia (Ansa)

IL MINISTRO DELL’INTERNO ALFANO
“Le immagini dei migranti sugli scogli a Ventimiglia sono un pugno in faccia all’Europa: quelle persone vogliono andare in Europa, non in Italia e domani quelle immagini me le porterò dietro al vertice dei ministri dell’Interno Ue a Lussemburgo”, ha detto il titolare del Viminale al programma Agorà su Raitre. “In poche ore risolveremo il problema dei migranti che affollano le stazioni e grazie ad un accordo con le Fs saranno trovati luoghi dove ospitarli”, ha aggiunto. “Se l’Ue non accetta di accogliere i migranti arrivati qui, l’Europa si troverà la stessa Italia davanti, non sarà l’Italia solidale che è stata fin qui, ma ricambieremo lo stesso atteggiamento”, ha spiegato Alfano. I migranti che sbarcano in Italia “non vogliono farsi identificare qui, altrimenti, per il regolamento di Dublino, dovrebbero restare nel nostro Paese. E quando un poliziotto si trova di fronte un eritreo di due metri che non vuole farsi mettere il dito nella macchina per le impronte, non può spezzargli la falange, ma deve rispettare i diritti umani”, ha aggiunto.

SALVINI: “RENZI DICE DI FAR DA SOLO? UN FENOMENO”
“Renzi è un vero fenomeno. Adesso scopre che cosa è l’Europa…Adesso dice che l’Italia fa da sola? Straordinario…è un anno che noi lo diciamo prendendoci solo insulti”, Così il leader del Carroccio Matteo Salvini parlando con gli ascoltatori di radio Padania, ha commentato la dichiarazioni di Renzi sul “piano B” per l’immigrazione.

MIGRANTI COMINCIANO AD ANDARE VIA DA VENTIMIGLIA
Intanto, a Ventimiglia un’altra decina di migranti ha lasciato la scogliera di Ponte san Ludovico, vicino alla frontiera con la Francia. E’ incessante la mediazione della polizia e della Croce rossa italiana che si avvale di una giovane volontaria marocchina come mediatrice culturale. In tutto sono una trentina gli immigrati che hanno deciso di lasciare la scogliera per essere trasferiti nella zona della stazione di Ventimiglia. I migranti hanno trascorso la seconda notte sugli scogli. Alla stazione di Ventimiglia invece hanno dormito circa 80 persone tra cui donne e bambini.

Ballottaggi, il Pd perde Venezia e Arezzo: Guerini: "Sconfitta che brucia". Esultano Lega e M5S

Matteo Renzi e Lorenzo Guerini - Il pd perde venezia
Matteo Renzi e Lorenzo Guerini, segretario e vicesegretario Pd

 

Chiusi i ballottaggi, qualche sorpresa c’è, in particolare per il Pd che tra i capoluoghi di provincia perde Venezia, Arezzo, Matera, Fermo e Nuoro con il contributo determinante dell’astensione. Alle 23 di ieri ha votato solo il 47,11% degli elettori aventi diritto.

Tutto si aspettavano i dem ma non perdere Venezia, andata al voto in seguito al commissariamento determinato dall’arresto del sindaco Pd Giorgio Orsoni nell’ambito dell’inchiesta sul Mose. Luigi Brugraro, sostenuto da una coalizione di centrodestra ha ribaltato il risultato del primo turno battendo col 53,21% Felice Casson, fermo al 46,79. All”andata” era finita 38,01% per il magistrato Pd e 28.56% per l’attuale vincitore.

GUERINI: “BRUCIA LA SCONFITTA A VENEZIA”
“Dai ballottaggi vengono risultati con luci e ombre. L’analisi puntuale conferma che il Pd è nettamente il primo partito in Italia anche nel numero dei sindaci, ma non è sufficiente a farci brindare” e “giudicare positivo il risultato”. Lo dichiara Lorenzo Guerini che tra l’altro afferma: “Brucia la sconfitta di Venezia”.


“Brucia la sconfitta di Venezia come quelle di città importanti quali Arezzo, Fermo, Matera, Nuoro”, sottolinea il vicesegretario nazionale del Pd Lorenzo Guerini analizzando il risultato dei ballottaggi per le comunali. “Aver riconquistato città simbolo come Mantova o Trani o confermato buoni amministratori a partire da Lecco non è sufficiente a giudicare positivo questo risultato”.

BRUGRARO: “LAVORO PER LA CITTA'”
“Da ora si lavora per la città; io sono per dare una mano a Zaia come a Renzi”, ha dichiarato Brugnaro festeggiando la vittoria. Il successo del centrodestra in Veneto è stato completato dall’elezione a Rovigo del leghista Massimo Bergamin, che si è imposto con circa il 60% delle preferenze.

CLAMOROSA SCONFITTA PD A NUORO, MATERA E AREZZO
Se a Venezia il partito di Renzi si lecca le ferite, a Nuoro, altra roccaforte dem, non ride. Il sindaco uscente Alessandro Bianchi si è fermato al 31,6%, cedendo allo sfidante Andrea Soddu (68,4%), appoggiato da quattro liste civiche con il Partito sardo d’azione.

Brutte notizie per il partito del premier Matteo Renzi anche da Matera, dove l’uscente Salvatore Adduce è stato battuto da Raffaello De Ruggieri (54,5%), sostenuto da liste civiche del centrosinistra e del centrodestra. Ed anche il testa a testa ad Arezzo fra Matteo Bracciali del centrosinistra e Alessandro Ghinelli del centrodestra si è concluso con la vittoria di quest’ultimo (50,8%). Su Arezzo oltre al toscano Matteo Renzi, contava molto il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, che proviene da Montevarchi, a qualche chilometro da Arezzo.

PD CONFERMA SINDACI TRANI E MACERATA MA PERDE FERMO
Escono invece confermati i sindaci di centrosinistra a Trani, dove Amedeo Bottaro supra il 75%, ed a Macerata, dove Romano Carancini sfiora il 60%. Nelle Marche il Pd registra la sconfitta di Fermo, dove viene eletto l’ex assessore Paolo Calcinaro (69,9%), sostenuto da liste civiche.

CHIETI VA AL CENTRODESTRA, MANTOVA E LECCO AL CENTROSINISTRA
In Abruzzo a Chieti vince Umberto Di Primio del centrodestra. Le notizie migliori per il Pd arrivano dalla Lombardia, dove si impongono nettamente Mattia Palazzi (62,6%) a Mantova e Virginio Brivio (54,4%) a Lecco. Oggi urne ancora aperte in Sicilia: si vota dalle 7 alle 15. Occhi puntati su Enna, unico capoluogo siciliano al ballottaggio.

I cinque neo sindaci del M5S
I cinque neo sindaci del M5S

In Sicilia 2 sindaci M5s, Crisafulli (Pd), perde a Enna – Sindaci M5s per due dei comuni siciliani chiamati alle urne: Gela e Augusta. Il Pd perde ad Enna con Vladimiro Crisafulli.

Gioia M5s – “5 ballottaggi, 5 vittorie per i cittadini. Il Movimento 5 Stelle ha appena conquistato Augusta e Gela in Sicilia”. Così il componente del direttorio M5s Luigi Di Maio su Fb dove si ‘sbilancia’ sugli ultimi risultati attesi dai ballottaggi alle comunali.

Di Maio, ‘Pd perde,Renzi da rottamatore a rottamato’ – “I risultati dei ballottaggi parlano chiaro: il Pd perde e anche tanto, la sconfitta in città importanti come Venezia, Matera, Chieti sono un segnale a Renzi da parte dei cittadini italiani. Da rottamatori a rottamati. Che fine…”. Lo scrive su Facebook il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio (M5S), facendo un bilancio delle comunali.

Sindaco a 5 Stelle nella rossa Venaria  – Venaria, Comune alle porte di Torino storicamente a sinistra, è passato al Movimento 5 Stelle. Roberto Falcone, informatico, 49 anni, incassando i voti di Sel, ha battuto il candidato del Pd, Salvino Ippolito. Il ballottaggio si è chiuso dopo mezzanotte con il ‘grillino’ oltre il 70%. Il Pd ha invece conquistato il Comune di Valenza, interrompendo una breve parentesi di centrodestra con il sindaco Sergio Cassano. Il nuovo sindaco è l’orafo democratico Gianluca Barbero che ha vinto il ballottaggio con il 53,8% dei voti battendo Cassano che si è fermato al 46,17%. Già durante le primarie Barbero aveva raccolto un grande consenso battendo i candidati di Sel e della lista civica ‘Valenza è la tua città’.

Salvini esulta: Renzi, stiamo arrivando!!!” – “Bellissimi risultati per i sindaci della Lega e sostenuti dalla Lega! Da oggi subito al lavoro: cambiare si può. Renzi, stiamo arrivando!!!”. Così il segretario della Lega Matteo Salvini commenta su Twitter il risultato dei ballottaggi.

Paura per un falso allarme bomba su Airbus Alitalia a New York.

un Airbus Alitalia bloccato al Jfk a New York per allarme bombaUn allarme bomba su un Airbus dell’Alitalia all’aeroporto JFK di New York ha messo molta paura a centinaia di passeggeri che da Milano Malpensa si erano recati nella grande mela. A bordo tanti turisti e molta gente che è andata a New Yoork per lavoro. Il volo AZ 604, appena atterrato stanotte, è stato letteralmente circondato sulla pista da decine di auto della polizia e di mezzi emergenza.

Ai passeggeri è stato detto di scendere in fretta e di lasciare i bagagli a mano sopra l’aereo. Una volta a terra sono giunte delle navette che hanno trasportato le persone in uno dei terminal del grande aeroporto americano. Polizia e artificieri solo saliti a bordo e hanno scandagliato da cima a fondo (anche la stiva) il velivolo senza però trovare alcun ordigno esplosivo.

Solo dopo due ore l’allarme e rientrato. In un primo momento alcuni media newyorckesi avevano detto che ha bordo erano saliti degli agenti in tuta anti sostanze chimiche, ma presto si è appreso che si è trattato di un allarme bomba. Una telefonata anonima di un mitomane, giunta alla torre di controllo allertava che sul volo Alitalia A330 proveniente da Malpensa c’era un ordigno. E subito sono scattate le misure di emergenza. Il comandante dell’aereo ha dato l’ordine di evacuare l’aereo senza però spiegare il motivo.

L’A330-200 di Alitalia era decollato alle 13.53 dalla pista di Malpensa, lo scalo di Milano. Dopo oltre otto ore di volo, alle 16.05 locali (le 22.05 ora italiana), è atterrato al JFK di New York. Non appena sulla pista non ha raggiunto il punto di sbarco ma è rimasto a disposizione della polizia che ha concluso il suo lavoro di perquisizione in due ore.

Sono state “due ore interminabili”, raccontano testimoni,. “Non ci hanno avvertiti sul perché stavamo per scendere”, ha raccontato un ragazzo venuto negli Stati Uniti per una vacanza. Ai passeggeri è stato solo detto di lasciare a bordo i bagagli mano. Una volta scesi sono stati fatti salire su alcuni bus, dove sono rimasti per circa un’ora e mezza.

“C’erano tantissimi agenti attorno all’aereo, decine di macchine della polizia e mezzi dei vigili del fuoco”, racconta una ragazza: “Sembrava di stare in un film”. A bordo sono quindi saliti gli artificieri e una squadra di specialisti che si occupano di verificare la presenza di agenti chimici e di altre sostanze pericolose. Tirati fuori dalla stiva del velivolo anche i bagagli per i controlli del caso. Alla fine l’allarme è rientrato e i passeggeri hanno potuto fare ritorno sull’aereo che li ha finalmente portati al terminal di arrivo da dove hanno potuto prelevare i bagagli posti in stiva, uscire e raggiungere le loro destinazioni.

E’ stata la stessa Alitalia su Twitter a spiegare poi come si sia trattato di un falso allarme bomba: “Alitalia è stata informata dalla Tsa (acronimo di Transportation Security Administration) – si legge sul tweet – e tutte le procedura di emergenza del caso sono state immediatamente messe in campo. L’aereo è atterrato in sicurezza al Jfk alle 4,08 pm ora locale e tutti i passeggeri sono stati fatti sbarcare senza alcun problema”. Solo un po’ di paura e qualche disagio.

 

Intervista a Samantha Cristoforetti: "Sento di pesare 200 tonnellate". VIDEO

“Mi sento bene, per essere tornata solo da qualche ora. Sto reimparando a camminare, anche se è ancora difficile. La cosa più importante è recuperare il senso dell’equilibrio e poi reimparare il senso del peso”.

Parla così Samantha Cristoforetti nella prima breve intervista dopo l’atterraggio della navetta che dallo Spazio l’ha catapultata in Kazakistan. L’astronauta italiana appare in buone condizioni fisiche, salvo il normale “recupero” che le aspetta dopo i 6 mesi passati nell’orbita. “Devo reimparare a camminare”, dice scerzando.

“In questo momento – spiega Astro Samantha tra i sorrisi – mi sento di pesare 200 tonnellate, che è già un miglioramento rispetto a qualche ora fa quando mi sembrava di pesarne 500”. Appena in quota permissibile l’equipaggio ha aperto una valvola esterna per far entrare ossigeno.

Samantha Cristoforetti nella stazione Iss
Samantha Cristoforetti

“E già li – prosegue Cristoforetti – c’è stata una sensazione di aria vera che entrava nella Soyuz (il nome della navicella, atterrata senza problemi ma tutta bruciacchiata, ndr)”.

Per quanto riguarda il ritorno sulla Terra, a colpire Cristoforetti sono stati soprattutto gli odori che non sentiva da mesi: “È stato bellissimo. Già prima che aprissero il portello ho sentito questa ventata di profumo di erba, un sacco di erba nella steppa perché è piovuto tantissimo negli ultimi giorni”. Fuori un “Kazachstan che ci ha accolto benissimo”.

Samantha Cristoforetti era partita per lo Spazio il 23 Novembre scorso alle 22:01 italiane per la “Missione Futura” frutto di un accordo l’Esa, l’Agenzia spaziale europea, l’Asi, Agenzia spaziale italiana e la NASA. Insieme agli altri due astronauti hanno raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) con la navicella russa Soyuz.

Il rientro due giorni fa dopo 199 giorni passati in orbita da dove ha inviato immagini spettacolari dalla Spazio. L’astronauta italiana, capitano e pilota dell’aeronautica, è stata la prima italiana a volare nello spazio.

LA VIDEO CONFERENZA A HOUSTON LUNEDI 15 GIUGNO

Rientrata a Houston, Cristoforetti in una video conferenza ha spiegato più rilassata i suoi sei mesi nello Spazio a bordo dell’ISS: “L’astronauta – ha detto – non fa la celebrità di mestiere, stare sulla Iss è una esperienza eccezionale a missione finita farò attività di comunicazione per raccontare ma sono sicura che questa esperienza mediatica finirà”.

Samantha Cristoforetti back on Earth
Samantha Cristoforetti back on Earth

Sei mesi sono tanti, stare nella stazione orbitante senza la possibilità di avere acqua per uno shampoo deve essere dura, soprattutto per una donna.  “Sullo spazio – ha spietato Samantha Cristoforetti – ho dormito bene e non ho avuto incubi. Tra le cose che sognavo di più era fare una doccia. L’ho fatta in Scozia, in una sosta del viaggio per tornare a Houston, da seduta perche’ a poche ore dall’atterraggio non mi abituavo alla gravità. Il mio primo vero pasto e’ stata un’insalatona”.

Mi mancherà di più fluttuare e la sensazione di leggerezza, ma anche avere una finestra speciale per guardare la Terra da lassù. Porterò come ricordo la vita extraterrestre”, ha aggiunto Samantha Cristoforetti spiegando che nella discesa sulla Terra cercava “di cogliere le ultime immagini della Terra dallo Spazio, come l’ultima alba”.

“Samantha Cristoforetti rientrerà in Europa nel centro Esa di Colonia, in Germania nella seconda metà dell’estate. E’ in condizioni fisiche buone ma la riabilitazione prende molte settimane”, ha detto Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) aggiungendo che l’astronauta italiana “in ottobre inizierà il post fly tour” che la porterà in Italia. [Aggiornato il 15/6/2015 ore, 17:38]

Referendum Euro, dal M5S 200mila firme: "Tagliato traguardo"

Referendum Euro, dal M5S 200mila firme: "Tagliato traguardo"Il Movimento Cinque Stelle raggiunge il traguardo di duecentomila firme per il referendum di permanenza nell’Euro. E’ quanto si legge sul blog di Beppe Grillo. “Questa settimana abbiamo tagliato un grande traguardo: quello della prima tappa verso il referendum sulla permanenza nell’euro. 200.000 firme, raccolte tra cittadini di tutto il Paese, sono state consegnate al Presidente del Senato Piero Grasso”, esultano i grillini.

Vito Crimi, faldoni alla mano, spiega i motivi di questa importante azione. Alla Camera, invece, Luigi Di Maio chiede conto al governo di un provvedimento che permette alle coop, di non essere più sottoposte ad alcun controllo ispettivo o di verifica. “E sapete cosa risponde il sottosegretario?”, si domanda Di Maio: “Che purtroppo è tutto vero! In plenaria a Strasburgo si parla di TTIP (acronimo di Transatlantic Trade and Investment Partnership, ndr).

Tiziana Beghin (EU) non la manda a dire al Parlamento intero, rimproverando tutti i deputati di pensare solo ai propri interessi continuando a rimandare la discussione di un accordo internazionale importante come il TTIP”.

“Oltre all’euro, – spega il M5S – continuiamo la nostra battaglia sul Reddito di Cittadinanza. Nunzia Catalfo e Sara Paglini, dal Senato, ci trasmettono il loro entusiasmo per le ultime novità: durante le ultime audizioni in Commissione, il Presidente INPS Tito Boeri e l’ISTAT hanno confermato l’importanza della nostra proposta e la correttezza delle nostre stime di spesa”.

Mentre al Senato si è discusso “anche il provvedimento sugli omicidi stradali. Ascoltiamo la dichiarazione di voto favorevole del M5S, dal portavoce in Senato Enrico Cappelletti”.
Tornando a Strasburgo, “il nostro portavoce Dario Tamburrano (EU) riassume senza mezzi termini a tutta l’aula lastrategia energetica europea: tempo perso, soldi buttati, atteggiamento schizofrenico e irresponsabile verso ambiente e risorse”.

“E’ ora di investire verso un modello rinnovabile, una delle nostre 5 stelle. Alla Camera continuiamo ad occuparci di pensioni. Questa settimana abbiamo presentato i nostri emendamenti all’assurdo decreto Bonus, che Renzi pretende di propinare al Paese in barba alla Consulta”.

In conclusione, dicono i Cinquestelle “a Roma, mentre i tentacoli della piovra avvolgono la Capitale, il sindaco Marino se ne resta imperterrito attaccato alla poltrona. I nostri portavoce, insieme a tanti attivisti, sono andati personalmente a fargli presente che è ora di andarsene. Il 9 giugno è stata la giornata di #occupycampidoglio, ma il 15 giugno toccherà proprio a#marinodimettiti! Non mancate, vi aspettiamo alle 17,30 in Campidoglio!”.

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