9 Ottobre 2024

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Foggia, arresto in diretta di tre rapinatori romeni VIDEO

Arresto in diretta di 3 romeni a Foggia per rapine in aeree servizio auutostrada
Un frame dell’arresto in diretta della banda romena a Foggia

Entravano con il volto coperto e, armati, svaligiavano aeree di servizio lungo le autostrade pugliesi. La loro azione era fulminea. Immobilizzavano il cassiere e arraffavano tutto il denaro che c’era all’interno delle casse. Ma nel colpo messo a segno lunedi, nell’area servizio “Daunia”, a Foggia, hanno trovato ad attenderli gli agenti della Polstrada che seguivano da tempo le loro tracce.

La banda che terrorizzava le aree di servizio, è stata tratta così in arresto in “diretta” grazie al lungo lavoro investigativo e grazie alle telecamere di sorveglianza poste all’interno delle aree di servizio che hanno consentito di ricostruire gli identikit. Si tratta di tre cittadini romeni che, questa volta, non hanno avuto via di scampo.

In un video diffuso dalla Polizia di Stato, si vedono i tre rapitori compiere la rapina. Mentre si stavano allontanando col bottino, circa 500 euro, hanno trovato gli agenti con le pistole puntate che al comando “mettete giù le armi e faccia a terra”, i tre giovani non hanno esitato e senza opporre resistenza si sono arresi alla Polizia di Foggia.

Secondo gli inquirenti sono da attribuire a loro le numerose rapine compiute nelle stazioni di servizio negli ultimi mesi. Non puntavano ai bar (troppo affollati), ma direttamente alle casse del carburante, sicuri di trovare poca gente ma al tempo stesso di poter contare, alcune volte, su introiti più consistenti.

Dopo l’arresto in flagranza di reato, gli agenti, tra cui la sottosezione autostradale di Foggia, il Distaccamento di Cerignola e la squadra di Pg di Foggia, hanno anche recuperato la refurtiva nelle mani dei tre rapitori che da quanto si apprende dovranno rispondere di rapina aggravata, sequestro e detenzione illegale di armi.

I tre banditi sono Catalin Petre Dumitru di 26 anni, Samuel Marius Gureanu e Emanuel Vladut Ilie, di 18 anni e vivono nelle vicinanze. I cittadini romeni sono stati rinchiusi nel carcere di Foggia.

Sicilia, smantellata la banda del buco. Arrestato direttore di banca

Sicilia, smantellata la banda del buco. Arrestato direttore di banca. (Photo web Barsoum/Toiati)C’è anche un direttore di banca che faceva da basista tra le persone arrestate dai carabinieri di Sciacca, in Sicilia, nel blitz che ha permesso di sgominare una banda di rapinatori. Dodici persone sono accusate a vario titolo di rapina, sequestro di persona, associazione a delinquere, furti di autovetture e ricettazione di arma da fuoco. E’ stata cosi fatta luce su una serie di colpi nei territori della Valle del Belice.

Il direttore di banca arrestato era responsabile della filiale di un istituto di Santa Margherita Belice (Agrigento), ma in carcere è finito anche un membro della storica “banda del buco”: Vito Leale, 53 anni. Insieme ad altri deve rispondere di cinque presunte rapine e tentate rapine commesse a Santa Margherita di Belice, Sambuca di Sicilia e Menfi.

Gli otto rapinatori si sarebbero avvalsi del supporto logistico e informativo di quattro basisti del luogo: oltre al direttore di filiale c’erano un barbiere, un pensionato e un pastore. Le “talpe” davano il fondamentale supporto logistico e il dipendente infedele forniva notizie precise sulla disposizione logistica e sulle consuetudini delle molte filiali in cui ha prestato servizio.

I rapinatori, durante i colpi messi a segno con precisione e rapidità, erano informati sulla disposizione dei vari locali degli istituti, soprattutto per individuare la parete sulla quale realizzare un foro d’accesso. Nel corso delle perquisizioni sono state trovate perfino le chiavi di accesso originali di uno degli istituti di credito presi di mira.

Alla banda sono contestate la rapina del 1 giugno del 2012 alla Intesa San Paolo, di Santa Margherita Belice che ha fruttato un bottino di 100 mila euro; la tentata rapina del 16 luglio del 2012 al Banco di Credito Cooperativo di Sambuca di Sicilia, di Menfi; la rapina dell’8 agosto 2012 al Banco di Credito Cooperativo di Sambuca di Sicilia, a Sambuca di Sicilia, che ha fruttato 112 mila euro, e altre due tenate rapine tra settembre 2012 e novembre del 2013 alla Intesa San Paolo di Sambuca e Santa Margherita Belice.

Omicidio a Terzigno (Napoli). Catturato all'alba l'ex compagno

Vincenza Avino e Nunzio Annunziata Omicidio a Terzigno Napoli
Vincenza Avino e Nunzio Annunziata

E’ stato arrestato all’alba, a Poggiomarino (Napoli), dai Carabinieri di Torre Annunziata, il presunto assassino di Vincenza Avino, la donna di 36 anni, uccisa ieri sera a Terzigno (Napoli) con colpi di arma da fuoco sparati da un’auto in corsa. Si tratta di Nunzio Annunziata, un suo ex compagno.

Subito dopo l’omicidio gli inquirenti hanno dato da subito la caccia al killer. Ricerche e battute per individuare e bloccare l’omicida sono durate tutta la notte fino alla svolta di stamane, quando hanno trovato l’ex compagno davanti ad una scuola e lo hanno ammanettato.

L’omicidio di Vincenza Avino è avvenuto  ieri sera a Terzigno. Seguita in auto dal suo assassino, quando è scesa dalla sua vettura, il killer ha sparato all’impazzata.

Omicidio a Terzigno NapoliLa donna, ferita con diversi colpi di pistola, era in fin di vita quando sono arrivati i soccorsi. Giunta in ospedale, è deceduta. Da quanto appreso, subito dopo la sparatoria, il killer è fuggito portando con sé la borsa e il telefonino di Vincenza Avino. L’uomo era stato denunciato più volte.

Con il telefono della vittima, Nunzio Annunziata avrebbe telefonato ai parenti minacciandoli di fargli fare la stessa fine. In una telefonata al fratello minore il presunto killer gli avrebbe detto: “Il prossimo sei tu”.

Secondo Il Mattino, che riporta stralci dei racconti dei parenti, il fratello della vittima più piccolo rivela: “Quando ho sentito squillare il telefono ed ho visto il nome di mia sorella apparire sul display, ho pensato si fosse risvegliata e mi stesse chiamando dall’obitorio. Invece era lui”.

Ancora non è chiaro il movente del delitto. Da quanto si racconta in paese, sembra che la donna lo avesse lasciato ma lui non si sarebbe mai rassegnato. L’uomo le avrebbe fatto stalking e presunti dispetti di varia natura, tanto da beccarsi varie denunce. Lei avrebbe rifiutato di rimettersi con lui, fino all’epilogo tragico di ieri sera, in una strada di Terzigno dove la donna ha trovato la morte in un agguato che non le ha dato scampo.

 

Scacco al clan dei Casalesi. 44 Arresti. "Bevi che ti passa…" VIDEO

Scacco al clan Russo dei Casalesi. 44 Arresti. "Bevi che ti passa..." VIDEOQuarantaquattro ordinanze di custodia sono state eseguite all’alba da parte della Direzione investigativa Antimafia di Napoli nell’ambito di un’inchiesta sulla fazione del clan dei Casalesi che fa capo alla famiglia Russo.

L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto di Napoli Giuseppe Borrelli. Nel corso dell’inchiesta è emerso il coinvolgimento del clan nella gestione di slot machine e video poker, fino al racket delle estorsioni e non solo. Sequestrate cinque aziende e 3200 slot machine, che fruttavano milioni di euro al clan.

In particolare, l’organizzazione criminale era in grado di imporre le macchinette a un numero consistente di esercizi commerciali di Napoli, Caserta e Salerno con la forza e la violenza mafiosa. Anche le estorsioni erano un punto di “forza” del clan Russo.

Gli investigatori hanno scoperto una fiorente attività anche nella distribuzione del caffé, la gestione delle sale Bingo, ma anche attività di ristorazione, tipografie e gli investimenti nel settore dei cavalli da corsa e delle scommesse negli ippodromi.

Al proposito, è coinvolto anche un fantino di riconosciuta fama nazionale ed estera, che viene accusato di presunti contatti con la famiglia Russo. Si tratta di Mario Minopoli e risulta tra i 44 arrestati. Il fantino è accusato nello specifico di aver “consapevolmente condotto il cavallo “Madison Om”, ritenuto di fatto di proprietà di Massimo Russo, esponente del clan soprannominato Paperino”.

Le indagini sono state minuzione, fatte da appostamenti, intercettazioni ambientali e telefoniche. In alcune riprese, hanno annotato gli inquirenti, il clan aveva avvicinato una loro presunta vittima dicendogli: “…Bevi che ti passa la paura… ma ti rendi conto di dove ti trovi? Dopo di noi non c’è più niente”. Scena da cui emerge come la cosca con l’intimidazione riusciva a essere “influente e convincente”. La presunta cosca aveva il monopolio del settore delle slot, dei videopoker e delle corse di cavalli.

Asti, uccide a coltellate la moglie Anna Carlucci. "Gelosia"

L'uxoricida Rahhal Fantasse e la vittima Anna Carlucci
L’uxoricida Rahhal Fantasse e la vittima Anna Carlucci

Un uomo di 40 anni ha ucciso a coltellate ad Asti sua moglie, di 47 anni. Il dramma si è consumato prima dell’ora di pranzo, al culmine dell’ennesimo litigio, in un appartamento di via Novello, condominio nella periferia sud della città. Lui, Rahhal Fantasse, di origine marocchina, ha inferto con un coltello da cucina una quindicina di fendenti alla consorte italiana, Anna Carlucci.

L’allarme è stato dato da una vicina che sentendo delle urla ha chiamato i Carabinieri. Quando i militari sono arrivati sul posto hanno sentito urlare e hanno sfondato la porta. Dentro hanno trovato l’uomo con le mani insanguinate. A terra in una pozza di sangue, la moglie in fin di vita.

Nonostante il tempestivo intervento dei sanitari del 118 per Anna Carlucci non c’è stato nulla da fare. Rahhal Fantasse è stato subito fermato e portato nella caserma dei carabinieri con l’accusa di omicidio.

Da quanto appreso, sembra che il delitto sia da inquadrare nella sfera passionale. La “gelosia morbosa” avrebbe spinto il marito a credere che la moglie Anna Carlucci lo tradisse.

L'ingresso del palazzo dove una donna è stata uccisa dal marito ad Asti
L’ingresso del palazzo dove una donna è stata uccisa dal marito ad Asti
(Ansa/Manuela Macario)

Testimone oculare dell’omicidio, il padre della donna, che a quell’ora si trovava in casa dove ha assistito al massacro della figlia. Nel tentativo di sedare la lite, l’anziano è rimasto anche lievemente ferito. Il figlio della coppia era a scuola.

Agli inizi del mese di luglio un’altra tragedia ha scosso la comunità di Asti, quando la tabaccaia Maria Luisa Fassi venne rapinata e uccisa con 45 coltellate nel suo negozio da un uomo che è stato poi rintracciato e arrestato. Un delitto che ha sconvolto tutta la città per la crudeltà dell’omicida.

Trapianto di fegato al Niguarda da donatore a cuore fermo. Primo caso in Italia

Intervento al Niguarda - Trapianto di fegato a cuore fermoTrapianto “record” e senza precedenti in Italia, effettuato all’Ospedale Niguarda di Milano, dove un uomo di 40 anni ha ricevuto un fegato “secondo una procedura mai utilizzata prima in Italia per questo organo”, si legge in una nota del nosocomio.

L’intervento è partito da “un donatore in arresto cardiaco”. Una possibilità sempre più concreta “su cui puntare” per “aumentare il numero delle donazioni” e abbattere i tempi d’attesa (in Italia per un fegato si aspetta mediamente 2 anni).

Il trapianto, afferma il Niguarda, è avvenuto il 3 settembre e ha coinvolto sinergicamente il Policlinico San Matteo di Pavia e il Centro Nazionale Trapianti. La procedura utilizzata è definita tecnicamente “trapianto da donatore a cuore non battente” e si differenzia dal protocollo tradizionale per il prelievo degli organi che normalmente avviene da un donatore in stato di morte cerebrale, ossia senza attività cerebrali ma a cuore battente.

“Si tratta – spiega l’ospedale milanese – di una “prima” che ha permesso l’utilizzo dell’organo anche dopo il prolungato periodo di assenza di attività cardiaca: 20 minuti, secondo la legge italiana (In Europa è di 5 minuti). Intervallo che avrebbe potuto esporre gli organi a danni irreversibili e compromettere il buon esito del trapianto”.

L’intervento effettuato sul quarantenne è caso di rilievo scientifico internazionale, spiegano i medici.  La perfusione e il prelievo degli organi sono avvenuti presso l’ospedale San Matteo di Pavia attraverso l’intervento della dottoressa Marinella Zanierato dell’equipe di Rianimazione 1 diretta dal professore Antonio Braschi. “E’ la prima volta che preleviamo un fegato a cuore non battente – spiega la dottoressa Zanierato –ma sicuramente ci è servita l’esperienza maturata in sette anni nel prelievo di reni con la stessa tecnica.”

Il fegato prelevato è stato, quindi, trasportato a Niguarda dove è stato trapiantato dall’équipe della Chirurgia Generale e dei Trapianti, diretta da Luciano De Carlis.

Il dottor De Carlis e il dottor Andrea De Gasperi (direttore dell’Anestesia) sottolineano che “Il fegato ha dimostrato un’ottima ripresa funzionale ed il paziente ricevente, sottoposto al trapianto per una grave malattia epatica terminale, è attualmente in buone condizioni generali”.

Dallo stesso donatore, oltre al fegato sono stati prelevati i 2 reni, trapiantati con successo rispettivamente a Pavia dal dottor Massimo Abelli e dalla dottoressa Elena Ticozzelli all’ospedale San Raffaele di Milano.

“Va sottolineato il perfetto coordinamento tra le equipe –spiega Giuseppe Genduso – Direttore Sanitario del Niguarda – la grande preparazione dell’equipe del S. Matteo e la disponibilità a trapiantare l’organo dell’equipe di Luciano De Carlis. Un complimento e un grazie a chirurghi, anestesisti, e infermieri della sala operatoria e delle unità di cura dedicate al trapianto di fegato del nostro Ospedale.”.

E conclude il direttore generale del San Matteo: Angelo Cordone: “Abbiamo potuto fare tutto ciò grazie all’utilizzo di tecniche d’avanguardia del San Matteo e grazie al gioco di squadra che vince sempre insieme all’esperienza e al numero di casi trattati. Inoltre, lavorare insieme a più strutture ospedaliere amplia la possibilità di avanzare sistematicamente salvando più persone”.

Piacenza, i morti sono due. Ritrovato Luigi Agnelli. Su Fb pioggia di messaggi

La carcassa dell'auto della famiglia di Gigi Agnelli nel riquadro - Luigi Agnelli
La carcassa dell’auto della famiglia di Gigi Agnelli nel riquadro

Fonti del Soccorso Alpino, impegnati nelle ricerche dei due dispersi Filippo e Luigi Agnelli, padre e figlio, hanno confermato all’Ansa che è stato ritrovato il corpo di uno dei due uomini. Ritrovata anche la Jeep Cherokee su cui viaggiavano gli Agnelli. Il cadavere è stato trovato ad un km a Nord della frazione Biana, non distante dal luogo dove è stata trovata la carcassa del fuoristrada attorno alle 13.

Secondo indiscrezioni non confermate, potrebbe trattarsi del corpo di Luigi Agnelli Degradi, 43 anni, per tutti Gigi. Le ricerche proseguono per recuperare anche il padre, Filippo Agnelli, di 67.

Sempre l’Ansa riporta che prima di essere inghiottiti dal Nure, un torrente in provincia di Piacenza, Filippo e Luigi Agnelli, originari di Bettola, avevano scritto su Facebook, pensando di essere scampati alla tragedia. All’alba di ieri Luigi Agnelli – titolare di un negozio di fiori nel centro di Piacenza – ha scritto sul noto social: “Mi è straripato il Nure in faccia…Sommerso da un fiume d’acqua …Ho rischiato di rimanerci. Ora so cosa provano e hanno provato le vittime dei fiumi in piena. Terrore… Grazie ai miei Angeli”.

L'ultimo post di Luigi Agnelli Degradi - Gigi Agnelli
L’ultimo drammatico post su Facebook di Gigi Agnelli. Alcuni gli chiedevano cosa fosse successo. Non ha più risposto.

Poi sono partiti per raggiungere una clinica di Como, dove Filippo Agnelli doveva sottoporsi ad un’operazione. Ma a Como padre e figlio non sono mai arrivati, probabilmente a causa del cedimento di decine di metri di strada provinciale a Recesio, devastata dalla furia delle acque. Nelle ore concitate della bruttissima notizia, sono centinaia di messaggi che giungono sulla bacheca di Gigi Agnelli. A Bettola Gigi era conosciutissimo, considerato un galantuomo, e persona a modo e garbato.

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Di padre e figlio non si hanno notizie dopo l’emergenza maltempo che l’altra notte ha devastato Valtrebbia e Valnure, in Provincia di Piacenza. Continuano serrate le ricerche.

Il maltempo ha flagellato ieri il Nord Italia. Si contano centinaia di milioni di danni. Cessata l’allerta in Liguria, ma ci sono ancora piogge su Piemonte, Friuli ed Emilia Romagna, quest’ultima al centro lunedì di un violentissimo nubifragio. Un po’ ovunque si sono registrate esondazioni, smottamenti, strade allagate.

Una scuola è stata evacuata a Parma dopo che l’acqua era salita a livelli preoccupanti. Nel Piacentino la situazione più critica. Si registrano un morto e due congiunti scomparsi, sembra “inghiottiti” dalle acque del torrente Nure.

Morto un uomo di 56 anni
La vittima si chiamava Luigi Albertelli, una guardia giurata di 56 anni, di Pontedellolio il cui corpo è stato trovato senza vita in località Riva, vicino a un’auto dell’istituto Ivri per cui lavorava. Il mezzo, forse a causa di uno smottamento, è sprofondato direttamente dalla strada nel fiume ed è stata travolta da acqua, fango e detriti. La tragedia si è consumata non lontano da Bettola, uno dei centri più colpiti dall’alluvione.

Si teme per i due dispersi
Si teme per due persone disperse. Si tratta di padre e figlio, Filippo e Luigi Agnelli ma al momento non c’è alcuna certezza che siano morti. I due erano a bordo di un fuoristrada diretti a Como per una visita medica, quando viaggiando sulla provinciale 654, il tratto di strada sarebbe franato nelle acque.

I Vigili del Fuoco e la Protezione Civile oltre a cercare i dispersi stanno soccorendo anche la popolazione dei centri di Valnura e Valtrebbia, nonché rovistando argini e letti dei torrenti straripati. I vigili stanno usando i gommoni per portare anziani intrappolati in salvo.

Soccorso Alpino in Emilia Romagna
Anche il Soccorso alpino dell’Emilia-Romagna è impegnato in Valnure per dare soccorso alla popolazione. Al momento sono impegnati 8 tecnici della stazione monte Alfeo di Piacenza e un Ab212 del Terzo reparto volo della Polizia di stato proveniente da Bologna. In preallerta anche i tecnici del Saer della provincia di Parma per dare supporto. L’allerta meteo era stata annunciata sabato dalla Protezione civile dell’Emilia-Romagna: 30 ore dal mezzogiorno di ieri alle 18 di oggi, con l’attivazione della fase di attenzione per temporali di forte intensità, tra l’altro proprio sul bacino Trebbia-Taro e sulla pianura di Parma e Piacenza.

Emilia e Liguria nelle prossime ore dichiareranno lo stato di calamità naturale. Si stimano centinaia di milioni di danni materiali, oltre alla perdita di vite umane. Il governatore ligure Giovanni Toti ha annullato tutti i suoi impegni istituzionali per seguire da vicino gli sviluppi dell’altrettanto drammatico nubifragio a Genova e nei centri della provincia.

La situazione in Liguria
Notte di allagamenti e disagi in Liguria, a Genova, a causa del violento nubifragio che si è abbattuto in città. Dalle sei di stamani è cessata l’Allerta 2 e si è passati al livello di attenzione più basso in tutta la regione fino alle 15 di oggi. Le scuole sono aperte regolarmente tranne la scuola media statale Massimo D’Azeglio a Struppa, chiusa per l’esondazione del rio Muli che ha lasciato in strada fango e detriti. La polizia municipale ha chiuso il sottopasso di via Canevari, alle spalle della stazione Brignole. Chiusa anche via Capolungo, a Nervi, a causa dei detriti portati in strada da una tromba d’aria. I vigili del fuoco hanno effettuato una cinquantina di interventi nella notte per allagamenti cantine e case, cornicioni pericolanti, alberi caduti. Le zone più colpite sono quelle del centro-est. La strada sopraelevata di Genova è stata interessata da una chiusura parziale per la perdita di amianto sulla carreggiata. Ed è caos nel caos. Traffico impazzito tilt in centro.

Friuli
Forti venti, che hanno preceduto un temporale, si sono abbattuti questa mattina in Friuli, in particolare sulla zona di Muzzana del Turgnano (Udine), provocando danni ai tetti di alcune abitazioni e di una stalla. Allagamenti sono stati registrati anche a Gonars, Pradamano, Cividale, Premariacco e Pavia di Udine. Tante le richieste d’aiuto, segnala la Protezione civile Fvg, per cantine allagate e per alcune strade interrotte, al momento chiuse perché l’acqua non riesce a defluire. (modificato il 15/9/2015 | 18:23)

Penne (Pescara), arrestato il killer di Gabriele Giammarino

La casa della vittima Gabriele Giammarino a Penne (Pescara)
La casa della vittima Gabriele Giammarino a Penne (photo da ilcentro.gelocal.it)

Si pensava fosse morto in seguito all’incendio divampato nella sua abitazione, invece è stato ucciso a coltellate, l’80enne Gabriele Giammarino, un ex maresciallo dell’aeronautica in pensione, trovato senza vita nella sua abitazione di Penne (Pescara).

Gli inquirenti da subito si sono insospettiti seguendo la pista dell’omicidio, avvenuto domenica mattina. Attraverso un lavoro di intelligence, i militari in poche ore hanno rintracciato e fermato un uomo di 40 anni, Mirko Giancaterino, del luogo, fortemente sospettato di essere l’autore del delitto. Da quanto appreso pare che il fermato abbia dei precedenti penali.

I Carabinieri del Nucleo Investigativo, Reparto Operativo e della Compagnia di Penne hanno interrogato in caserma la persona. L’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al magistrato. Sottoposto a fermo giudiziario con l’accusa di omicidio, il presunto assassino è stato tradotto al carcere di Pescara in attesa dell’udienza di convalida.

Sul corpo dell’anziano sono state trovate ferite da arma da taglio e ferite alla testa, probabilmente procurate con un oggetto contundente. Da quanto ricostruito, l’anziano, che viveva da solo, sarebbe stato tratto in inganno dal suo assassino a scopo di rapina.

il presunto killer Mirko Giancaterino
il presunto killer Mirko Giancaterino

Entrato in casa sarebbe stato prima malmenato e poi ferito a morte. Per depistare le indagini, il ladro ha appiccato fuoco all’abitazione per far sembrare tutto una disgrazia. L’intervento dei Vigili del Fuoco, ha fatto fallire il suo piano diabolico: in breve tempo le fiamme sono state domate.

I militari dell’Arma, appena entrati in casa, hanno subito scoperto che qualcosa non quadrava. Copiose erano le tracce di sangue sul pavimento e sul corpo del malcapitato. Da quel momento hanno da subito sospettato un atto di violenza commesso da terzi. Sospetti che si sono rafforzati anche a seguito delle testimonianze rese da vicini e conoscenti. Dalle registrazione delle telecamere piazzate nel quartiere, gli investigatori sono risaliti ai movimenti del presunto autore del delitto. E’ altamente probabile che il movente sia una rapina.

Spazio, lanciati nuovi satelliti Galileo. Servono per i Gps Ue

Il momento della separazione dei due satelliti Galileo (Esa)
Il momento della separazione dei due satelliti Galileo (Esa)

Continua a crescere la costellazione dei satelliti Galileo, il sistema europeo di navigazione satellitare nato dalla collaborazione fra Unione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa). Nella notte dell’11 settembre, alle 04,08 ora italiana, un lanciatore Soyuz partito dalla base europea di Kourou (Guyana Francese) ha portato in orbita a 23.500 chilometri i satelliti 9 e 10.

“Il dispiegamento del sistema europeo Galileo sta avvenendo rapidamente”, ha spiegato in una nota Jan Woerner, Direttore Generale dell’Esa. “Aumentando costantemente il numero di satelliti nello spazio e parallelamente quello di nuove stazioni di terra in varie parti del mondo – ha aggiunto – Galileo avrà presto una portata globale. Il giorno in cui Galileo sarà pienamente operativo si sta avvicinando. Sarà un grande giorno per l’Europa”.

In programma c’è già il lancio di altri due satelliti entro la fine dell’anno. I due dispositivi hanno completato i test nel centro tecnico di Esa (Estec) a Noordwijk, nei Paesi Bassi, e vengono ora preparati alla fase di lancio.

Il momento del lancio dei satelliti Galileo dalla base europea di Kourou, Francia
Il momento del lancio dei satelliti dalla base europea di Kourou, Francia

Il prossimo anno le attività subiranno un’ulteriore accelerazione considerando che sono ormai completati anche i test sul lanciatore Ariane 5 che potrà da adesso raddoppiare il carico di satelliti Galileo. Ad ogni lancio potrà portare in orbita ben 4 satelliti.

Con questi nuovi lanci il sistema Galileo si avvicina sempre più all’attivazione dei primi servizi, che potrebbero partire già dal prossimo anno, mentre il completamento della costellazione composta da 30 satelliti è prevista per il 2020.

Egitto, clamoroso errore in un blitz anti Isis. Uccisi 12 turisti

Egitto, la mappa del luogo dei raid aereo contro Isis. Uccisi per errore 12 turisti messicani. Ira del MessicoUn raid aereo contro forze dell’Isis da parte dell’aviazione militare egiziana si è trasformata in tragedia a seguito di un clamoroso errore. Sono almeno dodici le vittime tra turisti messicani e le loro guide egiziane uccise nel blitz contro ribelli affiliati all’Isis. I turisti si trovavano a bordo di quattro fuoristrada in una zona “proibita” del deserto occidentale, auto sospettate di essere dei terroristi. Altre 10 persone sono rimaste ferite. “Danni collaterali”, su cui le autorità messicane vogliono delucidazioni esaustive da parte del governo egiziano.

La tragedia, riferisce a quotidiano spagnolo “El Mundo” una fonte del tour operator dei turisti uccisi in Egitto, è avvenuta mentre il gruppo “stava cenando”. Tre aerei da combattimento appartenenti “all’esercito hanno cominciato a sparare e lanciare missili sui veicoli. I corpi dei turisti messicani erano carbonizzati. Alcuni hanno cercato di scappare ma i militari li hanno inseguiti aprendo il fuoco su chiunque fuggisse”.

Il ministero degli esteri messicano ha affermato che almeno due delle vittime sarebbero di nazionalità messicana. L’identificazione è ancora in corso.

Attacco contro turisti messicani in Egitto. "Uccisi per errore"
Attacco contro turisti messicani in Egitto. “Uccisi per errore”

L’agenzia turistica che aveva organizzato il tour – ha detto poi una portavoce del ministero egiziano del turismo all’Associated Press, “non aveva permessi e non aveva informato le autorità”, mentre per ogni escursione alla zona di Farafra è richiesta una specifica autorizzazione. “Non dovevano essere lì” ha aggiunto la fonte.

Il ministro degli Esteri messicano, Claudia Ruiz Massieu, ha avuto contatti con l’ambasciatore egiziano in Messico e ha chiesto una approfondita inchiesta sull’accaduto. Ha anche chiesto il sostegno delle autorità egiziane per il rimpatrio dei messicani coinvolti. Jorge Alvarez Fuentes, ambasciatore messicano in Egitto, e rappresentanti consolari si sono recati all’ospedale Dar el-Fouad, alla periferia del airo, e Alvarez ha parlato con

“Il Messico condanna questi atti contro i nostri cittadini ed esige dal governo egiziano un’indagine esaustiva di quanto accaduto”, scrive il presidente messicano Enrique Pena Nieto su Twitter. Il capo dello Stato ha inoltre riferito di aver aumentato il personale diplomatico al Cairo per assistere i feriti e i familiari delle vittime.

L’episodio ricorda il clamoroso errore degli Stati Uniti in Afghanistan, quando in un raid aereo vennero uccisi per mano dei droni della Cia due ostaggi cooperanti tra cui l’Italiano Giovanni Lo Porto, di Palermo e Warren Weinstein. Il presidente Obama ammise l’errore con qualche mese di ritardo e chiese scusa alle famiglie dei due ostaggi.

Lutto nel Cinema, scompare l'attrice Vittoria Piancastelli Tracquilio

morta L'attrice Vittoria Piancastelli
L’attrice Vittoria Piancastelli

E’ scomparsa prematuramente a Roma, l’attrice Vittoria Piancastelli Tracquilio. Aveva 53 anni. La donna è spirata dopo aver combattuto per un anno con una grave malattia.

Il pubblico televisivo la ricorda per le sue interpretazioni in fiction come Valeria medico legale, Il giudice Mastrangelo, Il bambino della domenica, Ho sposato uno sbirro.

Ma l’attrice ha portato le sue doti di passione e ironia anche al cinema e in teatro. Nel suo curriculum film come Tre uomini e una gamba di Aldo Giovanni e Giacomo e La cena di Ettore Scola. Per il teatro, dopo il diploma alla scuola di Gigi Proietti, ha lavorato tra gli altri con Anatoli Vassiliev, Giancarlo Sepe, Armando Pugliese.

Dalle 11 alle 14 di domani, lunedì, sarà aperta la camera ardente all’ospedale San Camillo di Roma. I funerali si terranno sempre a Roma, martedì 15 settembre alle 11.30 nella Basilica di di Santa Maria Ausiliatrice.

Naufragio Grecia, ecco le foto dei bimbi siriani salvati a nuoto

naufragio in Grecia - I padri in mare coi figli a cento metri dall'Isola di Lesbo - bimbi siriani salvati
I padri in mare coi figli a cento metri dall’Isola di Lesbo. Ce l’hanno fatta

E’ una immagine straordinaria, quella che giunge dalle acque a largo dell’Isola di Lesbo, in Grecia, dove domenica mattina un gommone si è sgonfiato costringendo i profughi ad abbandonarlo e raggiungere in parte la riva a nuoto.

Molti di loro sono stati tratti in salvo dai marinai greci, una trentina di padri coi loro bimbi siriani, hanno nuotato invece con forza verso le coste dell’isola dell’arcipelago.

Per fortuna le acque erano calme e i migranti dotati di salvagenti (camere d’aria per pneumatici), verosimilmente lanciati dalla Guardia costiera greca. Ciambelle con cui hanno dovuto fare un centinaio di metri per raggiungere la spiaggia.

Nell’immagine sopra, si vedono due padri che hanno adagiato i loro piccoli, bimbi di un anno e mezzo, forse meno, sul cuscinetto in acqua per poi nuotare vestiti e appesantiti fino alla battigia. E’ stata dura ma alla fine ce l’hanno fatta.

Un destino più tragico hanno avuto i 15 bambini nell’altro naufragio, sempre domenica, dove una barca in lego si è rovesciata e sono morte 34 persone. Il dramma è avvenuto a largo dell’isola di Farmakonisi a quasi 10 miglia dalle coste turke, tra Samos e Kos, quest’ultima la stessa destinazione cui erano diretti Aylan e Gabin Kurdy, i due fratellini siriani annegati insieme alla madre a 5oo metri dalle spiagge di Bodrum, in Turchia.

Era notte e nessuno si era accorto del loro naufragio. Il padre si è è salvato, nuotando fino a riva. La foto del corpicino di Aylan, adagiato senza vita sulla spiaggia ha fatto il giro del mondo.

Scuola, domani si ricomincia. 8 milioni di studenti in aula. Alla prova la riforma Renzi

Riocmincia la scuola anno 2015-2016Lunedì riaprono le scuole. Dopo quasi tre mesi di “vacanza” gli alunni di tutti i gradi torneranno ad affollare aule e istituti scolastici. Moltissimi i bambini che si affacciano per la prima volta alla materna e alle elementari.

Saranno oltre 8 milioni gli studenti di ogni ordine e grado. Secondo il ministero dell’Istruzione, sono infatti 7.861.925 i ragazzi iscritti nella scuola statale e oltre 960.000 quelli delle paritarie.

Nella scuola statale, specificano dal Miur, sono più di 1 milione gli alunni dell’infanzia, 2.583.514 quelli della scuola primaria, 1.649.408 gli studenti della secondaria di I° grado e 2.628.648 quelli della secondaria di II° grado.

Oltre 216.000 gli alunni con disabilità. Complessivamente, nel Paese Italia, le classi saranno 369.902 distribuite in 8.384 istituzioni scolastiche. Fra le regioni con più alunni, la Lombardia (1.185.662), seguita da Campania (920.964), Sicilia (763.529), Lazio (741.633) e poi altre regioni.

Dopo la riforma della Scuola, dovrebbero prendere servizio migliaia di nuovi docenti. Nelle prossime settimane si riusciranno ad avere stime più precise sugli insegnanti, già sul piede di guerra per una riforma che non sembra non piacere molto ai docenti o aspiranti tali. “Il 97 percento dei docenti ha accettato le destinazioni”, previste dalla riforma conosciuta come “La Buona Scuola”, dice il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Sarà l’anno della prova del 9 della riforma voluta dal premier Renzi.

In tutte le regioni italiane sono previste inaugurazioni dell’anno scolastico 2015-2016 con istituzioni locali e altre autorità. Milioni di persone in movimento in tutto il paese per un anno di traffico caotico e di impegni con i figli. L’estate è finità.

Germania: profughi record. Dietrofront di Merkel. Sospesa Schengen

Flusso di migranti verso la Germania. Berlino sospende Schengen. In Austria fermato camion con 42 migrantiIn Austria è un via vai continuo di camion stipati di migranti. Domenica, la polizia austriaca, fermando un mezzo nell’ambito di controlli, ha trovato all’interno 42 migranti, fra cui 5 donne e 8 bambini, fortunatamente vivi. I profughi erano nascosti all’interno di un camion frigorifero ed è stato fermato lungo un’autostrada vicino al confine tedesco. Da quando riferiscono media austriaci tutti gli occupanti erano “in buona salute”.

I due autisti del camion, entrambi iracheni sono stati subito arrestati. L’episodio è avvenuto nel Land dell’Alta Austria sull’A8 all’altezza di Aistersheim. L’automezzo ha targa finlandese e viene di solito usato per il trasporto di fiori.

Meno di un mese fa, sempre in Austria, la tragedia del camion abbandonato dai trafficanti all’interno del quale sono stati trovati 71 cadaveri. Qualche settimana dopo la foto del piccolo Aylan Kurdy, morto annegato in un naufragio, il cui corpo era stato rinvenuto sulla spiaggia di Bodrum in Turchia. Due istantanee di due tragedie che convinsero l’Europa a cambiare registro.

Dopo l’apertura della Germania della Merkel di accogliere i decine di migliaia di migranti siriani, il flusso è quasi triplicato rispetto a due mesi fa. La rotta privilegiata sono i Balcani, dove però incontrano l’Ungheria rigida su posizioni di chiusura.

Ed è proprio di domenica la notizia che la Germania, per l’enorme mole di persone in transito verso Austria e il paese tedesco, ha annunciato la sospensione degli accordi di Schengen sulla libera circolazione di merci e persone. Una piccola marcia indietro, scrivono alcuni media tedeschi, visto che i cittadini per questa “mossa” merkeliana hanno protestato contro il governo di Berlino. Ma non solo. La Merkel ha trovato opposizione anche nella sua stessa parte politica.

La Germania, scrive l’Ansa, reintrodurrà temporaneamente i controlli di frontiera per far fronte alla crisi dei migranti. Lo annuncerà, rivela la stampa tedesca online, il ministro dell’interno, Thomas de Mazière, in una conferenza stampa convocata per le 17:30 a Berlino. Come riferisce il portale di Bild, 2.100 poliziotti verranno inviati nella zona di confine con l’Austria. Secondo le anticipazioni della stampa, il governo federale introdurrà anche controlli alla frontiera con la Repubblica ceca e con la Polonia. La sospensione di Schengen, secondo Bild, è previsto che duri circa 30 giorni.

Migranti nei campiLa Germania ha anche sospeso, dalle 17.00 di domenica, il traffico ferroviario dall’Austria a causa della crisi dei migranti. Lo comunicano le ferrovie austriache Oebb all’agenzia di stampa Apa di Vienna. Attualmente 1.800 profughi si trovano a bordo di treni in Austria diretti in Germania.

Il ministro dei trasporti tedesco Alexander Dobrint ha denunciato il “fallimento totale” della Unione europea nella difesa dei suoi confini esterni, e ha sollecitato misure urgenti per arrestare l’afflusso record di migranti e profughi dal Medioriente. “Sono necessarie misure urgenti ed efficaci per bloccare il flusso di profughi”, ha detto.

Grecia, è strage di migranti annegati. Almeno metà bambini

boat refugee - gommone si sgonfia. Salvati e in 3 nuotano verso riva
I migranti i mare dopo che il loro gommone si è sgonfiato. Alcuni saranno salvati dalla GC, altri raggiungono a nuoto la riva distante cento metri. Drammatico invece l’altro naufrago, dove ci sono stati 34 morti molti dei quali bambini.

Almeno 34 migranti, di cui metà bambini, sono morti annegati a seguito del ribaltamento di un barcone in legno a bordo del quale c’erano 112 persone. Lo ha riferito la guardia costiera greca, aggiungendo che questa tragedia è la più grave mai registrata in Grecia da quando è iniziato l’esodo di migranti.

L’incidente è avvenuto al largo dell’isola greca di Fermakonissi, nell’arcipelago del mare Egeo meridionale. L’imbarcazione era partita dalla costa turca che dista pochi chilometri dal territorio greco.

Potrebbe essere maggiore il numero di vittime. I subacquei che operano intorno alla zona dell’affondamento, stanno continuando a estrarre cadaveri.

La Guardia costiera e alcuni media hanno detto che i minori morti sarebbero 14, di cui 4 neonati, e dieci giovanissimi, cinque maschi e cinque femmine. La causa del rovesciamento è probabile sia dovuta alle forte raffiche di vento, hanno detto le autorità.

L’isola di Farmakonisi si trova a metà strada tra Samos e Kos, due delle destinazioni privilegiate dai trafficanti di esseri umani per essere poco controllate. Ne inviano a migliaia ogni giorno dalle coste turche. Per ogni viaggio i criminali intascano oltre 1.500 euro a persone, bambini compresi, essendo poche miglia da percorrere.

La guardia costiera, in un altro naufragio avvenuto a largo dell’isola di Lesbo ha salvato altri 68 rifugiati dalle acque mentre altri 30 hanno fatto ritorno verso l’isola da soli, a nuoto (foto). Il loro gommone si all’imrpovviso sgongiato costringendo gli occupanti ad abbandonare l’imbarcazione.

Fortunatamente questo è successo a soli pochi metri dalla riva. Fosse successo a qualche miglio, l’epilogo potrebbe essere stato più tragico.

In Liguria è massima allerta meteo. In Piemonte 77 mm di pioggia

Immagine dell'alluvione a Genova il 2014
Immagine dell’alluvione a Genova il 2014

E’ massima allerta a Genova. La Protezione Civile della Regione Liguria ha trasformato lo stato di Allerta meteo 1 in vigore dalla mezzanotte di sabato, in Allerta 2, quello massimo, fino alle 6 di lunedì. L’unica zona della regione che resta in Allerta 1 è l’Imperiese. Lo scrive la stessa Protezione civile in un twitt, invitanto tutti alla massima cautela.

Apprensione tra i residenti che ancora non hanno elaborato la grave alluvione dello scorso anno. Le previsioni, secondo quanto reso noto dalla Protezione civile regionale, segnalano una situazione in netto peggioramento da Ponente a Levante con precipitazioni diffuse e forti temporali.

Lunedì ancora fenomeni temporaleschi e piogge localmente forti, prima di una progressiva attenuazione del maltempo con residui temporaleschi su centro-Levante nel pomeriggio.

La partita Sampdoria-Bologna è stata rinviata. La decisione è stata ratificata nel corso di una riunione del comitato operativo per la sicurezza in Questura a Genova. La Samp resta in ritiro in attesa delle determinazioni della Lega di Serie A.

Intanto, anche il Piemonte è in stato di allerta “gialla” per le forti piogge che da alcune ore interessano in particolare il Piemonte orientale e le zone al confine con la Liguria. Le precipitazioni massime al Colle San Bernardo, in provincia di Cuneo, dove nelle ultime tre ore sono caduti 77 millimetri di pioggia.

In rapido aumento, secondo il Centro Funzionale della Regione Piemonte, i livelli dei torrenti in provincia di Cuneo e di Alessandria.

Us Open, vince Flavia Pennetta contro Vinci. Ma trionfa l'Italia

Us Open, abbraccio finale tra Flavia Pennetta e Roberta Vinci (Epa/Justin Lane)
Abbraccio finale tra Flavia Pennetta e Roberta Vinci (Epa/Justin Lane)

La finalissima di tennis “Us Open” negli Stati Uniti tra le due italiane è stata vinta da Flavia Pennetta che ha battuto in due set 7-6 6-2 la “rivale” Roberta Vinci. Vince comunque l’Italia che ieri, con le due connazionali, nelle semifinali, avevano sconfitto le numero uno e due del tennis mondiale.

“Grazie, grazie di essere venuti. Ho perso in finale, ho perso da Flavia e sono molto felice per lei”. Queste le prime parole di Roberta Vinci alla premiazione della finale dell’Us Open femminile, dopo essere stata sconfitta dall’amica Flavia Pennetta. “Forse ero un po’ stanca e magari si è visto nel primo set. Lei ha fatto meglio di me, devo solo farle le congratulazioni”, ha detto la tennista.

Tra gli oltre 20 mila spettatori, oltre al presidente del Consiglio, Matteo Renzi (che aveva rinunciato ad alcuni impegni istituzionali per volare a New York e assistere alla finalissima), al presidente del Coni, Giovanni Malagò, molti divi dello spettacolo e campioni dello tennis.

Tra le molte celebrità in tribuna che hanno assistito alla finalissima Us Open a New York ci sono stati, fra gli altri, Michael Douglas e Catherine Zeta Jones, il cantante James Taylor, Queen Latifah, Gabrielle Union, Dwayne Wade dei Miami Heat.

Caserta, altro eroe sventa rapina. Arrestata banda supermercati. VIDEO

arresti rapine supermercati nel casertano - Caserta
I cinque presunti rapitori arrestati (pupia.tv)

Erano il terrore dei supermercati del Casertano. Diversi colpi messi a segno armati con fucili a canne mozze e pistole. Nel video diffuso dai Carabinieri di Caserta ne hanno mostrato alcune choccanti.

Tutto bene, per i banditi, fin quando hanno trovato sulla loro strada un duro come loro, coraggioso e senza paura, un cittadino albanese non regolare in Italia.

Nell’ennesima rapina, il giovane, fiutando le mosse dei malintenzionati, non ci ha pensato due volte e ha immobilizzato a terra uno dei banditi disarmandolo e costringendolo alla fuga a bordo dell’auto del complice.

Roland Muca, questo il nome dell’eroe, ha 32 anni, e ha sventato la rapina in un supermercato di Villa di Briano (Caserta).

I fatti risalgono allo scorso 7 marzo, ma i Carabinieri, dopo mesi di indagini, sono riusciti a sgominare la banda arrestando cinque persone. Gli stessi militari dell’Arma hanno formulato richiesta all’autorità giudiziaria affinché al giovane eroe albanese venga riconosciuto il permesso di soggiorno per motivi di “Giustizia”.

VIDEO RAPINE

Il 29 agosto scorso, un altro immigrato, l’ucraino Anatolji Korol, nel sventare una rapina in supermercato a Castello di Cisterna (Napoli), è stato ucciso con due colpi di pistola dai banditi, entrati per fare un colpo di circa 300 euro.

VIDEO ARRESTI

Un epilogo tragico per cui è stato chiesto, attraverso queste colonne, che a Korol venisse concessa una medaglia d’oro al Valor Cilile alla Memoria e alla famiglia un risarcimento e la cittadinanza italiana alla moglie e ai tre figlioletti, uno dei quali era con l’eroe ucraino quando l’uomo, un operaio, dopo aver fatto la spesa si accorse della rapina e rientrò per sventarla ma trovò la morte per responsabilità di due rapinatori – poi rintracciati e arrestati – che non si sono fatti scrupoli a premere il grilletto.

I due rapitori, catturti in Calabria, hanno poi confessato il loro crimine. Si tratta di fratelli: Marco Di Lorenzo e Gianluca Iuanale, figli del presunto boss Ianuale della Cisternina.

Muore bimbo indiano rifiutato da 2 ospedali. I genitori si suicidano insieme

Il papà Laxmichandra e la mamma Babita con il loro figlio Avinash. Una grande tragedia che ha sconvolto l'India e commosso il mondo Bimbo indiano, bambino indiano morto febbre dengue
Il papà Laxmichandra e la mamma Babita con il loro figlio Avinash. Una grande tragedia che ha sconvolto l’India e commosso il mondo

Non hanno sopportato il dolore per la morte del loro figlio e i genitori si sono suicidati insieme lanciandosi dal balcone di casa. La tragedia è successa a New Delhi, la capitale dell’india. Il bambino asiatico, di sette anni, è morto a seguito della febbre “Dengue” dopo essere stato respinto da due ospedali.

I genitori, riferisce oggi il quotidiano “The Indian Express”, hanno deciso di farla finita per “disperazione” lanciandosi dal terzo piano di un edificio nel sud della metropoli.

Il bambino, di nome Avinash, è morto l’8 settembre scorso dopo che la mamma e il papà si erano visti rifiutare il ricovero in due importanti ospedali privati cittadini, il Moolchad Medicity e il Max Saket, ed era quindi stato ricoverato al Batra Hospital in condizioni ormai disperate.

Il giorno dopo aver cremato il piccolo, il padre Laxmichandra e la madre Babita si sono legati insieme i polsi e si sono gettati nel vuoto lasciando una breve nota: “Non è colpa di nessuno. È una nostra decisione”.  A scoprire i cadaveri sull’asfalto è stato un vicino. I parenti hanno raccontato che durante i funerali del bambino era sconvolta.

La notizia della morte del bambino e del suicidio dei genitori ha scosso e commosso tutto il Paese, con l’opinione pubblica contro il governo indiano che starebbe facendo politiche sanitarie discutibili, nonché contro i due ospedali che hanno rifiutato il piccolo Avinash. Se l’avessero ricoverato si sarebbe salvato.

Intanto, il governo di New Delhi ha aperto una inchiesta in cui sta indagando su cinque ospedali privati, ora sotto inchiesta. Lo ha fatto sapere il ministro della Salute di Delhi, Satyender Jain. Un caso che è diventato di dominio pubblico mondiale.

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