15 Ottobre 2024

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Tragedia a Palermo, la piccola Michelle Livigni, di 7 anni, giù da 5° piano. E' giallo

Tragedia a Palermo, Michelle Livigni, di 7 anni giù da 5° piano. E' gialloTragedia a Palermo. Una bambina di sette anni, Michelle Livigni, è morta dopo essere precipitata dal quinto piano del palazzo in cui abitava con la famiglia, in via Corradino di Svevia, nel quartiere Zisa, a Palermo. Soccorsa dal 118, la bimba è stata trasportata all’ospedale ma non ce l’ha fatta.

Non si conoscono le cause di quel che è avvenuto, ma la tragedia si tinge di giallo. Da quanto appreso, la piccola Michelle Livigni sarebbe stata punita perché il giorno prima avrebbe rubato una gomma da masticare al supermercato. La bambina era figlia di un palermitano e di una donna nigeriana, coppia che da quanto riferito da testimonianze, non sembrava aveva dissidi e viveva serenamente.

Sulla tragedia non viene cosi esclusa cosi alcuna pista, perché si potrebbe trattare anche di un assurdo, infantile gesto volontario. Una sorta di “dispetto” per quel castigo immeritato. Estremamente cauto, però, il procuratore di Palermo, Franco Lo Voi che sul caso vorrebbe vederci meglio. “E’ una vicenda tutta da chiarire, serviranno numerosi approfondimenti”, dice, facendo intendere che potrebbe aprire un fascicolo sul dramma palermitano. Sul caso indagano i Carabinieri della Compagnia di S.Lorenzo che cercano riscontri e testimonianze utili alle indagini.

La tragedia a Palermo si è consumata in un piccolo e modesto appartamento di via Corradino di Svevia, la bambina, dopo essere caduta al suolo volando dal quinto piano, è stata soccorsa e portata all'”Ospedale dei Bambini” dagli operatori del 118. Tutti i tentativi di strapparla alla morte sono però risultati vani: è deceduta dopo un paio d’ore di agonia.

Dopo qualche ora, i carabinieri della Compagnia di San Lorenzo, hanno raccolto la testimonianza della madre della piccola. Sarebbe stata lei a parlare della punizione per il “furto”, l’ingenua marachella commessa dalla Michelle Livigni. Nel pomeriggio, dopo che la donna l’aveva rimproverata, la bimba sarebbe uscita di corsa dallo sgabuzzino dell’appartamento e poi sarebbe volata dal balcone. Potrebbe essersi trattato di un incidente, cosi come di un gesto volontario. La coppia ha anche un altro figlio, di cinque anni, che avrebbe assistito a tutto e ora carabinieri e magistrati stanno valutando se sentirlo per aver un quadro più chiaro.

La tragedia a Palermo è ora tutta nelle mani della procura di Palermo che dopo le risultanze investigative deciderà se aprire un fascicolo oppure rubricare tutto come uno dei tanti drammi familiari che si consumano nel nostro paese.

Obama: "Ecco il mio piano per il clima. Per pensare al futuro"

Il Presidente Barack Obama annuncia il piano per il clima  "Clean Power Plan"
Il Presidente Barack Obama annuncia il piano per il clima “Clean Power Plan” (Amsa/Ap)

“Oggi siamo qui per annunciare il piano per l’energia pulita: ha richiesto due anni, ma è il passo più importante che l’America abbia mai fatto in materia di cambiamento climatico”. E’ quanto ha detto il presidente Usa Barack Obama presentando il suo piano per il clima nel mondo.  

Obama ha fissato una data: “Entro il 2030 le emissioni di carbonio delle centrali elettriche saranno ridotte del 32% rispetto al 2005 (il cosiddetto Co2): 87 milioni di emissioni di carbonio saranno tolte dall’atmosfera. E entro il 2030 – assicura – ridurremo le morti premature legate alle emissioni di carbonio delle centrali elettriche del 90%”. . 

Un piano, quello del presidente Usa, che “supera” gli accordi di Kioto e dà la linea per il rispetto “non della prossima generazione”, ma “di quelle future”. “Lo dobbiamo ai nostri figli”. Una mossa a sorpresa, quella del piano per il clima nel pianeta, fatta quasi a scadenza del doppio mandato presidenziale.

“Siamo la prima generazione – ha spiegato ancora Obama – a sentire l’impatto del cambiamento climatico e l’ultima generazione che può fare qualcosa” per combatterlo, ha sottolineato il presidente americano.

“Abbiamo affrontato in 6 anni molte sfide,dice Obama, dalla recessione alla ricostruzione dell’economia all’Iraq e alle questioni mediorientali ma “sono convinto che niente minaccia di più il nostro futuro di quanto non lo faccia il clima”. Occorre “garantire che ci sia acqua e aria pulita e un futuro per i nostri figli. Il cambiamento climatico non riguarda solo il futuro dei nostri figli e nipoti, ma è una realtà già oggi che si presenta come un rischio immediato per la sicurezza nazionale”, ha detto Obama.

Presentando il piano per il clima, ossia sull’energia pulita, il presidente americano Barack Obama ha citato l’Enciclica di Papa Francesco, un testo che sottolinea come “combattere il cambiamento climatico è un obbligo morale”.

“Lo scorso mese la Nasa ha pubblicato una foto della terra dallo spazio. La morfologia del pianeta (Terra) è cambiata rispetto all’ultima immagine, ma una cosa non è cambiata: il nostro Paese è sempre il più bello di tutti, enorme ma anche fragile, appartiene a noi e anche ai nostri bambini. E’ la nostra casa e non c’è piano B”. Ora, rispetto ai buoni propositi di Barack Obama occorre sedersi attorno a un tavolo e mettere d’accordo i paesi colossi dell’industrializzazione, Cina in primis.

Migranti, voleva entrare in Spagna ma è morto in una valigia

Guardia Civil Spagnola ha scoperto marocchino morto in una valigiaSperava in un mondo migliore e invece ha trovato la morte. Un marocchino di 27 anni è morto in una valigia asfissiato. Si era nascosto in nel bagaglio per entrare illegalmente in Spagna. La valigia era posta nel bagagliaio dell’auto del fratello. morto in una valigiaLo ha annunciato oggi la Guardia Civil spiegando che il fratello della vittima si era imbarcato con la vettura su un traghetto che collega l’enclave spagnola in Marocco Melilla a Almeria, nella Spagna meridionale.

Il giovane voleva far entrare illegalmente il fratello minore in Spagna, nascosto nel veicolo, ma durante il viaggio ha scoperto che non respirava e ha avvertito l’equipaggio che ha cercato di rianimarlo, ma inutilmente. Il fratello maggiore è stato arrestato con l’accusa di omicidio colposo.

Ai primi di maggio, un piccolo ivoriano di otto anni, è stato trovato nascosto in una valigia mentre cercava di varcare il confine tra il Marocco e l’enclave spagnola di Ceuta. Suo padre, residente in Spagna, aveva cercato di farlo entrare nel paese di nascosto, perché il suo stipendio non era sufficiente per richiedere un visto per il bambino.

L’immagine a raggi X del piccolo, nascosto in posizione fetale, aveva suscitato indignazione in Spagna, dove ha finalmente ottenuto un permesso provvisorio e ha riabbracciato i suoi genitori. Purtroppo, il giovane marocchino di 27 anni ha avuto un destino diverso.

Messina Denaro, Renzi: "Ora catturiamo lui"

 Matteo Messina Denaro, un frame dell'intercettazione alla masseria

Matteo Messina Denaro, un frame dell’intercettazione alla masseria

Sarebbe il colpo del secolo per il governo presieduto da Matteo Renzi. Catturare Matteo Messina Denaro, il latitante numero 1, sarebbe per l’esecutivo un modo per dire e riaffermare che il governo esiste e che criminali e terroristi vengono assicurati alla giustizia comunque vadano le cose.

Come dire, ci vorrà del tempo, ma l’intelligence, che poi rappresenta lo Stato, “è più forte”; espressione sempre ribadita dal ministro dell’Interno Angelino Alfano che anche stamane ha commentato la cattura degli undici presunti fiancheggiatori del boss superlatitante. Più forte grazie allo sforzo immane degli investigatori sul campo che conducono le loro indagini con discrezione carsica.

“Sono grato a investigatori, forze dell’ordine e a tutti i rappresentanti dello Stato per il colpo inferto all’organizzazione mafiosa con la cattura di molti uomini del giro di Matteo Messina Denaro” ha scritto Matteo Renzi su Facebook. “Grazie a nome del Governo. E avanti tutta per andare finalmente a catturare anche il boss superlatitante. L’Italia c’è, tutta insieme e tutta unita contro la criminalità organizzata”.

L’impegno del governo c’è tutto, sia sul fronte del terrorismo fondamentalista che su quello di contrasto alle mafie. Il colpo di stamane evidenzia, al di là della brillante operazione, la grande vulnerabilità di Cosa Nostra. Nulla sarà più come prima.

Si spera che questo accada anche in Calabria, dove al contrario la ‘ndrangheta appare un muro  di gomma impenetrabile tenuto in piedi dall’omertà di tanta gente che vede, sente e si gira dall’altra parte. Come se il sottosviluppo calabrese, censito da tutti gli istituti statistici, fosse generato da dinamiche finanziarie e non per lo strapotere esercitato da decenni da ‘ndrine potentissime che ancora oggi controllano il “respiro” di una parte d’Italia e di moltissime regioni del centro nord (vedi Mafia Capitale).

Fin quando sarà vitale questa potente organizzazione, composta da insospettabili colletti bianchi che operano anche in borsa, senza nulla togliere agli anziani fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro, l’Italia non sarà mai libera.

Messina Denaro, arrestati 11 seguaci. Pizzini ed eterna fedeltà al boss

Identikit del boss Matteo Messina Denaro
Identikit del boss latitante Matteo Messina Denaro

Si stringe il cerchio attorno al boss di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro. Stamane all’alba, in un’operazione denominata “Ermes”, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo è stata smantellata una cellula di presunti fiancheggiatori del latitante numero uno d’Italia.

Undici ordinanze di custodia cautelare per altrettanti fedelissimi del super boss alla macchia da oltre vent’anni sono state eseguite dalle squadre mobili di Palermo e Trapani.

Effettuate perquisizioni nelle province di Palermo e Trapani nei confronti di capi delle famiglie di Cosa Nostra trapanese e di presunti favoreggiatori del padrino latitante.

Gli investigatori controllavano da tempo i seguaci di Messina Denaro nel trapanese e hanno scoperto che tra loro comunicavano attraverso i classici pizzini con cui il “capo dei capi” trasmetteva i suoi messaggi.

Lo scambio dei pizzini avveniva in due masserie nelle campagne di Mazzara del Vallo e Campobello di Mazzara, di proprietà di due allevatori, oggi arrestati, Vito Gondola e Michele Terranova. Gli inquirenti hanno accertato che i bigliettini smistati durante i summit mafiosi, venivano nascosti sotto terra ben ripiegati e sigillati per non compromettere gli ordini.

Messaggi di morte, racket e droga, controllo del territorio e soprattutto segnali inequivocabili con cui Matteo Messina Denaro manifestava la propria vitalità e l’egemonia ai vertici di Cosa Nostra. Pizzini cifrati in cui comparivano spesso termini come “favino“, “concime” e altre parole con cui i presunti picciotti capivano al volo. Persone che avevano giurato eterna fedeltà al capo. Al termine dei summit nelle masserie, i cosiddetti “collettori” prelevavano i pizzini e li consegnavano ai destinatari. Molto rigide le regole imposte sulla comunicazione: i messaggi dovevano essere stile “Mission Impossible”, letti e poi distrutti, bruciati per non lasciare tracce. Le risposte agli ordini dovevano giungere entro termini prefissati, al massimo 15 giorni.

Gli arrestati sono Vito Gondola, 77 anni, ritenuto capo del mandamento di Mazara del Vallo; Leonardo Agueci, 28 anni, ragioniere della ditta So.vi.; Ugo Di Leonardo, 73 anni, architetto in pensione; Pietro e Vincenzo Giambalvo, 77 e 38 anni, padre e figlio; Sergio Giglio, 46 anni; Michele Gucciardi, 62 anni; Giovanni Loretta, 43 anni; Giovanni Mattarella, 49 anni, genero di Gondola; Giovanni Domenico Scimonelli, 48 anni; Michele Terranova, 46 anni.

Gondola, Gucciardi, Scimonelli, i due Giambalvo, Giglio, Di Leonardo e Terranova, sono indagati per associazione mafiosa. Mattarella, Agueci e Loretta per favoreggiamento aggravato dalla modalità mafiosa, per aver agevolato la latitanza del boss mafioso Matteo Messina Denaro.

Lo #StatoVince la mafia perde”, il ministro dell’Interno Angelino Alfano commenta così l’operazione che ha portato all’arresto di 11 presunti gregari di Matteo Messina Denaro. “Presi questa mattina vertici di #CosaNostra – scrive ancora Alfano via Twitter – e presunti favoreggiatori del boss latitante”.

L’operazione, finalizzata alla cattura di Matteo Messina Denaro, è stata condotta dalle squadre mobili di Trapani e Palermo, sotto il coordinamento dello Sco e con la partecipazione del Ros dei Carabinieri. L’indagine è stata avviata dalla Dda di Palermo.

LE INTERCETTAZIONI VIDEO

Nel corso della conferenza stampa nel corso del quale sono stati iillustrati i dettagli dell’operazione, il procuratore aggiunto di Palermo, Teresa Principato ha affermato che “Matteo Messina Denaro è una sorta di parassita che non tiene conto dei legami familiari, ma usufruisce dei soldi che i componenti della sua famiglia e del clan possono fargli avere”. Il magistrato, che ha coordinato l’inchiesta insieme ai pm Paolo Guido e Carlo Marzella, ha continuato Principato: “Nonostante il territorio sia più che sorvegliato e da anni si susseguono operazioni, ancora non siamo riusciti a prendere il latitante. Questo può significare solo che gode di protezioni ad alto livello”.

GLI INCONTRI TRA I “FEDELISSIMI”

Il boss Matteo Messina Denaro “non sta sempre nel Trapanese, ma si sposta dalla Sicilia e anche dall’Italia”, ha aggiunto il procuratore Principato. “Quando sente stringersi attorno a lui il cerchio – ha spiegato – taglia i contatti con i fedelissimi finiti sotto indagine”. Sono ventidue anni che l’ultimo “capo dei capi” di Cosa Nostra sta ancora alla macchia. Ma dopo la cattura dei suoi 11 presunti luogotenenti nulla è più come prima per Messina Denaro.

Windows 10: "14 milioni di download in 24 ore". Insorge Mozilla

Microsoft ha rilasciato Windows 10. "14 milioni di download in 24 ore"
Microsoft ha rilasciato Windows 10. “14 milioni di download in 24 ore”

Archiviato Windows 8, Microsoft Corporation è saltata direttamente al sistema operativo Windows 10 Il 29 luglio scorso l’esordio ufficiale dell’ennesima creatura di Bill Gates. In sole 24 ore, informa l’azienda di Redmond, sono state installate 14 milioni di versioni sui diversi device.

“Sono state 24 ore incredibili per Windows e i nostri fan”, scrive Yusuf Mehdi sul blog aziendale di Microsoft. Una “domanda senza precedenti per Windows 10 – esulta Mehdi – con recensioni e feedback degli utenti più che positivi in tutto il mondo”.

Stiamo facendo il possibile per portare l’aggiornamento il più velocemente possibile nei prossimi giorni e settimane”. Windows 10, è disponibile anche per gli utenti italiani, tra le novità introduce l’assistente vocale “Cortana”, un sistema di identificazione Windows Hello e il browser Edge, che manda in pensione l’antiquato e sempre problematico “Internet Explorer”.

Una piccolo problema, ma secondo l’azienda americana “risolvibile”, è nato da Mozilla di Firefox, il browser rivale (insieme Google Chrome, Safari e Opera) di “Explorer”, che accusa Microsoft di aver reso più difficile per gli utenti la scelta del browser predefinito. Un “vizietto” che in passato è già costato alla Microsoft pesanti sanzioni dall’antitrust per posizione dominante per quanto riguarda la scelta del programma di navigazione.

Chris Beard, amministratore delegato della fondazione Mozilla, ha scritto una lettera aperta al suo omologo di Microsoft, Satya Nadella, protestando con alcune novità introdotte da Windows 10 che a suo avviso rendono più ostico per gli utenti la scelta del browser da utilizzare come predefinito (che si apre automaticamente cliccando su qualsiasi link) per navigare online. Così, scrive Beard, “Microsoft ha fatto un drammatico passo indietro”, anche tenendo conto che nelle preinstallazioni su Pc e notebook dei sistemi operativi Windows in passato l’azienda l’ha sempre fatta da padrona.

Il rilascio di Windows 10 sarà graduale, ma 14 milioni di download è un dato che fa ben sperare l’azienda. Bisognerà testarlo e capire le nuove funzionalità. Si vedrà cosa dirà la “critica”. Chi ha avuto modo di provare il nuovo sistema operativo dice che non è male. Ma occorre vedere nel medio periodo la stabilità del sistema, vera pecca di molte delle versioni rilasciate in questi anni da Microsoft. L’unica versione, secondo molte recensioni, che finora si sarebbe mantenuta “stabile e affidabile” (dopo la parentesi Xp) è Windows 7, sia a 32 che a 64 bit.

Nubifragio a Firenze: "E' stato di calamità". Danni per milioni

Disagi e allagamenti a causa del violento nubifragio a Firenze
Disagi e allagamenti a causa del violento nubifragio a Firenze (Ansa/Degl’Innocenti)

Un Nubifragio a Firenze di queste proporzioni non se lo ricordavano da molti anni i fiorentini.  Da sabato i cittadini hanno vissuto ore di ansia per le abbondanti precipitazioni. Strade, ponti e piazze allagate. Alberi spezzati, vicoli e tetti della case divelti.

Le persone sui tetti delle auto per evitare la “piena” di queste terribili 24 ore. Una piena che ha fatto danni per milioni e milioni di euro. E Firenze chiederà al Consiglio dei ministri lo stato di emergenza, annuncia il sindaco Dario Nardella al termine dell’Unità di Crisi convocata nella Sala della Protezione Civile del comune, prima della riunione della Giunta. “Ho già parlato con il sottosegretario Luca Lotti” ha detto Nardella e lui si è “dichiarato disponibile”. Domani intanto il presidente della Regione Enrico Rossi firmerà lo Stato di Emergenza chiesto dall’Amministrazione comunale anche alla Regione.

Nella città di Firenze colpita da un violento nubifragio, nella giornata di sabato sono caduti in 2 ore 58 millimetri di pioggia: la stessa quantità che mediamente dovrebbe cadere in un intero mese piovoso. Il temporale scoppiato a metà pomeriggio sul Tirreno, ha risalito l’Isola D’Elba verso nord-est fino al pisano e Firenze con migliaia di fulmini e violente raffiche di vento.  Riattivata in linea ferroviaria Roma-Firenze.

L’emergenza che ha riguardato il nodo di Firenze è finita. Il traffico ferroviario è ripreso regolarmente e sta procedendo senza ritardi o cancellazioni. E’ quanto dice Ferrovie dello Stato che in una nota chiede scusa ai passeggeri e conferma che è stato un tetto, “scoperchiato dalla tromba d’aria” che ha colpito ieri sera Firenze, ad abbattere un portale della linea elettrica aerea provocando di fatto l’interruzione del traffico ferroviario sia sulla direttissima Firenze-Roma sia sulla “lenta” alle 19.30. “In poche ore i tecnici di Rfi – continua la nota – hanno riparato i danni davvero gravi che si sono verificati: alle 3 è stato ripristinato un binario, alle 6.54 tutti e quattro i binari interessati.

GALLERIA IMMAGINI DEL NUBIFRAGIO A FIRENZE

La Protezione civile ha dato assistenza ai viaggiatori. A loro va il nostro primo ringraziamento per aver fatto fronte e risolto un’emergenza grave in poche ore e al meglio, dimostrando professionalità e dedizione”. “Abbiamo fatto del nostro meglio per evitare il peggio fornendo assistenza a bordo e nelle stazioni: sono state distribuite 1500 bottiglie d’acqua, 700 tavolette di cioccolata e decine di persone sono state aiutate a trovare alberghi nelle vicinanze delle stazioni. Siamo riusciti a fare in modo il blocco della circolazione non durasse troppo a lungo” conclude la nota di Fs. Le conseguenze oggi sono state contenute con due cancellazioni per i Frecciarossa e quattro di Regionali. “Il traffico è stato ripristinato, considerati i danni, a tempi record”.

Rossi firmerà domani lo stato di emergenza – Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi firmerà già domani la dichiarazione dello stato di emergenza. Lo annuncia la Regione Toscana con una nota spiegando che Rossi stamani si è messo in contatto con il sindaco Dario Nardella per fare il punto della situazione prodotta da un evento che, nel suo sviluppo, ha attraversato tutta la Toscana a partire dall’Elba. Tra le ipotesi esaminate anche la possibilità di utilizzare i profughi ospitati in Toscana per i primi interventi di pulizia e ripristino, utilizzando anche la convenzione attivata con Inail per l’assicurazione per lavori di pubblica utilità. Tecnici comunali e regionali ne stanno esaminando la fattibilità. Continuano intanto i sopralluoghi per valutare i danni e individuare i primi interventi. Nei prossimi giorni si procederà una stima più puntuale dei danni.

Nubifragio di Firenze legato al caldo, più frequenti e intensi – “Questi cambiamenti diventano sempre più frequenti ma quello che colpisce è l’intensità. Negli ultimi 15 anni eventi come questi si sono triplicati e la loro forza è aumentata dal 30 al 40%. Il 5 marzo ad esempio sono state registrate raffiche con 160 chilometri orari. Oramai il cambiamento climatico è in atto”: a spiegare cosa sia avvenuto ieri a Firenze è Bernardo Gozzini, direttore del centro meteo Lamma del Cnr e della Regione Toscana. Un evento eccezionale legato al caldo di questi giorni e non prevedibile.

Operato nella notte 19enne, è grave – E’ stato sottoposto a un intervento chirurgico alla testa la notte scorsa al Cto di Careggi il 19enne ferito gravemente durante il nubifragio ieri sera a Firenze. Le sue condizioni sono gravi e il giovane è ricoverato nel reparto di terapia intensiva di neurochirurgia. Al Cto era stato trasferito dall’ospedale di Ponte a Niccheri dopo una prima valutazione dei sanitari. Sarebbe stato colpito da un ramo che gli ha causato diversi traumi, il più grave alla testa. I due amici che erano con lui a pescare sull’Arno quando è iniziato a piovere, secondo quanto si apprende, lo hanno trovato in terra dopo aver riposto una prima parte del materiale da pesca nell’auto con la quale erano arrivati. Subito soccorso dal 118 le condizioni le condizioni del giovane sono apparse gravi.

Per 1500 notte a Termini, acqua e coperte – Da ieri sera a stanotte circa 1.500 passeggeri, provenienti dai treni interessati dai disservizi per l’interruzione della linea ferroviaria Roma-Firenze, a causa del nubifragio, sono rimasti bloccati nella stazione Termini. Qui sono stati assistiti dalla Protezione Civile di Roma Capitale che ha distribuito loro acqua e coperte. Rfi ha riattivato, all’alba, i due binari della linea direttissima Roma-Firenze e sottolinea che la situazione alla stazione centrale di Roma è regolare.

“Da ieri notte la Protezione Civile di Roma Capitale, in coordinamento con la Prefettura e Rete Ferroviaria Italiana, è al lavoro per offrire assistenza presso la stazione Termini alle numerose persone che hanno subito disagi per l’interruzione della linea ferroviaria Roma-Firenze causata dal maltempo”, fanno sapere dal Campidoglio”. E l’assessore alla Protezione Civile Maurizio Pucci commenta: “Voglio ringraziare il direttore della Protezione Civile, ingegner Cristina D’Angelo, il personale e i volontari per l’impegno profuso in queste settimane per far fronte a diverse emergenze (dalle ondate di calore, al piano di prevenzione antincendi agli interventi durante i blocchi delle metro) e in particolare per il tempestivo intervento di questa notte. La Protezione Civile si conferma una risorsa fondamentale per la nostra città e oggi sarà di nuovo in campo”.

E’ stato ritracciata la persona che si temeva fosse finita in Arnodurante il violento nubifragio abbattutosi su Firenze. E’ quanto si apprende da fonti sanitarie. L’uomo era riuscito a rientrare nella sua abitazione dove è stato trovato

Due persone hanno rischiato di annegare nella loro auto in un sottopasso rapidamente allagatosi a Calenzano: sono state salvate dai vigili del fuoco. L’acqua è salita velocemente di livello intrappolando gli occupanti di una vettura. Altri automobilisti hanno dato l’allarme al 115 permettendo un intervento decisivo. La pioggia ha allagato altri sottopassi, specie nella zona sud della città.

Week end tragico in Italia. 7 vittime. Morti 2 bambini

week end tragico in Italia 7 vittime, morti due bambini di 10 e 5 anniWeek end tragico in Italia dove da nord a sud sono morte 7 persone e due feriti. Due i bambini deceduti, uno in montagna l’altro al mare, in Sicilia. Venerdi pomeriggio l’elicottero Elitellina era scomparso sulle montagne delle Alpi Retiche Occidentali comprese tra la Val Chiavenna, la Val Bregaglia e la Valtellina, in provincia di Sondrio. Il velivolo è stato ritrovato sabat0. Per cause in corso di accertamento, il velivolo è precipitato. Delle tre persone a borso nessun supersiste. Sono morti sia il pilota che gli altri due membri dell’equipaggio.

Domenica un bambino di 10 anni, è morto sul Monte Legnone, al confine fra province di Lecco e Sondrio, durante una escursione. Il piccolo, secondo le prime ricostruzioni, pare per salutare dei conoscenti si sarebbe sporto troppo lungo un sentiero ed è caduto in un canalone roccioso. Raggiunto, il piccolo era già senza vita.

In Valle d’Aosta, un escursionista stava percorrendo un sentiero sopra Courmayeur, al Col du Petit Ferret. All’improvviso, forse a causa di una scivolata, è caduto ed è morto.  La vittima si chiamava Lodovico Ricci, genovese di 77 anni. Da quanto appreso Ricci stava percorrendo da solo il sentiero che tocca quota 2.500 metri.. I soccorritori sono stati allertati da un gruppo di escursionisti e la salma è stata trasportata in elicottero alla camera mortuaria di Courmayeur.

In Toscana, una donna è morta per un malore mentre si trovava in spiaggia a Cala Piccola di Monte Argentario (Grosseto). Sul posto sono intervenuti i soccorritori che hanno tentato di rianimarla invano. Si tratta del settimo decesso registrato a luglio sulla costa maremmana, tra casi di annegamento e di persone morte in spiaggia propabilmente per malore.

Altra tragedia in Sicilia, dove un bambino di cinque anni è annegato facendo il bagno in mare a Marina di Cottone, a Fiumefreddo di Sicilia. Il bambino, da quanto riferito, era sfuggito al controllo dei genitori.  Il corpo è stato trovato da un canoista che lo ha riportato a riva. Era scomparso mentre giocava con un secchiello con la sabbia sulla spiaggia e i familiari lo avevano cercato pensando che si fosse smarrito. Dopo 15 minuti il tragico ritrovamento. Il piccolo, abitava ad Aci Catena, ed era arrivato con la sua famiglia in mattinata a Marina di Cottone per trascorrere una giornata in riva al mare per divertirsi. Nessuno poteva immaginare una tragedia che ha scosso tutta la Sicilia.

Sempre domenica Sul Monte Rosa, due escursionisti, pare di esperienza, sono rimasti bloccati per qualche ora dopo essere scivolati ai bordi di un sentiero. Per loro nessun pericolo di vita. I due hanno riportato ferite e sono stati trasportati in ospedale. Da quanto si apprende, le loro condizioni non destano preoccupazioni.  

Migranti, ancora morti in mare, mentre l'Ue guarda alla Finanza

Migranti soccorsi in mare canale di SiciliaAncora migranti in balia del Mediterraneo, ancora morti, ancora inerzia dell’Ue che non riesce a far fronte alla forte ondata migratoria dal Nord Africa verso l’Europa.

In meno di 16 ore sono stati quasi 800 i migranti salvati al largo delle coste libiche. Per cinque di loro, purtroppo, non c’è stato nulla da fare. Sono morti di stenti e per il caldo. Tuttavia, al momento, non ci sono testimonianze che possano riferire come siano deceduti.

Da quanto appreso dalla autorità, le vittime sarebbero decedute durante la traversata in un gommone. In aiuto ai natanti alla deriva sono entrati in azione il rimorchiatore Asso 29, la nave di Medici senza frontiere, la Marina militare, la Guardia di finanza e la Guardia costiera.

E’ stato proprio questo rimorchiatore a mettere in salvo i primi 361 migranti al largo della Libia. La nave, che è al servizio delle piattaforme petrolifere, in base alle informazioni ricevute dalla Guardia Costiera avrebbe soccorso i migranti in un unico intervento. Asso 29 al momento sta viaggiando ad una velocità media di 8-9 nodi in direzione Pozzallo, Sicilia, dove dovrebbe giungere intorno alle 14 di domani.

L’ennesimo dramma migratorio si consuma mentre l’Ue è tutta concentrata sull’andamento degli aspetti finanziari  dell’Europa. Se gli sforzi profusi sul debito della Grecia fossero stati fatti sull’emergenza migratoria di certo si sarebbero risparmiate molte vite umane e si sarebbe risolto questo dramma senza fine intervenendo con fermezza, così come hanno fatto per Atene. Ma evidentemente il debito è più importate delle vite di migliaia di immigrati.

Arretrati pensioni, da oggi il "tesoretto" di agosto. Uil critica

Inps, da oggi i rimborsi arretrati pensioni di agosto 2015Arretrati pensioni al via. Da oggi, sabato primo agosto, si possono già riscuotere gli arretrati delle pensioni stabiliti da una sentenza della Corte Costituzionale che aveva bocciato il blocco dell’adeguamento al costo della vita dalla riforma Fornero nel biennio 2012-2013.

Hanno diritto ala riscossione i pensionati con un reddito basso. La rata, una tantum, è calcolata da tre a sei volte il minimo. Secondo i calcoli della Uil, l’assegno può oscillare dalle 400 ai 1.000 euro, a seconda dei trattamenti. Ma non potranno mancare le sorprese, nel senso che qualcuno potrebbe ritrovarsi con meno.

Se vi fosse stata l’intera restituzione del mancato adeguamento al costo della vita, le somme da restituire erano ben più consistenti. Ma il governo, a fronte di un impatto di circa 20 miliardi ha dovuto fare una selezione abbastanza rigida per giungere a una spesa complessiva massima di oltre 3/3,5 miliardi di euro anziché venti miliardi.

Il Governo, critica il sindacato, così non ha attuato la sentenza dell’Alta Corte e “il rimborso che arriverà ad agosto nelle tasche dei pensionati italiani è solo una minima parte del dovuto”. La UIL Pensionati calcola infatti tra il 10,82% ed il 32,27% la percentuale di rimborsi che arriverà seconda dell’ammontare delle pensioni. “Una grandissima ingiustizia contro la quale la UIL e la UILP si sono battute e – si sottolinea – continueranno a battersi”.

Gli assegni che riceveranno la percentuale più alta di rimborso sono quelli che stanno tra 1.500 e 1.800 euro al mese, che il primo agosto avranno un ‘bonus’ tra i 796 e i 955 euro (rispettivamente 796,25 e 955,50, 849,34 a chi arriva a 1.600 euro).

Ben diversa la cifra del “maltolto” se il rimborso fosse stato pieno, tra 2.467 e oltre 2.960 euro. E va peggio ai pensionati più “ricchi” che si vedranno corrispondere appena il 10,82% del rimborso (471 euro per chi ha un assegno da 2.800 contro i 4.360 dovuti).

Le riduzioni previste per l’indicizzazione per il biennio 2012 – 2013, sottolinea ancora la Uil nel suo studio, fanno sì che l’adeguamento sarà “irrisorio e fortemente penalizzato” rispetto a quanto sarebbe spettato ai pensionati con una piena indicizzazione e una piena applicazione degli effetti su 2014 e 2015.

A partire da agosto 2015, si spiega, un trattamento da 1.800 euro lorde nel 2011 dovrebbe avere – con la sola applicazione delle riduzioni introdotte dal Governo Letta ed un pieno recupero dell’indicizzazione per il 2012-2013 – 92 euro lorde mensili in più di adesso (1.823 euro lorde), mentre da agosto l’adeguamento previsto dal decreto porterà il trattamento a 1.832,32 euro. Un misero aumento di 8,33 euro lordi mensili (circa il 9% del recupero pieno).

Sulla base dell’ipotesi Inps di un’indicizzazione per il 2016 pari allo 0,4%, sono stati analizzati gli effetti del provvedimento anche sui trattamenti a decorre dal gennaio 2016. Un assegno che nel 2011 era di 1.800 euro lordi diverrà di 1.850,10 euro lordi nel 2016, con un incremento di soli 26,11 euro lordi mensili, il 26,05% di quanto spetterebbe con un pieno recupero del 2012 e del 2013 ed applicando solo le riduzioni introdotte dal Governo Letta, ovvero circa 100 euro lorde mensili.  Insomma, non mancheranno anche qui polemiche da parte di chi rimane escluso o penalizzato.

Il premier Matteo Renzi, all’indomani della sentenza è rimasto “spiazzato” perché la Suprema Corte ha reso retroattivo il provvedimento. Una doccia gelata proprio quando dai conti del ministero del Tesoro, era emerso un “tesoretto” di 1,6 miliardi di euro che il premier e i suoi ministri avevano intenzione di destinare al Welfare. Ci fu anche una polemica tra il ministro dell’economia Pier Pier Carlo Padoan e il presidente della Consulta sull’impatto nei conti dello Stato.

In seguito, un’altra sentenza della Corte, questa volta sul Pubblico impiego, ha “salvato” l’esecutivo rendendo il provvedimento “non retroattivo”. L’impatto previsto sui conti pubblici era di 36 miliardi di euro. Una vera bomba che avrebbe di certo messo in seria crisi il governo Renzi.

Viadotto Sicilia, il M5S costruisce bretella con indennità deputati

Viadotto Sicilia : M5s inaugura scorciatoia autofinanziata In tempi di crisi e tagli alla spesa pubblica è pressoché impossibile reperire le risorse per piccole emergenze, ci si figuri per costruire un ponte o una bretella di collegamento.

Così dopo il cedimento di alcuni piloni nel ponte Himera, in Sicilia, lungo l’autostrada A 19 che da Palermo conduce a Catania, con l’Isola tagliata in due, l’unica alternativa immediata era costruire una strada alternativa che ricolegasse la Sicilia da est verso ovest, evitando ai palermitani di fare il giro del mondo per andare a Catania.

Era sufficiente una bretella di circa poche centinaia di metri. Una “scorciatoia” costruita anche in tempi rapidi, grazie al finanziamento del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Come? Con i 300 mila euro provenienti dalle indennità dei parlamentari regionali siciiani del movimento.

E’ un “grande segnale” che proviene dalla politica, di solito “sorda e avara” quando c’è da metter mani al portafoglio.

Via dell'Onestà a 5 Stelle, cosi il M5S hanno ribattezzato la scorciatoia
Via dell’Onestà a 5 Stelle, cosi il M5S ha ribattezzato la scorciatoia

E’ una strada a “5 stelle”, ribattezzata “Via dell’Onestà”. Non è come il Ponte vero e proprio ma già dà respiro a siciliani. Un provvedimento tampone fin quando non sarà ripristinato il viadotto piegato su se stesso.

Si tratta di una scorciatoia che era l’antica trazzera Prestanfuso, lunga poco più di trecento metri, ripristinata e messa in sicurezza con il finanziamento dei soldi che i parlamentari accantonano mensilmente.

La strada è stata inaugurata stamattina e domani sarà aperta al traffico veicolare; consentirà agli automobilisti di risparmiare almeno trenta minuti per raggiungere Tremonzelli, dopo l’interdizione del tratto lungo la A19 altezza dello svincolo di Scillato.

“Questa strada è il segno tangibile dei tempi – ha detto l’ex capogruppo all’Ars del M5S Giancarlo Cancelleri – abbiamo voluto dimostrare che siamo una forza politica che vuole conquistarsi la credibilità della gente. Ogni volta quello che abbiamo detto lo abbiamo fatto”.

“Se qualcuno – ha aggiunto Cancellieri – vorrà definirle promesse elettorali lo faccia, pero’ oggi con quella che qualcuno definisce promessa elettorale la gente potrà andare al mare e al lavoro anche se in emergenza, avrà una opportunità in più”.

Viadotto Sicilia : M5s inaugura scorciatoia autofinanziata
Viadotto Sicilia : M5s inaugura scorciatoia autofinanziata (Ansa)

Per metterla in sicurezza i deputati hanno donato il finanziamento a un comitato civico di Caltavuturo, i lavori sono durati poco più di un mese. Il collegamento dà anche una risposta ai cittadini di Caltavuturo e a quelli dei paesi vicini, rimasti “isolati” dopo la chiusura del tratto d’autostrada.

In centinaia hanno preso parte alle cerimonia di inaugurazione: dai deputati regionali agli attivisti del movimento 5 Stelle fino al sindaco di Caltavuturo Domenico Giannopolo, al viceparroco del Paese Don Salvatore Blanda. Un buon segno da parte della politica.

Gran Bretagna, precipita Jet. "Morti matrigna e sorella di Bin Laden"

Disasto aereo del jet famiglia bin laden partito da milano malpensa - Precipita Jet in Inghilterra
Una vista dall’alto dello schianto del Jet in Gran Bretagna (Epa)

Ci sarebbero la “matrigna e la sorella di Bin Laden” tra i morti del piccolo jet privato saudita che si è schiantato a sud della Gran Bretagna. Venerdi pomeriggio un Phenom 300, decollato dall’aeroporto di Milano Malpensa con 4 passeggeri a bordo e diretto all’aeroporto di Blackbushe in Inghilterra, è infatti precipitato nel tardo pomeriggio di venerdi nell’area di Hampshire mentre si apprestava ad atterrare.

Tutti i passeggeri, compreso il pilota sono morti. Il piccolo velivolo si è schiantato in un parcheggio nei pressi di una concessionaria di auto.

Ancora ignote le cause del disastro. Secondo testimonianze, il Jet, nell’impatto, è esploso ed è stato avvolto dalle fiamme. La stampa britannica parla di un impatto abbastanza violento. I passaggeri non sarebbero stati sbalzati fuori dall’abitacolo. Le vittime sarebbero morte sul colpo.

L’esplosione dell’aereo ha provocato un incendio ed una grande colonna di fumo visibile da molti chiometri di distanza. Distrutte oltre venti auto nel parcheggio del concessionario.

Secondo quanto scrive un giornale online saudita, si trattava di un piccolo jet arabo che era decollato dall’aeroporto di Milano Malpensa ed era diretto all’aeroporto di Blackbushe, in Gran Bretagna. Un piccolo aereo privato capace di trasportare fino a nove persone. Da quanto scrive il Corriere.it, l’aereo era di “proprietà della famiglia Bin Laden”.

Ancora sono oscure le cause del drammatico incidente. Da una prima ricostruzione pare che il piccolo Phenom 300 abbia fallito un primo atterraggio per poi trovarsi successivamente in difficoltà di manovra nel secondo tentativo, quando si è schiantato sul parcheggio. Sul luogo si sono subito recati i vigili del fuoco, la Polizia e le ambulanze. Nulla da fare per i quattro passeggeri fra cui, dicono fonti saudite, c’erano la matrigna e la sorella dello storico capo di Al Qaeda Osama Bin Laden. Gli investigatori sono al lavoro per capire le cause e l’esatta dinamica.

Fiumicino, ancora disagi. Enac: "Normalità". Codacons: "Danni per milioni"

Ancora ritardi dei voli in partenza da Fiumicino e lunghe file dei passeggeri ai check in per le ripercussioni legate all'incendio che ieri ha colpito prima la zona di Pesce Luna e poi la pineta di Focene, che si trovano non distanti dalla pista numero uno, 30 luglio 2015. ANSA/ TELENEWSI disagi a Fiumicino ci sono stati e anche pesanti ma, assicura l’Ente nazionale per l’aviazioni civile, la situazione “sembra essere in linea di massima tornata alla regolarità del periodo”. Insomma quasi “normalità”.

Aeroporto, oltre all’incendio dell’altro giorno, che è da bollino rosso per il periodo. L’Enac afferma che vi sono “alcuni ritardi non particolarmente significativi, sia per quanto riguarda le compagnie tradizionali, sia per quelle low cost che operano sullo scalo”.

In particolare la compagnia Vueling sta regolarizzando, con il supporto della società di gestione Aeroporti di Roma, il proprio servizio anche in termini di riprotezione dei passeggeri, di assistenza e di informazioni.

Giovedi l’Enac ha contattato l’autorità per l’aviazione civile spagnola e i vertici della compagnia Vueling che avevano assunto l’impegno di risolvere al più presto la situazione con interventi mirati che sono stati attuati dalla compagnia stessa, in cooperazione con ADR, e che dovrebbero far tornare alla normalità operativa in breve tempo”.

Dal canto suo Vueling in una nota precisa che “Stiamo tornando alla normalità. Oggi non c’è stata nessuna cancellazione e operiamo regolarmente con 105 voli: si registra un piccolo impatto per effetto dei giorni precedenti, con 6 voli in ritardo, ritardi di massimo 3 ore”, spiega all’Ansa il country manager Italia di Vueling Massimo Di Perna facendo il punto sulla situazione dei voli della low cost spagnola all’aeroporto di Fiumicino. “Al momento – precisa – la situazione è molto migliorata: abbiamo creato una task force dedicata per ristabilire le normali operazioni”.

L’Enac precisa poi che “eventuali possibili ritardi contenuti potrebbero sempre verificarsi in considerazione del fatto che ci troviamo in uno dei momenti di maggior traffico aereo dell’anno; l’Aeroporto di Roma Fiumicino, infatti, in giornate come quelle agostane arriva a gestire flussi di circa 140.000 passeggeri. Un dato non indifferente che si è tuttavia incrociato in questi giorni con il grosso incendio divampato nelle boscaglie e nella pineta accanto all’aeroporto che di disagi ne ha creati.

Intanto il premier Matteo Renzi interviene sui disagi di questi giorni:  “L’aeroporto di Fiumicino – dice il premier – è un hub fondamentale per il futuro del Paese. Dovremo fare tutti uno sforzo maggiore anche come pubblico per affrontare meglio quel che va affrontato, con una visione strategica per i prossimi anni. Abbiamo bisogno di investire moltissimo nelle strutture aeroportuali”, afferma Renzi che aggiunge: “Stiamo verificando se gli ultimi eventi sono dolosi o casuali: avete visto cosa è successo ma non tocca a me dirlo. Non è possibile che accadano le cose che sono accadute in questo periodo: è in corso una verifica a tutti i livelli per accertare responsabilità e eventuali colpevoli”.

Ma c’è chi pretende chiarezza come le Associazioni dei consumatori che sono sul piede di guerra. Il Codacons stima in milioni di danni subiti dai passeggeri. “Una situazione di caos – dice il Codacons – quella scaturita a seguito dell’incendio presso la pineta adiacente l’aeroporto, che ha determinato un danno per milioni di euro agli utenti, considerati i giorni di vacanza persi, la necessità di acquistare altri biglietti per le partenze, la spesa per soggiorni in hotel e pasti, gli appuntamenti mancati e altro”.

Riforma Rai, il Senato approva il Ddl con 142 voti. Polemiche su nomine Cda

La sede della Rai in viale Mazzini a Roma - Si a riforma raiPassa tra mille polemiche al Senato il ddl di Riforma Rai. Dopo che il governo era stato battuto giovedi con tre voti di scarto, l’Aula del Senato ha approvato oggi con 142 voti favorevoli e 92 contrari il ddl di riforma Rai. Il provvedimento ora passa alla Montecitorio, dove non mancheranno le tensioni registrate ieri e oggi tra grillini, leghisti, forzisti e minoranza dem.

Giovedi la maggioranza di governo è stato battuta per soli tre voti sull’articolo 4, che prevede la delega sul canone, soppresso da emendamenti di 19 rappresentanti della minoranza Pd, di Fi e del Movimento Cinque Stelle. No anche di Ala di Denis Verdini che sul punto ha fatto mancare il suo appoggio al governo Renzi.

Ma le tensioni sono soprattutto sull’elezione del nuovo Cda. L’esecutivo ha fatto di tutto per scongiurare che il nuovo Cda Rai, scaduto da due mesi, venisse rieletto con la legge Gasparri. Cosa che verosimilmente accadrà martedi in Commissione di Vigilanza.

La Commissione di Vigilanza ha comunque deciso di votare già martedì per l’elezione di sette dei nove membri del Cda di competenza della bicamerale con un’accelerazione che ha scatenato lo protesta dei senatori grillini. L’accusa per i Cinquestelle è che ci sia un presunto accordo tra Pd e Forza Italia non solo per arrivare alla spartizione dei consiglieri, ma anche per blindare la maggioranza dei due terzi necessaria per il presidente. Anche la minoranza Dem non nasconde le proprie perplessità sulle modalità con cui si è arrivati al rinnovo per il Cda, ma nel Pd è soprattutto lo stop di oggi a Palazzo Madama a pesare.

“L’unità del Pd può e deve costruirla per primo il segretario Matteo Renzi. Inutile scaricare responsabilità su altri”, scrive su Twitter il deputato della minoranza Pd Roberto Speranza, parlando della riforma Rai e del voto in dissenso espresso ieri dai senatori della sinistra dem su un articolo del ddl.

“Questa riforma è il primo passo di un percorso complessivo, perché arriva a pochi mesi dal rinnovo della concessione. Abbiamo in programma anche la scrittura di un nuovo testo unico delle convergenze multimediali, sempre mantenendo un ruolo principale del Parlamento”, è stato invece il commento in aula del senatore Pd, Francesco Verducci, sulla riforma Rai. “L’obiettivo – aggiunge – è chiudere una stagione fallimentare e di aprirne un’altra. Mi rivolgo a Gasparri, faremo di tutto perché questa legislatura mandi in soffitta legge vecchie e inadeguate”. “La Rai – ha detto ancora – ha perso legittimazione e credibilità a causa della lottizzazione”.

“Questa situazione – ha proseguito Verducci – ha nell’attuale governance il suo colpevole, c’è un ruolo distorto della Commissione Vigilanza che noi vogliamo cambiare. Questa è una riforma forte anche da un punto di vista organizzativo, con un cda partecipato anche da lavoratori e un ad in grado di operare, senza ledere il ruolo di primazia del Parlamento deciso dalle sentenze della Consulta. C’è un bilanciamento tra le prerogative dell’azionista e quelle del Parlamento, oltre a una separazione tra il livello politico e gestionale rafforzata dall’introduzione di norme sulla trasparenza”.

Folle al Gay Pride di Gerusalemme accoltella 6 persone

Yishai Schlissel l'ebreo ortodosso che ha accoltellato 6 persone al gay pride di Gerusalemme
Yishai Schlissel, l’ebreo ortodosso che ha accoltellato 6 persone al Gay Pride di Gerusalemme

Aveva il vizietto di accoltellare le persone alle manifestazioni del Gay pride in Israele. Arrestato e scarcerato appena venti giorni fa, ci ha riprovato e con “successo” giovedi. Le sue ultime vittime sono sei persone (fra cui una agente di polizia) che ha accoltellato giovedi al Gay Pride di Gerusalemme. Due sono in condizioni gravi.

L’attacco del folle è avvenuto nella via Keren ha-Yesod, non lontano dalla residenza ufficiale di Netanyahu. La persona arrestata a Gerusalemme è infatti la stessa che aveva accoltellato altre quattro persone alla stessa parata del 2005. Si tratta di un ebreo ultraortodosso, Yishai Schlissel, rilasciato tre settimane fa dopo una condanna a 12 anni di carcere. Lo ha detto un portavoce della polizia israeliana alla Bbc.

Sulla stampa ortodossa la manifestazione era stata bollata come “la marcia disgustosa”. Ma i rabbini avevano detto di ignorarla “per non esporre i timorati a quel genere di degrado”. L’attacco al “Gay Pride” appare dunque come l’iniziativa autonoma di singoli zeloti.

Una persona ferita che viene soccorsa al gay pride di Gerusalemme
Una persona ferita viene soccorsa al Gay Pride di Gerusalemme (Ansa-Epa/Safadi)

L’attacco al “Gay Pride” di Gerusalemme “è un evento molto grave. I responsabili saranno puniti con rigore”, ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu. “Le libere scelte di ciascun individuo sono uno dei valori base in Israele. Dobbiamo far sì che tutti in Israele possano vivere in piena sicurezza, quali che siano le loro scelte”.

Fiumicino, Ryanair: "Se Alitalia andrà via ci saremo noi"

Ryanair prenderà posto di Alitalia a FiumicinoRyanair è pronta a prendere il posto della Compagnia Alitalia se questa abbandonerà Fiumicino per andare altrove, come ha avvertito mercoledi l’amministratore delegato di Alitalia, Silvano Cassano. Ciò significa che la compagnia low cost aggiungerà più aeromobili, più rotte e più voli a tariffe basse a Roma Fiumicino se l’ex compagnia di bandiera (italo-araba) dovesse fare ulteriori tagli o lasciare l’aeroporto.

Ryanair, che, come traffico, è la maggiore compagnia a operare in Italia, ieri si è sentita indirettamente chiamata in causa dall’ad di Alitalia Cassano il quale ha dato ad ADR Aeroporti di Roma, (la società che gestisce lo scalo di Fiumicino) una sorta di ultimatum: “Se Fiumicino continuerà a puntare su compagnie low cost e servizi mediocri, Alitalia sposterà la sua crescita altrove”. Un motivo, quello di Ryanair per intervenire e mettere sul tappeto alternative ” concrete e tempestive”.

In una nota la compagnia irlandese afferma che “Ryanair prende atto dei commenti di Silvano Cassano e conferma che aggiungerà più aeromobili, voli a tariffe basse e rotte da e per Roma Fiumicino se Alitalia dovesse effettuare tagli o lasciare l’aeroporto”, ha dichiarato Robin Kiely di Ryanair.

“Quale maggiore compagnia in Italia, Ryanair sta contribuendo alla crescita del turismo italiano, del traffico e dei posti di lavoro, in un momento in cui Alitalia minaccia Fiumicino, e Easyjet e Vueling stanno tagliando il proprio traffico a Roma, e restiamo impegnati a crescere presso gli aeroporti sia di Roma Fiumicino sia di Roma Ciampino, offrendo ai consumatori e ai visitatori una scelta di 56 rotte da Roma, alle tariffe piu basse”.

“Forse è tempo – ha aggiunto Kiely – che Alitalia provi ad abbassare le sue tariffe e faccia in modo che piloti e assistenti di volo non scioperino anziché incolpare ingiustamente gli aeroporti italiani che stanno lavorando duramente per accrescere turismo e posti di lavoro in Italia”.

Svimez, l'Italia non cresce. Il Sud peggio della Grecia

Svimez: Italia ferma. Sud Italia peggio della Grecia
Svimez: Italia ferma. Sud Italia peggio della Grecia

“Dal 2000 al 2013 il Sud è cresciuto del 13%, la metà della Grecia che ha segnato +24%: oltre 40 punti percentuali in meno della media delle regioni Obiettivo Convergenza dell’Europa a 28 (+53,6%)”. E’ quanto riporta il rapporto di Svimez che sottolinea anche che, nel periodo, l’Italia nel suo complesso è stato il Paese con meno crescita dell’area euro a 18 con il +20,6% a fronte di una media del 37,3%.

Dal 2008 al 2014 il settore manifatturiero al Sud ha infatti perso il 34,8% del proprio prodotto , contro un calo nazionale del 16,7% e ha più che dimezzato gli investimenti (-59,3%), tanto che nel 2014 la quota del valore aggiunto manifatturiero sul Pil è stata pari al Sud solo all’8%, ben lontano dal 17,9% del Centro-Nord. Dato che fa il paio con la caduta delle esportazioni che in nel Centro-Nord salgono del 3% e al Sud crollano del 4,8%.

Secondo Svimez “Il Sud sconta inoltre un forte calo sia dei consumi interni che degli investimenti industriali. I consumi delle famiglie meridionali sono infatti ancora in discesa, arrivando a ridursi nel 2014 dello 0,4%, a fronte di un aumento del +0,6% nelle regioni del Centro-Nord. Se si guarda dall’inizio della crisi al Sud i consumi sono scesi del 13,2%, oltre il doppio che nel resto del paese.

Anche peggiore la situazione degli investimenti che nel 2014 scendono di un ulteriore 4%, portando il dato dal 2008 a un calo del 38%, con picchi del 59% per l’industria, del 47% per le costruzioni e del 38% nell’agricoltura.

Non è immune dal crollo nemmeno la spesa pubblica. A livello nazionale dal 2001 al 2013 la spesa pubblica in conto capitale è infatti diminuita di oltre 17,3 miliardi di euro da 63,7 miliardi a 46,3 ma al Sud il calo è stato di 9,9 da 25,7 a 15,8. Nel rapporto Svimez si legge che “scendono soprattutto al Sud i trasferimenti in conto capitale a favore delle imprese pubbliche e private: tra il 2001 e il 2013 si è registrato un calo del 52%, pari a oltre 6,2 miliardi di euro.

Fiumicino, è scontro acceso tra Alitalia e Aeroporti di Roma

L'amministratore delegato di Alitalia Silvano Cassano lancia l'ultimatum a ADR gestore di Fiumicino
L’amministratore delegato di Alitalia Silvano Cassano

Il day after dell’incendio di mercoledì alla pineta nei pressi dell’aeroporto di Fiumicino non placa le polemiche. Da una parte ci sono quelle comprensibili dei passeggeri costretti a vivere ore di attesa e di caos, dall’altra è in atto uno scontro a distanza tra la Compagnia Alitalia e il gestore Aeroporti di Roma (Adr).

In una nota diramata prima del vasto rogo divampato ieri, Alitalia nel fare la conta dei danni subiti dall’incendio del 7 maggio scorso al terminal 3, ha attaccato Adr per la gestione dell’aeroporto e chiede 80 milioni di risarcimento.

“I danni subiti da Alitalia dalle conseguenze dell’incendio divampato il 7 maggio scorso all’Aeroporto di Fiumicino ammontano a 80 milioni di euro, fino ad oggi”, esordisce la compagnia

“La recente riapertura del Terminal 3 – prosegue la nota – ha infatti decretato la fine della fase di emergenza ma non la fine di numerosi problemi e limitazioni che hanno ancora pesanti effetti sulle operazioni aeroportuali. Alitalia potrà calcolare l’ammontare totale dei danni subiti solo quando l’Aeroporto tornerà a funzionare ai livelli pre incendio. Alitalia è l’unica compagnia aerea ad avere il proprio Hub a Fiumicino. Sono di Alitalia il 50% circa del totale dei voli dell’aeroporto”.

“Abbiamo passato un periodo difficilissimo a causa di un evento che ci ha colpiti profondamente” – ha detto Silvano Cassano Amministratore Delegato di Alitalia. “In questo periodo prosegue Cassano – abbiamo rinunciato a qualsiasi polemica e ci siamo concentrati interamente sul servizio ai passeggeri, per ridurne i disagi”.

“Alitalia ha completato un primo consuntivo dei danni subiti per la cancellazione di migliaia di voli e per un’infinità di problemi operativi che hanno messo in luce la fragilità dell’infrastruttura aeroportuale nel suo complesso. Tale consuntivo provvisorio ammonta a 80 milioni di euro. Alitalia è determinata a ottenere il risarcimento dei danni da essa subiti”.

“Il nostro è un piano di rilancio complesso, in uno dei settori più competitivi in Italia e nel mondo. L’aeroporto di Fiumicino non è oggi un’infrastruttura adeguata a fungere da hub di una compagnia con le nostre ambizioni”, ricorda l’Ad che lancia l’ultimatum ad Adr “I problemi di Fiumicino nascono da anni e anni di investimenti inadeguati e sono ormai strutturali, auspichiamo meno attenzione alla finanza e più attenzione al mercato. Se Fiumicino continuerà a puntare su compagnie low cost e servizi mediocri, Alitalia sposterà la sua crescita altrove”, avverte Cassano

LA REPLICA DI ADR
A stretto giro la replica del gestore di Fiumicino “Aeroporti di Roma” (Adr). “In relazione alle dichiarazioni odierne dell’amministratore delegato di Alitalia Silvano Cassano, – spiega in una nota Adr – Aeroporti di Roma non intende commentare le cifre fornite da Alitalia e la fondatezza delle stesse circa eventuali danni subiti per effetto dell’incendio e ricorda che sono ancora in corso, da parte della Procura competente, le indagini per la definizione delle eventuali responsabilità dell’incendio.

ADR ritiene essenziale, invece, sottolineare che è in corso di realizzazione un piano di investimenti da circa 11 miliardi, che è stato possibile avviare solo nel 2013 in seguito all’approvazione del contratto di programma, dopo oltre 10 anni di limbo causato dall’assenza del contratto.

Una veduta aerea dell'aeroporto di Fiumicino a Roma
Una veduta aerea dell’aeroporto di Fiumicino a Roma

ADR ricorda inoltre che aveva – a valle dell’ingresso nel gruppo Atlantia – dato un visibile e chiaro impulso alla qualità del servizio, testimoniata dal superamento nella qualità del servizio percepita di hub concorrenti quali Francoforte, Madrid e Parigi secondo le rilevazioni ufficiali di Airport Council International, nonostante tariffe mediamente inferiori.

Circa poi l’accenno agli investimenti e alla finanza, si ricorda che ADR è un operatore pochissimo indebitato e che ha già tutte le risorse necessarie a supportare lo sviluppo dell’aeroporto e della destinazione Roma, senza alcuna discriminazione tra le compagnie operanti sul mercato.

Inoltre ADR non ha bisogno alcuno di nuova finanza, né di nuovi capitali, né di distribuire capitale ai propri azionisti. ADR ricorda infine che negli ultimi tre mesi la crescita del sistema aeroportuale romano è stata del 5,6%, nonostante gli effetti dell’incendio, e che oggi l’aeroporto di Fiumicino è in una situazione di piena ed efficiente operatività con punte giornaliere di oltre 140 mila passeggeri (+7,3% nell’ultima settimana).

Aeroporti di Roma, Società del Gruppo Atlantia, gestisce e sviluppa gli aeroporti di Roma Fiumicino e Ciampino e svolge altre attività connesse e complementari alla gestione aeroportuale. Fiumicino opera attraverso quattro terminal passeggeri.

E’ dedicato alla clientela business e leisure su rotte nazionali, internazionali e intercontinentali; Ciampino è principalmente utilizzato dalle compagnie aeree low cost, dagli express-courier e dalle attività di Aviazione Generale. Nel 2014 ADR ha registrato, come sistema aeroportuale, circa 44 milioni di passeggeri con più di 230 destinazioni nel mondo raggiungibili da Roma, grazie alle oltre 100 compagnie aeree operanti nei due scali”.

Insomma una polemica che probabilmente avrà strascichi legali tra Alitalia che “pretende” 80 milioni di euro per gli “eventuali danni subiti” da Alitalia, e il gestore che aspetta l’esito delle indagini avviate dalla procura competente.

Incendio Fiumicino, ancora disagi e blackout. L'Enac chiama a "rapporto" Alitalia e ADR

Il fumo denso sulle piste di Fiumicino
Il fumo denso sulle piste di Fiumicino (Ansa)

Dopo l’incendio di mercoledi nel perimetro dell’aereoporto di Fiumicino, un blackout di venti minuti ha interessato stamane lo scalo romano con conseguenze e disagi ancora gravi per i passeggeri e gli addetti ai lavori.

Durante il blackout elettrico le operazioni della torre di controllo all’aeroporto di Fiumicino sono proseguite regolarmente grazie ai gruppi di continuità assoluta di cui il sistema operativo dell’Enav è dotato. Pertanto, decolli ed atterraggi degli aerei, a quanto si è appreso, si sono svolti regolarmente anche durante i circa venti minuti di interruzione dell’elettricità.

Fortunatamente l’energia elettrica è tornata dopo mezzogiorno e sembra che tutto stia tornando alla normalità. L’Enac, dopo l’incendio di ieri all’aeroporto di Fiumicino ha convocato per il giovedi 6 agosto gli “Accountable Manager di Aeroporti di Roma e di Alitalia”. Il motivo della convocazione, scrive l’Enac “è quello di verificare la rispondenza delle azioni poste in essere dopo l’incendio di ieri a quanto previsto dalla normativa vigente e di ribadire obblighi e competenze normativamente individuati a carico delle due figure che sono responsabili, sotto profili ben specificati, sia della sicurezza, sia dell’operatività dell’aeroporto”. Il presidente Vito Riggio vorrebbe delucidazioni anche in merito alla querelle posta in essere da Alitalia con “Aeroporti di Roma” (AdR) e lo “scontro” a distanza che c’è stato tra le due società.

A meno di ventiquattrore dall’incendio nelle boscaglie vicino all’aeroporto di Fiumicino la situazione è ancora caotica, aggravata dal blackout di stamane. Registrati disagi nella notte, con passeggeri bloccati anche in aeroporto e negli aerei in partenza. Molte le lamentele dei clienti in partenza che hanno vissuto ore di caos e di stress.

Intanto, la procura di Civitavecchia ha aperto un’inchiesta per capire se si tratta di un un incendio doloso oppure un rogo divampato a causa del caldo, ipotesi, questa, al momento ritenuta “debole”. Da una prima ricognizione fatta ieri sembrerebbe che a causare le fiamme sia stata la mano dell’uomo.

Gli inquirenti sono in attesa delle prime informative dei vigili del fuoco e degli esperti per configurare l’eventuale reato di incendio doloso. Il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino non ha dubbi: “Si tratta di un incendio doloso”.

L’incendio di mercoledi 29 luglio si è sviluppato fuori dallo scalo, interessando comunque l’aeroporto di Fiumicino dove le piste sono state invase da fumo e detriti. Per alcune ore “è stato disposto il blocco di tutti i decolli”, scriveva Alitalia in un tweet delle 14:58, appena dopo l’incendio. Il blocco, secondo quanto appreso, è stato disposto dalle autorità e riguarda tutto lo scalo. E l’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, informa che la situazione sta tornando piano piano alla normalità.

Una vasta zona di sterpaglie nella zona di Pesce Luna è andata a fuoco e rischiava di coinvolgere anche la pineta di Focene. Si sono viste grosse lingue di fuoco. L’area è vicina a via Coccia di Morto, l’arteria che corre parallela al perimetro dell’aeroporto. Sul posto sono ancora in azione squadre dei vigili del fuoco e della Protezione civile di Fiumicino. Si è levata una grossa colonna di fumo nero e bianco visibile anche da lontano e dall’aeroporto che è molto distante dalla zona dell’incendio.

Le fiamme, a causa del forte vento, si sono propagate alla pineta ed hanno intaccato anche un parco macchine, distruggendone alcune. Al momento via Coccia di Morto è interrotta in quanto sono in corso le operazioni di spegnimento dell’incendio, con oltre una decina di mezzi. Sul posto uomini della Protezione Civile di Fiumicino, Vigili del fuoco, Polizia locale e Carabinieri.

Sul luogo dove si è sviluppato l’incendio si è recato anche il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino: “La situazione – ha detto – è assai seria, il fronte è di qualche centinaio di metri e, a quanto sembra, ed è inquietante, le fiamme si sarebbero propagate da 2-3 punti diversi, anche lontani tra di loro.

E’ a rischio la pineta di Focene, che è già stata attaccata dalle fiamme, con lingue di fuoco molto alte, e dove è difficile intervenire, perché il vento spinge verso la pineta. Abbiamo chiesto l’intervento di un Canadair”, per velocizzare lo spegnimento delle fiamme.

Intanto l’Enac, informa che “solo la chiusura numero 1 è rimasta chiusa per consentire le attività di spegnimento. Dalle ore 15.45 circa lo scalo di Fiumicino sta riprendendo lentamente a operare con flussi ritardati per non interferire con i mezzi aerei utilizzati per le operazioni di spegnimento dell’incendio”, spiega la nota. “La società di gestione dello scalo, Aeroporti di Roma, è al lavoro per ripulire le piste dai detriti dell’incendio, mentre personale della società è presente in aerostazione per fornire informazioni ai passeggeri dei voli coinvolti nei ritardi”.

Secondo le prime ricostruzioni sembra che il rogo sia doloso. Qualche “manina” non meglio indentificata avrebbe appiccato fuoco alle sterpaglie per poi darsela a gambe.

IRA DI RENZI: “INTOLLERABILE”
“Adesso basta, è impensabile che il principale hub italiano, in piena stagione estiva, sia in balia di incidenti o peggio di malintenzionati e criminali”. Sarebbe questa, secondo quanto riferiscono fonti di palazzo Chigi, la posizione espressa dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in una telefonata al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, dopo quanto accaduto oggi all’aeroporto di Fiumicino.

L’aeroporto di Fiumicino era stato interessato il 7 marzo scorso da un grosso incendio divampato al terminal 3. Dopo un lavoro di due giorni è tutto tornato alla normalità. Le indagini sul rogo avevano accertato che la natura dell’incendio non era di origine dolosa ma per un corto circuito.

Il colpo d'Ala di Verdini. Ma sullo sfondo ci sono due verità

Il senatore Denis Verdini
Il senatore Denis Verdini

Lo strappo era già nell’aria, e lui Denis Verdini, aveva fatto di tutto per convincere Silvio Berlusconi a tornare nella “strettoia” del Nazareno. Non solo.

Verdini, secondo alcuni bene informati, gradiva anche la leadership che fu di Giovanni Toti, per coordinare il partito che pure è stato sotto il suo coordinamento fino all’addio al patto del Nazzareno tra Berlusconi e Matteo Renzi; cosa che avvenne all’indomani del voto al Senato che lo ha dichiarato decaduto causa legge Severino. Con Forza Italia all’opposizione, Denis e suoi hanno sofferto e non poco. Da mesi era sparito dalla scena politica.

Vi sono due versioni su questo tormentato addio. La prima è che alla fine Berlusconi non ha concesso al senatore né l’uno né l’altro. E il “falco” di tante battaglie, sentitosi “isolato” con uno deciso battito d’ali ha lasciato Silvio Berlusconi per volare verso lidi “migliori” e più “autonomi”. Lo ha fatto per costituire “Ala”, acronimo di Alleanza liberalpopolare per le autonomie.

“Ufficialmente”, è una pattuglia di parlamentari che dall’opposizione “asfissiante” in cui si trovava, trasloca verso la maggioranza renziana. Nel senso che non diventeranno di sinistra, ma in Parlamento sosterranno le “riforme” di Matteo Renzi come prevedeva il famigerato patto.

Verdini con Renzi al Senato
Verdini con Renzi al Senato (Ap /Medichini)

“Ufficiosamente”, (ed entriamo nella seconda versione) secondo i più maliziosi, sarebbe un’operazione condotta proprio da Silvio Berlusconi per trovare un modo di continuare a far sopravvivere il patto del Nazzareno. Il senatore toscano era il più portato per fare un’operazione di questo tipo perché se le “larghe intese” sono nate col governo Letta e proseguite con Renzi si deve dire grazie a lui.

In Forza Italia “Eravamo a disagio”, spiega oggi Denis Verdini. Come a disagio si sentivano “all’interno dei gruppi dove avevamo militato. Ma non rinneghiamo niente”, puntualizza. “Noi siamo stati eletti dentro il Pdl, ognuno di noi ha la sua tradizione, voglio dire una cosa – ha precisato – per tranquillizzare gli amici della sinistra Pd: nessuno di noi ha desiderio di iscriversi al Pd”.

“E’ uno strappo – ha detto ancora Verdini – e come tutti gli strappi addolora e fa male. Quando non ci sono identità di vedute nessuno finisce o muore, uno vede le cose in maniera diversa. Ho una grandissima lealtà che mi lega a Berlusconi ma vediamo le cose in maniera diversa”.

Verdini e Berlusconi al Senato
Verdini e Berlusconi al Senato

Berlusconi, prosegue Verdini “è sempre stato in questi 20 anni lungimirante però questo non significa che sempre si vedono le stesse possibilità. Come tutti gli strappi fanno male il dolore uno se lo tiene e tira fuori l’ottimismo. La nostra storia legata a Berlusconi è straordinaria e fa male parlarne. Non ne vogliamo parlare, parliamo di quello che facciamo”.

Nei giorni scorsi era stata fatta filtrare una “velina” sull’addio. Non lo ha annunciato Verdini direttamente. Secondo la prima versione Denis voleva sondare gli umori dell’ex primo ministro. Un ultimo tentativo per portare Berlusconi sui suoi passi. E invece niente. Come a tanti transfughi il leader di Forza Italia gli avrà detto “Auguri e buona fortuna”.

Secondo l’altra, la velina, era un modo di Berlusconi per lanciare a Renzi messaggi criptati. Per dire, “ok, ti lascio Verdini perché quel patto non deve assolutamente morire, ma sappi di non fare il furbo”. Due versioni che hanno sullo sfondo due presunte verità.

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