10 Ottobre 2024

Home Blog Pagina 1180

Bari, processo "La Fiorita". Raffaele Fitto assolto in Appello. Lui: "Contento ma amareggiato"

Bari, processo La Fiorita. Raffaele Fitto assolto in Appello. Lui Contento ma amareggiato
Raffaele Fitto

La Corte di Appello di Bari ha assolto l’ex ministro Raffaele Fitto dal reato di corruzione “perché il fatto non sussiste” nel processo di secondo grado “La Fiorita”. L’accusa riguardava una presunta tangente da 500mila euro pagata dall’imprenditore romano Gianpaolo Angelucci (assolto anche lui) sotto forma di finanziamento illecito al partito di Fitto, “La Puglia Prima di Tutto”. Prescritti tutti gli altri reati. Nel 2013 in primo grado Fitto era stato condannato a 4 anni di reclusione. Il leader di Conservatori e Riformisti: “Contento, ma amareggiato. Non è il giorno delle valutazioni o dei commenti, né tantomeno delle polemiche o dei festeggiamenti”.

LE RICHIESTE DEL SOSTITUTO PG CEGLIE – Per l’attuale europarlamentare, il sostituto procuratore generale presso la Corte di Appello di Bari, Donato Ceglie, aveva chiesto a luglio la condanna a 4 anni e 10 mesi di reclusione per presunto peculato, accusa configurata nell’ambito del “processo Fiorita”, per fatti relativi a quando Raffaele Fitto era presidente della regione Puglia. In primo grado Fitto era stato assolto per il reato contestato oggi, ma condannato per altri reati che con la sentenza odierna sono stati prescritti.

In una precedente udienza del marzo 2015, lo stesso pg Donato Ceglie aveva chiesto il non luogo a procedere per tutti i reati contestati all’ex ministro per intervenuta prescrizione e che il reato prescritto di abuso d’ufficio, fosse cambiato nell’unico reato non ancora andato in prescrizione: il peculato.

SENTENZA RIBALTATA – La sentenza d’Appello del 29 settembre ribalta il verdetto di primo grado emesso nel febbraio 2013, quando il Tribunale di Bari condannò Fitto a 4 anni di reclusione, riconoscendolo colpevole dei reati di corruzione, illecito finanziamento ai partiti e un episodio di abuso d’ufficio e lo aveva però assolto dai reati di peculato e da un altro abuso d’ufficio. La Procura di Bari aveva poi impugnato la sentenza chiedendo che Raffaele Fitto fosse condannato anche per il reato di peculato. Il difensore di Fitto, l’avvocato Francesco Paolo Sisto, si era opposto alla precisazione fatta dalla Procura generale perché “inammissibile e tardiva”.

L'imprenditore romano Giampaolo Angelucci coinvolto nel Processo Fiorita
L’imprenditore romano Giampaolo Angelucci

LE ACCUSE – Al centro del processo c’è un presunto appalto da 198 milioni di euro per la gestione di 11 Residenze sanitarie assistite, vinto dalla società dell’imprenditore romano Giampaolo Angelucci (chiesto il non luogo a procedere per prescrizione rispetto ai 3 anni e 6 mesi del primo grado) e la presunta tangente da 500 mila euro che Angelucci avrebbe elargito sotto forma di illecito finanziamento al movimento di Fitto “La Puglia Prima di Tutto”.

CHI E’ ANGELUCCI – Nella requisitoria, l’accusa aveva chiesto inoltre la conferma della condanna per 10 dei 23 imputati nel processo. Giampaolo Angelucci è un grosso imprenditore laziale che spazia dalla sanità all’editoria. Era stato anche editore di Libero e del Riformista. Ritenuto il “Re” delle cliniche nella capitale, l’imprenditore oltre al coinvolgimento nel “processo Fiorita” era stato arrestato nel 2009 su disposizione della procura di Velletri per il presunto reato di truffa ai danni del servizio sanitario locale.

LA REAZIONE DI RAFFAELE FITTO: “SODDISFATTO MA AMAREGGIATO”
“Era il 20 giugno del 2006 quando mi fu notificata un’ordinanza di custodia cautelare con il sequestro dei miei beni. La Camera dei deputati, nonostante la mia richiesta di autorizzare l’arresto la respinse all’unanimità”. Inizia così un breve post sulla vicenda giudiziaria che Raffaele Fitto affida al suo blog raffaelefitto.it

“Oggi, – aggiunge – sicuramente, sono molto soddisfatto per la sentenza di assoluzione con formula piena ma al tempo stesso molto amareggiato. Non è il giorno delle valutazioni o dei commenti né tantomeno delle polemiche o dei festeggiamenti”.

“Ringrazio i miei avvocati Francesco Paolo Sisto , Luciano Ancora ed Angelica Loiacono per la straordinaria dedizione e competenza. In pochi minuti mi sono passati nella mente quasi 10 anni della mia vita”.

Il mio pensiero, oggi, va soprattutto a mia moglie, ai miei figli a tutta la mia famiglia che nei momenti più difficili sono stati sempre al mio fianco con discrezione ed affetto insieme a tanti amici che non hanno mai dubitato della mia onestà”.

Tangenti al comune di Milano, arrestate 4 persone

Corruzione al comune di Milano, arrestate 4 personeE’ di quattro arresti e una decina di indagati il bilancio di un’operazione anti corruzione condotta dalla Guardia di Finanza di Milano, a palazzo Marino, sede del comune capoluogo.

Si tratta di due dipendenti del Comune di Milano, un ex dirigente e il titolare di una società edile che sono stati arrestati con un ordinanza del Gip Alfonsa Ferraro nell’ambito di un’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Giulia Perrotti e dal pm Luca Poniz. Le investigazioni sono state svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria milanese.

Le accuse per i quattro indagati sono di associazione a delinquere, corruzione, turbativa d’asta, truffa ai danni di Ente Pubblico (Comune di Milano) e falso.

Perquisizioni sono state effettuate al municipio milanese, presso le sedi milanesi dell’Aler – L’Azienda lombarda di edilizia residenziale – e nelle abitazioni degli indagati. Perquisizioni anche nelle province di Milano, Pavia ed Asti nonché la notifica dell’ “avviso di garanzia e sul diritto alla difesa” nei confronti di ulteriori indagati a vario titolo per reati di corruzione, turbativa d’asta e bancarotta e di 2 persone giuridiche per la responsabilità ai sensi del D.lgs. n. 231/2001.

Le Fiamme gialle hanno sequestrato documenti in Comune e presso la stessa sede Aler. I reati su cui indaga la Procura sarebbero stati commessi nel periodo che va dal 2005 al 2012, a cavallo di due legislature quando alla guida del comune di Milano c’erano l’ex sindaco Letizia Moratti e l’attuale primo cittadino, Giuliano Pisapia.

A finire in manette sono Mario Luigi Grillone, “nella sua qualità – scrive il gip – di ex dirigente del Comune e nell’attuale ruolo di procacciatore di contatti e affari per aziende private nonché di socio occulto della società “Professione edilizia srl”.

Arrestati anche Marco Volpi, titolare della società edile. A San Vittore anche Giuseppe Amoroso e Angelo Russo, rispettivamente dipendenti del settore manutenzione del Comune.

Amoroso e Russo sono considerati dagli inquirenti, “soci occulti della società Professione edilizia”. Nel corso delle indagini sono stati altresì raccolti elementi in ordine alla commissione del reato di presunta truffa ai danni del Comune di Milano, da parte di Amoroso e Russo in relazione ad ingiustificati e reiterati allontanamenti dei predetti dipendenti comunali dal luogo di lavoro durante l’orario di servizio.

Sotto la lente degli inquirenti gli appalti e la presunta corruzione all’Aler nonché nel giro delle ristrutturazioni e lavori vari delle scuole milanesi di competenza comunale.

Bisignano (Cosenza). Scompare ragazza. Si teme l'omicidio. Sospetti su alcune persone

Alexandra Roxana Radac la ragazza romena scomparsa a Bisignano Cosenza
Alexandra Roxana Radac la ragazza romena scomparsa a Bisignano, Cosenza

Ci sarebbero dei sospetti su alcune persone nella vicenda della scomparsa di Alexandra Roxana Radac, la 20enne romena residente a Bisignano (Cosenza) di cui non si hanno più notizie da una settimana.

Questa mattina c’è stata una riunione in Procura tra gli inquirenti. Il procuratore capo Dario Granieri, assieme all’aggiunto Marisa Manzini e al sostituto Antonio Bruno Tridico (titolare del fascicolo), ha fatto il punto della situazione perché l’intento degli investigatori è quello di non lasciare nulla al caso.

Ma sul contenuto della riunione vige stretto riserbo data la delicatezza del caso. I militari, guidati dal comandante del Nucleo operativo di Cosenza, il maggiore Michele Borrelli, al momento stanno setacciando ogni luogo del paese, ascoltando parenti, amici e conoscenti della ragazza per capire che cosa possa essere accaduto alla ventenne romena.

Non si esclude nessuna ipotesi, nemmeno quella dell’omicidio. L’allarme è stato lanciato dalla mamma che non aveva più notizie della ragazza da diverse ore.

La donna vive a Bisignano da alcuni mesi assieme ad Alexandra e all’altra figlia. Alle telecamere della Rai la donna ha raccontato che la giovane aveva qualche timore nei confronti di una persona che le stava insegnando a guidare.

Si tratta, però, di elementi sui quali ancora non ci sono evidenti riscontri investigativi. Ciò che è filtrato è che ci sono delle persone sulle quali c’è qualche sospetto e che saranno riascoltate dagli inquirenti. Il cellulare di Alexandra Roxana Radac risulta al momento staccato.

Torre del Greco, smantellata rete trafficanti di droga. 25 arresti

Torre del Greco, smantellata rete trafficanti di droga. 25 arrestiI Carabinieri della Compagnia di Torre del Greco hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Napoli a carico di venticinque persone ritenute a vario titolo presunti responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.Nel corso di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, i militari dell’Arma hanno scoperto l’esistenza di una associazione criminale con base a Torre del Greco i cui componenti erano dediti all’acquisto (attraverso fornitori legati ai presunti clan camorristici degli “Gionta” e dei “Falanga”) e al trasporto di ingenti quantità di cocaina, hashish e marijuana.

Gli stupefacenti, riferiscono gli inquirenti, venivano poi spacciati nella zona e nelle località balneari della costiera del Cilento, in provincia di Salerno, dove il gruppo poteva contare su una fitta rete di pusher.

Taranto, agguato e sparatoria con la Polizia. 2 arresti

Taranto, agguato a Luigi Giangrande e sparatoria con la Polizia. 2 arrestiUn agguato, una sparatoria tra banditi e polizia e un inseguimento finito con l’arresto dei banditi da parte dei Falchi della Questura di Taranto.

E’ successo ieri sera intorno alle 20 in via Pupino a Taranto, dove due persone a bordo di una moto hanno sparato contro un 29enne, Luigi Giangrande, che era fermo vicino al parcheggio Oberdan, ferendolo lievemente.

Uno dei banditi è stato arrestato, l’altro, anche in stato di fermo, è piantonato in ospedale in seguito alle ferite riportate dopo lo speronamento della moto. Dei due non sono state fornite ancora le generalità, ma da quanto si apprende sono giovani.

Secondo quanto scrive l’Ansa, le piste seguite dagli investigatori potrebbero essere o un regolamento di conti tra gruppi che controllano gli affari illeciti della zona oppure una missione punitiva riconducibile a questioni di natura personale.

Luigi Giangrande è stato ferito solo ad un gluteo e non è in pericolo di vita. Indagini della Polizia di Taranto su una serata che ha creato panico tra le persone che la sera affollano il centro tarantino.

Palermo, stop a banda delle carte di credito clonate. 24 fermi

Palermo, fermata banda delle carte di credito clonate. 24 arrestiVentiquattro persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione, al riciclaggio e all’indebito utilizzo di codici di carte di credito clonate, sono state fermate dalla squadra mobile di Palermo su provvedimento della Procura di Palermo.

L’operazione, denominata “Free Money”, è nata dalla denuncia alla Polizia di Stato da parte di un direttore di banca, che avrebbe accertato una tentata frode ai danni dell’istituto e dei clienti subìta con carte di credito clonate per mezzo dell’utilizzo illecito di un Pos di una impresa di autonoleggio con sede a Palermo.

Dalle indagini della squadra mobile di Palermo è emerso che mediante le azioni messe in atto dai presunti appartenenti a una organizzazione con base a Palermo, ma con profili internazionali (Russia, Ucraina e Romania),  la banda intascava denaro grazie all’uso fraudolento di codici di carte di credito clonate. Un giro di affari vorticoso di 3 milioni di euro.

In una delle intercettazioni effettuate dalla Polizia gli inquirenti sentono uno dei fermati esclamare al suo interlocutore: “…può essere che gli ho clonato la carta pure a tuo padre!”. Poi aggiunge: “mi… ho fatto una passata (di) 35mila euro con la Posta”.

Le indagini svolte dalla Polizia sono avvenute tramite intercettazioni ambientali,  telefoniche e telematiche, riscontrate, tra l’altro, da servizi di pedinamento, osservazione sul territorio e accertamenti bancari da cui sono emerse “anomalie” nei conti correnti di ignare persone che si vedevano man mano prelevare somme dal proprio conto.

Il cooperante italiano Cesare Tavella trucidato dall'Isis a Dacca

Cesare Tavella, il cooperante italiano ucciso dall'Isis a Dacca, Bangladesh
Cesare Tavella, il cooperante italiano ucciso dall’Isis a Dacca, Bangladesh

Il cooperante italiano Cesare Tavella, 50 anni, è stato ucciso da uomini armati a bordo di una moto nel quartiere diplomatico di Dacca, in Bangladesh. La Farnesina ha confermato il decesso.

Rita Katz, direttrice di Site, portale di monitoraggio del terrorismo jihadita , su Twitter, afferma che l”Isis ha rivendicato l’uccisione. L’intelligence italiana è al lavoro per raccogliere tutti gli elementi utili ad una valutazione.

Nel Paese, riflettono fonti dei servizi, c’è una considerevole presenza islamista e le modalità dell’uccisione sembrano indicare che l’obiettivo fosse proprio Tavella. Difficile, tuttavia, in queste prime ore riuscire a capire se l’italiano fosse nel mirino in quanto cooperante di una Ong occidentale o per altri motivi.

La rivendicazione apparsa su Site è oggetto di un attento monitoraggio e sono stati attivati canali per confrontarsi con i servizi collegati nel Bangladesh, in modo da avere elementi più certi su quanto accaduto.

LA DINAMICA – Cesare Tavella è stato ucciso nel quartiere diplomatico di Dacca,  da uomini armati a bordo di una moto. Era vestito da jogging. Dopo essere stato colpito, Tavella è stato portato agli “United Hospitals”, dove i medici lo hanno dichiarato morto. Fonti ospedaliere hanno confermato che l’uomo è arrivato morto in ospedale con numerose ferite da arma da fuoco sul corpo.

CHI ERA LA VITTIMA – Cesare Tavella lavorava come project manager per una Ong, Icco Cooperation, con uffici in Bangladesh. In particolare si occupava di un progetto, “Proofs (Profitable Opportunities for Food Security), nel settore dell’agricoltura locale e dell’alimentazione. Secondo il suo profilo sul sito del progetto, C. T. aveva cominciato a lavorare nell’ambito dello sviluppo nel 1993, sempre nel settore della sicurezza alimentare e dello sviluppo rurale, in diverse ong internazionali soprattutto in Asia. “Si considera un giocatore di squadra, che cerca di fare le cose nel modo più efficiente possibile con un team di persone sorridenti”.

IL CORDOGLIO DI GENTILONI – A nome del governo italiano il ministro degli esteri Paolo Gentiloni ha espresso il suo cordoglio per l’uccisione del cooperante Cesare Tavella e la sua vicinanza ai familiari. “Stiamo lavorando per verificare la rivendicazione di Daesh”, ha detto Gentiloni all’ANSA. “Stiamo lavorando per verificare l’attendibilità della rivendicazione di Daesh in collaborazione con le autorità locali che in un primo tempo avevano attribuito la responsabilità dell’omicidio alla criminalità comune”, ha detto Gentiloni che si trova a New York per i lavori dell’Assemblea Generale. (Ansa)

Delitto Pordenone, sentita fidanzata dell'indagato per la morte di Trifone e Teresa

Trifone Ragone e Teresa Costanza
Trifone Ragone e Teresa Costanza

Si sono conclusi nel tardo pomeriggio gli accertamenti dei Ris di Parma nell’abitazione pordenonese di Giosuè Ruotolo, il militare di 26 anni indagato per il duplice omicidio dei fidanzati di Pordenone.

In casa e nell’auto – sequestrata stamani e portata in caserma – è stata fatta la prova del tampone per accertare la presenza di tracce biologiche di persone diverse rispetto al proprietario.

Oggi è stata anche sentita, a lungo, come persona informata sui fatti, la fidanzata di Ruotolo, alla quale sono state chieste precisazioni e riferimenti specifici di quei giorni e degli ultimi sei mesi. Al momento, non sarebbero emerse contraddizioni né particolari che possano far pensare a un coinvolgimento della donna nell’inchiesta.

“Il mio assistito saprà certamente dimostrare la propria estraneità ai fatti che gli vengono contestati”. Lo ha dichiarato stamani l’avvocato Roberto Rigoni Stern, legale di Giosuè Ruotolo, indagato per il duplice omicidio dei fidanzati di Pordenone.

“La nostra disponibilità è piena – ha aggiunto – e per questo chiederemo un interrogatorio urgente nel quale chiarire qualsiasi dubbio. Anche per questo motivo, Giosuè rientrerà a Pordenone già nelle prossime ore”.

"Storico" blitz contro le èlite della 'Ndrangheta. 57 fermi disposti da Roma e Reggio Calabria

Federico Cafiero de Raho e Franco Roberti - "Storico" blitz contro le èlite di 'Ndrangheta. Oltre 57 fermi disposti da Roma e Reggio Calabria
Il procuratore capo di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho e Franco Roberti, a capo della procura nazionale Antimafia

Gli agenti della Polizia di Stato dello Sco ed i Carabinieri del Ros hanno fermato una cinquantina di persone delle famiglie Commisso e Aquino-Coluccio accusate di presunta associazione a delinquere di tipo mafioso, ricettazione, traffico internazionale di droga e detenzione abusiva di armi. L’operazione, definita dagli inquirenti “storica”, è stata coordinata dalle Procure di Reggio Calabria e di Roma.

Gli interessi delle ‘ndrine era focalizzato anche nel mercato internazionale della floricoltura e nella ricettazione della cioccolata di marca con centro di gestione ad Amsterdam, in Olanda dove è stato scoperto “un importante import-export” nel mercato internazionale dei fiori, con elementi della famiglia Crupi “saldamente radicati in quel settore merceologico”.

La ‘ndrangheta, rileva il procuratore aggiunto della Dda di Roma Michele Prestipino, “è un’organizzazione criminale in grado di adattarsi ad ogni settore appetibile di mercato, come ad esempio il settore della floricoltura in Olanda, intuendo per tempo quali business “tireranno” sotto il profilo economico. Bisogna uscire dal “cliché” per cui i proventi delle attività illecite vengono reinvestiti solo e necessariamente in settori come centri commerciali, ristoranti e pizzerie”.

Del resto le mani sul commercio di fiori ad Amsterdam aveva già cominciato a metterle la Camorra in passato e l’operazione di oggi, osserva il Procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, “è la riprova dell’interesse criminale dei clan in questo settore”. Per Roberti è stata “fondamentale la collaborazione attiva dell’autorità giudiziaria di Amsterdam. Quando la procura di Roma e poi di Reggio hanno fatto richieste eragatoriali ad Amsterdam, si è attivata per disporre le intercettazioni che poi ci hanno permesso di ascoltare e di interpretare”.

La presunta organizzazione mafiosa dei Commisso, un’altra famiglia colpita dalle indagini, è stata poi capace di inserirsi “nel redditizio mercato della ricettazione internazionale di ingenti quantità di cioccolato”. Il riferimento è al maxi-furto di tavolette “Lindt” per 250 tonnellate, per un valore complessivo di 7 milioni di euro, da rivendere successivamente nel circuito legale”.

I risultati dell’operazione sono stati illustrati nella sede della Direzione nazionale Antimafia, tra gli altri, dal procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, dal procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho, dal procuratore aggiunto antimafia di Reggio Calabria Nicola Gratteri, dal procuratore aggiunto antimafia di Roma Michele Prestipino, dal comandante del Ros carabinieri generale Giuseppe Governale, dal capo del Servizio Centrale Operativo (Sco) della Polizia Renato Cortese, dal direttore della divisione criminalità organizzata dello Sco Polizia Andrea Grassi.

La floricoltura internazionale è per i clan un’occasione “estremamente remunerativa”, evidenziano gli investigatori, dal momento che “in Olanda tale ambito economico viene considerato una delle principali fonti di interesse ed investimento”. Si tratta di un business che “ha consentito loro, da un lato, di conseguire il controllo di vasti segmenti del mercato locale, ove riescono ad influire avvalendosi anche delle modalità tipiche del metodo ‘ndranghetistico e dall’altro di costituire una solida e ramificata rete logistica e di supporto alle diverse attività illecite del sodalizio”, come il traffico di stupefacenti e la ricettazione di ingenti quantitativi di merce rubata.

Il Procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, ha affermato che “si tratta di un’operazione storica perché è stata colpita una ‘ndrangheta elitaria”.

E di “élite” parla anche il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri: “Questa indagine – ha detto – è importante perché riguarda le famiglie più ricche della ‘Ndrangheta che si interfacciano alla pari con la mafia americana e sono capofila di una decina di locali in Canada, a Toronto”, preso atto che “si tratta delle più “potenti” famiglie della ‘Ndrangheta: i Macri, i Commisso, i Coluccio e i Crupi”. “Sono le famiglie di raccordo con altre famiglie di ‘Ndrangheta che investono in importazione di cocaina”, ha spiegato il magistrato antimafia. “Nel corso dell’operazione siamo anche riusciti a trovare un vero e proprio arsenale. Basti pensare che quando c’è stata la guerra di mafia a Siderno con la famiglia erano 500 gli uomini pronti a sparare”. Si tratta dell’èlite” della ‘Ndrangheta: “Stiamo parlando di ‘Ndrangheta vera”.

I provvedimenti di fermo disposti dalla procura di Reggio calabria

Domenico Aquino (classe ’88); Rocco Aquino (’60); Antonio Archinà (’78); Domenico Barranca (’73); Salvatore Barranca (’68); Luciano Bellamina (’54); Michele Bombara (’62); Nicolino Bombara (’57); Carlo Bruzzese (’84); Carmelo Bruzzese (’49); Francesco Cannizzaro (’69); Antonio Coluccio (’69); Giuseppe Coluccio (’66); Nicola Coluccio (’44); Salvatore Coluccio (’67); Vincenzo Coluccio (’91); Antonio Commisso (’56); Cosimo Commisso (’69); Francesco Commisso (’48); Francesco Commisso (’56); Maria Teresa Commisso (’80); Rocco Remo Commisso (’46); Alfonso Condino (’89); Antonio Crupi (’95); Francesco Crupi (’92); Giuseppe Crupi (’68); Rocco Natale Crupi (’66); Vincenzo Crupi (’63); Massimo Dalla Valle (’62); Federico Ercolani (’73); Angelo Figliomeni (’62); Cosimo Figliomeni (’65); Antonio Figliomeni (’70); Giorgio Gullone (’83); Gaspare Lo Nigro (’54); Vincenzo Macrì (’65); Michele Mazza (’72); Stefano Pizzato (’93); Domenico Ruso (’45); Michele Sorbara (’73); Antonio Stefano (’75); Giuseppe Strangio (’79); Pietro Tagliavia (’78); Christian Tassone (’93); Nicola Tassone (’80); Francesco Tavernese (’84); Marco Salvatore Tropeano (’91); Bruno Verdiglione (’58).

I provvedimenti di fermo disposti dalla Procura di Roma

Alberto Audino (classe ’72); Felice Barra (’71); Domenico Barranca (’73); Gian Carlo Ignazio Ettore Beretta (’45); Emanuele Cilia (’74); Giovanni Cilia (’54); Rosario Cilia (’80); Pietro Cinotti (’80); Francesco Crupi (’92); Giuseppe Crupi (’68); Rocco Natale Crupi (’66); Vincenzo Crupi (’63); Domenico D’Aversa (’67); Massimo Dalla Valle (’62); Pasquale De Martino (’63); Domenico Macrì (’61); Vincenzo Macrì (’65); Antonio Nicola Morganella (’59); Arben Qushku (’71); Luca Testino (’81); Mario Tirozzi (’84); Giovanni Tremante (’69).

Crosia, via intitolata ad Almirante, Russo: “Grande e onesto politico”

Via Giorgio Almirante CrosiaCROSIA (COSENZA) – “Giorgio Almirante è stato uno dei politici più significativi della storia della Repubblica. Un uomo carismatico, straordinariamente colto, integerrimo che ha sempre agito con rettitudine politica e amor patrio. In un momento grave e difficile per la politica e le Istituzioni, in cui poche tracce rimangono di questi valori, è necessario fornire, soprattutto ai giovani, esempi virtuosi e punti di riferimento dai quali ripartire per credere ancora che esista un fine alto e nobile nella politica, che non sia solo la becera affermazione di se stessi. Per questo, nel nuovo quartiere cittadino, ricadente nella lottizzazione Romano, si trovano le vie dedicate a grandi personalità che, con il loro esempio di vita e di attività politica, hanno contribuito alla crescita del Paese. Accanto a Via Pertini e Spadolini, da oggi si trova Via Giorgio Almirante giornalista, politico e tra i padri fondatori della Destra italiana ed europea”.

È quanto ha detto il Sindaco Antonio Russo, nel momento del taglio del nastro della nuova arteria stradale inaugurata lo scorso sabato 26 settembre, alla presenza della figlia di Donna Assunta Almirante, Giuliana de’ Medici, segretario della fondazione Giorgio Almirante. All’evento, hanno partecipato, oltre agli assessori e Consiglieri cittadini, anche il Sindaco di Corigliano Calabro, Giuseppe Geraci, l’assessore agli Affari Generali della vicina Città di Rossano, Rodolfo Alfieri e, per Rossano, anche il Consigliere comunale Patrizia Uva, nonché ex militanti missini e simpatizzanti da tutto il territorio e Miss Calabria 2015, la concittadina Bina Forciniti.

Le sciocche polemiche innescate dalle forze politiche di minoranza e da qualche ex amministratore – fa sapere Russo, all’indomani della partecipatissima manifestazione pubblica – bocciato a giusta ragione dagli elettori, non possono che farci sorridere. A maggior ragione se si pensa che nella popolosa frazione di Mirto, le precedenti Amministrazioni di Centro Sinistra hanno inteso intitolare strade a Che Guevara, a Salvador Allende, ad Anna Kuliscioff, a Berlinguer, a Kennedy, così come c’è via Unione Sovietica e Germania Est e Ovest. Che cosa li tormenta nell’intitolazione a Giorgio Almirante? L’Amministrazione comunale, rielaborando il piano della toponomastica cittadina, ha semplicemente reso esecutiva la proposta pervenuta nei mesi scorsi attraverso una sottoscrizione civica di un comitato promotore, successivamente inoltrata e autorizzata dalla Prefettura. Non capisco a che scopo si urli allo scandalo, nel momento in cui si intitoli una strada ad una delle figure più significative nel percorso repubblicano italiano.

Lo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la cerimonia di chiusura dell’Anno Almirantiano, che ha visto centinaia e centinaia di eventi in tutta la Penisola, promossi in occasione del centenario dalla nascita del leader storico del Movimento Sociale Italiano, ha espresso la stima verso l’uomo e il politico Almirante, scrivendo nella sua lettera: “La crescita democratica e sociale sospinta dal nuovo quadro costituzionale, ha consentito alla destra di portare il proprio contributo nelle diverse istituzioni rappresentative, e di questo apporto Giorgio Almirante si è fatto interprete, cercando di legare i fili di una coerenza morale. Anche negli anni più difficili della storia repubblicana egli seppe comprendere l’importanza del dialogo politico e del confronto parlamentare, favorendo con il suo carisma, pur di fronte a spinte radicali presenti nella sua area, una progressiva inclusione dell’elettorato ispirato ai valori della destra”. Mi dispiace pensare che oltre a non saper fare politica, alcuni rappresentanti politici ed istituzionali, tra cui anche qualche ex amministratore, non conoscano neppure la storia del nostro Paese. È grave e sconveniente, a maggior ragione perché, dovrebbero quantomeno avere una memoria politica oggettiva e sgombra da pregiudizi, per evitare di fare pessime figure. L’auspicio è che invece di perder tempo cercando di screditare l’operato dell’Esecutivo, si impegnino realmente per proporre idee e progetti che possano contribuire allo sviluppo e alla crescita della comunità.

Castellana Grotte (Bari), incidente fatale per due donne

Castellana Grotte (Bari), incidente fatale per due donne. Morte Maria Sonnante e Maria Caterina ManghisiE’ di due morti e due feriti il bilancio di un grave incidente stradale verificatosi ieri sera intorno alle 20 sulla Castellana Grotte-Selva di Fasano, in provincia di Bari.

Le vittime sono Maria Sonnante, di 49 anni, di Castellana Grotte, e Maria Caterina Manghisi, di 70 anni, decedute poco dopo il ricovero in ospedale.

Maria Sonnante guidava una Ford Fiesta grigia quando, in un tratto di strada con numerose curve sarebbe sbandata. Secondo una prima ma parziale ricostruzione, pare che la donna abbia perso il controllo del mezzo invadendo la corsia opposta e si è scontrata frontalmente con una Fiat Multipla nera che proveniva dalla direzione opposta. Altre ricostruzioni parlano del mancato rispetto della precedenza di uno dei due veicoli

Sul posto è intervenuta la Polizia municipale che ha effettuato i rilievi per accertare con esattezza la dinamica del tragico schianto. Intervenuti pure i vigili del fuoco e il 118 che ha trasportato in codice rosso le donne in ospedale. Purtroppo sono decedute poco dopo, una a distanza di qualche ora dall’altra.  Maria Caterina Manghisi era a bordo della Fiat Multipla. Sotto le cure dei sanitari all’ospedale San Giacomo a Monopoli, sono invece rimasti i due feriti.

Messina, esplode bombola di gas. Morti zia e nipote

Messina, esplode bombola di gas. Morti zia e nipote Gaetana Cucinotta e Antonino Currò
Vigili del fuoco all’interno dell’abitazione a Messina dove sono morti Gaetana Cucinotta e Antonino Currò

MESSINA – Un forte boato e poi le fiamme che hanno avvolto una palazzina e trascinato via le vite di una donna anziana e suo nipote.

E’ successo nel villaggio Santo Bordonaro a Messina, dove intorno alle 2.30 di stanotte pare sia esplosa una bombola di gas che ha provocato due morti e danni alla struttura.

L’esplosione è stata potente e ha svegliato tutto il quartiere. Il boato è stata udito a qualche chilometro di distanza.

Le vittime sono zia e nipote: Gaetana Cucinotta di 94 anni e Antonino Currò, 53 anni. I loro corpi senza vita sono stati trovati stamattina nella loro abitazione dopo che per tutta la notte i vigili del fuoco sono stati impegnati nello spegnimento dell’incendio.

Messina, esplode bombola di gas. Morti zia e nipote Gaetana Cucinotta e Antonino Currò
La palazzina interessata all’esplosione

Ancora non si conosce con certezza la dinamica dell’incidente di Messina. Gli inquirenti, unitamente ai vigili sono al lavoro per accertarne le cause, ma da quanto filtra l’ipotesi più accreditata è lo scoppio di una bombola di gas in casa.

“Erano persone molto perbene – dice una vicina – la signora era molto anziana e il nipote l’accudiva”.

Roma, banditi rapinano 2 giovani. Arrestato un marocchino

Ponte Sito a RomaIn sei prendono a calci, pugni e cocci di bottiglie due giovani, poi li rapinano e scappano a gambe levate. E’ successo a Roma la scorsa notte, all’altezza di Ponte Sisto.

I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma hanno arrestato solo uno di loro. Si tratta di un cittadino marocchino di 25 anni, già noto alle forze dell’ordine ed irregolare sul territorio italiano, con l’accusa di rapina impropria in concorso. I militari stanno cercando gli altri cinque membri della banda.

Domenica notte, il marocchino unitamente ad altri cinque complici dileguatisi prima dell’arrivo dei Carabinieri, hanno avvicinato due giovani italiani di 24 e 25 anni e dopo averli minacciati gli hanno intimato di consegnargli i portafogli.

Alla reazione delle due vittime i sei li hanno aggrediti a calci, pugni e a colpi di cocci di bottiglia rotte, rubando i portafogli e fuggendo via.

Grazie alla collaborazione di alcuni passanti che hanno notato la scena ed hanno allertato il 112, i Carabinieri sono subito intervenuti soccorrendo i due malcapitati, uno dei quali a causa di una ferita al collo è stato trasportato all’ospedale “Fatebenefratelli” e ne avrà per almeno 20 giorni.

I Carabinieri hanno raccolto le testimonianze e hanno avviato subito le ricerche. Poco dopo, nei pressi di Campo dé Fiori, uno dei rapinatori è stato rintracciato e bloccato. Dopo l’arresto, il 25enne è stato associato presso il carcere di “Regina Coeli”, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Diego Della Valle: “Il non voto unico strumento per protestare”

Diego Della Valle durante l'intervista a Sky
Diego Della Valle durante l’intervista a Sky

Diego Della Valle ritorna a parlare di politica e lo fa a modo suo, spronando la politica parolaia e invocando, come ha fatto già in passato, le elezioni anticipate.

Intervistato da Maria Latella su Sky Tg24, mister “Tod’s” ammette pure di far parte del più grande partito italiano: quello degli astensionisti. Alle ultime elezioni non è andato a votare perché, spiega, “pensiamo veramente che l’unico modo che una persona normale ha per protestare è non votare”.

“Partito del non voto ha maggioranza” – Poi ricorda che il partito del “non voto” è “il più grande del Paese, ma non siamo distratti. Siamo sempre più infastiditi da questo modo di fare politica negli ultimi anni, non solo ieri, in cui tutto viene considerato politicamente rilevante se porta attenzione nel breve periodo”, dice Diego Della Valle.

“Riforma Senato non serve a nulla” – Votare non serve quindi a nulla, come non serve a nulla qualche riforma come quella del Senato che oltre a “non essere stata capita da nessuno, non serve assolutamente a nulla se non a farli litigare fra di loro e a far vedere al Paese che non c’è più un ideale politico” ha aggiunto l’imprenditore.

“Vogliamo andare a votare” – “Destra e sinistra si mescolano quando vogliono, si pigliano i voti e se li comprano, metaforicamente parlando, quando vogliono. Tutto questo – aggiunge – non avvicina i cittadini alla gestione del Paese. I cittadini dicono: questa categoria politica non la vogliamo più vedere, vogliamo andare a votare, ed è giusto secondo me”, afferma Diego Della Valle.

Caso “Colosseo”  per l’imprenditore marchigiano il ministero dei Beni Culturali e quello dello Sviluppo economico dovrebbero agire in sinergia per fare in modo che “l’Italia diventi il Paese numero uno nell’accoglienza turistica”. Anzi, aggiunge Della Valle, i due ministeri dovrebbero venire equiparati, ci si dovrebbe sedere ad un tavolo per stabilire come e quando agire per riportare allo splendore e dare il giusto valore al nostro patrimonio artistico. “Le scaramucce – avverte – non tocchino i simboli italian”.

Volkswagen: nessuna ripercussione su economia italiana – L’intervista è stata anche l’occasione per riflettere sul caso Volkswagen. Diversamente da quanto affermato dal ministro Padoan, secondo Diego Della Valle lo scandalo delle emissioni non avrà alcuna ripercussione sull’economia italiana. “Sono cose che non aiutano, perché l’economia internazionale, che condiziona l’economia italiana, è continuamente sotto stress”, osserva l’imprenditore. Secondo il patron della Tod’s il caso Volkswagen “è un fatto che va analizzato sotto l’aspetto etico e industriale. Bisogna fare le cose rispettando le leggi”. Bisogna scoprire “chi ha fatto e chi sapeva”, ha sottolineato ancora nell’intervista a Sky Tg24.

Expo merito dell’Italia che funziona – Un plauso all’Italia e agli italiani, secondo l’imprenditore, va fatto per il successo di Expo. Gli ottimi risultati dell’Esposizione universale, ospitata a Milano fino alla fine di ottobre, sono “merito dell’Italia che funziona”. Un’Italia che ha voglia di ripresa economica, ma che ancora non vede e non sente alcuna ripresa. Un’Italia che ha bisogno di “riforme vere e non di annunci”. Nel nostro Paese, afferma, “il dibattito politico non avvicina i cittadini”.

San Francesco d'Assisi, ecco le immagini esclusive delle reliquie del Santo

La cripta con i resti di San Francesco d'Assisi (Tv2000)
La cripta con i resti di San Francesco d’Assisi (Tv2000)

Tv2000, l’emittente satellitare della Conferenza episcopale italiana, ha trasmesso in esclusiva le immagini della ricognizione dei resti mortali di San Francesco d’Assisi avvenuta lo scorso 25 marzo.

La tomba di San Francesco d’Assisi venne aperta nel massimo riserbo lontano da riflettori e curiosi. Lo scorso marzo venne rimossa la lastra in travertino e venne fatta una ricognizione dei resti del Santo. Lontano dagli oltre 5.5 milioni di pellegrini e dai media. Tutto in gran segreto. L’evento straordinario è accaduto solo quattro volte in otto secoli, in media una volta ogni duecento anni.

L’emittente della Cei oggi mostra nel video esclusivo i resti, ridotti allo stato di scheletro, di San Francesco d’Assisi. Nelle immagini anche la lastra di travertino del sepolcro contenente il sarcofago in bronzo che dal 1820, per volontà di Pio VII, ne custodisce le spoglie, e la cassa in plexiglass, nella quale, durante la ricognizione del 1978 l’ossigeno è stato sostituito dall’azoto, per rendere neutro l’ambiente di conservazione dei resti di San Francesco d’Assisi.

VIDEO ESCLUSIVO DI TV 2000 (EMITTENTE DELLA CEI)

Al momento solenne, nella cripta della Basilica inferiore di Assisi, hanno assistito 150 frati francescani intonando il canto Laudato Sii in omaggio al proprio “padre”. La riapertura della cripta di San Francesco d’Assisi è un evento raro accaduto solo quattro volte in ottocento anni.

“Il custode – ha detto padre Enzo Fortunato, il direttore della Rivista San Francesco di Assisi al microfono del giornalista di Tv2000, Fabio Bolzetta – ha convocato tutte le famiglie francescane presenti ad Assisi, si è vissuto un momento di preghiera e ci si è recati in pellegrinaggio nella cripta di San Francesco d’Assisi. È stato come rivedere la scelta della nostra vita, come rivedere il papà che ci attendeva per incoraggiarci nel cammino, per andare avanti.
È stato un silenzio molto forte che ha accompagnato questi momenti. Il custode ha comunicato con una riunione solenne, ci ha detto che era arrivato il tempo per verificare le condizioni del corpo di san Francesco, doveva avvenire tutto in gran segreto per non creare clamore”.

Alla ricognizione insieme a Padre Mauro Gambetti, custode Sacro Convento di Assisi, ha preso parte l’unico laico, il professore Nicolò Valentino Miani, il medico che ha guidato le tre ricognizioni del 1978, 1994 e l’ultima del 25 marzo scorso, che ha constatato che negli ultimi 37 anni non vi siano stati cambiamenti di rilievo e che il corpo sia in buona conservazione. All’interno del Convento l’inviato di Tv2000 ha incontrato padre Vladimiro Penev, 89enne arrivato ad Assisi dall’Ungheria nel 1938 e che ha assistito all’ultima e alla prima ricognizione del 1978.

LE FOTO ESCLUSIVE

 

“Purtroppo del corpo del santo – ha rivelato padre Vladimiro – era rimasta allora soltanto la cenere, le ossa erano dentro la cassa. A quei tempi hanno raccolto tutta la cenere che era dentro la cassa e l’hanno messa in un’ampolla. E mi ricordo che in quei tempi c’erano gli esercizi spirituali, vi erano tanti frati cappuccini, padri francescani dell’Osservanza e con grande commozione ci siamo riuniti attorno. Una emozione durata giorni”.
“I medici che hanno esaminato il corpo – ha aggiunto padre Vladimiro – ci hanno detto che da queste ossa si vede proprio che San Francesco d’Assisi aveva grandi dolori ai piedi.

I suoi piedi erano diventati a forma di barca, inarcati per non sentire il dolore sulla punta dei piedi. Santa Chiara infatti gli aveva realizzato delle pantofole molto spesse, ora esposte tra le sue reliquie, per non toccare per terra e avere dolore. Siamo suoi figli e la cosa più bella e vedere la tomba del proprio padre”.

Spagna, Catalogna verso l'indipendenza. "Maggioranza assoluta"

Spagna, Catalogna verso l'indipendenza. Exit poll: "Maggioranza"
(Ansa/Epa)

L’incubo di una secessione della Catalogna si è fatto più minaccioso per Madrid dopo la vittoria domenica degli indipendentisti alle elezioni regionali catalane. “Abbiamo vinto con quasi tutto contro e questo ci dà una forza enorme e una grande legittimità per portare avanti questo progetto”, ha esultato nella notte il presidente uscente secessionista Artur Mas davanti a migliaia di sostenitori in tripudio a Barcellona che gridavano “Indipendenza!”.

“Dedicato allo stato spagnolo: senza rancore, adios!”, ha twittato invece il leader dei secessionisti radicali della Cup Antonio Banos. Le due liste indipendentiste, Junts Pel Sì di Mas (62 seggi) e quella della Cup (10), hanno insieme una maggioranza assoluta di 72 seggi su 135 nel nuovo parlamento catalano. I secessionisti rimangono però sotto il 50% dei voti, con il 47,8%.

Dato ampiamente sottolineato dai media ‘madrileni’. Mas, che ha trasformato queste regionali anticipate in un plebiscito sull’indipendenza in un muro contro muro con Madrid, intende ora avviare la ‘disconnessione’ della Catalogna dalla Spagna con l’obiettivo di arrivare alla secessione – malgrado la durissima opposizione del governo centrale – entro il 2017. I 5,5 milioni di elettori catalani si sono mobilitati in massa, trascinati dalla consapevolezza dell’importanza storica della consultazione, la più importante per la Spagna dalla fine del franchismo secondo la stampa di Madrid e di Barcellona.

Secondo gli exit poll di domenica appena dopo le 20, gli indipendentisti catalani avrebbero la maggioranza assoluta in seggi tra 74 e 79 su 135 totali del Parlamento locale nelle elezioni “per l’Indipendenza dalla Spagna” che si nono tenute oggi in Catalogna. Secondo la tv catalana Tv3, gli indipendentisti in base alle prime indagini fuori dai seggi otterrebbero un risultato in voti che sfiora la maggioranza assoluta del 50%. Junts Pel Sì, la lista di Artur Mas, è data al 40,7%, quella della Cup al 9,1%: insieme sarebbero al 49,8%.

In alcuni collegi elettorali catalani iniziano a mancare le schede a causa dell’alta affluenza (che potrebbe favorire gli “unionisti”), a livelli da “record storico” secondo la stampa, registrata finora (63,4% alle 18, +6,8 punti rispetto al 2012). L’affluenza totale alle urne era stata del 67,76% alle precedenti elezioni del 2012. I dati sull’affluenza alle urne delle 18 in Catalogna avevano confermato l’aumento della partecipazione al voto già registrato alle 13 rispetto alle precedenti elezioni del 2012: ha votato già il 63,14% degli elettori, 6,84 punti in più rispetto a 3 anni fa. Il  presidente uscente Artur Mas ha aspettato mezz’ora prima di poter votare a Barcellona. I seggi sono stati chiusi alle 20.

Sono ore decisive per il fituro della Catalogna. Oltre 5,5 milioni di catalani sono chiamati alle urne per eleggere il nuovo parlamento regionale, ma soprattutto per decidere se appoggiare la scelta secessionista del loro presidente uscente Artur Mas. In alcuni collegi elettorali catalani iniziano a mancare le schede a causa dell’alta affluenza, a livelli da ‘record storico’ secondo la stampa, registrata finora (63,4% alle 18, +6,8 punti rispetto al 2012). L’affluenza totale alle urne era stata del 67,76% alle precedenti elezioni del 2012.

Le cruciali elezioni regionali trasformate dal presidente Artur Mas in plebiscito sull’indipendenza, ma anche il premier regionale dei Paesi Baschi spagnoli Inigu Urkullu ha rivendicato oggi un “autogoverno” per la sua regione. “La Spagna ha presentato come un problema” il voto catalano, ha affermato, “ma non si rendono conto che il problema sono loro. Hanno un problema in Catalogna, ma lo hanno anche in Euskadi”, i Paesi Baschi in basco.

Il 35% degli elettori catalani ha votato alle 13, facendo registrare un aumento di 5 punti dell’affluenza rispetto alle precedenti regionali del 2012. Queste elezioni, trasformate in un plebiscito sull’indipendenza della Catalogna dal presidente uscente Artur Mas, sono state definite dalla stampa di importanza ‘storica’ per la Spagna. Alcuni analisti hanno sostenuto che un aumento della partecipazione potrebbe andare a beneficio soprattutto dei partiti contrari all’indipendenza.

Gli ultimi sondaggi danno infatti gli indipendentisti favoriti. Ma sul risultato di questa sera potrebbe influire il livello di partecipazione al voto: se alto, secondo diversi analisti, potrebbe aiutare le forze ‘unioniste’ che si oppongono all’indipendenza. La stampa di Madrid e Barcellona dedica titoli a tutta prima pagina alle elezioni catalane, considerate le più importanti per la Spagna dalla fine del franchismo.

Stanotte l’eclissi della super luna rossa. Picco alle 4.47

Stanotte l'eclissi della super luna "rossa". Apice alle 4.47. la super luna - eclissi super luna 27 settembre 2015Manca poco ore all’eclissi totale della “Super Luna”. A differenza di quello dello scorso aprile, questa volta lo spettacolo sarà visibile anche in Italia e l’oscuramento del nostro satellite, vista l’attuale fase di maggior vicinanza alla Terra, ci sembrerà più grande e vicina che mai. Nuvole permettendo.

Tutto inizierà dopo poco mezzanotte e raggiungerà il suo apice precisamente alle 4:47 di mattina. Poi il satellite ritornerà a essere a poco a poco visibile fino alle 7:24, quando l’eclissi super luna sarà ufficialmente finita. Durante questo fenomeno, la Luna diventerà man mano meno luminosa e tenderà a colorarsi di rosso-marrone.

Nonostante i raggi del Sole non colpiranno direttamente la Luna, essa sarà comunque visibile perché parte della luce solare verrà deviata dalla rifrazione dell’atmosfera terrestre sulla superficie lunare.
Per ammirarla non servirà alcuna strumentazione particolare, anche se un binocolo, e ancor di più un telescopio, consentirebbero di ammirare meglio l’ombra che inghiottirà la Luna.

In Italia un’eclissi lunare totale non è visibile dal 15 giugno 2011, quando si verificò intorno alle 21:30 di sera. Quella di stanotte sarà l’ultima eclissi della tetrade iniziata il 15 aprile del 2004. Le altre ci sono state l’otto ottobre dello stesso anno e il 4 aprile di quest’anno.

La Nasa ha predisposto un cartoon per celebrare il grande evento che non accade da 30 anni. L’eclissi sarà trasmessa in diretta streaming.

Muore a cent'anni Pietro Ingrao, storico esponente del Pci

Muore a cento anni Pietro Ingrao
Pietro Ingrao

E’ morto a Roma, all’età di cento anni Pietro Ingrao, storico dirigente del Partito comunista e presidente della Camera dal 1976 al 1979. L’esponente politico era da tempo malato. Aveva compiuto un secolo di vita lo scorso 30 marzo.

Ingrao è stato uno dei protagonisti indiscussi della politica italiana e della sinistra italiana nella cosiddetta prima repubblica e del ‘900.

Ingrao, durante in secondo conlitto mondiale, aderì al Pci nel 1940 e partecipò attivamente alla Resistenza partigiana in funzione antifascista. Fu direttore dell’Unità dal 1947 al 1957 e parlamentare alla Camera dei deputati, ininterrottamente tra il 1950 e il 1992. Un autentico punto di riferimento per molti nel vecchio Pci.

Finita la prima repubblica con Tangentopoli, Pietro Ingrao aderì prima al Pds e poi ai Ds. Quando nacque il Pd, Ingrao scelse la via dell’indipendenza e decise di avvicinarsi a Rifondazione comunista. Nel 2013 ammise che diede il voto a Sinistra ecologia e Libertà. movimento che più si avvicinava alle sue idee politiche.

Fiumi di commenti e cordoglio per la morte del leader politico italiano, sono giunti dal mondo della cultura, passando per gli attori fino a Renzi, tutti ricordano colui che fino a ieri era uno dei più grandi figure politiche viventi.

Pietro Ingrao ai tempi della presidenza della Camera nel 1977 (Archivio Ansa).
Pietro Ingrao ai tempi della presidenza della Camera nel 1977 (Archivio Ansa).

Il cordoglio di Renzi: “Testimone scomodo e lucido del Novecento”
“Con Pietro Ingrao scompare uno dei protagonisti della storia della sinistra italiana. A tutti noi mancherà la sua passione, la sua sobrietà, il suo sguardo, la sua inquietudine che ne ha fatto uno dei testimoni più scomodi e lucidi del Novecento, della sinistra, del nostro Paese”, ha scritto Matteo Renzi, esprimendo il suo cordoglio.

Messaggi di cordoglio per la morte di Ingrao giungono da tutto il mondo politico e istituzionale, in particolare da esponenti politici e di Sel, con in testa il segrteario nazionale Niki Vendola che su twitter scrive: Ingrao “è stato la nobiltà della politica, l’amore per la vita, la ricerca della libertà. E’ stato tanta parte della nostra vita. Lo abbracciamo con amore e gli diciamo: grazie, vecchio Pietro”.

Banda del “buco” in azione. Sventato dai Carabinieri un colpo in gioielleria

Banda del “buco” in azione. Sventato dall'Arma colpo in gioielleria
I Carabinieri vicino al cunicolo scoperto nella zona fognaria a Napoli

Una banda del buco non ancora identificata, probabilmente nei prossimi giorni, avrebbe messo a segno una grossa rapina in una nota gioielleria di Napoli, se non fosse stata preventivamente messa fuori gioco dall’intervento dei Carabinieri che hanno rinvenuto un cunicolo in una zona fogliaria che conduceva fin quasi sotto il pavimento di un noto esercizio orafo.

L’intervento preventivo con cui è stata sventata la rapina, è stato operato dal Nucleo operativo della compagnia partenopea insieme ai colleghi della Stazione di Napoli Chiaia e quartieri spagnoli. Sul posto sono stati trovati numerosi attrezzi da scasso che sono stati sequestrati.

I militari dell’arma hanno interessato il servizio fognario del comune per il ripristino dello stato dei luoghi. Proseguono le indagini per identificare i responsabili, una banda composta da più persone e molto ben “addestrata”.

La banda avrebbe lavorato per mesi per scavare un cunicolo di molti metri e di un mezzo metro circa di diametro. Tanto quanto basta per calarsi, arrivare sotto il pavimento della gioielleria e li penetrare l’ultimo strato di solaio e compiere il colpo. Un piano organizzato nei minimi dettagli che avrebbe previsto anche la disattivazione degli allarmi della gioielleria. Ma sono arrivati prima i militari dell’Arma che hanno mandato in fumo il progetto criminale dei rapinatori.

Usa, 42 anni di carcere a pirata che uccise Alice Gruppioni. E in Italia l'omicidio stradale tarda

La foto nel memoriale sul lungomare di Venice Beach a Los Angeles dedicato ad Alice Gruppioni, a sinistra, in foto con suo marito Christian Casadei
La foto nel memoriale sul lungomare di Venice Beach a Los Angeles dedicato ad Alice Gruppioni, a sinistra, in foto con suo marito Christian Casadei (Ansa/Ap)

42 anni di carcere quale pena “minima” per aver investito e ucciso Alice Gruppioni, una italiana in viaggio di nozze col marito negli Stati Uniti.

E’ questa la sentenza emessa dal giudice della Superior Court di Los Angeles, Kathryn Solorzano, a conclusione del processo a carico di Nathan Campbell, spacciatore quarantenne che il 3 agosto 2013 travolse e uccise Alice Gruppioni, imprenditrice dirigente della Sira Group, in viaggio di nozze in California.

Alice, 32 anni, stava passeggiando con il marito Christian Casadei sul lungomare pedonale di Venice Beach, quando la Dodge guidata da Nathan Campbell piombò improvvisamente sulla folla ferendo 17 persone e cancellando il futuro di una coppia che si era sposata venti giorni prima a Pianoro, in provincia di Bologna.

Una sentenza durissima che arriva quando, paradossalmente in Italia il reato di “omicidio stradale” dopo fiumi di parole e discussioni, tarda a decollare nonostante i numeri siano molto alti: nel 2014 gli episodi di pirateria, con omissione di soccorso che si sono registrati sono stati più di mille. Di questi, 119 le vittime rimaste sull’asfalto. Le stime nel 2015 sono peggiori.

Intanto giace ancora, da oltre un anno, in Parlamento, il progetto di legge per introdurre nel nostro ordinamento il reato di omicidio stradale. E’ in discussione nelle commissioni Giustizia e Trasporti della Camera e l’obiettivo dichiarato dei presidenti è di approvarlo entro ottobre.

Il testo contro i pirati della strada, che prevede fino a 27 anni di carcere per chi causa la morte di più persone guidando in stato di ebrezza o sotto l’effetto di droghe e poi scappa, è stato approvato da Palazzo Madama il 10 giugno scorso. Era in discussione a Palazzo Madama dal 15 luglio 2014.

Dopo l’approvazione a Palazzo Madama il premier Matteo Renzi twitta: “Un impegno che ho preso da sindaco con famiglie vittime di incidenti: punire con l’omicidio stradale. Oggi prima lettura ok Senato #lavoltabuona”. Il testo al momento è in discussione a Montecitorio nelle commissioni competenti, ma non vede ancora la luce dell’aula per l’approvazione definitiva.

NOTIZIE DALLA CALABRIA

ITALIA E MONDO