15 Ottobre 2024

Home Blog Pagina 1200

Taranto, esplode bombola e crollano scale e solaio. Un morto e sei feriti. Grave un cingalese

La saracinesca divelta dall'esplosione in un edificio a Taranto (Corriere del Mezzogiorno)
La saracinesca divelta dall’esplosione in un edificio a Taranto (Corriere del Mezzogiorno)

E’ di un morto e sei feriti, di cui due gravi il bilancio dell’esplosione di una bombola di gas che ha provocato il crollo interno di scale e solaio in un edificio di quattro piani in via Pupino, al civico 84, a Taranto.

La vittima era un 59enne delle Sri Lanka. Un ferito cingalese è ricoverato in gravi condizioni nel Centro Grandi Ustionati dell’ospedale “Perrino” di Brindisi, gli altri al Santissima Annunziata di Taranto. Il fatto è accaduto stamane. Sul posto si sono subito recati i vigili del fuoco, 118, polizia, carabinieri e vigili urbani.

L’esplosione è avvenuta in un appartamento al piano terra dell’edificio, di quattro piani senza ascensore, e ha causato il crollo del solaio e delle scale. Fortunatamente la deflagrazione è avvenuta in modo circoscritta, altrimenti sarebbe potuta essere una strage se implodeva l’intero palazzo. In ogni caso, a scopo precauzionale è stata anche disposta l’evacuazione dei palazzi adiacenti.

Alcune testimonianze di vicini raccontano di un “fortissimo boato” e poi come uno “scossone di terremoto”. Tutto il palazzo “ha tremato” per via delle onde d’urto che hanno rotto vetri e divelto le saracinesche che danno sulla strada di via Pupino.

Come era lo stabile prima del crollo interno a Taranto (Street View)
Come era lo stabile prima del crollo interno a Taranto (Street View)

In un primo momento era stato riferito che mancava all’appello un bambino e una donna anziana all’interno del palazzo, crollato solo internamente. La loro presenza non è certa ma i vigili del fuoco che stanno lavorando sulle macerie hanno avuto indicazioni in tal senso da parte di diversi testimoni.

Uno de feriti (Corriere del Mezzogiorno)
Uno de feriti (Corriere del Mezzogiorno)

Difficile il lavoro dei vigili del fuoco che si stanno adoperando per verificare se ci sono persone sotto le macerie e per portare in salvo coloro che sono rimasti intrappolati nel proprio appartamento.

L’appartamento in cui è avvenuta la deflagrazione, da quanto appreso dall’Ansa, era abitato da una famiglia dello Sri Lanka. La vittima viveva al piano terra dello stabile ed era molto amico degli altri coinquilini cingalesi. Non si conoscono ancora i motivi per cui sia avvenuta l’esplosione.

Virus influenzale immune al vaccino per 4 persone su 10 nella scorsa stagione

Virus influenzale immune al vaccino per 4 persone su 10  Virus influenzale è pericoloso. La scorsa stagione invernale una persona su quattro è stata vulnerabile al contagio del virus influenzale nonostante si sia vaccinata. Lo hanno scoperto i ricercatori del Wistar Institute di Philadelphia, che pubblicano il risultato sulla rivista Cell Reports.

Questo perché il genoma del virus dell’influenza, secondo i ricercatori, ha subito circa 10 mutazioni che lo hanno reso “invisibile” al sistema immunitario e alle difese del vaccino, col risultato che il 40% di chi si è vaccinato la scorsa stagione ha contratto comunque l’influenza.

”I nostri dati – spiega il coordinatore dello studio, Scott Hensley – dimostrano che il virus dell’influenza ha recentemente acquisito delle mutazioni in regioni critiche per il suo riconoscimento da parte del sistema immunitario, e queste mutazioni  hanno probabilmente contribuito all’inefficacia dei vaccini della stagione influenzale 2014-2015”.

Questo fenomeno è già noto da tempo agli studiosi con il nome di “deriva antigenica”, e consiste proprio nell’accumulo di mutazioni che modificano le regioni del virus a cui normalmente si attaccano gli anticorpi prodotti grazie alla vaccinazione.

I ricercatori di Philadelphia lo hanno ricostruito studiando il virus influenzale mentre era in circolazione, fin dallo scorso dicembre. Sono così riusciti a identificare 10 mutazioni chiave che hanno permesso al virus trasformista di passare indenne la stagione.

Per verificare la sua abilità, è bastato metterlo a contatto con il siero del sangue di persone, furetti e pecore contenente gli anticorpi diretti contro il virus originale per cui era stato disegnato il vaccino: la loro capacità di riconoscere e aggredire il “nemico” è risultata essere decisamente ridotta. Ora i ricercatori stanno portando avanti nuovi studi per capire se questa scoperta potrà essere usata nello sviluppo del nuovo vaccino per la prossima stagione influenzale che inizierà in autunno.

L’influenza è uno dei fattori cruciali su cui è puntata l’attenzione del Ministero della Salute. Ogni anno in Italia vengono colpite milioni di persone dal virus influenzale. Tra i più esposti al contagio sono anziani e bambini cui spettano giorni di convalescenza prima di rimettersi in sesto. E’ anche significativo il tasso di mortalità per influenza.

 

Regioni, Emiliano nomina 3 M5S a loro insaputa. In Calabria “sciame sismico”

Il governatore della Puglia Michele Emiliano
Il governatore della Puglia Michele Emiliano

Questa sarà la settimana delle giunte regionali. Il governatore della Campania Vincenzo De Luca (Pd) lo ha già fatto oggi in anticipo sull’insediamento del Consiglio regionale. Ha scelto sei donne su otto assessori. Tutti docenti esterni, naturalmente piazzando alla vicepresidenza il suo fedelissmo Fulvio Bonavitacola che è l’asso nella manica di De Luca qualora dovesse essere sspeso il 17 giugno prossimo.

La giornata ha visto protagonista anche il governatore Pd pugliese, Michele Emiliano, che a sorpresa ha nominato l’esecutivo con tre nominativi del Movimento Cinque Stelle, nominati a loro insaputa, tant’è che nel giro di un’ora i grillini hanno rispedito al mittente l’incarico assessorile.

A sorpresa non tanto. Ne senso che già pochi giorni dopo l’insediamento Emiliano aveva lanciato messaggi espliciti al M5S. Emiliano li ha nominati sulla scorta di una consultazione in rete, come di consueto fanno i grillini.

“Mi sono basato solo sui loro curricula – ha detto Emiliano – e non essendoci stati incontri fra noi fino a oggi, nessuno può sospettare che ci siano inciuci. Mi auguro che le tre colleghe accettino”, ha affermato il neo governatore pugliese. Nominate anche altre due donne esterne al Consiglio.

“E’ un atto di una violenza inaudita”, hanno subito scritto in una nota le tre prescelte Rosa Barone, Viviana Guadini, Antonella Laricchia, tutte e tre elette consiglieri regionali con la Laricchia che è stata diretta competitor di Emiliano alle scorse regionali del 31 maggio.
“Non siamo disponibili a vendere il nostro silenzio in cambio di poltrone”, hanno sottolineato.

A fine giugno, dopo il “corteggiamento” politico di Emiliano, i Cinquestelle pugliesi, Laricchia e i suoi colleghi avevano indetto una conferenza stampa a Montecitorio con l’ex candidata alla presidenza che spiegava il “no” di entrare in un esecutivo Pd. “Essere assessore Cinque Stelle – spiegava – in una giunta Pd vuol dire non poter fare niente. Noi con questi vecchi partiti, sopratutto i democratici, non abbiamo nulla in comune”. Per poi affondare sull’ex magistrato: “Ci colpisce – disse ancora Laricchia – il fatto che nel suo primo discorso da vincitore non si sia parlato di contenuti ma solo di spartizione di poltrone”. Oggi la “sorpresa” di essere nominati assessori a loro insaputa col conseguente e netto rifiuto dei consiglieri pentastellati.

IN CALABRIA SCIAME SISMICO DOPO TERREMOTO GIUDIZIARIO
Altro capitolo è quello in Calabria dove è in corso uno sciame sismico di vaste proporzioni politiche dopo l’inchiesta rimborsopoli. Il governatore Mario Oliverio (Pd) ha annunciato un azzeramento radicale della sua giunta nominata “a tappe” a gennaio, dopo frenetiche consultazioni con Roma. Per sei mesi è andato avanti con soli tre assessori, (De Gaetano, Ciconte e Guccione) in attesa delle modifiche allo statuto (promulgato oggi) che dovrebbe consentirgli di nominare sette assessori di cui il 30% donne.

La scorsa settimana, però, con una inchiesta giudiziaria della procura di Reggio Calabria sulla rimborsopoli calabrese, (“Erga Omnes”), sono stati arrestati Antonino De Gaetano, assessore nominato da Oliverio in contrasto con Roma e con l’ex ministro Maria Carmela Lanzetta, Luigi Fedele, ex capogruppo Pdl e una richiesta di arresto alla giunta per le autorizzazioni di palazzo Madama per il senatore Giovanni Bilardi, tutti accusati a vario titolo di presunto falso e peculato. Altre cinque ordinanze di divieto di dimora per quattro ex consiglieri e un collaboratore. Inchiesta con oltre trenta indagati, tra cui gli altri due assessori di Oliverio, Enzo Ciconte e Carlo Guccione, nonché il presidente del Consiglio Antonio Scalzo.

L’ANNUNCIO DI OLIVERIO
L’annuncio di Oliverio, sostenuto anche da Lorenzo Guerini in direzione di un “totale rinnovamento”, recitava più o meno così: “Faro una giunta alto profilo, di rottura col passato nominando persone che non abbiano avuto in passato né esperienze politiche né di governo”. Una formula ad excludendum per tagliare i ponti in primis all’ex ministro Lanzetta ma non solo. La Lanzetta ha comunque fatto sapere di non essere interessata. Anzi ha chiesto in una lettera al vicepresidente del Pd Lorenzo Guerini che in Calabria si torni al voto.

Secondo questa “balzana teoria” nessun politico eletto in Consiglio, anche con apprezzate esperienze amministrative alle spalle, potrebbe ambire a fare l’assessore in Calabria. Nemmeno il presidente Oliverio potrebbe presiedere la giunta, dal momento che è da 40 anni sulla scena politica e amministrativa. “Saranno tutti tecnici della Bocconi”, ironizza qualche renziano.

In realtà il governatore è anche molto criticato nei suoi ambienti per la “totale inerzia” di questi sette mesi di legislatura. “La Regione è completamente paralizzata e ci sono milioni di euro da spendere entro pochi mesi”, è la voce di molti dem. Fonti interne al Centrodestra azzardano addirittura che la Calabria sia “ferma al 29 aprile 2014”, giorno delle dimissioni dell’ex governatore Giuseppe Scopelliti. Non solo per queste ragioni, sia il M5S che appunto l’ex ministro Lanzetta han chiesto che Oliverio si dimetta.

Tornando all’annuncio di Oliverio, sono seguite polemiche riguardo la posizione degli altri due assessori indagati che, attraverso i soliti bene informati, facevano tuttavia filtrare il loro malcontento: “Perché loro si e Scalzo no?”, è la domanda che ci si poneva. Una sorta di “diktat” che sta alimentando scontri interni al Pd. “Se lasciamo loro deve lasciare anche Scalzo”, affermavano fonti accreditate lasciando intendere che solo con le dimissioni del presidente dell’assemblea sarebbero seguite quelle dei due assessori.

SCALZO FORSE LASCIA. E’ UNA DELLE CONDIZIONI LEGATE ALLE DIMISSIONI DI CICONTE E GUCCIONE
Ci sono stati incontri a Roma dove il presidente Scalzo, fedelissimo di Guerini, ha dato la disponibilità a lasciare e infatti oggi ha annunciato che forse lascerà nella seduta del 13 luglio. Forse. “Non sarò certo io l’ostacolo del cambiamento”, ha fatto sapere. Le sue dimissioni sarebbero una condizione politica posta dagli “oliveriani” ai renziani. Per dire che si dimettono solo se si dimette Scalzo.

Nel caso dovesse presentare le dimissioni nella prossima seduta, il Consiglio dovrà prenderne atto (quando?) ma non è ancora chiaro quale sia stato l’eventuale “compromesso” tra Scalzo e lo stesso Guerini che lo aveva imposto presidente del Consiglio tra mille polemiche. A Oliverio toccherà varare la giunta (mercoledì?) di soli tecnici e docenti, con almeno tre donne e, secondo la sua espressa volontà, tutte esterni. Poi potrebbe accontentare qualche consigliere regionale con deleghe di scarso peso. Quelle più “pesanti” (tranne la Sanità) saranno salde nelle sue mani.

Grecia, Tsakalotos al posto di Varoukafis. In rosso le borse

Il presidente della Bce Mario Draghi
Il presidente della Bce Mario Draghi

All’indomani della vittoria del No nel referendum greco (61,3 i “No” contro 38,7% dei “Si”) , gli effetti si sono fatti sentire sia al livello politico che finanziario. La giornata è stata abbastanza tesa. A livello politico si sono registrate le dimissioni di Yanis Varoukakis da ministro delle Finanze greco. Il gesto, è riconducibile “all’astio” che l’eurogruppo nutre nei suoi confronti. La richiesta di Bruxelles è stata accolta dal premier Alexis Tsipras e questo ha determinato le dimissioni dell’ex ministro.

Al suo posto è stato nominato Euclid Tsakalotos classe 1960, nato a Rotterdam, e come il suo predecessore, è un economista che ha studiato principalmente all’estero, in particolare a Oxford. Membro del comitato centrale di Syriza, deputato dal 2012, è docente di economia all’Università di Atene.

Febbre alta sui mercati finanziari. A Milano Piazza Affari sprofonda con un -4,03% e lo spread chiude in netto rialzo a 162 punti. Il Fondo monetario internazionale si dice pronto ad aiutare Atene, se lo chiederà. Ma l’annuncio più significativo è che la Banca centrale europea tiene ferma la liquidità di emergenza a 89 miliardi di euro. Le banche anche oggi ad Atene sono rimaste chiuse, con code più contenute ai bancomat rispetto allo scorso fine settimana. 

“Il Consiglio direttivo – è scritto in una nota della Bce – segue con attenzione la situazione dei mercati finanziari e le potenziali implicazioni per la politica monetaria e per la bilancia dei rischi per la stabilità dei prezzi nella zona euro. Il Consiglio direttivo è determinato a utilizzare tutti gli strumenti disponibili nell’ambito del suo mandato”.

il dimissionario Yanis Varoufakis a sinistra, con Euclid Tsakalotos, nuovo ministro delle Finanze greche (Ansa/Ap)
il dimissionario Yanis Varoufakis a sinistra, con Euclid Tsakalotos, nuovo ministro delle Finanze greche (Ansa/Ap)

EFFETTO GRECIA SUI MERCATI
Milano e Lisbona soffrono più degli altri mercati dopo che la Grecia ha respinto le misure di austerità richieste dai creditori. Le Borse europee hanno bruciato oggi 100 miliardi di capitalizzazione. L’indice Stoxx Europe 600 ha ceduto nel dettaglio l’1,24% e capitalizzava venerdì scorso 8.095,3 miliardi.

Piazza Affari cede un pesante -4,03%. Nel corso della seduta, c’è stata una raffica di sospensioni dei bancari, poi rientrati agli scambi. Risale a 164 punti base lo spread tra Btp e Bund tedesco a 10 anni. Il rendimento del titolo decennale italiano è ora al 2,36%.

Wall Street apre in calo, Dj -0,50% – Apertura in territorio negativo per Wall Street. Il Dow Jones perde lo 0,50% a 17.634,07 punti, il Nasdaq cede lo 0,82% a 4.968,57 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,54% a 2.065,60 punti.

Chiudono in calo le Borse in Asia dopo il “No” greco. L’indice di riferimento dell’area, il MSCI Asia Pacific cede il -2,4%. In Cina, dopo le misure del Governo per arginare la caduta delle Borse, lo Shanghai Composite è arrivato in seduta a perdere il 7% prima di risalire a +0,3%. Tokyo chiude in ribasso di oltre il 2%. Sprofonda Hong Kong (-4,18%), la caduta più ripida dal 2011 da dove, commentano nelle sale operative, sono in fuga soprattutto gli investitori cinesi.

Borsa Tokyo chiude a -2,08%,scivola nel finale
– Il referendum in Grecia, con il secco “no” al piano di austerity per gli ulteriori aiuti, colpisce la Borsa di Tokyo che accelera le perdite nella seconda parte della seduta fino a terminare gli scambi a -2,08%, risollevandosi dal minimo intraday di poco superiore al 2,5%. L’indice Nikkei, avvicinatosi a quota 20.000, cede 427,67 punti, a 20.112,12.

Omicidio a Roma, fermato il cugino della vittima. Movente per denaro

Omicidio a Roma - La polizia scientifica al lavoro in via Cartoni (Proto)
La polizia scientifica al lavoro in via Cartoni (Proto)

Svolta nell’omicidio a Roma. La Procura della Repubblica della Capitale ha emesso un fermo a carico del cugino dell’egiziano trovato morto incaprettato sabato mattina in via Cartoni a Roma. Si tratta un uomo di 30 anni, di origine egiziana e parente della vittima.

L’uomo è gravemente indiziato dagli investigatori di essere il presunto killer di Hashem El Sajed Gaafar Abou El Amd, fruttaiolo, di 47 anni da oltre un quindicennio in Italia. Il fratello della vittima, Amed Gaafar, aveva denunciato la scomparsa il primo luglio scorso.

Secondo le prime informazioni, il movente dell’assassinio sarebbe da ricondursi al denaro. La vittima sarebbe stata uccisa per un qualche migliao di euro, forse cinquemila. Soldi che l’uomo ucciso avrebbe sottratto al cugino per sue necessità, mentre – secondo quanto trapela – sarebbero servite al presunto omicida per saldare gli arretrati di un negozio preso in affitto a maggio in avrebbe aperto un locale di frutta e verdura proprio in zona Monteverde, non distante dalla via Cartoni dove è stato rinvenuto il cadavere.

Il fermo del cugino è stato disposto dopo una serie di incongruenze emerse tra quanto dichiarato e l’analisi dei tabulati della vittima e dell’indiziato. Le sue parole, inoltre, non coinciderebbero nemmeno con le versioni rese dai testimoni.

E’ stato interrogato anche il proprietario del locale preso in affitto dall’egiziano, oggi in stato di fermo. Ed è stata proprio questa testimonianza che ha insospettito gli uomini della Questura per il fatto che l’indiziato avrebbe pagato somme di denaro destinate al fitto del locale per strada, invitandolo a non entrare nella frutteria.

ATTENZIONE, IMMAGINI SENSIBILI PER UN PUBBLICO NON ADULTO

La procura non esclude che il delitto possa essere avvenuto all’interno del locale oppure che il cadavere sia stato occultato all’interno in un secondo tempo dopo averlo ucciso altrove. L’indiziato potrebbe averlo rincorso e raggiunto per avere indietro il denaro sottrattogli. Da li una violenta lite culminata col decesso di Gaafar. Alcuni residenti vicini al negozio avrebbero raccontato che nei giorni precedenti al ritrovamento del cadavere in via Cartoni, avrebbero sentito un odore nauseabondo, una puzza tipica della decomposizione di una cadavere proprio nei pressi della frutteria che la Polizia ha ora sequestrato.

Al momento non sembrano essere coinvolte altre persone nell’omicidio a Roma. Ora bisognerà attendere il Gip che dovrà convalidare il fermo in base alle risultanze investigative. Le indagini comunque proseguono. Il cugino fermato oggi pare sia stato visto in via Cartoni insieme ad altri amici e parenti accorsi sul luogo del ritrovamento della vittima in via Cartoni.

L’esecuzione è stata brutale è violenta. La morte sarebbe avvenuta per soffocamento, dopo che il presunto omicida gli ha legato mani e piedi per incaprettarlo. Metodo tipicamente mafioso di eseguire un delitto.

Non è la prima volta che succede un omicidio del genere a Roma. Nell’ottobre 2013 fu ritrovato alla Marcigliana un egiziano ucciso, pure lui fruttaiolo, pure lui incaprettato. Allora gli investigatori pensarono al racket delle estorsioni. Al momento sebra che tra i due fatti di cronaca non vi sia nessun nesso, nonostante la coincidenza appare molto sospetta.

Campania, il governatore De Luca presenta la sua giunta. 6 donne su 8 e blinda la legislatura

Il governatore De Luca indica a Renzi la sua vittoria
Vincenzo De Luca con Matteo Renzi

Il governatore De Luca si è insediato stamani a palazzo Santa Lucia e ha varato il suo esecutivo. Dopo che il tribunale civile di Napoli aveva sospeso l’efficacia della sospensione della legge Severino, il presidente eletto ha accelerato e messo al sicuro la legislatura.

Una giunta per tre quarti in rosa, con sei donne su otto assessori fra cui il suo fedelissimo avvocato Fulvio Bonavitacola cui va la vicepresidenza. Gli altri sono tutti docenti esterni al Consiglio. Il neo presidente De Luca ha presentato la sua Giunta in un incontro con i giornalisti nella sala della Giunta Regionale a Napoli.

Oltre a Bonavitacola, al quale è stata affidata la vicepresidenza e la delega all’urbanistica, del nuovo esecutivo  fanno parte Serena Angiuoli (con delega ai Fondi dell’Unione Europea); Lidia D’Alessio (bilancio); Valeria Fascione (internazionalizzazione e start up); Lucia Fortini (scuole e pari opportunità); Chiara Marciani (formazione e lavoro); Sonia Palmieri (risorse umane e patrimonio); Amedeo Lepore (attività produttive), unico uomo dopo il vicepresidente.

De Luca dopo l’elezione era stato sospeso con un decreto dal premier (nonché suo segretario di partito, il Pd) Matteo Renzi. Lunedi scorso i suoi legali avevano presentato un ricorso urgente ex art. 700 che è stato accolto dal giudice della sezione civile del tribunale partenopeo.

Un provvedimento che dovrà essere però riesaminato per eventuali modifiche o revoche il prossimo 17 luglio, giusto il tempo per De Luca di formalizzare in anticipo la sua giunta; un po’ stravolgendo la prassi statutaria che vorrebbe che s’insedi prima il Consiglio regionale e poi viene presentata la giunta. Ma i tempi sono talmente stretti che non gli era consentito di attendere il 9 luglio, data del nuovo consiglio dopo lo slittamento della seduta del 29 giusgno scorso.

Il passaggio successivo adesso è quello della seduta del 9 luglio convocata dal consigliere anziano Rosetta D’Amelio. Nel primo consiglio i punti all’ordine del giorno sono 1) Presa d’atto della proclamazione degli eletti; 2) Elezione del Presidente del Consiglio Regionale; 3) Elezione dei componenti dell’Ufficio di Presidenza; 4) Esposizione del programma di governo da parte del Presidente della Giunta e discussione.

Non c’è, come si evince, la presentazione della giunta, però potrebbe darsi che a maggioranza venga proposto l’inserimento di un ordine del giorno di presentazione della Giunta regionale, di fatto già composta. Questo per accelerare la presa d’atto dell’assemblea che entro un mese dovrebbe dare, secondo statuto, “l’espressione di gradimento” sull’esecutivo.

Nel caso in cui non si potesse fare alla prima seduta, si potrebbe fare nella seconda. Qualora il 17 luglio il tribunale di Napoli dovesse revocare la sospensiva, De Luca verrebbe sospeso, ma al suo posto come presidente facente funzioni entrerebbe in gioco Fulvio Bonavitacola che è legittimato a esercitare le funzioni di governatore con pieni poteri.

Terrorismo, arrestato a Pisa un marocchino: "Istigazione a jihad"

Una volante della Polizia di StatoPISA – La polizia di Pisa, coordinata dalla Direzione centrale polizia di prevenzione (Ucigos), sta effettuando un’operazione anti terrorismo in un comune della provincia di Pisa.

L’operazione è diretta dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Firenze, che ha individuato e arrestato una persona di origine marocchina ritenuta responsabile di propaganda e istigazione alla jihad.

Il giovane risiede nel comune di Ponsacco (Pisa) ed è stato arrestato dalla Digos di Pisa in esecuzione di un provvedimento emesso dal Gip di Firenze.

L’operazione e le indagini sono attualmente in corso. La task force messa in campo dalla polizia è costituita, oltre che da operatori Digos specializzati nelle attività di contrasto al terrorismo, da unità artificieri, operatori della polizia postale, della polizia scientifica e dal Nucleo prevenzione crimine.

Grecia, Varoufakis si dimette in dissenso con Tsipras. E l'Ue in 24 ore spacca il governo greco

In this photo take on Sunday, July 5, 2015 Greece's Finance Minister Yanis Varoufakis makes statements at the Finance Ministry after the results of referendum in Athens. Greek Finance Minister Varoufakis announced on Monday, July 6, 2015 his resignation after 'no' vote against bailout. (ANSA/AP Photo/Angelos Christofilopoulos)
Yanis Varoufakis (Ansa/Ap)

Varoufakis si dimette ed è colpo di scena dopo la schiacciante vittoria del “No” al referendum di domenica. Il ministro delle Finanze greche, lascerà l’incarico in disaccordo con Tsipras che ha accettato dall’Eurogruppo di trattare l’accordo senza il suo ministro del tesoro. E l’Ue in meno di ventiquattrore spacca il governo greco.

Nella sua lettera, titolata “Minister No More!”, Yanis Varoufakis afferma che sarà sempre al fianco del premier ma il modo in cui è stato trattato, fa trapelare, lascia al ministro l’amaro in bocca.

“Il referendum del 5 luglio – scrive sul suo blog – rimarrà nella storia come un momento unico in cui una piccola nazione europea si è sollevata contro la schiavitù del debito.”

“Come tutte le lotte per i diritti democratici, dopo la vittoria è quindi essenziale che questo grande capitale” accumulato con l’exploit del No “venga immediatamente investito per ottenere una risoluzione adeguata e giungere a un accordo che prevede la ristrutturazione del debito, meno austerità, ridistribuzione a favore dei bisognosi, e riforme reali”.


IL MOTIVO DELLE DIMISSIONI
“Subito dopo l’annuncio dei risultati del referendum, – è il rammarico di Varoufakis – sono stato messo al corrente che alcuni partecipanti dell’Eurogruppo, e “partner” assortiti, abbiano una certa preferenza per la mia … “assenza” alle riunioni. Un’idea che il Primo Ministro (Tsipras, ndr) ha giudicato potenzialmente utile per trovare un accordo. Per questo lascio il Ministero delle Finanze oggi”.

PUNTO DI ROTTURA
Ed è proprio questo il punto di “rottura”. Secondo Varoufakis Tsipras non doveva ammettere ingerenze dell’Eurogruppo di scegliersi anche le persone con cui trattare. Di trovare un accordo senza il suo ministro della Finanze. Oltretutto appare come il tentativo di Bruxelles di spaccare il governo greco dopo la vittoria del No.

“ORGOGLIOSO DEL MIO DISGUSTO PER LA TROIKA”
Vuol dire che “Porterò disgusto dei creditori con orgoglio”, ha detto Yanis Varoufakis.  Il titolare delle finanze, artefice anche lui come Tsipras della vittoria del No, aveva contestato alla Troika, quindi anche all’Eurogruppo di comportarsi come dei “terroristi”. Varoufakis, non è mai stato gradito dall’eurogruppo per i suoi modi spicci e un po’ fuori “protocollo”, come si usa dire nei palazzi del potere.

“Considero mio dovere aiutare Alexis Tsipras come meglio crede, dopo l’exploit che il popolo greco ci ha consentito di avere attraverso il referendum di ieri”.

“Noi della sinistra – prosegue – sappiamo come agire collettivamente con senza curarci dei privilegi. Sosterrò pienamente il Primo Ministro Tsipras, il nuovo ministro delle Finanze, e il nostro governo”.

“Lo sforzo sovrumano per onorare le persone coraggiose della Grecia, e la famosa OXI (NO) che ha concesso ai democratici di tutto il mondo, è solo all’inizio”, ha concluso Varoufakis. Uno sforzo che per ora è stato “interrotto” dalla pesante ingerenza dell’eurogruppo.

Vince Tsipras, piccolo Davide contro i Golia della Finanza e dell’usura

Vince Tsipras, piccolo Davide contro i Golia della Finanza e dell'usuraQuando mancano poche sezioni da scrutinare la vittoria del No appare netta, schiacciante con oltre il 60%. Ha vinto la Democrazia dei Popoli, vince Tsipras, un giovane leader di sinistra che ha avuto il coraggio di sfidare i giganti, di rifiutare i diktat della triade Fmi, Bce e Ue e di dichiarare il fallimento politico di Angela Merkel, azionista di maggioranza dell’eurozona.

Il premier greco eletto appena cinque mesi fa con un consenso plebiscitario con lo slogan “Basta austerity”, non poteva accettare le condizioni usuraie imposte dalla Troika (perché di usura si tratta, quando si vive in un sistema basato sul debito) e nell’opporsi ha detto ai supertecnici di queste organizzazioni sovranazionali come Lagarde, Draghi e Junker: “A questo punto chiamo il mio popolo a ribadire in un referendum che non siamo disposti ad accettare il vostro piano di salvataggio che invece di salvarci ci sta affossando. Non siamo disposti ad accettare i vostri ricatti e i vostri ultimatum”.

E ha vinto, ha stravinto con “l’arma” che tutto l’occidente utilizza grazie al mondo ellenico: la Democrazia. Un piccolo Davide contro i Golia della Finanza, quella capace di muovere con un click milioni di miliardi di euro da un continente ad un altro. Capace di bruciare miliardi di euro se la regina Elisabetta è giù di umore. Quel mondo che asserve e corrompe media, apparati industriali e governi. Ma non può corrompere le anime e la volontà popolare.

Vince Tsipras, che rafforza a dismisura la sua leadership, ma vince anche l’Europa, quella vera, non l’Ue dei burocrati che allo “schiaffo” ricevuto nelle urne nel 2014 ha fatto finta di nulla e invece di cambiare rotta sulle politiche di folle austerità adottate, ha preseguito imperterrita a vessare popoli e nazioni, a erodere sempre più la sovranità degli Stati membri, che poi è il suo obiettivo finale. La vittoria del No è una speranza per tutti i popoli europei che devono essere i primi a essere consultati su decisioni che interessano direttamente la loro vita e non solo quella delle oligarchie finanzarie.

L’Italia dovrebbe modificare quell’articolo odioso della Costituzione fatta a colpi di maggioranza dal governo D’Alema nel ’99; l’articolo 75, in cui si afferma che “è vietato indire referendum per la ratifica dei trattati internazionali”. Un balzello che impedisce al popolo italiano di ingerire su trattati (fatti da gente che in vita loro non ha mai preso un voto) con cui si decidono i nostri destini. Nemmeno al Nazismo e alle peggiori dittature del ‘900 sarebbe riuscita una simile “porcata” di limitazione della libertà e della democrazia.

Tornando alla vittoria di Oxi, lo stesso capo del governo greco, ha ribadito ieri che il voto di oggi “e un messaggio per tutti gli stati membri” che vogliano liberarsi dal cappio del debito, dall’usura e dai ricatti della cosiddetta Troika. Ha ricordato che la “Democrazia batte la paura”, e le nazioni, i loro popoli non devono averne poiché equivarrebbe a una resa. “Non abbiate paura”, diceva San Giovanni Paolo II. Wojtyła conosceva bene la paura che incutevano i regimi dittatoriali. Ma la Troika, oggigiorno agisce “democraticamente” un po’ come la Mafia: fa leva sulla paura, ecco perché il coraggio dei greci deve essere di esempio per tutta l’Europa alla stregua di una vittima di usurai che stanca delle vessazioni si ribella e denuncia.

Quella di oggi è un giorno davvero di festa per la Democrazia, e per dirla ancora con Tsipras: “Si può ignorare la decisione di un governo, ma non la decisione di un popolo”. Da domani in Grecia sventoleranno le bandiere della Libertà sperando che l’immagine del popolo greco in lacrime possa far riflettere quanti potevano evitare la “tortura” di quattro lunghi anni di usura a danno di onesti cittadini e di una nazione a cui noi e l’occidente dobbiamo essenzialmente tutto.

LEGGI ANCHE  Varoufakis si dimette in dissenso con Tsipras

Referendum in Grecia, da Proiezioni avanti il No (Oxi) col 59%. Grillo (M5S) ad Atene per Tsipras

Grecia: Ft, il 'No' avanti tra il 51% e il 53% - Referendum in Grecia avanti Oxi
Grecia: Ft, il ‘No’ avanti tra il 51% e il 53% (Ansa)

Le urna per il referendum in Grecia si sono chiuse come previsto alle 19 (le 18 in Italia). Secondo tutti i sondaggi il “No” è avanti di qualche punto sul Si. Il dato sarebbe di quasi sarebbe del 59%

I sondaggi non sono “exit poll”, cioè far ripetere il voto all’uscita delle urne, ma telefonate in cui l’utente afferma di aver votato per questo o quello. Lo scarto di errore è comunque simile agli exit poll tradizionali che conosciamo.

Tutti i sondaggi delle tv greche danno il “No” in vantaggio sul “Sì” nel referendum. Ant1 dà il ‘No’ al 51% contro il 37% di “Sì”. Mega dà il “No” al 51,5%, il “Sì” al 48,5%. Per Skai il “No” è al 52% contro il 48% di “Sì’, mentre Star dà il “No” al 49% contro il 46% di “Sì”.

Dopo la proiezione dei primi sondaggi da parte delle tv greche sarebbe esploso un urlo della sede di Syriza, il partito del premier Tsipras. “Oggi è un giorno di festa, perché la democrazia è una festa”, aveva detto il premier ellenico dopo aver votato al referendum, “perché si può ignorare la decisione di un governo, ma non la decisione di un popolo”.

Un urlo di gioia nella sede di Syriza ha accolto i primi sondaggi sulle indicazioni di voto del referendum pubblicati in tv subito dopo la chiusura dei seggi per il referendum. In tanti, ha constatato l’inviato Ansa sul posto, hanno fotografato con i cellulari le schermate tv che rimandavano i primi dati, mentre alcuni dirigenti del partito invitano alla calma. Intanto il leader del Movimento Cnque Stelle Beppe Grillo è voltao ad Atene a sostenere il premier Alexis Tsipras. Attorniato da cronisti non ha rilasciato dichiarazioni. Il giornalista dell’Ansa gli ha chiesto “Lo facciamo un referendum in Italia”, ma lui ha preferito non rispondere.

Esplonono i Social di tutta l’eurozona favorevole a Oxi quando è giunta la notizia della seconda proiezione che dà il No al 59 percento. Un dato che va al di là della più ottimistica previsione.

Voto in Grecia, 10 milioni alle urne. Tsipras: “Democrazia batte paura”

Voto in Grecia, il premier Alexis Tsipras esce dalla cabina elettorale
Voto in Grecia, il premier Alexis Tsipras esce dalla cabina elettorale (Reuters)

Voto in Grecia al via. Dalle 7 di stamani sono aperti i seggi in Grecia (le 6 in Italia) e si chiuderanno alle 19. Alle ore 21 le prime proiezioni. Dovrà votare almeno il 40 percento degli aventi diritto.

Sono chiamati alle urne 9,8 milioni di cittadini che possono esprimere il loro voto a favore della proposta di Tsipras (OXI-NO) al piano di rientro del debito ellenico che i creditori internazionali hanno imposto ad Atene, oppure la proposta della Troika (NAI-SI) di accettare la proposta di maggiore austerity fatta ad Atene da Fmi, Bce e Ue. Si capira in serata chi vince e chi perde in questo estenuante braccio di ferro tra il governo Tsipras e i poteri della “triade”.

Promotori dell”OXI’ e del ‘NAI’, del sì e del no, continuano a distribuire materiale anche davanti ai seggi per convincere gli indecisi che – secondo i sondagisti – risulteranno determinanti per la vittoria. Il comitato del No ha fatto sapere di temere brogli e manipolazioni elettorali in vista del voto in Grecia. Alta la vigilanza nelle sezioni.

Il premier greco Alexis Tsipras arrivato al suo seggio elettorale è stato accolto da una folla enorme di giornalisti e curiosi. Camicia bianca, sorridente, il primo ministro è entrato a votare dicendo solo che “oggi è un giorno di festa, perché la democrazia è una festa“, ha detto Tsipras dopo aver votato, “perché si può ignorare la decisione di un governo, ma non la decisione di un popolo”. “Da domani apriamo la strada per tutti i popoli d’Europa. Oggi la democrazia batte la paura”, ha detto ancora Tsipras.

Gli aventi diritto al voto sono circa 9,8 milioni – dei quali 108.371 votano per la prima volta, avendo compiuto i 18 anni – e i seggi quasi 19mila.

Gli elettori riceveranno due schede: la prima contiene una domanda relativa al referendum con due caselle che dovranno essere contrassegnate da una croce sul ‘sì’ o sul ‘no’ e l’altra in bianco. Il quesito su cui i greci sono chiamati a dire sì (NAI) o no (OXI) è il seguente:

“Referendum del 5 luglio 2015. Deve essere accettato il progetto di accordo presentato da Commissione europea, Bce e Fmi nell’Eurogruppo del 25 giugno 2015, composto da due parti che costituiscono la loro proposta? Il primo documento è intitolato “Riforme per il completamento dell’attuale programma ed oltre” ed il secondo “Analisi preliminare per la sostenibilità del debito”.

Non sono previsti exit poll e le prime proiezioni attendibili dovrebbero essere disponibili attorno alle 21 locali. Affinché il risultato del referendum sia valido è necessario che vi prenda parte almeno il 40% del corpo elettorale.

Asti, Maria Luisa Fassi non ce l'ha fatta. E' morta dopo 20 coltellate. E' caccia al killer. Una donna?

A destra la vittima Maria Luisa Fassi, con la mamma e il papà titolari del ristorante "Gener Neuv"
A destra la vittima Maria Luisa Fassi, con la mamma e il papà titolari del ristorante “Gener Neuv”

Maria Luisa Fassi non ce l’ha fatta. La tabaccaia di 54 anni, accoltellata sabato mattina nel suo negozio di Corso Volta nel centro di Asti, è spirata attorno nel pomeriggio alle 19 all’ospedale cittadino “Cardinal Massaia”.

Inutile il lungo e delicato intervento chirurgico al quale la donna era stata sottoposta per le profonde lesioni all’addome e al torace.

I  medici hanno tentato di tutto per salvarla ma è deceduta dopo ore di sala operatoria. Secondo gli investigatori del comando provinciale dei carabinieri di Asti, che conducono le indagini, potrebbe non essere stata una rapina la causa dell’accoltellamento. Una ipotesi che apre altri scenari che si tingono di giallo.

GLI ORARI ATTORNO A CUI SI E’ CONSUMATO IL DELITTO
Maria Luisa Fassi è stata colpita con una ventina di coltellate dietro il bancone della tabaccheria che gestiva in corso Volta. La donna si sarebbe recata in negozio attorno alle 6.15/6.30, orario consueto per il ritiro di giornali e riviste dal furgoncino distributore. Sembra che Maria Luisa Fassi non avesse montato il cassonetto esterno dove i distributori hanno la chiave per ritirare il “reso” dei giornali e depositare la nuova “mazzina”. A volte i distributori passano prima dell’arrivo del titolare. Quando si hanno i giornali nuovi, è sufficiente un quarto d’ora venti minuti per sistemarli sul bancone e poi si procede con l’apertura al pubblico. L’omicidio, stimano le autorità,  sarebbe stato commesso tra le 7.35 e le 7.45. Dieci minuti, forse meno, durante  i quali il killer (da quello che trapela, uno solo) ha avuto tutto il tempo necessario per affondare i fendenti e poi andar via senza farsi notare, magari con dei giornali sottobraccio. Ferite profonde che purtroppo non le hanno dato scampo.

INQUIRENTI BATTONO TUTTE LE PISTE. PERDE FORZA L’IPOTESI DELLA RAPINA
L’inchiesta è coordinata dal pm Luciano Tarditi, è svolta dai carabinieri del Comando provinciale di Asti, che ha istituito una squadra di investigatori dedicata al caso a cui collaborano anche i Ros. Gli inquirenti non escludono alcuna pista, ma l’accanimento e la furia assassina renderebbe meno probabile, secondo il Pool, l’ipotesi di una reazione del rapinatore ad un rifiuto della donna di farsi rapinare. Oltretutto all’ora d’apertura la cassa è in genere vuota. Poi vendeva sigarette, giornali, ricariche e schedine del lotto, non gioielli. Saranno in ogni caso gli approfondimenti degli investigatori a svelare maggiori dettagli sul delitto di Maria Luisa Fassi, un omicidio ritenuto dalla comunità astigiana “assurdo e incomprensibile”. Lei era sposata con Valter Vignale e aveva due figli di 20 e 25 anni. Insieme alla sorella sono stati già tutti interrogati. Già lo scorso anno il negozio di Maria Luisa Fassi era stato rapinato, ma da quanto appreso, non la mattina presto, bensi alla sera. Bottino attorno a 1.500, quanto in genere può incassare in un giorno una normale tabaccheria edicola.

Maria Luisa Fassi nella cucina del ristorante "Gener Neuv" di proprietà dei genitori
Maria Luisa Fassi nella cucina del ristorante “Gener Neuv” di proprietà dei genitori (Web/Valdinotomagazine)

UN OMICIDIO DETTATO DALL’ODIO
Se gli inquirenti tendono a escludere a pista della rapina, si cerca di capire chi possa avere commesso un crimine così cruento e di una tale violenza che solo l’odio può generare. Già, ma chi poteva odiare Maria Luisa? La cinquantatreenne è stata descritta da tutti come persona “dolce e piena di vita, incapace di fare del male a una mosca”. Un delitto passionale? Non è da escludere. Probabilmente, la vittima conosceva il suo carnefice. Il killer ha voluto colpirla nel negozio per farla forse sembrare volutamente una rapina. Sembra infatti che sia sparito il fondo cassa. In genere una quantità di denaro sufficiente a dare il resto ai clienti, soprattutto al mattino presto quando ancora non si fanno incassi. Poche centinaia di euro tra monete e banconote.

ASSASSINO O ASSASSINA? E’ CERTO CHE L’OMICIDA E’ ANDATO VIA SPORCO DI SANGUE.
Si diceva che l’omicidio sarebbe stato commesso in meno di dieci minuti, tra le 7.35 ee le 7.45 circa. Colpita a morte Maria Luisa Fassi, l’assassino o l’assassina (non è da escludere possa essere stata una donna) è andato via rapidamente. Una cosa sembrerebbe certa, che il killer dopo un delitto così cruento è andato via sporco/a del sangue della vittima soprattutto le scarpe e gli indumenti.

IL COLTELLO E LE TELECAMERE
Con tutta probabilità il killer è andato di proposito con un coltello per portare a compimento la sua missione di morte. Gli inquirenti starebbero già ispezionando alcune registrazioni delle telecamere di sorveglianza di due distributori di benzina. Uno (Q8) al rondò di corso Volta, a pochissimi metri dalla tabaccheria, l’altro duecento metri più indietro (la Tamoil).

Da li si potrebbe risalire alle targhe delle auto o vedere chi camminava sul corso. Sembra non ci siano banche nei dintorni. Di fronte all’edicola c’è un edificio con una scuola di danza. Accanto due negozi gastronomici. Una casa di riposo di fronte la Q8, poi palazzi e altri negozietti con un grande Emporio in via Monte Rainero.

La tabaccheria dove è stata uccisa Maria Luisa Fassi
La tabaccheria dove è stata uccisa Maria Luisa Fassi (Ansa)

SCONCERTO E PAURA IN CITTA’
Il delitto di Maria Luisa Fassi ha fatto crescere la paura nella città piemontese, un tempo tranquilla: alla fine del 2014 un altro tabaccaio era stato ucciso a colpi di pistola, per rapina, e una decina di giorni fa, nel centro della città, un camionista è stato ucciso a colpo di cric, in pieno centro. Un crescendo di tensione che sta allarmando i cittadini dell’astigiano.

La famiglia Fassi nel loro locale "Gener Neuv" ad Asti
La famiglia Fassi nel loro locale “Gener Neuv” ad Asti

“UNA DONNA BEN VOLUTA DA TUTTI”
Maria Luisa Fassi era ben voluta da tutti in città. “Donna di una famiglia onesta e per bene”, racconta chi l’ha conosceva. La famiglia di Maria Luisa aveva anche un ristorante, il “Gener Neuv”, dove lei, dopo aver chiuso il negozio andava per la sua passione in cucina. “Una lavoratrice instancabile” che ha purtroppo trovato sul suo cammino un assassino crudele e senza pietà.

Referendum in Grecia. Speranza per "Oxi". Si temono brogli elettorali a favore del Si

Referendum in Grecia - La piazza di venerdi con Tispras manifestazione per il Si OXI
La piazza di venerdi con Tispras manifestazione per il SI-OXI

Referendum in Grecia. E’ una vigilia contrassegnata da sconforto e speranza quella del referendum in Grecia di domani, domenica 5 luglio.

Ieri gli ultimi appelli, domani tutti alle urne per dire NO (proposta del premier Tsipras) o per dire SI allo status quo attuale con la Troika che, se dovesse vincere il fronte del “Nai”, potrebbe tentare l’Opa sul governo greco costringendo il capo del governo ale dimissioni, come è già avvenuto nel 2011 prima in Italia con Berlusconi che passa la mano al tecnico che piace alla Troika, Mario Monti, poi in Grecia con George Papandreou che lascia a Loukas Papadīmos ex vicepresidente della Banca centrale europea, rigido artefice dell’esecuzione del piano di austerity che ha portato nel baratro il paese.

Una situazione che nasce da lontano coi creditori che tendono a stringere il cappio al collo di una Grecia moribonda e un popolo stremato dalle misure imposte da Fmi, Bce e Ue. Poi l’ultimatum di Bruxelles e il rifiuto a negoziare della Merkel. In breve la situazione è precipitata e ha convinto il governo a indire il Referendum in Grecia. Consultazione approvata dal Parlamento.

VAROUKAKIS: “CREDITORI TERRORISTI”
Non usa mezzi termini il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis in una intervista a El Mundo: “Quello che i creditori (la Troika) stanno facendo con la Grecia ha un nome solo: terrorismo”.

Un “terrorismo” anche psicologico alla vigilia del voto, le “pressioni”, i “ricatti a tutti i livelli”, le “minacce” di chiudere i rubinetti del “liquido”, ha ribadito più volte Varoufakis. Gli uomini più vicini al ministro e a Tsipras sottolineano la necessità di rivedere il sistema basato sul “debito usuraio” adottato dalla triade.

Referendum in Grecia - Greci in piazza ad una manifestazione per il Si OXI
Greci in piazza ad una manifestazione per il Si OXI

TSIPRAS: “SOPRAVVIVEREMO, VINCERA’ DEMOCRAZIA”
Ma il premier Tsipras ieri in piazza ha di nuovo rassicurato: Dopo il Referendum in Grecia “sopravviveremo lo stesso. Non possiamo piegarci ai ricatti perché la dignità ha un valore molto alto per noi. Alla fine, comunque vada, vincerà la democrazia votando No (Oxi)”. Ieri sera il capo del governo greco ha fatto un appello per il No che i sondaggisti darebbero in un testa a testa con il Sì.

TIMORI PER BROGLI ETTORALI (Κομιτάτο “ΟΧΙ” ανησυχεί για εκλογική νοθεία υπέρ του “Ναι”)
Non sono in pochi a temere che tramite la “macchina da guerra” della Troika – che è capace di “incutere paura e terrore”, mobilitare banche, finanza, media e soprattutto muovere denaro – la giornata di domani possa essere “inquinata da brogli elettorali”, sostengono fonti vicine a Oxi. Il comitato elettorale per il “No” sta tenendo alta la guardia affinché tutta il Referendum in Grecia possa svolgersi in trasparenza senza “influenze, ingerenze e contaminazioni” in favore del Si. Brogli che del resto si sono già registrati in altri paesi in occasione di referendum sull’euro con pressioni molto forti sulla popolazione attraverso i media controllati dalla finanza e influenzati da Fmi, Ue e Bce. 

LA MINACCIA DI UN PRELIEVO FORZOSO POI SMENTITO
E a proposito di media che fanno capo alla finanza, ad aumentare la tensione arrivano le voci, raccolte dal “Financial Times”, secondo le quali gli istituti bancari ellenici sarebbero pronti a un prelievo forzoso dai depositi bancari dei contribuenti. Voci smentite sia dall’associazione delle banche greche, sia dal ministro delle Finanze Varoufakis che le ha definite “maliziose”.

Referendum in Grecia - Greci in piazza ad una manifestazione per il Si OXI
Greci in piazza ad una manifestazione per il Si OXI

Secondo la “teoria” del FT, che cita fonti fonti degli istituti finanziari e del mondo degli affari ellenici, le banche greche starebbero preparando dei piani di emergenza che comprendono un prelievo forzoso sui conti correnti nel caso in cui dopo il Referendum in Grecia la crisi si acuisca.

LA REPLICA DI VAROUFAKIS “VOCI MALIZIOSE”
“L’articolo del Financial Times – scrive su Twitter il ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis – su un possibile prelievo forzoso dei conti si basa su voci maliziose che l’Associazione delle Banche Greche ha smentito questa mattina”.

Giallo sull'omicidio a Roma. Egiziano incaprettato e rinchiuso in un sacco. Identico delitto nel 2013 alla Marcigliana

Omicidio a Roma - Il sacco nero con dentro il cadavere incaprettato dell'uomo (Proto)
Il sacco nero con dentro il cadavere incaprettato dell’uomo (Proto)

Omicidio a Roma. Ed è giallo. Il corpo senza vita di un uomo egiziano è stato trovato in strada a Roma incaprettato e rinchiuso all’interno di un sacco nero. Si tratta di Hashem El Sayed Gaafar Abou El Hamd, 47 anni, da molti anni residente a Roma, proveniente da Il Cairo. Il fratello ne aveva denunciato la scomprsa quanche giorno prima.

La scoperta choc l’ha fatta un pasticciere intorno alle 7 di sabato mattina in via Pietro Cartoni all’altezza del numero civico 193, nel quartiere Monteverde, a sud ovest della Capitale.

TROVATO INCAPRETTATO RINCHIUSO DENTRO UN SACCO
Scattato l’allarme, sul posto si sono recate le forze dell’Ordine insieme alla Scientifica per i primi rilievi. Secondo le prime informazioni, aveva le mani e i piedi legati, classico omicidio da incaprettamento. Sembra che la vittima sia di carnagione chiara, sebbene, come si vede dalle foto (sensibili) sia stato incappucciato e poi legato. Morto soffocato.

LA VITTIMA UN EGIZIANO DI 47 ANNI. FRATELLO AVEVA DENUNCIATO LA SCOMPARSA IL 1 LUGLIO.
Dai primi accertamenti della Polizia sembra che la vittima sia Hashem El Sayed Gaafar Abou El Hamd, 47 anni, da più un decennio in Italia. Si sarebbe giunti a questa conclusione grazie al riconoscimento fatto dal fratello Amed Gaafar che ne aveva denunciato la scomparsa il 1 luglio scorso. Secondo quanto riferito dal fratello, la vittima era interessato ad aprire un negozio di frutta e verdura non lontano dal luogo del ritrovamento. Di tanto in tanto vendeva anche fiori. Si arrangiava come poteva, per sbarcare il lunario. Appena appresa la notizia del ritrovamento di un cadavere in quella via, il fratello è subito accorso sul posto visibilmente preoccupato pronunciando ai presenti: “Me lo sento, è lui!”. Da quanto raccontato da testimoni, sembra che la vittima era coniugato e la moglie fosse in gravidanza.

Un uomo di origine maghrebina in apprensione per il fratello scomparso il 1 luglio
Un uomo in apprensione per il fratello scomparso il 1 luglio. La vittima  è stato accertato che è il congiunto.

 

INQUIETANTE PRECEDENTE NEL 2013. UN ALTRO FRUTTIVENDOLO EGIZIANO INCAPRETTATO
Non è la prima volta di un egiziano morto incaprettato a Roma. Il 29 ottobre 2013 è stato ritrovato alla Marcigliana un egiziano morto con le stesse modalità: incaprettamento. Il corpo mani e piedi legati fu ritrovato in una boscaglia, nei pressi di un laghetto. La vittima si chiamava Ebrahim Mohamed Lashein, 52 anni, anche lui come la vittima di stamane fruttivendolo e che aveva un negozio di frutta e verdura in zona Balduina. Allora a coordinare le indagini furono il pm Pietro Pollidori, d’intesa con l’aggiunto Pierfilippo Laviani, lo stesso magistrato che si sta occupando del delitto odierno. Tra le ipotesi al vaglio nel 2013 c’era quella di un tentativo di sequestro lampo finito male, maturato per una qualche rivalsa. Al momento non è dato sapere se ci sia un nesso tra i due violenti omicidi.

APERTO FASCICOLO CONTRO IGNOTI PER OMICIDIO VOLONTARIO
Sul macabro omicidio a Roma indaga la Squadra Mobile che non esclude nessuna pista
. Dai primi esami sembra che sul cadavere non vi siano ferite di colpi d’arma da fuoco. In ogni caso, solo l’esame autoptico, disposto dalla procura, chiarirà la dinamica della morte. Gli accertamenti si tengono sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani, magistrato che ha aperto un fascicolo contro ignoti per il reato di omicidio volontario che avrebbe già qualche indizio avendo seguito l’omicidio di due anni fa alla Marcigliana.

REGOLAMENTO DI CONTI O PISTA MAFIOSA LEGATA AL RACKET? 
Il sacco contenente il cadavere è stato ritrovato tra due auto parcheggiate nella via Cartoni. Ancora ignoto il movente. Potrebbe trattarsi di un regolamento di conti, di un delitto passionale o ancora, ipotesi più inquietante, di un omicidio mafioso. Gli inquirenti non escludono possa trattarsi del racket delle estorsioni negli ambienti ambulanti e di persone che vendono frutta e ortaggi anche al mercato o per strada. Un giro, quello del racket, gestito dalla criminalità organizzata. Accertato che si tratta dell’uomo egiziano la cui scomparsa era stata denunciata a inizio del mese, gli inquirenti cercano di scavare nella vita dell’uomo per capire i movimenti degli ultimi giorni e gli eventuali contrasti o liti avuti dalla vittima prima di morire.

PER INCAPRETTARE UOMO SERVONO PIU’ PERSONE. FORSE DEI COMPLICI?
Gli inquirenti non escludono nessuna pista. Tuttavia l’omicidio per incaprettamento veniva usato molti anni fa dalla Mafia in Sicilia e non solo per punire i “traditori”. Per un delitto cosi efferato servono comunque più persone. Almeno una che tiene immobilizzata la vittima, mentre il complice la lega per poi provocare la morte per soffocamento, o con altro. Saranno comunque gli esami degli inquirenti a svelare maggiori dettagli del delitto.

ATTENZIONE, IMMAGINI SENSIBILI. SI RACCOMANDA LA VISIONE A PUBBLICO ADULTO

LE TELECAMERE DI SORVEGLIANZA
Da quanto si apprende, la Polizia ha interrogato alcuni vicini, mentre si sta procedendo a visualizzare le registrazioni delle telecamere di sicurezza poste intorno al quartiere. Da una prima disamina della Scientifica sembra che l’omicidio sia avvenuto da alcuni giorni. E’ presumibile che l’uomo sia stato ucciso altrove e “scaricato” poi all’alba tra le auto parcheggiate in via Cartoni di fronte ad una pasticceria, vicino i cassonetti della spazzatura accanto a cui c’era una grossa valigia, sequestrata dalla Polizia, in cui sarebbe stato nascosto il bustone nero col cadavere.

Sale la tensione ad Atene. Se vince il "No" Tsipras "potrebbe battere moneta" come han fatto Usa e Giappone

Cordone della Polizia ad Atene e un manifestante a terra
Cordone della Polizia ad Atene e un manifestante a terra (Ansa)

ATENE – Venerdi incandescente ad Atene dove i fronti opposti del “Si” e del “No” stanno facendo comizi per cercare di convincere i cittadini a votare a favore della proposta Tsipras o per la Troika.

Circa trecento persone col volto coperto, che sarebbero sostenitori del “No”, hanno cercato di introdursi in una manifestazione del Si. Nel tentativo di forzare il cordone di polizia all’inizio di via Ermou, che si immette nella centralissima piazza Syntagma, ci sono stati brevi tafferugli con la polizia, poi tutto sembra essere tornato sotto il controllo delle forze dell’ordine greche.

Il clima che si respira ad Atene è arroventato. Centinaia di persone in coda ai bancomat per prelevare 50 euro anziché i 60 previsti. Pensionati in lacrime dopo ore di attesa estenuante per ritirare la pensione settimanale di 120 euro. Una situazione che sta di ora in ora precipitando.

Sul fronte politico ed elettorale sono incessanti gli appelli per il Si e per il No. Il premier Tsipras ha ribadito che quella posta in essere da Fmi, Ue e Bce è “un ricatto”, motivo per cui è stato “convinto” a indire un referendum poiché “la dignità dei greci è stata calpestata”. Il ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, ha detto che se dovesse vincere il fronte del Si si dimette dall’incarico, stessa cosa potrebbe fare il primoo ministro Tsipras che ha lanciato un altro appello per il “No”, garantendo che una bocciatura darebbe ad Atene quella “forza” negoziale che le consentirebbe di strappare un taglio del debito del 30%.

Di parere contrario sia il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, secondo cui in caso di bocciatura la posizione del Paese sarebbe “drammaticamente indebolita”, nonché la posizione del ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, che ritiene la situazione di Atene “notevolmente peggiorata”.

DISPERATO PER LA TROIKA. Un pensionato in lacrime vicino una banca ad Atene
DISPERATO PER LA TROIKA. Un pensionato in lacrime vicino una banca ad Atene (Afp/Getty)

Atene stretta nella morsa della Troika e che solo il voto di domenica potrà dire se un eventuale default, già dichiarato da alcune agenzie di rating filo Ue, porterebbe oltre il baratro la Grecia che già da anni è di fatto nel baratro. L’austerity imposta da Bruxelles ha portato al collasso il paese e i cittadini costretti a vedersi decimate pensioni e stipendi e azzerato il potere d’acquisto.

C’è chi sostiene che al di là dell’esito della consultazione la Grecia perderebbe in ogni caso il potere negoziale con Fmi, Bce e Ue. Dall’altra parte vi sono esperti che non escludono che Atene “possa tornare a battere la Dracma o affiancare l’euro con una moneta complementare” svalutando la moneta del 40 percento e rilanciare l’economia con esportazioni (poche) e col turismo. Un po’ sulla scorta di quanto fatto dagli Usa quando chiesero alla Fed di stampare 700 miliardi di dollari da immettere in circolazione e il Giappone ha fatto la stessa cosa per uscire dalla crisi. Dollaro e Yen per qualche tempo svalutato, inflazione su, ma oggi il Pil di quei paesi supera il 5/6% di crescita l’anno.

C’è chi accusa soprattutto la Germania di questa situazione: “Anche la Grecia con miliardi di Dracma ha contribuito alla riunificazione della Germania”, costata centinaia di miliardi di euro spalmati tra i 450 milioni di cittadini europei. “Un piano Marshall solo per la Merkel (allora non c’era, ndr) che ora chiede a noi la restituzione di debiti quando loro sono stati i primi a non ripagare i loro di insoluti”, si legge sul web. In una altro post ci si chiede “come mai la Germania, uscita sconfitta dalla Seconda Guerra Mondiale, dopo la riunificazione che abbiamo pagata noi, è diventata la prima economia dell’eurozona?”. Per altro, osserva qualcun altro, “alla Germania sono stati “abbonati” i debiti di guerra”.

Intanto, la partita referendaria si gioca anche sui Social e non sono pochi i sostenitori del “No” pro Tsipras. “Forza Alexis, in Italia tifiamo tutti per te”, è un commento riferito dall’Italia ma in tutti gli angoli del pianeta da Facebook a Twitter ad altri è un coro di solidarietà globale verso il popolo greco con gli hashtag #Oxi (NO) #Greferendum e #Democracy. Democrazia, che non a caso deriva dal greco: δῆμος (démos): popolo e κράτος (cràtos): potere. Potere al popolo o “Governo del popolo”, inventato nell’Acropoli di Atene ed esportata in tutto il mondo occidentale.

Cpl Concordia, indagato per mafia Diana, icona anticamorra. Saviano lo definì un "eroe"

Lorenzo Diana in una manifestazione anticamorra del 2008 - Colpito da divieto di dimora dalla Dda di Napoli per presunti abuso d'ufficio e concorso esterno per appalti Cpl Concordia
Lorenzo Diana in una manifestazione anticamorra del 2008, citato “eroe” antimafia in Gomorra da Roberto Saviano (Lapresse)

Cpl Concordia, si allarga l’inchiesta della Dda di Napoli sugli appalti di metanizzazione in cui, a fine marzo 2015, era finito agli arresti il sindaco Pd di Ischia Giuseppe “Giosi” Ferrandino.

Sono otto le misure cautelari, di cui sei arresti, eseguite dai Carabinieri del Noe nell’ambito dell’inchiesta della procura partenopea sui rapporti con i clan dei Casalesi relativi ad appalti per la metanizzazione in vari comuni del Casertano.

Fra i destinatari di un’ordinanza in carcere vi è anche l’ex presidente della Cpl, Roberto Casari, già ai domiciliari dalla prima inchiesta di marzo. Delle otto misure cautelari, quattro sono ordinanze di custodia in carcere, due ai domiciliari e due sono divieti di dimora.

Da sinistra Lorenzo Diana e Raffaele Cantone  in un incontro del 2011 a Napoli
Da sinistra Lorenzo Diana e Raffaele Cantone in un incontro del 2011 a Napoli (Ansa/Fusco)

DIVIETO DI DIMORA PER ICONA ANTIMAFIA DIANA 
Un divieto di dimora è stato disposto nell’inchiesta sulla Cpl Concordia nei confronti dell’ex parlamentare Pd ed ex componente della Commissione Antimafia Lorenzo Diana, accusato di presunto abuso di ufficio e indagato dalla Dda per presunto concorso esterno in associazione mafiosa per gli appalti alla Concordia. Diana è definito da molti “icona anticamorra”.

DIANA: “SEMBRA DI ESSERE SU SCHERZI A PARTE”
“Non ho letto ancora il provvedimento – ha detto in proposito l’ex parlamentare Diana interpellato dall’Ansa – e cosa mi si addebita. Mi sembra di essere tra un sogno e Scherzi a parte”.

CHI E’ LORENZO DIANA
Lorenzo Diana, 66 anni, originario di San Cipriano d’Aversa (Caserta), è molto noto per il suo impegno e la sua lotta contro la camorra e la criminalità organizzata. E’ stato più volte minacciato dal clan dei Casalesi che progettò anche di ucciderlo. Roberto Saviano lo cita in “Gomorra” alle pagine 251-252, indicandolo “come un vero eroe della lotta alle mafie, coraggioso e attaccato alla sua terra d’origine”, viene ricordato su Wikipedia.

Diana è stato deputato dei Democratici di Sinistra dal 1994 ed è stato componente delle Commissioni Lavori Pubblici e della Commissione parlamentare Antimafia. Nel 1996 è stato eletto al Senato ed è diventato Segretario della medesima commissione. Nel 2001 è stato rieletto alla Camera con l’Ulivo. Fra i riconoscimenti attribuitigli, vi è anche il Premio Borsellino 2008.

Roberto Casari ex presidente della Cpl Concordia
Roberto Casari ex presidente della Cpl Concordia

CHE COS’E’ LA CPL CONCORDIA
La Cpl Concordia, con sede a Concordia sulla Secchia, nel Modenese – al centro dell’inchiesta della procura di Napoli sulle presunte tangenti per la metanizzazione dell’isola d’Ischia – è una cooperativa storica, nata nel 1899. Negli atti dell’inchiesta viene definita una “tra le più antiche cosiddette ‘cooperative rosse’”.

La Cpl Concordia opera a livello internazionale, con 1.800 addetti e 70 società controllate e collegate in tutto il mondo e un fatturato consolidato di 461 milioni nel 2014. Si tratta di un gruppo cooperativo cosiddetto “Multiutility” che si occupa di energia in tutti i suoi aspetti: dall’approvvigionamento e distribuzione alla vendita e contabilizzazione di gas ed elettricità, alla produzione mediante sistemi tradizionali o impianti rinnovabili. L’attuale presidente è Mario Guarnieri. Il precedente, Roberto Casari, già arrestato il 30 marzo scorso, era andato in pensione il 30 gennaio. Nella prima inchiesta nelle carte era finito anche l’ex premier Massimo D’Alema.

Referendum Grecia, Krugman e Stiglitz: Perché votare "No"

Referendum Grecia όχι significa NO nai significa SI“Referendum Grecia”. E’ questa la notizia che da giorni campeggia su tutti i media dell’eurozona. Il timore che il popolo greco, già schiacciato da una recessione impressionante, fa tremare gli azionisti di maggioranza dell’Ue, Germania in primis.

Per dirla con una mefatora la Grecia oggi è un malato allo stato terminale cui gli si chiede di proseguire la cura imposta dalla Troika che lo sta portando alla tomba. Il malato dice basta:

“Tentiamo una cura alternativa. Chissà, magari sopravviverò, non potrei andare oltre il fondo del baratro in cui mi trovo”. E nessuno può immaginare come andrà se dovesse vincere la linea del “No” promossa da Tsipras. Per il semplice fatto che non c’è mai stato un referendum del genere. E allora perché non provare.

Molto calzante anche l’esempio dell’usuraio. La Grecia si è rivolta allo strozzino per risolvere dei problemi. L’usuraio (Fmi, Bce e Ue) gli presta i soldi ma la pressa e la ricatta per la restituzione del capitale più interessi da capogiro. A questo punto lo Stato si ribella e dice “basta, ti denuncio!”. La vittima, va dal popolo e chiede loro un referendum per sapere se restituire il denaro allo strozzino o no. Una cosa sembra essere certa: è che la Grecia con la cura della Troika si trova in un vicolo cieco, senza scampo.

Da sinistra Krugman, (per il NO) Stiglitz (per il NO) e Pissarides (per il SI)  Referendum Grecia
Da sinistra Krugman, (per il NO) Stiglitz (per il NO) e Pissarides (per il SI)

Mancano due giorni al referendum dal premier Alexis Tsipras. Tre Premi Nobel all’economia si schierano con motivazioni diverse su fronti opposti. Joseph Stiglitz e Paul Krugman sono per il “No”, cioè per bocciare il piano dei creditori di Bce, Fmi e Ue, mentre Christopher Pissarides spinge per il “Si”, al fianco della Troika.

Joseph Stiglitz: “Se vince il “Si”, depressione infinita. I giovani pagheranno il conto più salato” 
“Dire si al referendum significherà una depressione infinita”, dice Stiglitz, spiegando che mentre la Grecia otterrà gli aiuti, la sua gente e soprattutto i giovani pagheranno “il prezzo più salato”. Il risultato, dice, potrebbe essere quello “di un paese impoverito che ha svenduto tutti i suoi beni”.

Secondo il professore della Columbia University, la cura da cavallo imposta dalla Troika – Ue, Bce, Fmi – ha provocato un crollo senza precedenti del Pil, -25% negli ultimi cinque anni, e fatto schizzare a livelli record la disoccupazione in Grecia, con quella giovanile oltre il 60%. Inoltre, sottolinea Stiglitz, viene chiesto ad Atene di raggiungere un avanzo primario del 3,5% entro il 2018.“Una misura tanto punitiva da aggravare ulteriormente la crisi”, afferma il Premio Nobel, invitando quindi i greci a votare “no” per mettere fine ad un’austerità senza fine.

Paul Krugman: “Meglio per la Grecia uscire dall’euro. Una svalutazione della dracma potrebbe spianare strada a ripresa come avvenuto in altri paesi”
Sulla stessa linea di Stiglitz si schiera anche Paul Krugman. “La Grecia deve votare ‘no’ e il governo deve essere pronto a uscire dall’euro”, afferma l’economista. “La troika vuole proseguire all’infinito con le stesse politiche di austerità. Dov’e’ la speranza in questo”? si domanda Krugman. “Forse sarebbe meglio per la Grecia uscire dall’euro e tornare alla dracma” perché “una svalutazione della moneta non creerebbe una situazione più caotica di quella che c’e’ adesso e potrebbe spianare la strada ad una possibile ripresa, come è già avvenuto altre volte in altri paesi”, spiega il Premio Nobel.

Christopher Pissarides: “Se dovesse vincere il No si entrerebbe in un vicolo cieco”
“Io voterei si’ ed invito tutti a fare lo stesso perché col “no” si entrerebbe in un vicolo cieco che porterà direttamente alla Grexit”, sostiene Christopher Pissarides. Secondo l’ economista britannico-cipriota, vincitore del Premio Nobel per l’economia nel 2010, “non è possibile rimanere nell’euro e continuare ad avere liquidità dalla Banca Centrale Europea per far funzionare le banche” votando no. “La Grecia sprofonderà ancora di più in recessione”, sottolinea. “Con le banche chiuse i greci stanno vedendo quanto sia difficile far funzionare il sistema finanziario” di un Paese e “quindi spero votino si”. Senza un accordo ma con “una Grexit e un passaggio a una nuova dracma, per la Grecia sarebbe un disastro. Le banche collasseranno perché i correntisti preleveranno denaro dai bancomat nel timore di non di poterlo fare successivamente”.

De Luca respira fino al 17 luglio. Tribunale sospende la Severino. Così può nominare la giunta

Il governatore della Campania Vincenzo De Luca
Il governatore della Campania Vincenzo De Luca

De Luca avrà ossigeno. Potrà insediarsi e nominare la sua giunta. Poi attenderà fino al 17 luglio.

E’ stato infatti accolto dal tribunale civile di Napoli, presidente Gabriele Cioffi, il ricorso d’urgenza d’urgenza presentato dai legali di Vincenzo De Luca. Come si ricorderà, De Luca era stato eletto presidente della Regione Campania ed è stato sospeso per effetto della Legge Severino. Ora l’ex sindaco sceriffo potrà partecipare al primo Consiglio – che era stato rinviato – e nominare la Giunta con il vicepresidente.

SOSPESA LA SOSPENSIONE. SI TORNA IN AULA IL 17 LUGLIO. GIUSTO IL TEMPO DI FORMARE LA GIUNTA.
Lo stesso giudice Cioffi ha anche fissato appunto per il 17 luglio prossimo una seduta collegiale per valutare se confermare, modificare o revocare la sospensiva della sospensione di oggi. Una decisione “ponte”, quella del giudice che nell’interpretare la norma ha tenuto in forte considerazione il rischio paralisi alla Regione, già nel caos.

In questo modo De Luca avrà modo di nominare la giunta regionale della Campania e il suo vice che nel caso di revoca della sospensiva la Regione potrà comunque essere governata senza rischi di decadenza per il Consiglio regionale. Ci sarà comunque un altro appuntamento importante in tribunale: il 20 novembre prossimo i giudici del tribunale civile entreranno nel merito della vicenda. Data fissata dopo la presentazione di un ricorso bis da parte dei legali.

Lunedì gli avvocati di De Luca avevano presentato un primo ricorso d’urgenza ex art. 700 per chiedere la sospensiva, sulla scia dell’analogo caso del sindaco di Napoli Luigi De Magistris (la sezione del tribunale è la stessa), poi reintegrato dopo la sospensione.

UN TWITT DI DE LUCA: “LAVORO PER RISOLVERE I PROBLEMI”

Il tribunale di Napoli ha dato così ragione ai legali del governatore, disponendo la sospensiva della sospensione che era stata firmata da Renzi e trasmetta al prefetto di Napoli che a sua volta l’aveva inviata al consigliere anziano Rosetta D’Amelio la quale aveva fissato il primo consiglio il 29 giugno scorso, poi fatto slittare evidentemente per dare tempo ai legali di De Luca di studiare le strategie difensive.

LA NOTA DEL TRIBUNALE
Il presidente del tribunale partenopeo Ettore Ferrara ha diramato una nota con la quale si motiva la decisione. “Con riferimento al ricorso ex articolo 700 del Codice di procedura civile – spiega – promosso in via d’urgenza dal neo eletto governatore della Campania, Vincenzo De Luca, per la sospensiva del Decreto del presidente del consiglio dei ministri che ha disposto la sospensione del medesimo dalla indicata carica, come già avvenuto in precedente analoga circostanza (caso de Magistris, ndr) atteso l’evidente rilievo mediatico assunto in questi giorni dalla questione e l’interesse pubblico sotteso comunico che con decreto “inaudita altera parte” depositato oggi dal presidente della sezione competente a provvedere, il Tribunale ha sospeso provvisoriamente l’efficacia del provvedimento fissando per il giorno 17 luglio l’udienza dinanzi al Collegio per la comparizione delle parti e per la conferma, la modifica o la revoca del decreto stesso”, ha concluso il presidente Ferrara.

Studio dell'università di Cambridge: L'ovulazione rende la donna più attraente

Ovulazione rende la donna attraenteGli uomini sono attratti dalle donne quando sono nel ciclo più elevato di di ovulazione. Lo rivela uno studio dell’Università di Cambridge.

I ricercatori affermano che durante la fertilità le donne cambiano colore della pelle. L’aumento dell’arrossamento delle guance scatenerebbe l’attrazione dell’uomo. Questo dato era stato confutato in studi precedenti, ma nell’ultima ricerca, gli studiosi confermano che il rossore del viso è uno dei fattori determinanti a far scattare la reazione degli ormoni maschili.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Plos One , è lo studio più completo di volti femminili durante il ciclo dell’ovulazione, dicono i ricercatori. Il gruppo di studiosi ha preso in esame 22 donne che ha fotografato senza trucco allo stesso orario e tutti giorni per un mese. La camera usata è stata calibrata per captare in modo più accurato i colori della pelle. Si tratta di una macchina fotografica scientifica modificata, la stessa che viene utilizzata per studiare i fenomeni di mimetizzazione della fauna selvatica.

I ricercatori, grazie a una serie di analisi e strumenti scientifici ad hoc, hanno scoperto che il rossore variava significativamente in tutto il ciclo di fertilità, con un picco durante l’ovulazione più avanzata. E che rimaneva elevato durante le ultime fasi del ciclo, prima delle mestruazioni, dopo le quali i livelli di rossore diminuiscono.

I cambiamenti sono netti e regolari, ma non rilevabili a occhio nudo, precisano gli studiosi. “Le donne non pubblicizzano l’ovulazione, ma sembrano far trapelare informazioni” subliminali che si rivelano preziose in questa fase, come dimostra il fatto che il loro viso “è più attraente per gli uomini” in questi giorni, commenta Hannah Rowland, che ha condotto lo studio insieme a Robert Burriss della Northumbria University.

Insomma, “il rossore potrebbe essere un pezzo di un puzzle più vasto”. In grado di spiegare le leggi dell’attrazione. Tutti i primati, compresi gli esseri umani, sono attirati dal rosso, ricordano ancora gli autori dello studio. E ormai le donne possono inconsciamente aumentare il rossore del viso durante l’ovulazione attraverso il make-up, gli accessori o gli abiti.

“Già nel 1970, gli scienziati stavano studiando i segnali involontari della fertilità, come cambiamenti di colore della pelle possono essere sostituiti con i segnali di attrazione volontaria come l’abbigliamento e il comportamento”, ha detto Burriss.

“Siamo stati in grado di reclutare studenti in un numero di college e fotografare le donne poco prima di cena in collegio ogni sera. Il lavoro di routine, la costanza e le reti collegiali erano vitali per la raccolta di dati con tale regolarità”, ha detto Rowland.

Piano antiterrorismo, ecco la "difesa" in caso di attacco. VIDEO

Piano antiterrorismo, Roma sembra essere pronta, almeno nella difesa. Il Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco è un evento di portata colossale. Sarà l’Expo spirituale, ma anche una “occasione ghiotta” per terroristi organizzati o cani sciolti per fare attentati o azioni dimostrative. L’evento attrae milioni di fedeli che si recherenanno nella Città Eterna per visitare tutto ciò che Roma offre in termini di luoghi sacri, a cominciare dal Vaticano.

Se da una una parte si lavora per l’evento che avrà inizio a dicembre 2015 per finire a novembre 2016, dall’altro fervono i preparativi sulla sicurezza, cioè proteggere dalle insidie del terrorismo cittadini e obiettivi sensibili. C’e un piano per la difesa.

Proprio nei giorni scorsi a Londra c’è stata una maxi esercitazione simulativa che ha impegnato un migliaio di persone tra agenti, soccorritori e finte vittime. L’iniziativa, durata due giorni, era stata programmata in seguito all’attacco in Francia a gennaio ed è stata messa in atto da Scotland Yard pochi giorni dopo l’attentato in Tunisia costato la vita a una trentina di persone, tra cui 21 turisti britannici.

Poliziotti a San PietroGli 007 italiani insieme alle forze dell’Ordine, protezione civile, tutti i corpi dello Stato, hanno studiato un Piano antiterrorismo strategico di cui l’Ansa ne è venuta a conoscenza. Si tratta di un programma di difesa articolato studiato nei minimi dettagli e capace, secondo il documento, di far fronte a eventuali attentati terroristici.

Il piano antiterrorismo del governo
Il piano antiterrorismo del governo (Ansa)

A Roma, decine di scuole, monumenti, stazioni, luoghi istituzionali, ambasciate e persino centri commerciali: Nella capitale hanno studiato strategie di emergenza per ognuno di questi obiettivi sensibili in caso di attentato. Forze dell’Ordine e Viminale hanno composto il “risiko” dei movimenti all’interno della Capitale dopo gli episodi in Tunisia, a Parigi, l’attentato a Charlie Hebdo e le continue minacce dell’Isis all’Italia.

Misure sicurezza antiterrorismo Colosseo
Misure sicurezza antiterrorismo Colosseo (Ansa)

Il programma di emergenza di cui è venuta in possesso l’agenzia di Stampa – è stato messo a punto dopo mesi di lavoro: ognuno delle centinaia di punti sensibili della città ha un file dedicato, che contiene un ordine ben preciso con un sistema “ad ingranaggi” e l’entrata in campo di forze dell’ordine e soccorritori, pronto a scattare dall’istante dell’attacco e difendersi.

Secondo il Piano antiterrorismo per il Giubileo tra i più imponenti e significativi obiettivi sensibili ci sono San Pietro e il Colosseo. Il piano per l’Anfiteatro Flavio è un esempio: nel raggio di chilometri – rivela l’Ansa dal documento in esclusiva – dal punto dell’eventuale attacco, la zona viene messa in sicurezza ed isolata, con l’intervento di Nocs, Digos, vigili del fuoco, protezione civile e ambulanze pronti a muoversi tra le cosiddette “zone calde” e “zone tiepide”, come si vede nell’infografica in video. Nell’ipotesi dello scoppio di un ordigno, i primi a raggiungere l’epicentro dell’attacco sono i nuclei Nbcr (Nucleare Biologico Chimico Radiologico) dei vigili del fuoco.

Il sottosegretario all'Intelligence Marco Minniti
Il sottosegretario all’Intelligence Marco Minniti

I reparti antiterrorismo cinturano la zona e le ambulanze restano nella zona tiepida per far partire i mezzi. Ai Fori Imperiali vengono sistemate una sala operativa mobile e un’area sanitaria per soccorrere eventuali feriti. Al Circo Massimo atterra l’eliambulanza. Da via dei Fori Imperiali a via San Giovanni in Laterano, l’arco di Costantino e dall’altra parte il parco di Colle Oppio, delimitano la zona calda e quella tiepida. I mezzi di soccorso, ammassati in uno specifico punto, sono pronti a trasportare eventuali feriti al più vicino Ospedale San Giovanni e, a seguire, nelle altre strutture.

In un eventuale attentato a piazza San Pietro, nel caso di un attacco all’interno dell’area del Vaticano, la zona calda viene delimitata dalla piazza e dal colonnato del Bernini. Nelle piazze adiacenti atterrano elicotteri ed eliambulanze pronti a decollare, oltre a quelli già in volo. Ospedale di riferimento, in questo caso, è invece il Santo Spirito.

Simulazione antiterrorismo a Londra
Simulazione antiterrorismo a Londra

L’eliambulanza decolla e atterra a largo Giovanni XXIII e i mezzi di soccorso in via della Conciliazione, con la Sala Operativa Mobile vicina al Colonnato. Tutti i piani prevedono uno stravolgimento del sistema di viabilità in tutta la città per permettere a forze dell’ordine, vigili del fuoco, ambulanze e altri mezzi di soccorso di raggiungere le zone calda e tiepida. Una macchina che si attiva e cambia completamente in base al luogo dell’attacco, per limitare i danni e prevenire stragi e altri spargimenti di sangue all’insegna della jihad.

Una donna che ha preso parte alla simulazione a Londra
Una donna che ha preso parte alla simulazione a Londra

Questo, secondo il Piano antiterrorismo, i cui stralci sono stati diffusi dall’Ansa in caso di attentati nella Capitale. Dall’altra parte si lavora in modo serrato alla prevenzione. Il Viminale intende schierare migliaia di uomini e l’intelligence guidata dal sottosegretario Marco Minniti (dal quale insieme ad altri scaturisce l’iniziativa di difesa essendo il capo dei Servizi segreti) si è attivata, insieme al ministero dell’Interno e tutte le forze di sicurezza, per prevenire il peggio a Roma e anche in altre zone “calde” del Paese.

Non solo i migliori uomini ma anche le più moderne tecnologie a disposizione per un lavoro di squadra svolto “dietro le quinte”, cioè invisibile. Un lavoro con sforzi decuplicati e un solo obiettivo: garantire la sicurezza nazionale e la protezione dei cittadini. A questo si sommano le ultime durissime norme contro il terrorismo varate da governo e parlamento.

NOTIZIE DALLA CALABRIA

ITALIA E MONDO