8 Ottobre 2024

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Voto in Grecia, 10 milioni alle urne. Tsipras: “Democrazia batte paura”

Voto in Grecia, il premier Alexis Tsipras esce dalla cabina elettorale
Voto in Grecia, il premier Alexis Tsipras esce dalla cabina elettorale (Reuters)

Voto in Grecia al via. Dalle 7 di stamani sono aperti i seggi in Grecia (le 6 in Italia) e si chiuderanno alle 19. Alle ore 21 le prime proiezioni. Dovrà votare almeno il 40 percento degli aventi diritto.

Sono chiamati alle urne 9,8 milioni di cittadini che possono esprimere il loro voto a favore della proposta di Tsipras (OXI-NO) al piano di rientro del debito ellenico che i creditori internazionali hanno imposto ad Atene, oppure la proposta della Troika (NAI-SI) di accettare la proposta di maggiore austerity fatta ad Atene da Fmi, Bce e Ue. Si capira in serata chi vince e chi perde in questo estenuante braccio di ferro tra il governo Tsipras e i poteri della “triade”.

Promotori dell”OXI’ e del ‘NAI’, del sì e del no, continuano a distribuire materiale anche davanti ai seggi per convincere gli indecisi che – secondo i sondagisti – risulteranno determinanti per la vittoria. Il comitato del No ha fatto sapere di temere brogli e manipolazioni elettorali in vista del voto in Grecia. Alta la vigilanza nelle sezioni.

Il premier greco Alexis Tsipras arrivato al suo seggio elettorale è stato accolto da una folla enorme di giornalisti e curiosi. Camicia bianca, sorridente, il primo ministro è entrato a votare dicendo solo che “oggi è un giorno di festa, perché la democrazia è una festa“, ha detto Tsipras dopo aver votato, “perché si può ignorare la decisione di un governo, ma non la decisione di un popolo”. “Da domani apriamo la strada per tutti i popoli d’Europa. Oggi la democrazia batte la paura”, ha detto ancora Tsipras.

Gli aventi diritto al voto sono circa 9,8 milioni – dei quali 108.371 votano per la prima volta, avendo compiuto i 18 anni – e i seggi quasi 19mila.

Gli elettori riceveranno due schede: la prima contiene una domanda relativa al referendum con due caselle che dovranno essere contrassegnate da una croce sul ‘sì’ o sul ‘no’ e l’altra in bianco. Il quesito su cui i greci sono chiamati a dire sì (NAI) o no (OXI) è il seguente:

“Referendum del 5 luglio 2015. Deve essere accettato il progetto di accordo presentato da Commissione europea, Bce e Fmi nell’Eurogruppo del 25 giugno 2015, composto da due parti che costituiscono la loro proposta? Il primo documento è intitolato “Riforme per il completamento dell’attuale programma ed oltre” ed il secondo “Analisi preliminare per la sostenibilità del debito”.

Non sono previsti exit poll e le prime proiezioni attendibili dovrebbero essere disponibili attorno alle 21 locali. Affinché il risultato del referendum sia valido è necessario che vi prenda parte almeno il 40% del corpo elettorale.

Asti, Maria Luisa Fassi non ce l'ha fatta. E' morta dopo 20 coltellate. E' caccia al killer. Una donna?

A destra la vittima Maria Luisa Fassi, con la mamma e il papà titolari del ristorante "Gener Neuv"
A destra la vittima Maria Luisa Fassi, con la mamma e il papà titolari del ristorante “Gener Neuv”

Maria Luisa Fassi non ce l’ha fatta. La tabaccaia di 54 anni, accoltellata sabato mattina nel suo negozio di Corso Volta nel centro di Asti, è spirata attorno nel pomeriggio alle 19 all’ospedale cittadino “Cardinal Massaia”.

Inutile il lungo e delicato intervento chirurgico al quale la donna era stata sottoposta per le profonde lesioni all’addome e al torace.

I  medici hanno tentato di tutto per salvarla ma è deceduta dopo ore di sala operatoria. Secondo gli investigatori del comando provinciale dei carabinieri di Asti, che conducono le indagini, potrebbe non essere stata una rapina la causa dell’accoltellamento. Una ipotesi che apre altri scenari che si tingono di giallo.

GLI ORARI ATTORNO A CUI SI E’ CONSUMATO IL DELITTO
Maria Luisa Fassi è stata colpita con una ventina di coltellate dietro il bancone della tabaccheria che gestiva in corso Volta. La donna si sarebbe recata in negozio attorno alle 6.15/6.30, orario consueto per il ritiro di giornali e riviste dal furgoncino distributore. Sembra che Maria Luisa Fassi non avesse montato il cassonetto esterno dove i distributori hanno la chiave per ritirare il “reso” dei giornali e depositare la nuova “mazzina”. A volte i distributori passano prima dell’arrivo del titolare. Quando si hanno i giornali nuovi, è sufficiente un quarto d’ora venti minuti per sistemarli sul bancone e poi si procede con l’apertura al pubblico. L’omicidio, stimano le autorità,  sarebbe stato commesso tra le 7.35 e le 7.45. Dieci minuti, forse meno, durante  i quali il killer (da quello che trapela, uno solo) ha avuto tutto il tempo necessario per affondare i fendenti e poi andar via senza farsi notare, magari con dei giornali sottobraccio. Ferite profonde che purtroppo non le hanno dato scampo.

INQUIRENTI BATTONO TUTTE LE PISTE. PERDE FORZA L’IPOTESI DELLA RAPINA
L’inchiesta è coordinata dal pm Luciano Tarditi, è svolta dai carabinieri del Comando provinciale di Asti, che ha istituito una squadra di investigatori dedicata al caso a cui collaborano anche i Ros. Gli inquirenti non escludono alcuna pista, ma l’accanimento e la furia assassina renderebbe meno probabile, secondo il Pool, l’ipotesi di una reazione del rapinatore ad un rifiuto della donna di farsi rapinare. Oltretutto all’ora d’apertura la cassa è in genere vuota. Poi vendeva sigarette, giornali, ricariche e schedine del lotto, non gioielli. Saranno in ogni caso gli approfondimenti degli investigatori a svelare maggiori dettagli sul delitto di Maria Luisa Fassi, un omicidio ritenuto dalla comunità astigiana “assurdo e incomprensibile”. Lei era sposata con Valter Vignale e aveva due figli di 20 e 25 anni. Insieme alla sorella sono stati già tutti interrogati. Già lo scorso anno il negozio di Maria Luisa Fassi era stato rapinato, ma da quanto appreso, non la mattina presto, bensi alla sera. Bottino attorno a 1.500, quanto in genere può incassare in un giorno una normale tabaccheria edicola.

Maria Luisa Fassi nella cucina del ristorante "Gener Neuv" di proprietà dei genitori
Maria Luisa Fassi nella cucina del ristorante “Gener Neuv” di proprietà dei genitori (Web/Valdinotomagazine)

UN OMICIDIO DETTATO DALL’ODIO
Se gli inquirenti tendono a escludere a pista della rapina, si cerca di capire chi possa avere commesso un crimine così cruento e di una tale violenza che solo l’odio può generare. Già, ma chi poteva odiare Maria Luisa? La cinquantatreenne è stata descritta da tutti come persona “dolce e piena di vita, incapace di fare del male a una mosca”. Un delitto passionale? Non è da escludere. Probabilmente, la vittima conosceva il suo carnefice. Il killer ha voluto colpirla nel negozio per farla forse sembrare volutamente una rapina. Sembra infatti che sia sparito il fondo cassa. In genere una quantità di denaro sufficiente a dare il resto ai clienti, soprattutto al mattino presto quando ancora non si fanno incassi. Poche centinaia di euro tra monete e banconote.

ASSASSINO O ASSASSINA? E’ CERTO CHE L’OMICIDA E’ ANDATO VIA SPORCO DI SANGUE.
Si diceva che l’omicidio sarebbe stato commesso in meno di dieci minuti, tra le 7.35 ee le 7.45 circa. Colpita a morte Maria Luisa Fassi, l’assassino o l’assassina (non è da escludere possa essere stata una donna) è andato via rapidamente. Una cosa sembrerebbe certa, che il killer dopo un delitto così cruento è andato via sporco/a del sangue della vittima soprattutto le scarpe e gli indumenti.

IL COLTELLO E LE TELECAMERE
Con tutta probabilità il killer è andato di proposito con un coltello per portare a compimento la sua missione di morte. Gli inquirenti starebbero già ispezionando alcune registrazioni delle telecamere di sorveglianza di due distributori di benzina. Uno (Q8) al rondò di corso Volta, a pochissimi metri dalla tabaccheria, l’altro duecento metri più indietro (la Tamoil).

Da li si potrebbe risalire alle targhe delle auto o vedere chi camminava sul corso. Sembra non ci siano banche nei dintorni. Di fronte all’edicola c’è un edificio con una scuola di danza. Accanto due negozi gastronomici. Una casa di riposo di fronte la Q8, poi palazzi e altri negozietti con un grande Emporio in via Monte Rainero.

La tabaccheria dove è stata uccisa Maria Luisa Fassi
La tabaccheria dove è stata uccisa Maria Luisa Fassi (Ansa)

SCONCERTO E PAURA IN CITTA’
Il delitto di Maria Luisa Fassi ha fatto crescere la paura nella città piemontese, un tempo tranquilla: alla fine del 2014 un altro tabaccaio era stato ucciso a colpi di pistola, per rapina, e una decina di giorni fa, nel centro della città, un camionista è stato ucciso a colpo di cric, in pieno centro. Un crescendo di tensione che sta allarmando i cittadini dell’astigiano.

La famiglia Fassi nel loro locale "Gener Neuv" ad Asti
La famiglia Fassi nel loro locale “Gener Neuv” ad Asti

“UNA DONNA BEN VOLUTA DA TUTTI”
Maria Luisa Fassi era ben voluta da tutti in città. “Donna di una famiglia onesta e per bene”, racconta chi l’ha conosceva. La famiglia di Maria Luisa aveva anche un ristorante, il “Gener Neuv”, dove lei, dopo aver chiuso il negozio andava per la sua passione in cucina. “Una lavoratrice instancabile” che ha purtroppo trovato sul suo cammino un assassino crudele e senza pietà.

Referendum in Grecia. Speranza per "Oxi". Si temono brogli elettorali a favore del Si

Referendum in Grecia - La piazza di venerdi con Tispras manifestazione per il Si OXI
La piazza di venerdi con Tispras manifestazione per il SI-OXI

Referendum in Grecia. E’ una vigilia contrassegnata da sconforto e speranza quella del referendum in Grecia di domani, domenica 5 luglio.

Ieri gli ultimi appelli, domani tutti alle urne per dire NO (proposta del premier Tsipras) o per dire SI allo status quo attuale con la Troika che, se dovesse vincere il fronte del “Nai”, potrebbe tentare l’Opa sul governo greco costringendo il capo del governo ale dimissioni, come è già avvenuto nel 2011 prima in Italia con Berlusconi che passa la mano al tecnico che piace alla Troika, Mario Monti, poi in Grecia con George Papandreou che lascia a Loukas Papadīmos ex vicepresidente della Banca centrale europea, rigido artefice dell’esecuzione del piano di austerity che ha portato nel baratro il paese.

Una situazione che nasce da lontano coi creditori che tendono a stringere il cappio al collo di una Grecia moribonda e un popolo stremato dalle misure imposte da Fmi, Bce e Ue. Poi l’ultimatum di Bruxelles e il rifiuto a negoziare della Merkel. In breve la situazione è precipitata e ha convinto il governo a indire il Referendum in Grecia. Consultazione approvata dal Parlamento.

VAROUKAKIS: “CREDITORI TERRORISTI”
Non usa mezzi termini il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis in una intervista a El Mundo: “Quello che i creditori (la Troika) stanno facendo con la Grecia ha un nome solo: terrorismo”.

Un “terrorismo” anche psicologico alla vigilia del voto, le “pressioni”, i “ricatti a tutti i livelli”, le “minacce” di chiudere i rubinetti del “liquido”, ha ribadito più volte Varoufakis. Gli uomini più vicini al ministro e a Tsipras sottolineano la necessità di rivedere il sistema basato sul “debito usuraio” adottato dalla triade.

Referendum in Grecia - Greci in piazza ad una manifestazione per il Si OXI
Greci in piazza ad una manifestazione per il Si OXI

TSIPRAS: “SOPRAVVIVEREMO, VINCERA’ DEMOCRAZIA”
Ma il premier Tsipras ieri in piazza ha di nuovo rassicurato: Dopo il Referendum in Grecia “sopravviveremo lo stesso. Non possiamo piegarci ai ricatti perché la dignità ha un valore molto alto per noi. Alla fine, comunque vada, vincerà la democrazia votando No (Oxi)”. Ieri sera il capo del governo greco ha fatto un appello per il No che i sondaggisti darebbero in un testa a testa con il Sì.

TIMORI PER BROGLI ETTORALI (Κομιτάτο “ΟΧΙ” ανησυχεί για εκλογική νοθεία υπέρ του “Ναι”)
Non sono in pochi a temere che tramite la “macchina da guerra” della Troika – che è capace di “incutere paura e terrore”, mobilitare banche, finanza, media e soprattutto muovere denaro – la giornata di domani possa essere “inquinata da brogli elettorali”, sostengono fonti vicine a Oxi. Il comitato elettorale per il “No” sta tenendo alta la guardia affinché tutta il Referendum in Grecia possa svolgersi in trasparenza senza “influenze, ingerenze e contaminazioni” in favore del Si. Brogli che del resto si sono già registrati in altri paesi in occasione di referendum sull’euro con pressioni molto forti sulla popolazione attraverso i media controllati dalla finanza e influenzati da Fmi, Ue e Bce. 

LA MINACCIA DI UN PRELIEVO FORZOSO POI SMENTITO
E a proposito di media che fanno capo alla finanza, ad aumentare la tensione arrivano le voci, raccolte dal “Financial Times”, secondo le quali gli istituti bancari ellenici sarebbero pronti a un prelievo forzoso dai depositi bancari dei contribuenti. Voci smentite sia dall’associazione delle banche greche, sia dal ministro delle Finanze Varoufakis che le ha definite “maliziose”.

Referendum in Grecia - Greci in piazza ad una manifestazione per il Si OXI
Greci in piazza ad una manifestazione per il Si OXI

Secondo la “teoria” del FT, che cita fonti fonti degli istituti finanziari e del mondo degli affari ellenici, le banche greche starebbero preparando dei piani di emergenza che comprendono un prelievo forzoso sui conti correnti nel caso in cui dopo il Referendum in Grecia la crisi si acuisca.

LA REPLICA DI VAROUFAKIS “VOCI MALIZIOSE”
“L’articolo del Financial Times – scrive su Twitter il ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis – su un possibile prelievo forzoso dei conti si basa su voci maliziose che l’Associazione delle Banche Greche ha smentito questa mattina”.

Giallo sull'omicidio a Roma. Egiziano incaprettato e rinchiuso in un sacco. Identico delitto nel 2013 alla Marcigliana

Omicidio a Roma - Il sacco nero con dentro il cadavere incaprettato dell'uomo (Proto)
Il sacco nero con dentro il cadavere incaprettato dell’uomo (Proto)

Omicidio a Roma. Ed è giallo. Il corpo senza vita di un uomo egiziano è stato trovato in strada a Roma incaprettato e rinchiuso all’interno di un sacco nero. Si tratta di Hashem El Sayed Gaafar Abou El Hamd, 47 anni, da molti anni residente a Roma, proveniente da Il Cairo. Il fratello ne aveva denunciato la scomprsa quanche giorno prima.

La scoperta choc l’ha fatta un pasticciere intorno alle 7 di sabato mattina in via Pietro Cartoni all’altezza del numero civico 193, nel quartiere Monteverde, a sud ovest della Capitale.

TROVATO INCAPRETTATO RINCHIUSO DENTRO UN SACCO
Scattato l’allarme, sul posto si sono recate le forze dell’Ordine insieme alla Scientifica per i primi rilievi. Secondo le prime informazioni, aveva le mani e i piedi legati, classico omicidio da incaprettamento. Sembra che la vittima sia di carnagione chiara, sebbene, come si vede dalle foto (sensibili) sia stato incappucciato e poi legato. Morto soffocato.

LA VITTIMA UN EGIZIANO DI 47 ANNI. FRATELLO AVEVA DENUNCIATO LA SCOMPARSA IL 1 LUGLIO.
Dai primi accertamenti della Polizia sembra che la vittima sia Hashem El Sayed Gaafar Abou El Hamd, 47 anni, da più un decennio in Italia. Si sarebbe giunti a questa conclusione grazie al riconoscimento fatto dal fratello Amed Gaafar che ne aveva denunciato la scomparsa il 1 luglio scorso. Secondo quanto riferito dal fratello, la vittima era interessato ad aprire un negozio di frutta e verdura non lontano dal luogo del ritrovamento. Di tanto in tanto vendeva anche fiori. Si arrangiava come poteva, per sbarcare il lunario. Appena appresa la notizia del ritrovamento di un cadavere in quella via, il fratello è subito accorso sul posto visibilmente preoccupato pronunciando ai presenti: “Me lo sento, è lui!”. Da quanto raccontato da testimoni, sembra che la vittima era coniugato e la moglie fosse in gravidanza.

Un uomo di origine maghrebina in apprensione per il fratello scomparso il 1 luglio
Un uomo in apprensione per il fratello scomparso il 1 luglio. La vittima  è stato accertato che è il congiunto.

 

INQUIETANTE PRECEDENTE NEL 2013. UN ALTRO FRUTTIVENDOLO EGIZIANO INCAPRETTATO
Non è la prima volta di un egiziano morto incaprettato a Roma. Il 29 ottobre 2013 è stato ritrovato alla Marcigliana un egiziano morto con le stesse modalità: incaprettamento. Il corpo mani e piedi legati fu ritrovato in una boscaglia, nei pressi di un laghetto. La vittima si chiamava Ebrahim Mohamed Lashein, 52 anni, anche lui come la vittima di stamane fruttivendolo e che aveva un negozio di frutta e verdura in zona Balduina. Allora a coordinare le indagini furono il pm Pietro Pollidori, d’intesa con l’aggiunto Pierfilippo Laviani, lo stesso magistrato che si sta occupando del delitto odierno. Tra le ipotesi al vaglio nel 2013 c’era quella di un tentativo di sequestro lampo finito male, maturato per una qualche rivalsa. Al momento non è dato sapere se ci sia un nesso tra i due violenti omicidi.

APERTO FASCICOLO CONTRO IGNOTI PER OMICIDIO VOLONTARIO
Sul macabro omicidio a Roma indaga la Squadra Mobile che non esclude nessuna pista
. Dai primi esami sembra che sul cadavere non vi siano ferite di colpi d’arma da fuoco. In ogni caso, solo l’esame autoptico, disposto dalla procura, chiarirà la dinamica della morte. Gli accertamenti si tengono sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani, magistrato che ha aperto un fascicolo contro ignoti per il reato di omicidio volontario che avrebbe già qualche indizio avendo seguito l’omicidio di due anni fa alla Marcigliana.

REGOLAMENTO DI CONTI O PISTA MAFIOSA LEGATA AL RACKET? 
Il sacco contenente il cadavere è stato ritrovato tra due auto parcheggiate nella via Cartoni. Ancora ignoto il movente. Potrebbe trattarsi di un regolamento di conti, di un delitto passionale o ancora, ipotesi più inquietante, di un omicidio mafioso. Gli inquirenti non escludono possa trattarsi del racket delle estorsioni negli ambienti ambulanti e di persone che vendono frutta e ortaggi anche al mercato o per strada. Un giro, quello del racket, gestito dalla criminalità organizzata. Accertato che si tratta dell’uomo egiziano la cui scomparsa era stata denunciata a inizio del mese, gli inquirenti cercano di scavare nella vita dell’uomo per capire i movimenti degli ultimi giorni e gli eventuali contrasti o liti avuti dalla vittima prima di morire.

PER INCAPRETTARE UOMO SERVONO PIU’ PERSONE. FORSE DEI COMPLICI?
Gli inquirenti non escludono nessuna pista. Tuttavia l’omicidio per incaprettamento veniva usato molti anni fa dalla Mafia in Sicilia e non solo per punire i “traditori”. Per un delitto cosi efferato servono comunque più persone. Almeno una che tiene immobilizzata la vittima, mentre il complice la lega per poi provocare la morte per soffocamento, o con altro. Saranno comunque gli esami degli inquirenti a svelare maggiori dettagli del delitto.

ATTENZIONE, IMMAGINI SENSIBILI. SI RACCOMANDA LA VISIONE A PUBBLICO ADULTO

LE TELECAMERE DI SORVEGLIANZA
Da quanto si apprende, la Polizia ha interrogato alcuni vicini, mentre si sta procedendo a visualizzare le registrazioni delle telecamere di sicurezza poste intorno al quartiere. Da una prima disamina della Scientifica sembra che l’omicidio sia avvenuto da alcuni giorni. E’ presumibile che l’uomo sia stato ucciso altrove e “scaricato” poi all’alba tra le auto parcheggiate in via Cartoni di fronte ad una pasticceria, vicino i cassonetti della spazzatura accanto a cui c’era una grossa valigia, sequestrata dalla Polizia, in cui sarebbe stato nascosto il bustone nero col cadavere.

Sale la tensione ad Atene. Se vince il "No" Tsipras "potrebbe battere moneta" come han fatto Usa e Giappone

Cordone della Polizia ad Atene e un manifestante a terra
Cordone della Polizia ad Atene e un manifestante a terra (Ansa)

ATENE – Venerdi incandescente ad Atene dove i fronti opposti del “Si” e del “No” stanno facendo comizi per cercare di convincere i cittadini a votare a favore della proposta Tsipras o per la Troika.

Circa trecento persone col volto coperto, che sarebbero sostenitori del “No”, hanno cercato di introdursi in una manifestazione del Si. Nel tentativo di forzare il cordone di polizia all’inizio di via Ermou, che si immette nella centralissima piazza Syntagma, ci sono stati brevi tafferugli con la polizia, poi tutto sembra essere tornato sotto il controllo delle forze dell’ordine greche.

Il clima che si respira ad Atene è arroventato. Centinaia di persone in coda ai bancomat per prelevare 50 euro anziché i 60 previsti. Pensionati in lacrime dopo ore di attesa estenuante per ritirare la pensione settimanale di 120 euro. Una situazione che sta di ora in ora precipitando.

Sul fronte politico ed elettorale sono incessanti gli appelli per il Si e per il No. Il premier Tsipras ha ribadito che quella posta in essere da Fmi, Ue e Bce è “un ricatto”, motivo per cui è stato “convinto” a indire un referendum poiché “la dignità dei greci è stata calpestata”. Il ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, ha detto che se dovesse vincere il fronte del Si si dimette dall’incarico, stessa cosa potrebbe fare il primoo ministro Tsipras che ha lanciato un altro appello per il “No”, garantendo che una bocciatura darebbe ad Atene quella “forza” negoziale che le consentirebbe di strappare un taglio del debito del 30%.

Di parere contrario sia il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, secondo cui in caso di bocciatura la posizione del Paese sarebbe “drammaticamente indebolita”, nonché la posizione del ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, che ritiene la situazione di Atene “notevolmente peggiorata”.

DISPERATO PER LA TROIKA. Un pensionato in lacrime vicino una banca ad Atene
DISPERATO PER LA TROIKA. Un pensionato in lacrime vicino una banca ad Atene (Afp/Getty)

Atene stretta nella morsa della Troika e che solo il voto di domenica potrà dire se un eventuale default, già dichiarato da alcune agenzie di rating filo Ue, porterebbe oltre il baratro la Grecia che già da anni è di fatto nel baratro. L’austerity imposta da Bruxelles ha portato al collasso il paese e i cittadini costretti a vedersi decimate pensioni e stipendi e azzerato il potere d’acquisto.

C’è chi sostiene che al di là dell’esito della consultazione la Grecia perderebbe in ogni caso il potere negoziale con Fmi, Bce e Ue. Dall’altra parte vi sono esperti che non escludono che Atene “possa tornare a battere la Dracma o affiancare l’euro con una moneta complementare” svalutando la moneta del 40 percento e rilanciare l’economia con esportazioni (poche) e col turismo. Un po’ sulla scorta di quanto fatto dagli Usa quando chiesero alla Fed di stampare 700 miliardi di dollari da immettere in circolazione e il Giappone ha fatto la stessa cosa per uscire dalla crisi. Dollaro e Yen per qualche tempo svalutato, inflazione su, ma oggi il Pil di quei paesi supera il 5/6% di crescita l’anno.

C’è chi accusa soprattutto la Germania di questa situazione: “Anche la Grecia con miliardi di Dracma ha contribuito alla riunificazione della Germania”, costata centinaia di miliardi di euro spalmati tra i 450 milioni di cittadini europei. “Un piano Marshall solo per la Merkel (allora non c’era, ndr) che ora chiede a noi la restituzione di debiti quando loro sono stati i primi a non ripagare i loro di insoluti”, si legge sul web. In una altro post ci si chiede “come mai la Germania, uscita sconfitta dalla Seconda Guerra Mondiale, dopo la riunificazione che abbiamo pagata noi, è diventata la prima economia dell’eurozona?”. Per altro, osserva qualcun altro, “alla Germania sono stati “abbonati” i debiti di guerra”.

Intanto, la partita referendaria si gioca anche sui Social e non sono pochi i sostenitori del “No” pro Tsipras. “Forza Alexis, in Italia tifiamo tutti per te”, è un commento riferito dall’Italia ma in tutti gli angoli del pianeta da Facebook a Twitter ad altri è un coro di solidarietà globale verso il popolo greco con gli hashtag #Oxi (NO) #Greferendum e #Democracy. Democrazia, che non a caso deriva dal greco: δῆμος (démos): popolo e κράτος (cràtos): potere. Potere al popolo o “Governo del popolo”, inventato nell’Acropoli di Atene ed esportata in tutto il mondo occidentale.

Cpl Concordia, indagato per mafia Diana, icona anticamorra. Saviano lo definì un "eroe"

Lorenzo Diana in una manifestazione anticamorra del 2008 - Colpito da divieto di dimora dalla Dda di Napoli per presunti abuso d'ufficio e concorso esterno per appalti Cpl Concordia
Lorenzo Diana in una manifestazione anticamorra del 2008, citato “eroe” antimafia in Gomorra da Roberto Saviano (Lapresse)

Cpl Concordia, si allarga l’inchiesta della Dda di Napoli sugli appalti di metanizzazione in cui, a fine marzo 2015, era finito agli arresti il sindaco Pd di Ischia Giuseppe “Giosi” Ferrandino.

Sono otto le misure cautelari, di cui sei arresti, eseguite dai Carabinieri del Noe nell’ambito dell’inchiesta della procura partenopea sui rapporti con i clan dei Casalesi relativi ad appalti per la metanizzazione in vari comuni del Casertano.

Fra i destinatari di un’ordinanza in carcere vi è anche l’ex presidente della Cpl, Roberto Casari, già ai domiciliari dalla prima inchiesta di marzo. Delle otto misure cautelari, quattro sono ordinanze di custodia in carcere, due ai domiciliari e due sono divieti di dimora.

Da sinistra Lorenzo Diana e Raffaele Cantone  in un incontro del 2011 a Napoli
Da sinistra Lorenzo Diana e Raffaele Cantone in un incontro del 2011 a Napoli (Ansa/Fusco)

DIVIETO DI DIMORA PER ICONA ANTIMAFIA DIANA 
Un divieto di dimora è stato disposto nell’inchiesta sulla Cpl Concordia nei confronti dell’ex parlamentare Pd ed ex componente della Commissione Antimafia Lorenzo Diana, accusato di presunto abuso di ufficio e indagato dalla Dda per presunto concorso esterno in associazione mafiosa per gli appalti alla Concordia. Diana è definito da molti “icona anticamorra”.

DIANA: “SEMBRA DI ESSERE SU SCHERZI A PARTE”
“Non ho letto ancora il provvedimento – ha detto in proposito l’ex parlamentare Diana interpellato dall’Ansa – e cosa mi si addebita. Mi sembra di essere tra un sogno e Scherzi a parte”.

CHI E’ LORENZO DIANA
Lorenzo Diana, 66 anni, originario di San Cipriano d’Aversa (Caserta), è molto noto per il suo impegno e la sua lotta contro la camorra e la criminalità organizzata. E’ stato più volte minacciato dal clan dei Casalesi che progettò anche di ucciderlo. Roberto Saviano lo cita in “Gomorra” alle pagine 251-252, indicandolo “come un vero eroe della lotta alle mafie, coraggioso e attaccato alla sua terra d’origine”, viene ricordato su Wikipedia.

Diana è stato deputato dei Democratici di Sinistra dal 1994 ed è stato componente delle Commissioni Lavori Pubblici e della Commissione parlamentare Antimafia. Nel 1996 è stato eletto al Senato ed è diventato Segretario della medesima commissione. Nel 2001 è stato rieletto alla Camera con l’Ulivo. Fra i riconoscimenti attribuitigli, vi è anche il Premio Borsellino 2008.

Roberto Casari ex presidente della Cpl Concordia
Roberto Casari ex presidente della Cpl Concordia

CHE COS’E’ LA CPL CONCORDIA
La Cpl Concordia, con sede a Concordia sulla Secchia, nel Modenese – al centro dell’inchiesta della procura di Napoli sulle presunte tangenti per la metanizzazione dell’isola d’Ischia – è una cooperativa storica, nata nel 1899. Negli atti dell’inchiesta viene definita una “tra le più antiche cosiddette ‘cooperative rosse’”.

La Cpl Concordia opera a livello internazionale, con 1.800 addetti e 70 società controllate e collegate in tutto il mondo e un fatturato consolidato di 461 milioni nel 2014. Si tratta di un gruppo cooperativo cosiddetto “Multiutility” che si occupa di energia in tutti i suoi aspetti: dall’approvvigionamento e distribuzione alla vendita e contabilizzazione di gas ed elettricità, alla produzione mediante sistemi tradizionali o impianti rinnovabili. L’attuale presidente è Mario Guarnieri. Il precedente, Roberto Casari, già arrestato il 30 marzo scorso, era andato in pensione il 30 gennaio. Nella prima inchiesta nelle carte era finito anche l’ex premier Massimo D’Alema.

Referendum Grecia, Krugman e Stiglitz: Perché votare "No"

Referendum Grecia όχι significa NO nai significa SI“Referendum Grecia”. E’ questa la notizia che da giorni campeggia su tutti i media dell’eurozona. Il timore che il popolo greco, già schiacciato da una recessione impressionante, fa tremare gli azionisti di maggioranza dell’Ue, Germania in primis.

Per dirla con una mefatora la Grecia oggi è un malato allo stato terminale cui gli si chiede di proseguire la cura imposta dalla Troika che lo sta portando alla tomba. Il malato dice basta:

“Tentiamo una cura alternativa. Chissà, magari sopravviverò, non potrei andare oltre il fondo del baratro in cui mi trovo”. E nessuno può immaginare come andrà se dovesse vincere la linea del “No” promossa da Tsipras. Per il semplice fatto che non c’è mai stato un referendum del genere. E allora perché non provare.

Molto calzante anche l’esempio dell’usuraio. La Grecia si è rivolta allo strozzino per risolvere dei problemi. L’usuraio (Fmi, Bce e Ue) gli presta i soldi ma la pressa e la ricatta per la restituzione del capitale più interessi da capogiro. A questo punto lo Stato si ribella e dice “basta, ti denuncio!”. La vittima, va dal popolo e chiede loro un referendum per sapere se restituire il denaro allo strozzino o no. Una cosa sembra essere certa: è che la Grecia con la cura della Troika si trova in un vicolo cieco, senza scampo.

Da sinistra Krugman, (per il NO) Stiglitz (per il NO) e Pissarides (per il SI)  Referendum Grecia
Da sinistra Krugman, (per il NO) Stiglitz (per il NO) e Pissarides (per il SI)

Mancano due giorni al referendum dal premier Alexis Tsipras. Tre Premi Nobel all’economia si schierano con motivazioni diverse su fronti opposti. Joseph Stiglitz e Paul Krugman sono per il “No”, cioè per bocciare il piano dei creditori di Bce, Fmi e Ue, mentre Christopher Pissarides spinge per il “Si”, al fianco della Troika.

Joseph Stiglitz: “Se vince il “Si”, depressione infinita. I giovani pagheranno il conto più salato” 
“Dire si al referendum significherà una depressione infinita”, dice Stiglitz, spiegando che mentre la Grecia otterrà gli aiuti, la sua gente e soprattutto i giovani pagheranno “il prezzo più salato”. Il risultato, dice, potrebbe essere quello “di un paese impoverito che ha svenduto tutti i suoi beni”.

Secondo il professore della Columbia University, la cura da cavallo imposta dalla Troika – Ue, Bce, Fmi – ha provocato un crollo senza precedenti del Pil, -25% negli ultimi cinque anni, e fatto schizzare a livelli record la disoccupazione in Grecia, con quella giovanile oltre il 60%. Inoltre, sottolinea Stiglitz, viene chiesto ad Atene di raggiungere un avanzo primario del 3,5% entro il 2018.“Una misura tanto punitiva da aggravare ulteriormente la crisi”, afferma il Premio Nobel, invitando quindi i greci a votare “no” per mettere fine ad un’austerità senza fine.

Paul Krugman: “Meglio per la Grecia uscire dall’euro. Una svalutazione della dracma potrebbe spianare strada a ripresa come avvenuto in altri paesi”
Sulla stessa linea di Stiglitz si schiera anche Paul Krugman. “La Grecia deve votare ‘no’ e il governo deve essere pronto a uscire dall’euro”, afferma l’economista. “La troika vuole proseguire all’infinito con le stesse politiche di austerità. Dov’e’ la speranza in questo”? si domanda Krugman. “Forse sarebbe meglio per la Grecia uscire dall’euro e tornare alla dracma” perché “una svalutazione della moneta non creerebbe una situazione più caotica di quella che c’e’ adesso e potrebbe spianare la strada ad una possibile ripresa, come è già avvenuto altre volte in altri paesi”, spiega il Premio Nobel.

Christopher Pissarides: “Se dovesse vincere il No si entrerebbe in un vicolo cieco”
“Io voterei si’ ed invito tutti a fare lo stesso perché col “no” si entrerebbe in un vicolo cieco che porterà direttamente alla Grexit”, sostiene Christopher Pissarides. Secondo l’ economista britannico-cipriota, vincitore del Premio Nobel per l’economia nel 2010, “non è possibile rimanere nell’euro e continuare ad avere liquidità dalla Banca Centrale Europea per far funzionare le banche” votando no. “La Grecia sprofonderà ancora di più in recessione”, sottolinea. “Con le banche chiuse i greci stanno vedendo quanto sia difficile far funzionare il sistema finanziario” di un Paese e “quindi spero votino si”. Senza un accordo ma con “una Grexit e un passaggio a una nuova dracma, per la Grecia sarebbe un disastro. Le banche collasseranno perché i correntisti preleveranno denaro dai bancomat nel timore di non di poterlo fare successivamente”.

De Luca respira fino al 17 luglio. Tribunale sospende la Severino. Così può nominare la giunta

Il governatore della Campania Vincenzo De Luca
Il governatore della Campania Vincenzo De Luca

De Luca avrà ossigeno. Potrà insediarsi e nominare la sua giunta. Poi attenderà fino al 17 luglio.

E’ stato infatti accolto dal tribunale civile di Napoli, presidente Gabriele Cioffi, il ricorso d’urgenza d’urgenza presentato dai legali di Vincenzo De Luca. Come si ricorderà, De Luca era stato eletto presidente della Regione Campania ed è stato sospeso per effetto della Legge Severino. Ora l’ex sindaco sceriffo potrà partecipare al primo Consiglio – che era stato rinviato – e nominare la Giunta con il vicepresidente.

SOSPESA LA SOSPENSIONE. SI TORNA IN AULA IL 17 LUGLIO. GIUSTO IL TEMPO DI FORMARE LA GIUNTA.
Lo stesso giudice Cioffi ha anche fissato appunto per il 17 luglio prossimo una seduta collegiale per valutare se confermare, modificare o revocare la sospensiva della sospensione di oggi. Una decisione “ponte”, quella del giudice che nell’interpretare la norma ha tenuto in forte considerazione il rischio paralisi alla Regione, già nel caos.

In questo modo De Luca avrà modo di nominare la giunta regionale della Campania e il suo vice che nel caso di revoca della sospensiva la Regione potrà comunque essere governata senza rischi di decadenza per il Consiglio regionale. Ci sarà comunque un altro appuntamento importante in tribunale: il 20 novembre prossimo i giudici del tribunale civile entreranno nel merito della vicenda. Data fissata dopo la presentazione di un ricorso bis da parte dei legali.

Lunedì gli avvocati di De Luca avevano presentato un primo ricorso d’urgenza ex art. 700 per chiedere la sospensiva, sulla scia dell’analogo caso del sindaco di Napoli Luigi De Magistris (la sezione del tribunale è la stessa), poi reintegrato dopo la sospensione.

UN TWITT DI DE LUCA: “LAVORO PER RISOLVERE I PROBLEMI”

Il tribunale di Napoli ha dato così ragione ai legali del governatore, disponendo la sospensiva della sospensione che era stata firmata da Renzi e trasmetta al prefetto di Napoli che a sua volta l’aveva inviata al consigliere anziano Rosetta D’Amelio la quale aveva fissato il primo consiglio il 29 giugno scorso, poi fatto slittare evidentemente per dare tempo ai legali di De Luca di studiare le strategie difensive.

LA NOTA DEL TRIBUNALE
Il presidente del tribunale partenopeo Ettore Ferrara ha diramato una nota con la quale si motiva la decisione. “Con riferimento al ricorso ex articolo 700 del Codice di procedura civile – spiega – promosso in via d’urgenza dal neo eletto governatore della Campania, Vincenzo De Luca, per la sospensiva del Decreto del presidente del consiglio dei ministri che ha disposto la sospensione del medesimo dalla indicata carica, come già avvenuto in precedente analoga circostanza (caso de Magistris, ndr) atteso l’evidente rilievo mediatico assunto in questi giorni dalla questione e l’interesse pubblico sotteso comunico che con decreto “inaudita altera parte” depositato oggi dal presidente della sezione competente a provvedere, il Tribunale ha sospeso provvisoriamente l’efficacia del provvedimento fissando per il giorno 17 luglio l’udienza dinanzi al Collegio per la comparizione delle parti e per la conferma, la modifica o la revoca del decreto stesso”, ha concluso il presidente Ferrara.

Studio dell'università di Cambridge: L'ovulazione rende la donna più attraente

Ovulazione rende la donna attraenteGli uomini sono attratti dalle donne quando sono nel ciclo più elevato di di ovulazione. Lo rivela uno studio dell’Università di Cambridge.

I ricercatori affermano che durante la fertilità le donne cambiano colore della pelle. L’aumento dell’arrossamento delle guance scatenerebbe l’attrazione dell’uomo. Questo dato era stato confutato in studi precedenti, ma nell’ultima ricerca, gli studiosi confermano che il rossore del viso è uno dei fattori determinanti a far scattare la reazione degli ormoni maschili.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Plos One , è lo studio più completo di volti femminili durante il ciclo dell’ovulazione, dicono i ricercatori. Il gruppo di studiosi ha preso in esame 22 donne che ha fotografato senza trucco allo stesso orario e tutti giorni per un mese. La camera usata è stata calibrata per captare in modo più accurato i colori della pelle. Si tratta di una macchina fotografica scientifica modificata, la stessa che viene utilizzata per studiare i fenomeni di mimetizzazione della fauna selvatica.

I ricercatori, grazie a una serie di analisi e strumenti scientifici ad hoc, hanno scoperto che il rossore variava significativamente in tutto il ciclo di fertilità, con un picco durante l’ovulazione più avanzata. E che rimaneva elevato durante le ultime fasi del ciclo, prima delle mestruazioni, dopo le quali i livelli di rossore diminuiscono.

I cambiamenti sono netti e regolari, ma non rilevabili a occhio nudo, precisano gli studiosi. “Le donne non pubblicizzano l’ovulazione, ma sembrano far trapelare informazioni” subliminali che si rivelano preziose in questa fase, come dimostra il fatto che il loro viso “è più attraente per gli uomini” in questi giorni, commenta Hannah Rowland, che ha condotto lo studio insieme a Robert Burriss della Northumbria University.

Insomma, “il rossore potrebbe essere un pezzo di un puzzle più vasto”. In grado di spiegare le leggi dell’attrazione. Tutti i primati, compresi gli esseri umani, sono attirati dal rosso, ricordano ancora gli autori dello studio. E ormai le donne possono inconsciamente aumentare il rossore del viso durante l’ovulazione attraverso il make-up, gli accessori o gli abiti.

“Già nel 1970, gli scienziati stavano studiando i segnali involontari della fertilità, come cambiamenti di colore della pelle possono essere sostituiti con i segnali di attrazione volontaria come l’abbigliamento e il comportamento”, ha detto Burriss.

“Siamo stati in grado di reclutare studenti in un numero di college e fotografare le donne poco prima di cena in collegio ogni sera. Il lavoro di routine, la costanza e le reti collegiali erano vitali per la raccolta di dati con tale regolarità”, ha detto Rowland.

Piano antiterrorismo, ecco la "difesa" in caso di attacco. VIDEO

Piano antiterrorismo, Roma sembra essere pronta, almeno nella difesa. Il Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco è un evento di portata colossale. Sarà l’Expo spirituale, ma anche una “occasione ghiotta” per terroristi organizzati o cani sciolti per fare attentati o azioni dimostrative. L’evento attrae milioni di fedeli che si recherenanno nella Città Eterna per visitare tutto ciò che Roma offre in termini di luoghi sacri, a cominciare dal Vaticano.

Se da una una parte si lavora per l’evento che avrà inizio a dicembre 2015 per finire a novembre 2016, dall’altro fervono i preparativi sulla sicurezza, cioè proteggere dalle insidie del terrorismo cittadini e obiettivi sensibili. C’e un piano per la difesa.

Proprio nei giorni scorsi a Londra c’è stata una maxi esercitazione simulativa che ha impegnato un migliaio di persone tra agenti, soccorritori e finte vittime. L’iniziativa, durata due giorni, era stata programmata in seguito all’attacco in Francia a gennaio ed è stata messa in atto da Scotland Yard pochi giorni dopo l’attentato in Tunisia costato la vita a una trentina di persone, tra cui 21 turisti britannici.

Poliziotti a San PietroGli 007 italiani insieme alle forze dell’Ordine, protezione civile, tutti i corpi dello Stato, hanno studiato un Piano antiterrorismo strategico di cui l’Ansa ne è venuta a conoscenza. Si tratta di un programma di difesa articolato studiato nei minimi dettagli e capace, secondo il documento, di far fronte a eventuali attentati terroristici.

Il piano antiterrorismo del governo
Il piano antiterrorismo del governo (Ansa)

A Roma, decine di scuole, monumenti, stazioni, luoghi istituzionali, ambasciate e persino centri commerciali: Nella capitale hanno studiato strategie di emergenza per ognuno di questi obiettivi sensibili in caso di attentato. Forze dell’Ordine e Viminale hanno composto il “risiko” dei movimenti all’interno della Capitale dopo gli episodi in Tunisia, a Parigi, l’attentato a Charlie Hebdo e le continue minacce dell’Isis all’Italia.

Misure sicurezza antiterrorismo Colosseo
Misure sicurezza antiterrorismo Colosseo (Ansa)

Il programma di emergenza di cui è venuta in possesso l’agenzia di Stampa – è stato messo a punto dopo mesi di lavoro: ognuno delle centinaia di punti sensibili della città ha un file dedicato, che contiene un ordine ben preciso con un sistema “ad ingranaggi” e l’entrata in campo di forze dell’ordine e soccorritori, pronto a scattare dall’istante dell’attacco e difendersi.

Secondo il Piano antiterrorismo per il Giubileo tra i più imponenti e significativi obiettivi sensibili ci sono San Pietro e il Colosseo. Il piano per l’Anfiteatro Flavio è un esempio: nel raggio di chilometri – rivela l’Ansa dal documento in esclusiva – dal punto dell’eventuale attacco, la zona viene messa in sicurezza ed isolata, con l’intervento di Nocs, Digos, vigili del fuoco, protezione civile e ambulanze pronti a muoversi tra le cosiddette “zone calde” e “zone tiepide”, come si vede nell’infografica in video. Nell’ipotesi dello scoppio di un ordigno, i primi a raggiungere l’epicentro dell’attacco sono i nuclei Nbcr (Nucleare Biologico Chimico Radiologico) dei vigili del fuoco.

Il sottosegretario all'Intelligence Marco Minniti
Il sottosegretario all’Intelligence Marco Minniti

I reparti antiterrorismo cinturano la zona e le ambulanze restano nella zona tiepida per far partire i mezzi. Ai Fori Imperiali vengono sistemate una sala operativa mobile e un’area sanitaria per soccorrere eventuali feriti. Al Circo Massimo atterra l’eliambulanza. Da via dei Fori Imperiali a via San Giovanni in Laterano, l’arco di Costantino e dall’altra parte il parco di Colle Oppio, delimitano la zona calda e quella tiepida. I mezzi di soccorso, ammassati in uno specifico punto, sono pronti a trasportare eventuali feriti al più vicino Ospedale San Giovanni e, a seguire, nelle altre strutture.

In un eventuale attentato a piazza San Pietro, nel caso di un attacco all’interno dell’area del Vaticano, la zona calda viene delimitata dalla piazza e dal colonnato del Bernini. Nelle piazze adiacenti atterrano elicotteri ed eliambulanze pronti a decollare, oltre a quelli già in volo. Ospedale di riferimento, in questo caso, è invece il Santo Spirito.

Simulazione antiterrorismo a Londra
Simulazione antiterrorismo a Londra

L’eliambulanza decolla e atterra a largo Giovanni XXIII e i mezzi di soccorso in via della Conciliazione, con la Sala Operativa Mobile vicina al Colonnato. Tutti i piani prevedono uno stravolgimento del sistema di viabilità in tutta la città per permettere a forze dell’ordine, vigili del fuoco, ambulanze e altri mezzi di soccorso di raggiungere le zone calda e tiepida. Una macchina che si attiva e cambia completamente in base al luogo dell’attacco, per limitare i danni e prevenire stragi e altri spargimenti di sangue all’insegna della jihad.

Una donna che ha preso parte alla simulazione a Londra
Una donna che ha preso parte alla simulazione a Londra

Questo, secondo il Piano antiterrorismo, i cui stralci sono stati diffusi dall’Ansa in caso di attentati nella Capitale. Dall’altra parte si lavora in modo serrato alla prevenzione. Il Viminale intende schierare migliaia di uomini e l’intelligence guidata dal sottosegretario Marco Minniti (dal quale insieme ad altri scaturisce l’iniziativa di difesa essendo il capo dei Servizi segreti) si è attivata, insieme al ministero dell’Interno e tutte le forze di sicurezza, per prevenire il peggio a Roma e anche in altre zone “calde” del Paese.

Non solo i migliori uomini ma anche le più moderne tecnologie a disposizione per un lavoro di squadra svolto “dietro le quinte”, cioè invisibile. Un lavoro con sforzi decuplicati e un solo obiettivo: garantire la sicurezza nazionale e la protezione dei cittadini. A questo si sommano le ultime durissime norme contro il terrorismo varate da governo e parlamento.

Pianificavano attacchi in Italia. Due blitz anti Isis: 12 arresti, tra cui famiglia italiana convertita

Maria Giulia Sergio l'italiana convertita all'Islam e foreign fighter in Siria al servizio dell'Isis
Maria Giulia Sergio l’italiana convertita all’Islam e foreign fighter in Siria al servizio dell’Isis

Due blitz anti Isis stamane in Italia. A Roma due cittadini maghrebini sono stati arrestati all’alba dai carabinieri del Ros con l’accusa di terrorismo internazionale. Un terzo indagato è già in carcere in Marocco per reati di terrorismo. Al centro delle indagini della procura di Roma una cellula di matrice qaedista che “si proponeva anche – sottolineano gli investigatori – la pianificazione ed esecuzioni di atti terroristici in Italia e in Nord Africa”.

La presunta cellula terroristica romana nel mirino dei carabinieri del Ros è risultata dedita al proselitismo, all’indottrinamento e all’addestramento attraverso un sito internet creato e gestito dagli stessi indagati.

Intanto un blitz della Polizia ha portato nelle province di Milano, Bergamo e Grosseto e in una cittadina dell’Albania all’arresto di 10 persone appartenenti a due gruppi famigliari e ritenute pronte a partire per combattere in Siria. Si tratta di 4 cittadini italiani, 5 albanesi e un cittadino canadese. Sono tutti accusati a vario titolo di presunta associazione con finalità di terrorismo.

Gli arrestati dell'operazione antiterrorismo effettuata tra l'Italia e l'Albania
Gli arrestati dell’operazione antiterrorismo effettuata tra l’Italia e l’Albania (Ansa/Porta)

L’inchiesta antiterrorismo denominata  “Martese” condotta dalla Digos della Polizia di Stato ha riguardato due famiglie, una composta da italiani convertiti da qualche anno all’Islam e determinati secondo le indagini a partire per la Siria, l’altra formata da cittadini di nazionalità albanese residenti nella provincia grossetana.

Il legame tra i due nuclei familiari è rappresentato dal matrimonio tra una ragazza italiana e un albanese, che dopo le nozze del settembre scorso avrebbero deciso di partire assieme per combattere in Siria. Gli arrestati sono dunque 4 italiani, un canadese e 5 albanesi, accusati a vario titolo di associazione con finalità di terrorismo.

Tra questi il padre, la madre e la sorella di Maria Giulia Sergio detta “Fatima”, 28 anni, originaria di Torre del Greco, convertita all’Islam nel 2009 partita da tempo come presunta foreign fighter in Siria e già nota alle forze di sicurezza italiane. La famiglia della ragazza vive a Inzago, nel Milanese.

Miliziani dell'Isis smantellata cellula in Italia - Blitz antiterrorismo anti isis“Le attività tecniche degli investigatori”, spiega una nota della Polizia, “hanno consentito di ricostruire il percorso seguito dalla giovane coppia per raggiungere la Siria. Attraverso l’intercettazione dell’utenza, in uso a un coordinatore dell’organizzazione dei foreign fighters dello Stato Islamico, è stato possibile ricostruire l’attività di smistamento degli stranieri che da varie parti del mondo partono per raggiungere il Califfato.

Intanto l’Europa dichiara guerra alla propaganda dell’Isis sul web: al via la task force di Europol per dare la caccia agli estremisti impegnati nel reclutamento on-line di combattenti e mogli della jihad da inviare in Siria e Iraq. Lo annuncia il coordinatore antiterrorismo Ue Gilles de Kerchove.

Disastro aereo in Indonesia. Cargo precipita su villaggio. 113 morti

Disastro aereo a Meidan, Indonesia – Sono almeno 113 i morti nell’incidente aereo che ha coinvolto un C-130 precipitato a Maden, in Indonesia. Lo riferisce il comandante dell’aeronautica Agus Dwi Putranto, citato da Russia Today.

Si tratta delle 113 persone che si trovavano a bordo dell’aereo. Non è ancora noto il bilancio di eventuali vittime a terra ma le autorità temono che il numero tenda a salire.

Un team di soccorritori è sul posto mentre i pompieri sono al lavoro per spegnere le fiamme che si sono propagate a case e negozi

Media locali, “C-130 aveva chiesto di tornare alla base”
L’aereo è precipitato poco dopo il decollo dall’aeroporto Polonia alle 11.48 locali. Secondo media indonesiani, prima di precipitare, il pilota avrebbe chiesto alla torre di controllo di poter “tornare alla base”. Non è ancora chiara la dinamica del disastro. Le autorità stanno cercando di incrociare tutti i dati sul radar, mentre uomini della sicurezza stanno cercando le scatole nere, oltre naturalmente a ricercare eventuali superstiti.

“Sembra che non ci siano sopravvissuti”, ha detto a Metro Tv il maresciallo dell’aeronautica Agus Supriatna nella città di Medan, a Sumatra, aggiungendo che tra le 113 persone a bordo c’erano familiari dei militari.

L’incidente del C-130B Hercules, entrato in servizio mezzo secolo fa, riporta l’attenzione sulla sicurezza aerea dell’Indonesia e sui suoi velivoli datati.

In un ospedale vicino un funzionario, che ha chiesto di restare anonimo, ha detto che finora sono stati portati lì 55 cadaveri. Dopo l’incidente funzionari hanno detto che sul velivolo c’erano 12 persone di equipaggio.

L’Hercules era in viaggio dalla base aerea di Medan a Tanjung Pinang a Sumatra. Secondo i media, il pilota aveva chiesto di tornare indietro per via di problemi tecnici.

Sul disastro aereo in Indonesia molti sono i testimoni oculari: “Ci è passato sopra alcune volte, davvero basso”, ha detto Elfrida Efi, receptionist al Golden Eleven Hotel.

“C’erano fuoco e fumo nero. La terza volta si è schiantato sul tetto dell’hotel ed è esploso”, ha aggiunto parlando al telefono con Reuters.

Secondo l’Aviation Safety Network, nell’ultimo decennio ci sono stati dieci incidenti mortali che hanno coinvolto velivoli delle forze armate o della polizia indonesiane.

Lo scorso dicembre persero la vita tutte le 162 persone a bordo di un volo dell’Air Asia da Surabaya, in Indonesia, a Singapore.

Istat, disoccupazione al 12,4%. Il Jobs Act non decolla

Istat, disoccupazione al 12,4%. Il Jobs Act non decollaDisoccupazione a maggio resta invariata al 12,4% rispetto al mese precedente. Lo rileva l’Istat dopo il calo registrato ad aprile. Nei dodici mesi il numero di disoccupati è diminuito dell’1,8% (59 mila persone in meno) e il tasso di disoccupazione di 0,2 punti percentuali.

A maggio ci sono 63 mila occupati in meno rispetto ad aprile (-0,3%), dice l’Istat che segnala anche un aumento sostanzialmente della stessa entità (+60 mila persone) rispetto all’anno precedente. Il tasso di occupazione, pari al 55,9%, cala nell’ultimo mese di 0,1 punti percentuali ma aumenta nell’ultimo anno di 0,3 punti.

”Il calo degli occupati di maggio – osservano dall’istituto di statistica – segue l’aumento molto consistente di aprile” e la sintesi degli ultimi tre mesi resta positiva con un leggero aumento del tasso di occupazione di 0,1 punti. Le politiche del governo e, in particolare il Jobs act, ”sembrano aver avuto effetto su aprile ma non su maggio. L’andamento dell’occupazione oscilla e bisogna vedere come si consoliderà nei prossimi mesi”, concludono i ricercatori.

Il tasso di disoccupazione giovanile cala al 41,5% a maggio. L’Istat evidenza una diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente. Ci sono 20 mila ragazzi in meno in cerca di lavoro. Anche per le donne il tasso di disoccupazione è in discesa al 12,7% (0,2 punti in meno da aprile).

Dopo quattro mesi di cali, a maggio tornano ad aumentare gli inattivi con 36 mila persone in più che non hanno lavoro e non lo cercano in un mese (+0,3%) secondo gli ultimi dati Istat. Il tasso di inattività, pari al 36%, aumenta di 0,1 punti percentuali da aprile. Su base annua, invece, gli inattivi diminuiscono dello 0,9% (-135 mila) e il tasso di inattività di 0,2 punti. Il peso degli inattivi ha un ruolo determinante sul calo della disoccupazione dei giovani e delle donne.

Ue-19: disoccupazione stabile, a maggio resta a 11,1% – Tasso di disoccupazione all’11,1% a maggio, nella zona euro: stabile rispetto al mese precedente, e in calo rispetto al 2014, quando era a 11,6%. Si tratta del tasso più basso registrato nell’eurozona da marzo 2012. Lo comunica Eurostat. Nella Ue-28 è a 9,6%. Anche in Italia il tasso di disoccupazione resta stabile rispetto al mese precedente al 12,4%, in lieve calo rispetto al 12,6% del maggio 2014. Il tasso più basso si registra in Germania (4,7%) ed il più alto in Grecia (25,6%, marzo 2015) e Spagna (22,5%).

Inflazione giugno stabile allo 0,1% – L’inflazione a giugno è ferma allo 0,1%, lo stesso livello di maggio. Lo rileva l’Istat nelle stime preliminari. Anche su base mensile c’è un aumento dell’indice dei prezzi al consumo dello 0,1% e della stessa entità è anche l’inflazione acquisita per il 2015. Al netto di alimentari non lavorati e energia ”l’inflazione di fondo” è 0,6%.

Eu-19: Eurostat, inflazione rallenta, 0,2% a giugno – Il tasso d’inflazione dell’Eurozona a giugno scende. Secondo la stima flash di Eurostat è allo 0,2%, mentre a maggio era a 0,3%. Guardando alle componenti dell’inflazione, Eurostat indica: alimentazione, alcool e tabacco col tasso annuale più elevato a giugno (1,2%, stabile rispetto a maggio), seguito dai servizi (1% contro l’1,3% di maggio), beni industriali non energetici (0,4% contro lo 0,2% di maggio) e l’energia (-5,1%, contro 4,8% a maggio)

La riforma Jobs Act pare vada a rilento. Per molti economisti a molti lavoratori verrebbe riconvertito il contratto di lavoro e questo viene calcolato come nuovo posto di lavoro.

Isis, Maroni come Essid: "Se serve chiudere le moschee"

Musulmani raccolti in preghiera in una moschea - Maroni vuole la chiusura dei centri di culto islamico in LombardiaMILANO – Il governatore della Lombardia Roberto Maroni, vuole percorrere la stessa strada intrapresa dal primo ministro della Tunisia Habib Essid che, all’indomani della strage di Sousse, ha chiuso ottanta moschee dove le autorità hanno accertato che si “spargevano veleni e si predicava l’odio” contro gli “infedeli” occidentali.

Secondo il presidente Maroni quella del governo tunisino è “una strada da seguire” e “se serve, bisogna chiudere le moschee”. Maroni, a margine all’udienza della Corte dei Conti per la parificazione del bilancio della Regione Lombardia, ha spiegato che “la Tunisia non è certo un paese contro l’Islam” e “speriamo che il ministero dell’Interno (Alfano, ndr) non si faccia prendere da ideologismi”.

Solo a Milano ci sono circa 100mila musulmani che pregano in 15 tra sale, magazzini e capannoni. Tra cui le tre più grandi aree dove il venerdi la comunità islamica si reca per pregare: il Palasharp di Segrate, che già ospita temporaneamente il venerdì la comunità del Centro islamico di viale Jenner, gli ex bagni fascisti di via Esterle (ora una carrozzeria abbandonata) e l’area di via Marignano, vicino San Donato milaneese. Il comune aveva indetto un bando per la costruzione di tre luoghi di culto.

In Lombardia sono oltre 120 le sale di preghiera che sono frequentate da migliaia di musulmani. I timori del governatore sono che tra questi luoghi di culto possano “insidiarsi” potenziali fedeli al jihad, adepti del Califfato.

Il capogruppo del Patto civico in Regione Lombardia, Lucia Castellano respinge l’idea del governatore Maroni: “Negare la libertà di culto violando uno dei diritti sanciti dalla nostra Costituzione non garantisce più sicurezza, al contrario”: così ha commentato la posizione del governatore .

Dal centrosinistra regionale è stata criticata anche la difesa da parte della Giunta delle legge regionale sui nuovi luoghi di culto, la cosiddetta “legge antimoschee” impugnata dal Governo nei mesi scorsi. “A differenza di quanto vogliono far credere, non fa nulla per combattere l’abusivismo e anzi, per come è scritta, incentiva il proliferare di situazioni opache”, ha rimarcato il consigliere regionale del Pd Jacopo Scandella.

Grexit crea panico in Europa. Merkel: "Sarà la fine dell'Ue".

il parlamento Greco ha deciso il referendum sul GrexitGrexit crea panico in Europa. Il referendum indetto da Alexis Tsipras sta facendo tremare il vecchio continente.

E una vittoria del premier greco sarebbe “la fine dell’Europa” ha detto la cancelliera Angela Merkel. La trattativa è degenerata. Il parlamento greco ha approvato la consultazione referendaria per il 5 luglio e la Troika non dorme sonni tranquilli per l’esito che potrebbe cambiare la storia dell’eurozona.

Sono molti i leader europei e mondiali sollecitati ad un intervento di dissuasione nei confronti di colui che ha “osato” sfidare i “padroni dell’euro”. Ma Tsipras lo aveva detto chiaro che “quello imposto da Ue, Bce e Fmi è un peso insopportabile per i greci”. Risultato di questa giornata concitata è la chiusura in rosso di quasi tutte le Borse. Bruciati quasi 300 miliardi di euro, quando per salvare la Grecia ne bastavano appena due.

La trattativa è degenerata perché, ad avviso di molti, la Troika ha tirato troppo la corda per poi alla fine spezzarla. Per sintetizzarla banalmente quello di Fmi, Bce e Ue è stato comportamento paragonabile alla persecuzione che subiscono  gli indebitati con i loro usurai.

Il premier greco Alexiti Tsipras parla alla Nazione Greca su Grexit
Il premier greco Alexiti Tsipras parla alla Nazione

Questa volta hanno trovato però “l’osso duro” che potrebbe rovinare i “sogni dorati” di quanti bivaccano e si arricchiscono in questo sistema basato sulla finanza deviata, fatto di austerity per i poveri greci (e non solo) e di sconfinate ricchezze per pochi oligarchi che siedono ai piani alti del triangolo centro europeo il quale teme effetti di emulazione a catena che li porterebbe a perdere il totale controllo sul castello di banconote che si sono costruiti in modo artificioso, senza la volontà dei popoli sovrani.

L’opposizione a oltranza alle richieste di Tsipras che, va ricordato, vince le elezioni con lo slogan “basta austerity”, è stata percepita come uno schiaffo alla volontà popolare. Un po’ per dire: “I popoli europei possono votare contro di noi, ma poi dovranno allinearsi alle nostre direttive e alle nostre posizioni”, è il messaggio monotono dell’Ue. Quindi a che serve votare, ci si chiede? Il fatto di rendere vano il voto anti-austerity ha fatto infuriare i greci. Da qui la mossa coraggiosa del premier che ha avuto l’ardire di dire no ai potenti della Troika.

LE REAZIONI Merkel, Europa deve trovare un compromesso “Se fallisce l’euro fallisce l’Europa”, ha detto Angela Merkel, parlando in occasione dei 70 anni della Cdu. “L’Europa deve essere in grado di trovare un compromesso di fronte ad ogni sfida”. Dobbiamo constatare che una volontà per un compromesso del genere non c’era. Per questo è stato indetto il referendum. Se dopo il referendum il governo greco chiedesse di trattare non rifiuteremo le trattative”, ha sottolineato la cancelliera tedesca.

Renzi: “Questo è derby tra euro e dracma” “Il referendum greco non sarà un derby tra la Commissione europea e Tsipras, ma un derby dell’euro contro la dracma. Questa è la scelta”, scrive su Twitter il presidente del Consiglio Matteo Renzi.

N€IN all'Ue dei Banchieri e della Finanza speculativa. Grexit fa tremare i potenti
N€IN all’Ue dei Banchieri e della Finanza speculativa. Grexit fa tremare i potenti

Padoan: “esposizione Italia è di 35,9 miliari” “L’esposizione dell’Italia nei confronti della Grecia è di “35,9 miliardi”. Lo dice il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Su Twitter il ministro scrive che “circolano dati sbagliati su esposizione diretta Italia verso la Grecia: tra prestiti bilaterali e garanzie (calcoli aggiornati ESM) è 35,9 miliardi”.

Obama parla con Hollande, rilancio trattative Per evitare il Grexit il presidente americano, Barack Obama, ha avuto un colloquio telefonico con il presidente francese, Francois Hollande, sulla Grecia. I due leader si sono detti d’accordo sulla necessità di rilanciare le negoziazioni. Lo afferma il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest. Obama ha parlato di recente già in varie occasioni con la cancelliera tedesca Angela Merkel e Hollande. Colloqui durante i quali – afferma Earnest – Obama ha messo in evidenza l’importanza di sviluppare un pacchetto di riforme e finanziamenti che consenta alla Grecia di ”tornare alla crescita e alla sostenibilita’ del debito”. La Casa Bianca ha sottolineato che “l’economia Ue, non è forte come vorremmo”.

Tusk, con campagna “no” meno spazio per negoziato “Ogni governo ha il diritto di indire un referendum, che noi rispettiamo, e non è mio diritto interferire”, ma se “il governo fa campagna per un forte “no”, il risultato di un tale referendum lascia ancora meno spazio per il negoziato”. Così sulla crisi greca il presidente Ue Donald Tusk al termine del vertice Ue-Cina sul Grexit.

Eurogruppo vuole riparare errori sulle trattative La conferenza dei capigruppo Ue ha approvato a larghissima maggioranza, astensione del solo Ppe, la richiesta avanzata da Gianni Pittella (S&D) a Jean Claude Juncker, di tenere nelle prossime ore un Eurosummit straordinario, evidentemente per cercare di parare i contraccolpi del Grexit.

Presidente dell’Europarlamento Martin Schulz per il “Si”

“Chiedo al popolo greco di votare sì al referendum: si tratta di un piano che pone basi serie per lo sviluppo”. Dopo Juncker, anche il Presidente dell’Europarlamento Martin Schulz si schiera a favore del si. “Sono pronto a spendermi perchè la Grecia rimanga nell’Ue”, ha concluso.

CINA PER UN ACCORDO

La Cina “ha interesse” che la Grecia rimanga nell’Eurozona. In sostanza no al Grexit, ha detto il premier cinese Li Kequiang durante la sua visita a Bruxelles. “Chiediamo ai creditori internazionali di raggiungere un accordo con Atene”. “Abbiamo piena fiducia nell’Ue” e “la Cina è pronta a giocare un ruolo costruttivo”.

I timori di un Grexit allarmano i mercati e tutto lo schieramento della Troika, che ha oleato e messo in moto la macchina della propaganda, soprattutto attraverso i media di regime, per ottenere un risultato che avrebbe ottenuto se solo avesse avuto orecchie per ascoltare il grido dei greci. Angela Merkel ne sa qualcosa e si spiega così il silenzio di queste settimane rotto oggi per dire una grande ovvietà: che se Tsipras vince è finita l’Europa. In realtà finisce questa Ue che ha stretto troppo il cappio al collo dei popoli. E forse è meglio che finisca: sia l’Ue dei burocrati sia la moneta unica che sta affamando i cittadini.

Gli stati membri tornino alle monete nazionali e ricomincino dal 1999, data di entrata in vigore della moneta che doveva salvarci ma ci ha fatto precipitare in un baratro. L’Italia nel ’92, sotto attacco speculativo (Soros), per salvaguardarsi svalutò la lira del 30 percento, fece stampare 100miliardi di lire e messe in circolazione e triplicò la crescita. Di quale baratro parlano. Gli stessi Usa e il Giappone a fronte della crisi hanno stampato moneta e messo liquidità nei loro paesi. Risultato? Che gli Usa, da cui è stata generata la crisi nel 2007, crescono oggi al ritmo del 6 percento l’anno. Il Giappone pure. L’euro zona è sotto zero, uno zombie che cammina, eccetto gli azionisti di maggioranza come la Germania.

Strage Tunisia, la Polizia arresta 7 complici di Seifeddine Rezgui

Poliziotti presidiano armati le spiagge dei resort turistici dopo la strage di Seifeddine Rezgui
Poliziotti presidiano armati le spiagge dei resort turistici (Ansa/Epa)

Non era solo Seifeddine Rezgui quando ha compiuto la strage sulla spiaggia di Sousse ma avrebbe dei complici.

La polizia ha arrestato sette persone perché sospettate di appartenere ad una cellula terroristica legate al giovane studente che ha trucidato 38 persone a colpi di kalashnikov.

Tra gli arrestati, che al momento vengono interrogati dalla polizia, due sono stati arrestati a Sousse, uno a Tunisi e un altro a Kasserine, nell’entroterra tunisino centro occidentale. Gli altri sono stati fermati ieri.

Il ministro dell’Interno tunisino Najem Gharsalli ha detto che “abbiamo cominciato ad arrestare un primo gruppo, il cui numero è rilevante, di una rete che sta dietro a questo criminale terrorista”.

Seifeddine Rezgui avrebbe fatto in passato l’animatore in alcuni villaggi della zona e potrebbe aver lavorato pure all’Hotel Riu Imperial Marhaba di Sousse, uno dei due resort presi di mira dal terrorista. Lo ha lasciato intendere il ministro del turismo di Tunisi spiegando che questo potrebbe essere il motivo per cui sapeva come muoversi nella struttura. La direzione dell’hotel ha però escluso che sia mai stato impiegato alle sue dipendenze. Secondo le prime ricostruzioni – confermate anche da un video su Youtube del 2010 – era un amante della break-dance, un tipo di ballo acrobatico inventato in Occidente ma molto diffuso tra molti giovani in tutto il mondo.

Una cosa sembrerebbe accertata rispetto alle prime informazioni: e cioè “l’attentatore dell’Hotel Riu Imperial non era solo e non è arrivato dal mare, bensì con un’utilitaria”. Lo ha affermato questa mattina il ministro del turismo tunisino Selma Elloumi Rekik a Radio Montecarlo affermando che gli inquirenti sono al lavoro per tentare di scoprire la dinamica esatta dell’accaduto.

Intanto a collaborare alle indagini anche 16 ufficiali di Scotland Yard. Anche la Francia darà il suo contributo. Il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, quello inglese Theresa May e quello tedesco Thomas de Maizière, saranno in Tunisia per una visita ufficiale. I ministri si recheranno insieme sui luoghi dell’attentato, all’hotel Riu Imperial Marhaba di Sousse, per rendere omaggio alle vittime e poi terranno una riunione di lavoro congiunta alla quale seguirà una conferenza stampa. Lo rende noto un comunicato dell’ambasciata di Francia in Tunisia.

Nel frattempo prosegue incessante la “fuga” di turisti dalla Tunisia. Molte di queste persone hanno già finito il periodo di vacanza e in molte dichiarazioni hanno affermato che ritorneranno in Tunisia. Sulle spiagge ma anche nelle locaalità turistiche del paese c’è massima allerta con un dispiegamento di uomini armati che sorvegliano le aree frequentate dagli stranieri. Ieri il primo ministro Hessid aveva chiuso 80 moschee dove si “predicava l’odio contro gli occidentali”.

Solar Impulse 2 è partito dal Giappone diretto alle Hawaii

Il velivolo Solar Impulse 2 in un volo sperimentale
Il velivolo Solar Impulse 2 in un volo sperimentale

Solar Impulse 2, il velivolo ultraleggero ad ala alta, decolla e vola verso le Hawaii per la più lunga tratta della circumnavigazione della Terra: l’innovativo velivolo progettato in Svizzera, ha lasciato in piena notte Nagoya (intorno alle 3:00 locali, le 20:00 di domenica in Italia) allo scopo di coprire circa 7.900 km in cinque notti e cinque giorni con la sola energia solare.

Il pilota svizzero Andre Borschberg, grazie al meteo favorevole, ha ripreso il viaggio al secondo tentativo partendo dalla città nel Giappone centrale dove era atterrato il primo giugno per sfuggire al maltempo.

Solar Impulse ha superato “il punto di non ritorno” ed è diretto alle Hawaii nella lunga traversata sull’oceano Pacifico di 120 ore: lo riferisce il team svizzero al lavoro sull’ambizioso progetto in una mail, assicurando che l’avveniristico velivolo è in condizione di proseguire il volo.

Dopo la riuscita del decollo da Nagoya, a 5 giorni dal nulla di fatto del primo tentativo, il pilota Andre Borschberg aveva spiegato a Tokyo che “si sarebbe mantenuto in forma” facendo yoga e dormendo 20 minuti per volta, di regola di notte.

Solar Impulse 2 è il progetto di un velivolo ultraleggero quadrimotore ad ala alta, progettato e realizzato in Svizzera, presso il Politecnico Federale di Losanna. Il velivolo Solar Impulse 2, ha la possibilità di volare senza combustibile in quanto alimentato ad energia solare.

La rotta approssimativa del Solar Impulse 2 da Nagoya in Giappone fino alle Isole Hawaii
La rotta approssimativa del Solar Impulse 2 da Nagoya in Giappone fino alle Isole Hawaii

Lo scopo finale del progetto è quello di dimostrare la possibilità di circumnavigare il globo terracqueo qualche settimana alla velocità di circa 70 chilometri orari.  Il velivolo è costruito in fibra di carbonio ed è monoposto. Pesa 2.300 kg, con una lunghezza di 22 metri e un’apertura alare di 72 metri.

I promotori del progetto Solar Impulse 2 sono Bertrand Piccard, André Borschberg, Luigino Torrigiani e Brian Jones.

Grecia verso la libertà dall'Ue e dall'euro, ma la troika ricatta. Chiuse le banche

Il premier greco Alexis Tsipras
Alexis Tsipras

La Grecia si avvia al referendum del 5 luglio, nonostante le pressioni esterne affinché Atene “si rimetta in riga”. Sul rischio default il premier Tsipras aveva dichiarato che “sopravviviamo lo stesso”. La grande paura della troika è che le iniziative di Atene potranno avere effetti emulativi tra gli altri stati membri. Silenzio per ora dalla Germania di Angela Merkel, una delle maggiori responsabili del piano di austerità imposta ad Atene. Se esce Atene dall’eurozona sarà una sconfitta epocale per Berlino (che ha quote di maggioranza nella troika) e una grande vittoria per la democrazia, quella di cui tanto parlano i detrattori di Tsipras.

La banca centrale ellenica ha suggerito al premier Alexis Tsipras di chiudere banche e borsa fino al giorno dopo della consultazione popolare e di questo, Tsipras accusa la Bce decisa a togliere ossigeno al popolo greco che, alle strette, potrebbero essere indotti a votare “Si” al referendum. Ma “né l’Eurotower né altri, spiega il premier “fermeranno il processo del referendum. Se i partner dell’Eurozona vogliono – afferma ancora Tsipras – possono dare alla Bce la libertà di ripristinare la liquidità delle banche anche stanotte stessa”.

“Le recenti decisioni di Bce ed Eurogruppo hanno un solo obiettivo: tentare di soffocare la volonta’ del popolo greco”. scrive Tsipras su Twitter sottolineando che “non ci riusciranno: accadrà l’esatto opposto. Il popolo greco resisterà con ancor più caparbietà”. In sintesi, Atene non teme nessuno.

“I tentativi di cancellare il processo democratico – ha ribadito il capo del governo ellenico – sono un insulto e una vergogna per le tradizione democratiche in Europa”, ha detto invitando la popolazione alla calma e sottolineando che “i depositi dei greci sono al sicuro”.

I bancomat riapriranno già nelle prossime ore con il limite di ritiro massimo fissato a 60 euro per i greci (esclusi quanti intendono prelevare la pensione) e gli stranieri o i possessori di carte di credito di Paesi stranieri.

Domenica sera nuovo intervento del ministro del Tesoro statunitense, Jack Lew, in un vicenda interna all’Eurozona. Lew ha reso noto di aver chiamato in serata il premier ellenico Alexis Tsipras per dirgli che è nell’interesse della Grecia, dell’Europa e dell’economia globale trovare una soluzione che riporti Atene sulla strada delle riforme e della ripresa. In definitiva Lew ha invitato la Grecia ad allinearsi alle posizioni rigide della troika. Invito rispedito al mittente.

“La decisione di respingere la richiesta greca “per una breve estensione del programma”, ha rilevato Tsipras, “è un atto senza precedenti per gli standard europei e mette in questione il diritto di un popolo sovrano di decidere”.

Intanto la Bce ha fatto sapere che manterrà la fornitura di liquidità di emergenza (Ela) alle banche greche al livello attuale, quello deciso venerdi’ 26 giugno. Lo riferisce una nota della Bce, aggiungendo di stare operando con la Banca centrale greca per conservare la stabilità finanziaria. Il Consiglio direttivo si dice pronto a riconsiderare la sua decisione.

Campania, slitta la prima seduta. Strategie per salvare De Luca

Vincenzo De Luca al giuramento da viceministro nel 2013
Vincenzo De Luca al giuramento da viceministro nel 2013 (Ansa/Lami)

Sono ore di frenetiche per Vincenzo De Luca, fatte di strategie e raffinati ragionamenti legali. Dopo la sospensione del governo, per effetto della legge Severino, il governatore della Campania “sollecita” e ottiene lo slittamento della prima seduta del consiglio regionale convocato dal consigliere anziano Rosetta D’Amelio per lunedi 29 luglio.

Il motivo è pura tattica procedurale per dare a De Luca i tempi di preparare un ricorso al giudice ordinario. Non può più farlo al Tar (Cassazione dixit), tribunale amministrativo che già lo aveva rimesso in sella alla guifa del comune di Salerno.

Con forme diverse lo scrive la stessa D’Amelio, ma la sostanza è quella. Il rinvio della prima seduta è stata deciso “per consentire gli opportuni approfondimenti sugli effetti del Dpcm”, acronimo di “Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministi” che ha stabilito la sospensione del neo eletto presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, in particolare il quarto degli adempimenti preliminari previsti dall’ordine del giorno della prima seduta del Consiglio con l’esposizione del programma di governo da parte del presidente della Giunta. Alla comunicazione del rinvio della seduta di domani, scrive D’Amelio, “seguirà nuova convocazione nei termini previsti dall’articolo 34 dello Statuto e dall’articolo 4 del regolamento interno”.

La seduta dovrebbe tenersi quindi entro il 12 luglio, in quanto il regolamento interno del Consiglio prevede che la prima seduta dopo le elezioni regionali si debba tenere “non oltre il ventesimo giorno dalla data della proclamazione degli eletti”, avvenuta lo scorso 22 giugno e alla quale o stesso De Luca non ha presenziato.

Secondo il Fatto Quotidiano “la decisione di annullare l’assemblea regionale, presa da De Luca e dai suoi più stretti collaboratori, arriva dopo una riunione fiume tra lo stesso De Luca, il deputato Pd e avvocato Fulvio Bonavitacola, l’avvocato amministrativista Giuseppe Abbamonte presso lo studio di quest’ultimo, uno dei professionisti più importanti e apprezzati del mondo forense napoletano”. Tutti intenti a cercare la strada legale e procedurale per non fare cadere il neo governatore. Lo spettro di un ritorno alle urne sarebbe per il Pd di Renzi “catastrofico” sul piano della credibilità.

Sel e M5S già da domattina saranno sulle barricate politiche di palazzo Santa Lucia. La situazione, secondo taluni sarebbe diventata grottesca “Valeva la pena non candidarlo piuttosto che trovare escamotage per ripescarlo”, affermano fonti di Forza Italia.

Verso rilanciato dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio del Movimento 5 Stelle: “La Campania – spiega – non ha un governo da un mese perché il Pd ha deciso di candidare un condannato per abuso d’ufficio che non può fare il presidente. Li avevamo avvisati sul fatto che la Campania sarebbe piombata nel caos istituzionale ed ora Renzi si prenda la sue responsabilità. Questo modo di amministrare la cosa pubblica da banditi è la vera causa dello stato del Paese. Andiamo subito a votare!”, coclude l’esponente del M5S.

Calabria, Oliverio: “Non mi dimetto. Farò giunta di rottura”. Fuori Guccione e Ciconte?

Il governatore della Regione Calabria Mario Oliverio
Mario Oliverio

Dopo la bufera giudiziaria che ha investito in pieno la Regione Calabria, con l’inchiesta “Erga omnes” in cui è stato arrestato l’assessore Nino De Gaetano e sono stati indagati altri due assessori (Guccione e Ciconte) per la rimborsopoli della scorsa legislatura, il governatore Mario Oliverio è deciso a un radicale cambiamento con la volontà di varare una nuova giunta dove “ci saranno forze che non hanno avuto nel passato responsabilità politiche e di governo”.

Un passaggio significativo, questo, perché, a meno di diversa interpretazione, vorrebbe dire che oltre a De Gaetano, che si è dimesso dopo l’arresto, nella nuova squadra di governo non dovrebbero rientrare né l’attuale assessore al Lavoro, Carlo Guccione né il dimissionario vicepresidente della Giunta, Enzo Ciconte (entrambi freschi di “responsabilità di governo”. Guccione fu anche segretario regionale dei Ds, sebbene, va detto, è stato il consigliere più votato in Calabria). 

IL NODO DIMISSIONI DI GUCCIONE
Se non arriveranno le dimissioni di Guccione, il presidente ha fatto intendere che procederà lo stesso a formare un’altra squadra. Non sarà lui a chiedergli le dimissioni: “I gesti sono sempre riconducibili all’autonomia e alla valutazione dei singoli”, afferma Oliverio che è “costretto dalle circostanze” a formare una giunta “di alto profilo e in netta discontinuità col passato”, assicura.

GOVERNATORE GARANTISTA
Fonti di palazzo Alemanni
riferiscono a Secondo Piano News che il presidente è orientato a mantenere la linea garantista espressa finora. Ergo, chi è indagato nell’inchiesta potrebbe non rischiare, altrimenti potrebbero porsi altre questioni come quella del presidente del Consiglio Antonio Scalzo, anche lui indagato e con altre grane giudiziarie. “Se un criterio deve essere adottato  – viene riferito – deve valere per tutti, non soltanto per la giunta”. Va da sè che anche il premier Renzi, a proposito dei cinque sottosegretari indagati del suo governo disse in modo netto “che io non caccio nessuno per semplice un avviso di garanzia”. Il nuovo esecutivo sarà presentato “subito dopo l’entrata in vigore delle norme che hanno modificato lo statuto, tra domenica e lunedi” della prossima settimana.

OLIVERIO: “FARO’ SQUADRA DI ALTO PROFILO”. SETTE ASSESSORI DI CUI TRE DONNE
Le modifiche allo statuto varate nei mesi scorsi in doppia lettura dal Consiglio regionale calabrese consentiranno a Oliverio di nominare sette assessori, anche tutti esterni, con almeno tre donne. Tutti gli assessori, come riferisce Oliverio, “non dovranno aver avuto in passato responsabilità politiche e di governo”, quindi nessuna chance dovrebbero avere papabili come Maria Francesca Corigliano e Maria Carmela Lanzetta, la prima ex assessore provinciale di Oliverio alla Provincia, la seconda ex ministro del governo Renzi. Da considerare che per la Lanzetta, che disse no a Oliverio per il caso De Gaetano, potrebbe proprio esserci il veto del governatore. Anche se, con Oliverio in questa fase indebolito, è Roma che dovrebbe mettere l’ultima parola.

“NON MI DIMETTO, NON SONO COINVOLTO”
Sulle dimissioni avanzate dal Movimento 5 Stelle e da altre sigle che gli chiedevano un passo indietro, il governatore – del tutto estraneo all’inchiesta – replica: “Non capisco dove stanno le ragioni rispetto alla richiesta delle mie dimissioni. Sono stato eletto appena sei mesi fa con un largo consenso e non sono stato nemmeno lambito da questo ciclone giudiziario”, ha detto Oliverio in una intervista al Tgr Rai Calabria.

“NO A SPECULAZIONI”
Il presidente calabrese attacca quanti in questi giorni hanno tentano di speculare sulla vicenda giudiziaria. “Non capisco, – ha spiegato – se non per un fatto strumentale e meschino, chi utilizza una vicenda seria strumentalmente, cercando di sollevare polveroni”.

Carlo Guccione e Mario Oliverio
Carlo Guccione e Mario Oliverio dopo la vittoria alle scorse regionali

“NEL PD CALABRESE” TROPPA SETE DI “POTERE”
Poi l’affondo sul Pd calabrese dove, ad avviso di Oliverio, “ci sono forze che continuano ad avere una visione animata da equilibri di potere e da un posto in giunta. All’interno del Pd vedo che ci sono forze che si muovono senza pesare e valutare quello che è il difficile passaggio per la Calabria, non solo per quello che è emerso in questa vicenda giudiziaria, ma anche per la complessità della situazione che non si riesce a percepire. Bisogna chiudere con questa stagione”.

GUERINI: “NUOVA GIUNTA ISPIRATA DA RINNOVAMENTO”
A chiedere un “forte rinnovamento” nel nuovo esecutivo è il vicesegretario nazionale del Pd Lorenzo Guerini che nel definire “grave la situazione in Calabria”, auspica “di giungere in tempi brevi alla formazione di una nuova giunta regionale che sia fortemente ispirata a criteri di forte rinnovamento. Il Pd calabrese – ha detto Guerini – deve essere unito in questo passaggio, sostenendo insieme al presidente Oliverio il processo di cambiamento che è necessario attuare”.

L’INCHIESTA “ERGA OMNES”
L’inchiesta “Erga omnes”, coordinata dalla procura di Reggio Calabria ha portato a due arresti, (l’assessore De Gaetano (Pd) e Luigi Fedele, ex consigliere del Pdl nella scorsa legislatura); una richiesta d arresto al palazzo Madama per il senatore Giovanni Bilardi e cinque divieti di dimora per un totale di 32 indagati accusati a vario titolo di presunto peculato e falso. L’inchiesta si concentra sulle “spese pazze” accertate dalle Fiamme gialle nel triennio 2010/2012. Indagati anche cinque parlamentari. De Gaetano si è subito dimesso da assessore mentre il vicepresidente della Giunta Oliverio, Enzo Ciconte, è pronto a lasciare: “Sono pronto a rimettere nelle mani del presidente Oliverio le deleghe”.

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