10 Ottobre 2024

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Nigeria, baby kamikaze si fanno esplodere. 10 morti e 40 feriti

Nigeria, baby kamikaze si fanno esplodere. 10 morti e 40 feriti
Alcuni dei feriti in Nigeria, dall’attacco delle baby kamikaze

Almeno 10 persone sono state uccise e altre 39 feriti da un attacco kamikaze multiplo compiuto, dicono fonti di sicurezza nigeriane, da ragazzine che si sono fatte esplodere nella città di Maiduguri, nel nord-est della Nigeria.

Tre degli attacchi, inediti, sono avvenuti nella notte di giovedì nell’area di Ajilari Cross, nei pressi dell’aeroporto militare. Un altro è avvenuto vicino una moschea.

Le baby kamikaze dovrebbero essere tra quattro a 6, affermano i media nigeriani. Gli attentati, avvenuti nel giorno del 55esimo anniversario dell’indipendenza della Nigeria, sono stati attribuiti al gruppo jihadista Boko Haram, che da sempre utilizza sempre di più i kamikaze per colpire i civili in diverse città, tra cui la sua roccaforte Maiduguri, teatro lo scorso 20 settembre di una serie di attacchi che hanno ucciso 117 persone.

Secondo alcuni testimoni e fonti della sicurezza alcune delle ragazze erano molto giovani, intorno ai nove anni, e il bilancio delle vittime è destinato ad aumentare. Un alto funzionario di polizia sotto anonimato, ha affermato che “in tutto, ci sono state circa sette esplosioni, ma le indagini sono ancora in corso”.

Secondo Amnesty International almeno 17.000 persone sono state uccise – 3.500 di loro solo quest’anno con decine di migliaia di feriti. La guerra in Nigeria ha provocato, oltre alle migliaia di vittime, più di 2,5 milioni di senza tetto dopo gli attacchi che il gruppo di Boko Haram ha iniziato nel 2009.

Sequestro Denise Pipitone, la sorellastra Jessica Pulizzi assolta pure in Appello

A sinistra Jessica Pulizzi, a destra Piera Maggio con la foto della figlia Denise Pipitone scomparsa nel 2004
A sinistra Jessica Pulizzi, a destra Piera Maggio con la foto della figlia Denise Pipitone scomparsa nel 2004 (Ansa)

La Corte d’Appello di Palermo ha confermato l’assoluzione di Jessica Pulizzi, accusata del sequestro della sorellastra Denise Pipitone, scomparsa da Mazara del Vallo l’1 settembre del 2004. Dichiarato, invece, prescritto il reato contestato al fidanzato Gaspare Ghaleb, imputato di false dichiarazioni al pubblico ministero.

“Riteniamo che questa sia una sentenza giusta, che arriva dopo seri approfondimenti disposti dalla Corte d’Appello di Palermo”. Così Fabrizio Torre, legale di Jessica Pulizzi, ha commentato l’assoluzione della sua cliente accusata del sequestro della sorellastra, la piccola Denise Pipitone scomparsa da Mazara del Vallo nel 2004. La Pulizzi era stata assolta anche in primo grado.

Piera Maggio, non c’è giustizia – “Non c’è giustizia. E comunque noi continueremo a cercarla”. Così Piera Maggio, madre di Denise Pipitone, la bimba scomparsa da Mazara del Vallo l’1 settembre del 2004, ha commentato l’assoluzione in appello della sorellastra della figlia, accusata di sequestro di persona. L’imputata, Jessica Pulizzi, era stata assolta anche in primo grado.

Legale parte civile, momento triste – “E’ un momento triste per la giustizia italiana. Aspettiamo le motivazioni della sentenza. Mi viene in mente il caso di Chiara Poggi: anche lì l’imputato è stato assolto due volte, però, poi, la cassazione ha stabilito cose diverse”. Lo ha detto Giacomo Frazzitta, legale di parte civile della famiglia di Denise Pipitone, scomparsa da Mazara del Vallo nel 2004, commentando l’assoluzione della sorellastra della bambina, Jessica Pulizzi, imputata di sequestro di persona.

Oregon, Usa. Odio religioso al college. 26enne uccide 10 studenti cristiani

Oregon School Shooting - Oregon, Usa. Odio religioso al campus. 20enne uccide 10 studenti
Strage a campus in Oregon, feriti vengono portati in ospedale. (Aaron Yost/Roseburg News-Review via AP)

Ancora una strage di studenti in un college negli Stati Uniti. E’ di dieci morti e venti feriti il drammatico bilancio di una folle azione omicida messa in atto da un ragazzo di 26 anni che, armato, si è recato all’Umpqua Community College a Rosenburg, in Oregon, e ha aperto il fuoco all’impazzata mentre gli studenti erano a lezione, in classe non lasciando loro vie di scampo. Alcuni dei feriti sono in gravi condizioni.

Secondo una prima ricostruzione, il killer sarebbe entrato classe per classe facendo alzare in piedi le persone all’interno chiedendo loro di che religione fossero.

“Ha chiesto loro se fossero cristiani. Se la risposta era sì, gli sparava alla testa, se era no, gli sparava alle gambe”, ha raccontato una ragazza testimone.

L’omicida, di nome Chris Harper Mercer, è quindi rimasto a sua volta ucciso nel corso dello scontro a fuoco ingaggiato con gli agenti di polizia intervenuti tempestivamente sul posto al college dell’Oregon.

Il killer Chris Harper Mercer nel college dell'Oregon
Il killer Chris Harper Mercer

Altrimenti la tragedia avrebbe potuto assumere dimensioni ancora più drammatiche, visto che il killer aveva con sè quattro pistole. Secondo quanto riferito dalla polizia, non è ancora noto il movente del gesto, ma da quanto raccontato dai testimoni sullo sfondo potrebbe esserci l’odio religioso di un un giovane con probabili disturbi mentali.

Alcune fonti investigative riferiscono che al momento sarebbe esclusa ogni ipotesi di terrorismo. Di sicuro c’è che ci si trova ancora una volta di fronte a una tragedia annunciata, visto che il giovane assassino avrebbe annunciato ieri sul web e sui social il suo piano di morte. “Domani non andate a scuola”.

OBAMA: “LE PREGHIERE NON BASTANO. SUBITO UNA LEGGE PER CONTROLLO DELLE ARMI”
“Possiamo fare qualcosa per cambiare le cose, ma non posso farlo da solo. Spero di non dover tornare di nuovo qui nel mio mandato da presidente a fare le condoglianze. Ma, basandomi sulle mie esperienze, non posso garantirlo”, ha detto il presidente Usa, Barack Obama, in diretta tv visibilmente scosso e commosso dopo la sparatoria nell’Oregon.

“Di fronte questi episodi che si ripetono le preghiere non bastano”, ha detto il presidente, sottolineando come “ancora una volta le vite di famiglie sono cambiate per sempre”.

“Siamo l’unico Paese moderno al mondo che vede questo tipo di sparatoria quasi ogni mese. Sono diventati una routine”. Non ci sono leggi sufficienti sul controllo delle armi. Siamo tutti collettivamente responsabili per questo tipo di tragedie. Gli Usa sono l’unico Paese avanzato dove non e’ possibile varare una legge di buon senso sulle armi da fuoco, come vorrebbe la maggioranza degli americani”, ha concluso.

Modena, blitz contro gli "intoccabili". Coinvolti tre carabinieri

Il blitz della Polizia e della Gdf di Modena contro gli intoccabili "The Untouchables"
Il blitz della Polizia e della Gdf di Modena contro gli intoccabili “The Untouchables”

La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza di Modena, nell’ambito dell’operazione “The Untouchables”, hanno eseguito cinque provvedimenti cautelari personali emessi dal Gip del Tribunale di Modena, per presunta estorsione, usura e corruzione.

La complessa ed articolata indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Modena, ha permesso al Commissariato della Polizia di Sassuolo ed al Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Modena di individuare, ricostruire e disarticolare un pericoloso sodalizio criminale operante nelle provincie di Modena e Reggio Emilia e, in particolare, nel distretto ceramico tra i comuni di Sassuolo, Fiorano Modenese, Casalgrande e Castellarano.

L’attività investigativa sull’inchiesta “The Untouchables” è stata avviata nel 2013 a seguito di alcune segnalazioni pervenute da operatori finanziari con cui erano state evidenziate operazioni poco chiare, dietro le quali vi era il sospetto di vere e proprie operazioni di riciclaggio di flussi di denaro di illecita provenienza.

L’organizzazione, avvalendosi della forza intimidatrice dovuta alla notorietà di uno dei propri sodali, appartenente ad una famiglia di pregiudicati di Sassuolo, e delle condizioni ambientali createsi nel comprensorio ceramico a causa del periodo di crisi economica, ha svolto, per anni, attività di usura ed estorsione nei confronti di privati ed imprenditori che a loro si rivolgevano a causa dell’impossibilità di accedere ai canali di credito tradizionali.

L’attività della Polizia di Stato, scaturita da accertamenti finanziari su uomini appartenenti ad un clan operante a livello locale, dopo i primi riscontri investigativi trovava numerosi punti di contatto con altre indagini che le Fiamme Gialle di Modena stavano svolgendo seguendo una pista investigativa nata dalle risultanze di alcune precedenti inchieste.

Le convergenze risultavano tali da permettere alla locale autorità giudiziaria. di riunire l’intero contesto d’indagine in un unico procedimento e coordinare le due forze di polizia con il fine di smantellare un sodalizio che da anni agiva indisturbato, tanto da far apparire i suoi appartenenti quasi “intoccabili”, così da generare il nome dell’odierna operazione  “The Untouchables”.

L’intera attività ha consentito di quantificare interessi usurari per prestiti che arrivavano ad avere tassi pari anche al 417% su base annua, oltre alle connesse estorsioni perpetrate attraverso condotte intimidatorie. Gli illeciti profitti realizzati venivano poi reinvestiti in attività commerciali quali bar e pizzerie tra i più noti del comprensorio di Sassuolo, nonché in aziende che operano nel campo della carpenteria metallica, dell’edilizia e della meccanica, i cui titolari ufficiali risultavano essere semplici prestanome del gruppo criminale, il quale manteneva però appieno l’assoluto controllo delle predette attività economiche.

A mero titolo esemplificativo, è possibile citare tra gli episodi delittuosi accertati nel corso delle indagini:
il primo: le condotte minacciose e vessatorie nei confronti della compagna di un parente, vittima di incidente mortale nel marzo del 2013, con il fine ultimo di ottenere l’affidamento della figlia in tenera età e poter poi incassare il premio di una polizza sulla vita intestata al congiunto, nonché l’eventuale risarcimento assicurativo connesso al tragico sinistro.

Il secondo: il danno arrecato ai gestori di una pizzeria limitrofa a quella di proprietà del sodalizio, obbligati – poiché concorrenti – a chiudere l’esercizio e continuare a pagare comunque l’affitto dell’attività, salvo rilevare un altro locale in altra zona del Comune di Reggio Emilia grazie ad un oneroso mutuo per il quale uno dei soggetti tratti in arresto aveva prestato una garanzia, a fronte della quale aveva poi preteso una somma esorbitante (circa 60.000 euro).

Il terzo: l’usura ai danni di un piccolo artigiano di Sassuolo, costretto ad emigrare all’estero poiché ridotto in miseria dagli esosi interessi applicati ad un prestito ricevuto – a causa di alcune difficoltà economiche – da parte di uno dei responsabili oggetto di misura cautelare.

I protagonisti del sodalizio sono riusciti negli anni a tessere, tra l’altro, una fitta rete di collegamenti con alcuni appartenenti ad altre Forze dell’ordine e pubblici ufficiali al fine di ottenere agevolazioni, facilitazioni o anche solo informazioni utili allo svolgimento o alla prosecuzione delle loro attività illegali.

Con i provvedimenti cautelari eseguiti nella mattinata odierna sono stati tratti agli arresti domiciliari i due principali attori del sodalizio, Rocco Ambrisi e Adamo Bonini, per i reati di usura, estorsione e corruzione, mentre con le altre tre misure coercitive, invece, è stato disposto il divieto di dimora e l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria nei confronti di altrettanti appartenenti all’Arma dei Carabinieri, tra i quali uno in congedo, per i reati di corruzione, abuso d’ufficio, rivelazione di segreti di ufficio e favoreggiamento.

Lo stesso Gip del Tribunale di Modena, oltre alle misure personali, accogliendo le richieste elaborate sulla base di puntuali ricostruzioni patrimoniali, ha anche disposto il sequestro preventivo, per sproporzione tra redditi dichiarati e patrimonio disponibile, di conti correnti e titoli per un valore di quasi 1.700.000 euro, nonché di alcune autovetture di lusso intestate ed in uso agli indagati.

Mistero a Binasco (Mi), trovati morti la madre e il figlio veterinario. Forse avvelenati

Binasco (Milano), trovati morti madre e figlio: Leonardo Vitartali, 50 anni e Anna Grazia Del Turco. Omicidio suicidio o forse avvelenati?
La casa a Binasco (Milano), dove sono stati trovati morti madre e figlio.

Terribile scoperta stamane in un appartamento di via Costa 3 a Binasco, alle porte di Milano. Madre e figlio sono stati trovati senza vita dai Carabinieri di Abbiategrasso dopo una segnalazione. Si tratta di Leonardo Vitartali, veterinario di 50 anni, e sua madre Anna Grazia Del Turco, di 77.

L’allarme è stato lanciato dai vicini, in ansia perché da giorni non vedevano uscire la signora né avevano visto il medico. Sul posto sono intervenuti i militari dell’Arma e i Vigili del fuoco che hanno dovuto sfondare la porta dopo che nessuno rispondeva all’interno.

Da quanto notato dagli inquirenti, la casa era in ordine e senza tracce di sangue, nè sostanze tossiche nell’aria. La Tv era accesa e Leonardo Vitartali giaceva senza vita nel soggiorno. La madre era invece nella sua camera da letto.

L’uomo si era separato dalla compagna da cui aveva avuto due figlie di 7 e 9 anni e da poco era tornato a vivere con la propria madre.

Proprio lunedì scorso aveva appuntamento con le figlie con cui, si dice, aveva un buon rapporto, ma non si è presentato all’incontro. L’ultima volta che l’uomo è stato visto in vita è stato domenica sera a Binasco.

La pista privilegiata sarebbe quella dell’omicidio suicidio. Sarebbe. Gli inquirenti indagano comunque ad ampio raggio senza escludere nessuna ipotesi. In queste ore sono in corso interrogatori di vicini, parenti, amici, conoscenti e clienti del veterinario, di Binasco e dintorni, per comprendere meglio tutta la vicenda che sembra assumere tutti i contorni di un giallo.

Senza un movente apparentemente valido che potesse giustificare una simile tragedia. Senza un biglietto scritto per le bambine. Almeno per ora non sarebbe stato trovato. Poi, perché un “apprezzato professionista”, avrebbe voluto lasciare orfane le sue bambine? Domande al momento senza risposte.

Leonardo Vitartali, svolgeva la professione di veterinario. Da quanto dicono, “bravo”. Una delle ipotesi degli investigatori sarebbe quella che il medico possa aver utilizzato dei farmaci letali per togliersi la vita dopo aver ucciso la madre.

Non è chiaro se l’anziana donna sia stata soffocata o uccisa con una iniezione mortale dal momento che in casa non c’erano tracce di sangue. Non è da escludere affatto un avvelenamento, anche per mano di terze persone. Porte e finestre intatte. Sembra senza effrazioni. Ma ciò non esclude che qualcuno possa essersi introdotto lo stesso in casa, magari dalla porta principale con una copia delle chiavi. Uccidere la mamma malata con una iniezione e somministrare un veleno a lui in qualche bevanda. Ipotesi. Sarà comunque l’autopsia, disposta per venerdi mattina, a chiarire le cause del decesso di entrambi. L’area della casa è video sorvegliata. Preziose potranno rivelarsi le registrazioni.

 

Blitz anticamorra nel casertano: 4 arresti in clan Casalesi dei Zagaria

Blitz anticamorra nel casertano 4 arresti in clan Casalesi dei ZagariaOperazione nel Casertano dei Carabinieri del ROS e della Squadra Mobile di Caserta per l’esecuzione di 4 provvedimenti cautelari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea nei confronti di presunti esponenti e favoreggiatori del clan dei Casalesi riconducibili al gruppo di Michele Zagaria.

Fra le persone arrestate, in un blitz all’alba, ci sono una sorella del boss, Gesualda, un nipote, Filippo Capaldo; un architetto accusato di aver progettato un bunker di nuova generazione per il clan, Carmine Domenico Nocera e Francesco Nobis, accusato di favoreggiamento.

Gli arrestati del presunto clan Zagaria sono fra l’altro accusati di associazione di tipo mafioso, favoreggiamento personale, intestazione fittizia di beni, ricettazione ed altri delitti aggravati dalle finalità mafiose.

Trani, svolta nell'omicidio di Biagio Zanni. Arrestato 19enne

La vittima Biagio Zanni
La vittima Biagio Zanni

Svolta a Trani per il delitto di Biagio Zanni. Un ragazzo di 19 anni è stato arrestato dai carabinieri pugliesi per l’omicidio del 34enne, ucciso il 20 settembre a coltellate, a Trani, dopo essere intervenuto per mettere pace in una rissa in corso sul lungomare.

Il giovane avrebbe agito con due minorenni di 17 e 15 anni. Alle origini della rissa ci sarebbe stato uno sgambetto fatto ad un giovane. Le accuse sono di rissa aggravata e omicidio volontario in concorso.

Biagio Zanni è stato ucciso nella zona del porto di Trani in seguito a uno screzio scoppiato tra un suo amico che era con lui la sera del 20 settembre, e i tre giovani, il 19enne arrestato e due minorenni, accusati dalla Procura di Trani di rissa aggravata e omicidio volontario in concorso.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’amico di Biagio Zanni era all’esterno di un bar-pizzeria quando sono arrivati i tre. Per motivi ancora da chiarire, i quattro hanno cominciato a discutere e dalle parole si è passati alle mani.

A quel punto Biagio Zanni, che inizialmente era nel bar, è uscito tentando di fare da paciere, ma è stato accoltellato. Ha avuto la forza di allontanarsi per chiedere aiuto andando in direzione della vicina caserma della Guardia di Finanza, ma pare che sia stato inseguito dai tre giovani che avrebbero infierito su di lui. L’arma usata, con molta probabilità un coltello a scatto, non è stata trovata. Al momento non sono state fornite le generalità del presunto assassino di Biagio Zanni.

Attenzione all'influenza, 4 virus e 5 milioni di italiani a letto

Attenzione all'influenza, 4 virus e 5 milioni di italiani a lettoNon dovrebbe essere particolarmente pesante quest’anno la stagione influenzale, ma l’influenza metterà a letto comunque dai 4 ai 5 milioni di italiani, con un 40% di casi tra 0 e 18 anni, un altro 40% tra i 18 e i 65 e un 20% tra gli over 65.

I virus responsabili saranno H1N1, H3N2 e il Virus B Phuket, ma il probabile arrivo di un altro virus, il virus B Brisbane, potrebbe portare a un aumento del numero di casi, complice anche un’altra incognita rappresentata dalle condizioni meteorologiche, che se saranno particolarmente rigide potrebbero facilitare l’influenza.

Questa la previsione del virologo e ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco, a margine della presentazione di una campagna di prevenzione e informazione dell’influenza del Moige, Movimento italiano genitori.

“Tre i virus attesi – spiega l’esperto -. Si tratta ancora del virus H1n1, un virus H3n2 di origine svizzera, un virus B thailandese, ma c’è un possibile ulteriore virus B Brisbane, di origine australiana, che potrebbe essere una variante che insieme al tempo può determinare un possibile incremento dei casi”.

“Non e’ facile dire quando ci sarà il picco – aggiunge – però alcuni studi relativi alla combinazione di fenomeni meteorologici indicano che l’influenza scatta quando la temperatura si abbassa e rimane per alcuni giorni bassa e tipicamente questo accade dopo Natale, complici anche i viaggi, baci e abbracci delle Feste”.

Attenzione poi anche alle sindromi simil-influenzali, che come spiega l’esperto “sono dovute ad altri virus, ce ne sono di 260 tipi” e potrebbero colpire dagli 8 ai 10 milioni di italiani. “Se l’inverno sara’ ‘ballerino’ con sbalzi termici allora saranno di più i casi di simil-influenza, come già avviene in questo momento dove non c’e’ ancora la vera influenza ma ci sono già’ i virus ‘cugini’, con manifestazioni cliniche meno pesanti, e i cui casi potranno essere dagli otto ai dieci milioni”.

Putin avvia in Siria raid anti Isis. I ribelli di Assad: "Colpiti civili"

Russia, Putin avvia in Siria raid anti Isis. I ribelli di Assad Colpiti civili. Nella foto raid francesi
Aerei francesi in raid in Siria (Ansa/Epa)

La Russia ha iniziato stamane i bombardamenti con raid aerei alcune aree della Siria dove si pensa siano annidati terroristi dell’Isis. Lo afferma l’amministrazione americana. Il Parlamento russo aveva dato questa mattina il suo via libera.

La richiesta era del presidente Vladimir Putin, dopo che nel faccia a faccia tra i leader di Usa e Russia di due giorni fa si è giunti a una intesa per fermare lo stato islamico in Siria e non solo. E’ la prima volta, dalla guerra lampo con la Georgia nel 2008, che la Russia invia i propri uomini a combattere fuori dai suoi confini.

Le operazioni dell’aviazione russa, che aveva avvertito in anticipo il Pentagono dei raid, si svolgeranno in “un arco di tempo definito” e “non potranno andare avanti indefinitamente”.

“Non posso dirvi adesso, per evidenti motivi, quale sarà questo arco di tempo, per quanti giorni durerà e quanti aerei e quali tipi di armi saranno usati dalle nostre forze aeree”, ha affermato il capo dell’amministrazione presidenziale, Serghei Ivanov.

Il portavoce del ministero della Difesa russo, il generale maggiore Igor Konashenko, ha poi ufficializzato quanto già circolava sui media americani. E cioè che “le forze aeree russe hanno cominciato oggi a condurre operazioni aeree mirate contro bersagli a terra dei gruppi terroristici dell’Isis sul territorio della Repubblica araba siriana”. Secondo fonti governative siriane, i primi raid sono stati diretti contro postazioni terroristiche nelle province di Hama, Homs e Latakia.

Ma è proprio la scelta di queste tre aree a suscitare le perplessita americane e francesi, lo stesso fronte che vuole Bashar Assad fuori dal potere prima dell’avvio di una fase di transizione politica. “Se hanno colpito a Homs, come sembra”, ha affermato una fonte militare di Parigi, non è lo Stato islamico l’obiettivo ma probabilmente i gruppi di opposizione.

Sono gli stessi oppositori in Siria a dichiarare che i 70 rais russi. “La Russia non sta combattendo l’Isis in Siria, ma prende di mira i civili nelle comunità che hanno respinto lo Stato Islamico”, ha detto il presidente della Coalizione Nazionale Siriana, Khaled Khoja, il quale “condanna” i raid di Mosca. “La Russia – continua – usa la sua forza militare per sostenere la guerra del regime di Assad contro i civili”.

dello stesso tono la dichiarazione degli Stati Uniti: “La Russia deve fermare la sua aggressione in Siria”, afferma il segretario alla Difesa americano, Ash Carter secondo il quale i raid russi in Siria “probabilmente” sono stati lanciati in zone dove non c’è presenza dell’Isis.

Dmitri Peskov, portavoce di Putin ha dichiarato, rispondendo alla domanda se Mosca classifica alcuni movimenti di opposizione siriana come “terroristi”: “L’aviazione russa in Siria sta fornendo sostegno alle forze armate siriane, che stanno combattendo contro l’Isis e altri gruppi terroristici ed estremisti”.

Omicidio Pordenone, matricola arma del delitto leggibile. Sequestrato Pc Giosuè Ruotolo

A sinistra l'Identikit della Polizia dell'omicida di Trifone Ragone e Teresa Costanza. A destra l'indagato Giosuè Ruotolo
A sinistra l’Identikit della Polizia dell’omicida di Trifone Ragone e Teresa Costanza. A destra l’indagato Giosuè Ruotolo

La pistola con cui sono stati uccisi i fidanzati di Pordenone ha una regolare matricola, ma non è stato possibile associarla a uno specifico proprietario poiché si tratta di un’arma molto antica e non esiste un registro nazionale dedicato, tanto meno in formato digitale.

L’arma sarebbe in discreto stato di conservazione, e la matricola sarebbe perfettamente leggibile, anche se questo elemento difficilmente potrà aiutare gli investigatori.

Intanto, gli investigatori hanno sequestrato mercoledi un altro computer nell’appartamento dove l’indagato per l’omicidio della coppia di Pordenone, Giosuè Ruotolo, viveva con altri due commilitoni.

Essendo una dimora condivisa, i Carabinieri hanno notificato il provvedimento di sequestro anche agli altri due inquilini, chiedendo tuttavia immediatamente al Gip lo stralcio delle loro posizioni, considerandoli estranei alla vicenda.

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I due giovani, scrive Repubblica, sarebbero stati iscritti nel registro degli indagati “per ragioni tecniche”. In pratica, l’iscrizione consente agli inquirenti di svolgere attività di indagine altrimenti impossibili.

Per entrambi i giovani, i due pm della procura di Pordenone titolari dell’inchiesta sul duplice omicidio si preparano pertanto a chiedere l’archiviazione.

“Non riteniamo che possano essere stati complici di Ruotolo, che resta l’unico vero sospettato come responsabile della morte di Ragone e Costanza – spiega chi indaga – ma per proseguire nelle indagini, la loro iscrizione era un atto necessario”.

A incastrare Ruotolo, secondo la procura, sarebbero alcune immagini riprese da telecamere di sicurezza, che inquadrerebbero la sua auto nei pressi del luogo del delitto. Inoltre, proprio i due coinquilini di Trifone Ragone, non avrebbero confermato l’alibi fornito dal 26enne, che ai carabinieri ha raccontato: “Nel momento del duplice omicidio, ero a casa da solo”.

Gli investigatori ritengono che sia Ruotolo l’uomo che, pochi minuti dopo il duplice omicidio, gettò una pistola Beretta 7.65 “modello 20” nel laghetto del parco San Valentino, a poca distanza dal parcheggio in cui Trifone e Teresa sono stati uccisi da sei colpi, sparati a bruciapelo.

La posizione di Giosuè Ruotolo si complica. Secondo quanto detto alla trasmissione “Pomeriggio 5”, un’invitata del programma, Ilaria Dalle Palle, ha riferito di una circostanza: “Abbiamo saputo che una signora smentisce la versione di Giosuè Ruotolo e racconta che il caporal maggiore e le due vittime, contrariamente a quanto affermato da Ruotolo, spesso uscivano insieme dopo la palestra e venivano a fare l’aperitivo nel suo locale”. Non solo. “In base ad alcune indiscrezioni le versioni rese agli inquirenti dai due commilitoni di Giosuè (oggi indagati per questioni tecniche, ndr) non coinciderebbero”.

Tutto ruota attorno all’arma del delitto ritrovata nel laghetto del parco. Si tratta di un vecchio modello di Beretta. Coincidenza vuole, che in una perquisizione a casa della famiglia Ruotolo gli inquirenti avrebbero rinvenuto una collezione di armi d’epoca simili a quella rinvenuta nel laghetto e che gli organi investigativi ritengono sia l’arma che ha ucciso i due fidanzati. Nei giorni scorsi il Ris ha effettuato dei rilievi sull’arma. Rilievi che saranno cruciali per gli investigatori.

“Se dovessero scoprire l’eventuale mancanza di un’arma da questa collezione – dice Carmelo Abbate, giornalista e ospite in studio a “Pomeriggio Cinque” – per Ruotolo si metterebbe male”.I sospetti maggiori pesano sul giovane 26enne commilitone di Trifone. (modificato 1/10/2015 | 18:57)

I drammi dell’Omicidio suicidio. I precedenti degli ultimi 3 anni

Il dramma dell’omicidio suicidio di oggi ad Albano Laziale,  è l’ennesimo che si consuma nelle città italiane. Doppie tragedie. Stesse dinamiche, talvolta diversi moventi, stesso raptus omicida. L’ira che prende il sopravvento.

Famiglie apparentemente tranquille e serene, dietro cui si celano spesso infelicità, rancori compressi, paure incomprese, solitudine e molteplici fattori che scatenano la furia improvvisa. Fatti di cronaca, tra stalking e femminicidi, figlicidi, dove donna e bambini sono sono spesso le prima vittime. Tragedie purtroppo che lasciano alle spalle scie di sangue e orfani abbandonati in balia di sé stessi.  L’Adnkronos ha stilato un elenco di alcuni precedenti che riproponiamo.

18 settembre 2015 – Un 72enne ha esploso un colpo di fucile calibro 12, detenuto legalmente per la caccia, contro una donna di 58 anni di Capoverde e poi si è sparato al volto nel tentativo di uccidersi. E’ accaduto ad Ariccia, in provincia di Roma. Entrambi sono stati soccorsi in codice rosso: lei è stata trasportata all’ospedale Tor Vergata con una ferita alla spalla e lui al policlinico Umberto I. Il movente sarebbe legato a motivi passionali: l’uomo, infatuato della 58enne, ha tentato di ucciderla perché non corrisposto. Il 72enne è stato arrestato.

14 settembre 2015 – Rahhal Fantasse marocchino di 40 anni, uccide con con 15 coltellate la moglie Anna Carlucci di 47 anni, durante una lite in casa ad Asti. L’uomo, che infierisce sulla moglie con un coltello da cucina di 20 centimetri, viene arrestato dai carabinieri.

2 settembre 2015 – Un anziano uccide la moglie e poi tenta il suicidio a Lumezzane, in provincia di Brescia.

1 settembre 2015 – un uomo di 41 anni uccide la sua ex fidanzata 18enne e poi si toglie la vita, a Sedena di Lonato, in provincia di Brescia. I due avevano una relazione che la giovane aveva deciso di troncare, ma l’uomo non voleva accettarlo.

12 agosto 2015 – Claudio Rampanelli uccide a coltellate la compagna, Laura Simonetti, e la figlia della donna, Paola Ferrarese, poi si suicida gettandosi dalla finestra. Il dramma pochi minuti prima della 15 nella centralissima via Marchetti, a Trento.

8 agosto 2015 – Un uomo di 45 anni di Squinzano, in provincia di Lecce, uccide l’ex moglie di 41 anni a colpi di pistola e poi si spara, morendo poco dopo in ospedale. Il fatto accaduto per strada, in via Crocefisso, dopo una lite. La coppia aveva due figli piccoli.

4 agosto 2015 – Doppio omicidio a Mercato San Severino, in provincia di Salerno. Un 32enne, sofferente di disturbi mentali, strangola la madre Antonietta De Santis, 58 anni, e la sorella Deborah De Vivo, 29 anni, poi tenta il suicidio. All’origine della tragedia, probabilmente, un raptus di follia legato a preoccupazioni cresciute di recente per le gravissime condizioni economiche nelle quali versava la famiglia.

21 luglio 2015 – Omicidio-suicidio in via Acri, a Catanzaro, dove un agente di commercio di 55 anni uccide la madre 79enne e si toglie la vita. Sul posto i carabinieri, allertati dalla segnalazione di un cadavere nel cortile interno di un palazzo: si trattava del corpo dell’uomo che, dopo aver ucciso la madre a coltellate, si era lanciato dalla finestra. All’interno dell’appartamento dell’uomo, i militari hanno poi trovato il cadavere della donna: la 79enne era distesa nel bagno in un lago di sangue, mentre, nel secondo bagno dell’appartamento, è stato trovato il coltello da cucina con il quale presumibilmente il figlio l’ha uccisa.

15 luglio 2015 – Uccide moglie e figlio, poi rivolge la pistola verso di sé e si toglie la vita. Teatro della tragedia un appartamento in via Ammiraglio Aubry, quartiere San Giovanni a Teduccio, periferia orientale di Napoli, dove Cesare Cuozzo, 53 anni, spara alla moglie Anna Daniele, 51 anni, sorella dell’assessore alla Cultura del Comune di Napoli Nello Daniele, poi uccide il figlio, Nicola, 17 anni, infine si suicida.

10 luglio 2015 – spara alla moglie, uccidendola, e poi si toglie la vita. L’ennesimo omicidio-suicidio, tra le mura domestiche, è accaduto stavolta a Quartu Sant’Elena, nel cagliaritano.

5 luglio 2015 – Un uomo di 82 anni uccide a coltellate la moglie e poi tenta il suicidio. Succede a Lugo, in provincia di Ravenna.

23 giugno 2015 – Un uomo uccide a coltellate, nella notte, la moglie e la suocera a Reggio Calabria . L’omicidio avviene al culmine di una lite. L’aggressore prova a scappare, ma viene bloccato dalla polizia.

11 giugno 2015 – Un uomo di 45 anni uccide la ex con tre colpi di pistola e poi si spara un colpo alla testa. Accade in un parcheggio di via Erminio Macario a Vitinia, a pochi km dal litorale romano di Ostia. L’uomo non si era rassegnato alla fine della relazione.

8 giugno 2015 – Uccide la compagna sparandole un colpo alla tempia, poi tenta il suicidio. Accade a Riofreddo, in provincia di Roma.

2 giugno 2015 – Omicidio suicidio ad Albenga. Una donna di 41 anni viene uccisa a coltellate dall’ex convivente marocchino in un appartamento ad Albenga, in provincia di Savona. L’uomo poi si toglie la vita. È la figlia della vittima a dare l’allarme, chiedendo aiuto dal balcone e richiamando l’attenzione di alcuni passanti che chiamano i carabinieri.

30 maggio 2015 – Un anziano di 82 anni uccide la moglie, coetanea e malata da tempo, poi si toglie la vita. Accade a Venegono Inferiore, in provincia di Varese. Probabilmente una depressione è all’origine dell’omicidio-suicidio.

5 maggio 2015 – Un carabiniere uccide la moglie e la figlia, poi si toglie la vita. Avviene in vico Bagnara, nei pressi di piazza Dante a Napoli.

3 maggio 2015 – Un anziano di 81 anni, nella notte, uccide la moglie 80enne a Cento, in provincia di Ferrara. Con i carabinieri si giustifica dicendo che voleva porre fine alle gravi sofferenze della donna, malata da tempo.

2 maggio 2015 – Un fornaio di 55 anni uccide in casa la moglie di 48 anni e veglia il cadavere per una settimana. L’omicidio avviene nel foggiano e l’uomo, forse convinto dai figli, alla fine confessa.

20 aprile 2015 – Uccide la moglie, a Torre del Greco (Napoli), colpendola più volte alla testa e poi si costituisce.

15 aprile 2015 – Un marocchino di 40 anni, nella notte, uccide al culmine di una lite la moglie e la figlia di 7 anni a Pordenone.

27 marzo 2015 – Un uomo di 64 anni, imprenditore in pensione, viene ucciso dalla moglie a Quarto, frazione di Piacenza, al culmine di una violenta lite.

13 marzo 2015 – In Trentino a Zivignago di Pergine, un uomo, Marco Quarta, uccide l’ex moglie 36enne Carmela Morlino, davanti ai loro due bambini.

9 marzo 2015 – Un uomo di 57 anni uccide la compagna di 53 anni stringendole intorno al collo un cavo elettrico a Vasto Marina (Chieti).

7 marzo 2015 – Un poliziotto uccide la moglie e poi si toglie la vita sparandosi un colpo alla testa. Accade a Uppiano, in provincia di Perugia. A scoprire i corpi senza vita un socio della donna che non riusciva a contattarla.

15 febbraio 2015 – Un uomo di 65 anni, Pietro De Mattia, pensionato di Gioia del Colle, in provincia di Bari, uccide la moglie Antonia Cirasola, di 55 anni, colpendola alla testa con un piccone.

9 febbraio 2015 – Uccide la moglie di 27 anni a bastonate a Moncalieri (Torino). L’uomo, un romeno di 28 anni, confessa l’omicidio, spiegando di essere stato mosso dalla gelosia.

3 gennaio 2015 – Una donna di 69 anni uccide il marito di 68 anni nell’appartamento in cui vivevano a Bologna, in via Panigale 35. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la donna, al culmine dell’ennesima discussione con il coniuge, lo ha colpito con un vaso, infierendo successivamente sul suo corpo con un coltello da cucina e delle forbici.

9 dicembre 2014 – A Numana, in provincia di Ancona, un uomo di 38 anni uccide la moglie di 28, dalla quale si stava separando, e il figlio di 5 anni a colpi di pistola, per poi togliersi la vita.

2 dicembre 2014 – A Refrontolo, nel trevigiano, un padre uccide la moglie e il figlio poi si toglie la vita. L’anziano avrebbe colpito alla testa la moglie ferendola a morte, per poi uccidere il figlio ventenne con una coltellata e impiccarsi.

29 novembre 2014 – Loris Stival, 8 anni, che frequenta la terza elementare all’istituto “Falcone e Borsellino” di Santa Croce Camerina, scompare. Il suo corpicino viene ritrovato senza vita alle cinque del pomeriggio in un canalone di scolo. La morte, secondo l’autopsia, è avvenuta per strangolamento con una fascetta di plastica. La sera dell’8 dicembre la madre del piccolo, Veronica Panarello, 25 anni, viene portata in questura e arrestata con l’accusa di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere.

27 ottobre 2014 – Una donna marocchina di 42 anni in uno stabile occupato di via Carlo Felice a Roma uccide i suoi due bambini di 9 e 3 anni e ferisce gravemente la figlia di 4 anni, poi si toglie la vita.

10 settembre 2014 – Una donna di 44 anni, Roberta Gasperini, uccide con numerosi colpi di coltello il marito 52enne, Pietro Girardi, dopo una violenta lite in famiglia nella loro villetta di Ungias-Galantè, ad Alghero (Ss).

22 agosto 2014 – In un’abitazione di San Giovanni la Punta, nel catanese, un uomo di 47 anni uccide a coltellate la figlia Laura di 12 anni e ferisce in maniera grave un’altra figlia di 14 anni.

17 agosto 2014 – A Collemarino, ad Ancona, Luca Giustini, ferroviere 34enne, uccide la figlioletta di appena 18 mesi, Alessia, mentre è nella culla, sferrandole tre coltellate, una delle quali la colpisce al cuore. Al momento dell’omicidio è solo in casa con la bimba, mentre la moglie 32enne, infermiera, è al mare con l’altra figlia della coppia e i nonni. Dopo aver ucciso Alessia, l’uomo la chiama al telefono e le dice: “Vieni, ho fatto un casino”.

9 agosto 2014 – In Basilicata Vito Tronnolone, carrozziere in pensione di 65 anni, uccide con una pistola la moglie Maria Stella Puntillo, 57, e i due figli Luca e Chiara, di 32 e 27, e si toglie la vita con la stessa arma, regolarmente detenuta. Erano da pochi giorni rientrati a San Fele, in provincia di Potenza, da Lastra a Signa (Firenze) dove risiedevano da decenni.

6 luglio 2014 – Una giovane donna, Ilaria Abbate, viene ferita a morte a Ponte Valleceppi, alla periferia di Perugia, dall’ex compagno che spara anche contro il figlio di due anni e mezzo e un’amica della donna, che si salvano. L’uomo rivolge poi l’arma contro se stesso e si uccide.

14 giugno 2014 – A Motta Visconti, in provincia di Milano, Carlo Lissi stermina la sua famiglia uccidendo la moglie e i due figli di 5 anni e venti mesi, simulando poi una rapina. Dopo il triplice omicidio, Lissi si fa una doccia e va a vedere la partita della Nazionale con l’Inghilterra con gli amici in un pub del paese. Dopo poche ore però crolla e confessa di aver ucciso a coltellate tutta la sua famiglia.

9 giugno 2014 – Omicidio suicidio a Novara. Un uomo di 56 anni uccide la moglie, una maestra di 60 anni, nella loro casa di Borgomanero, nel novarese, poi sale in montagna e si impicca a un albero.

9 marzo 2014 – Edlira Dobrushi, 37enne di origine albanese, uccide a coltellate in un appartamento al secondo piano di una palazzina di Lecco le sue figlie di 4, 11 e 13 anni, poi tenta il suicidio con lo stesso coltello con cui ha tolto loro la vita. “Sono stata io, le ho uccise io”, confessa poche ore più tardi ai carabinieri.

31 dicembre 2013 – A Collegno, in provincia di Torino, Daniele Garattini, 57 anni, esplode sei colpi di pistola nell’abitazione di famiglia contro la moglie Letizia Maggio, 54 anni, e la suocera Daria Maccari, 84 anni, e la figlia di 21 anni, uccidendole, poi si toglie la vita accoltellandosi al petto.

16 ottobre 2013 – Il bracciante di origine kosovara Velj Selmanaj, detto Willy, uccide a colpi di pistola la moglie Senade e la figlia Fatime davanti ad un supermercato di Pescina, in Abruzzo.

11 ottobre 2013 – In una villetta di Loano, in provincia di Savona, Stefania Maritano, 49 anni, viene uccisa con un colpo di pistola dal marito che poi rivolge l’arma contro se stesso e si toglie la vita.

Albano Laziale (Roma), ammazza la moglie davanti scuola e si suicida

Il luogo ad Albano dove è stata uccisa Carmela Mautone dal marito (foto da ilmessaggero.it)
Il luogo ad Albano dove è stata uccisa la donna dal marito (foto da ilmessaggero.it)

Omicidio suididio ad Albano Laziale. Un carabiniere di 48 anni, ha ucciso la moglie, Carmela Mautone di 47 anni sparandole alcuni colpi di pistola e poi si è suicidato. La tragedia è avvenuta intorno alle 16.30 in via Rossini, davanti ad una scuola elementare dove la donna faceva la maestra.

L’uomo, Luigi De Michele, feritosi gravemente dopo aver sparato alla moglie, è stato trasportato in ospedale in codice rosso dove è deceduto poco dopo. Sul posto sono giunti la Polizia e i Carabinieri, allertati dai passanti.

Carmela Mautone, insegnava nella scuola davanti alla quale è avvenuto l’omicidio. L’uomo pare fosse separato dalla donna o comunque c’erano problemi di natura coniugale. Al momento non si conoscono maggiori dettagli sul movente.

Dalle prime informazioni sembra che l’uomo avrebbe atteso l’uscita della donna dalla scuola, le si è avvicinato e ha fatto fuoco. Poi ha rivolto la pistola d’ordinanza contro di sé e ha aperto il fuoco. Avevano due figli. Luigi De Michele, era un carabiniere  che fino a tre addietro prestava servizio al nucleo investigativo di Frascati. Attualmente era in forza presso il comando delle Ville Pontificie

Sull’omicidio suicidio indagano atterriti i Carabinieri di Albano Laziale e Castel Gandolfo, colleghi dell’uomo. Un dramma che colpisce anche l’Arma dei Carabinieri.

 

E' di Sebastiano Magnanini il cadavere ritrovato Londra. Scotland Yard: "Agguato criminale"

Il luogo nel Regent' Canal a Londra dove è stato recuperato il corpo di Sebastiano Magnanini, riquadro (photo Olycom)
Il luogo nel Regent’ Canal a Londra dove è stato recuperato il corpo di Sebastiano Magnanini, riquadro (photo Olycom)

E’ di Sebastiano Magnanini, veneziano di 46 anni, il cadavere dell’uomo rinvenuto il 24 settembre scorso a Londra nella acque del Regent’s Canal, a Regent’s Park, nel centro londinese. Lo riferiscono fonti investigative di Scotland Yard.

Sebastiano Magnanini è stato ucciso e gettato nel canale legato a un carrello della spesa probabilmente con delle zavorre per non farne affiorare il corpo. Quando è stato trovato il corpo era già parzialmente decomposto. Il veneziano, residente a Cannaregio, si era trasferito nella capitale britannica da qualche mese dopo varie tappe in Colombia, Cambogia e Thailandia. L’allarme è stato dato da un passante, uno dei tanti che affollano uno dei parchi più grandi di Londra.

Gli inquirenti inglesi sospettano che sia stato ucciso in un agguato di stampo criminale, forse il movente potrebbe ruotare su un presunto giro di droga. Non sono comunque escluse altre piste. Nei giorni scorsi le autorità, attraverso tutti i media britannici avevano lanciato un appello a eventuali testimoni di rendere testimonianza. Alla fine si è risaliti a Sebastiano Magnanini grazie ad alcuni tatuaggi che aveva sul corpo.

La vittima Sebastiano Magnanini
La vittima Sebastiano Magnanini

I genitori della vittima, residenti in centro storico a Venezia, avrebbero ricevuto la notizia solo lunedì sera, quando anche le autorità italiane sarebbero state informate della tragedia. Le indagini sono solo all’inizio, ma gli inquirenti starebbero ricercando il movente del delitto su cui pare non si siano dubbi che Sebastiano Magnanini sia stato ucciso, poi legato e buttato nel canale. Probabilmente in piena notte, lontano da sguardi indiscreti.

A Sebastiano Magnanini viene attribuito il furto, nel 1993 del quadro del Tiepolo nella Chiesa di Santa Maria della Fava, a Venezia. Per questo era nello schedario della polizia di Venezia.

Il dipinto, raffigurante Sant’Anna, la Vergine bambina e San Gioacchino, più noto come l’educazione della Vergine, venne rubato la notte del 14 dicembre del ’93. Il valore del quadro si aggirava sui due miliardi di vecchie lire.

Maltempo, codice rosso in Sardegna. Scuole chiuse per ciclone. Allerta pure su Sicilia, Calabria e Lazio

Maltempo, codice rosso in Sardegna. Scuole chiuse per ciclone allerta meteo in Sicilia, Calabria e Lazio

Tra oggi e domani è massima allerta meteo in Sardegna. La protezione civile ha elevato il livello di criticità sull’isola a codice rosso, dovuta a una vasta circolazione ciclonica che determinerà già da oggi dal pomeriggio, precipitazioni anche temporalesche sulle due isole maggiori.

Si tratta di rischio idrogeologico e idraulico molto elevato e pericoloso. Tra domani e venerdì le precipitazioni si estenderanno al resto del paese, interessando maggiormente le regioni tirreniche, con una generale intensificazione della ventilazione.

Oltre alla Sardegna, problemi anche per Sicilia, Calabria e Lazio. La Protezione civile ha già allertato le regioni interessate. In Sardegna, che mantiene l’allerta meteo rossa, i sindaci stanno provvedendo a chiudere le scuole per la giornata di domani 1 ottobre. Già con l’allerta di ieri, la protezione civile aveva invitato ad evitare i rientri scolastici pomeridiani per oggi.

Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile, d’intesa con le Regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso, un ulteriore avviso di condizioni meteorologiche avverse che estende quello emesso nella giornata di ieri e che prevedeva precipitazioni a prevalente carattere di rovescio e temporale sulle due isole maggiori: Sardegna e Sicilia.

L’avviso prevede dalle prime ore di domani, giovedì 1° ottobre, precipitazioni anche a carattere di rovescio e temporale e venti di burrasca sud-orientali sul Lazio, specie sulla fascia costiera. Dal primo pomeriggio di domani si prevedono poi precipitazioni, anche a carattere di rovescio o temporale, sulla Calabria, specie sui settori meridionali.
I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica e forti raffiche di vento.

Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per oggi e domani criticità rossa per rischio idrogeologico localizzato sulla Sardegna. Oggi, criticità gialla per rischio idrogeologico inoltre su Lazio, Calabria e Sicilia. Per la giornata di domani, invece, è stata valutata criticità arancione per rischio idrogeologico sulla Sicilia e criticità gialla su buona parte dell’Italia centro-meridionale dove i sindaci sono in stato di massima allerta.

Tangenti per appalti in Anas Toscana. 4 arresti e 24 indagati

Tangenti per appalti in Anas Toscana. 4 arresti e 24 indagatiE’ di quattro arresti, ventiquattro indagati e una settantina di perquisizioni il bilancio di un’operazione della Procura di Firenze nei confronti dei vertici dell’Anas Toscana.

I magistrati ipotizzano il reato di corruzione riguardo appalti per opere stradali. L’indagine è condotta da Polizia stradale della Toscana e dal Corpo forestale, sezione di pg della procura di Firenze.

I magistrati fiorentini hanno attenzionato pubblici ufficiali dell’Anas, imprenditori e professionisti che avrebbero messo su un presunto giro corruttivo nell’ambito delle attività dell’ente stradale toscano.

Il procuratore capo Giuseppe Creazzo parla di un “collaudato sistema di corruzione”, nonché di un “sistema che ha comportato danni per la collettività per molte decine di migliaia di euro. Venivano date mazzette corrispondenti al 5% dell’importo dei lavori, cioè decine di appalti nella rete stradale della Toscana”.

I destinatari delle quattro ordinanze di custodia domiciliare sono il capo di compartimento Anas Toscana, Antonio Mazzeo; il capo servizio amministrativo Anas Toscana Roberto Troccoli; un funzionario di Anas Toscana, Nicola Cenci e l’imprenditore Francesco Mele.

Ganzirri (Messina), agguato a rivale in amore. Arrestate madre e figlia

Ganzirri (Messina), agguato a rivale in amore. Arrestate madre e figliaAccecata dalla gelosia, una donna messinese di 57 anni, con la complicità della figlia di 30 anni, ha teso un agguato alla compagna dell’ex marito tentando di ucciderla. E’ successo ieri in via Consolare Pompea, a Ganzirri, una frazione a nord di Messina.

Solo grazie al tempestivo intervento dei Carabinieri della locale stazione, la donna si è salvata dall’aggressione della rivale e della figlia, che sono state subito arrestate dai militari.

Lei, evidentemente non si è mai rassegnata all’idea di vedere l’ex marito accanto ad un’altra donna e così, nel primo pomeriggio di ieri, ha messo in atto il piano diabolico contro la compagna dell’ex.

Armate di un coltello e di uno spray urticante, madre e figlia hanno atteso l’arrivo della malcapitata e le hanno prima spruzzato un nebulizzatore al peperoncino mirando agli occhi, per poi tentare ripetutamente di accoltellarla.

La vittima accecata è riuscita a raggiungere il centro della carreggiata invocando aiuto e attirando l’attenzione della pattuglia dei Carabinieri di Ganzirri, che fortunatamente stava transitando in via Consolare Pompea proprio in quel momento.

I militari, dopo aver soccorso la donna ed aver capito cosa era appena successo, si sono messi subito alla ricerca delle due assalitrici che sono state rintracciate nelle vicinanze.

Madre e figlia, ancora armate del coltello e dello spray, si sono scagliate contro i Carabinieri ma sono state fermate e arrestate con l’accusa di tentato omicidio.

Le testimonianze raccolte dai Carabinieri hanno confermato la dinamica dei fatti. Sulla base delle ulteriori dichiarazioni rese dalla vittima, gli investigatori dell’Arma hanno ricostruito anni di atti persecutori e stalking compiuti dalle due arrestate nei confronti dell’ex coniuge e della sua compagna a partire già dal 2009 e culminate con l’aggressione di ieri che poteva risultare fatale senza l’intervento tempestivo dei Carabinieri della stazione di Ganzirri.

Tradotte in caserma per le formalità di rito, le due donne sono state accompagnate presso il proprio domicilio in regime degli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida attesa dal Gip già nelle prossime ore.

Istat: disoccupazione scende all'11,9%. Renzi: "Effetto Jobs Act"

istat lavoro cala disoccupazione ansa
Istat: Cala la disoccupazione (Ansa)

Nuovo trend positivo per il lavoro in Italia. La disoccupazione cala all’11,9%, registrando un -0,6 in due mesi. Lo rileva l’Istat. Dopo la crescita di giugno (+0,1%) e di luglio (+0,3%), ad agosto 2015 la stima degli occupati cresce ancora dello 0,3% (+69 mila).

Tale crescita è determinata dall’aumento dei lavoratori alle dipendenze (+70 mila), in prevalenza a termine (+45 mila). Il tasso di occupazione aumenta di 0,2 punti percentuali, arrivando al 56,5%. Su base annua l’occupazione cresce dell’1,5% (+325 mila persone occupate) e il tasso di occupazione di 0,9 punti.

La stima dei disoccupati ad agosto diminuisce dello 0,4% (-11 mila). Il tasso di disoccupazione cala di 0,1 punti percentuali, proseguendo il calo del mese precedente (-0,5 punti) e arrivando all’11,9%. Nei dodici mesi la disoccupazione diminuisce del 5,0% (-162 mila persone in cerca di lavoro) e il tasso di disoccupazione di 0,7 punti.

Dopo il calo di giugno (-0,4%) e la crescita di luglio (+0,6%), la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce nell’ultimo mese dello 0,6% (-86 mila persone inattive), tornando al livello di giugno. Il tasso di inattività, è pari al 35,6%, in calo di 0,2 punti percentuali. Su base annua l’inattività è in calo dell’1,7% (-248 mila persone inattive) e il tasso di inattività di 0,5 punti.

Rispetto ai tre mesi precedenti, nel periodo giugno-agosto 2015 il tasso di occupazione cresce (+0,2 punti percentuali), mentre calano il tasso di disoccupazione (-0,2 punti) e il tasso di inattività (-0,1 punti).

Effetto del Jobs Act, commenta soddisfatto il premier Matteo Renzi che si fa sentire su Twitter, come già aveva fatto il ministro Alfano sulla crescita del paese il 28 settembre: “#Istat: cresce fiducia nel futuro. Scelte Governo portano risultati. Senza noi non ci sarebbe stato tutto ciò. Abbiamo fatto la #lasceltagiusta”

Ventimiglia, sgomberata la tendopoli dei migranti

foto dello sgombero di luglio a Ventimiglia (Ansa)
foto dello sgombero di luglio (Ansa/Zennaro)

Sgomberata dalle forze di polizia la tendopoli nella pinetina davanti alla barriera di San Lodovico, a Ventimiglia, occupata per protesta da mesi dai migranti bloccati al confine con la Francia e dai no border che manifestano con loro. Circa 150 persone in tutto.

Le forze dell’ordine sono intervenute questa mattina verso le sei, su richiesta della magistratura, che ha disposto il sequestro dell’area ma hanno trovato la pineta già libera. In questo momento una ruspa sta liberando il terreno dai rifiuti abbandonati da dimostranti, una quantità ingente che viene caricata su camion e portata via.

L’operazione era richiesta da tempo dalla cittadinanza e dall’amministrazione. Una cinquantina di occupanti, più no border che migranti, si è trasferita sulla scogliera, buona parte dei migranti è andata in zona stazione, dove da mesi la Croce Rossa gestisce un centro di prima accoglienza che offre da dormire, pasti, servizi igienici e controllo medico. Alcuni degli occupanti sono stati accompagnati in commissariato per l’identificazione.

Sindaco Ventimiglia: sgombero chiesto da tempo – “Era una misura chiesta da tempo anche dalla popolazione”. Così il sindaco di Ventimiglia, Enrico Ioculano. “Finalmente – dichiara Ioculano all’Adnkronos – la magistratura ha deciso il sequestro dell’area. Ventimiglia è accogliente e solidale e lo ha dimostrato in tutti questi mesi, da giugno a oggi, chi vuole può essere accolto nel centro della Croce Rossa, ma non era accettabile che a questa disponibilità si rispondesse occupando un’area della città, creando disagio ai cittadini per una manifestazione fine a se stessa”.

Salvini: bene sgombero, ora espulsioni – “Sgomberati dopo mesi gli immigrati e i centri sociali accampati sugli scogli a Ventimiglia. Meglio tardi che mai. Ora aspettiamo espulsioni”. Così su twitter il segretario della Lega Nord Matteo Salvini.

Isis, si muove l'Onu (tardi). Ma a contare è l'intesa Obama-Putin

Isis, si muove l'Onu. Ma a contare è l'intesa Obama-Putin
Stretta di mano tra Obama e Putin dopo il bilaterale Usa Russia del 28 settembre 2015 (Ansa/Ap)

Forse si muove qualcosa nella guerra allo Stato islamico. Dopo mesi di inerzia nella sede delle Nazioni Unite sfilano i maggiori rappresentanti dei paesi interessati. Aveva iniziato la Francia in solitudine a fare raid contro nascondigli dei terroristi dell’Isis in Siria. Poi una intesa “disgelante” tra Obama e Putin per un intervento sinergico in Siria, Libia e Iraq che ha riaperto le porte del “diaologo” tra le due potenze, seppure con distinguo sulla posizione di Assad.

L’Europa appare sempre più inerte e isolata. La Germania alle prese con lo scandalo Volkswagen cerca di guardare al suo interno. L’Italia per quanto conta all’estero cerca di sforzarsi per farsi sentire in ambito internazionale. Sui media italiani le maggiori aperture sono sul discorso di Renzi all’Onu. Su quelli internazionali nemmeno una menzione. Questo è il quadro della situazione.

L’Ue potrà fare mille incontri a Bruxelles da cui, abbiamo imparato, non uscirà mai nulla di concreto. Per sconfiggere il terrorismo dobbiamo per forza di cose affidarci alle due super potenze come Usa e Russia, le uniche in grado di annunciare e di conseguenza fare.

Ed è propio l’inerzia dell’Europa, ad aver messo d’accordo per adesso Obama e Putin, che considerano prioritaria la lotta al terrorismo tanto da avanzare ipotesi su “raid comuni” nei paesi dominati dall’autoproclamato Stato islamico e da cui si registrano i maggiori flussi migratori che impauriscono gli stati membri.

“Sono ottimista. In Iraq e Siria l’Isis è circondato da forze che vogliono distruggerlo e abbiamo visto che può essere sconfitto sul campo di battaglia”, ha detto Barack Obama il giorno dopo il faccia a faccia con Vladimir Putin Il presidente degli States ha aperto oggi i lavori al summit Onu sulla lotta al terrorismo. Un vertice al quale hanno preso parte i leader di almeno 100 Paesi. “Ci sarà ancora molto lavoro da fare”, afferma Obama perché la lotta all’Isis “non è solo una campagna militare, ma una situazione molto complessa”, in cui un ruolo determinante deve averlo soprattutto la lotta alla propaganda, a partire da quella online”.

Secondo il premier Matteo Renzi “l’Italia è pronta ad assumere un ruolo guida in Libia”. A palazzo di Vetro, il presidente del Consiglio ci va convinto delle sue idee, per dire i soldoni, che “il nostro paese farà la sua parte, a patto che non ci lasciate soli”. Come soli “non saranno i libici”. Frasi pure importanti, che rimangono purtroppo rimangono “isolate” in un contesto, quello Ue, dove si interviene solo sulle emergenze.
Lo afferma lo stesso Renzi quando afferma in sede Onu che “abbiamo preso atto del fallimento dell’inerzia (Ue, ndr) in Siria” e bisogna avere “coraggio di guardare in faccia la realtà: l’Isis è un nemico pericoloso alle nostre porte”.

Ora che la questione della “crociata” anti Isis l’hanno presa in mano Stati Uniti e Russia, si potrebbe essere soddisfatti. E forse lo sono anche i vertici Ue che aspettavano che i due leader si mettessero d’accordo. Per Obama significa chiudere in bellezza il suo doppio mandato presidenziale. Ma c’è un aspetto ancora più importante: che da questa intesa possa sbloccarsi l’embargo imposto da Obama e avallato da Bruxelles verso Mosca dopo il caso Ucraina-Crimea. Sarebbe ora un disgelo vero, perché la crescita e lo sviluppo dell’Europa non può prescindere dal più grande mercato europeo come quello russo.

Lo Stato fa propria la nostra proposta. Medaglia d’Oro per l’eroe Anatolij Korol

Lo Stato fa propria la proposta di Secondo Piano News. Medaglia d'Oro per l'eroe Anatolij Korol
Anatolij Korol. A destra la medaglia d’oro al valor civile di cui è stato insignito alla memoria

“Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito su proposta del Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, la Medaglia d’Oro al Valor Civile alla memoria del signor Anatoly (Anatolij, ndr) Korol , il muratore ucraino rimasto ucciso il 29 agosto scorso nel tentativo di sventare una rapina in un supermercato a Castello di Cisterna (Napoli).

Il Presidente Mattarella consegnerà l’onorificenza ai familiari del Analtoly Korol venerdì 2 ottobre al Quirinale”. Lo rende noto un comunicato dell’ufficio stampa del Quirinale.

Un gesto apprezzabile e di saggezza istituzionale, sia da parte del ministro dell’Interno Alfano che da parte del Presidente della Repubblica Mattarella.

L’iniziativa per un riconoscimento di questa natura era stata sollecitata da Secondo Piano News sulle cui colonne poche ore dopo l’omicidio dell’eroe, apparve un articolo in cui si proponeva allo Stato di onorare la memoria di Anatolij Korol con una medaglia d’oro al Valor civile e la cittadinanza italiana per la famiglia in quanto il suo gesto eroico meritava di essere premiato dalle istituzioni.

Una proposta che avanzò pure l’Arma dei Carabinieri che fece una petizione nella stessa direzione. Era giusto muoversi e hanno fatto bene il ministro e il capo dello Stato a cogliere l’importanza di conferire una onoreficienza al povero muratore ucraino, ucciso da killer senza pietà mentre tentò di sventare una rapina in una calda sera d’agosto a Castello di Cisterna.

Anatolij Korol
Anatolij Korol

Anatolij Korol, sebbene fosse uno straniero lontano da casa sua, ci ha insegnato molto. Era uno di noi, che ha fatto della legalità uno dei valori fondanti della propria vita. E per affermarne il principio, è morto davanti agli occhi della figlioletta. A lui dobbiamo un grazie per averci dato una grande lezione di civiltà, con un pensiero alla sua famiglia che è rimasta orfana di un uomo esemplare. Grazie all’Arma dei Carabinieri per lo sforzo profuso. Un ringraziamento che estendiamo al ministro Alfano e al Presidente della Repubblica Mattarella che hanno inteso onorare la memoria di uno dei pochi eroi che purtroppo circolano nel nostro paese.

Questa la motivazione ufficiale del Quirinale sul conferimento della Medaglia d’Oro al Valor Civile alla Memoria di Anatolij Korol

“Mentre usciva da un supermercato, unitamente alla propria figlia in tenera età, si accorgeva di una rapina perpetrata da due malfattori, di cui uno armato di pistola, ai danni dello stesso esercizio commerciale. Messa al riparo la bambina, il cittadino ucraino non esitava a rientrare e dopo una violenta colluttazione riusciva a bloccare il rapinatore armato, venendo poi aggredito con inaudita ferocia dal complice che, impossessatosi dell’arma, gli esplodeva contro due colpi, ferendolo mortalmente. Mirabile esempio di eccezionale tensione morale, di elette virtù civiche e di straordinario coraggio a difesa dei valori della legalità, spinti fino all’estremo sacrificio, suscitando l’ammirata riconoscenza dell’Italia tutta. 29 agosto 2015 – Castello di Cisterna (NA)”

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