9 Ottobre 2024

Home Blog Pagina 1190

Austria, scomparsi i tre bimbi trovati disidratati in un tir

Decine di migranti morti in un tir in Austria
Il primo camion ritrovato con 71 migranti morti asfissiati in austria (Ansa/Epa)

(ANSA) – ROMA, 30 AGO – Sono “scomparsi” i tre bimbi e le loro famiglie che erano stati ricoverati venerdì in un ospedale austriaco dopo essere stati trovati a bordo di un camion bloccato nei pressi del confine con la Germania con 26 profughi a bordo.

I piccoli erano stati ricoverati in per disidratazione in condizioni definite “gravi”. Le famiglie potrebbero aver attraversato il confine con la Germania, temendo l’espulsione in Ungheria. Le due bimbe e un bimbo hanno un’età compresa tra 1 e 5 anni.

Duplice omicidio a Palagonia. Fermato il profugo ivoriano Mamadou Kamara

l'ivoriano arrestato Mamadou Kamara
l’ivoriano arrestato Mamadou Kamara

E’ stato fermato con l’accusa di duplice omicidio il profugo ivoriano, Mamadou Kamara, di 25 anni sospettato di aver ucciso i due coniugi Solano di via Palermo a Palagonia, in provincia di Catania. Sull’extracomunitario  pesano forti indizi di colpevolezza. Il giovane era stato accusato in un primo momento di presunta ricettazione.

Sui vestiti del presunto assassino, da quanto trapelato, sono state trovate tracce di sangue ed in suo possesso c’era anche il telefonino, telecamera e laptop di Vincenzo Solano, brutalmente assassinato insieme alla moglie la notte scorsa durante una rapina nella propria abitazione.

Sarà adesso il Gip a valutare le risultanze investigative ed eventualmente trasformare il decreto di fermo in ordinanza di custodia cautelare in carcere.  L’uomo è ospite del centro per l’accoglienza profughi Cara di Mineo, a pochi chilometri dal luogo del duplice delitto.

[divide style=”dots” icon=”circle” margin_top=”20″ margin_bottom=”20″ color=”#3d15ce.”]

LA TRAGEDIA DI DOMENICA

E’ stata una scena “agghiacciante” quella che si sono trovati davanti le Forze dell’Ordine quando sono entrati nella “Villa Solano 211” scoprendo il brutale duplice omicidio a Palagonia (Catania) dove due anziani coniugi sono stati trovati uccisi nella loro casa dopo una rapina.

Duplice omicidio a Palagonia, il carro funebre porta via le salme di Vincenzo Solano (riquadro) e Mercedes Ibanez a Palagonia
Duplice omicidio a Palagonia, i carri funebri portano via le salme di Vincenzo Solano (riquadro) e Mercedes Ibanez a Palagonia

Il proprietario Vincenzo Solano, di 68 anni è stato trovato sgozzato in villa mentre la moglie di origine spagnola di nome Mercedes Ibanez, 70 anni, è stata trovata giù nel cortile probabilmente lanciata senza pietà dal balcone.

Il ritrovamento a Palagonia della coppia di settantenni è stato fatto domenica mattina. Il movente del duplice omicidio sarebbe una rapina probabilmente fatta nella notte tra venerdi e sabato.

La Polizia di Stato davanti a Villa Solano di Palagonia (Catania)dove sono stati uccisi Vincenzo Solano e la moglie Mercedes
La Polizia di Stato davanti a Villa Solano di Palagonia (Catania)dove sono stati uccisi Vincenzo Solano e la moglie Mercedes (Ansa/Trovato)

La tragica scoperta è stata fatta da Polizia di Stato e Carabinieri dopo alcuni controlli sul ritrovamento di un telefonino rubato. La coppia ha due figlie, una residente in paese e una al Nord Italia: proprio telefonando a lei, l’ultimo numero del registro delle chiamte, la polizia ha ottenuto l’indirizzo della coppia Solano, legittimi proprietari del cellulare.

Al vaglio degli investigatori la posizione di un profugo ospite nel centro “Cara di Mineo”, istituto d’accoglienza già al centro delle cronache nell’ambito dell’inchiesta “Mafia Capitale”. L’extracomunitario era stato già fermato nel centro per delle verifiche.

Duplice omidicio a Palagonia (Catania). Uccisa coppia in villa. Sospetti su un extracomunitarioLe indagini sul duplice delitto di Palagonia sono state infatti avviate dopo che la polizia di Stato all’ingresso dal Cara di Mineo, nell’ambito di controlli continui, ha trovato un uomo della Costa d’Avorio in possesso di cellulare, computer e videocamera nel suo borsone. Alle richieste di chiarimento dei poliziotti l’ivoriano si sarebbe ripetutamente contraddetto insospettendo le divise azzurre che si sono subito messe al lavoro per saperne di più.

Una pattuglia di Carabinieri si è recata a casa del proprietario del telefonino a Palagonia per accertamenti ed ha fatto la macabra scoperta. L’uomo ivoriano è al momento accusato della ricettazione del materiale rubato, ma sono in corso accertamenti per verificare un eventuale coinvolgimento dell’uomo nel violento crimine.

Palagonia è un centro in provincia di Catania con 16mila abitanti. Una cittadina “tranquilla” dove la notizia del duplice delitto l’hanno appresa tutti con “sgomento” in breve tempo.

Gli stessi vicini hanno raccontato che la coppia era rientrata da una decina d’anni dalla Germania, dove ha lavorato, ed era conosciuta in paese come una famiglia assolutamente tranquilla e discreta.

[last-modified]

Potenza, esplode fucile durante spettacolo su briganti. 2 morti e 5 feriti

Rappresentazione teatrale brigantaggio
Rappresentazione teatrale brigantaggio (archivio web)

POTENZA – Una rappresentazione teatrale all’aperto si è trasformata in tragedia. E’ di due morti e cinque feriti il bilancio dell’esplosione di un fucile di scena. E’ successo sabato sera a Potenza, in Contrada Dragonara, dove era in corso una rievocazione in costume dell’epoca del brigantaggio.

Sono morti due dei figuranti, cinque persone in ospedale e numerosi spettatori raggiunti da schegge dell’arma. La rappresentazione era cominciata da circa un’ora quando è stata allestita la scena della fucilazione di un brigante: sei figuranti in abiti militari stavano per eseguire la “sentenza di morte” quando uno o forse due dei fucili di scena sono esplosi.

Uno dei figuranti che impersonavano i soldati, Agostino Carullo, di 55 anni, è morto all’istante, raggiunto alla testa da grosse schegge. Vicino a lui si trovava Donato Gianfredi, di 56 anni, anche lui nella parte di un soldato; ha riportato ferite gravissime ed è morto poco dopo l’ingresso nella sala operatoria dell’ospedale San Carlo di Potenza.

In ospedale sono stati trasportati altri cinque feriti: due in codice rosso tra in quali un bambino di cinque anni, che sono in sala operatoria. Gli altri tre feriti sono giunti in codice verde: le loro condizioni non sono gravi. Molte altre persone sono state colpite da schegge ma hanno riportato lesioni non gravi.

Tragedia a Potenza. Il corpo senza vita di Agostino Carullo, coperto con un telo
Il corpo senza vita di Agostino Carullo, coperto con un telo (Ansa/Vece)

Tutti i testimoni che stavano osservando la rievocazione storica e, in particolare, la scena della fucilazione del brigante, hanno detto di aver sentito una fortissima esplosione provenire da almeno uno dei fucili di scena utilizzati dai figuranti.

Nella piazzetta fra le case della Contrada dove è avvenuto il fatto vi sono a terra i resti di tre fucili di scena; altri tre sono appoggiati, due al muro di una casa, il terzo alla porta di un deposito. L’area è transennata e sono giunti polizia, carabinieri e vigili del fuoco.

Indagano gli inquirenti per accertare le cause dell’incidente, soprattutto si vuole capire come sia stato possibile che uno o due fucili “d’epoca” siano letteralmente esplosi facendo due vittime.

Napoli, tenta di sventare rapina e viene ucciso. Rabbia a Castello di Cisterna. Caccia ai killer

Omicidio a Castello di Cisterna, Disperazione all'esterno del supermercato dove un ucraino è stato ucciso mentre cercava di sventare una rapina a Castello di Cisterna (Ansa/Abbate)
La disperazione all’esterno del supermercato dove un ucraino è stato ucciso mentre cercava di sventare una rapina a Castello di Cisterna (Ansa/Abbate)

Ucciso per aver tentato di sventare una rapina al supermercato nei pressi di casa, dove aveva da poco fatto la spesa con la figlioletta di quasi due anni.

E’ questo il tragico destino di Anatolij Korov, un 38enne di origini ucraine, residente a Castello di Cisterna, nel Napoletano, che in serata si è recato nel Supermercato Piccolo di via Selva, a poche centinaia di metri dalla propria abitazione, in compagnia della più piccola dei tre figli, e che è morto per aver tentato di sventare una rapina nel punto vendita.

L’uomo, che usciva dal supermarket, ha notato i criminali giunti a bordo di una moto nera, e non ha esitato a lasciare la piccola ed il carrello per tornare indietro e cercare di bloccare i malviventi. Korov si è avventato su uno dei due rapinatori, armato di pistola, che stava minacciando la cassiera intimandole di consegnare l’incasso.

Ne è nata una colluttazione durante la quale i malviventi hanno esploso alcuni colpi di pistola, ferendo l’ucraino al petto e ad una gamba. Sul posto sono giunti i carabinieri, che stanno ora indagando per risalire all’identità dei criminali, scappati subito dopo aver ucciso Korov, rimasto, senza vita, in una pozza di sangue davanti alle casse.

Inutili i tentativi di aiutare l’uomo da parte del personale e di alcuni clienti del supermercato, i quali si sono resi quasi subito conto che per il 38enne non c’era più nulla da fare, e che hanno avvertito i familiari dell’ucraino per far portare via la bambina, lasciata dal papà nel carrello all’uscita del punto vendita.

La vittima, residente a Castello di Cisterna da diversi anni, e con regolare permesso di soggiorno, era molto conosciuta in paese così come tra i clienti del supermercato, che ricordano il 38enne come ”un gran lavoratore”.

L’uomo, senza un lavoro fisso, si prestava, infatti, ad ogni tipo di mansione per poter sfamare la propria famiglia. Padre di tre bambini, Korov è ricordato soprattutto per la sua disponibilità incondizionata verso quelli che ormai erano diventati i suoi compaesani.

Scontro tra moto e auto sull'A3 a Cosenza. Morto Ernesto Perri

Il luogo dell'incidente sull'A3 dove ha perso la vita Ernesto Perri (riquadro)
Il luogo dell’incidente sull’A3 dove ha perso la vita Ernesto Perri (riquadro)

Tragico incidente stradale a Cosenza. Un giovane di 34 anni, Ernesto Perri, è morto in seguito al violento impatto tra la sua moto con un auto nei pressi dello svincolo di Cosenza Sud, all’altezza del chilometro 259, in direzione Nord sull’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, pochi metri prima di una galleria.

Da una prima ricostruzione sembra che Ernesto Perri, nell’immettersi in corsia avrebbe tamponato una Fiat Punto anch’essa forse ferma in attesa di immettersi sull’arteria.

Il giovane, probabilmente, pensando che l’auto che lo precedeva fosse già partita, avrebbe guardato indietro per accertarsi che non venissero altri mezzi, ma nell’accelerare si sarebbe ritrovato l’auto ancora ferma e da lì l’impatto fatale.

Il luogo dell'incidente sull'A3 dove ha perso la vita Ernesto Perri
Il luogo dell’incidente sull’A3. Il centauro Ernesto Perri coperto da un lenzuolo. (Photo Arena per gazzettadelsud.it)

Questa è una delle ipotesi che circola in città sulla dinamica dello schianto. Tuttavia sono in corso verifiche per accertare le cause dell’incidente. Inutili i soccorsi per il giovane, un imprenditore originario di Paterno Calabro, nel Cosentino. Nonostante avesse il casco e la tuta da centauro, il giovane è morto sul colpo.

La vittima Ernesto Perri
La vittima, Ernesto Perri

Da quanto appreso, pare che Ernesto Perri fosse insieme ad altri amici in sella ad altre moto per una gita fuori porta. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia stradale ed il personale dell’Anas che hanno proceduto a regolamentare il traffico a causa dell’incidente.

Tragedia sfiorata a Casale Monferrato. Precipita aereo con 10 paracadutisti. 11 feriti.

L'aereo SMG-92 Turbo Finist simile a quello precipitato oggi a Casale Monferrato
L’aereo SMG-92 Turbo Finist simile a quello precipitato oggi a Casale Monferrato

Un aereo da turismo con 10 paracadutisti a bordo è precipitato in fase di decollo. L’incidente è avvenuto all’Aeroclub dell’aeroporto Francesco Cappa di Casale Monferrato, Alessandria.

Tutte e undici le persone, compreso il pilota, sono rimaste ferite. Il velivolo leggero, dopo le 14 di oggi stava decollando per una esercitazione quando per cause ancora in fase di accertamento si è alzato in volo ma dopo pochi istanti è venuto giù senza che il pilota avesse il tempo per fare manovre di emergenza.

Sul posto, oltre al 118, sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri di Casale Monferrato. Tra i feriti, risulta il pilota e un gruppo di 10 paracadusti. L’aereo è un SMG-92 Turbo Finist fabbricato dalla Technoavia e usato della scuola di paracadutismo dell’Aeroclub di Casale Monferrato appositamente per i lanci ad alta quota.

Sono due i feriti in codice rosso soccorsi e portati con l’eliambulanza al Centro traumatologico ortopedico (Cto) di Torino. Presso l’ospedale di Alessandria sono stati trasportati 5 feriti, 1 in codice rosso e 4 in codice giallo.

I feriti più lievi sono stati portati a Pavia (uno in codice giallo) e a Casale Monferrato(tre in codice verde). Tutti i feriti non sono in pericolo: hanno riportato vari traumi al torace e al capo, ma non rischiano la vita.

Secondo quanto ricostruito, l’aereo sarebbe riuscito a decollare ma, forse, per un guasto al motore è precipitato. Il pilota avrebbe tentato un atterraggio di emergenza senza però riuscirci. L’aereo, che non aveva raggiunto un altezza significativa, è “planato” su degli alberi a ridosso della pista. L’impatto è stato comunque violento. Tragedia sfiorata.

Sassari, auto giù da scogliera. Muore 36enne Francesco Paolo Uleri. Ferito Davide Sini

Sassari, giù con l'auto dalla scogliera a Porto Palmas. Muore 36enne Francesco Paolo Uleri, a destra
Sassari, giù con l’auto dalla scogliera a Porto Palmas. Muore 36enne Francesco Paolo Uleri, a destra

SASSARI – Un volo tragico, quindici metri nel vuoto dopo aver perso il controllo dell’auto. Francesco Paolo Uleri, sassarese di 36 anni, residente all’Argentiera, è morto sul colpo in un incidente stradale nella notte a Porto Palmas, località balneare nel territorio del Comune di Sassari. Era a bordo di una Hyundai Atos con un amico, Davide Sini, 30 anni, che nell’incidente è rimasto gravemente ferito.

I due stavano percorrendo lo sterrato che da Porto Palmas – località sulla strada per l’Argentiera – conduce alla spiaggia “La Frana”.

Forse a causa di un animale che ha attraversato la strada, probabilmente per la velocità eccessiva, il conducente ha perso il controllo dell’auto, che è finita nella scarpata.

L’auto si è sbattuta almeno due volte alla scogliera, Franco Uleri è stato sbalzato fuori dall’abitacolo, il suo corpo è stato ritrovato in mare.

I rilievi della Polizia stradale per il momento non hanno permesso di capire ancora chi fosse alla guida dell’auto. Anche Davide Sini, sposato, una figlia, fratello del consigliere comunale Enrico Sini, quando è stato soccorso si trovava fuori dall’auto. Trasportato al Santissima Annunziata di Sassari, è sotto osservazione.

Tir sono diventati i "barconi" di terra. Altri 26 migranti in Austria. 3 bambini gravi

St. Peter am Hart - Tir sono diventati i "barconi" di terra. Altri 26 migranti in Austria. 3 bambini gravi
Nella mappa St. Peter am Hart, il luogo in Austria dove sabato è stato fermato l’altro Tir con 26 migranti

Tir e camion sono diventati i gommoni di terra. La polizia austriaca – riferisce l’agenzia austriaca Apa – ha fermato un tir con a bordo 26 migranti nella cittadina di St. Peter am Hart, vicino al confine tedesco. Tre bimbi sono stati ritrovati in condizioni critiche a causa della disidratazione.

Il conducente del mezzo, un 29enne rumeno, è stato arrestato dopo un inseguimento. I bambini in stato di disidratazione sono stati trasportati assieme ai genitori, nel vicino ospedale di Braunau e si trovano ora fuori pericolo. I bimbi erano in uno stato di stordimento a causa della mancanza di acqua e del caldo all’interno del camion. “Lo staff medico ci ha detto che non avrebbero potuto resistere ancora a lungo”, ha spiegato un membro della polizia, David Furtner.

L’episodio di oggi segue quello più tragico di due giorni fa e quello di venerdì nel Surrey, in Inghilterra dove è stato fermato un camion con un carico di migranti vivi. Il conducente italiano era stato arrestato ma poi rilasciato perché i migranti sarebbero saliti sul camion a sua insaputa come in effetti le autorità britanniche avrebbero riscontrato ascoltando il racconto dei migranti.

Rimarranno in carcere almeno fino al 29 settembre prossimo i quattro presunti trafficanti arrestati venerdì in Ungheria ritenuti responsabili della strage di 71 migranti, morti per asfissia a bordo di un camion frigorifero trovato abbandonato giovedi mattina lungo l’autostrada A4 in Austria: E’ quanto ha deciso il Tribunale di Kecskemet, città situata circa a metà strada tra Budapest e la frontiera con la Serbia, da cui con ogni probabilità provenivano le vittime dirette forse in Germania.

eBay compie vent'anni. Festa a San Jose. Nacque nel '95

ebay compie 20 anni festa a san joseFresca di divisione da PayPal, eBay si prepara a spegnere 20 candeline con una grande festa nel cuore della Silicon Valley. L’avventura della casa d’aste online più famosa al mondo inizia il 3 settembre 1995 con la vendita di un puntatore laser rotto acquistato da un collezionista per poco meno di 15 dollari.

Il sito – che all’inizio si chiamava AuctionWeb – venne fondato dal programmatore Pierre Omidyar, tra le mura di casa a Campbell, in California. Esempio tra i più brillanti della “new economy” di fine anni ’90, eBay da portale casalingo per aste online tra internauti si trasforma da subito in una gallina dalle uova d’oro per Omidyar (oggi nel board del gruppo) e per il primo presidente della società, Jeffrey Skoll, che nel ’98 con la quotazione in Borsa si ritrovano di colpo milionari.

In vent’anni il portale è cresciuto globalmente, ampliando la gamma di servizi offerti e soprattutto rafforzandosi nel mercato delle transazioni online con la centrata acquisizione del sistema di pagamenti PayPal nel 2002. Tuttavia proprio la separazione da quest’ultima, effettiva da pochi giorni, apre una nuova serie di sfide per il gruppo californiano, ritenuto ora da analisti e agenzie di rating più debole e con più limitate capacità dei ricavi.

L’anniversario speciale dà a eBay l’occasione per festeggiare (in agenda un maxi evento a San Jose il 10 e 11 settembre) e per fare il punto su come affrontare concorrenti sempre più agguerriti. Oltre a colossi dell’e-commerce come Amazon e Alibaba, tra i rivali ora spuntano anche giganti di internet come Google e Facebook

Napoli, ladro "Spider-Man" beccato coi gioielli rubati in una casa. Arrestato

Napoli, ladro "Spider-Man" beccato coi gioielli rubati in una casa. Arrestato Salvatore Di MatteoNAPOLI – E’ entrato in una casa arrampicato come “Spider-Man” sulla parete, con lo scopo di fare il “colpaccio”.

E ci era mezzo riuscito, ma il suo piano è fallito alla fine quando il pronto intervento dei Carabinieri che pattugliavano la zona lo hanno individuato mentre penzolava giù dalla finestra intento a fuggire col bottino.

E’ successo  in zona delle rampe a Pizzofalcone, a Napoli. Un uomo di 47 anni, Salvatore Di Matteo è stato arrestato e il figlio di 20 anni, che lo aspettava giù con lo scooter denunciato.

I militari dell’Arma in un pattugliamento di routine hanno beccato in flagranza di reato l’uomo arrampicato e in bilico sul davanzale di una finestra mentre cercava di forzarla e il figlio giù in sella alla moto, pronto per la fuga insieme al padre.

I Carabinieri del Nucleo radiomobile hanno così chiesto l’intervento di una pattuglia di motociclisti, considerata l’impossibilità di arrivare nella zona del furto a Napoli in automobile.

Il presunto ladro dopo la vista delle forze dell’Ordine con scatto da acrobata è saltato giù e si è dato alla fuga ma dopo un breve inseguimento a piedi è stato bloccato e ammanettato. Il figlio è riuscito ad allontanarsi con lo scooter per le strette vie di quella zona ma è stato identificato e successivamente rintracciato e denunciato in stato di libertà.

Rinvenuta e restituita al padrone di casa la refurtiva: 15.000 euro di argenteria e oggetti preziosi razziati nell’abitazione. Successivamente è stata accertata la complicità di un 17enne che ha segnalato ai presunti ladri l’arrivo dei carabinieri.

Teramo, ritrovata viva la bimba scomparsa ieri. E' andata via da sola? Si indaga

La piccola Katia in braccio al padre dopo il ritrovamento a Cusciano di Montorio al Vomano
La piccola Katia in braccio al padre dopo il ritrovamento (Photo Luciano Adriani da ilcentro.gelocal.it)

E’ già in ospedale per accertamenti, Katia, la bimba di due anni scomparsa ieri e fortunatamente ritrovata viva sabato mattina intorno alle 11. Il ritrovamento in un bosco presso una casa abbandonata.

Sarebbero stati i cani molecolari a individuarla a circa due chilometri da casa. La bimba, si apprende, “sta bene” sebbene sia un po’ “spaventata” per la notte passata fuori.

Immensa la gioia dei genitori e di tutta la comunità di Cusciano di Montorio al Vomano (Teramo) dove la bimba si è volatilizzata ieri pomeriggio mentre giocava davanti casa. Numerose le manifestazioni di giubilo per il ritrovamento della bambina.

Indagano comunque gli inquirenti per capire se la bimba si sia allontanata da sola, si sia persa o sia stata portata via da qualcuno con scopi inconfessabili. Non si esclude un tentativo di sequestro fallito per l’imponente schieramento di soccorsi e per il clamore della notizia in tutta Italia.

Dopo una notte di ricerche senza esito, si temeva il peggio. Nella tarda mattinata di sabato la lieta notizia col ritrovamento della bimba romena.

[divide style=”dots” icon=”circle” margin_top=”20″ margin_bottom=”20″ color=”#f77415″]

I FATTI PRIMA DEL RITROVAMENTO

La sua scomparsa risale alle 18:30 di ieri pomeriggio, ma a distanza di quindici ore al momento ancora nessuna notizia di Katia, la bimba romena di 2 anni e mezzo che, sfuggita al controllo della madre, è scomparsa nel nulla mentre giocava davanti alla sua casa di Cusciano, frazione di Montorio al Vomano, provincia di Teramo.

Per tutta la notte sono proseguite le ricerche tra boschi e sentieri attorno alla zona ma purtroppo senza esito positivo. Imponente lo schieramento di uomini e mezzi di soccorso che per tutta la notte ha battuto l’area. A coordinare le ricerche, il sostituto procuratore Davide Rosati.

Sul posto ci sono circa un centinaio di uomini dei diversi corpi delle forze dell’ordine, volontari del soccorso e cittadini impegnati nelle battute di ricerca. Dall’alto sorvola la zona un elicottero dei vigili del fuoco mentre in mattinata è previsto l’arrivo dell’Esercito dall’Aquila.

La bimba di nazionalità romena ritrovata sabato
La bimba di nazionalità romena ritrovata sabato

Le squadre dei soccorritori, grazie anche al supporto di un elicottero della Capitaneria di Porto attrezzato per il rilevamento dei differenziali termici al suolo, nonché di mezza dozzina di cani molecolari di Polizia di Stato, Carabinieri e Soccorso alpino, provenienti da Abruzzo, Marche e Puglia, hanno battuto i fondi agricoli attorno alle abitazioni della frazione, di solito con un centinaio di abitanti ma in questo periodo affollata da molti residenti stagionali per le vacanze.

Rovistati anche boschi, roveti e anfratti della zona. Della bimba scomparsa non c’è però finora traccia. Una speranza si è accesa verso le 3.30 di sabato, quando tre diversi cani molecolari cui erano stati fatti fiutare indumenti della piccolina, hanno diretto la loro attenzione in un preciso punto di un orto dove la bimba era solita recarsi con il padre, operaio romeno rientrato nella notte dal Paese d’origine per mettersi anche lui nelle ricerche della figlia.

Katia, la bimba di due anni ritrovata dopo la scomparsa a Teramo
Katia, la bimba di due anni ritrovata dopo la scomparsa a Teramo

Il prefetto di Teramo, Valter Crudo, ha convocato una riunione in mattinata dell’unità di crisi per un punto delle ricerche. Le indagini sono coordinate direttamente sul posto dal sostituto procuratore Davide Rosati, rimasto tutta la notte al fianco dei soccorritori, con il sindaco di Montorio al Vomano, Gianni Di Centa.

Il magistrato ha disposto ieri sera la perquisizione di tutte le abitazioni del borgo, nell’ipotesi, attuale come le altre, che la bimba possa essere stata oggetto di un adescamento da parte di malintenzionati.

Malasanità a Genova, muore di meningite a 33 anni. Era stato dimesso

Pronto soccorso ospedale Galliera Genova Malasanità a Genova, muore Fabrizio Vigo per meningite
La vittima Fabrizio Vigo

La procura di Genova ha aperto un’inchiesta in seguito all’improvvisa morte per meningite di un uomo di 33 anni, Fabrizio Vigo, avvenuta all’ospedale Galliera di Genova dopo essere passato per altri due ospedali.

L’uomo, che accusava dei dolori già nella notte tra martedi e mercoledi, era stato ricoverato la sera del 26 agosto all’ospedale Villa Scassi di Sampierdarena dove però era stato dimesso la mattina dopo. Nel pomeriggio di venerdi 28 ha cominciato a sentirsi male nuovamente ed è stato ricoverato all’ospedale Galliera dove le sue condizioni sono peggiorate fino al decesso.

Il magistrato Alberto Landolfi, che ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche, vuole capire meglio le circostanze che hanno portato alla morte di Fabrizio Vigo, giovane imprenditore di serramenta, a Rossiglione. Non è chiaro se si tratta dell’ennesimo caso di “malasanità” in Italia.

Intanto l’Azienda sanitaria locale 3 di Genova in una nota spiega i passaggi della vicenda ospedalieri del giovane: “Il paziente è giunto all’osservazione del pronto soccorso di Villa Scassi alle 20.01 del 26 agosto, inviato dall’Evangelico di Voltri. Durante il periodo di osservazione, si è osservata la rapida e totale remissione dei sintomi senza evidenziazione di ulteriori segni che potessero orientare verso sospetti diagnostici indicatori di specifiche patologie”.

“Il paziente comunque – prosegue la nota dell’Asl3– è stato trattenuto in osservazione e, già dal primo mattino del 27 agosto, si presentava in buone condizioni generali: asintomatico, vigile, perfettamente orientato. Veniva dimesso alle 11.05 con la prescrizione di esami ematochimici di controllo e prenotazione di una visita specialistica. Il medico di guardia forniva il proprio numero di cellulare invitandolo ad usarlo per qualsiasi necessità.

“Al momento della notizia del decesso e della causa dello stesso il servizio di Igiene di ASL3, peraltro già attivato al momento della comunicazione del sospetto avvenuto tramite notifica dall’ospedale Galliera, alla conferma della patologia riconosciuta, si attivava per effettuare l’indagine epidemiologica e individuare i contatti che il paziente aveva potuto intrattenere”.

Beppe Grillo (M5S): "Un Piano Merkel per aiutare migranti a casa loro"

Beppe Grillo e Angela Merkel
SGUARDI INCROCIATI Beppe Grillo e Angela Merkel (combo Secondo Piano News)

Sul dramma dei migranti morti annegati e asfissiati nelle ultime ore e in generale sul flusso incessante di questi mesi, interviene il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo che sul suo blog attacca l’Ue e i governi nazionali per la loro “inerzia” sull’emergenza e sprona loro a muoversi poiché tale atteggiamento potrebbe produrre risultati catastrofici in termini di perdita di vite umane e di possibili conflitti sociali.

“Serve un Piano Marshall”, afferma Grillo, ma “attualizzato in un Piano Merkel”, ossia rigide misure finanziate con quote dei Pil nazionali per aiutare le nazioni e i migranti “a casa loro”.  Medio Oriente e Africa in primis.

“La migrazione biblica in corso – è l’esordio di Grillo – non la fermeranno i carri armati, né i fili spinati o l’affondamento dei barconi. Non è arrivata all’improvviso. La UE e i vari governi nazionali sembrano sempre cadere dal pero e strumentalizzano la situazione come se loro non fossero la causa prima del problema”.

Secondo il fondatore del secondo partito italiano “non si è udita una sola voce di condanna delle cause, né una strategia di lungo termine per integrare queste persone in una Europa devastata dalla disoccupazione. Vogliamo creare immensi ghetti e banlieue?”, si chiede preoccupato il leader M5S.

“Al di là di una carità pelosa non si va, ignorando che su questa strada gli europei rottameranno gli attuali partiti e faranno risorgere movimenti neonazisti. Ora – prosegue  Beppe Grillo – si mette in discussione il regolamento di Dublino (che impone al profugo la permanenza nel Paese di arrivo), solo ora si chiede di accelerare le procedure di riconoscimento dei profughi (in Italia grazie all’incapacità di Alfano sono di circa due anni)”.

Misure che il M5S “ha chiesto da tempo venendo sbeffeggiato o ignorato o accusato di razzismo. Ma la Merkel e Hollande finora dove stavano? In un buco nero? Su Marte? Senza azioni coraggiose, nuove e di lungo termine si rischia la catastrofe con 200 milioni di arrivi nei prossimi anni (fonte CdS)”.

Grillo indica la strada che a suo avviso potrebbe risolvere il problema. “E’ obbligatorio – scrive – dare a queste persone delle migliori opportunità di vita nelle loro nazioni con investimenti mirati (sanità, infrastrutture, delocalizzazione di aziende produttive) con un nuovo Piano Marshall che potremmo attualizzare in “Piano Merkel” finanziato con una quota dei Pil nazionali da destinare all’Africa con una Commissione di controllo”.

“Altre azioni sono l’eliminazione della produzione di armi (l’Italia è la quinta produttrice mondiale) e la fine dell’ingerenza occidentale con missioni di pace e subordinazione totale agli interessi americani nel Mediterraneo e in Medio Oriente. Il flusso dei profughi da Afghanistan, Siria, Iraq e dalla Libia – conclude il leader M5S – è figlio delle nostre guerre e delle nostre armi. E’ ora di farsi un’esame di coscienza”.

Pure stamani il New York Times aveva criticato l’Unione europea accusandola di lavarsene le mani sull’emergenza migranti e lasciare che sia l’Italia a gestire da sola l’enorme problema che, come raccontano le cronache, più che prestarsi come paese di prima accoglienza è destinato a fungere da paese “becchino”, ossia a raccogliere cadaveri nel Mediterraneo.

Cantiere A3 Salerno Reggio Calabria, muore un altro operaio

L'A3 svincolo di MormannoUn operaio marocchino di 44 anni, Said Haireche, è morto stamane in un incidente sul lavoro avvenuto a Mormanno (Cosenza), in una cantiere Anas per i lavori di ammodernamento dell’Autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria, all’altezza del chilometro 165 di Mormanno, sul Pollino.

L’incidente si è verificato dopo le 8 di venerdi mattina in circostanze ancora poco chiare. Per ricostruire la dinamica dell’incidente sono state avviate le indagini da parte dei carabinieri. L’area interessata all’incidente è stata sequestrata dalle autorità.

Secondo le prime ricostruzioni, l’operaio, che lavorava per una azienda di carpenteria metalliche, sarebbe rimasto schiacciato durante la posa di una trave.

Il presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani, ha espresso in una nota della società, il suo cordoglio alla famiglia di Said Haireche. “Anas – si legge nella nota – avvierà immediatamente un’indagine per accertare eventuali responsabilità dell’impresa nel tragico incidente” costata la vita al giovane operaio.

Said Haireche, era residente a Sant’Angelo Le Fratte, in provincia di Potenza e lavorava da qualche tempo per l’azienda impegnata nei lavori di ammodernamento sull’A3.

L’incidente di stamane ricorda quello drammatico in cui perse la vita, dopo un volo di 80 metri, Adrian Miholca, l’operaio romeno di 25 anni morto il 2 marzo 2015 nel crollo del viadotto Italia sempre sulla Salerno-Reggio Calabria, a pochi chilometri dove si è consumato il dramma di oggi. Per ricordare Miholca venne ad aprile sul cantiere del viadotto Italia, al confine tra Basilicata e Calabria, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio.

Diverse sindaci, istituzioni e associazioni dopo l’ennesimo incidente, hanno espresso “sdegno” e “cordoglio” e chiedono al governo e all’Anas maggiore sicurezza sul lavoro nei cantieri interessati all’ammodernamento dell’Autostrada A3 Salerno Reggio.

Tragedia a Reggio Emilia, bimbo di due anni beve liquido per stoviglie e muore

Il piccolo Carlo Russo è morto dopo aver ingerito liquido per lavastoviglie
Il piccolo Carlo Russo è morto dopo aver ingerito liquido per lavastoviglie

Tragedia a Reggio Emilia. Un bimbo di appena due anni, Carlo Russo, è morto venerdi mattina dopo che aveva ingerito del liquido per lavastoviglie.

Il bimbo era stato ricoverato d’urgenza mercoledì sera in ospedale a Reggio Emilia. Il bambino, spiega l’ospedale Santa Maria Nuova, è morto in Rianimazione a seguito di improvvise complicanze cardiache insorte ieri e peggiorate nella notte tra giovedì e venerdì.

Il piccolo Carlo Russo aveva ingerito del brillantante, mentre era nel bar a San Martino in Rio di proprietà di alcuni parenti. A quanto pare la sostanza era in un bicchiere e il piccolo avrebbe approfittato di un attimo di distrazione generale per prenderlo, portarselo ingenuamente alla bocca e berlo.

Immediato l’intervento dei presenti non appena il bimbo si è sentito male. La madre in particolare ha praticato una manovra per fargli rigettare quando ingerito, mettendolo con la testa in basso. Il bimbo ha così effettivamente rigettato gran parte della sostanza detergente, ma una minima quantità era stata evidentemente ingerita.

Dopo il trasporto in ospedale, le cure sembravano aver avuto effetto, perché le sue condizioni erano subito migliorate tanto che non era più apparso in pericolo di vita. Ma nella notte l’improvviso peggioramento. La Direzione dell’ospedale ha già disposto il riscontro diagnostico per accertare le cause del decesso, facendo ai genitori e a tutta la famiglia “le più sentite e commosse condoglianze per il gravissimo lutto”.

Il brillantante per lavastoviglie è comunemente usato nei locali pubblici, ma anche a casa, per rendere appunto più brillanti e asciutti le stoviglie. Se ingerito è “altamente nocivo”, per questo è vivamente consigliato tenerlo fuori dalla portata dei bambini.

La famiglia del piccolo Carlo Russo, raccontano i parenti, è “devastata per questa tragedia inaspettata”. Il corpicino sarà consegnato ai genitori per le esequie solo dopo gli esami autoptici in ospedale.

Muore l'ex prelato Józef Wesołowski. Il Papa lo arrestò per pedofilia.

Il Giubileo dei Nunzi Apostoloci celebrato da Giovanni Paolo II il 15 settembre 2000. Cerchiato in rosso Wesołowski (SecondoPianoNews.Com)
Il Giubileo dei Nunzi Apostoloci celebrato da Giovanni Paolo II il 15 settembre 2000. Cerchiato in rosso Wesołowski (SecondoPianoNews.Com)

E’ morto all’alba di venerdi, in Vaticano, l’ex Nunzio Apostolico della Repubblica Dominicana, Józef Wesołowski, 67 anni, l’ex alto prelato polacco accusato di aver commesso abusi sessuali su minori e per questo arrestato per volere di Papa Francesco il 24 settembre dello scorso anno. Era malato da tempo.

L’ex presule, già ridotto allo stato laicale dalle autorità della Santa Sede, era sotto processo in Vaticano per atti di pedofilia commessi a Santo Domingo e sarebbe stato in possesso di materiale pedopornografico.

La notizia della morte è stata confermata dal Vaticano. “Alle prime ore di questa mattina – si legge in un comunicato della sala stampa vaticana – è stato trovato defunto nella sua abitazione in Vaticano S.E. Mons. Jozef Wesolowski, già Nunzio Apostolico.

“Subito intervenuta l’autorità vaticana – prosegue la nota – per i primi accertamenti, i quali indicano che la morte è dovuta a cause naturali. Il Promotore di Giustizia ha ordinato un’autopsia, che sarà effettuata oggi stesso e i cui risultati saranno comunicati appena possibile. Il Santo Padre è stato doverosamente informato di tutto”, chiude la nota della Santa Sede.

Józef Wesołowski
Józef Wesołowski (Lapresse)

LE ACCUSE DI PEDOFILIA
Il 2 settembre 2013 diverse emittenti televisive della Repubblica Dominicana avevano diffuso la notizia del coinvolgimento di Wesołowski in un caso di abuso su minori. Diversi testimoni avevano confermato. Il 4 settembre 2013 le autorità della Repubblica Dominicana hanno avviato un’inchiesta penale nei confronti di Wesołowski, che nel frattempo era stato richiamato a Roma.

La Santa Sede confermò le indagini delle autorità dominicane su Wesołowski in merito alle accuse di pedofilia. Accuse abbastanza gravi da consigliare la sospensione del Nunzio Apostolico. Nel gennaio 2014 era stato reso noto che la Santa Sede aveva negato l’estradizione di Wesołowski in Polonia, dove sarebbe indagato per gli stessi reati.

Estradizione che la Città del Vaticano non concesse.

E' morto a 67 anni Józef Wesołowski
E’ morto a 67 anni Józef Wesołowski (Ap)

La decisione della restrizione nello “Stato Sovrano del Vaticano” sarebbe comunque stata una “strategia” per fermare “l’accanimento mediatico” contro la Chiesa sul tema della pedofilia.

Anche un modo per porre fine alle pressioni della Repubblica dominicana che vorrebbe processare a Santo Domingo Wesołowski per il presunto grave reato contestato. “Noi abbiamo il nostro tribunale e lo processeremo noi”, fanno sapere i vescovi.

Una mossa che mise al riparo e sotto tutela lo stesso presule (malato) e, al tempo stesso un segnale chiaro ad altri “sospettati” di abusi sui minori: “Le regoli morali ed etiche su cui si fonda la nostra Fede deve essere rispettata”. Come dire, la legge è uguale per tutti, quindi nessuno si senta intoccabile! “Non esistono i figli di papà”, diceva il papa annunciando “”tolleranza zero” verso i preti pedofili.

CHI ERA JÓZEF WESOŁOWSKI
Nato a Nowy Targ, nella piccola Polonia sessantasette anni fa, (15 luglio 1948) Józef Wesołowski, apparteneva al clero dell’arcidiocesi di Cracovia. Era stato ordinato sacerdote nel 1972 dall’allora Arcivescovo della città del “Wawel”, Karol Wojtyła che sei anni più tardi diventò il Sommo Pontefice.

Molto presto Józef entra nel servizio diplomatico della Santa Sede. I primi ruoli sono in diversi Paesi tra Africa, America Latina, Asia e Europa. Diventa vescovo il giorno dell’Epifania del 2000, anno del Giubileo, grazie alla consacrazione (nella Basilica di San Pietro) ancora una volta per volontà di Wojtyla, all’epoca Papa Giovanni Paolo II. “Siate costantemente memori di quest giorno – disse quel giorno Karol Wojtyła –  La luce di Cristo brilli sempre nei vostri cuori e nel vostro ministero pastorale”.

Libia, ecatombe nel Mediterraneo: 200 morti in due naufragi. FOTO CHOC

Ecatombe nel MediterraneoUn’altra ecatombe di grandi proporzioni nel Mediterraneo. Sono circa 200 i cadaveri di migranti che sono stati individuati dalla Guardia costiera libica davanti alle coste di Zuwara, teatro ieri di un doppio naufragio. Ma il bilancio potrebbe essere provvisorio.

I corpi di 40 persone sono stati trovati all’interno della stiva di un barcone che si è arenato su una spiaggia, mentre circa 160 galleggiavano in mare a circa 1 km dalla costa.

La Guardia costiera è riuscita a recuperare alcuni cadaveri ma altri sono stati lasciati in mare perché il battello  “non aveva abbastanza luce per continuare il lavoro”. I corpi sarebbero di migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana, dal Pakistan, dalla Siria, dal Marocco e dal Bangladesh.

Secondo una ricostruzione di giovedì della Bbc, uno dei barconi aveva a bordo circa 50 persone mentre il secondo, che è affondato molto dopo, trasportava 400 passeggeri. Nel Canale di Sicilia l’incidente con il bilancio più pesante resta quello del 18 aprile scorso: circa 700 le vittime, la strage più grave dal dopoguerra.

La Libia, con la sua crisi interna che spacca il paese vari pezzi e favorisce l’infiltrazione dell’Isis, è terra da cui salpano molti barconi allestiti dai trafficanti di esseri umani grazie proprio alla carenza di controlli provocata dall’instabile situazione. Zuwara è notoriamente un punto da cui salpano molti barconi.

Intanto, dopo l’attracco di giovedi a Palermo della nave con i 52 cadaveri,  nel porto di Reggio Calabria sono arrivati con la Guardia Costiera 250 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia. A bordo anche quattro cadaveri. I migranti, tra cui 7 minori e 23 donne delle quali una incinta, sono di varie nazionalità.

FOTO CHOC (IMMAGINI SENSIBILI)

Aperto un fascicolo d’inchiesta sulla morte dei 4 migranti, tre donne ed un uomo: l’uomo è morto per annegamento poco prima che iniziassero le operazioni di soccorso nel canale di Sicilia. Le tre donne, invece, sono morte per le esalazioni di benzina.

Sul corpo presentano anche gravi ustioni. La Guardia Costiera ha fatto sapere che ieri sono stati salvati 1.430 migranti. Settecento migranti sono giunti nel porto di Vibo Valentia con Medici senza Frontiere. Tra i migranti ci sono circa 30 bambini e 150 donne, molte delle quali incinte. La maggior parte dei profughi sono famiglie di origine siriana con diversi bambini; il resto provengono da Costa d’Avorio, Mali, Camerun, Nigeria, Sudan, Eritrea, Etiopia, Bangladesh e Pakistan.

Ed emergono altri particolari choc dopo lo sbarco della nave Poseidon, ieri, nel porto di Palermo, con a bordo 571 migranti e 52 cadaveri. I sopravvissuti hanno raccontato che i migranti sono stati picchiati a morte dagli scafisti per restare nella stiva.

L’emergenza non accenna a diminuire, anzi prosegue a ritmo impressionante il flusso migratorio dai paesi mediorientali e nord africani. Uomini, donne e bambini che fuggono dalle loro terre alla ricerca di una vita migliore in Europa, ma spesso rimangono vittime o delle acque o dei trafficanti che li torturano e uccidono.

Biancavilla, è stata la moglie Enza Ingrassia ha uccidere marito. Delitto (quasi) perfetto

La vittima Alfio Longo con la moglie Enza Ingrassia, presunta assassina
La vittima Alfio Longo con la moglie Enza Ingrassia, presunta assassina

Colpo di scena a Biancavilla, nel Catanese dove nella notte tra mercoledi e giovedi è stato ucciso, nella sua villa, a bastonate in testa, l’anziano di 67 anni Alfio Longo. Non c’è mai stata una rapina. Sarebbe stata la moglie Vincenzina “Enza” Ingrassia a uccidere il marito colpendolo violentemente con un ceppo di vite in testa. E’ quanto avrebbe confessato la stessa moglie. In casa i Carabinieri avrebbero trovato anche armi e piante di marjuana.

La donna è stata fermata dai Carabinieri di Catania dopo ore di interrogatorio ed ha ammesso le sue responsabilità sul delitto. Il marito – ha detto la donna agli inquirenti, “aveva scatti violenti” e lo avrebbe ammazzato, inscenando poi una rapina, perché “stanca di subire la sua violenza”. Ora spetta al Gip convalidare il fermo in arresto per omicidio.

Lucida, Enza Ingrassia avrebbe messo in atto il suo piano diabolico in piena notte: due rapinatori, Alfio Longo che si ribella ai presunti banditi, legati in due stanze diverse, poi lei che è riuscita a liberarsi vede il cadavere in una pozza di sangue e dà l’allarme in lacrime ai Carabinieri. Niente di tutto ciò.

La donna si sarebbe inventato tutto. Alcuni dubbi erano emersi fin da ieri. Delle piccole incongruenze che andavano approfondite, come hanno fatto i Carabinieri del comando provinciale di Catania e della compagnia di Paternò. Nella notte è emersa la verità: sarebbe stata Enza Ingrassia a uccidere a colpi di ceppo in testa il marito Alfio Longo, ex elettricista in pensione, perché “stanca della sue violenze”.

Già ieri si parlava di “gialli”Ad esempio, la notte della tragedia nessuno nella zona aveva sentito abbaiare i cani della coppia. “Strano – aveva commentato un vicino – si fanno sentire spesso e anche da lontano”. Ed è proprio questo uno “dettagli”, evidentemente, che la donna avrebbe trascurato. I cani di solito abbaiano all’ingresso di intrusi. 

Un altro dubbio che avevano gli investigatori era la scelta dell’obiettivo da parte dei rapinatori: una villetta di lavoratori, ma non di persone ricche. In una zona, hanno raccontato i vicini, che “è stata sempre tranquilla”.

E infine anche il bottino: poche centinaia di euro e, soprattutto due anelli dell’uomo, compresa la fede nuziale della vittima, e non quella della moglie. Un particolare quest’ultimo che oggi ha un’altra chiave di lettura: non una rapina, ma una separazione violenta con omicidio in piena notte, con lucida follia criminale. Un delitto quasi perfetto, quello presunto di Enza Ingrassia, non fosse stato per la trascuranza di due dettagli “cruciali” e per l’intuito dei Carabinieri.

L’autopsia sul corpo del pensionato Alfio Longo, verrà effettuata venerdi all’ospedale Garibaldi di Catania.

Istanbul, rissa in un negozio. Ex pugile Mohammed Fadel Dobbous stende 20 persone. VIDEO

pugile stende stende venti persone a IstanbulUn turista irlandese, Mohammed Fadel Dobbous, apre il frigorifero di un negozio di alimentari a Istanbul e per sbaglio fa cadere tutte le bottiglie conservate.

Il proprietario esce di scatto, inizia a litigare con lui e brandisce una mazza, minacciandolo.

Ne nasce presto una rissa contro molte persone. L’uomo, però, non è un viaggiatore qualsiasi ma un pugile professionista, e ha facilmente la meglio sul negoziante. A quel punto una decina di abitanti del posto, per lo più altri negozianti, si scaglia contro il turista-pugile.

Come in un film di Bud Spencer e Terence Hill, lo colpiscono con sgabelli alla schiena e mazze, ma lui resiste e a più riprese li stende tutti. Persino una coltellata ha ricevuto.

Il video, risalente al primo agosto scorso, è stato registrato dalle telecamere di sorveglianza e diffuso sul web. La clip è stata ripresa dalle tv turche, diventando virale sui social network.

Intervistato da una emittente televisiva, il turista pugile ancora con un braccio ingessato, la spalla dolente e con una ferita da coltellata ha affermato: “Si sono messi contro la persona sbagliata. Non ero ubriaco, non bevo”, ha detto.

“Quando l’acqua è caduta a terra – ha raccontato Mohammed Fadel Dobbous – mi sono scusato con i proprietari di negozi, ma mi hanno attaccato con bastoni”.  E a quel punto, accerchiato, si è difeso da oltre quindici commercianti turchi inferociti vicini del negoziante “bastonatore”.

pugile stende venti persone a Istanbul. racconto
Tutti stesi a terra in una manciata di minuti. Mohammed Fadel Dobbous, ex pugile professionista che ora insegna il celebre sport, è  cittadino irlandese ma è nato in Kuwait. Il video postato su You Tube ha collezionato oltre un milione di visite in poche ore. Senza contare gli altri Social network come Facebook e Twitter. Appunto una scazzottata “virale”.

L’INTERVISTA AL PUGILE

Strage migranti in Austria, società Hyza: "Camion venduto nel 2014"

Il camion della società di prodotti avicoli Hyza dove sono stati rinvenuti i cadaveri di decine di migranti in Austria
Il camion della società di prodotti avicoli Hyza dove sono stati rinvenuti i cadaveri di decine di migranti in Austria (Ansa/Ap)

Il camion dove sono stati ritrovati i corpi senza vita di decine di immigrati in Austria era stato venduto nel 2014, insieme altri 20 camion dalla società “Hyza”, azienda che opera nel settore dei prodotti avicoli con sede in Slovacchia, a sette diverse ditte private sempre nella Repubblica di Slovacchia.

La società, il cui brand ha fatto in “negativo” il giro del mondo, si difende e, nell’esprimere “cordoglio per la tragedia”, precisa che il nuovo proprietario del camion frigorifero utilizzato per la tratta dei migranti pare l’avesse a sua volta venduto alla MasterMobilKer Kft in Ungheria. Nè il vecchio proprietario né MasterMobilKer hanno rimosso etichette e il brand Hyza.

Gli investigatori austriaci, una volta accertati i passaggi di proprietà del mezzo, cercano di capire chi possa essere stato l’ultimo acquirente che ha celato la tratta (e la strage) dietro il marchio Hyza.

Al momento, scrive la società, “stiamo collaborando con la Polizia austriaca” per cercare di risalire ai trafficanti che hanno causato la strage sull’autostrada al confine tra Austria el’Ungheria.

Tutti veicoli della società “Hyza” – spiega Hiza – sono monitorati con il sistema GPS e sono tutti nella Repubblica di Slovacchia”.

“Questo camion utilizzata per il crimine con targa ungherese è stato eliminato dalla nostra proprietà e venduto nel 2014 insieme ad altri 20 camion a sette differenti aziende private nella Repubblica slovacca”.

“Il nuovo proprietario non ha rimosso il marchio sul veicolo e lo ha venduto in Ungheria alla società MASTERMOBILKER, KFT”.

“Siamo molto dispiaciuti per la tragedia ed esprimiamo le nostre sincere condoglianze alle famiglie delle vittime”, conclude la nota di Hyza, che ha sentito il dovere di precisare per difendere l’immagine della propria azienda, estranea al rinvenimento dei cadaveri su uno dei suoi ex mezzi di trasporto.

NOTIZIE DALLA CALABRIA

ITALIA E MONDO