15 Ottobre 2024

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Caso Palagonia, è polemica tra Salvini e il Pd dopo parole della figlia Solano

Renzi e Salvini
Renzi e Salvini

Scoppia la polemica politica dopo le parole della figlia dei due coniugi uccisi, Rosita Solano, e del cui omicidio è accusato Mamadou Kamara, un giovane ivoriano ospite al Cara di Mineo. La donna aveva puntato il dito contro le istituzioni: “E’ anche colpa dello stato”. Per Matteo Salvini, invece, è “solo” colpa dello Stato. Parole subito respinte al mittente dal Pd che accusa il segretario della Lega di “usare” la tragedia a fini propagandistici.

L’attacco di Salvini
“La figlia della coppia uccisa a Catania: “È colpa anche dello Stato se i miei genitori sono stati uccisi, perché permette a questi migranti di venire qui da noi e di fare quello che vogliono”.

Ha ragione, un abbraccio e una preghiera. Ma non è colpa “anche” dello Stato, è colpa solo dello Stato. Renzi, Alfano e Boldrini, siete pericolosi”. Lo scrive, in un post su Facebook, il segretario federale della Lega Matteo Salvini in merito all’omicidio avvenuto nel catanese.

Le parole di Rosita Solano
La figlia di Vincenzo Solano e Mercedes Ibaniz, vittime nella propria abitazione a Palagonia, aveva detto stamani che “E’ anche colpa dello Stato se i miei genitori sono stati uccisi, perché permette a questi migranti di venire qui da noi e di fargli fare quello che vogliono, anche rapinare e uccidere. Renzi deve venire qui a spiegare”, ha affermato Rosita Solano dopo il fermo di Mamadou Kamara, il profugo ivoriano ritenuto dagli inquirenti il presunto autore del duplice omicidio.

La replica del Pd a Salvini
“La disumanità di Salvini che utilizza una tragedia per fare propaganda – accusando Renzi di fare ‘fosse comuni’ in fondo al Mediterraneo – è pari solo alla sua mancanza di proposta”. Lo scrive su Twitter il senatore Franco Mirabelli, capogruppo Pd in Commissione Antimafia, commentando le affermazioni del leader leghista.

Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia: “Se fosse confermata responsabilità profugo lo Stato è responsabile morale”.
“Rinnovo il cordoglio e la vicinanza alla famiglia Solano”, scrive Meloni su Facebook. “Renzi abbia la decenza di rispondere a Rosita Solano: raggiunga Palagonia e spieghi perché il signor Vincenzo e la signora Mercedes sono stati selvaggiamente uccisi nella loro casa”.

“Il governo Renzi-Alfano – prosegue Meloni – spieghi alla famiglia Solano e a tutti gli italiani perché il centro di accoglienza più grande d’Europa non è sorvegliato a dovere, perché profughi e immigrati non sono monitorati, perché il centro non è stato chiuso dopo gli scandali emersi , nonostante le nostre continue richieste e sollecitazioni. Lasciamo gli inquirenti fare piena luce su questo barbaro omicidio, ma se fosse confermata la colpevolezza di un profugo ospitato e mantenuto nel Cara di Mineo, lo Stato sarebbe il responsabile morale di quanto accaduto”, conclude la leader di FdI.

Intanto, il sindaco di Palagonia Valerio Marletta ai microfoni di Tgcom24 si sfoga: “Il centro di accoglienza Cara di Mineo deve essere chiuso, è pericoloso”, ha detto dopo il duplice omicidio della coppia uccisa in casa il cui presunto autore è ritenuto un giovane ivoriano ospite del centro.

“Dal 2011 ad oggi – presegue il primo cittadino – saranno passati più di 10mila migranti. Il Cara è un luogo di disgregazione sociale. Ora chi gestisce quel posto deve prendere decisioni serie, va chiuso immediatamente”

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Verbania, Riccardo Lomazzi, 24 anni, si è suicidato. Su Facebook: "Tanti cari saluti" FOTO

A destra la Polizia attorno al cadavere di Riccardo Lomazzi in riva al lago Maggiore a Verbania. A destra il giovane 24enne
A destra la Polizia attorno al cadavere di Riccardo Lomazzi in riva al lago Maggiore a Verbania. A destra il giovane 24enne

VERBANIA (TORINO) – Si sarebbe tolto la vita Riccardo Lomazzi, il ragazzo di 24 anni trovato morto su una piccola spiaggia sul lago Maggiore alla periferia di Verbania.

A rafforzare la tesi del suicidio il suo ultimo post su facebook in cui scrive: “Tanti cari saluti”. Una frase generica che potrebbe significare “Addio a tutti”. Ancora ignoti i motivi dell’estremo gesto. Da quanto riportano alcuni media, il giovane universitario, soffriva di depressione.

Il giovane quando è stato ritrovato non aveva con sé documenti ed indossava soltanto un paio di jeans.

Da quanto riferito dalle autorità accorse sul posto, è stata individuata una ferita visibile sul petto, mentre tutt’attorno al cadavere resti di petardi esplosi.

Gli investigatori in un primo momento ritenevano poco probabile che la morte fosse da attribuire allo scoppio casuale di petardi. Una delle ipotesi più “plausibili” è il suicidio, sebbene si indaghi ancora su un caso che inizialmente aveva fatto pensare a un omicidio.

L'ultimo post su Facebook di Riccardo Lomazzi morto suicida a Verbania
L’ultimo post su Facebook di Riccardo Lomazzi morto suicida a Verbania

Il giovane, avrebbe potuto usare un’arma rudimentale “made in home” per spararsi un petardo dritto nel petto. Oppure utilizzare una imbracatura attorno al torace che spiegherebbero i petardi esplosi attorno al cadavere.

A notare il corpo senza vita di Riccardo Lomazzi sulla battigia del lago, è stato un camionista attorno alle 10.30 di lunedì. L’uomo ha subito dato l’allarme alle forze dell’Ordine. Il ritrovamento è avvenuto in frazione Suna, tra la zona della Beata Giovannina e quella dei “Tre Ponti”.

Giunti sul posto la Scientifica per i rilievi del caso, mentre i Carabinieri hanno ispezionato tutta l’area a terra per cercare elementi utili alle indagini. Sul luogo del possibile suicidio è arrivata anche il sostituto procuratore Laura Carrera. Sarà comunque disposta l’autopsia per accertare le cause del decesso.

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Pisa, spiava parti intime di donne col telefono. Denunciato guardone

Pisa, spiava parti intime di donne col telefono. Denunciato guardoneSoddisfava i suoi impulsi erotici facendo il guardone di turiste. Un uomo è stato denunciato a Pisa perché col suo smartphone filmava le parti intime di donne che indossavano la minigonna.

Tutto bene fino a quando una coppia indiana residente a Londra – un giornalista della Bbc insieme alla sua fidanzata, presunta vittima della libidine del guardone – ha scoperto tutto è ha dato l’allarme.

E’ successo ieri pomeriggio nella piazza dei Miracoli di Pisa, quella della Torre Pendente. Intervenuti i Carabinieri e la Polizia municipale che hanno denunciato per molestie sessuali un pisano di 63 anni.

Nella “micro sd card” del telefonino del presunto guardone sono stare trovate le immagini registrate poco prima. La coppia ha infatti notato il pisano mentre “spiava” sotto i vestiti capendo subito cosa stava succedendo.

Quindi ha avvisato la polizia municipale che ha immediatamente coinvolto i carabinieri. Il giornalista ha spiegato ai militari che mentre insieme alla fidanzata stava osservando i monumenti della piazza dei Miracoli, si erano accorti che l’italiano, furtivamente, ponendosi alle spalle della turista, era riuscito a filmare le parti intime della donna che indossava una gonna corta.

Nella memoria del cellulare i carabinieri hanno trovato due video (uno di circa mezz’ora e l’altro di 10 minuti) nei quali, in sequenza, si vedono immagini di parti intime femminili, tutte carpite a ignare donne vestite con gonne corte.

In particolare, si vedevano anche chiaramente gli indumenti e le parti intime della turista indiana e il 63enne ha confessato di utilizzare il suo smartphone nascondendolo in un marsupio tenuto in basso e con la cerniera superiore aperta per posizionarlo piazzarlo al di sotto delle gonne delle turiste.

Roma, Porsche contro albero. Schianto fatale per Claudio Salini. FOTO

La Porsche dell'ingegnere Claudio Salini (riquadro) dopo lo schianto sulla Colombo a Roma
La Porsche dell’ingegnere Claudio Salini (riquadro) dopo lo schianto sulla Colombo a Roma

ROMA – Si schianta con la sua Porsche contro un albero e muore. E’ deceduto così l’ingegnere Claudio Salini, 46 anni, fondatore ed ad del Gruppo ICS Grandi Lavori Spa operativo nel settore costruzioni e grandi opere. L’incidente è avvenuto ieri sera su via Cristoforo Colombo, a Roma.

Il costruttore era alla guida di una Porsche 911 quando all’altezza di via Giustiniano Imperatore si è schiantata contro un albero. Sul posto sono intervenuti i vigili urbani, i vigili del fuoco e il personale del 118, ma per il noto imprenditore non c’è stato nulla da fare. E’ deceduto subito dopo essere stato estratto dalle lamiere.

Secondo una prima ricostruzione, Salini, per cause in corso di accertamento, sarebbe sbandato andando a schiantarsi contro un albero. Probabilmente, Claudio Salini ha perso il controllo del potente veicolo, anche a causa dell’asfalto precario. Nell’impatto la Porsche si è letteralmente accartocciata. Commozione in tutto il mondo imprenditoriale italiano per la sua scomparsa.

Incidente Via Colombo a Roma Porsche contro albero. Muore Claudio Salini Salini era il cugino più giovane dell’amministratore delegato di Salini Impregilo, Pietro Salini. La vittima, Claudio Salini era a capo dell’omonimo gruppo, operativo nel settore delle grandi opere con un importante giro d’affari: oltre un miliardo di euro.

“Con un portafoglio lavori di oltre 700 milioni di euro, – è scritto sul sito del suo gruppo – che conta più di 15 cantieri aperti in Italia e nel Bacino del Mediterraneo, una cifra d’affari in lavori di oltre 1 miliardo di euro e con la costante e parallela attività di consolidamento nel mercato attraverso una holding finanziaria, una società di costruzioni “S.A.L.C.”, un Consorzio Stabile, diverse società consortili e una società di progetto per iniziative immobiliari, il Gruppo Claudio Salini afferma il suo ruolo di general contractor nell’ambito delle grandi infrastrutture e dell’edilizia civile, industriale e di restauro, per committenti pubblici e privati sia nel territorio nazionale che estero, posizionandosi al 20° posto della classifica “Top 50 – 2014” italiane”.

Claudio Salini
Laa vittima Claudio Salini

“Negli ultimi anni il Gruppo Claudio Salini ha optato per una politica di “qualità” e non di “quantità”, concentrando l’attenzione sull’organizzazione operativa interna e perseguendo con determinazione il raggiungimento degli impegni contrattualmente assunti con le Stazioni Appaltanti di maggior rilievo nazionale; avviando nuovi rapporti con importanti Contraenti Italiani ed Esteri con l’aggiudicazione di nuove commesse pubbliche e private; giungendo all’ultimazione ed all’inaugurazione di oltre 25 Opere, con la conseguente fruibilità delle stesse da parte della pubblica utilità, sia nell’ambito dell’edilizia civile e dei parcheggi che delle grandi infrastrutture, in Italia e all’Estero”.

“In materia di Qualità, Ambiente e Sicurezza, in ogni lavoro il management è guidato da principi ambientali, etici e professionali che portano la struttura del Gruppo a operare nel rispetto di consolidate policy aziendali conformi ai più elevati standard internazionali”. Un gruppo importante che oggi è costretto a fare a meno del suo fondatore.

Palagonia, la figlia della coppia Rosita Solano: "Renzi venga a spiegare"

Rosita Solano, figlia della coppia uccisa a Palagonia, Catania
Rosita Solano, figlia della coppia uccisa a Palagonia, Catania

PALAGONIA (CATANIA) – Esprime sentimenti di sdegno e rabbia Rosita Solano, la figlia della coppia uccisa domenica a Palagonia, in provincia di Catania. Rabbia verso lo Stato che “permette” si consumino drammi di questa portata a causa di migranti giunti in Italia per “fare quello che vogliono”.

“E’ anche colpa dello Stato – afferma la donna – se i miei genitori sono stati uccisi, perché permette a questi migranti di venire qui da noi e di fargli fare quello che vogliono, anche rapinare e uccidere. Renzi deve venire qui a spiegare“.

“Renzi – ha ribadito Rosita Solano – venga qui, a spiegare e non a chiedere scusa o a giustificarsi perché i miei genitori ormai sono morti e il governo deve dirci perché“.

Al momento non si registra nessuna reazione del premier Renzi. E’ probabile che un intervento lo faccia il ministro dell’Interno Angelino Alfano, che è siciliano di origine.

Omicidio di Palagonia, Catania. Da sinistra la prima vittima Vincenzo Solano e a destra il presunto autore del duplice omicidio. Un profugo della Costa D'Avorio
Omicidio di Palagonia. Da sinistra la prima vittima Vincenzo Solano e a destra Mamadou Kamara, profugo della Costa D’Avorio, presunto autore del duplice omicidio.

Intanto si cercano anche potenziali complici del 25enne ivoriano, Mamadou Kamara, fermato con l’accusa duplice omicidio di Vincenzo Solano, 68 anni, e della moglie spagnola Mercedz Ibaniz, 70 anni. Sull’extracomunitario, profugo ospite del centro Cara di Mineo, pesano forti indizi di colpevolezza.

Le Forze dell’Ordine, in una serie di controlli di routine nel centro, avevano trovato nel borsone dell’indiziato un laptop, una fotocamera e un cellulare.

Proprio seguendo le tracce del telefono sono risaliti al legittimo proprietario, ma quando sono andati a restituirglielo hanno fatto la tragica scoperta: l’uomo trovato sgozzato e la moglie lanciata giù dal balcone della loro villetta, in via Palermo a Palagonia. Poi il fermo di Kuwara, ritenuto il presunto autore del crimine: oltre al telefono, gli sarebbero state riscontrate tracce di sangue sui vestiti.

Livorno, pirata uccide Rosanna Lo Bianco e scappa. Arrestato. "Positivo a droga"

La scena "dell'omicidio stradale" a Vicarello, Livorno. Nei riquadri a sinistra la donna Rosanna Lo Bianco e il suo investitore Simone Carmignani
La scena “dell’omicidio stradale” a Vicarello, Livorno. Nei riquadri a sinistra la donna Rosanna Lo Bianco e il suo investitore Simone Carmignani

Lunedi mattina un pirata della strada, ha ucciso con la sua auto, una donna di 54 anni, Rosanna Lo Bianco, mentre stava facendo jogging a lato della sulla strada provinciale 555 che collega Mortaiolo a Vicarello , in località Le Murelle, Livorno.

Poi, senza fermarsi e prestare soccorso è fuggito sperando di farla franca. Dopo un po’ ha chiamato il 112 simulando addirittura il furto dell’auto.

Ma il suo piano non è riuscito. L’automobilista, Simone Carmignani di 27 anni, è stato presto individuato dai Carabinieri e quindi arrestato per tre capi d’accusa: omicidio colposo, omissione di soccorso e simulazione di reato.

L’incidente c’è stato verso le 7.30 di lunedì. Sul posto due ambulanze del 118. La donna, abitante a Vicarello, sarebbe morta subito nell’impatto. Rosanna Lo Bianco era moglie di un brigadiere del reggimento Carabinieri paracadutisti “Tuscania”. La sfortunata donna era uscita da poco dalla sua casa di Vicarello proprio per fare jogging lungo la strada provinciale.

Il presunto pirata, invece abita nel paese di Nugola, vicino al luogo dell’incidente, ed è stato sottoposto ad alcoltest e prove tossicologiche. Niente alcool ma sarebbe risultato positivo a sostanze stupefacenti. In piena attività gli accertamenti dei carabinieri per ricostruire la dinamica precisa dell’incidente.

Il 27enne guidava un’Opel Astra. Tra i precedenti già accertati dai militari c’è un Daspo che deve rispettare fino al 2019. L’uomo è stato arrestato e portato nel carcere delle Sughere. Se fosse stata in vigore la norma sull’omicidio stradale avrebbe preso il massimo della pena prevista: 18 anni di carcere. Ma il presunto investitore se la caverà con omicidio colposo. Qualche mese e sarà a piede libero.

Cordoglio per la scomparsa di Rosanna Lo Bianco è stato espresso dal sindaco di Collesalvetti, Lorenzo Bacci.

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Omicidio a Castello di Cisterna, trovata la moto dei killer. Si stringe il cerchio

Il Supermercato di Castello di Cisterna dove è stato ucciso l'ucraino Anatolij Korov mentre cercava di sventare una rapina
Il Supermercato di Castello di Cisterna dove è stato ucciso l’ucraino Anatolij Korov, l’Eroe italiano mentre cercava di sventare una rapina

I carabinieri hanno trovato lo scooter utilizzato dai due malviventi che ieri sera, durante una rapina al supermercato “Piccolo” di Castello di Cisterna (Napoli), hanno ucciso a colpi di pistola Anatolij Korov, ucraino di 38 anni, rientrato nel negozio per tentare di sventare il colpo.

Lo scooter, un Honda Sh, è risultato rubato lo scorso 7 agosto a Pomigliano d’Arco (Napoli).

Il motociclo è stato trovato, bruciato, nelle campagne del vicino comune di Brusciano, sempre in provincia di Napoli.

Como, dramma al rally di Carlazzo. Due piloti bruciati vivi. FOTO

La Renault Clio con i piloti alla partenza del rally di Carlazzo. Nei riquadri da sinistra gli sfortunati piloti Robin Munz e Stefano Campana
La Renault Clio con i piloti alla partenza del rally di Carlazzo. Nei riquadri da sinistra gli sfortunati piloti, Robin Munz e Stefano Campana

Tragedia in un rally a Como. Due uomini, Stefano Campana di 39 anni e Robin Munz di 24 anni, sono morti carbonizzati oggi pomeriggio in un incidente avvenuto durante una gara di rally a Carlazzo, in provincia di Como.

Secondo quanto ricostruito in un primo momento sembra che la loro automobile – una Renault Clio R3C della scuderia Elleesse Racing Team – dopo una curva avrebbe urtato un muretto sbandando e andando distrutta dall’impatto e poi dalle fiamme.

Terribile la loro morte. I due giovani, senza sensi dopo il violento urto, sono rimasti intrappolati dentro l’auto che all’arrivo dei soccorsi ha preso fuoco. I vigili del fuoco hanno tentato di tutto per aprire le portiere ma senza riuscirci per le fiancate accartocciate. Una volta riusciti con altri mezzi, per i due piloti non c’èra più nulla da fare.

Gli organizzatori hanno subito e definitivamente sospeso la manifestazione, la Barelli San Bartolomeo Val Cavargna, organizzata dalla VS Corse che si disputa a Porlezza, sulle sponde del Lago Ceresio.

Le due vittime erano di nazionalità svizzera. Sono il pilota e il navigatore di un’auto che aveva già preso parte a diverse gare, tra cui l’ultima edizione della stessa Ba…relli ronde. L’incidente – secondo quanto spiegato dagli organizzatori – è avvenuto durante la prova speciale 4, ossia l’ultima delle 4 prove previste della gara.

L’auto si trovava in quello che nel rally viene chiamato un “punto veloce”, all’altezza di Carlazzo, quando il commissario di gara presente sul posto l’ha vista sbandare più volte, urtando entrambe le fiancate.

Tecnicamente, per quanto è stato spiegato, l’auto non è uscita di strada, ma si è fermata. Il commissario ha stoppato le altre vetture in arrivo, ha chiamato i soccorsi e ha provato ad aprire le portiere dell’auto, ma erano bloccate. All’interno, secondo quanto comunicato dagli organizzatori, gli occupanti erano incoscienti e non in grado, quindi, di uscire autonomamente dall’abitacolo.

E’ stato a quel punto che l’auto ha preso fuoco: subito sono arrivati due commissari che hanno tentato di spegnere le fiamme con un estintore, ma per pilota e navigatore non c’è stato niente da fare. Tutto, sempre secondo gli organizzatori, è accaduto in meno di un minuto. Il percorso non era sconosciuto alle due vittime, che nei giorni scorsi avevano effettuato delle ricognizioni sul tracciato.

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Anatolij Korol, l’Eroe italiano che lo Stato deve onorare con una medaglia al Valore

L'eroe Anatolij Korov, ucciso a Castello di Cisterna
L’eroe Anatolij Korov, un Signore per bene

E’ stato ucciso per 300 euro, Anatolij Korol, 38 anni, l’eroe ucraino che ieri ha tentato di sventare una rapina in un supermarket di Castello di Cisterna, in provincia di Napoli. Un bottino misero come la vita miserabile di banditelli da quattro soldi. 

Anatolij era padre di tre figli; un grande lavoratore stimato da tutti in paese. Un Signore con l’iniziale maiuscola che ha dato, al costo della propria vita, lezioni di educazione civica agli italiani e dovrebbe, per ciò, farci anche un po’ vergognare…

Per il suo gesto eroico il capo dello Stato Sergio Mattarella dovrebbe conferirgli la Medaglia d’Oro al Valor Civile, mentre il governo la Cittadinanza italiana alla famiglia nonché dei quattrini a titolo di risarcimento. Gli andrebbero fatti Funerali di Stato, a quest’uomo morto per la Legalità! 

Korol aveva pure la possibilità di girare la testa dall’altra parte (come avrebbero fatto tanti italiani…), fregarsene e andar via con la figlioletta e la spesa che aveva appena fatto. Invece ha scelto la reazione, alla stregua di chi rifiuta l’omertà in contesti che noi italioti chiamiamo mafiosi. Lui ha sentito di intervenire e lo ha fatto senza pensarci due volte, senza timori di affrontare gentaglia che fa leva sulla paura altrui per crescere e prosperare nella melma in cui allevano la propria prole.

E’ morto un Grande Italiano, che pur non essendo cittadino ha dato dimostrazione a tutti noi di come ci si comporta e come si vive. Avrebbe fatto lo stesso se si fosse trovato dinnanzi ad uno scippo ad una vecchietta indifesa o se avesse visto qualcuno non rispettare le regole del vivere civile, troppo spesso violate da noi altri. 

Ha sacrificato la sua vita con coraggio per dare agli italiani una grande lezione di vita, lasciando orfani tre figli e la moglie. Per questo va onorata la sua memoria come si fa con i grandi eroi. Il minimo per ripagare il suo sacrificio. Per i suoi aguzzini nessun perdono; solo catturarli, scaraventarli a calci in galera e buttare via le chiavi. Senza nessuna pietà!

GLI ASSASSINI DI ANATOLIJ KOROL SONO STATI CATTURATI E FERMATI IL 5-9-2015. HANNO CONFESSATO

Austria, scomparsi i tre bimbi trovati disidratati in un tir

Decine di migranti morti in un tir in Austria
Il primo camion ritrovato con 71 migranti morti asfissiati in austria (Ansa/Epa)

(ANSA) – ROMA, 30 AGO – Sono “scomparsi” i tre bimbi e le loro famiglie che erano stati ricoverati venerdì in un ospedale austriaco dopo essere stati trovati a bordo di un camion bloccato nei pressi del confine con la Germania con 26 profughi a bordo.

I piccoli erano stati ricoverati in per disidratazione in condizioni definite “gravi”. Le famiglie potrebbero aver attraversato il confine con la Germania, temendo l’espulsione in Ungheria. Le due bimbe e un bimbo hanno un’età compresa tra 1 e 5 anni.

Duplice omicidio a Palagonia. Fermato il profugo ivoriano Mamadou Kamara

l'ivoriano arrestato Mamadou Kamara
l’ivoriano arrestato Mamadou Kamara

E’ stato fermato con l’accusa di duplice omicidio il profugo ivoriano, Mamadou Kamara, di 25 anni sospettato di aver ucciso i due coniugi Solano di via Palermo a Palagonia, in provincia di Catania. Sull’extracomunitario  pesano forti indizi di colpevolezza. Il giovane era stato accusato in un primo momento di presunta ricettazione.

Sui vestiti del presunto assassino, da quanto trapelato, sono state trovate tracce di sangue ed in suo possesso c’era anche il telefonino, telecamera e laptop di Vincenzo Solano, brutalmente assassinato insieme alla moglie la notte scorsa durante una rapina nella propria abitazione.

Sarà adesso il Gip a valutare le risultanze investigative ed eventualmente trasformare il decreto di fermo in ordinanza di custodia cautelare in carcere.  L’uomo è ospite del centro per l’accoglienza profughi Cara di Mineo, a pochi chilometri dal luogo del duplice delitto.

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LA TRAGEDIA DI DOMENICA

E’ stata una scena “agghiacciante” quella che si sono trovati davanti le Forze dell’Ordine quando sono entrati nella “Villa Solano 211” scoprendo il brutale duplice omicidio a Palagonia (Catania) dove due anziani coniugi sono stati trovati uccisi nella loro casa dopo una rapina.

Duplice omicidio a Palagonia, il carro funebre porta via le salme di Vincenzo Solano (riquadro) e Mercedes Ibanez a Palagonia
Duplice omicidio a Palagonia, i carri funebri portano via le salme di Vincenzo Solano (riquadro) e Mercedes Ibanez a Palagonia

Il proprietario Vincenzo Solano, di 68 anni è stato trovato sgozzato in villa mentre la moglie di origine spagnola di nome Mercedes Ibanez, 70 anni, è stata trovata giù nel cortile probabilmente lanciata senza pietà dal balcone.

Il ritrovamento a Palagonia della coppia di settantenni è stato fatto domenica mattina. Il movente del duplice omicidio sarebbe una rapina probabilmente fatta nella notte tra venerdi e sabato.

La Polizia di Stato davanti a Villa Solano di Palagonia (Catania)dove sono stati uccisi Vincenzo Solano e la moglie Mercedes
La Polizia di Stato davanti a Villa Solano di Palagonia (Catania)dove sono stati uccisi Vincenzo Solano e la moglie Mercedes (Ansa/Trovato)

La tragica scoperta è stata fatta da Polizia di Stato e Carabinieri dopo alcuni controlli sul ritrovamento di un telefonino rubato. La coppia ha due figlie, una residente in paese e una al Nord Italia: proprio telefonando a lei, l’ultimo numero del registro delle chiamte, la polizia ha ottenuto l’indirizzo della coppia Solano, legittimi proprietari del cellulare.

Al vaglio degli investigatori la posizione di un profugo ospite nel centro “Cara di Mineo”, istituto d’accoglienza già al centro delle cronache nell’ambito dell’inchiesta “Mafia Capitale”. L’extracomunitario era stato già fermato nel centro per delle verifiche.

Duplice omidicio a Palagonia (Catania). Uccisa coppia in villa. Sospetti su un extracomunitarioLe indagini sul duplice delitto di Palagonia sono state infatti avviate dopo che la polizia di Stato all’ingresso dal Cara di Mineo, nell’ambito di controlli continui, ha trovato un uomo della Costa d’Avorio in possesso di cellulare, computer e videocamera nel suo borsone. Alle richieste di chiarimento dei poliziotti l’ivoriano si sarebbe ripetutamente contraddetto insospettendo le divise azzurre che si sono subito messe al lavoro per saperne di più.

Una pattuglia di Carabinieri si è recata a casa del proprietario del telefonino a Palagonia per accertamenti ed ha fatto la macabra scoperta. L’uomo ivoriano è al momento accusato della ricettazione del materiale rubato, ma sono in corso accertamenti per verificare un eventuale coinvolgimento dell’uomo nel violento crimine.

Palagonia è un centro in provincia di Catania con 16mila abitanti. Una cittadina “tranquilla” dove la notizia del duplice delitto l’hanno appresa tutti con “sgomento” in breve tempo.

Gli stessi vicini hanno raccontato che la coppia era rientrata da una decina d’anni dalla Germania, dove ha lavorato, ed era conosciuta in paese come una famiglia assolutamente tranquilla e discreta.

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Potenza, esplode fucile durante spettacolo su briganti. 2 morti e 5 feriti

Rappresentazione teatrale brigantaggio
Rappresentazione teatrale brigantaggio (archivio web)

POTENZA – Una rappresentazione teatrale all’aperto si è trasformata in tragedia. E’ di due morti e cinque feriti il bilancio dell’esplosione di un fucile di scena. E’ successo sabato sera a Potenza, in Contrada Dragonara, dove era in corso una rievocazione in costume dell’epoca del brigantaggio.

Sono morti due dei figuranti, cinque persone in ospedale e numerosi spettatori raggiunti da schegge dell’arma. La rappresentazione era cominciata da circa un’ora quando è stata allestita la scena della fucilazione di un brigante: sei figuranti in abiti militari stavano per eseguire la “sentenza di morte” quando uno o forse due dei fucili di scena sono esplosi.

Uno dei figuranti che impersonavano i soldati, Agostino Carullo, di 55 anni, è morto all’istante, raggiunto alla testa da grosse schegge. Vicino a lui si trovava Donato Gianfredi, di 56 anni, anche lui nella parte di un soldato; ha riportato ferite gravissime ed è morto poco dopo l’ingresso nella sala operatoria dell’ospedale San Carlo di Potenza.

In ospedale sono stati trasportati altri cinque feriti: due in codice rosso tra in quali un bambino di cinque anni, che sono in sala operatoria. Gli altri tre feriti sono giunti in codice verde: le loro condizioni non sono gravi. Molte altre persone sono state colpite da schegge ma hanno riportato lesioni non gravi.

Tragedia a Potenza. Il corpo senza vita di Agostino Carullo, coperto con un telo
Il corpo senza vita di Agostino Carullo, coperto con un telo (Ansa/Vece)

Tutti i testimoni che stavano osservando la rievocazione storica e, in particolare, la scena della fucilazione del brigante, hanno detto di aver sentito una fortissima esplosione provenire da almeno uno dei fucili di scena utilizzati dai figuranti.

Nella piazzetta fra le case della Contrada dove è avvenuto il fatto vi sono a terra i resti di tre fucili di scena; altri tre sono appoggiati, due al muro di una casa, il terzo alla porta di un deposito. L’area è transennata e sono giunti polizia, carabinieri e vigili del fuoco.

Indagano gli inquirenti per accertare le cause dell’incidente, soprattutto si vuole capire come sia stato possibile che uno o due fucili “d’epoca” siano letteralmente esplosi facendo due vittime.

Napoli, tenta di sventare rapina e viene ucciso. Rabbia a Castello di Cisterna. Caccia ai killer

Omicidio a Castello di Cisterna, Disperazione all'esterno del supermercato dove un ucraino è stato ucciso mentre cercava di sventare una rapina a Castello di Cisterna (Ansa/Abbate)
La disperazione all’esterno del supermercato dove un ucraino è stato ucciso mentre cercava di sventare una rapina a Castello di Cisterna (Ansa/Abbate)

Ucciso per aver tentato di sventare una rapina al supermercato nei pressi di casa, dove aveva da poco fatto la spesa con la figlioletta di quasi due anni.

E’ questo il tragico destino di Anatolij Korov, un 38enne di origini ucraine, residente a Castello di Cisterna, nel Napoletano, che in serata si è recato nel Supermercato Piccolo di via Selva, a poche centinaia di metri dalla propria abitazione, in compagnia della più piccola dei tre figli, e che è morto per aver tentato di sventare una rapina nel punto vendita.

L’uomo, che usciva dal supermarket, ha notato i criminali giunti a bordo di una moto nera, e non ha esitato a lasciare la piccola ed il carrello per tornare indietro e cercare di bloccare i malviventi. Korov si è avventato su uno dei due rapinatori, armato di pistola, che stava minacciando la cassiera intimandole di consegnare l’incasso.

Ne è nata una colluttazione durante la quale i malviventi hanno esploso alcuni colpi di pistola, ferendo l’ucraino al petto e ad una gamba. Sul posto sono giunti i carabinieri, che stanno ora indagando per risalire all’identità dei criminali, scappati subito dopo aver ucciso Korov, rimasto, senza vita, in una pozza di sangue davanti alle casse.

Inutili i tentativi di aiutare l’uomo da parte del personale e di alcuni clienti del supermercato, i quali si sono resi quasi subito conto che per il 38enne non c’era più nulla da fare, e che hanno avvertito i familiari dell’ucraino per far portare via la bambina, lasciata dal papà nel carrello all’uscita del punto vendita.

La vittima, residente a Castello di Cisterna da diversi anni, e con regolare permesso di soggiorno, era molto conosciuta in paese così come tra i clienti del supermercato, che ricordano il 38enne come ”un gran lavoratore”.

L’uomo, senza un lavoro fisso, si prestava, infatti, ad ogni tipo di mansione per poter sfamare la propria famiglia. Padre di tre bambini, Korov è ricordato soprattutto per la sua disponibilità incondizionata verso quelli che ormai erano diventati i suoi compaesani.

Scontro tra moto e auto sull'A3 a Cosenza. Morto Ernesto Perri

Il luogo dell'incidente sull'A3 dove ha perso la vita Ernesto Perri (riquadro)
Il luogo dell’incidente sull’A3 dove ha perso la vita Ernesto Perri (riquadro)

Tragico incidente stradale a Cosenza. Un giovane di 34 anni, Ernesto Perri, è morto in seguito al violento impatto tra la sua moto con un auto nei pressi dello svincolo di Cosenza Sud, all’altezza del chilometro 259, in direzione Nord sull’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, pochi metri prima di una galleria.

Da una prima ricostruzione sembra che Ernesto Perri, nell’immettersi in corsia avrebbe tamponato una Fiat Punto anch’essa forse ferma in attesa di immettersi sull’arteria.

Il giovane, probabilmente, pensando che l’auto che lo precedeva fosse già partita, avrebbe guardato indietro per accertarsi che non venissero altri mezzi, ma nell’accelerare si sarebbe ritrovato l’auto ancora ferma e da lì l’impatto fatale.

Il luogo dell'incidente sull'A3 dove ha perso la vita Ernesto Perri
Il luogo dell’incidente sull’A3. Il centauro Ernesto Perri coperto da un lenzuolo. (Photo Arena per gazzettadelsud.it)

Questa è una delle ipotesi che circola in città sulla dinamica dello schianto. Tuttavia sono in corso verifiche per accertare le cause dell’incidente. Inutili i soccorsi per il giovane, un imprenditore originario di Paterno Calabro, nel Cosentino. Nonostante avesse il casco e la tuta da centauro, il giovane è morto sul colpo.

La vittima Ernesto Perri
La vittima, Ernesto Perri

Da quanto appreso, pare che Ernesto Perri fosse insieme ad altri amici in sella ad altre moto per una gita fuori porta. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia stradale ed il personale dell’Anas che hanno proceduto a regolamentare il traffico a causa dell’incidente.

Tragedia sfiorata a Casale Monferrato. Precipita aereo con 10 paracadutisti. 11 feriti.

L'aereo SMG-92 Turbo Finist simile a quello precipitato oggi a Casale Monferrato
L’aereo SMG-92 Turbo Finist simile a quello precipitato oggi a Casale Monferrato

Un aereo da turismo con 10 paracadutisti a bordo è precipitato in fase di decollo. L’incidente è avvenuto all’Aeroclub dell’aeroporto Francesco Cappa di Casale Monferrato, Alessandria.

Tutte e undici le persone, compreso il pilota, sono rimaste ferite. Il velivolo leggero, dopo le 14 di oggi stava decollando per una esercitazione quando per cause ancora in fase di accertamento si è alzato in volo ma dopo pochi istanti è venuto giù senza che il pilota avesse il tempo per fare manovre di emergenza.

Sul posto, oltre al 118, sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri di Casale Monferrato. Tra i feriti, risulta il pilota e un gruppo di 10 paracadusti. L’aereo è un SMG-92 Turbo Finist fabbricato dalla Technoavia e usato della scuola di paracadutismo dell’Aeroclub di Casale Monferrato appositamente per i lanci ad alta quota.

Sono due i feriti in codice rosso soccorsi e portati con l’eliambulanza al Centro traumatologico ortopedico (Cto) di Torino. Presso l’ospedale di Alessandria sono stati trasportati 5 feriti, 1 in codice rosso e 4 in codice giallo.

I feriti più lievi sono stati portati a Pavia (uno in codice giallo) e a Casale Monferrato(tre in codice verde). Tutti i feriti non sono in pericolo: hanno riportato vari traumi al torace e al capo, ma non rischiano la vita.

Secondo quanto ricostruito, l’aereo sarebbe riuscito a decollare ma, forse, per un guasto al motore è precipitato. Il pilota avrebbe tentato un atterraggio di emergenza senza però riuscirci. L’aereo, che non aveva raggiunto un altezza significativa, è “planato” su degli alberi a ridosso della pista. L’impatto è stato comunque violento. Tragedia sfiorata.

Sassari, auto giù da scogliera. Muore 36enne Francesco Paolo Uleri. Ferito Davide Sini

Sassari, giù con l'auto dalla scogliera a Porto Palmas. Muore 36enne Francesco Paolo Uleri, a destra
Sassari, giù con l’auto dalla scogliera a Porto Palmas. Muore 36enne Francesco Paolo Uleri, a destra

SASSARI – Un volo tragico, quindici metri nel vuoto dopo aver perso il controllo dell’auto. Francesco Paolo Uleri, sassarese di 36 anni, residente all’Argentiera, è morto sul colpo in un incidente stradale nella notte a Porto Palmas, località balneare nel territorio del Comune di Sassari. Era a bordo di una Hyundai Atos con un amico, Davide Sini, 30 anni, che nell’incidente è rimasto gravemente ferito.

I due stavano percorrendo lo sterrato che da Porto Palmas – località sulla strada per l’Argentiera – conduce alla spiaggia “La Frana”.

Forse a causa di un animale che ha attraversato la strada, probabilmente per la velocità eccessiva, il conducente ha perso il controllo dell’auto, che è finita nella scarpata.

L’auto si è sbattuta almeno due volte alla scogliera, Franco Uleri è stato sbalzato fuori dall’abitacolo, il suo corpo è stato ritrovato in mare.

I rilievi della Polizia stradale per il momento non hanno permesso di capire ancora chi fosse alla guida dell’auto. Anche Davide Sini, sposato, una figlia, fratello del consigliere comunale Enrico Sini, quando è stato soccorso si trovava fuori dall’auto. Trasportato al Santissima Annunziata di Sassari, è sotto osservazione.

Tir sono diventati i "barconi" di terra. Altri 26 migranti in Austria. 3 bambini gravi

St. Peter am Hart - Tir sono diventati i "barconi" di terra. Altri 26 migranti in Austria. 3 bambini gravi
Nella mappa St. Peter am Hart, il luogo in Austria dove sabato è stato fermato l’altro Tir con 26 migranti

Tir e camion sono diventati i gommoni di terra. La polizia austriaca – riferisce l’agenzia austriaca Apa – ha fermato un tir con a bordo 26 migranti nella cittadina di St. Peter am Hart, vicino al confine tedesco. Tre bimbi sono stati ritrovati in condizioni critiche a causa della disidratazione.

Il conducente del mezzo, un 29enne rumeno, è stato arrestato dopo un inseguimento. I bambini in stato di disidratazione sono stati trasportati assieme ai genitori, nel vicino ospedale di Braunau e si trovano ora fuori pericolo. I bimbi erano in uno stato di stordimento a causa della mancanza di acqua e del caldo all’interno del camion. “Lo staff medico ci ha detto che non avrebbero potuto resistere ancora a lungo”, ha spiegato un membro della polizia, David Furtner.

L’episodio di oggi segue quello più tragico di due giorni fa e quello di venerdì nel Surrey, in Inghilterra dove è stato fermato un camion con un carico di migranti vivi. Il conducente italiano era stato arrestato ma poi rilasciato perché i migranti sarebbero saliti sul camion a sua insaputa come in effetti le autorità britanniche avrebbero riscontrato ascoltando il racconto dei migranti.

Rimarranno in carcere almeno fino al 29 settembre prossimo i quattro presunti trafficanti arrestati venerdì in Ungheria ritenuti responsabili della strage di 71 migranti, morti per asfissia a bordo di un camion frigorifero trovato abbandonato giovedi mattina lungo l’autostrada A4 in Austria: E’ quanto ha deciso il Tribunale di Kecskemet, città situata circa a metà strada tra Budapest e la frontiera con la Serbia, da cui con ogni probabilità provenivano le vittime dirette forse in Germania.

eBay compie vent'anni. Festa a San Jose. Nacque nel '95

ebay compie 20 anni festa a san joseFresca di divisione da PayPal, eBay si prepara a spegnere 20 candeline con una grande festa nel cuore della Silicon Valley. L’avventura della casa d’aste online più famosa al mondo inizia il 3 settembre 1995 con la vendita di un puntatore laser rotto acquistato da un collezionista per poco meno di 15 dollari.

Il sito – che all’inizio si chiamava AuctionWeb – venne fondato dal programmatore Pierre Omidyar, tra le mura di casa a Campbell, in California. Esempio tra i più brillanti della “new economy” di fine anni ’90, eBay da portale casalingo per aste online tra internauti si trasforma da subito in una gallina dalle uova d’oro per Omidyar (oggi nel board del gruppo) e per il primo presidente della società, Jeffrey Skoll, che nel ’98 con la quotazione in Borsa si ritrovano di colpo milionari.

In vent’anni il portale è cresciuto globalmente, ampliando la gamma di servizi offerti e soprattutto rafforzandosi nel mercato delle transazioni online con la centrata acquisizione del sistema di pagamenti PayPal nel 2002. Tuttavia proprio la separazione da quest’ultima, effettiva da pochi giorni, apre una nuova serie di sfide per il gruppo californiano, ritenuto ora da analisti e agenzie di rating più debole e con più limitate capacità dei ricavi.

L’anniversario speciale dà a eBay l’occasione per festeggiare (in agenda un maxi evento a San Jose il 10 e 11 settembre) e per fare il punto su come affrontare concorrenti sempre più agguerriti. Oltre a colossi dell’e-commerce come Amazon e Alibaba, tra i rivali ora spuntano anche giganti di internet come Google e Facebook

Napoli, ladro "Spider-Man" beccato coi gioielli rubati in una casa. Arrestato

Napoli, ladro "Spider-Man" beccato coi gioielli rubati in una casa. Arrestato Salvatore Di MatteoNAPOLI – E’ entrato in una casa arrampicato come “Spider-Man” sulla parete, con lo scopo di fare il “colpaccio”.

E ci era mezzo riuscito, ma il suo piano è fallito alla fine quando il pronto intervento dei Carabinieri che pattugliavano la zona lo hanno individuato mentre penzolava giù dalla finestra intento a fuggire col bottino.

E’ successo  in zona delle rampe a Pizzofalcone, a Napoli. Un uomo di 47 anni, Salvatore Di Matteo è stato arrestato e il figlio di 20 anni, che lo aspettava giù con lo scooter denunciato.

I militari dell’Arma in un pattugliamento di routine hanno beccato in flagranza di reato l’uomo arrampicato e in bilico sul davanzale di una finestra mentre cercava di forzarla e il figlio giù in sella alla moto, pronto per la fuga insieme al padre.

I Carabinieri del Nucleo radiomobile hanno così chiesto l’intervento di una pattuglia di motociclisti, considerata l’impossibilità di arrivare nella zona del furto a Napoli in automobile.

Il presunto ladro dopo la vista delle forze dell’Ordine con scatto da acrobata è saltato giù e si è dato alla fuga ma dopo un breve inseguimento a piedi è stato bloccato e ammanettato. Il figlio è riuscito ad allontanarsi con lo scooter per le strette vie di quella zona ma è stato identificato e successivamente rintracciato e denunciato in stato di libertà.

Rinvenuta e restituita al padrone di casa la refurtiva: 15.000 euro di argenteria e oggetti preziosi razziati nell’abitazione. Successivamente è stata accertata la complicità di un 17enne che ha segnalato ai presunti ladri l’arrivo dei carabinieri.

Teramo, ritrovata viva la bimba scomparsa ieri. E' andata via da sola? Si indaga

La piccola Katia in braccio al padre dopo il ritrovamento a Cusciano di Montorio al Vomano
La piccola Katia in braccio al padre dopo il ritrovamento (Photo Luciano Adriani da ilcentro.gelocal.it)

E’ già in ospedale per accertamenti, Katia, la bimba di due anni scomparsa ieri e fortunatamente ritrovata viva sabato mattina intorno alle 11. Il ritrovamento in un bosco presso una casa abbandonata.

Sarebbero stati i cani molecolari a individuarla a circa due chilometri da casa. La bimba, si apprende, “sta bene” sebbene sia un po’ “spaventata” per la notte passata fuori.

Immensa la gioia dei genitori e di tutta la comunità di Cusciano di Montorio al Vomano (Teramo) dove la bimba si è volatilizzata ieri pomeriggio mentre giocava davanti casa. Numerose le manifestazioni di giubilo per il ritrovamento della bambina.

Indagano comunque gli inquirenti per capire se la bimba si sia allontanata da sola, si sia persa o sia stata portata via da qualcuno con scopi inconfessabili. Non si esclude un tentativo di sequestro fallito per l’imponente schieramento di soccorsi e per il clamore della notizia in tutta Italia.

Dopo una notte di ricerche senza esito, si temeva il peggio. Nella tarda mattinata di sabato la lieta notizia col ritrovamento della bimba romena.

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I FATTI PRIMA DEL RITROVAMENTO

La sua scomparsa risale alle 18:30 di ieri pomeriggio, ma a distanza di quindici ore al momento ancora nessuna notizia di Katia, la bimba romena di 2 anni e mezzo che, sfuggita al controllo della madre, è scomparsa nel nulla mentre giocava davanti alla sua casa di Cusciano, frazione di Montorio al Vomano, provincia di Teramo.

Per tutta la notte sono proseguite le ricerche tra boschi e sentieri attorno alla zona ma purtroppo senza esito positivo. Imponente lo schieramento di uomini e mezzi di soccorso che per tutta la notte ha battuto l’area. A coordinare le ricerche, il sostituto procuratore Davide Rosati.

Sul posto ci sono circa un centinaio di uomini dei diversi corpi delle forze dell’ordine, volontari del soccorso e cittadini impegnati nelle battute di ricerca. Dall’alto sorvola la zona un elicottero dei vigili del fuoco mentre in mattinata è previsto l’arrivo dell’Esercito dall’Aquila.

La bimba di nazionalità romena ritrovata sabato
La bimba di nazionalità romena ritrovata sabato

Le squadre dei soccorritori, grazie anche al supporto di un elicottero della Capitaneria di Porto attrezzato per il rilevamento dei differenziali termici al suolo, nonché di mezza dozzina di cani molecolari di Polizia di Stato, Carabinieri e Soccorso alpino, provenienti da Abruzzo, Marche e Puglia, hanno battuto i fondi agricoli attorno alle abitazioni della frazione, di solito con un centinaio di abitanti ma in questo periodo affollata da molti residenti stagionali per le vacanze.

Rovistati anche boschi, roveti e anfratti della zona. Della bimba scomparsa non c’è però finora traccia. Una speranza si è accesa verso le 3.30 di sabato, quando tre diversi cani molecolari cui erano stati fatti fiutare indumenti della piccolina, hanno diretto la loro attenzione in un preciso punto di un orto dove la bimba era solita recarsi con il padre, operaio romeno rientrato nella notte dal Paese d’origine per mettersi anche lui nelle ricerche della figlia.

Katia, la bimba di due anni ritrovata dopo la scomparsa a Teramo
Katia, la bimba di due anni ritrovata dopo la scomparsa a Teramo

Il prefetto di Teramo, Valter Crudo, ha convocato una riunione in mattinata dell’unità di crisi per un punto delle ricerche. Le indagini sono coordinate direttamente sul posto dal sostituto procuratore Davide Rosati, rimasto tutta la notte al fianco dei soccorritori, con il sindaco di Montorio al Vomano, Gianni Di Centa.

Il magistrato ha disposto ieri sera la perquisizione di tutte le abitazioni del borgo, nell’ipotesi, attuale come le altre, che la bimba possa essere stata oggetto di un adescamento da parte di malintenzionati.

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