9 Ottobre 2024

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Roma, auto pirata non si ferma all’alt e travolge scooter. 2 morti

Un’altra strage causata da un auto pirata a Roma. Un’automobile inseguita dalla Polizia stradale si è ribaltata ed è finita su uno scooter: il bilancio è due i morti.

E’ successo la scorsa notte a Roma sulla via Cassia. Secondo quanto si è appreso il motociclista, un cittadino libanese di 45 anni, è deceduto sul colpo, mentre uno dei due giovani a bordo della macchina che si è capottata è morto durante il trasporto in ospedale. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, polizia municipale e 118.

Solo nel maggio scorso, Roma è stata teatro di un’altra tragedia a causa di  Lancia Lybra che non si era fermata all’alt a un posto di blocco. Era accaduto a Primavalle quando l’auto guidata da un minorenne rom, fuggendo allo stop della polizia è piombata a folle velocità su una fermata dell’autobus falciando nove persone: un morto e nove feriti.

Sedena di Lonato, Luigi Cuel uccide Cezara Musteata e s'impicca. "Non avrei potuto vivere senza di lei" FOTO

La giovane Cezara Musteata e Luigi Cuel
La giovane Cezara Musteata e Luigi Cuel (Facebook)

Dramma nel Bresciano. Luigi Cuel, un uomo di 41 anni, ha prima soffocato e accoltellato la sua fidanzata, Cezara Musteata, una ragazza moldava di 18 anni, per poi togliersi la vita impiccandosi ad un albero.

L’omicidio-suicidio è stato scoperto nel tardo pomeriggio di martedì nelle campagne di Sedena, colline di Lonato del Garda, comune in provincia di Brescia.

L’uomo ha lasciato sul posto una lettera dove spiegava il perché del suo folle gesto.  “Non accettavo che mi lasciava. Non avrei potuto vivere senza di lei…”. Il movente pare essere passionale. L’omicida-suicida rifiutava la fine della relazione con la giovane Cezara Musteata, residente a Castiglione delle Stiviere (Mantova) e studentessa a Desenzano del Garda.

Da quanto ricostruito, sembra che Luigi Cuel, molto più grande di lei ed evidentemente innamorato, sia riuscito ad ottenere un ultimo incontro con l’ex fidanzatina. Un incontro fatale dove la diciottenne ha respinto ogni tentativo di riappacificazione e a quel punto è scattata l’ira dell’uomo che l’ha uccisa prima soffocandola sembra con delle fascette da elettricista e poi l’ha finita con dei fendenti. Una violenza brutale sull’esile corpo della ragazza che non le ha dato scampo. Poi, l’omicida, ha preso dei cavi e si è costruito la “forca” su un albero.

LE FOTO 

La segnalazione dell’omicidio suicidio è giunta alla centrale del 118 qualche minuto prima delle 19 da un passante che ha notato i due cadaveri in campagna. Sul posto, in località La Pampa, nei pressi dell’azienda agricola Drugolo, sono giunte le Forze dell’Ordine e gli inquirenti con la Scientifica. Indagano i Carabinieri di Desenzano del Garda. Sebbene sembrerebbe chiaro, sarà l’autopsia a stabilire esattamente ora e causa del decesso anche perché l’omicidio è stato scoperto in serata ma può essere successo ieri.

Il movente della tragedia avrebbe avuto conferma con il ritrovamento della lettera lasciata da Luigi Cuel in cui spiegherebbe il suo attaccamento morboso alla giovane moldava. Quella di oggi a Lonato del Garda è la seconda tragedia nella provincia di Brescia. Solo tre settimane addietro, prima di ferragosto, il l’efferato omicidio di Frank Seramondi e sua moglie Giovanna Ferrari nel loro locale da “Frank” di cui sono stati accusati un pachistano e un indiano diretti concorrenti della coppia.

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Siriano salvato in mare da turista greca. "Era da 13 ore in mare". In rete: "Trovata pubblicitaria"

Sandra Tsiligeridu con Mohamed, il profugo siriano salvato in mare presso l'isola di Pserimos, vicino Kos Grecia
Sandra Tsiligeridu con Mohamed, il profugo siriano salvato in mare presso l’isola di Pserimos, vicino Kos (profilo Facebook della turista)

Una turista greca mentre stava facendo una escursione in barca nella suggestiva isola di Pserimos, nei pressi di Kos, nel mare Egeo, a poche miglia dalle coste turche, avrebbe salvato un profugo siriano mentre era in acqua allo stremo delle proprie forze. L’uomo, subito fatto salire a bordo della barca e rifocillato, “era in balia del mare da tredici ore”, avrebbe detto la donna.

Sandra Tsiligeridu, questo il nome della signora greca, ha postato la sua foto sul suo profilo Facebook che è stata ripresa da alcuni media internazionali. “Era quasi incosciente quando l’abbiamo avvistato”, racconta Sandra sul Social network, dove ha pubblicato l’immagine che la ritrae abbracciata al migrante e insieme a un’altra signora in gita turistica con lei.

La donna, una ex modella benestante, sposata con un medico, è madre di tre figli. Era a bordo di una barca con il marito e alcuni amici, di ritorno da un’escursione quando avrebbe notato in acqua l’uomo in “difficoltà”.

Il profugo, di nome Mohamed, spiega sul social la signora che avrebbe parlato col profugo “era partito dalla Turchia su una barca insieme ad altri 40 connazionali, direzione Kos, quando ancora in alto mare gli scafisti hanno perso uno dei remi. L’uomo a quel punto si è tuffato per recuperare il remo ma a causa delle correnti non è riuscito a risalire a bordo”.

Un racconto che alcuni in rete mettono in dubbio, definendo il salvataggio dell’uomo una “trovata pubblicitaria” della donna, ma tant’è! “Resta davvero curioso come gli scafisti non si siano fermati per recuperare l’altro prezioso remo per portare a termine il loro viaggio. L’hanno finito a bracciate?…”, nota un internauta.

Inoltre, “in mare l’uomo si è tuffato spontaneamente oppure è stato costretto dai trafficanti?”, si chiede un’altra. “Ciò che non regge nel racconto – spiega un ragazzo in un forum inglese – è come in una barca a remi di fortuna non avessero i motori ma i giubbotti salvagente”.

“Può essere che la donna a scopo pubblicitario abbia imbarcato il profugo già sull’isola e ha concordato con lui il tutto?. I vantaggi per lui è di avere assicurato il diritto d’asilo. Per lei, ex modella, una grande pubblicità”, spiega un tale sullo stesso forum. Tutti interrogativi legittimi.

Il siriano secondo la versione della donna, sarebbe rimasto in acqua “per 13 ore” ed “è vivo solo grazie al giubbino di salvataggio che gli è stato gettato in mare dai connazionali e poi soprattutto grazie all’aiuto provvidenziale dei turisti che lo hanno avvistato, all’inizio scambiandolo per un sub, e poi facendolo salire a bordo per portarlo sulla terraferma.

La foto dell’abbraccio è stata condivisa, solo dal profilo Facebook di Sandra Tsiligeridu, oltre 300 volte e ha ricevuto oltre 2.500 “Mi Piace” oltre a tantissimi commenti di plauso per la signora che ha salvato un uomo probabilmente destinato ad altra sorte. Una storia, a lieto fine, che ha commosso molti in rete. Un gesto encomiabile, sperando non sia davvero una bufala come dubitano alcuni.

Duplice omicidio Palagonia, Mercedes Ibanez forse violentata

Mercedes Ibanez e Vincenzo Solano, la coppia uccisa a Palagonia
Mercedes Ibanez e Vincenzo Solano, la coppia uccisa a Palagonia

PALAGONIA (CATANIA) – Mercedes Ibanez, la donna uccisa insieme al marito Vincenzo Solano a Palagonia, potrebbe essere stata violentata dal suo assassino. E’ quanto emergerebbe dall’autopsia sulla donna su cui corpo sarebbero emersi elementi che porterebbero a ipotizzare che la donna sia stata violentata prima di essere lanciata giù dal balcone della sua villa.

Sono “soltanto indizi – riferiscono fonti giudiziarie – anche se diversi, che non danno certezze”, i quali arriveranno da analisi successive. Il deposito della consulenza è previsto entro 60 giorni.

E’ intanto stata fissata per domani mattina l’udienza di convalida, davanti al Gip, del fermo eseguito due giorni fa dalla polizia di Stato di Mamadou Kamara, l’ivoriano di 18 anni accusato del duplice omicidio con rapina nella villa di Palagonia. Al Giudice per l’udienza preliminare il procuratore capo Vincenzo Verzera chiede la contemporanea emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Oggi la camera ardente nella sala Azzurra del Comune di Palagonia e – anche se manca ancora il nulla osta della procura di Palermo – domani pomeriggio dovrebbero esserci funerali nella chiesa Maria Ausiliatrice, secondo quanto riferisce Rosita Solano sulle esequie dei suoi genitori, il padre Vincenzo, e la madre Mercedes Ibanez, uccisi il 30 agosto scorso nella loro villa di via Palermo, a Palagonia Catania.

“Abbiamo accettato l’invito dell’amministrazione comunale, anche perché non avevamo dove portarli: la nostra casa è ancora sotto sequestro come scena del delitto”, spiega la figlia della coppia Rosita Solano, che è all’obitorio dell’ospedale di Caltagirone in attesa del nulla osta per la restituzione delle salme dei suoi cari. La famiglia sta dando mandato a un avvocato per rappresentarla come parte civile nell’eventuale processo e nelle prime fasi del processo.

La donna, dopo le aspre polemiche politiche sulla vicenda è tornata all’attacco:  “La morte dei miei genitori evidentemente non merita neppure un twitter da parte del premier Renzi e del ministro Alfano”. “Voglio giustizia – ribadisce – e non polemiche politiche: Renzi venga a parlami, a metterci la faccia, prima del funerale, non vogliano defilè in Chiesa. Quando è stato nominato premier – aggiunge – ho pensato che l’Italia finalmente si sarebbe fatta valere anche in Europa, invece…”.

Ieri Rosita Solano aveva affermato che se i suoi geitori sono morti massacrati nella loro abitazione dopo una rapina, “la colpa è anche dello Stato”. Il leader della Lega Nord Matteo Salvini la “corregge” dicendo che la colpa “è solo dello Stato”. Immediate le reazioni dal Pd: “Sei disumano e speculatore”. Il botta è risposta è riferito alla presenza di migliaia di profughi nel centro Cara di Mineo, dove era ospite il profugo ivoriano fermato per il presunto duplice omicidio.

Giulianova, è di una 19enne, il corpo a pezzi sull'A14. Si indaga. Ecco le ipotesi

Un cavalcavia sull'A14 tra Giulianova - Mogliano - Teramo. Uno dei cavalcavia da dove si sarebbe lanciata la 19enne - Resta incerto il nome. Si parla di Monica Serra o Giulia Di Sabatino
Un cavalcavia sull’A14 tra Giulianova – Mogliano – Teramo.

Giulianova (Teramo) – Sono stati identificati i resti del corpo trovato fatto a pezzi in autostrada a Giulianova. Appartengono a una ragazza di 19 anni di Tortoreto, nel Teramano. Secondo quanto ricostruito, al momento, la giovane si sarebbe suicidata lanciandosi da un cavalcavia sull’autostrada.

I genitori della ragazza, che proprio oggi compiva gli anni, avrebbero riconosciuto una scarpa della figlia, che gli investigatori hanno inserito tra i reperti e gli effetti personali trovati nel raggio di circa 2-300 metri dal cavalcavia vicino il punto dove sono stati ritrovati i resti.

La Procura di Teramo indaga comunque a 360 gradi non escludendo nessuna ipotesi, né il suicidio né l’omicidio né un incidente.

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IL RITROVAMENTO MARTEDI MATTINA

I resti di un cadavere smembrato sono stati rinvenuti alle prime luci dell’alba lungo la corsia di emergenza della carreggiata dell’autostrada A14, in direzione nord al confine tra i territori di Giulianova e Mosciano Sant’Angelo, nel Teramano.

Gli agenti della Polizia stradale stanno cercando di identificare a chi appartengano il bacino, le gambe e la testa rimessi insieme dai soccorritori che si sono trovati davanti una scena orripilante. Da quanto è stato detto, è molto difficile risalire all’identificazione. L’allarme è scattato dopo varie segnalazioni fatte da automobilisti di passaggio che hanno dovuto scansare i resti della persona.

E’ probabile che si tratti di una donna che si sia lanciata da un vicino cavalcavia, laddove la provinciale 262 che collega Giulianova alla frazione moscianese di Montone, attraversa l’autostrada. Il corpo della donna, finito sulla carreggiata potrebbe essere stato travolto e smembrato da un mezzo pesante o più mezzi in transito.

Da quanto appreso, pare che gli investigatori al momento non abbiano denunce di scomparsa cui collegare il ritrovamento. L’esame autoptico svelerà l’ora e le cause del decesso.

Intanto sul macabro caso, la Procura di Teramo, indaga a tutto campo senza escludere nessuna ipotesi. Le condizioni del corpo, di cui sono stati rinvenuti solo alcune parti, ha infatti reso necessario “cristallizzare” la scena, con i primi accertamenti effettuati già sul posto congiuntamente tra l’anatomopatologo (specialista di anatomia patologica) Gina Quaglione e la polizia scientifica. Successivamente i resti del corpo, che apparterrebbero ad una giovane donna, saranno trasportati all’obitorio per gli approfondimenti del caso. A coordinare le indagini è il magistrato Irene Scordamaglia.

Premesso che gli inquirenti tendono prima di tutto a identificare la vittima per poi indagare su storia e profilo personale della sventurata, sul campo ci sono quindi tre ipotesi: 

OMICIDIO: Se si dovesse trattare di omicidio è plausibile ipotizzare che la ragazza sia stata uccisa e fatta a pezzi altrove e poi trasportata e abbandonata sulla carreggiata autostradale, oppure uccisa altrove e il cadavere lasciato sull’asfalto dove i mezzi pesanti l’avrebbero ridotta in brandelli.

SUICIDIO: Nel tratto autostradale dell’A14 è presente più di un cavalcavia che si interseca con l’arteria adriatica. E’ probabile (ipotesi più battuta) che la giovane per una delusione amorosa, abbia deciso di farla finita lanciandosi dal ponte e finendo sul manto stradale dove auto e camion l’hanno calpestata numerose volte ma questo sarebbe possibile solo laddove sono assenti le barriere di protezione sui ponti, in genere alte più di due metri e curve all’interno. Quasi impossibile arrivare in cima se non con una scala.

INCIDENTE: E’ anche possibile che la ragazza, in preda a momenti di forte depressione e/o amnesia si sia smarrita e abbia imboccato l’autostrada percorrendola per qualche chilometro per poi essere investita da un veicolo in transito e dopo essere smembrata da altri mezzi.

Lucca, è giallo sulla "strana" morte di Nicola Barsotti

Le mura di Lucca dove è stato trovato con la gola tagliata Nicola Barsotti
Le mura di Lucca dove è stato trovato con la gola tagliata Nicola Barsotti (Ansa)

Strana morte di un uomo a Lucca. Nicola Barsotti, 26 anni, di San Vito è morto la notte scorsa nei pressi delle Mura di Lucca in circostanze misteriose. L’uomo, ritrovato sotto gli spalti della cerchia urbana, aveva una profonda ferita alla gola e in altre parti del corpo.

La polizia non esclude possa trattarsi di suicidio anche se, da quanto appreso, un secondo uomo è stato visto allontanarsi repentino dal luogo dell’accaduto. Poco prima, Nicola Barsotti, si sarebbe presentato in Questura con un coltello in mano. Poi sarebbe andato via.

Una pattuglia avrebbe intercettato Nicola Barsotti mentre correva verso le mura infliggendosi ferite sul corpo. In quel momento un agente lo avrebbe raggiunto provando a salvarlo bloccando le emorragie. Sembrerebbe un suicidio. Uno “strano” suicidio “itinerante”. Perché negli stessi istanti al pronto soccorso dell’ospedale di Lucca si è presentato un altro uomo che presentava ferite da arma da taglio e gli inquirenti stanno cercando di capire se le due cose siano collegate o meno.

Sul posto sono subito intervenuti le Forze dell’Ordine e gli uomini del 118 che non hanno però potuto far altro che constatare il decesso di Nicola Barsotti. Si indaga sulle cause che avrebbero spinto il giovane al possibile suicidio.

Bonorva (Sassari), assalto a portavalori. Bottino da 500mila euro

Il luogo dove è avvenuto l'assalto al portavalori Vigilpol a Bonorva, Sassari (Ansa/Gian Mario Sias)
Il luogo dove è avvenuto l’assalto al portavalori Vigilpol a Bonorva, Sassari (Ansa/Gian Mario Sias)

Scene da “Far west” sulla statale di Bonorva, in provincia di Sassari. Un commando composto da almeno otto persone, armato fino ai denti, ha preso d’assalto un furgone portavalori della Vigilpol. Alla vista dei rapinatori le guardie giurate addette al trasporto, hanno reagito e ne è nata una sparatoria. Il bilancio è di un agente ferito, mentre i banditi sono fuggiti, da quanto riferito, con oltre mezzo milione di euro.

L’agguato
L’agguato è scattato poco prima delle 8 sulla statale 131, al km 156 vicino a Bonorva, Sassari. Nel conflitto a fuoco una delle guardie giurate è rimasta lievemente ferita a un polpaccio, colpito di rimbalzo dalle schegge di una pallottola.

La scena dove è avvenuto l'assalto al portavalori a Bonorva, Sassari (Ansa/Gian Mario Sias)
(Ansa/Gian Mario Sias)

Un piano ben studiato
La banda ha bloccato la strada con un camion rubato ed il mezzo della Vigilpol è stato costretta a frenare. Poco dopo il furgone blindato è stato preso di mira dal commando che ha aperto il fuoco con alcune armi fra cui kalashnikov.

La scena dove è avvenuto l'assalto al portavalori a Bonorva, Sassari (Ansa/Gian Mario Sias)
La Polizia Scientifica cerchia i bossoli nel luogo dell’assalto al portavalori a Bonorva, Sassari (Ansa/Gian Mario Sias)

Le guardie giurate sono state fatte scendere ed i malviventi si sono impossessati delle valigie con il denaro.

La fuga.
Per coprirsi la fuga hanno anche incendiato un’auto che avevano utilizzato. Sul luogo sono intervenuti gli agenti della Polizia di Sassari, la Scientifica e altre forze che hanno avviato le ricerca istituendo posti di blocco in tutta la zona.

Istat: Disoccupazione al 12%. Renzi in un video: "Dati significativi"

disoccupazione lavoroIl tasso di disoccupazione a luglio è pari al 12,0%, in calo di 0,5 punti percentuali sul mese precedente e di 0,9 punti nei dodici mesi. Lo rileva l’Istat, sottolineando l’allargamento del divario tra Nord e Sud. dal 7,9% nelle regioni settentrionali, al 10,7% nel Centro fino ad arrivare al 20,2% nel Mezzogiorno.

Il ribasso, secondo l’Istat, arriva dopo due aumenti e porta il tasso ai minimi da due anni esatti (era al 12% nel luglio 2013). Il tasso di disoccupazione giovanile tra i 15 e 24 anni a luglio è pari al 40,5%, in calo di 2,5 punti percentuali sul mese precedente e di 2,6 punti su base annua. Si tratta del tasso più basso dal luglio del 2013.

Dopo 14 trimestri di crescita e il calo nel primo periodo del 2015, nel secondo trimestre il tasso di disoccupazione si attesta al 12,1% (-0,1 punti su base annua).

L’istituto afferma che gli occupati a luglio salgono dello 0,2% su giugno, vale a dire di 44 mila unità in più. Sul luglio 2014 il rialzo è dell’1,1%, con 235 mila persone occupate in più.

Sempre l’Istat spiega che il tasso di occupazione aumenta di 0,1 punti percentuali nel confronto mensile, portandosi al 56,3% e tornando ai livelli di novembre 2012.

Soddisfatto il premier Matteo Renzi che in un video messaggio definisce i dati dell’Istat “particolarmente significativi”. “Settembre – ha detto – è il mese della ripartenza. Ripartiremo con più carica”.

“Segnali positivi di crescita arrivano dal turismo, dalla produzione industriale e dall’Expo, che è uno straordinario successo. Oggi arrivano i dati Istat – ha sottolineato il presidente del Consiglio – che sono particolarmente significativi con un incremento di 44mila occupati in più e meno 143mila disoccupati”. Reazioni positive un po’ da tutta la maggioranza di governo.

Bologna, bimbo muore schiacciato. Pensionato indagato per omicidio colposo

Non aveva bevuto alcool ed è in regola con la patente il pensionato 79enne che lunedì pomeriggio ha investito e ucciso un bimbo di 2 anni mentre faceva manovra in un cortile con la sua auto.

L’uomo è indagato per omicidio colposo (atto dovuto) nell’inchiesta del Pm Michele Martorelli, che disporrà una consulenza tecnica per ricostruire la dinamica.

“La Procura, ritenendo chiare le cause della morte, per non aggiungere strazio al dolore della famiglia non disporrà l’autopsia”, ha detto il procuratore aggiunto Valter Giovannini.

Ieri il dramma a Bologna
Un bimbo di 2 anni è morto a Bologna, schiacciato da un’auto in manovra in un cortile condominiale di via Jacopo della Quercia del capoluogo emiliano.

I soccorsi, da quanto riferito, sono stati chiamati alle 19.15 ma all’arrivo del 118, che lo hanno trasportato d’urgenza al Maggiore, non c’e stato più nulla da fare. Lo sfortunato bambino, per i traumi riportati, è morto poco dopo essere investito.

Pare che il bimbo stesse giocando con una palla nel cortile quando un vicino di casa, un pensionato di 79 anni, in fase di manovra per parcheggiare, non lo avrebbe visto e lo ha investito.

La tragedia è successa sotto gli occhi del fratello e della madre del bimbo. La città è sotto choc. I Carabinieri hanno a lungo interrogato il pensionato. Le indagini sono coordinate dal magistrato Michele Martorelli e non si esclude che verso l’anziano possano esserci provvedimenti come “atto dovuto”.

Solo tre giorni a Reggio Emilia, sempre nella stessa regione, si era consumato un altro dramma in cui è rimasta vittima un bimbo di due anni e mezzo che aveva ingerito del liquido per lavastoviglie.

Profughi, Merkel: "Accordo su aiuti all'Italia". Ue: "Regole comuni"

 Angela Merkel
Angela Merkel

“C’è un grande accordo sul fatto che l’Italia debba essere aiutata nella crisi dei profughi”. Lo ha detto la cancelliera Angela Merkel a Berlino dopo le tragedie migratorie degli ultimi giorni. “Non è possibile – ha aggiunto la cancelliera – che i tanti migranti che arrivano in Italia ci restino”. Si saprà se le parole della Merkel diventeranno concrete al vertice d’emergenza indetto per il 14 settembre prossimo.

“L’Europa – ha detto la Cancelliera – deve muoversi complessivamente”. Per cui “i paesi Ue devono condividere la responsabilità della tutela del riconoscimento del diritto di asilo. Bisogna avere un sistema equo di quote”.

“Il mondo – ha spiegato la Merkel – vede la Germania come un paese di speranza e di chance, non è sempre stato così”. A proposito della gestione dell’emergenza profughi, che vivono il Paese e l’Europa, ha invocato “flessibilità” da parte della Germania, ricordando come il suo Paese l’ha dimostrata in diverse occasioni “nel salvataggio delle banche, nell’uscita dal nucleare”. “Serve coraggio”, ha aggiunto, ribadendo che non c’è tolleranza per chi non rispetta la dignità dei richiedenti asilo. “Nessuna tolleranza – ha concluso – con chi mette in dubbio la dignità degli esseri umani”.

LA COMMISSIONE UE
“Serve andare rapidamente – ha detto il primo vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans – verso regole europee comuni sulla richiesta d’asilo, sapendo che solidarietà e responsabilità sono principi indissolubili”. “E’ necessario – ha aggiunto Timmermans – accelerare le procedure di registrazione”.

“L’Europa intera si mobiliti” sul tema dell’immigrazione. “Serve un sistema d’asilo europeo”. Non dobbiamo lasciare la “porta aperta a xenofobia e populismo. Alla strada di ciascuno per se stesso. Ciascuno per se stesso non ha mai portato a risultati positivi”, ha concluso Timmermans.

MONITO ALL’UNGHERIA
“Le barriere non mandano il messaggio giusto” e la Commissione Ue “non incoraggia l’uso di muri ma di altri mezzi” per la sorveglianza delle frontiere. Così una portavoce della Commissione Ue sul completamento del muro anti-migranti in Ungheria. Resta però una “competenza nazionale” per cui Budapest non incorre in “nessuna conseguenza legale”. 

Incredibile a Ceuta (Spagna), scoperti migranti nascosti nei motori delle auto. FOTO

Ceuta (Enclave spagnola in Marocco) L'incredibile immagine diffusa dalla Guardia Civil spagnola con un migrante nel motore
Ceuta (Enclave spagnola in Marocco) L’incredibile immagine diffusa dalla Guardia Civil spagnola con un migrante nel motore

Dopo i tir, le stive di autobus e carrette del mare e le valigie i trafficanti escogitano i metodi più incredibili per nascondere i migranti e trasportarli in Europa dietro pagamento di lauti “biglietti”.

L’ultimo in ordine, direttamente nei motori delle auto, ricavando aree “su misura” dove le persone sono costrette a stare rannicchiate in posizione fetale, esposte a temperature estreme e a respirare gas pericolosissimi per molte ore.

Come in Spagna, dov’è la Guardia Civil spagnola ha scoperto due migranti nascosti in un auto con targa spagnola che cercava di passare la frontiera fra il Marocco e l’enclave spagnola di Ceuta (piccolo territorio spagnolo in terra marocchina), e quindi da lì entrare in Europa.

I profughi, come documenta la foto sopra diffusa dalla Guardia Civil, erano nascosti in angusti spazi appositamente ricavati in un’automobile, uno dei quali nel vano motore. Un caso che ricorda appunto quello del bambino nascosto in una valigia immortalato dalla scansione ai raggi X.

I gendarmi si sono insospettiti per il comportamento “nervoso” del guidatore. Nell’ispezione hanno trovato un uomo nel motore, separato dalla testata bollente da un sottile pannello, e l’altro in un angusto volume ricavato in un doppio fondo del sedile posteriore.

I due, si è appreso, vengono entrambi dall’Africa sub-sahariana L’automobilista è stato arrestato e i due giovani clandestini sono stati portati in ospedale con sintomi di disidratazione e spossatezza. Secondo i medici dell’ospedale, “i due avrebbero potuto anche morire” per le esalazioni di gas e per l’esposizione a temperature che superano gli ottanta gradi.

Caso Palagonia, è polemica tra Salvini e il Pd dopo parole della figlia Solano

Renzi e Salvini
Renzi e Salvini

Scoppia la polemica politica dopo le parole della figlia dei due coniugi uccisi, Rosita Solano, e del cui omicidio è accusato Mamadou Kamara, un giovane ivoriano ospite al Cara di Mineo. La donna aveva puntato il dito contro le istituzioni: “E’ anche colpa dello stato”. Per Matteo Salvini, invece, è “solo” colpa dello Stato. Parole subito respinte al mittente dal Pd che accusa il segretario della Lega di “usare” la tragedia a fini propagandistici.

L’attacco di Salvini
“La figlia della coppia uccisa a Catania: “È colpa anche dello Stato se i miei genitori sono stati uccisi, perché permette a questi migranti di venire qui da noi e di fare quello che vogliono”.

Ha ragione, un abbraccio e una preghiera. Ma non è colpa “anche” dello Stato, è colpa solo dello Stato. Renzi, Alfano e Boldrini, siete pericolosi”. Lo scrive, in un post su Facebook, il segretario federale della Lega Matteo Salvini in merito all’omicidio avvenuto nel catanese.

Le parole di Rosita Solano
La figlia di Vincenzo Solano e Mercedes Ibaniz, vittime nella propria abitazione a Palagonia, aveva detto stamani che “E’ anche colpa dello Stato se i miei genitori sono stati uccisi, perché permette a questi migranti di venire qui da noi e di fargli fare quello che vogliono, anche rapinare e uccidere. Renzi deve venire qui a spiegare”, ha affermato Rosita Solano dopo il fermo di Mamadou Kamara, il profugo ivoriano ritenuto dagli inquirenti il presunto autore del duplice omicidio.

La replica del Pd a Salvini
“La disumanità di Salvini che utilizza una tragedia per fare propaganda – accusando Renzi di fare ‘fosse comuni’ in fondo al Mediterraneo – è pari solo alla sua mancanza di proposta”. Lo scrive su Twitter il senatore Franco Mirabelli, capogruppo Pd in Commissione Antimafia, commentando le affermazioni del leader leghista.

Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia: “Se fosse confermata responsabilità profugo lo Stato è responsabile morale”.
“Rinnovo il cordoglio e la vicinanza alla famiglia Solano”, scrive Meloni su Facebook. “Renzi abbia la decenza di rispondere a Rosita Solano: raggiunga Palagonia e spieghi perché il signor Vincenzo e la signora Mercedes sono stati selvaggiamente uccisi nella loro casa”.

“Il governo Renzi-Alfano – prosegue Meloni – spieghi alla famiglia Solano e a tutti gli italiani perché il centro di accoglienza più grande d’Europa non è sorvegliato a dovere, perché profughi e immigrati non sono monitorati, perché il centro non è stato chiuso dopo gli scandali emersi , nonostante le nostre continue richieste e sollecitazioni. Lasciamo gli inquirenti fare piena luce su questo barbaro omicidio, ma se fosse confermata la colpevolezza di un profugo ospitato e mantenuto nel Cara di Mineo, lo Stato sarebbe il responsabile morale di quanto accaduto”, conclude la leader di FdI.

Intanto, il sindaco di Palagonia Valerio Marletta ai microfoni di Tgcom24 si sfoga: “Il centro di accoglienza Cara di Mineo deve essere chiuso, è pericoloso”, ha detto dopo il duplice omicidio della coppia uccisa in casa il cui presunto autore è ritenuto un giovane ivoriano ospite del centro.

“Dal 2011 ad oggi – presegue il primo cittadino – saranno passati più di 10mila migranti. Il Cara è un luogo di disgregazione sociale. Ora chi gestisce quel posto deve prendere decisioni serie, va chiuso immediatamente”

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Verbania, Riccardo Lomazzi, 24 anni, si è suicidato. Su Facebook: "Tanti cari saluti" FOTO

A destra la Polizia attorno al cadavere di Riccardo Lomazzi in riva al lago Maggiore a Verbania. A destra il giovane 24enne
A destra la Polizia attorno al cadavere di Riccardo Lomazzi in riva al lago Maggiore a Verbania. A destra il giovane 24enne

VERBANIA (TORINO) – Si sarebbe tolto la vita Riccardo Lomazzi, il ragazzo di 24 anni trovato morto su una piccola spiaggia sul lago Maggiore alla periferia di Verbania.

A rafforzare la tesi del suicidio il suo ultimo post su facebook in cui scrive: “Tanti cari saluti”. Una frase generica che potrebbe significare “Addio a tutti”. Ancora ignoti i motivi dell’estremo gesto. Da quanto riportano alcuni media, il giovane universitario, soffriva di depressione.

Il giovane quando è stato ritrovato non aveva con sé documenti ed indossava soltanto un paio di jeans.

Da quanto riferito dalle autorità accorse sul posto, è stata individuata una ferita visibile sul petto, mentre tutt’attorno al cadavere resti di petardi esplosi.

Gli investigatori in un primo momento ritenevano poco probabile che la morte fosse da attribuire allo scoppio casuale di petardi. Una delle ipotesi più “plausibili” è il suicidio, sebbene si indaghi ancora su un caso che inizialmente aveva fatto pensare a un omicidio.

L'ultimo post su Facebook di Riccardo Lomazzi morto suicida a Verbania
L’ultimo post su Facebook di Riccardo Lomazzi morto suicida a Verbania

Il giovane, avrebbe potuto usare un’arma rudimentale “made in home” per spararsi un petardo dritto nel petto. Oppure utilizzare una imbracatura attorno al torace che spiegherebbero i petardi esplosi attorno al cadavere.

A notare il corpo senza vita di Riccardo Lomazzi sulla battigia del lago, è stato un camionista attorno alle 10.30 di lunedì. L’uomo ha subito dato l’allarme alle forze dell’Ordine. Il ritrovamento è avvenuto in frazione Suna, tra la zona della Beata Giovannina e quella dei “Tre Ponti”.

Giunti sul posto la Scientifica per i rilievi del caso, mentre i Carabinieri hanno ispezionato tutta l’area a terra per cercare elementi utili alle indagini. Sul luogo del possibile suicidio è arrivata anche il sostituto procuratore Laura Carrera. Sarà comunque disposta l’autopsia per accertare le cause del decesso.

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Pisa, spiava parti intime di donne col telefono. Denunciato guardone

Pisa, spiava parti intime di donne col telefono. Denunciato guardoneSoddisfava i suoi impulsi erotici facendo il guardone di turiste. Un uomo è stato denunciato a Pisa perché col suo smartphone filmava le parti intime di donne che indossavano la minigonna.

Tutto bene fino a quando una coppia indiana residente a Londra – un giornalista della Bbc insieme alla sua fidanzata, presunta vittima della libidine del guardone – ha scoperto tutto è ha dato l’allarme.

E’ successo ieri pomeriggio nella piazza dei Miracoli di Pisa, quella della Torre Pendente. Intervenuti i Carabinieri e la Polizia municipale che hanno denunciato per molestie sessuali un pisano di 63 anni.

Nella “micro sd card” del telefonino del presunto guardone sono stare trovate le immagini registrate poco prima. La coppia ha infatti notato il pisano mentre “spiava” sotto i vestiti capendo subito cosa stava succedendo.

Quindi ha avvisato la polizia municipale che ha immediatamente coinvolto i carabinieri. Il giornalista ha spiegato ai militari che mentre insieme alla fidanzata stava osservando i monumenti della piazza dei Miracoli, si erano accorti che l’italiano, furtivamente, ponendosi alle spalle della turista, era riuscito a filmare le parti intime della donna che indossava una gonna corta.

Nella memoria del cellulare i carabinieri hanno trovato due video (uno di circa mezz’ora e l’altro di 10 minuti) nei quali, in sequenza, si vedono immagini di parti intime femminili, tutte carpite a ignare donne vestite con gonne corte.

In particolare, si vedevano anche chiaramente gli indumenti e le parti intime della turista indiana e il 63enne ha confessato di utilizzare il suo smartphone nascondendolo in un marsupio tenuto in basso e con la cerniera superiore aperta per posizionarlo piazzarlo al di sotto delle gonne delle turiste.

Roma, Porsche contro albero. Schianto fatale per Claudio Salini. FOTO

La Porsche dell'ingegnere Claudio Salini (riquadro) dopo lo schianto sulla Colombo a Roma
La Porsche dell’ingegnere Claudio Salini (riquadro) dopo lo schianto sulla Colombo a Roma

ROMA – Si schianta con la sua Porsche contro un albero e muore. E’ deceduto così l’ingegnere Claudio Salini, 46 anni, fondatore ed ad del Gruppo ICS Grandi Lavori Spa operativo nel settore costruzioni e grandi opere. L’incidente è avvenuto ieri sera su via Cristoforo Colombo, a Roma.

Il costruttore era alla guida di una Porsche 911 quando all’altezza di via Giustiniano Imperatore si è schiantata contro un albero. Sul posto sono intervenuti i vigili urbani, i vigili del fuoco e il personale del 118, ma per il noto imprenditore non c’è stato nulla da fare. E’ deceduto subito dopo essere stato estratto dalle lamiere.

Secondo una prima ricostruzione, Salini, per cause in corso di accertamento, sarebbe sbandato andando a schiantarsi contro un albero. Probabilmente, Claudio Salini ha perso il controllo del potente veicolo, anche a causa dell’asfalto precario. Nell’impatto la Porsche si è letteralmente accartocciata. Commozione in tutto il mondo imprenditoriale italiano per la sua scomparsa.

Incidente Via Colombo a Roma Porsche contro albero. Muore Claudio Salini Salini era il cugino più giovane dell’amministratore delegato di Salini Impregilo, Pietro Salini. La vittima, Claudio Salini era a capo dell’omonimo gruppo, operativo nel settore delle grandi opere con un importante giro d’affari: oltre un miliardo di euro.

“Con un portafoglio lavori di oltre 700 milioni di euro, – è scritto sul sito del suo gruppo – che conta più di 15 cantieri aperti in Italia e nel Bacino del Mediterraneo, una cifra d’affari in lavori di oltre 1 miliardo di euro e con la costante e parallela attività di consolidamento nel mercato attraverso una holding finanziaria, una società di costruzioni “S.A.L.C.”, un Consorzio Stabile, diverse società consortili e una società di progetto per iniziative immobiliari, il Gruppo Claudio Salini afferma il suo ruolo di general contractor nell’ambito delle grandi infrastrutture e dell’edilizia civile, industriale e di restauro, per committenti pubblici e privati sia nel territorio nazionale che estero, posizionandosi al 20° posto della classifica “Top 50 – 2014” italiane”.

Claudio Salini
Laa vittima Claudio Salini

“Negli ultimi anni il Gruppo Claudio Salini ha optato per una politica di “qualità” e non di “quantità”, concentrando l’attenzione sull’organizzazione operativa interna e perseguendo con determinazione il raggiungimento degli impegni contrattualmente assunti con le Stazioni Appaltanti di maggior rilievo nazionale; avviando nuovi rapporti con importanti Contraenti Italiani ed Esteri con l’aggiudicazione di nuove commesse pubbliche e private; giungendo all’ultimazione ed all’inaugurazione di oltre 25 Opere, con la conseguente fruibilità delle stesse da parte della pubblica utilità, sia nell’ambito dell’edilizia civile e dei parcheggi che delle grandi infrastrutture, in Italia e all’Estero”.

“In materia di Qualità, Ambiente e Sicurezza, in ogni lavoro il management è guidato da principi ambientali, etici e professionali che portano la struttura del Gruppo a operare nel rispetto di consolidate policy aziendali conformi ai più elevati standard internazionali”. Un gruppo importante che oggi è costretto a fare a meno del suo fondatore.

Palagonia, la figlia della coppia Rosita Solano: "Renzi venga a spiegare"

Rosita Solano, figlia della coppia uccisa a Palagonia, Catania
Rosita Solano, figlia della coppia uccisa a Palagonia, Catania

PALAGONIA (CATANIA) – Esprime sentimenti di sdegno e rabbia Rosita Solano, la figlia della coppia uccisa domenica a Palagonia, in provincia di Catania. Rabbia verso lo Stato che “permette” si consumino drammi di questa portata a causa di migranti giunti in Italia per “fare quello che vogliono”.

“E’ anche colpa dello Stato – afferma la donna – se i miei genitori sono stati uccisi, perché permette a questi migranti di venire qui da noi e di fargli fare quello che vogliono, anche rapinare e uccidere. Renzi deve venire qui a spiegare“.

“Renzi – ha ribadito Rosita Solano – venga qui, a spiegare e non a chiedere scusa o a giustificarsi perché i miei genitori ormai sono morti e il governo deve dirci perché“.

Al momento non si registra nessuna reazione del premier Renzi. E’ probabile che un intervento lo faccia il ministro dell’Interno Angelino Alfano, che è siciliano di origine.

Omicidio di Palagonia, Catania. Da sinistra la prima vittima Vincenzo Solano e a destra il presunto autore del duplice omicidio. Un profugo della Costa D'Avorio
Omicidio di Palagonia. Da sinistra la prima vittima Vincenzo Solano e a destra Mamadou Kamara, profugo della Costa D’Avorio, presunto autore del duplice omicidio.

Intanto si cercano anche potenziali complici del 25enne ivoriano, Mamadou Kamara, fermato con l’accusa duplice omicidio di Vincenzo Solano, 68 anni, e della moglie spagnola Mercedz Ibaniz, 70 anni. Sull’extracomunitario, profugo ospite del centro Cara di Mineo, pesano forti indizi di colpevolezza.

Le Forze dell’Ordine, in una serie di controlli di routine nel centro, avevano trovato nel borsone dell’indiziato un laptop, una fotocamera e un cellulare.

Proprio seguendo le tracce del telefono sono risaliti al legittimo proprietario, ma quando sono andati a restituirglielo hanno fatto la tragica scoperta: l’uomo trovato sgozzato e la moglie lanciata giù dal balcone della loro villetta, in via Palermo a Palagonia. Poi il fermo di Kuwara, ritenuto il presunto autore del crimine: oltre al telefono, gli sarebbero state riscontrate tracce di sangue sui vestiti.

Livorno, pirata uccide Rosanna Lo Bianco e scappa. Arrestato. "Positivo a droga"

La scena "dell'omicidio stradale" a Vicarello, Livorno. Nei riquadri a sinistra la donna Rosanna Lo Bianco e il suo investitore Simone Carmignani
La scena “dell’omicidio stradale” a Vicarello, Livorno. Nei riquadri a sinistra la donna Rosanna Lo Bianco e il suo investitore Simone Carmignani

Lunedi mattina un pirata della strada, ha ucciso con la sua auto, una donna di 54 anni, Rosanna Lo Bianco, mentre stava facendo jogging a lato della sulla strada provinciale 555 che collega Mortaiolo a Vicarello , in località Le Murelle, Livorno.

Poi, senza fermarsi e prestare soccorso è fuggito sperando di farla franca. Dopo un po’ ha chiamato il 112 simulando addirittura il furto dell’auto.

Ma il suo piano non è riuscito. L’automobilista, Simone Carmignani di 27 anni, è stato presto individuato dai Carabinieri e quindi arrestato per tre capi d’accusa: omicidio colposo, omissione di soccorso e simulazione di reato.

L’incidente c’è stato verso le 7.30 di lunedì. Sul posto due ambulanze del 118. La donna, abitante a Vicarello, sarebbe morta subito nell’impatto. Rosanna Lo Bianco era moglie di un brigadiere del reggimento Carabinieri paracadutisti “Tuscania”. La sfortunata donna era uscita da poco dalla sua casa di Vicarello proprio per fare jogging lungo la strada provinciale.

Il presunto pirata, invece abita nel paese di Nugola, vicino al luogo dell’incidente, ed è stato sottoposto ad alcoltest e prove tossicologiche. Niente alcool ma sarebbe risultato positivo a sostanze stupefacenti. In piena attività gli accertamenti dei carabinieri per ricostruire la dinamica precisa dell’incidente.

Il 27enne guidava un’Opel Astra. Tra i precedenti già accertati dai militari c’è un Daspo che deve rispettare fino al 2019. L’uomo è stato arrestato e portato nel carcere delle Sughere. Se fosse stata in vigore la norma sull’omicidio stradale avrebbe preso il massimo della pena prevista: 18 anni di carcere. Ma il presunto investitore se la caverà con omicidio colposo. Qualche mese e sarà a piede libero.

Cordoglio per la scomparsa di Rosanna Lo Bianco è stato espresso dal sindaco di Collesalvetti, Lorenzo Bacci.

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Omicidio a Castello di Cisterna, trovata la moto dei killer. Si stringe il cerchio

Il Supermercato di Castello di Cisterna dove è stato ucciso l'ucraino Anatolij Korov mentre cercava di sventare una rapina
Il Supermercato di Castello di Cisterna dove è stato ucciso l’ucraino Anatolij Korov, l’Eroe italiano mentre cercava di sventare una rapina

I carabinieri hanno trovato lo scooter utilizzato dai due malviventi che ieri sera, durante una rapina al supermercato “Piccolo” di Castello di Cisterna (Napoli), hanno ucciso a colpi di pistola Anatolij Korov, ucraino di 38 anni, rientrato nel negozio per tentare di sventare il colpo.

Lo scooter, un Honda Sh, è risultato rubato lo scorso 7 agosto a Pomigliano d’Arco (Napoli).

Il motociclo è stato trovato, bruciato, nelle campagne del vicino comune di Brusciano, sempre in provincia di Napoli.

Como, dramma al rally di Carlazzo. Due piloti bruciati vivi. FOTO

La Renault Clio con i piloti alla partenza del rally di Carlazzo. Nei riquadri da sinistra gli sfortunati piloti Robin Munz e Stefano Campana
La Renault Clio con i piloti alla partenza del rally di Carlazzo. Nei riquadri da sinistra gli sfortunati piloti, Robin Munz e Stefano Campana

Tragedia in un rally a Como. Due uomini, Stefano Campana di 39 anni e Robin Munz di 24 anni, sono morti carbonizzati oggi pomeriggio in un incidente avvenuto durante una gara di rally a Carlazzo, in provincia di Como.

Secondo quanto ricostruito in un primo momento sembra che la loro automobile – una Renault Clio R3C della scuderia Elleesse Racing Team – dopo una curva avrebbe urtato un muretto sbandando e andando distrutta dall’impatto e poi dalle fiamme.

Terribile la loro morte. I due giovani, senza sensi dopo il violento urto, sono rimasti intrappolati dentro l’auto che all’arrivo dei soccorsi ha preso fuoco. I vigili del fuoco hanno tentato di tutto per aprire le portiere ma senza riuscirci per le fiancate accartocciate. Una volta riusciti con altri mezzi, per i due piloti non c’èra più nulla da fare.

Gli organizzatori hanno subito e definitivamente sospeso la manifestazione, la Barelli San Bartolomeo Val Cavargna, organizzata dalla VS Corse che si disputa a Porlezza, sulle sponde del Lago Ceresio.

Le due vittime erano di nazionalità svizzera. Sono il pilota e il navigatore di un’auto che aveva già preso parte a diverse gare, tra cui l’ultima edizione della stessa Ba…relli ronde. L’incidente – secondo quanto spiegato dagli organizzatori – è avvenuto durante la prova speciale 4, ossia l’ultima delle 4 prove previste della gara.

L’auto si trovava in quello che nel rally viene chiamato un “punto veloce”, all’altezza di Carlazzo, quando il commissario di gara presente sul posto l’ha vista sbandare più volte, urtando entrambe le fiancate.

Tecnicamente, per quanto è stato spiegato, l’auto non è uscita di strada, ma si è fermata. Il commissario ha stoppato le altre vetture in arrivo, ha chiamato i soccorsi e ha provato ad aprire le portiere dell’auto, ma erano bloccate. All’interno, secondo quanto comunicato dagli organizzatori, gli occupanti erano incoscienti e non in grado, quindi, di uscire autonomamente dall’abitacolo.

E’ stato a quel punto che l’auto ha preso fuoco: subito sono arrivati due commissari che hanno tentato di spegnere le fiamme con un estintore, ma per pilota e navigatore non c’è stato niente da fare. Tutto, sempre secondo gli organizzatori, è accaduto in meno di un minuto. Il percorso non era sconosciuto alle due vittime, che nei giorni scorsi avevano effettuato delle ricognizioni sul tracciato.

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Anatolij Korol, l’Eroe italiano che lo Stato deve onorare con una medaglia al Valore

L'eroe Anatolij Korov, ucciso a Castello di Cisterna
L’eroe Anatolij Korov, un Signore per bene

E’ stato ucciso per 300 euro, Anatolij Korol, 38 anni, l’eroe ucraino che ieri ha tentato di sventare una rapina in un supermarket di Castello di Cisterna, in provincia di Napoli. Un bottino misero come la vita miserabile di banditelli da quattro soldi. 

Anatolij era padre di tre figli; un grande lavoratore stimato da tutti in paese. Un Signore con l’iniziale maiuscola che ha dato, al costo della propria vita, lezioni di educazione civica agli italiani e dovrebbe, per ciò, farci anche un po’ vergognare…

Per il suo gesto eroico il capo dello Stato Sergio Mattarella dovrebbe conferirgli la Medaglia d’Oro al Valor Civile, mentre il governo la Cittadinanza italiana alla famiglia nonché dei quattrini a titolo di risarcimento. Gli andrebbero fatti Funerali di Stato, a quest’uomo morto per la Legalità! 

Korol aveva pure la possibilità di girare la testa dall’altra parte (come avrebbero fatto tanti italiani…), fregarsene e andar via con la figlioletta e la spesa che aveva appena fatto. Invece ha scelto la reazione, alla stregua di chi rifiuta l’omertà in contesti che noi italioti chiamiamo mafiosi. Lui ha sentito di intervenire e lo ha fatto senza pensarci due volte, senza timori di affrontare gentaglia che fa leva sulla paura altrui per crescere e prosperare nella melma in cui allevano la propria prole.

E’ morto un Grande Italiano, che pur non essendo cittadino ha dato dimostrazione a tutti noi di come ci si comporta e come si vive. Avrebbe fatto lo stesso se si fosse trovato dinnanzi ad uno scippo ad una vecchietta indifesa o se avesse visto qualcuno non rispettare le regole del vivere civile, troppo spesso violate da noi altri. 

Ha sacrificato la sua vita con coraggio per dare agli italiani una grande lezione di vita, lasciando orfani tre figli e la moglie. Per questo va onorata la sua memoria come si fa con i grandi eroi. Il minimo per ripagare il suo sacrificio. Per i suoi aguzzini nessun perdono; solo catturarli, scaraventarli a calci in galera e buttare via le chiavi. Senza nessuna pietà!

GLI ASSASSINI DI ANATOLIJ KOROL SONO STATI CATTURATI E FERMATI IL 5-9-2015. HANNO CONFESSATO

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