10 Ottobre 2024

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Nicola Gratteri, nemico più di certi poteri che della ‘ndrangheta

Nicola Gratteri
Nicola Gratteri

Osteggiato da quasi tutti i poteri costituiti, inviso ai suoi colleghi in magistratura, condannato a morte dalla ‘ndrangheta che da almeno 30 anni lo vuole al cimitero, Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria continua a combattere insieme ai suoi. I suoi, sono i migliaia di giovani e meno giovani che hanno fatto di lui, un’icona antimafia. Una icona vera non plastificata come le madonnine di Polsi…

In una intervista al Tg3 Calabria, ai microfoni del cronista Riccardo Giacoia, Nicola Gratteri ripercorre un po’ la sua storia e traccia il quadro desolante entro cui è costretto a muoversi. Racconta, seppure in meno di 3 minuti, il suo “calvario” di uomo “scomodo”. Un magistrato scomodo e pericoloso. Forse “rompiscatole”. Probabilmente, per il vastissimo consenso acquisito nell’opinione pubblica. Più scomodo, è il caso di dire, più per certi “poteri” che per la ‘Ndrangheta.

“Se avessi parlato di meno – dice – avrei fatto molta più carriera”. Ma nella dura lotta alla mafia e alla ‘ndrangheta non puoi invocare meno omertà e poi ci si ritrova il “maestro” che tace per tutelare il proprio orticello…

Nel corso dell’intervista svela anche alcuni retroscena sulla sua possibile nomina a procuratore capo delle procure di Catanzaro e Reggio Calabria. Ha fatto domanda a Reggio, ma poi il Csm ha scelto Cafiero de Raho. “Un bravissimo procuratore – afferma -, ma io conosco la ‘ndrangheta meglio di lui. Non voglio polemizzare, siamo amici, ma forse potevo fare io il procuratore”.

E’ da trent’anni in trincea contro boss, picciotti e mezze tacche di tutto il mondo. Un uomo con le palle, che vive da decenni sottoscorta. In America è stimato da tutti i suoi omologhi. Obama gli avrebbe certamente dato un ruolo prestigioso all’interno dell’amministrazione della Giustizia made in Usa.

Quì in Italia, il premier Matteo Renzi nel febbraio 2014 lo aveva proposto ministro della Giustizia. Ci fu una telefonata tra i due. D’accordo. Tutto pronto. Gratteri entra ufficialmente nella lista dei ministri. Il presidente incaricato salì al Quirinale con quella lista. Con Giorgio Napolitano, capo dello Stato ci fu una discussione (una vera lite, dicono i bene informati) di ore sul numero uno dell’Antimafia in Italia e nel mondo. Apriti cielo. Il nome di Nicola Gratteri dava “fastidio” a certi ambienti, anche a certe correnti dell’Anm che fecero rosso il centralino del Colle, tutti preoccupati di vedersi piazzare a via Via Arenula “un uomo libero”, ingestibile. Spiega al proposito Gratteri: “Ci fu molta gente che immagino che si sia mossa per dire che Gratteri non andava bene. Troppo pericoloso”.

Renzi e Napolitano, nelle tre ore concitate sono “costretti” dalle pressioni optare per il più “magnanime” Andrea Orlando, ottima persona, ma che di Giustizia capiva al tempo come molti deputati capiscono tutt’oggi di politica.

Spuntò una foto, da cui Secondo Piano News riuscì a scoprire la “toppa” messa dai detrattori di Gratteri per giustificare che non poteva fare il ministro della Giustizia: il calabrese era un “Magistrato in servizio”. E’ questa “giustificazone”, Renzi, la appuntò sul suo taccuino. In realtà fu una giustificazione mistificatrice perché negli ultimi trent’anni vi sono stati ministri Guardasigilli e sottosegretari che al momento della nomina erano perfettamente in servizio in diverse procure italiane.

GRATTERI, UN “MAGISTRATO IN SERVIZO”. LA TOPPA RIFILATA A RENZI DA NAPOLITANO E CO.

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Napolitano, che il Csm lo presiedeva, dopo ore di “braccio di ferro”a davanti a Renzi aprì le braccia. “Mi dispiace”. E così Nicola Gratteri fu silurato a causa dei veti che in alcuni casi rimbombano come gli spari degli agguati mafiosi. Con tanti complimenti per un “soldato” che può restare in trincea contro la mafia, ma non gli è concesso oltrepassare la linea di comando.

Nella breve intervista al giornalista Rai, il magistrato racconta che non ha fatto il ministro perché, dice, “sono un rompiscatole”. Uno che dice “quello che pensa”, al contrario di tanti carrieristi che seguono l’onda omologante del “judge-correct”. “Potrei stare zitto – spiega il magistato – e se parlassi di meno sicuramente farei più carriera, ma non c’è cosa più bella e appagante che dire ciò che si pensa”.

Però – ha aggiunto Nicola Gratteri – questo costa perché ti crea nemici ed antipatie e, quindi, se possono te la fanno pagare e ti fanno muro quando, ad esempio, concorri a procuratore della Repubblica o come ministro”.

Ora Nicola Gratteri chiede gli venga riconosciuta finalmente la nomina a procuratore: “Penso che la troverò, perché conviene. Perché se non mi danno un posto da procuratore dovranno vedersela con queste migliaia di persone che mi vogliono bene e che questa volta non lo accetteranno”. Ergo, la Giustizia, per funzionare bene ha bisogno di una profonda pulizia…All’interno del sistema giudiziario. O no!, Matteo Renzi.

San Severo (Foggia), omicidio Bonaventura. Presi i killer

Giuseppe Volpe e Matteo Anastasio presunti autori dell'omicidio di Giuseppe Bonaventura a San Severo
Giuseppe Volpe e Matteo Anastasio presunti autori dell’omicidio di Giuseppe Bonaventura

La Procura di Foggia ha chiuso il cerchio attorno ai presunti killer di Giuseppe Bonaventura. Entrambi i destinatari dei mandati di cattura sono stati presi. Matteo Anastasio di 26 anni, si è presentato col suo legale nella caserma dei Carabinieri, mentre a Pescara è stato arrestato Giuseppe Volpe, il 27enne che avrebbe sparato a Giuseppe Bonaventura in via Carli dopo una lite per un locale abusivo.

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I FATTI
Un uomo di 45 anni, Giuseppe Bonaventura, di San Severo, è stato ucciso nel pomeriggio intorno alle 17 del 20 settembre 2015 con alcuni colpi di arma da fuoco, al termine di un litigio avuto con un’altra persona.

L’omicidio è avvenuto in via Mario Calvi, alla periferia della città dell’Alto Tavoliere, quartiere San Bernardino. Giuseppe Bonaventura, da quanto riferiscono i media locali, avrebbe tentato di sedare una rissa tra alcune persone. Un litigio presto degenerato nella violenta reazione di uno dei protagonisti che avrebbe estratto la pistola e fatto fuoco uccidendolo.

Giuseppe Bonaventura ucciso a San Severo
La vittima Giuseppe Bonaventura

Secondo quanto la Gazzetta del Mezzogiorno sembra che la vittima avesse preso le difese di un suo amico che avrebbe preteso l’occupazione abusiva di un alloggio assegnato ad altro inquilino. Ne è nato un alterco sfociato nella reazione furibonda dell’omicida. Secondo quanto avrebbero accertato i militari dell’Arma, Bonaventura avrebbe sferrato un paio di pugni contro la persona con la quale era in corso la discussione e questi avrebbe sparato con una pistola calibro 9 corto colpendolo al torace e di striscio ad una spalla, e fuggendo subito dopo.

La mappa che indica il luogo dove è avvenuto l'omicidio di Giuseppe Bonaventura a San SeveroSul posto sono giunte le Forze dell’Ordine e i soccorsi che hanno trasportato l’uomo al pronto soccorso dell’ospedale Masselli Mascia di San Severo, ma Giuseppe Bonaventura è morto durante la disperata corsa al nosocomio. Secondo alcuni siti foggiani, sembra che Bonaventura sia riuscito a raggiungere da solo il pronto soccorso.

Sull’omicidio indagano i Carabinieri del Comando provinciale di Foggia. Secondo quanto è trapelato, gli inquirenti avrebbero già identificato il killer. Questione di ore per la sua cattura. (updated 23/09/2015)

Elezioni in Grecia, vince Alexīs Tsipras. Meimarakis ammette sconfitta

Voto in Grecia, il premier Alexis Tsipras esce dalla cabina elettorale

Alexīs Tsipras vince per la seconda volta in otto mesi, le elezioni politiche. A confermarlo il leader di Nea Demokratia Vangelis Meimarakis, che si è congratulato con Alexis Tsipras, “per la sua vittoria di oggi alle elezioni politiche greche”. Lo scrivono i media greci online. Meimarakis concede quindi la vittoria ad Alexis Tsipras. “Congratulazioni a Tsipras – ha detto il presidente di Nea Dimokratia – Ora può fare il governo che crede. Io voglio ringraziare chi ha lavorato con noi in queste elezioni. Pensavano fossimo finiti, invece siamo ancora qui, e forti”.

Gli exit poll gli davano la vittoria. I primi dati ufficiali lo davano effettivamente avanti fino a una copertura tale che ha fatto uscire fuori allo scoperto il rivale di Nuova Democrazia che si è congratulato ancora prima della fine dello spoglio. Alexīs Tsipras si avvia dunque a riprendersi la guida della Grecia.

Secondo i primi dati ufficiali dello scrutinio diffusi dal ministero dell’Interno greco, quando sono stati contati l’8,53% dei voti, Syriza di Alexīs Tsipras è al 34,97% e i conservatori di Nuova Democrazia al 28,76%.  Alba dorata sarebbe il terzo partito secondo gli exit poll: gli estremisti di destra sono tra il 6,5 e l’8%. Affluenza al 51,75%, è la più bassa di sempre, dopo l’exploit della consultazione referendaria dove vinsero gli “OXI”.

Exit poll Grecia, Alexīs Tsipras vince le elezioni – Secondo tutti gli exit poll, Syriza, il partito di Alexīs Tsipras, è avanti alle elezioni in Grecia. In particolare su Ert, tv pubblica, è tra il 30 e il 34%, mentre i conservatori di Nuova Democrazia di Vangelis Meimarakis è tra il 28,5 e il 32,5%.

Exit poll Grecia, Alba dorata è il terzo partito – Secondo gli exit poll delle tv greche, Alba dorata, il partito filonazista, si conferma terza forza con percentuali che vanno dal 6,5 al 8%.

Exit poll Grecia, ecco i risultati di tutti i partiti  – Ecco una media dei primi exit poll trasmessi dalle tv greche. Secondo gli analisti, 9 partiti entreranno in parlamento, mentre Unità popolare, fondata dai dissidenti di Syriza, potrebbe non farcela. * Syriza (sinistra): 30-34%; * Nea Dimokratia (conservatori): 28.5-32.5%; * Alba Dorata (estrema destra): 6.5-8 %; * Pasok (socialisti): 5.5-7%; * To Potami (centrosinistra): 4-5.5%; * Kke (comunisti): 5.5-7%; * Unità popolare (ex Syriza): 2.5-3.5%; * Unione centristi: 3.2-4.2%; * Greci Indipendenti (nazionalisti): 3-4%; * Antarsya (estrema sinistra): 0.8-1.8%; * Altri partiti: 2.1-3.1%.

Svolta a Siracusa, fu il marito a uccidere Eligia Ardita. Confessa Christian Leonardi

Eligia Ardita e Christian Leonardi
Eligia Ardita e Christian Leonardi

Il 19 gennaio scorso Eligia Ardita, l’infermiera di 36 anni deceduta a Siracusa all’ottavo mese di gravidanza, è stata uccisa dal marito Christian Leonardi. La svolta venerdì, quando i Ris hanno effettuato un sopralluogo nell’abitazione e hanno rinvenuto “tracce di saliva e di vomito” che per la procura “fanno supporre l’intenzionalita di uccidere la moglie”.

Lo ha detto sabato il capo della Procura di Siracusa, Francesco Paolo Giordano, nel corso della conferenza stampa dai Carabinieri di Siracusa sul fermo per omicidio volontario nei confronti di Christian Leonardi, la guardia giurata accusata della morte della moglie Eligia Ardita, l’infermiera siracusana di 35 anni deceduta il 19 gennaio insieme alla piccola di 8 mesi che portava in grembo.

Il procuratore aggiunto Fabio Scavone ha svelato l’interrogatorio di ieri mattina in tribunale dell’indagato in cui ha ammesso le sue colpe. “E’ stata – dice Scavone – una testimonianza drammatica in cui è venuto fuori il rimorso per quel che è accaduto”. L’uomo è crollato e ha confessato il delitto della moglie Eligia Ardita.

“Faceva uso di sostanze stupefacenti ma non possiamo stabilire se fosse sotto l’effetto di stupefacenti durante l’aggressione”. Confermati i futili motivi alla base della lite, probabilmente le uscite notturne della guardia giurata che la moglie contestava.

Dopo averla uccisa, l’uomo, secondo gli inquirenti avrebbe provato a cancellare le tracce dell’aggressione per poi chiamare il 118 a cui avrebbe successivamente addossato le colpe del decesso delle vittime.

La chiave di volta è stato appunto il sopralluogo dei Ris nella casa della coppia in via Calatabiano. “Sono stati repertati elementi come il vomito e la saliva della donna che hanno chiuso il cerchio sull’uomo”, ha detto il procuratore Giordano.

Eligia Ardita, non voleva uscisse di casa la sera perché, da quanto si è appreso, sembra sospettasse di una relazione extraconiugale. Una ipotesi che circola, ma al momento il marito non ha spiegato il vero movente del delitto. Da lì una lite furibonda che è degenarata con l’aggressione fisica.

I FATTI
Era il 19 gennaio 2015 quando la donna si sarebbe sentita male in seguito a delle forti fitte alla pancia. Era incinta all’ottavo mese. Sembrava fosse un malore dopo cena e la morte in ospedale fu in un primo momento attribuita ai soccorsi. Tant’è che la procura indagò medici e infermieri.

Ma nelle altre stanze del tribunale si lavorava anche ad “altro”. Troppo strana quella morte. Troppo strana la figura del marito. Anomala l’autopsia disposta dal pm Magda Guarnaccia su Eligia Ardita. Il magistrato ha cominciato a indagare sul marito della donna. Sul capo della donna sono state trovate lesioni. I parenti del resto, avevano confermato che non c’erano stati problemi di malori nei giorni precedenti la morte; anche il ginecologo aveva riferito di una gravidanza normale.

Decisivo l’intervento dei Ris di Messina che venerdì hanno effettuato un sopralluogo nella casa di via Calatabiano dove la coppia risiedeva, dopo il sequestro disposto dal pm aggiunto Scavone.

Sarebbero state ritrovate su un muro dell’abitazione delle tracce di vomito e saliva di Eligia Ardita. Christian Leonardi avrebbe anche cercato di inquinare la scena del crimine. Confermarlo anche il suo avvocato difensore Aldo Scuderi: “C’è stato un incidente, sfociato in una colluttazione, in quella casa e poi il mio assistito ha attuato dei comportamenti atti a mutare la scena del delitto. Il presunto assassino è accusato di omicidio volontario e procurato aborto.

Calabria, trova il ladro in casa, lo ferisce e viene arrestato. Incredibile

Cassano allo Ionio -Calabria, trova il ladro in casa, lo ferisce e viene arrestato. IncredibileUn uomo di origine rumena tenta di entrare in una casa non per chiedere da mangiare né per guardarsi un match in tv, ma per con l’intento di svaligiarla. Viene sorpreso dal proprietario che lo blocca, si difende e lo ferisce con un coltello. In carcere non ci va il presunto ladro, ma la vittima del reato. Cose se le vittime di Palagonia, i coniugi Solano, se fossero riusciti a difendersi dal presunto killer ivoriano, oggi sarebbero in carcere invece che al cimitero.

E’ incredibile ma vero. E’ successo in Calabria, a Cassano allo Ionio, dove i Carabinieri della Tenenza di Cassano allo Ionio hanno arrestato nella notte con l’accusa di tentato omicidio aggravato, il 32enne B. M. V., commerciante incensurato vittima della tentata rapina, mentre per il rumeno sorpreso a entrare in casa, una semplice denuncia per tentata violazione di domicilio.

Sorpreso il malitenzionato sul balcone, il commerciante, ha intrapreso col malvivente una collutazione. Allontanato con forza dalla propria abitazione la vittima, cioè il proprietario della casa attenzionata, vedendo che il ladro non desisteva, è rientrato in casa a Cassano allo Ionio e ha preso un coltello ma una volta uscito avrebbe visto ancora il rumeno in strada davanti alla porta della propria abitazione. La lite è proseguita degenerando con l’accoltellamento.

Secondo quanto ricostruito sembrerebbe che la vittima del tentato furto, avrebbe colpito l’aggressore “a sangue freddo alla schiena”. Sul posto sono intervenuti medici e soccorritori del 118 che hanno trasportato il mancato ladro ferito all’ospedale di Castrovillari, mentre la vittima della tentata rapina è stata arrestata e ora si trova ai domiciliari. L’accoltellato è stato invece denunciato in stato di libertà per tentata violazione di domicilio. Cose dell’altro mondo.

Trani, ucciso per sedare rissa. 4 indagati per la morte di Biagio Zanni. Celebrati i funerali

La vittima, Biagio Zanni
La vittima, Biagio Zanni

“Come puoi ordinarci di non piangere signore, anche tu stai piangendo”. E’ quanto ha detto don Alessandro Farano nel giorno dell’ultimo saluto a Biagio Zanni, il 34enne tranese morto in seguito ad un accoltellamento avvenuto durante una rissa nella notte tra sabato e domenica.

GLI SVILUPPI
Dopo una caccia all’uomo durata due giorni si è forse risaliti ai presunti autori dell’omicidio di Biagio Zanni. Quattro persone sono indagate dalla Procura di Trani per l’omicidio del commercialista 34enne, ucciso sabato sera con alcune coltellate vicino al lungomare di Trani mentre cercava di sedare una rissa.

Si tratta di un maggiorenne e di tre minorenni, tutti incensurati, accusati di rissa; sul maggiorenne pende anche l’accusa di omicidio volontario.
Dall’autopsia è emerso che il giovane sarebbe stato ucciso con un coltello a scatto. Proseguono interrogatori e audizioni da parte dei carabinieri.

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I FATTI
Un commercialista di 34 anni, Biagio Zanni, è stato ucciso con alcune coltellate all’addome mentre, secondo una prima ricostruzione dei Carabinieri, cercava di sedare una rissa scoppiata tra alcuni giovani in piazza Quercia a Trani.

Il fatto è avvenuto la notte scorsa; l’uomo è morto questa mattina nell’ospedale di Andria. La rissa sarebbe iniziata, verso l’una per motivi ancora da chiarire e avrebbe coinvolto una decina di persone.

Il luogo dove è avvenuta l'uccisione di Biagio Zanni a Trani
Il luogo dove è avvenuta l’uccisione di Biagio Zanni a Trani

Da una prima ricostruzione, un gruppo di giovani che frequentano movida notturna, hanno cominciato a litigare per futili motivi, da una parola all’altra sono cominciati a volare bicchieri e bottiglie di vetro. Il giovane professionista, nel tentativo di fare da paciere ha ricevuto, ancora non si sa da chi, due coltellate che hanno colpito organi vitali.

Indagano gli inquirenti che oltre a sottoporre a interrogatorio numerosi testimoni oculari, avrebbero acquisito le registrazioni delle telecamere di sorveglianza. Una morte assurda, quella del giovane professionista che ha scosso tutta Trani. Il sindaco della città Amedeo Bottaro ha espresso cordoglio sospeso tutte le manifestazioni dell’Estate Tranese 2015: “Non si può morire a 34 anni in questo modo”, ha affermato Bottaro.

“Oggi Trani deve restare in silenzio e deve riflettere. Le cose sul porto devono cambiare e cambieranno”. Sull’omicidio di Biagio Zanni i Carabinieri di Trani hanno avviato indagini serrate. Da parte dell’Arma c’è massimo riserbo su indagini che presto potranno portare alla cattura del killer della movida tranese. (modificato il 23 settembre 2015)

Cremona, va a caccia di fagiani, sbaglia mira e uccide il fratello

Tragedia ad Agnadello Cremona. Luigi Agosti viene ucciso per sbaglio dal fratello Fiorenzo in battuta di caccia
Il luogo dell’incidente a Agnadello, provincia di Cremona

Una battuta di caccia si è trasformata in tragedia. E’ successo ad Agnadello, in provincia di Cremona, dove due fratelli sono usciti di buon mattino per andare a caccia e uno di loro è morto sotto i colpi dell’altro.

Per cause ancora in corso di accertamento, uno dei fratelli, nell’intento di sparare a un fagiano ha sbagliato mira e ha colpito il fratello, uccidendolo. La tragedia è avvenuta stamani in aperta campagna, tra Agnadello e Rivolta d’Adda, in provincia di Cremona.

La vittima, Luigi Agosti, 74 anni è morto sul colpo sotto i pallettoni del fratello Fiorenzo Agosti (65 anni). Dai primi racconti, i due camminavano distanziati in campagna, quando a un certo punto Fiorenzo avrebbe visto un fagiano alzarsi in volo e, ad altezza d’uomo, avrebbe sparato centrando in pieno petto Luigi Agosti, il fratello che è deceduto dopo pochi minuti.

Un giovane che li accompagnava, è rimasto ferito a un occhio da un pallino in modo, sembra, non grave. Sul posto sono giunti i Carabinieri di Rivolta d’Adda e la polizia provinciale. Si indaga per accertare l’esatta dinamica. La pista, al momento, più accreditata è che Luigi Agosti è stato vittima di un tragico incidente di caccia. Il fratello è sotto interrogatorio e, come atto dovuto, sarà indagato per omicidio colposo.

Lecce, ubriaco piomba su scooter. Morti due ragazzi di 16 anni

ambulanzaDue ragazzi di 16 anni sono morti la notte scorsa dopo essere stati tamponati a bordo del loro ciclomotore da un’auto il cui conducente è stato arrestato dai carabinieri e trovato positivo all’alcol e alla cocaina. L’incidente è avvenuto a Melendugno-Torre dell’Orso (Lecce), sulla litoranea salentina.

Dopo aver tamponato i due ragazzi, il conducente dell’auto ha urtato anche un altro ciclomotore; i due passeggeri sono rimasti illesi. Le vittime del tamponamento sono Giorgio Sabato, di Nardò (Lecce), che è morto sul colpo, e Alex Giuseppe Furio, di Copertino (Lecce), che è deceduto poco dopo il ricovero nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce.

L’uomo arrestato, che guidava una Seat Ibiza, è Iacopo Lorusso, 33 anni, nato a Bari e residente a Lecce. E’ accusato di duplice omicidio colposo per alterazione alcolica e da stupefacenti. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Lecce.

Grecia al voto anticipato. La terza consultazione in otto mesi

Il leader di Syriza Alexis Tsipras (Ansa/Ap)
Il leader di Syriza Alexis Tsipras (Ansa/Ap)

La Grecia ritorna alle urne. Sono iniziate alle 7 di domenica le operazioni di voto per le elezioni anticipate in Grecia. I seggi si chiuderanno alle 19 (le 18 in Italia) e subito dopo verranno diffusi gli exit poll. Il leader di Syriza Alexis Tsipras, che i sondaggi danno per favorito, ha votato nel seggio del quartiere popolare di Kypslei, dove vive. Vangelis Meimarakis, presidente di Nea Dimokratia, ha votato invece a Marousi, periferia nord di Atene.

La Grecia torna dunque al voto per la terza volta in otto mesi. Un’elezione politica anticipata dove i sondaggi danno per favorito l’ex premier di sinistra Alexis Tsipras, che spera di fare il bis al governo, nonostante l’emorragia di consensi che lo ha colpito dopo la decisione di dimettersi e andare al voto.

Una consultazione che i greci vivono con distacco e disillusione, anche in queste ore di vigilia, convinti che a prescindere dal risultato il peso di crisi ed austerità non si alleggerirà. Tutti gli ultimi sondaggi vedono Syriza leggermente in vantaggio su Nea Dimokratia.

“Oggi la Grecia esercita il suo diritto democratico e decide del proprio futuro. Serve un governo forte con un mandato per quattro anni”, ha detto il leader di Syriza Alexis Tsipras dopo aver votato. “Sono ottimista. Domani inizia un nuovo giorno“, ha commentato ancora l’ex premier.

E’ un giorno di festa. Oggi non parlano i politici, ma i cittadini con il loro voto. I greci vogliono liberarsi dalle bugie. Stasera tutti i greci festeggeranno una nuova Grecia, da domani con il sorriso”, ha detto dal canto suo il presidente di Nea Dimokratia, Vangelis Meimarakis, dopo aver votato al seggio di Marousi dove una folla di sostenitori lo ha accolto con applausi.

19 i partiti in lizza, ma la soglia è al 3% – Sono 19 i partiti e le coalizioni in lizza per le elezioni politiche in Grecia. Questi sono quelli che hanno le migliori chance di entrare in Parlamento (lo sbarramento è al 3%): SYRIZA – Coalizione della sinistra radicale, guidata da Alexis Tsipras. NEA DIMOKRATIA (ND) – Partito di centrodestra, membro del Ppe, guidato da Vangelis Meimarakis UNITÀ POPOLARE (Laiki Anotita) – Partito di sinistra formato da ex Syriza in rotta con Tsipras, guidato da Panagiotis Lafazanis KKE – Partito comunista greco, guidato da Dimitris Koutsoumpas PASOK – Socialisti, guidati da Fofi Gennimatà.

Sono in alleanza elettorale con i socialdemocratici di Dimar. TO POTAMI (Il Fiume) – Socialdemocratici/liberali, guidati da Stavros Theodorakis GRECI INDIPENDENTI (Anel) – Partito nazionalista guidato da Panos Kammenos ALBA DORATA (Chrysì Avgì) – Partito di estrema destra, guidato da Nikolaos Michaloliakos, attualmente agli arresti domiciliari, sotto processo con i vertici del partito con l’accusa di aver costituito un’organizzazione criminale.UNIONE DEI CENTRISTI (Enosi Kentroon)- guidato da Vassilis Leventis. Dalla sua fondazione nel 1992 non è mai entrato in Parlamento, ma alcuni sondaggi lo danno ora attorno al 3%.

Acerra, esecuzione nella piazza gremita. Ucciso un 57enne

La vittima Adalberto Caruso
La vittima Adalberto Caruso

Non è bastato l’appello del Cardinale Sepe a Napoli per far cessare il fuoco tra i clan camorristici in città, che poche ore dopo un altro omicidio si è consumato ad Acerra. Sotto i colpi dei killer è caduto Adalberto Caruso, di 57 anni. L’agguato sabato sera intorno alle 19.30 in Piazza San Pietro.

Secondo i militari dell’Arma di Castello di Cisterna che secano di ricostruire la dinamica dell’agguato, Adalberto Caruso si trovava nella gremita piazza seduto su una panchina nei pressi di un’edicola, quando uno o più sicari hanno sparato un colpo di pistola centrando l’uomo alla testa.

Roba da professionisti. I sicari infatti sono andati a colpo sicuro e a distanza ravvicinata, con la piazza piena di gente. Immediatamente, secondo quanto raccontato dal Mattino, ci sono state scene di panico e un fuggi fuggi generale in piazza.

I Carabinieri effettuano rilievi sul luogo del delitto di Adalberto Caruso ad Acerra Napoli (Foto Alessandro Garofalo)
I Carabinieri effettuano rilievi sul luogo del delitto (Foto Alessandro Garofalo)

Sul posto sono giunti l’ambulanza e i Carabinieri. Inutile la corsa al pronto soccorso. L’uomo è deceduto durante il tragitto. Rabbia e disperazione dei parenti dell’uomo a Villa Fiorita. Sempre secondo il Mattino, la vittima ad Acerra era conosciuto come “Ignazio ’a ’mbechera”.

Adalberto Caruso era sposato e aveva due figli. Aveva dovuto affrontare, a sentire gli inquirenti, diversi processi per vicende penali. Al momento non aveva alcuna pendenza. Nei dossier dei Carabinieri e della Polizia su Acerra il suo nome non compare come un affiliato.

Tuttavia, alla luce di quanto è accaduto questa sera, gli investigatori non escludono che in maniera diretta o indiretta avesse contatti con il mondo della malavita organizzata. Insomma, una figura non certo di spicco. Le indagini sono serrate per risalire agli assassini.

Turchia, le immagini, oltre Aylan, che commuovono il mondo. FOTO

La piccola profuga siriana guarda i poliziotti (Epa)
La piccola profuga siriana guarda i poliziotti (Epa)

Diventano virali le foto di una baby profuga siriana immortalata sull’autostrada Istanbul-Edirne sul confine tra Turchia e Grecia. Lei, che avrà forse un anno di vita, si vede gattonare verso il cordone di polizia schierato in assetto antisommossa. Come in altre mille immagini dei flussi migratori siriani, sono i bambini i veri protagonisti di questa “crociera” i cui genitori non avrebbero voluto fare nemmeno dietro pagamento se in Siria ci fossero le condizioni per vivere.

Qualcuno dei poliziotti non può fare a meno che sorridere alla piccola, che ha lo sguardo tenero e smarrito tra questi “omoni” e la sua gente assiepata dietro di lei che attende che qualcuno li faccia oltrepassare il passare.

I genitori hanno giustamente pensato bene di camminare via terra piuttosto che affidarsi a imbarcazioni colabrodo per raggiungere la terra che fu di Platone e Aristotele.

La loro destinazione è la Germania. E là che la mamma e il papà di questa piccolina coi riccioli rossicci immaginano un futuro diverso e migliore; vogliono che la loro creatura cresca e venga istruita in Europa. Lontani dalla propria terra natìa, dai loro affetti e dalle loro case sotto il fuoco dei nemici di Dio.

Una immagine felice nella tristezza del sacrificio della migrazione, diventata subito virale tra web e social. Al contrario delle foto di Aylan e Garbin Kurdy cui si aggiungono purtroppo le tristi immagini di altre due bambine siriane annegate tra venerdì e sabato.

Il Papa è arrivato a Cuba. Tutte le tappe e i numeri del viaggio

Il Papa a Cuba e negli Usa. Tutte le tappe e i numeri del viaggio
Il Papa a Cuba e negli Usa. Tutte le tappe e i numeri del viaggio più importante del suo pontificato

 

Papa Francesco è arrivato a Cuba. L’aereo con a bordo il Pontefice è atterrato all’aeroporto internazionale della capitale L’Avana.

Papa: oggi il mondo è assetato di pace – “Credo che oggi il mondo sia assetato di pace”. Lo ha detto papa Francesco ai giornalisti durante il volo che lo ha portato a Cuba, ricordando “le guerre, i migranti, l’ondata migratoria di persone che fuggono dalle guerre, che fuggono dalla morte”.

Il Papa, salutando i giornalisti in volo, in questo “che è il mio viaggio più lungo”, ha anche detto: “Vi ringrazio per quello che farete nel vostro lavoro per costruire ponti: piccoli ponti, ma un ponte dopo l’altro si costruisce la pace”. “Grazie, buon viaggio e buon lavoro – ha concluso Francesco -. E pregate per me”.

Papa: accolto all’Avana da R.Castro e card.Ortega – Il Papa è stato accolto all’ aeroporto dell’Avana dal presidente cubano Raul Castro e dal cardinale Jaime Ortega, arcivescovo della capitale cubana.

Papa: emozionato salutando famiglia profughi  – “Mi sono emozionato tanto oggi quando, congedandomi dalla porta di Sant’Anna, c’era una delle due famiglie che stanno nella parrocchia di Sant’Anna in Vaticano, accolte lì. Sono siriani, profughi: si vedeva il dolore nei loro volti”. Lo ha detto il Papa in volo verso Cuba.

Papa:R.Castro,profondo affetto,rispetto,ospitalità – Il governo e il popolo cubano “lo accolgono con profondo affetto, rispetto e ospitalità”: lo ha sottolineato il presidente Raul Castro, accogliendo il Papa all’aeroporto dell’Avana.

LE TAPPE DI PAPA FRANCESCO
Il viaggio che fino a lunedì 28 porterà Papa Francesco prima e Cuba (all’Avana, Holguin e Santiago) e poi negli Stati Uniti (Washington, New York, Filadelfia), il suo decimo all’estero, è il più lungo del pontificato, ma anche il più denso e complesso dal punto di vista dei contenuti, dei rapporti, delle questioni sul tappeto. Ventisei i discorsi in programma: otto a Cuba e 18 negli Usa, di cui solo quattro in inglese, il resto in spagnolo. Complessivamente 19.171 i km percorsi dal Papa in sette voli.

Papa Francesco è partito con un volo Alitalia da Fiumicino alle 10.15 per arrivare alle 16.00 locali (le 22.00 in Italia) all’aeroporto internazionale Josè Martì dell’Avana. Qui ci sarà subito la cerimonia di benvenuto con i discorsi del presidente Raul Castro e del Pontefice. Si passa quindi alla giornata di domenica 20, quando alle 9.00 (le 15.00 in Italia) Bergoglio celebrerà la messa nella Plaza de la Revolucion della capitale cubana. Nel pomeriggio, alle 16.00 locali la visita al presidente Raul Castro nel Palazzo presidenziale, quindi alle 17.15 la celebrazione dei Vespri con il clero cubano nella cattedrale, e alle 18.30 il saluto ai giovani del Centro culturale padre Felix Varela.

Lunedì 21, alle 8.00 locali, la partenza in aereo per Holguin, dove il Papa atterrerà alle 9.20 e celebrerà la messa nella Plaza de la Revolucion alle 10.30. Alle 15.45 la benedizione della città della collina Loma de la Cruz e quindi la partenza del volo per Santiago, dove il Pontefice arriverà alle 17.30. Lì Francesco, alle 19.00, incontrerà i vescovi nel Seminario San Basilio Magno e alle 19.45 pregherà davanti alla Virgen del la Caridad del Cobre, patrona di Cuba, nel santuario poco distante dalla città.

IL VIDEO MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO

Martedì 22, sempre a Santiago, si prevede alle 8.00 la messa nel santuario della Virgen de la Caridad e alle 11.00 l’incontro con le famiglie nella cattedrale Nostra Signora, seguita all’esterno dalla benedizione alla città. La cerimonia di congedo all’aeroporto, alle 12.15, chiuderà la permanenza del Papa sull’isola di Cuba, prima del decollo alle 12.30 locali per Washington, dove Francesco sarà accolto alle 16.00 (le 22.00 in Italia) nella base militare di Andrews dal presidente Barack Obama e dalla famiglia.

Mercoledì 23, alle 9.15 locali, il Pontefice andrà in visita alla Casa Bianca dove terrà il suo primo discorso in terra statunitense e sarà a colloquio con Obama. Alle 11.30 incontrerà i 400 vescovi degli Stati Uniti nella cattedrale di San Matteo, mentre alle 16.15 presiederà la messa di canonizzazione del discusso padre Junipero Serra, evangelizzatore della California nel 18/mo secolo, al centro di polemiche dei nativi americani per i metodi repressivi promossi all’epoca.

Giovedì 24, alle 9.15, sarà la volta della visita al Congresso Usa, primo Papa a parlare al Parlamento americano. Seguirà l’incontro con i senzatetto, alle 11.15, nel Centro caritativo della parrocchia di St. Patrick, mentre alle 16.00 – con voli da ora della American Airlines – il Papa partirà per New York: l’arrivo è previsto alle 17.00, con successivo incontro con il clero per i Vespri alle 18.45 nella cattedrale di San Patrizio.

Venerdì 25 sarà il giorno della visita al Palazzo di Vetro dell’Onu, alle 8.30, per i 70 anni dell’organizzazione e l’inizio della 70/ma assemblea generale. Poi alle 11.30, incontro interreligioso al Memorial di Ground Zero, mentre nel pomeriggio il Papa incontrerà alle 16.00 i bambini e le famiglie di immigrati in una scuola cattolica ad Harlem e alle 18.00 celebrerà la messa nel Madison Square Garden.

Sabato 26alle 8.40 si parte in aereo per Filadelfia, con arrivo alle 9.30. Alle 10.30 messa con il clero della Pennsylvania nella cattedrale e alle 16.45 incontro per la libertà religiosa con al comunità ispanica nell’Independence Mall. Alle 19.30 la grande festa delle famiglie dell’Incontro Mondiale 2015 e la veglia di preghiera al Franklin Parkway.

Domenica 27 il viaggio si concluderà con, alle 9.15 locali, l’incontro con i vescovi, alle 11.00 la visita al carcere Curran-Fromhold, alle 16.00 la grande messa conclusiva dell’Incontro mondiale delle famiglie, ancora al Franklin Parkway, e alle 19.00 il saluto all’aeroporto con il comitato organizzatore e i volontari. La partenza per l’Italia. Dopo la cerimonia di congedo, alle 20.00 locali (le due di lunedì) partenza per Roma-Ciampino dove l’arrivo è previsto il 28, alle 10.00.

Alghero, sfondano la vetrata e portano via il bancomat. Presi

La vetrata dell'aeroporto di Alghero divelta dai rapinatori
La vetrata dell’aeroporto di Alghero divelta dai rapinatori

Hanno usato un Fiorino come ariete per sfondare una vetrata dell’aeroporto di Alghero (Sassari) e poi hanno sradicato e trascinato via la cassaforte del bancomat.

Il colpo è stato messo a segno poco prima delle 2 di stanotte da un commando di cinque banditi, che sono già stati subito rintracciati e fermati dai Carabinieri. Sono tutti stranieri dell’est Europa, bloccati a Platamona, sul litorale di Sassari, a bordo di un’auto rubata.

Anche la refurtiva è già stata recuperata, ma non si conosce ancora l’ammontare all’interno del bancomat. I militari indagano anche per capire se i cinque malviventi siano coinvolti in altri colpi realizzati nel sassarese.

A Bonorva, sempre in provincia di Sassari, il primo settembre scorso, un  commando armato di otto banditi assaltò un portavalori riuscendo a portare via circa 500mila euro. In quella occasione è stata ferita a una gamba una guardia giurata addetta al trasporto di denaro.

Napoli, ucciso Andrea Saraiello, l'incensurato con la pistola d'oro

Andrea Saraiello in una foto su FB si punta una pistola d'oro alla tempia.
Andrea Saraiello in una foto su FB si punta una pistola d’oro alla tempia.

Si è fatto fotografare con una pistola d’oro puntata alla sua tempia, Andrea Saraiello, il giovane incensurato ucciso ieri sera nella zona Capodichino a Napoli. Un sicario, forse con un complice, ha esploso contro di lui almeno tre colpi di pistola il 26 enne. Il cadavere è stato trovato per strada in via Louis Bleriot, nel quartiere di San Pietro a Patierno, dove sono intervenuti i Carabinieri per i i primi accertamenti. A poca distanza è stata ritrovata una motocicletta.

I carabinieri non escludono alcuna pista, anche se ritengono meno plausibile quella di una rapina finita tragicamente. E’ probabile si tratti di un omicidio legato alla lunga scia di sangue di queste settimane a Napoli dove si è riaperta una guerra di camorra che ha fatto piombare la città agli anni bui delle faide tra clan. Andrea Saraiello era incensurato ma da alcune foto pubblicate sul suo profilo Facebook dava “rimostranze” di essere uno “forte” per “ambienti” probabilmente più grandi di lui.

In una foto sul suo profilo Facebook, la giovane vittima, ha pubblicato una foto mentre si punta una pistola d’oro (o placcata) alla tempia evidentemente per manifestare il proprio “coraggio” di sfidare il mondo. Tatuato di tutto punto, da ciò che si apprende, era un giovane che voleva farsi valere.

Le modalità con le quali è stato ucciso il giovane Andrea Saraiello sono quelle tipiche di un agguato camorristico. Da quanto accertato dai militari dell’Arma, i giovane risulta incensurato. Sul luogo del delitto è giunta l’ambulanza insieme ai CC e alla Scientifica per i rilievi del caso.

Intanto, il cardinale Crescenzio Sepe nel corso dell’omelia del miracolo di San Gennaro ha invocato di fare cessare le armi. ”Basta sangue per le nostre strade”, ha detto l’alto prelato. “A Napoli è tuttora presente la più crudele di tutte le seti, ossia la sete del necessario, che è sete di conoscenza e di senso, ma anche mancanza di quell’acqua indispensabile per bagnare i campi vitali che una città dovrebbe offrire ai suoi abitanti”, ha affermato il cardinale Sepe.

Terremoto nelle Marche. Da ieri sera 3 scosse, la più forte 3.9

Una forte scossa di terremoto di magnitudo 3.9 è stata registrata alle 9:21 dagli strumenti dell’Istituto nazionale di fisica e vulcanologia in provincia di Pesaro-Urbino, nelle Marche. La scossa si è verificata ad uno profondità di 7 chilometri ed è stata avvertita distintamente in tutto il Montefeltro, dove molte persone sono scese in strada, ed anche in Umbria, nella zona di Città di Castello.

Nella serata di ieri si sono registrate altre scosse: la più forte, di magnitudo 3.6, alle 21:24, avvertita anche in alcuni comuni dell’Umbria e della Toscana vicini all’epicentro; alle 23:22 nuovo movimento sismico, di magnitudo 2.

Sono in corso verifiche in tutti gli edifici strategici di Mercatello sul Metauro, Borgo Pace e Sant’Angelo in Vado – i comuni dell’epicentro – per accertare che la scossa non abbia provocato danni: ”Al momento però – riferiscono dalla Protezione civile – non abbiamo ricevuto alcuna segnalazione, né ci sono state richieste di intervento ai vigili del fuoco”.

Alcuni sindaci, come quelli di Mercatello sul Metauro e di Cagli, hanno deciso di far evacuare le scuole a titolo precauzionale, ma naturalmente gli accertamenti proseguiranno per tutta la giornata.

Molta la paura già da ieri sera per la prima scossa di 3.6. Qualcuno è sceso giù in strada. Intasati i centralini di Vigili, e i numeri di emergenza. Stamane il sisma più forte che ha fatto tremare la terra per qualche decina di secondi.

Alitalia, l'Ad Cassano dimissionato a sua insaputa. Azienda (sempre) in perdita

Alitalia, l'Ad Silvano Cassano è stato dimissionato a sua insaputa. Azienda (sempre) in perdita
L’ad di Alitalia Silvano Cassano, durante l’inaugurazione del padiglione Alitalia-Etihad a Expo 2015, (Ansa/Porta)

Alitalia conferma che Silvano Cassano ha lasciato l’incarico di Amministratore Delegato con effetto immediato. “Il Dott. Cassano, che cessa il suo mandato per (presunti) motivi personali, – è scritto in una nota della compagnia – ha formalmente comunicato le dimissioni al Consiglio di Amministrazione in data odierna”. La notizia delle dimissioni di Cassano le aveva annunciate Luca Cordero di Montezemolo, che ne assume la guida protempore. L’Ad, di fatto è stato “dimissionato”, forse a sua insaputa. Un metodo che Montezemolo conosce bene avendolo subìto in Ferrari da Marchionne.

Non è proprio un momento felicissimo per Alitalia (ricordarne uno sarebbe una impresa…), anche dopo la fusione con gli arabi di Etihad. La perdita nei primi sei mesi è stata di 130 milioni di euro. Il Cda ha affermato che questa perdita di esercizio “è in linea con il piano”, ma da un’altra angolazione l’ex compagnia di bandiera italiana continua a produrre deficit e fallimenti per politiche manageriali che non tengono ancora conto “che il mondo è cambiato”.
Appare poi molto strano come le dimissioni di Cassano le abbia annunciate Montezemolo e non il diretto interessato. Cosa sarà successo?
Il Consiglio di Amministrazione ringrazia l’ormai ex ad per il suo impegno e contributo nel guidare Alitalia nella prima fase del piano di trasformazione e sviluppo del business.
Il Consiglio di Amministrazione ha assegnato i poteri al Presidente a Luca Cordero di Montezemolo fino alla designazione del nuovo Amministratore Delegato.
Luca Cordero di Montezemolo, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Alitalia, ha affermato: “Passeremo ora alla prossima fase della nostra strategia di trasformazione del business con una nuova guida”.
“La Società darà prossimamente comunicazioni sul nuovo Amministratore Delegato. Nel frattempo le competenze per la gestione ordinaria del business saranno ripartite ad interim tra il Chief Operations Officer di Alitalia, Giancarlo Schisano e il Chief Financial Officer, Duncan Naysmith, che riporteranno a me fino alla designazione del nuovo Amministratore Delegato ”, ha detto Montezemolo.

 

Un incontro si è svolto tra il presidente di Alitalia, il vice presidente James Hogan ed il management Alitalia dopo le dimissioni di Cassano. Dal presidente è arrivato “l’invito a proseguire con determinazione il processo di cambiamento”. Nell’incontro “si è confermata la continuità nella gestione e la piena validità delle strategie”. Così Alitalia ai dipendenti. “Si è ribadito che l’andamento della compagnia rispecchia quanto previsto nonostante” i problemi per gli “eventi che hanno coinvolto Fiumicino”.

Alitalia ha chiuso il primo semestre 2015 con una perdita netta di 130 milioni di euro, “con un aumento di soli 30 milioni rispetto al trimestre precedente, e in lieve miglioramento rispetto al budget”. Lo si legge nella nota diffusa al termine del Cda cha ha approvato la semestrale, riscontrando “con soddisfazione che il semestre si è chiuso in linea con le previsioni del piano”.

“Nel rilevare che l’andamento economico è in linea con il piano – si legge nella nota – il cda ha confermato per intero la strategia del piano di rilancio e sottolineato la necessità di procedere senza indugio nella sua implementazione”. Il risultato registrato nel primo semestre, precisa la nota, “è stato raggiunto nonostante i danni subiti da Alitalia a causa dell’incendio divampato il 7 maggio scorso all’aeroporto di Fiumicino – quantificati in 80 milioni di euro e maturati a cavallo tra il secondo e il terzo trimestre – e l’impatto della sospensione della importante tratta Roma-Caracas resa necessaria a causa del congelamento valutario in vigore in Venezuela”.

Il Cda ha anche espresso soddisfazione per il “consenso registrato sui mercati internazionali dal bond di 375 milioni di euro collocato da Alitalia, e dal reperimento di 700 milioni di dollari di nuove risorse da parte di Etihad Airways e dei propri equity partners, 122 milioni dei quali verranno destinati ad Alitalia”. Nel semestre, Alitalia ha trasportato 10,3 milioni di passeggeri con un tasso di riempimento degli aerei del 75%.

Nei primi sei mesi, inoltre, “Alitalia ha focalizzato gli investimenti sullo sviluppo dell’offerta di lungo raggio, con l’avvio dei voli Venezia-Abu Dhabi, Milano-Abu Dhabi, Milano-Shanghai e Roma-Seoul, sul potenziamento della flotta intercontinentale, con l’ingresso di due aerei Airbus A330, e sulla proposizione di nuovi servizi di bordo. La compagnia – ricorda la nota – ha inoltre definito la sua nuova visual identity che ha riguardato, tra l’altro, il brand, la configurazione degli interni e il disegno della livrea degli aerei”.

“I primi giorni della prossima settimana – si legge ancora nella nota diffusa dopo il Cda – si riuniranno a Roma, come previsto da tempo, i vertici delle compagnie Etihad Airways Partner, per un periodico incontro di confronto e aggiornamento sullo sviluppo delle sinergie industriali e sull’integrazione dei network”. Momenti duri per la compagnia.

Aidomaggiore, ucciso con 2 fucilate l'allevatore Felice Atzori

Aidamaggiore (Oristano), ucciso con due fucilate l'allevatore Felice Atzori

Due fucilate esplose a colpo sicuro da breve distanza. E’ il responso dell’autopsia eseguita a Cagliari dal medico legale Roberto Demontis sul cadavere di Felice Atzori, l’allevatore di 77 anni di Aidomaggiore ucciso all’alba di ieri nel suo ovile in località Sa Tanga Noa nelle campagne tra Sedilo e Borore.

Gli investigatori restano abbottonati su tutti i particolari del tragico agguato, ma i risultati dell’autopsia sembrano confermare che a sparare sia stato un solo fucile.

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I FATTI
Un allevatore, Felice Atzori, di 77, è stato ucciso venerdì mattina in un ovile nelle campagne di Aidomaggiore (Oristano), in località Tanca’e Su Buscu. Il suo corpo è stato trovato dai familiari, preoccupati per il suo mancato rientro a casa.

L’uomo non si era sposato e viveva nella sua abitazione di campagna con la sorella e un nipote.  Felice Atzori col suo gregge usciva tutti i giorni al mattino presto e faceva in genere rientro per il pranzo, ma qualcuno questa volta si è fatto trovare in agguato.

Nulla ancora si è appreso sulla dinamica del delitto né sul tipo di arma usata. Quanto al movente, i Carabinieri stanno scavando nel passato della vittima: da quando si apprende, potrebbe trattarsi di problemi di pascolo e furti di bestiame. E’ probabile che l’allevatore sorpreso nell’ovile un ladro di bestiame con cui ha avuto una lite e da lì ha prevalso il killer.

Si indaga. I Carabinieri della Compagnia di Oristano e della Stazione di Ghilarza hanno aperto un’indagine. Sul posto, anche il magistrato di turno e il medico legale per gli esami di rito. (updated 19/19/2015)

Campania, presidente Antimafia indagata per voto mafioso. Lei: "Rammaricata ma serena"

Campania, presidente Antimafia indagata per voto di scambio mafioso Monica Paolino
Monica Paolino

La presidente della Commissione Antimafia del Consiglio regionale della Campania, Monica Paolino, consigliere regionale di Forza Italia, risulta indagata dalla Procura di Salerno per presunto voto di scambio politico elettorale di tipo mafioso. L’inchiesta è coordinata dal magistrato Vincenzo Montemurro, della Dda di Salerno.

La Direzione investigativa Antimafia e i Carabinieri hanno perquisito a Scafati (Salerno) l’abitazione dove vive Paolino insieme al marito, Pasquale Aliberti, sindaco della città e anch’egli indagato insieme al fratello Nello e a dei collaboratori. Perquisiti anche gli uffici istituzionali del consiglio regionale.

La Paolino alla notizia di essere indagata è rimasta basita: “Stamattina, – ha detto Monica Paolino – avendo ricevuto una perquisizione domiciliare e presso il mio ufficio in Consiglio Regionale, ho appreso con immenso rammarico e stupore di essere indagata per reati relativi a fatti di cui non sono assolutamente a conoscenza. Sono comunque serena e rimango fiduciosa nell’operato della magistratura”.

La vicenda nasce per alcuni presunti appalti e consulenze. Nella perquisizione al Comune di Scafati è stata sequestrata tutta la documentazione relativa all’aggiudicazione di appalti pubblici, incluso quello per la realizzazione del Polo scolastico comunale, costo stimato 6 milioni di euro.

Tra le carte spuntano anche il conferimento di incarichi a tempo determinato a dirigenti dell’Ente e alle determine inerenti i lavori di riqualificazione urbanistica e stradale presso lo stesso comune.

Le indagini, scrive il Corsera, sono state avviate a seguito dell’esplosione di un ordigno rudimentale avvenuto a Scafati il primo novembre dello scorso anno davanti all’abitazione dei coniugi Cuomo-D’Alessandro rispettivamente cognato e sorella dell’avvocato Vittorio D’Alessandro, consigliere comunale di minoranza del comune di Scafati. Quell’episodio – dicono i militari – ha consentito di focalizzare l’attenzione sull’aggiudicazione di alcuni appalti pubblici che si ipotizza illegittima. Perquisizioni anche in una società operante nel settore della consulenza aziendale e sicurezza dei luoghi di lavoro di cui è amministratore unico il fratello del primo cittadino.

Dello stesso tenore la reazione del marito: “Sono sereno, nonostante provi una tristezza infinita per quanto sta accadendo”, ha detto il sindaco di Scafati Pasquale Aliberti. “Confido nella magistratura. Ancora non conosco quali siano i fatti e le motivazioni ma attendo fiducioso il corso che farà la magistratura”.

Nata a Pompei a gennaio 42 anni fa, Monica Paolino, è stata rieletta nella lista del centrodestra con 13.282 preferenze. Una delle più votate. Ad agosto la nomina al vertice della Commissione anticamorra della regione che ha suscitato anche qualche mal di pancia nella maggioranza. Ma essendo una commissione che spettava alla minoranza (Forza Italia è all’opposizione, ndr), il centrodestra ha deciso per la Paolino.

Turchia, sono due le bambine siriane annegate come Aylan e Gabin Kurdy. FOTO

Aylan e Gabin Kurdy. A sinistra la bambina diriana di 4 anni Cesme, Turchia
Aylan e Gabin Kurdy. A sinistra la bambina siriana di 4 anni

Nuova tragedia dell’immigrazione: un’altra bimba siriana di 5 anni è morta nel naufragio del barcone su cui viaggiava al largo della Grecia. Lo riferisce l’agenzia di stampa greca Ana. Altri 13 migranti sono stati soccorsi dalla Guardia costiera ellenica. Il naufragio è avvenuto a nord dell’isola di Lesbo.

A due settimane dai casi di Aylan e Gabin Kurdy, i bambini siriani annegati insieme alla madre e ritrovati sulla spiaggia turca di Bodrum, nel giro 24 ore, altre due bambine siriane di 4 anni e 5 anni, con lo stesso sogno dei due fratellini, hanno perso la vita in un naufragio nella provincia occidentale di Smirne, a Cesme.

Della prima bambina, le autorità turche locali confermano il rinvenimento del corpicino della piccola e aggiungono che la bimba siriana non è stata ancora identificata. Il ritrovamento è stato fatto venerdì mattina.

Secondo una prima ricostruzione, la bambina era a bordo di una imbarcazione precaria piena di rifugiati e stava cercando di raggiungere un isola greca quando dopo qualche centinaio di metri si sarebbe rovesciata. La guardia costiera turca si è subito attivata ed è riuscita a salvare 14 profughi siriani, tra cui otto bambini. I superstiti sono stati inviati nel distretto della gendarmeria locale.

Turchia, bimba siriana annega come Aylan. Salvi altri 8 bambini
Un gommone sulle coste turche

I migranti siriani, che scelgono questa rotta, lo fanno perché sarebbe più vicina al dorsale balcanico e meno rischiosa di altre traversate nel Canale di Sicilia. Tra le coste turche e le isole dell’arcipelago greco la distanza è infatti di pochissimi chilometri. Ciò nonostante, le imbarcazioni usate dai trafficanti non sono adatte al trasporto massiccio di esseri umani e affondano o si rovesciano dopo nemmeno venti minuti di viaggio.

Nei primi cinque mesi del 2015, più di 42.000 persone sono arrivate via mare in Grecia. Secondo l’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite (Unhcr), la maggior parte di loro sono rifugiati.

L’organismo dell’Onu ha affermato inoltre che nei primi nove mesi dell’anno più di 300.000 persone hanno rischiato la vita per attraversare il Mar Mediterraneo. Circa 2.500 rifugiati e richiedenti asilo sono morti o scomparsi nel tentativo di raggiungere l’Europa.

Intanto, un migrante siriano è morto fulminato nel sito francese dell’Eurotunnel, il tunnel sotto alla Manica. Il ragazzo di circa vent’anni è morto fulminato ieri sera mentre cercava di salire su una navetta ferroviaria per trasporto dei Tir nel Tunnel sotto alla Manica.

“Poco prima di mezzanotte – ha fatto sapere la prefettura – un migrante, probabilmente di nazionalità siriana, è stato ritrovato morto sotto a una navetta ferroviaria dell’Eurotunnel, ha precisato la prefettura di zona”. Si tratta del decimo migrante morto a Calais e dintorni dallo scorso 26 giugno nel tentativo di raggiungere la Gran Bretagna.

Napoli, maxiretata contro la Camorra, 43 arresti in tutta Italia. Nel mirino il clan Mariano

Napoli, maxiretata contro la Camorra, 40 arresti in tutta Italia
Carabinieri arrestano 40 persone in blitz anti camorra a Napoli

Quarantatrè ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal gip della procura di Napoli su richiesta della locale Dda, nei confronti di altrettanti presunti affiliati a clan della camorra nel centro partenopeo.

L’operazione, condotta dai Carabinieri di Napoli, interessa il capoluogo di regione e altre città italiane.

I destinatari delle ordinanze di custodia,  (34 in carcere e 9 ai domiciliari), devono rispondere a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, ricettazione, traffico di stupefacenti, detenzione e porto abusivi di armi comuni e da guerra.

Tra le persone arrestate anche titolari di noti esercizi commerciali napoletani. Le indagini dei Carabinieri si sono concentrate sul clan Mariano, egemone nei Quartieri Spagnoli, soprattutto riguardo il “core business” delle sue attività, cioè la contraffazione non solo di abbigliamento e pelletteria, con false griffe del lusso, ma anche nel settore degli orologi preziosi.

In manette anche due noti imprenditori della ristorazione che devono rispondere di associazione a delinquere di stampo mafioso. Le indagini li indicano infatti come organici alla cosca della camorra.

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