8 Ottobre 2024

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Ucciso a Roma l'orafo Giancarlo Nocchia. Caccia ai killer

Le forze dell'Ordine davanti al negozio di Giancarlo Nocchia
I militari dell’Arma davanti al laboratorio di Giancarlo Nocchia

Un gioielliere di 70 anni, Giancarlo Nocchia, è stato ammazzato nel suo negozio a seguito di una rapina. E’ successo nel pomeriggio in via dei Gracchi, a Roma, nel quartiere Prati.

L’uomo è stato rinvenuto a terra con la testa fracassata da un oggetto contundente e segni di violenza sul viso e sul corpo. Il corpo senza vita è stato rinvenuto dopo che alcuni negozianti vicini, allertati da un giovane che ha trovato sul marciapiede dei gioielli, si sono insospettiti e sono entrati nel locale di Nocchia, facendo la triste scoperta.

Da una prima ricostruzione sembra che i banditi abbiano svaligiato tutto. La gioielleria è stata messa a sotto sopra e le vetrine espositive erano svuotate dei preziosi. Sembra, ad avviso dei vicini, che non siano stati sparati colpi di pistola.

Non era la prima volta che i banditi prendesssero di mira il suo negozio di preziosi. Probabilmente, al rifiuto di essere rapinato per l’ennesima ha reagito e nella reazione ha scatenato la furia omicida dei killer. Lo hanno prima massacrato di botte e poi con un oggetto pesante gli hanno procurato profonde ferite alla testa. Da ciò che si apprende a commettere la rapina non sarebbe stato un solo uomo ma più persone. Forse due o tre.

Ucciso Nocchia l'orafo professionista delle pietre presiose
alcune delle straordinarie creazioni dell’orafo Giancarlo Nocchia, ucciso in una rapina (da gioiellerianocchia.it )

Non è dato sapere se i banditi fossero entrati a viso scoperto o meno. In ogni caso le forze dell’Ordine (Carabinieri e Polizia) starebbero già acquisendo le registrazioni delle telecamere di video sorveglianza dal negozio di Nocchia, dalla Bnl, banca di fronte al laboratorio, in tutta le strade nella zona e delle principali arterie di Prati, il quartiere giudiziario della Capitale che è zeppo di telecamere. Non è da escludere che i banditi siano fuggiti a bordo di una moto per evitare il caotico traffico di Roma e guadagnare tempo.

Roma è blindata. In tutta la Capitale è caccia aperta ai killer. Posti di blocco sono stati ordinati per tutto il Gra e su molte strade che portano fuori la Capitale a tutte le latitudini. Gli investigatori, insieme alla Scientifica, giunti subito sul posto, hanno circoscritto l’area e cominciato a fare i rilievi e a procedere con gli interrogatori dei vicini di Nocchia.

“Quando sono entrato nel suo negozio era sdraiato a terra dietro al bancone”, racconta Giorgio, un amico di Giancarlo Nocchia, il primo a dare l’allarme dopo essere entrato nella gioielleria insieme ad altri due conoscenti della vittima. “Sono sconvolto”, dice ancora Giorgio, titolare di un bar vicino alla gioielleria. E” stato ucciso come un animale. Ci conoscevamo da 30 anni. Giancarlo era un amico di mio padre e mi ha visto crescere”.

Inquirenti al lavoro sul luogo dove l'orafo Giancarlo Nocchia è stato ucciso durante una rapina
Inquirenti al lavoro sul luogo dove l’orafo Giancarlo Nocchia è stato ucciso durante una rapina (Ansa Percossi)

“Giancarlo era molto attento, diffidente, mi meraviglia che abbia aperto a qualcuno. In passato aveva subito altre rapine: tre negli ultimi anni”. A parlare all’Ansa è Paolo, uno dei fratelli del gioielliere ucciso durante una rapina oggi pomeriggio a Roma. “L’ho visto l’ultima volta sabato – aggiunge Paolo, arrivato sul posto insieme ad altri parenti – sono sconvolto, non riesco a capire come sia possibile che l’abbiano ucciso così”.

Quello di Nocchia è un laboratorio artigianale che produce opere d’arte. Era stimato è ben voluto d tutti proprio per il suo attaccamento al lavoro e la sua professionalità. Sul suo sito si legge che Nocchia era un “uomo di cultura artistica. Attraverso anni di esperienze ha acquisito una profonda conoscenza tecnica delle proprietà dei metalli e della loro lavorazione, che gli consentono di dare ai suoi oggetti creati, una sensibilità plastica ed un meraviglioso equilibrio architettonico.competente nel mondo delle pietre preziose”. E’ morto così, Giancarlo Nocchia, dopo l’ennesima rapina a opera di banditi senza scrupoli.

Scontri ad Atene. Feriti e arresti. Si ribella il popolo "Oxi". Premier: "Pronto dimettermi".

Scontri ad Atene tra polizia e manifestanti
Scontri ad Atene (Ansa)

E’ di oltre trenta arresti e alcuni feriti il bilancio provvisorio degli scontri ad Atene avvenuti tra manifestanti e polizia nella piazza Syntagma. I fronti sono arrivati allo scontro fisico con lanci di molotov e lacrimogeni che hanno procurato ustioni agli agenti di polizia.

La ribellione è scattata proprio nel momento in cui il Parlamento greco è chiamato ad approvare le misure “lacrime e sangue” imposte dall’Eurogruppo e accettate dal primo ministro Alexis Tisipras che è pronto a “lasciare” se non porta a casa il pacchetto di riforme.

Il premier Tsipras è sotto assedio. Ed è bufera non solo in piazza ma anche attorno al suo esecutivo. Dopo Varoufakis si è dimessa anche la vice Nantia Valavani che in una missiva al primo ministro esprime forti dubbi sul nuovo accordo raggiunto tra Atene e i creditori internazionali della Grecia sostenendo che con esso la Germania intende “umiliare completamente il governo e il paese”.  “E’ un piano insostenibile”, dice la donna. Ma il primo ministro avverte: “O il parlamento vota il pacchetto di riforme o mi dimetto”. Il clima si fa pesante ad Atene

E non finisce qui, perché si è dimesso anche il Segretario Generale del Ministero dell’Economia, delle Infrastrutture, Marina e Turismo Manos Manousakis. In una lettera riportata dal sito iEfimerida.gr, indirizzata al premier Alexis Tispras ed al ministro dell’Economia Giorgos Stathakis, il responsabile afferma che “la politica del governo espressa nel disegno di legge “Disposizioni urgenti per il negoziato e la conclusione di un accordo con l’Esm” rende impossibile la mia permanenza in questa posizione”.

Scontri ad AteneEd è scontro anche in Syriza, il partito di Tsipras. Spaccato a metà, con l’altra che si è schierata contro il premier dopo “l’intesa cappio” sottoscritta all’Eurogruppo. 109 membri del comitato centrale del partito su 201, riporta il quotidiano online Kathimerini, si sono detti contro l’accordo stipulato dal premier Alexis Tsipras con l’eurozona.

Ieri il capo del governo ellenico era andato in Tv per spiegare che l’accordo “era il migliore possibile”, sebbene in molti, appunto, gli contestano che il piano sia di gran lunga peggiore a quello per cui è stato indetto un referendum popolare. E nel Paese crescono i malumori verso Tsipras.

Adesso tocca al Parlamento greco varare “le riforme e in fretta”. Le prime vanno approvate dal Parlamento entro la mezzanotte di oggi e dopo che ieri la giornata è stata caratterizzata da frenetiche consultazioni con i suoi e con gli (ex) oppositori di To Potami, Pasok e Nea Demokratia, dovrebbe avere i numeri per assorbire la spaccatura con l’ala radicale di Syriza.

La Grecia deve dimostrare da subito di essere “affidabile”, poiché non è automatico, fa sapere il Finantial Times che pubblica tre pagine in cui spiega che il Fondo guidato da Lagarde potrebbe non concedere il prestito.

Nelle pagine del quotidiano finanziario si parla di un debito greco alle stelle e che sale troppo velocemente, nonché di obiettivi sul fronte dell’avanzo primario che Atene non potrà mai raggiungere.
Il Fondo spiega che le recenti turbolenze nell’economia greca porteranno il debito di Atene a sfiorare il 200% sul pil nell’arco dei prossimi due anni, mentre all’inizio della crisi dell’Eurozona era al 127%.

Alexis Tsipras
Il premier greco Alexis Tsipras

Tornando a Tsipras, la cui immagine dopo l’accordo “capestro” è precipitata dalle “stelle alle stalle” dopo lo strepitoso successo al referendum, a chi lo incalza con le domande ha spiegato che “la reazione al referendum non onora l’Europa” perché gli europei sono stati “vendicativi” ma se anche l’accordo è “molto duro” darà alla Grecia tre anni ed è “migliore”, a suo avviso, di quello rifiutato il 25 giugno perché “prevede la crescita”.

Il premier parla direttamente ai greci per rivendicare l’autonomia e la scelta di dare tre anni di “tranquillità” alla Grecia. “Non tagliamo gli stipendi e neanche le pensioni – assicura il premier – anche se indirettamente con le tasse e l’aumento dell’Iva”, ha fatto capire che dei tagli vi saranno.

Secondo Kathimerini, il principale quotidiano greco, dal testo mancherebbe l’eliminazione delle baby pensioni. In tv Tsipras sostiene però che saranno cancellate.
Il quotidiano scrive che nella ‘lenzuolata’ non ci sono perché prima è necessario un pronunciamento della Corte Costituzionale, che a giugno ha già bocciato la riforma delle pensioni fatta nel 2012 per il secondo piano di salvataggio. Il dubbio è se non sia un modo per riavvicinare l’ala radicale di Syriza, di cui non è chiara la consistenza.

Scontri ad AteneIl fronte del “no” oggi si farà comunque sentire. E’ annunciata una raffica di scioperi: si fermeranno gli statali, la metro starà ferma dalle 5 alle 9 e poi forse di nuovo in giornata, le farmacie hanno annunciato una serrata contro le ventilate liberalizzazioni. Finora le proteste sono state sempre ordinate. Ma per misura precauzionale attorno a piazza Syntagma sono spuntati agenti in tenuta antisommossa come qualche hanno fa, a difesa del palazzo presidenziale.

Tsipras ringrazia per “l’appoggio di Francia, Italia e Cipro” all’eurogruppo, e risponde alle parole dure dell’ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis che ha accusato l’ultimo euro summit di aver portato avanti un colpo di stato coi carri armati come quello dei Colonnelli nel 1967 in Grecia. Invece dei tank – aveva detto Varoufakis – adesso lo hanno fatto con banche e finanza al posto dei tank”.

“Yanis Varoufakis – replica Tsipras – ha commesso evidenti errori durante il negoziato, benché al principio sia stato capace d’imprimere un buon ritmo: mi assumo la responsabilità”. “Essere un eccellente studioso – è l’affondo del premier – non significa necessariamente essere un buon politico”.

Roma, si dimette Nieri, vice di Marino: "Impraticabilità di campo"

Luigi Nieri con Ignazio Marino
Luigi Nieri con Ignazio Marino

Luigi Nieri si è dimesso. Nel giro di poche ore rassegnano le dimissioni due vicesindaci Pd-Sel nelle due più grosse città italiane: Roma e Milano.

La vice di Giuliano Pisapia, Ada Lucia De Cesaris, come scritto martedì, ha lasciato l’incarico perché è “venuto meno il rapporto di fiducia con la maggioranza del Consiglio comunale”.

La De Cesaris abbandona dopo che la sua maggioranza ha approvato un emendamento a favore di un’area per cani al parco Trapezio, di cui lei ha sempre detto che quella era una area inquinata, non idonea a uno sgambatoio per cani. Ma la sua maggioranza nella seuta del 13 luglio ha approvato l’emendamento con 20 voti a favore. Scintille. Prende carta e penna e si dimette.

NIERI: “IO NEL TRITACARNE MEDIATICO”
Nella stessa giornata anche il vicesindaco di Roma, Luigi Nieri, spalla di Ignazio Marino, ha fatto un passo indietro. Diverse le motivazioni con la collega milanese. “Il tritacarne mediatico – spiega  Nieri – vomita ogni giorno articoli riportando intercettazioni riciclate da oltre 6 mesi, sbattute sulle prime pagine di quotidiani nazionali e caricate dalla superficialità di titoli che cercano di far passare per nuove cose vecchie di totale irrilevanza penale e giudiziaria”.

NON INDAGATO MA E’ CITATO DA COMMISSIONE PREFETTIZIA
Nieri è citato nella relazione dei commissari prefettizi che hanno spulciato da cima a fondo il Campidoglio per valutare lo scioglimento del comune dopo le due mega inchieste di Mafia Capitale che hanno travolto la politica capitolina. Gli uomini del prefetto Gabrielli hanno evidenziato il rapporto tra Nieri e le cooperative sociali che fanno capo al ras Salvatore Buzzi e, fra l’altro, sono emerse dagli atti alcune intercettazioni tra i due. Intercettazioni pubblicate sui media che lo hanno imbarazzato. Nieri non è indagato, ma lascia per non compromettere la giunta Marino. Da considerare che la commissione prefettizia di Gabrielli ha detto che il comune non può essere sciolto per mafia, “nonostante la giunta fosse “inquinata”.

“NON POSSO PIU’ TOLLERARE DI ESSERE USATO CONTRO LA GIUNTA MARINO”
“Il mio passo indietro, che nessuno mi ha chiesto di fare, – spiega in un comunicato Nieri – ha alla base l’amore per Roma e la convinzione che l’amministrazione Marino vada difesa a tutti i costi. Proprio per queste ragioni non posso più tollerare che la mia persona sia usata, in maniera volgare e oscena, come strumento per attaccare Roma e un’amministrazione che ha fatto battaglie di cui la sinistra italiana può andare fiera”.

“LASCIO PER IMPRATICABILITA’ DI CAMPO”
Io non ci sto. Lascio per impraticabilità di campo, perché non intendo prestarmi neanche per un giorno di più a questo gioco al massacro”, spiega l’ormai ex vicesindaco di Sel. “Se avessi pensato soltanto a me, – aggiunge – avrei continuato senza farmi scalfire da nulla. Ho le spalle larghe. Ma ormai è evidente che certi poteri, certe realtà che hanno sempre avuto interessi sulla città, condizionandone le scelte, poteri che io ho incessantemente combattuto, sin da ragazzo, hanno fatto di me il bersaglio perenne di attacchi che non si sono limitati a colpire la mia persona, mai, e sottolineo mai, sfiorata dalle indagini di “Mafia Capitale”, portate avanti con serietà e rigore dalla Procura della Repubblica, che infatti non mi ha mai indagato, ma si sono spinti oltre per tentare di inquinare l’immagine dell’intera amministrazione di Roma e anche quella del mio partito, Sel, mai coinvolto in alcuna inchiesta giudiziaria”.

LA REAZIONE DEL SINDACO MARINO
“Luigi Nieri è una persona leale e di specchiata onestà, un gentiluomo dai comportamenti inappuntabili. Da quando due anni fa abbiamo iniziato la nostra comune esperienza in Campidoglio, gli attacchi pretestuosi quanto violenti, le polemiche artificiose nei confronti di Luigi Nieri non sono mai mancati, fino a raggiungere una intensità umanamente difficile da sopportare – spiega Marino – Luigi ora mi ha comunicato la sua decisione di volersi sentire libero, per rispondere con tutta la forza necessaria alla continua delegittimazione di cui è bersaglio”. “Inoltre, nonostante i dossier delicati affrontati Luigi non è mai stato coinvolto nelle indagini che in questi mesi hanno toccato l’amministrazione”, conclude il sindaco.

IL PRIMO CITTADINO PERDE PEZZI E PENSA A UN RIMPASTO
Ignazio Marino perde altri “pezzi da 90” nella sua amministrazione che gli impongono ora un rimpasto in giunta. Le dimissioni di Nieri sono seguite quelle del segretario generale del Campidoglio Liborio Iudicello. L’inchiesta Mafia Capitale “dimissionò forzatamente” l’assessore alla Casa Daniele Ozzimo, il presidente dell’assemblea capitolina Mirko Coratti e altri consiglieri finiti in manette per l’indagine della Procura di Roma. Aveva annunciato le dimissioni anche l’assessore alla mobilità Guido Improta, ex sottosegretario del governo Monti a Infrastrutture e Trasporti.

Sondaggio Piepoli: Centrosinistra al 37% contro Centrodestra al 34,5%

Sondaggio politico Piepoli 13 luglio 2015 - Sondaggio Piepoli per l'Ansa
Sondaggio politico Piepoli 13 luglio 2015 (Ansa)

Se si dovesse votare oggi, secondo un sondaggio Piepoli, che ha condotto una indagine per l’Ansa, il Centrosinistra sarebbe in testa con il 37 percento, mentre il Centrodestra recupera di poco e si attesta al 34,5% (compreso Alfano).

Secondo le rilevazioni dell’Istituto, il Partito democratico in tre settimane ha perso 3 punti percentuali, uno a settimana. Il Pd di Matteo Renzi, nonostante il calo, resta comunque saldo al 32,5% mentre il Movimento 5 Stelle di Grillo recuperando uno 0,5 si consolida come secondo partito al 24,5 percento. Secondo Piepoli al calo del Pd corrisponde l’aumento dei grillini, facendo intuire che ci sarebbe un travaso di voti daa una forza all’altra.

Se Pd e M5S sono sul podio nelle intenzioni di voto, il bronzo va alla Lega di Matteo Salvini che resta il terzo partito italiano con il 16,5%, un risultato che consente al Carroccio di avere la leadership del Centrodestra, con Forza Italia che resta stabile all’11 percento, Fratelli d’Italia di Giordia Meloni fermi al 4 e Area popolare (Ncd-Udc) al 2,5%. Un altro 0,5 nella coalizione a destra confluisce nella categoria “Altri” di quella coalizione.

A sinistra fermi al 3,5 percento Sinistra Ecologia e Libertà (Sel), con un 1 percento di movimenti e sigle non classificate.  Cresce di uno 0,5 la truppa dei partiti fuori da quelli citati: 4%.

Il sondaggio è stato condotto su su campione di 500 casi rappresentativi della popolazione italiana maschi e femmine dai 18 anni in su, segmentato per sesso, età, Grandi Ripartizioni Geografiche e Ampiezza Centri proporzionalmente all’universo della popolazione italiana. Il documento della ricerca è pubblicato sul sito www.agcom.it e/o www.sondaggipoliticoelettorali.it.

Questo il prospetto di sintesi del sondaggio Piepoli per l’Ansa con le variazioni.

– Pd 32,5% (-1,0).
– Sel 3,5% ( = ).
– Altri centrosinistra 1,0% ( = ).
– Fi 11,0% ( = ).
– Ncd-Udc 2,5% ( = ).
– Fdi-An 4,0% ( = ).
– Lega Nord 16,5% ( = ).
– Altri centrodestra 0,5% ( = ).
– M5s 24,5% (+0,5).
– Altri partiti 4,0% (+0,5)*.

Omicidio a Messina, ucciso per una frenata. Arrestato assassino

Il presunto omicida Roberto Mangano
Il presunto omicida Roberto Mangano

Omicidio a Messina domenica pomeriggio. Erano da poco passate le 18 quando un uomo, Salvatore La Fauci, esce di casa per fare due passi. Arrivato in strada, comincia ad attraversarla e “costringe” un automobilista a frenare di colpo per farlo passare.

Sembrava finita li, e invece l’uomo a bordo della vettura, arrabbiato per quella brusca frenata, comincia a inveire contro La Fauci e da una parola all’altra tra i due, scende dall’auto armato verosimilmente di un coltello tascabile e aggredisce l’uomo accoltellandolo al torace e lasciandolo a terra.

E’ successo nel tardo pomeriggio di domenica sul viale San Martino, a Provinciale, un quartiere a tre chilometri dal centro di Messina. Trasportato in ospedale, Salvatore La Fauci, 55 anni, è morto in serata al Policlinico di Messina.

L’aggressore, come se nulla fosse accaduto, dopo il fatto si è recato in un bar vicino per lavarsi le mani insanguinate e poi è fuggito buttando via l’arma. Braccato dalla polizia, sulla scorta di diverse testimonianze che ne hanno consentito l’identificazione, ieri sera si è costituito in Questura. Si tratta di Roberto Mangano, vent’anni, incensurato, presunto autore dell’omicidio.

Già nella serata di ieri le forze dell’Ordine in base ai tanti testimoni e anche grazie alle immagini dei sistemi di videosorveglianza lo hanno cercato sia nella sua abitazione che a casa della fidanzata, oltre che nei luoghi che abitualmente frequenta, prima che Mangano si consegnasse alla Polizia. In un primo momento sembra che il diverbio tra i due fosse nato per parcheggio.

Su disposizione del pm Anna Maria Arena, il presunto assassino è stato accompagnato nel carcere di Messina-Gazzi. Dovrà ora rispondere del reato di omicidio aggravato. Un omicidio che ha scosso la comunità messinese per un movente tanto futile quanto assurdo.

Milano, si dimette vicesindaco De Cesaris per un'area Pet

Ada Lucia De Cesaris con il sindaco di Milano Giuliano Pisapia
Ada Lucia De Cesaris con il sindaco di Milano Giuliano Pisapia

Ada Lucia De Cesaris, assessore e vicesindaco della giunta Pisapia a Milano ha lasciato l’incarico e si è dimessa. “Ostacoli insormontabili” e assenza “di fiducia con una parte della maggioranza in consiglio”, sono il cuore della motivazione.

Le dimissioni della De Cesaris sono un fulmine a ciel sereno, inaspettate da tutti, anche dallo stesso Giuliano Pisapia. Nei mesi scorsi c’era un malcontento carsico, che probabilmente più volte l’esponente politico ha cercato di manifestare al sindaco, ma il problema è nato da un progressivo sfilacciamento del rapporto di fiducia con la maggioranza di centrosinistra che sostiene il sindaco.

“Si tratta – spiega De Cesaris – di una decisione presa dopo approfondite riflessioni sugli ultimi mesi di lavoro, che hanno messo in evidenza difficoltà non più sormontabili nella prosecuzione della mia attività amministrativa”.

“Soprattutto in vista delle importanti scelte che attendono la giunta in quest’ultima fase del proprio mandato, che richiedono una grande coesione e la massima condivisione politica possibile, ho ritenuto opportuno rimettere le deleghe”. L’ormai ex vicesindaco aveva anche quelle all’Urbanistica, all’Edilizia privata e all’Agricoltura.

Penso – sottolinea De Cesaris – di aver svolto e portato a compimento il mandato per il quale sono stata nominata. Un mandato che ha comportato sfide impegnative ed il raggiungimento di importanti risultati, per i quali voglio ringraziare tutti i miei collaboratori e i lavoratori della pubblica amministrazione, che con impegno, cordialità ed affetto hanno condiviso con me progetti, battaglie ed obiettivi. Voglio inoltre ringraziare il sindaco Giuliano Pisapia, che mi ha offerto un’occasione straordinaria e che ha fatto di Milano una città in grado di volare, al centro dell’attenzione internazionale”, ha concluso De Cesaris.

Nell’ultimo consiglio di lunedi 13, la De Cesaris aveva ventilato le dimissioni sulla questione di uno sgambatoio per cani. Lei era contraria alla realizzazione in quanto l’area si presume fosse inquinata. Aveva espresso il suo dissenso per un emendamento a favore, ma la sua maggioranza a palazzo Marino ha comunque approvato l’atto consiliare che autorizza la realizzazione. Da qui le dimissioni destinate a fare rumore.

New Horizons s’inchina a Plutone. Houston: Missione compiuta

La sonda New Horizon sorvola Plutone (Epa/Nasa)
La sonda New Horizon sorvola Plutone (Epa/Nasa)

New Horizons è su Plutone. E’ arrivata puntuale a sorvolare il pianeta “nano”. L’evento storico nell’esplorazione spaziale è stato salutato da un lungo applauso nel centro di controllo della Nasa: “Missione compiuta”, hanno detto a Houston.

La sonda New Horizons ha impiegato 9 anni, girovagando nello Spazio alla ricerca del “nano”, il pianeta alla periferia estrema del sistema solare. New Horizons, la sonda spaziale sviluppata dalla Nasa e lanciata il 19 gennaio 2006 da Cape Canaveral, è arrivata alle 13.49 ora italiana a “sbirciare” il piccolo e lontanissmo pianeta nonché il suo satellite Caronte, molto più piccolo della nostra Luna.

Un “fly by”, una sorta di “inchino” che New Horizons farà a Plutone, pianeta scoperto nel 1930, che ricorderemo sulle mappe dell’Universo, come l’ultimo pianeta del Sistema solare. Un evento epocale che lascerà il segno nella storia della Nasa. Google ha dedicato alla storica missione un doodle.

Dal Pianeta Terra , astrofili e non solo, hanno puntato i telescopi sul pianetino per catturare le immagini più belle. “E’ di gran lunga l’evento più condiviso sui social network dagli astrofili che in questi giorni si sono organizzati per fotografare Plutone approfittando del periodo favorevole per le riprese fotografiche, perché alla Terra il pianetino è al massimo della sua visibilità” ha spiegato Paolo Volpini, dell’Unione Astrofili Italiani (Uai).

“E’ un evento molto affascinante per astrofili e pubblico perché – aggiunge Volpini – è la prima volta che una sonda visita questo oggetto posto alla periferia del Sistema Solare”.

sistema solare con Plutone - New HorizonsLa sonda lungo tutti questi anni ha viaggiato a una velocità media di 16 chilometri al secondo. Il “fly by” sarà a una velocità di 11 chilometri al secondo, sorvolando Plutone a circa 10mila chilometri di distanza.

Simulazione computerizzata del passaggio di New Horizon su Plutone (fonte: Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute (JHUAPL/SwRI)
Simulazione computerizzata del passaggio di New Horizon su Plutone (fonte: Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute (JHUAPL/SwRI)

Un viaggio straordinario con cui la sonda New Horizons ha avuto modo di guardare da “vicino” tutti i Pianeti del Sistema solare fino al pianeta “nano”, che dista dal Sole quanto è in orbita ravvicinata 30 volte tanto di quanto dista la Terra.
L’obiettivo primario della Nasa è esaminare la geologia globale e la morfologia di Plutone e Caronte, mappare le composizioni chimiche delle superfici del pianeta “nano” e del suo Satellite e descrivere l’atmosfera “non ionizzata” di Plutone.

VIDEO DEL LANCIO DELLA SONDA NEW HORIZONS

 

La sonda invierà immagini sulla Terra spettacolari, soprattutto quelle parti di “cuore bianco” che sono state viste nei giorni scorsi. Ma non solo. La missione prevede anche l’esplorazione della fascia di “Kuiper” dopo aver passato Plutone. Alla Nasa sono tutti davvero entusiasti per questa storica missione.

Vertenza Ansa, appello per la più grande Agenzia d'Italia

Vertenza Ansa firmatari appello
Alcuni degli intellettuali e registi italiani che hanno firmato l’appello per l’Ansa

Prosegue la vertenza Ansa. “Il mondo politico-istituzionale e gli editori esaminino la vertenza in corso e le prospettive di rilancio dell’Ansa, con un senso di responsabilità che vada anche oltre le operazioni contabili, perché sono in gioco non soltanto tanti posti di lavoro, ma soprattutto un pezzo della nostra democrazia”.

E’ questo l’appello che molti intellettuali italiani, attori, scrittori, showman, registi hanno sottoscritto a sostegno della vertenza che vede impegnata la più grande agenzia di stampa multimediale italiana a opporsi al piano di riorganizzazione aziendale che prevede il ricorso ad ammortizzatori sociali per la gestione di esuberi per 65 giornalisti e 35 poligrafici.

Tra i primi firmatari dell’appello pro Ansa ci sono Giuseppe Tornatore, Andrea Camilleri, Paolo Conte, Gino Paoli, Eduard Limonov, Dacia Maraini, Reinhold Messner, Paolo Virzì, Roberto Saviano e Gabriele Salvatores, Carmine Abate, Gianni Amelio, Renzo Arbore, Pupi Avati, Carlo Verdone, Massimo Cacciari e tanti altri e in queste ore cresce in modo esponenziale il numero degli aderenti. Ha firmare l’appello, anche l’ex presidente dell’Urss Mikhail Gorbaciov.

Lo slogan scelto per la campagna di sensibilizzazione è: “Se è una notizia è Ansa…”, poche parole che racchiudono il senso dell’affidabilità, della serietà e dell’autorevolezza maturata dall’Agenzia in 70 anni di storia d’informazione, ma anche di cultura, italiana e internazionale. Per dire, che se una notizia ha il marchio dell’Ansa i lettori possono stare tranquilli di avere davanti a una notizia vera, imparziale e più volte verificata. Laddove accade un fatto, sia esso di cronaca nera o giudiziaria, di politica, di costume, di spettacolo o di sport l’Ansa è là, puntuale a raccontare i fatti coi suoi cronisti, a immortalare i fatti coi suoi fotografi e tutta la sua rete di professionisti e fonti autorevoli.

Una vignetta di Forattini solo per Ansa.it - Vertenza Ansa
Una vignetta di Forattini solo per Ansa.it

La metamorfosi che ha colpito l’editoria nell’era globalizzata e digitalizzata sta inducendo le aziende a rigidi piani di ridimensionamento. Una crisi che ha già colpito grandi e piccoli giornali, grandi e piccole realtà editoriali, agenzie di stampa del calibro dell’Ansa che si è opposta e sta protestando anche con scioperi consistenti. Una settimana senza informazione a giugno, che ha significato per molti una settimana di “democrazia sospesa”, perché un ridimensionamento degli organi di informazione significa indebolire la democrazia.

Solidarietà all’Ansa è arrivata all’unanimità anche dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, dalla Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) e da Jim Boumelha, presidente dell’International Federation of Journalists (IFJ), il Sindacato mondiale dei giornalisti. “In un mondo di opinioni, io sto con la notizia”, è la motivazione di Gino Paoli.

Questo l’appello
“L’Ansa, la principale agenzia giornalistica italiana, – è l’incipit dell’appello – è colpita da un piano aziendale di tagli che minerebbe alla radice il suo ruolo storico di dorsale dell’informazione italiana. L’Ansa è l’unica agenzia nazionale con uffici in tutte le regioni del Paese e con una rete internazionale. Una testata che ha contribuito a garantire per 70 anni la libertà di informazione, a garanzia della democrazia nel nostro Paese. L’Ansa è oggi una delle più importanti agenzie sul piano internazionale e lo dimostrano i recenti scoop di portata mondiale, come le dimissioni di Papa Benedetto XVI o la cattura di Muammar Gheddafi.

Sergio Staino  solo per Ansa.it
Sergio Staino solo per Ansa.it

Un’Ansa più piccola di fronte alla crescente complessità dell’attualità in cui viviamo e alla rapida evoluzione multimediale del settore significherebbe indebolire l’informazione nel nostro Paese: con minori possibilità di espressione per tutti, ridotte capacità di informazione e minori mezzi per raccontare l’Italia all’estero.

Negli ultimi anni all’Ansa è già stato pagato ripetutamente un duro prezzo con la fuoriuscita di un centinaio di giornalisti e di una cinquantina di poligrafici, senza che questo sia stato compensato con adeguate misure di sviluppo. L’Ansa è un patrimonio del Paese, non solo degli editori, ed è giunto il momento che questo venga riconosciuto anche immaginando un nuovo assetto proprietario dell’agenzia che ne salvaguardi il ruolo di garanzia per tutti.

Invitiamo quindi il mondo politico-istituzionale e gli editori ad esaminare la vertenza in corso e le prospettive di rilancio dell’Ansa, con un senso di responsabilità che vada anche oltre le operazioni contabili, perché sono in gioco non soltanto tanti posti di lavoro, ma soprattutto un pezzo della nostra democrazia. E perché si possa continuare a dire: “Se è una notizia è Ansa”. Si chiude così l’appello che è oggetto di tantissime sottoscrizioni anche di lettori e molta gente comune.

Secondo Piano News sottoscrive l’appello e si associa alla solidarietà affinché la vertenza Ansa possa concludersi positivamente per giornalisti e poligrafici.

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria, Luca Lotti nei giorni scorsi ha convocato le parti della vertenza Ansa. Il 13 luglio ha incontrato il comitato di redazione martedi il direttore dell’agenzia ed i vertici aziendali.

Bomba al Consolato del Cairo: "Identificati 3 terroristi dell'Isis"

Autobomba contro consolato italiano al Cairo
Autobomba contro consolato italiano al Cairo (Epa/Str)

La tv araba Al Arabiya nella sua edizione di pochi minuti fa ha riferito che le forze di sicurezza egiziane hanno identificato i tre presunti attentatori che hanno agito contro il consolato italiano al Cairo.

Si “tratterebbe di tre elementi del gruppo di Ansar Beit el Maqdes, attivo nel Sinai”. Le stesse fonti hanno anche fornito i loro nomi: “Tarek Abdel Sattar e Hussein Barakat Hussein Mabrouk, originari di Bani Suef in Alto Egitto e Hussein Samir Bassiouni di Fayoum a sud del Cairo”.

Com’è noto, qualche giorno fa un’automobile imbottita con 450 chili di tritolo è esplosa la mattina presto a Il Cairo, la capitale egiziana. L’attacco è poi stato rivendicato dalle milizie del Califfato: “invitiamo tutti i musulmani a stare lontato da questi covi, che sono luoghi legittimi” da colpire.

Le foto segnaletiche dei presunti autori dell'attentato al consolato italiano al Cairo
Le foto segnaletiche dei presunti autori dell’attentato al consolato italiano al Cairo

La svolta nelle indagini nelle scorse ore dove le forze di sicurezza hanno identificato i tre possibili attentatori. In Egitto vi sono due gruppi organici all’Isis: uno fa riferimento alla “Provincia del Sinai”, l’altro “Junda al-Khilafah nella terra del Kinana”, tutti ben finanziati e armati. Secondo le forze di sicurezza internazionali sarebbero molto pericolosi.

“L’attentato al consolato italiano al Cairo è un fatto grave, un probabile avvertimento, non qualcosa rivolto particolarmente contro gli italiani, ma contro l’impegno comune nella lotta al terrorismo”, ha detto il ministro degli esteri Paolo Gentiloni giunto al Cairo.

Caserta, parla Pezzella dopo la strage a Trentola: "Furgone rumoroso"

Carabinieri presidiano la via Carducci a Trentola Ducenta dove Luciano Pezzella ha commesso la strage
Carabinieri presidiano la via Carducci a Trentola Ducenta dove Luciano Pezzella ha commesso la strage (Ansa/Abbate)

Lo sgomento è tanto nel Casertano dopo la strage a Trentola Ducenta, dove Luciano Pezzella, agente della Polizia penitenziaria, ha ucciso 4 persone per la sosta “rumorosa” di un camioncino della frutta.

Resta lo sconcerto tra i 18mila abitanti che popolano il paese tra Aversa e Casal di Principe. Monta la “rabbia” per il movente “assurdo”, “futile”. Per niente.  Nel lungo interrogatorio reso ai Carabinieri del reparto territoriale di Aversa, Luciano Pezzella, presunto autore della strage ha spiegato il suo folle gesto: ”Quel furgone mi dava fastidio, faceva rumore”. Tanto rumore da fargli scattare la molla del’ira, del raptus omicida.

Poi ancora: “Ho ucciso i Verde e Pinestro per difendermi da un’aggressione. Sono stato minacciato e avevo paura che potesse accadermi qualcosa”, ha detto Pezzella ai Carabinieri.

Li ha trucidati senza esitazione, senza pietà per quel camioncino di frutta e verdura di proprietà di Franco Pinestro, la quarta vittima dopo la famiglia Verdi, perché il mezzo rumoroso a Pezzella “dava fastidio”, era “rumoroso”.

Così ha preso la pistola d’ordinanza che gli agenti si portano dietro anche dopo il servizio, è ha fatto una “mattanza”, come ha detto lui stesso. Ha scaricato tutto il caricatore sui corpi del capofamiglia Michele Verde, della moglie Enza e del figlio 31enne Pietro. Antonella, la fidanzata di quest’ultimo e il secondo figlio di Enza e Michele sono scampati miracolosamente alla strage. I

Il giovane era al bar, la ragazza al piano superiore dell’edificio invitata da Pietro a rimanerci. Un terzo figlio era a Varese, in Lombardia sceso subito dopo a casa sua dopo che è stato avvisato dai Carabinieri. Un ragazzo che stava tentando la fortuna al Nord per realizzare anche il suo sogno di metter su famiglia. Doveva sposarsi, ma le nozze sono state annullate.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, che hanno sentito molti vicini, testimoni, anche oculari, la mattanza sarebbe avvenuta dopo il piccolo imprenditore di frutta, Franco Pinestro, ha parcheggiato il suo furgoncino in via Carducci a Trentola Ducenta davanti casa dei Verde e a pochi metri dell’ingresso dell’abitazione dell’agente della Polizia penitenziaria.  Pezzella nell’interrogatorio ha raccontato ai Carabinieri di “aver litigato con Pinestro perché quel furgone parcheggiato nei pressi di casa mia dava fastidio e faceva tanto rumore; gli ho chiesto di spostarlo, lui mi ha minacciato insieme al mio vicino Michele Verde, a quel punto ho avuto paura per mia incolumità ed ero esasperato, sono andato a prendere la mia pistola e ho sparato a Pinestro alle gambe, poi anche agli altri”.

Lo ha sparato quando lui la vittima era dentro il furgone. Ha tentato di accelerare per evitare che la follia omicida di Pezzella potesse rincorrerlo e colpirlo ancora ed è andato a sbattere contro un muretto di cinta. Portato in ospedale è morto “dissanguato”, diranno i medici.  Dopo aver aperto il fuoco contro Pinestra, l’assassino avrebbe fatto irruzione dentro casa Verde e lì ha freddato, ad altezza d’uomo, Michele, Enza e Pietro, centrati al petto e alle spalle. L’autopsia chiarirà nei dettagli la dinamica della strage.

Pinestro era andato a Trentola Ducenta non per vendere pesche e altra frutta di stagione ai Verde, ma era andato là a comprare delle cassette vuote di legno per la frutta che le vittime avevano in deposito. Per caricarsi le cassette Pinestro era partito presto da San Marcellino. Aveva una compagna è un figlio di otto anni. A casa, il piccolo imprenditore ortofrutticolo non è potuto più tornare a riabbracciare la sua famiglia.

Gli investigatori del Reparto Operativo dell’Arma di Aversa stanno cercando inoltre di capire se nel recente passato le liti tra Pezzella e i Verde fossero sfociate in denunce; secondo testimoni più volte Pezzella aveva già litigato con i vicini per i tanti furgoni che sostavano a pochi metri da casa sua nelle prime ore della mattina.

Pezzella dopo il fermo operato dalle forze dell’Ordine è stato portato nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere con l’accusa di omicidio volontario. l’arresto dovrà essere convalidato dal Gip del Tribunale di Napoli Nord.

Intesa Ue sulla Grecia. Esultano i mercati. Varoufakis contro Tsipras

Merkel, Hollande e Tsipras Ansa Ap
Merkel, Hollande e Tsipras (Ansa/Ap)

Duro attacco dell’ex ministro delle Finanze della Grecia Yanis Varoufakis al premier Alexis Tsipras. In una intervista a  NewsStatesman, Varoukakis ha spiegato che lui aveva “un piano per il dopo referendum” della Grecia. Ma “non è sono stato appoggiato dal capo del governo, anzi Alexis Tsipras ha deciso, malgrado il “No” ulteriori concessioni” all’Eurogruppo e ha accettato il fatto che qualsiasi fosse stata la posizione dei creditori, lui non li avrebbe sfidati”.

Varoufakis affonda anche sull’Eurogruppo: “E totalmente soggiogato dalla Germania”, spiega nell’intervista. “E’ un’orchestra diretta dal ministro Schauble. E l’Eurogruppo – prosegue – non è previsto da alcun trattato, ma ha il grande potere di determinare la vita degli europei, di decidere su questioni quasi di vita o di morte”.

L’attacco dell’ex ministro “senza cravatta”, da sempre inviso all’Eurogruppo, è arrivato dopo l’accordo raggiunto sulla Grecia. A seguito del diktat della Germania alla Grecia che imponeva tre giorni per le riforme o fuori dall’eurozona, nella notte ta domenica e lunedi è stato raggiunto l’accordo sul salvataggio su Atene.
Una circostanza che qualche ministro greco ha definito “umiliante” e che vanifica del tutto il referendum sul “no” al primo negoziato. E’ prevalsa la linea dura di Angela Merkel che non ha fatto sconti al capo del governo ellenico.

Caustico Beppe Grillo sull’accordo: “La strategia dell’eurogruppo, quella del terrore: colpirne uno per educarne 19 #ThisIsACoup, questo è un colpo di Stato”. Così su twitter il leader del M5S.

“La democrazia è sospesa”, scrive Grillo sul suo blog. “L’umiliazione della Grecia è un monito per tutti i Paesi che vogliono il riconoscimento della loro sovranità”, . “Una settimana per spezzare le reni alla Grecia. Varoufakis si dimette (viene rimosso?) dalla guida del suo ministero. L’ingerenza degli USA. La proposta di Tsipras uguale per il 95% a quella bocciata dai greci. Il voto del referendum greco calpestato. La Grecia umiliata dalla Germania. Tsipras che si toglie la giacca davanti a Merkel e Hollande: “Prendete pure questa”. Tsipras spinto alle dimissioni per un nuovo governo di “unità nazionale” gradito alla Troika”, si legge nell’articolo dell’ex comico.

Ci sono volute 17 ore di negoziazione, tra scontri e veti incrociati, ma alla fine è stata “trovata l’intesa all’unanimità sulla Grecia e i creditori”. L’ultimatum di Berlino ha provocato scintille anche con Parigi che ha tenuto un atteggiamento più soft. In seguito all’annuncio del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, che ieri mattina aveva rinviato il summit a 28 poi svoltosi nella notte, i mercati hanno festeggiato con le borse che non temono più l’effetto Atene e hanno ripreso slancio nelle principali piazze del mondo. Anche lo Spread Btp-Bund va giù a 117,4 punti base.

“Laccordo è stato raggiunto all’unanimità, – ha detto Tusk su Twitter, “ora è tutto pronto per andare a programma Esm con riforme serie e sostegno finanziario”. L’Esm o Mes,il meccanismo di stabilità europeo che ora potrà concedere il prestito alla Grecia in cambio di un rigidissimo piano di austerità. 

Un piano imposto dalla Troika, tornata intanto a prendere le redini del negoziato e che non lascia scampo alla Grecia né a Tsipras stretto con le spalle al muro: “Prendere o lasciare”, è stato il messaggio lanciato e recepito dal premier greco costretto a varare riforme impossibili e ad accettare la svendita del suo paese con le privatizzazioni in cambio del mega prestito del fondo salvastati.

La cancelliera Angela Merkel
La cancelliera Angela Merkel (Ansa/Epa)

Dal canto suo Angea Merkel ha spiegato che “l’accordo raggiunto all’unanimità sulla Grecia ha più vantaggi che svantaggi”.  Quindi questo sarà l’accordo definitivo, non sarà più possibile tornare indietro.  Questione chiusa. “Sulla Grecia – ha detto la cancelliera tedesca – è stato approvato il piano A e non c’è nessun bisogno di un piano B” perché “il terzo programma per il salvataggio della Grecia avrà un importo di 82-86 miliardi di euro”, ha spiegato Merkel. La cancelliera tedesca Angela Merkel ritiene che la fiducia tra i partner dell’Eurozona “potrà essere ristabilita” se quanto concordato sarà applicato nei tempi e nei modi stabiliti.

Da destra Jeroen Dijsselbloem ,Donald Tusk e Jean-Claude Juncker
Da destra Jeroen Dijsselbloem ,Donald Tusk e Jean-Claude Juncker

Lo stesso presidente della Commissione europea Juncker saluta l’accordo come positivo.“Abbiamo evitato la Grexit, obiettivo per il quale ci siamo sempre battuti”, ha spiegato Jean Claude Juncker al termine della maratona del Vertice Ue. “Non credo sia un accordo umiliate per i greci, e non credo che altri europei perderanno la faccia, è un tipico accordo europeo”.

Da sinistra Donald Tusk , Jean-Claude Juncker  e Jeroen Dijsselbloem (Ansa/Epa)
Da sinistra Donald Tusk , Jean-Claude Juncker e Jeroen Dijsselbloem (Ansa/Epa)

Accordo che il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ritiene utile perché prevede la creazione di un fondo che “privatizzerà asset di Stato per realizzare profitti, e servirà ad abbattere il debito e alla ricapitalizzazione delle banche”. Ora il parlamento greco deve fare le riforme molto rapidamente. “C’è ancora molto da fare”, ha sottolineato Dijessebloem.

Ad Atene non tutti esultano per questo accordo, Syriza, il partito del premier, rimane diviso mentre Tsipras dovrà spiegare alla sua maggioranza e al paese questo piano che non fa intravedere un futuro roseo per il mondo ellenico. Esultano i mercati piangerà il popolo greco.

Caserta, Agente uccide 4 persone per un parcheggio a Trentola Ducenta

Caserta, strage a Trentola Ducenta
Carabinieri vicino il luogo della strage a Trentola Ducenta, Caserta

Follia a Trentola Ducenta, vicino Caserta. Un furgoncino parcheggiato male scatena una lite culminata in una strage.

E’ di 4 morti il bilancio del raptus omicida di Luciano Pezzellaagente della Polizia penitenziaria di 49 anni. L’uomo ha commesso la  strage in via Carducci a Trentola Ducenta, nel casertano, uccidendo tre persone di uno stesso nucleo familiare (padre, madre e figlio) e un’altra persona.

Luciano Pezzella, secondo le prime ricostruzioni sarebbe sceso di casa e ha iniziato a litigare con i vicini per un furgoncino parcheggiato dove secondo lui non doveva stare. È poi salito in casa, ha preso la pistola d’ordinanza, si è recato dai vicini, padre, madre e figlio, e ha fatto fuoco uccidendoli.

Le vittime, secondo quanto scrive “Il Mattino” sono Michele Verde 61 anni, la moglie Vincenzina (58 anni) e il figlio Pietro di soli 31 anni. La quarta vittima è Franco Pinestra, di 37 anni, che viveva a San Marcellino. Quest’ultimo pare fosse un cliente dei Verde. Aveva acquistato della frutta.

La fidanzata del giovane si è salvata perché al momento della sparatoria  si trovava al piano superiore del palazzo. Secondo la sua prima testimonianza sarebbe stato il fidanzato Pietro Verde a dirle: “resta in camera”. Il giovane è poi sceso in soccorso del padre e della madre ma anche lui ha trovato la morte.

IMMAGINE SENSIBILE. Tre delle quattro vittime. In basso a destra il presunto omicida (il Mattino)
IMMAGINE SENSIBILE. Tre delle quattro vittime. Foto con bordo rosso è il presunto omicida (il Mattino)

La dinamica – Una volta in strada l’agente penitenziario ha ucciso Michele Verde, proprietario del furgone che conteneva cassette con la frutta, ed aveva provato a fuggire. Dalla ricostruzione fatta dai carabinieri, appare questa la dinamica della strage di Trentola Ducenta. L’assassino si è poi costituito nella caserma dei carabinieri di Aversa.

Luciano Pezzella presunto autore della stage di Trentola Ducenta, Caserta
Luciano Pezzella presunto autore della stage di Trentola Ducenta, Caserta (Il Mattino)

Sembra che proprio il parcheggio del furgone fosse una costante causa di litigio tra l’agente penitenziario e le vittime. Oggi ha messo fine a tutto spedendoli tutti al creatore. Una strage assurda che ha sconvolto Trentola Ducenta e tutto il casertano.

L’agente, presunto autore della strage, è stato subito sottoposto a interrogatorio da parte dei Carabinieri, che l’hanno fermato dopo che si è costituito. Sulla vicenda indagano i Carabinieri del Comando Provinciale di Caserta, al comando del colonnello Giancarlo Scafuri, e del maggiore Pannone. In corso i rilievi sulla scena del delitto. Le indagini sulla strage sono coordinate dal sostituto procuratore di turno presso la Procura di Napoli Nord.

Il colosso Amazon compie 20 anni. Nacque in un garage

Amazon compie 20 anniAmazon.com compie vent’anni. Nato il 16 luglio 1995 come un sito per vendere libri, in due decenni è diventato un colosso dell’e-commerce.

Fondato da Jeff Bezos dal box della sua villetta non lontano da Seattle, il portale è piano piano cresciuto fino a divenire un punto di riferimento planetario per gli acquisti su web.

In quello stesso anno, il ’95, Bill Gates lanciò la prima versione di Windows, che rivoluzionò il pianeta dei Pc dei sistemi operativi. E da lì che Bezon fiutò la grande occasione di costruire un negozio online che oggi è la grande realtà che tutti conoscono.

Un grande discount virtuale dove poter comprare di tutto, dalle tinte per capelli al vestiario, dall’elettronica alle scarpe alle tv fino all’editoria digitale, per arrivare alle culle baby e agli articoli sanitari. Amazon spazia insomma in tutti i settori mercelogici con erormi magazzini reali di giacenza. Fai un ordine online, e il prodotto viene ricercato nei depositi dagli addetti e spedito in qualche giorno via posta. Un gigante che è in concorrenza “spietata” con altri colosssi come eBay e il cinese Alibaba, per citare i più grossi.

Nel ’97 Amazon.com viene quotato in borsa con Bezos che diventa presto milionario. L’anno successivo lancia in Gran Bretagna Amazon Uk fino ad espandersi a macchia d’olio. Oggi ha uffici e filiali in molte nazioni come Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania India, Italia, Giappone, Messico, Olanda e Spagna. E per ciascuna connessione che viene fatta dal mondo, digitando il nome a dominio Amazon.com visualizza quello geolocalizzato e tradotto alla perfezione come ad esempio Amazon.it.

Amazon compie 20 anniAll’inizio è stato difficile per la diffidenza dello shopping online. Poi non tutti avevano un Pc, un allaccio alla rete efficiente e sistemi di pagamento sicuri come Paypal. Ma la tenacia e il forte credo che aveva Bezos nello sviluppo della tecnologia, lo hanno portato al successo.

Oggi con la banda larga e in qualche caso quella ultra, con l’avvento dei device portatili – nei cinque continenti – Amazon.com realizza fatturati da capogiro: per miliardi di dollari l’anno.

Una sfida vinta a cui, dopo vent’anni, Jeff Bezos ne propone di nuove come ad esempio la consegna coi droni (autentica rivoluzione) fino al mondo dei servizi, anche finanziari e assicurativi oltre al consolidamento di Kindle, una delle piattaforme di editoria online più evolute nel web lanciata da Amazon nel 2007.

Un mondo virtuale che dà lavoro “reale” a oltre 124 mila dipendenti sparsi un po’ nel mondo, mentre al posto del piccolo e sconosciuto magazzino sotto casa è sorta una città, di nome Amazon, in una città di Seattle. Il 16 luglio festeggia il suo ventesimo compleanno con strepitose offerte speciali.

Grecia, duro "scontro" Draghi Schaeuble e il summit salta. Eurogruppo e Syriza spaccati

Il ministro delle Finanze tedesco Schaeuble e il premier greco Tsipras - Grecia, Schaeuble (Germania) propone Grexit per 5 anni
Il ministro delle Finanze tedesco Schaeuble e il premier greco Tsipras

 

Il presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk ha cancellato l’atteso vertice a 28 di domenica a Bruxelles. Sarà convocato quando, dopo la netta opposizione della Germania sul piano di salvataggio greco (“Grexit per 5 anni”), le posizioni saranno più chiare.

Questa mattina era ripresa a Bruxelles la riunione dell’Eurogruppo ma poi tutto è slittato. Secondo indiscrezioni apprese dall’Ansa, ieri notte intorno al tavolo dell’Eurogruppo si sarebbe consumato uno “scontro” tanto duro tra il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble e il presidente della Bce Mario Draghi da “consigliare” di chiudere lì l’incontro. In particolare Schaeuble, davanti a Draghi che sostanzialmente spiegava come evitare la Grexit, lo avrebbe apostrofato dicendogli: “Non prendermi per stupido!”. La riunione è quindi ripresa stamane ma evidentemente non c’erano più le condizioni di un clima sereno e disteso per affrontare l’emergenza Grecia, soprattutto alla luce dello “scontro” Draghi Schaeuble.

Il premier italiano Matteo Renzi, dal suo canto ha ribadito che un’Europa senza la Grecia è “impensabile”. Ma il collasso della Grecia è incombente e l’unico modo per evitarlo sarà la prosecuzione – per quanto condizionata e limitata – del programma di sostegno della Bce alle banche elleniche. Un’ipotesi che però Schaeuble, al momento, vede come fumo negli occhi.

Nella giornata di sabato il piano presentato dal premier greco Alexis Tsipras all’Eurogruppo è piaciuto ai membri e ai partner europei,  tranne alla Germania che, attraverso il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, ha fatto sapere di ritenerlo “inaffidabile”. Dopo l’approvazione da parte del parlamento greco, in cui Syriza, partito del capo del governo, si è di fatto spaccato, Tsipras ha proposto un piano di riforme “lacrime e sangue” per ottenere maggiori finanziamenti dal Fmi. I suoi colleghi di partito l’hanno definita “peggiore” di quella sottoposta al voto di domenica 5 luglio: “A cosa è servito il referendum?”, è stato detto.

In Parlamento il premier ha spiegato che quella di oggi “è la migliore proposta possibile, non voglio svendere il mio paese”, facendo intendere che non ci sono alternative. Il piano è “pesante” per il popolo greco. Alcune azioni, come l’innalzamento della tassazione delle imprese è dura da digerire, fanno sapere da Syriza. Stessa cosa sull’Iva e tasse per il comparto turistico, vero traino dell’economia greca e che potrà deprimere il Paese anziché spingerre crescita e consumi. E l’Eurogruppo, ancora riunito, si spacca a sua volta con cinque stati membri con in testa la Finlandia, che nell’apposita commissione respingono il piano di salvataggio della Grecia. E’ caos a tutto tondo. Il problema adesso è la Germania che punta i piedi sulla “inaffidabilità” del piano proposto da Atene.

Tanto da spingere Schaeuble a proporre una “Grexit per cinque anni”, il tempo necessario, secondo Berlino, in cui Atene potrebbe ristrutturare il suo debito. Il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, citando un documento del ministero delle Finanze, anticipa questa volontà del titolare del Tesoro tedesco. Rispetto ai nuovi prestiti richiesti da Atene per quasi 80 miliardi di euro, Schaeuble spiega che “non ci sono i presupposti per un nuovo programma di aiuti basato su 3 anni. Mancano – fanno sapere dal ministero – ambiti centrali di riforma per modernizzare il Paese  e produrre crescita e sviluppo sostenibile nel lungo periodo”.

Nell'infografica realizzata da Centimetri i dettagli del piano di riforme presentato dal governo greco ai creditori.
I dettagli del piano di riforme presentato dal governo greco ai creditori.
(Ansa/Centimetri)

L’anticipazione del Frankfurter Allgemeine Zeitung sulla volonta del ministro tedesco viene però smentita dall’Eurogruppo. “Nessuno ha menzionato l’ipotesi di Grexit all’Eurogruppo di oggi sulla Grecia”, fanno sapere fonti del governo greco citate dai media greci ed internazionali. “E’ impraticabile” la teoria della Germania per tenere, seppure a tempo, Atene fuori dalla zona euro. Soprattutto perché non si comprende se la Grecia nel frattempo debba tornare alla Dracma.

Fonti citate questa volta dal Wall Street Journal riferiscono che la Germania di Angela Merkel si sarebbe opposta a estendere la scadenza dei finanziamenti alla Grecia a 60 anni, come chiesto dal Fmi. Questo perché, il Fmi riterrebbe che la scadenza dei prestiti dall’area euro andrebbe raddoppiata dagli attuali 30 anni a 60 perché così si renderebbe il debito greco più gestibile.

Se si arrivasse ad un accordo con la Grecia “le banche potrebbero riaprire la prossima settimana”. Lo ha detto il ministro dell’Economia George Stathakis parlando alla tv greca, secondo quanto riporta Bloomberg. I controlli sui capitali rimarrebbero invece in vigore anche dopo la riapertura delle banche. Insomma, totale caos. [Modificato 12/05/2015 ore 13:25]

Natura, il Miur approva “La Settimana del Pianeta Terra”

settimana del pianeta terra“La Settimana del Pianeta Terra”, dedicata alla Geoscienza e della Natura, ha ottenuto il riconoscimento del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur).

“Il nostro progetto è tra i 23 approvati dal Ministero su ben 708 che erano stati presentanti in tutta Italia. E’ un risultato estremamente importante a testimonianza del fatto che il Paese inizia a cambiare”. Lo hanno annunciato Rodolfo Coccioni dell’Università di Urbino e Silvio Seno dell’Università di Pavia, responsabili della Settimana del Pianeta Terra.

Un eccezionale numero di eventi dedicati alle Geoscienze in tutta Italia ed in contemporanea con il lavoro di circa 500 ricercatori, più di 100 i siti aperti come musei, laboratori, centri di ricerca, ma anche siti archeologici. L’evento poi da biennale diventerà annuale e dopo il successo del 2014 si replicherà già nel 2015.

“La Settimana del Pianeta Terra” si articola in un insieme di manifestazioni, i “Geoeventi”, che si svolgono nell’arco di una settimana, tra il 18 e il 25 ottobre 2015 in diverse località sparse su tutto territorio nazionale. Con queste iniziative si vogliono aprire le porte sul patrimonio naturale che il Pianeta Terra riserva, veicolare l’attenzione soprattutto dei giovani alla scoperta dell’immenso patrimonio naturale del Belpaese.

Nel corso degli eventi si potranno fare escursioni, passeggiate nei centri urbani e storici, porte aperte ai musei e nei centri di ricerca, visite guidate, esposizioni, laboratori didattici e sperimentali per bambini e ragazzi, attività musicali e artistiche, degustazioni conviviali, conferenze, convegni, workshop e tavole rotonde.

La mappa degli eventi della Settimana del Pianeta Terra
La mappa degli eventi della Settimana del Pianeta Terra

L’obiettivo è quello di scoprire e valorizzare, attraverso la conoscenza, il patrimonio naturale per accrescere il coinvolgimento dell’intera società e sviluppare consapevolezza e rispetto per l’ambiente.

Finora sulla mappa degli eventi si contano 44 iniziative promosse in tutte le regioni italiane, tutte diversificate ma mirate alla scoperta della natura nel suo complesso. Il termine ultimo per proporre un Geoevento è stato prorogato al 18 luglio prossimo. Tutte le informazioni si possono reperire sul sito www.settimanaterra.org

L'Isis rivendica attentato al consolato italiano a Il Cairo. "450 chili di tritolo benedetti da Allah"

Autobomba contro consolato italiano a Il Cairo  - Attentato terroristico contro l'Italia
Autobomba contro consolato italiano al Cairo (Epa/Str)

L’attentato terroristico contro il consolato italiano al Cairo, in Egitto, poteva fare una strage. Solo l’orario presto, alle 6.30 de Il Cairo, la chiusura degli uffici e il poco passaggio sulla strada antistante via Al-Galaa, hanno evitato il peggio.

La potente esplosione che ha colpito stamattina il Consolato italiano, è stata provocata da un’autobomba fatta detonare a distanza, probabilmente per un’azione dimostrativa contro l’Italia, anche se a detta degli esperti resta pur sempre un vero e proprio “attentato terroristico”, compiuto con una potenza tale da sventrare la facciata dell’edificio.

L’agenzia Mena riferisce che il ministero della Salute ha detto che il bilancio per adesso è di un morto e nove feriti, di cui due gravi“.  Tra loro ci sarebbero “due poliziotti egiziani e alcuni civili”. Fonti della sicurezza affermano che “nessun italiano è rimasto coinvolto”.

ISIS HA RIVENDICATO L’ATTENTATO: “450 CHILI DI TRITOLO”
L’attacco è stato rivendicato dall’Isis. “Lo Stato Islamico (IS) ha fatto sapere che il Califfato rivendica l’attentato con l’autobomba presso il consolato italiano nella capitale egiziana Il Cairo e ha avvertito i musulmani a stare lontano da tali “tane di sicurezza” definendoli “obiettivi legittimi” da colpire, scrive Site, il portale di monitoraggio sul terrorismo islamico. “Grazie alla benedizione di Allah, i soldati dello Stato Islamico hanno fatto esplodere 450 kg di esplosivo piazzati dentro una macchina parcheggiata davanti al Consolato italiano a Il Cairo”, ha ammesso il Califfato.

CHI SONO I GRUPPI JHADISTI ATTIVI IN EGITTO
In Egitto sono attivi due gruppi jihadisti seguaci del Califfato. Uno è riconducibile alla “Provincia del Sinai”, l’altro gruppo è il “Junda al-Khilafah nella terra del Kinana”. Entrambi sono organici all’IS, armati fino ai denti e molto pericolosi.

FONTI SICUREZZA: CHIARO ATTENTATO CONTRO L’ITALIA
Dopo la rivendicazione dell’Isis sembra certo che l’obiettivo dei terroristi fosse proprio l’Italia. Lo hanno fatto trapelare fonti della sicurezza egiziana.

FERMATI E RILASCIATI 4 GIORNALISTI TRA CUI UN ITALIANO
Dopo l’attentato quattro reporter stranieri, tra cui il giornalista italiano freelance Alessandro Accorsi, sono stati fermati dalla polizia egiziana mentre cercavano di riprendere la scena e fare il loro lavoro. Lo ha fatto sapere lo stesso Accorsi su twitter. I reporter sono stati poi rilasciati. Secondo Accorsi, che si trova sul posto, “i morti potrebbero essere due”: un poliziotto di guardia e un civile.

Il giornalista egiziano Omar Elhady ha pubblicato le foto sul suo account di Twitter, mostrando i danni allo storico palazzo dove ha sede il consolato italiano in strada Galaa.

RENZI AD AL SISI: “NON VI ABBANDONEREMO CONTRO IL TERRORISMO”
Il premier italiano ha fatto sapere che segue gli sviluppi in prima persona. Stamattina ha sentito per telefono il presidente egiziano Al Sisi: “L’Italia sa che quella contro il terrorismo è una sfida enorme che segna in profondità la storia del nostro tempo. Non lasceremo solo l’Egitto”, ha detto Renzi.

“L’Italia e l’Egitto sono e saranno sempre insieme nella lotta contro il terrorismo”. Il presidente del Consiglio è in contatto con il ministro degli Esteri Gentiloni e con l’ambasciata italiana a Il Cairo. In fermento l’intelligence italiana, che d’intesa con gli 007 egiziani, cerca di comprendere chi possano essere i responsabili tra i due gruppi terroristici jihadisti attivi al Cairo se, la “Provincia del Sinai” o “Junda al-Khilafah nella terra del Kinana”

Solo qualche mese fa, il sottosegretario italiano alla sicurezza e ai servizi segreti Marco Minniti era volato a Il Cairo dove aveva incontrato il ministro della Difesa egiziano dopo i raid aerei in Libia che Il Cairo mise in atto a seguito della decapitazione di 21 egiziani cristiani coopti.

GENTILONI: “ITALIA NON SI FA INTIMIDIRE”
“L’Italia non si fa intimidire”, ha affermato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in un tweet commentando l’esplosione. Il ministro conferma che “non risultano vittime italiane” e aggiunge: “Vicini alle persone colpite e al personale”.

Puglia, il governatore Emiliano contestato a Taranto

La riunione di Giunta a Taranto del governatore Emiliano
La riunione di Giunta a Taranto del governatore Emiliano

Non inizia nel migliore dei modi la “prima” del governatore Emiliano.

Nella prima riunione “itinerante” del suo governo, che si è tenuta a palazzo del Governo di Taranto, il presidente Michele Emiliano è stato contestato da un gruppo di persone che presidiavano l’esterno dell’istituzione con striscioni recanti scritte “Emiliano, ora prima di tutto il lavoro” o tipo “Ilva di Riva, Ilva di Stato operai ammazzati cittadini inquinati” o ancora “L’altoforno che uccide va fermato”.

Il presidente al suo arrivo sembra sia stato colpito anche da un calcio da un giovane manifestante. Calcio che non sarebbe andato a “segno” per il tempestivo intervento della Digos e che viene precisato dallo stesso presidente Emiliano: “Se è accaduta una aggressione io non me ne sono accorto”.

“E devo dire – ha ironizzato il governatore Emiliano – che è stata una fortuna per il potenziale aggressore, come è evidente. La prossima volta starò più attento e, se nel caso, venendo da un quartiere popolare anche io mi adeguerò”, ha detto il governatore nel discorso di insediamento della giunta.

Una nota della dell’ufficio stampa della giunta regionale diramata più tardi precisava che non c’è stata “alcuna aggressione al presidente”. Ai cittadini e rappresentanti di associazioni che lo hanno contestato Michele Emiliano ha detto:

Il presidio Taranto contro il governatore Emiliano“Vi garantisco che se tensioni di questo genere nascono, nascono a causa del silenzio, a causa degli errori di dialogo, a causa di errori politici, a causa dell’idea che per uscire dai problemi basta che ci sia un piccolo nucleo di persone speciali che decidono al posto delle altre. E’ quello che fa saltare i nervi alla comunità e che può scatenare reazioni”, ha ancora affermato l’ex magistrato.

Il presidio contro il governatore Emiliano a Taranto
Il presidio contro il governatore Emiliano a Taranto

All’interno del palazzo del Governo, il governatore Emiliano ha tenuto regolarmente il suo discorso d’insediamento. Poi all’ora di pranzo presidente e giunta ha incontrato i rappresentanti di 38 tra associazioni, parti sociali e istituzioni.

La nuova giunta è stata oggetto di critiche nei giorni scorsi dopo che l’ex pm aveva nominato assessori “a loro insaputa” tre consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle, compresa la sua diretta rivale alle scorse regionali in Puglia: Antonella Laricchia. Un atto che mandò su tutte le furie i pentastellati che lo hanno diffidato. I Cinquestelle, con Laricchia, avevano anche contestato al governatore Emiliano la nomina a portavoce della sua compagna. “La scelta di nominare la propria compagna, Elena Laterza, suo addetto stampa, resta nei limiti della liceità ma è inopportuna”. spiegò la consigliera del M5S.

Calabria, Giunta Oliverio atto secondo: "Sarà una svolta epocale"

La nuova giunta Oliverio con al centro il  governatore
La nuova giunta regionale della Calabria con al centro il presidente Oliverio (foto Tosti)

Giunta Oliverio, atto secondo. “Questa è una Giunta per la legislatura, che ovviamente si verificherà sul campo. Non ci saranno poteri extra istituzionali che per troppo tempo hanno gestito il potere in queste stanze”.

Con queste parole Mario Oliverio, governatore della Calabria, ha presentato stamattina a Catanzaro il suo nuovo governo regionale. Le “stanze” erano quelle di Palazzo Alemanni, ma lui ha scelto la storica e più agevole sede di via Massara per ribadire la sua autonomia rispetto a chi in questi sette mesi ha cercato di piazzare “ostacoli” al “processo di cambiamento” che il presidente ha in mente: “Sarà una volta epocale”, ribadisce.

Sarà soltanto lui il “responsabile di queste scelte” e rispetto all’esecutivo tutto esterno dall’assemblea eletta ha chiarito e replicato in qualche modo ai “musi lunghi” che “non si svilisce il ruolo del Consiglio regionale”, ma è semmai “l’opposto.

“Non lo si esalta – spiega Oliverio – se si esprime componenti nell’esecutivo. La valutazione che mi ha portato a questa scelta è rivolta a questa specifica fase, chi non lo capisce o è ottuso o è in malafede. Il ruolo del Consiglio regionale sarà centrale perché gli eletti potranno attivare la fase legislativa, di programmazione e di controllo”.

Nel passare in rassegna le donne e gli uomini della sua giunta, composta da tecnici e docenti universitari, il governatore della Calabria torna a parlare dell’inchiesta giudiziaria “Erga omnes” che ha scatenato il terremoto politico alla Regione Calabria e afferma di essere “sicuro che i consiglieri in carica chiariranno le singole posizioni e sarà dimostrata la loro estraneità. Si tratta, però, di fatti gravissimi, per questo occorre che si faccia luce fino in fondo e le responsabilità vengano colpite per avere trasparenza nell’utilizzazione delle risorse”.

Il governatore Mario Oliverio presenta la sua giunta  (foto Tosti)
Il governatore Mario Oliverio presenta la sua giunta (foto Tosti)

Ne frattempo, però, il governatore Oliverio proporrà “una legge per cancellare i finanziamenti ai gruppi regionali che dovranno essere sostenuti solo in termini di servizi, senza più un solo euro”. Una proposta che se accolta dopo il suo iter, rappresenterebbe una “svolta” in tutto il panorama politico poiché, come dimostrato non solo in Calabria ma in tutte le rimborsopoli delle regioni d’Italia, è nei gruppi che si “annidano le camarille” e si alimenta la “degenerazione politica”.

In tal senso, seppure con qualche sfumatura, era stata presentata nel maggio scorso dal consigliere Orlandino Greco, capogruppo della lista “Oliverio Preidente” una proposta di legge per il riordino dei gruppi mirata maggiore trasparenza, rigidità e controlli sulle spese dei gruppi consiliari.

Grecia, il piano Tsipras piace alla Troika. Somiglia a quello di Monti

Alexis Tsipras mentre parla a Strasburgo al Parlamento europeo - Piano Tsipras
Alexis Tsipras mentre parla a Strasburgo al Parlamento europeo

Il piano Tsipras piace all’Eurogruppo e sembra avere il placet dei massimi vertici della Troika, Fmi, Bce e Ue, nonché l’approvazione da parte dei leader politici europei. Robusta la richiesta greca: 12 miliardi di euro invece di otto che erano nella precedente proposta.

La proposta del premier greco offre riforme che appaiono dure. Qualcosa ci sta, come l’addio alle pensioni “baby”, l’aumento delle tasse per armatori e sui beni di lusso, ma altre sono tese a frenare crescita e consumi come la rinuncia allo sconto dell’Iva per le isole turistiche e l’aumento della tassazione sulle imprese che sono quelle che creano occupazione e fanno Pil. Il premier Tsipras dovrà trovare sin da oggi il consenso anche nel Parlamento greco.

Mentre a Bruxelles si discute del piano, la multinazionale Bloomberg scrive che la Grecia sembra aver chiesto un prestito triennale all’Esm (o Mes, il meccanismo di stabilità europea, ovvero fondo salva Stati) di 53 miliardi di euro. Il colosso dei Mass media cita una bozza del documento messo a punto da Atene nel quadro del nuovo pacchetto di salvataggio. Il prestito dovrebbe coprire le esigenze finanziarie della Grecia fino al 2018, garantendo il rimborso di prestiti per 46 miliardi dovuti per la maggior parte a Fmi e Bce, in scadenza il 30 giugno 2018.

L’ESPERTA LIDIA UNDIEMI  SPIEGA CHE COS’E’ IL MES (O ESM)

All’indomani della presentazione all’Eurogruppo del piano con le riforme, che riguarderanno in particolare Fisco, pensioni e mercato del Lavoro, spunta quindi la nuova richiesta avanzata da Atene.

Intanto le reazioni al piano Tsipras raccolgono il consenso dei partner europei. Il presidente francese, Francois Hollande, giudica le proposte greche “serie e credibili” e afferma che il “programma” consegnato ai creditori mostra la determinazione della Grecia a restare nella zona euro.

Il premier italiano Matteo Renzi afferma: “Speriamo di non rivederci anche domenica: vuol dire che l’accordo sulla Grecia può essere fatto anche nella giornata di sabato dai ministri dell’Economia”, dichiara al termine dell’incontro con il primo ministro irlandese Enda Kenny.

“Sono più ottimista del passato – prosegue il premier -, dobbiamo salvare la Grecia con il supporto del suo governo altrimenti è impossibile. Nessuno pensi che dopo aver fatto le riforme a casa nostra l’Italia vada ora con la faccia soddisfatta in Europa. Rimane in piedi il tema del rapporto tra crescita e austerity e vogliamo che l’Europa torni a essere la casa dello sviluppo, non delle statistiche”.

Nel caso in cui la previsione di un accordo entro sabato, ribadita da Renzi, dovesse realizzarsi, i summit in programma domenica non si terranno. Lo fanno sapere fonti dell’Unione europea. Ma all'”affascinante discorso” fatto da Tsipras a Strasburgo due giorni fa (“La Grecia è stata usata come cavia per le vostre politiche di austerità che sono fallite”), e soprattutto forte della vittoria referendaria, la sua proposta sembra cedere alle richieste della Troika poiché include sacrifici simili a quelli che Monti richiese all’Italia nel 2011.

Il Piano di Tsipras “Lacrime e sangue” 

Non ci sarà più lo sconto dell’Iva alle isole turistiche entro il 2016. Per ristoranti e catering l’aliquota aumenterà al 23% mentre per gli alberghi al 13%: Tagli significativi alla Difesa che salgono a 300 milioni di euro entro la fine del 2016.

Inoltre, è previsto l’aumento delle tasse sugli armatori, forse la più accettata come la tassa sui beni di lusso (sale dal 10 al 13%), di quella sulle imprese (dal 26% al 28%), ma anche del contributo di solidarietà sul reddito e, se necessario, della tassa sugli immobili dopo la revisione catastale.

Il piano greco abolisce anche il contributo di solidarietà per pensionati entro il 2019. Sono previsti risparmi su pensioni tra lo 0,25-0,50% del Pil nel 2015 e l’1% dal 2016 in poi, tagliando progressivamente le “baby pensioni” (creando disincentivi) e innalzando l’età pensionabile a 67 anni entro il 2022.

Un piano di tagli e riforme duro e rigido che somiglia molto quello “lacrime e sangue” fatto da Mario Monti nel 2011, si mormora sui social. Se sarà servito a qualcosa il referendum greco lo si saprà a breve. Al momento sembra che il premier stia andando in direzione opposta all’indicazione del popolo greco. La cosa che più peserà, se vera, è la richiesta all’Esm di 53 miliardi di euro. Denaro che si rivela un cappio al collo per le future generazioni poiché richiede appunto, oltre alla restituzione con tassi di interessi elevatissimi, piani di maggiore austerità e massicce politiche di privatizzazione.

Gabrielli: "Comune di Roma "inquinato" ma non può essere sciolto"

Il Campidoglio, sede dell'assemblea di Roma Capitale
Il Campidoglio, sede dell’assemblea di Roma Capitale

Al comune di Roma il clima è diventato irrespirabile dopo le inchieste di Mafia Capitale. Il sindaco Ignazio Marino resiste alla tempesta mentre la sua giunta sembra smarrita oltre che “inquinata”, come l’ha definita il prefetto Franco gabrielli. L’azione amministrativa è ingessata dal timore di muovere foglia, in un comune che fino a ieri correva il rischio di essere sciolta per mafia. Fino a ieri.

Perché, il rischio scongiurato dallo stesso Gabrielli secondo cui “le evidenze raccolte non consentono l’applicazione della misura dello scioglimento dell’Organo consiliare dell’Ente Locale“. L’ex capo della Protezione civile rileva come gli elementi raccolti sulle infiltrazioni mafiose hanno i “caratteri di rilevanza e concretezza ma non di univocità”.

La norma sullo scioglimento dei comuni per infiltrazione mafiosa, secondo Gabrielli, richiede che gli “elementi su collegamenti con la criminalità organizzata di tipo mafioso” debbano essere “concreti, univoci e rilevanti”. Per il prefetto di Roma “gli elementi emersi, pur presentando i caratteri di rilevanza e concretezza”, non hanno “il tratto della univocità” e questo grazie ai tratti di discontinuità”.

Sono queste le conclusioni della commissione prefettizia incaricata di verificare l’eventuale infiltrazione mafiosa nel Comune di Roma e riportate nella relazione del prefetto Gabrielli di cui ampi stralci sono pubblicati sulle edizioni online del Corriere della Sera e di Repubblica.

Il prefetto di Roma Franco Gabrielli: "No allo scioglimento per mafia del comune di Roma"
Il prefetto di Roma Franco Gabrielli: “No allo scioglimento per mafia del comune di Roma”

Tradotto: Il comune non si scioglie per mafia, quand’anche “le risultanze emerse dall’attività ispettiva documentano – dice la relazione – come Mafia Capitale, anche sotto l’attuale Giunta, sia riuscita a infiltrare l’Ente locale, assoggettandone la funzione ai propri interessi grazie a amministratori corrotti e alle influenze esercitate da Carminati e Buzzi”.

Intanto per restare in tema di aria irrespirabile al comune di Roma il segretario generale del Campidoglio, Liborio Iudicello, ha rassegnato le sue dimissioni. “Il sindaco Ignazio Marino ha cercato di farlo recedere dalla sua determinazione – spiega una nota del Campidoglio -, ma ha poi preso atto della sua ferma volontà per evitare di continuare a lavorare in un clima di delegittimazione della funzione”.

A chi gli ha chiesto del comune di Ostia, in predicato di scioglimento, il prefetto Gabrielli ha risposto che “se mai il ministro dell’Interno decidesse di sciogliere il Municipio di Ostia mi associo a chi dice che la persona più indicata come commissario sarebbe proprio il dottor (Alfonso) Sabella”, assessore capitolino alla Legalità, persona di cui il prefetto ha “una grandissima stima”.

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