10 Ottobre 2024

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Cosenza, 2 arresti per l'omicidio di Cocò. La soddisfazione di Renzi

Il piccolo Cocò Campolongo
Il piccolo Cocò Campolongo

I Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Cosenza hanno eseguito stamane una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei due presunti autori del triplice omicidio, avvenuto il 16 gennaio 2014 a Cassano allo Jonio (Cosenza), a danno del piccolo Cocò Campolongo, il bambino di soli tre anni ucciso e bruciato in auto a Cassano allo Jonio, insieme al nonno e alla compagna.

L’ordinanza è stata emessa dal gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che ha ricostruito sin dalle sue fasi preparatorie il movente dell’efferato triplice omicidio e consentito di documentare la sua connotazione tipicamente mafiosa ed evidenziare le dinamiche criminali presenti nel territorio della sibaritide.

I Carabinieri di Cosenza hanno riferito che il piccolo Cocò Campolongo veniva usato dal nonno, che lo portava sempre con sé, come scudo protettivo per dissuadere i suoi nemici dal compiere agguati nei suoi confronti.

Cosimo Donato e Faustino Campilongo i due presunti killer di Cocò
Cosimo Donato e Faustino Campilongo i due presunti killer di Cocò

I destinatari dell’ordinanza restrittiva sono Cosimo Donato e Faustino Campilongo, due esponenti dei clan della zona di Sibari, accusati di triplice omicidio e distruzione di cadaveri, già in carcere per altri reati.

I due devono rispondere del triplice omicidio, avvenuto il il 16 gennaio 2014, di Giuseppe Iannicelli, 52 anni, della compagna marocchina Ibtissam Touss di 27, e appunto del nipotino dell’uomo, Nicola “Cocò” Campolongo, di tre anni.

Papa Francesco entra nel carcere di Castrovillari per incontrare il padre del piccolo Cocò
Papa Francesco entra nel carcere di Castrovillari per incontrare il padre del piccolo Cocò

Le indagini accertarono che i tre furono uccisi con diversi colpi di pistola; poi, i corpi furono bruciati. Il 26 gennaio 2014, dieci giorni l’omicidio, Papa Francesco rivolse a Cocò un pensiero e una preghiera in occasione dell’Angelus in piazza San Pietro: chi ha ucciso un bambino così piccolo, “con un accanimento senza precedenti nella storia della criminalità”, “si penta e si converta”, aveva detto il Pontefice.

cassano corpi carbonizzati piccolo cocò
L’auto a bordo della quale fu ucciso e carbonizzato il piccolo Cocò

L’omicidio ha commosso l’Italia intera. Papa Francesco su sollecitazioni dell’attuale presidente della Cei, monsignor Nunzio Galantino – ai tempi arcivescovo della diocesi di Cassano – fece visita in Calabria, nella Sibaritide, dove sono accorse 200mila persone.

Bergoglio in quella visita scomunicò i mafiosi. Con l’occasione il Santo Padre incontrò anche il padre del bimbo ucciso, detenuto nel carcere di Castrovillari.

VIDEO DELLA VISITA DI PAPA FRANCESCO A CASSANO – SIBARI

Lo stesso penitenziario dove stamane è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare ai presunti killer di Cocò, già detenuti perché arrestati per traffico di droga nel 2014 sempre dai carabinieri di Cosenza, in un’indagine sulla “cosca degli zingari”.

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi in un post su Facebook ha ringraziato magistrati e forze dell’Ordine per le conclusioni cui è giunta la Dda catanzarese sul caso del piccolo Cocò “Niente potrà sanare il dolore per l’accaduto”.
Renzi su piccolo Cocò

Ankara, autorità turche seguono pista dell'Isis. "C'è il loro sigillo come a Suruc"

donna piange su bara congiunto ad AnkaraLe autorità turche che indagano sul doppio attacco di sabato ad Ankara, cominciano a pensare che dietro l’attentato che ha causato finora 128 vittime tra i pacifisti filo curdi, ci sia la mano dell’Isis, mentre gli avversari del presidente Tayyip Erdogan attribuiscono a lui le responsabilità.

Autorevoli fonti della sicurezza turche, hanno detto che dai primi accertamenti, dietro il sanguinoso attacco di Ankara potrebbe esserci lo Stato islamico, attacco per molti versi simile all’attentato suicida di luglio a Suruc, vicino al confine siriano, la cui responsabilità è stata attribuita al fondamentalismo islamcio dell’Isis.

“Tutti i segni indicano che l’attacco potrebbe essere stato realizzato da componenti dell’Isil (Stato islamico dell’Iraq e Levante). Siamo completamente concentrati sulla Isil”, ha detto una delle fonti di sicurezza all’agenzia Reuters.

Il leader dell’opposizione Chp, Ahmet Kilicdaroglu, parlando dopo un incontro con il Primo Ministro Ahmet Davutoglu, ha riferito che gli era stato detto che entrambi i kamikaze erano uomini.

I funzionari governativi, dopo l’attentato di sabato, hanno comunque assicurano che, nonostante il più grave attacco terroristico della storia turca, non ci dovrebbe esserci alcun rinvio delle elezioni di novembre dove Erdogan spera di ripristinare la maggioranza assoluta in seno al parlamento.

Folla di manifestanti AnkaraCombattenti dello Stato islamico sono accampati vicino ai confini turchi, che segnano anche la frontiera del NATO, e la settimana scorsa la Russia ha lanciato attacchi aerei in Siria, dove i suoi aerei hanno ripetutamente violato lo spazio aereo turco.

Intanto, domenica migliaia di persone si sono radunate oggi davanti alla stazione centrale di Ankara per commemorare le vittime dell’attacco, ma anche per protestare contro Erdogan accusato di suscitare un sentimento nazionalista rispetto ai militanti curdi, la cui storia conta innumerevoli conflitti. Manifestazioni dello stesso tenore anche a Istanbul e in altre città turche

“Erdogan Assassino”, “Polizia assassina”, erano gli slogan che la folla scandiva in piazza Sihhiye, prima che venisse respinta dalla polizia in assetto antisommossa, con l’ausilio di cannoni ad acqua, per fermare il corteo nel quartiere dove si trovano governo e parlamento.

Il Partito popolare pro-curdi (HDP), in una nota ha scritto “che i manifestanti volevano lasciare dei garofani sul luogo dell’attentato, ma ciò è stato loro ha impedito dalla polizia che ha attaccando leader e manifestanti, alcuni dei quali rimasti feriti nella mischia”, si legge in un comunicato.

Le autorità turche si sono giustificati che era impossibile avvicinarsi al luogo della strage in quanto gli inquirenti stanno ancora effettuando rilievi. E proprio oggi, sarebbe stata rinvenuta una impronta che gli investigatori ritengono appartenga ad un kamikaze.

Due pirati uccidono due donne in Umbria e in Emilia. Arrestati

Incidente Foligno Pirati della strada in azione a Foligno
Pirati della strada in azione a Foligno

Due donne sono morte a causa di pirati della strada. Una in Emilia Romagna, l’altra in Umbria. A Rimini è stato arrestato dalla polizia stradale il pirata della strada che giovedì ha investito tre donne, uccidendo un’anziana in carrozzina.

L’incidente è avvenuto a San Giovanni in Marignano, nel Riminese. L’uomo arrestato è un 45enne della zona che si sarebbe consegnato spontaneamente, ma fuori i limiti di legge e che quindi verrà arrestato e trasferito nel penitenziario trasferito “Casetti”, con l’accusa di omicidio colposo ed omissione di soccorso.

La Stradale era già sulle tracce dell’uomo che alla guida della Xara gi colore giallo dopo l’incidente era scappato. La polizia lo aveva già identificato sentendo i testimoni che quel giorno avevano visto e chiamato il 118.

Pirati della strada in azione a Rimini
Pirati della strada in azione a Rimini

L’altro incidente, ieri sera a Sant’Eraclio di Foligno, in Umbria. Un uomo alla guida di una Bmw ha investito due donne che attraversavano la strada, uccidendo G. A., di 61 anni.

L’altra donna investita è ricoverata in gravi condizioni. Anche in questo cso il presunto pirata è stato arrestato. Si tratta di un macedone di 26 anni, residente a Foligno.

L’uomo, già nel carcere di Spoleto è accusato di omicidio colposo e omissione di soccorso. Sono in corso accertamenti per stabilire se fosse sotto l’effetto di droga o alcool.

Ankara, dopo l'attacco kamikaze, marcia contro il governo

Manifestazioni domenica ad Ankara per commemorare le vittime dell'attacco ad Ankara (Ansa/Ap)
Manifestazioni domenica ad Ankara per commemorare le vittime dell’attacco ad Ankara (Ansa/Ap)

Il giorno dopo la strage di Ankara, domenica è il giorno della commemorazione e delle proteste. Diversi cortei sono partiti in tutta la Turchia già dalla serata di sabato. Le concentrazioni maggiori sono ad Ankara e Istanbul.

Migliaia di persone si sono ritrovate nel centro della capitale turca per commemorare la strage avvenuta ieri vicino alla stazione di Ankara prima di una manifestazione per la pace dove due esplosioni hanno causato 97 morti e circa 400 feriti.

In molti chiedono a Erdogan di rassegnare le proprie dimissioni, per essere “responsabile” dell’attacco durante la manifestazione pacifista pro curdi. Se non “responsabile diretto”, dicono i manifestanti, deve riternersi l'”ispiratore”.

Ankara turkey bombing wounded manPer la Turchia è il più grave attentato terroristico nella storia del paese. Il corteo di oggi ad Ankara è diretto a piazza Sihhiye, a poca distanza dal luogo delle due esplosioni nei pressi della stazione ferroviaria. In testa i due co-leader del partito filo-curdo Hdp, Selahattin Demirtas e Figen Yuksekdag.

Mappa dove sono avvenute le due esplosioni ad AnkaraPoco prima, momenti di tensione si erano registrati tra i manifestanti e la polizia, che ha impedito la deposizione di garofani nel punto dell’attacco perché si troverebbe ufficialmente ancora a disposizione delle forze dell’ordine per le indagini.

Già ieri sera manifestazioni di commemorazione per le vittime e di protesta contro il governo, giudicato da molti dimostranti responsabile dell’attacco, erano state organizzate a Istanbul e in diverse altre città turche.

VIDEO ESPLOSIONE E IL DRAMMA DEI FERITI AD ANKARA

Il più sanguinoso attacco terroristico nella storia della Turchia ha colpito una marcia per la pace nella capitale Ankara ad appena 20 giorni dalle cruciali elezioni politiche anticipate. Due violente esplosioni in pochi secondi e a pochi passi dalla stazione ferroviaria, nel pieno centro della città, hanno fatto strage di uomini e donne tra le migliaia di persone radunatesi per chiedere di fermare l’escalation del conflitto con il Pkk curdo e riaprire i negoziati di pace.

Polizia turca effettua rilievi sul luogo della strage
Polizia turca effettua rilievi sul luogo della strage

Nessuna rivendicazione immediata, ha fatto sapere il governo, che parla di un probabile attacco kamikaze. Una strage senza precedenti in un Paese che pure neanche tre mesi fa aveva già dovuto piangere i 33 attivisti filo-curdi diretti a Kobane e uccisi da un kamikaze a Suruc, al confine con la Siria. Un attacco che aveva trascinato la Turchia nel caos, facendo da miccia per la riapertura del conflitto con il Pkk dopo una tregua in vigore dal 2013.

Intanto Papa Francesco esprime “grande dolore” per la “terribile strage” di Ankara, in Turchia. “Dolore per i numerosi morti. Dolore per i feriti. Dolore perché gli attentatori hanno colpito persone inermi che manifestavano per la pace”, ha detto all’Angelus. “Mentre prego per quel caro Paese chiedo al Signore di accogliere le anime dei defunti e di confortare i sofferenti e i familiari”. Il Papa ha anche inviato al presidente turco Recep Tayyip Erdogan un messaggio di cordoglio per le vittime di Ankara.

L’obesità in Italia costa 22 miliardi l’anno. Bambini a rischio

obesità in Italia. Bambini a rischioCosta 22 miliardi di euro l’anno, gran parte dei quali spesi per l’ospedalizzazione (cura del diabete, malattie cardiovascolari e altro, ndr), e ad essere maggiormente a rischio sono i bambini: in Italia “l’epidemia” di obesità sta assumendo dimensioni sempre più allarmanti, tanto che i nostri piccoli detengono il ben poco invidiabile primato europeo per il peso in eccesso, ma la prevenzione è ancora l’arma più importante per invertire tale pericolosa tendenza.

Per questo torna il 10 ottobre l’Obesity Day, la campagna di sensibilizzazione promossa dall’Associazione italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (Adi), con tante iniziative dal Nord al Sud del Paese.

Che l’obesità sia ormai una vera e propria “miccia” che mette a rischio, ogni anno di più, la salute delle popolazioni oltre che la tenuta dei sistemi sanitari, è confermato dai numeri: dai 18 anni in su, secondo le ultime stime, circa il 10% degli italiani è obeso ed il 36,1% è in sovrappeso.

Quando si passa ai bambini, poi, la situazione diventa di emergenza: secondo i dati del progetto ministeriale ‘Okkio alla Salute’, che ha coinvolto oltre 46mila piccoli, il 22,2% è in sovrappeso e oltre il 10% obeso. E preoccupante è che l’Eu Action Plan on Chilhood Obesity 2014-2020 abbia posizionato i bambini italiani al primo posto della classifica dell’obesità in Europa, seguiti dai piccoli danesi e francesi.

Ma cosa causa l’obesità? Si tratta, secondo gli esperti, di una malattia riconducibile per il 50% a fattori genetici e per il 50% a fattori ambientali, e 40 sono i geni coinvolti nella patologia. L’elemento centrale sarebbe però, anche, la trasmissione tra generazioni di cattive abitudini alimentari.

Secondo dati dell’Associazione Italiana Obesità, infatti, solo il 5% dei casi è causato da disfunzioni di tipo ormonale. In altre parole, nella grande maggioranza dei casi l’obesità si può combattere. Ed è proprio questo il messaggio dell’Obesity Day 2015, all’insegna del motto “Camminiamo insieme”: oltre 150 centri di dietetica Adi sparsi su tutto il territorio e più di 500 specialisti fra dietologi, nutrizionisti e psicologi, offriranno consulenze gratuite e quasi 2.500 questionari sullo stile di vita alimentare da compilare per informare e sensibilizzare gli oltre 11 mln di italiani in sovrappeso ed i 3,6 mln di obesi, e non solo.

Verrà anche distribuito materiale divulgativo sugli aspetti psicologici e su come motivare gli individui nell’ottenere modifiche sostanziali dello stile di vita, grazie alla collaborazione con l’Ordine degli psicologi italiani. Mentre nella giornata dell’11 ottobre, grazie al supporto della Federazione italiana di atletica leggera, il personale sanitario ADI sarà presente con dei punti informativi e la distribuzione di materiale divulgativo sulla corretta alimentazione dello sportivo durante la Maratona d’Italia a Carpi, la Maratonina d’Arezzo e la Maratona di Ostia.

Agroalimentare, eccellenze calabresi a Fiera Anuga di Colonia

Un'immagine dello stand calabrese alla Fiera Anuga di Colonia su Agroalimentare
Un’immagine dello stand calabrese alla Fiera Anuga di Colonia sull’Agroalimentare

La Regione Calabria arriva con 39 aziende d’eccellenza alla fiera biennale Anuga, uno degli appuntamenti dell’agroalimentare più importanti a livello mondiale. Alla fiera di Anuga a Colonia sono presenti oltre settemila espositori e previsti più di 155 mila visitatori provenienti da 180 Paesi.

“La nostra partecipazione ad Anuga – afferma Giacomo Giovinazzo, dirigente del Dipartimento agricoltura settore valorizzazione e promozione produzioni agricole e filiere produttive della Regione Calabria – è la continuazione di quanto fatto ad Expo 2015 per promuovere i prodotti agroalimentari calabresi sul mercato europeo.

Un’azione che dimostra lo sforzo del presidente della Regione, Mario Oliverio, per promuovere gli aspetti trainanti dell’economia calabrese”.

“La Calabria e l’Italia sono protagonisti alla Fiera di Anuga in quanto – spiega Thomas Rosolia, amministratore delegato di Koelnmesse Italia – gli espositori italiani sono i più numerosi, oltre mille, perfino più dei tedeschi”, segno tangibile del “made in Italy di grande eccellenza nell’agroalimentare”.

L’Agroalimentare è il settore trainante dell’economia meridionale e calabrese. Le stime dell’export di prodotti made in Calabria in Europa e nel mondo sono significative. Si tratta di aziende di nicchia, che puntano a esportare le proprie produzioni nel mondo globalizzato, ossia eccellenze dell’agroalimentare che padroneggiano prodotti inimitabili ma che spesso, per chiare responsabilità burocratiche e della concorrenza sleale, incontrano enormi difficoltà ad affermarsi oltre i confini calabresi.

Azerbaijan Italia 1-3. Gli azzurri di Conte qualificati a Euro 2016

Azerbaijan Italia 1-3, esulta l'Italia e si qualifica a Euro 2016 in Francia (Epa)
Azerbaijan Italia 1-3, esulta l’Italia e si qualifica a Euro 2016 in Francia (Epa)

Azerbaijan Italia 1-3, E L’italia si è qualificata a Euro 2016. La nazionale azzurra si è imposta per 3-1 contro l’Azerbaijan, a Baku, in una trasferta insidiosa ma che non ha dato troppi grattacapi al c.t. Antonio Conte. E’ Missione compiuta.

Apre un gol di Eder, il pari di Nazarov, poi segnano per gli azzurri El Shaarawy e Darmian che hanno dato all’Italia il pass con un turno d’anticipo e la Nazionale di Conte stacca così il biglietto per la Francia.

Segno dei tempi, anche se l’unico tempo che conta questa sera è l’anticipo con il quale la nazionale di Conte si è ritagliata il suo piccolo spazio in paradiso.

Non è un trionfo, ma neanche un dettaglio, viste le difficoltà dell’Olanda costretta a lottare fino all’ultimo per accedere agli spareggi e il last minute della Germania campione del mondo.

Azerbaijan Italia 1-3, esulta l'Italia e si qualifica a Euro 2016 in Francia (Epa)
Azerbaijan Italia 1-3, esulta l’Italia e si qualifica a Euro 2016 in Francia (Epa)

E visto soprattutto da dove la nazionale era ripartita: il disastro mondiale. Vale per l’autostima dell’Italia di Conte in cerca di punti fermi.

Dopo il match Azerbaijan Italia, martedì a Roma contro la Norvegia, gli azzurri si giocano il primo posto del girone forte dei due punti di vantaggio. Varrebbe anche per il ranking Uefa e la possibilità di rimanere sesta e dunque anche testa di serie in Francia.

A quella classifica contribuisce anche il tris di gol, massimo bottino dell’anno della gestione Conte, da un anno alla guida della nazionale italiana che ha un bilancio nettamente positivo.

Treviso, Renzi a industriali: "Sconti fiscali se investite in azienda"

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi  annuncia sconti fiscali per le imprese che investono nelle loro attività
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi

“Chi nel 2016 investirà in beni strumentali della propria azienda avrà la possibilità di portare in ammortamento non il 100 per cento ma il 140 per cento. Varrà per un anno solo”. Lo ha annunciato Matteo Renzi dal palco di Unindustria di Treviso. Renzi ha parlato di “superammortamenti” che potrebbero ricordare la legge Macron. Ma “noi facciamo una cosa diversa, un allargamento della Sabatini”. Saranno sconti fiscali.

Nel suo intervento dal palco a Verona, Renzi ha annunciato anche interventi ad hoc per i bambini poveri. Nella legge di Stabilità, oscillano tra 500 milioni e 1 miliardo le risorse a disposizione per combattere la povertà infantile. I tecnici sono ancora al lavoro e la cifra esatta non è stata definita, ma il meccanismo da inserire nella manovra potrebbe partire da quello utilizzato per il bonus bebè concesso lo scorso anno (assegno mensile di 80 euro per redditi Isee fino a 25.000 euro, raddoppiato a 160 per quelli fino a 7.000 euro).

Renzi ha anche affrontato il tema della riforma costituzionale che vuol dire “un paese più semplice” e con “meno politici a tempo pieno”. “Non voglio ridurre livello della democrazia ma il numero di chi fa politica”, ha affermato il premier.

“L’Italia è in condizione di essere leader nel mondo, noi la nostra parte la stiamo facendo ma l’Italia si salva solo se la salvano gli italiani e non è vero che dipende dall’esterno. Il destino è nelle nostre mani”, ha detto Renzi, le riforme, dal jobs act alla legge elettorale, dalla scuola alla riforma del Senato che “un anno fa ci dicevano non saremmo mai riusciti a fare perchè la politica non era in grado di cambiare fino in fondo le cose”.

“Bisogna lottare sempre di più contro l’evasione fiscale perché pagare meno impone che si paghi tutti ed i dati parlano di un aumento del gettito fiscale superiore. Incrociando i dati finalmente possiamo avere più soldi come gettito”. “La lotta all’evasione non si fa giocando a guardia e ladri” ma utilizzando la tecnologia per l’incrocio dei dati e anche grazie alla possibilità di fare la dichiarazione dei redditi on line.

“Dopo 3 anni di recessione finalmente la musica sta cambiando e ora finalmente il Pil è intorno all’1 per cento. Finalmente il Pil torna al segno più ma ora dobbiamo liberare risorse e energie ecco perché nella manovra abbiamo deciso la cancellazione di Imu e Tasi per tutti perché basta considerare il frutto di sacrifici come qualcosa da tassare. Speriamo che così riparta il settore delle costruzioni”.

Marcheno (Brescia), scomparsa Mario Bozzoli. Non si trova il telefono. Si teme il peggio

La mappa di Valtrompia, Marcheno, Brescia dov'è scomparso Mario Bozzoli
la mappa di Marcheno, a destra nel riquadro l’imprenditore scomparso Mario Bozzoli

Nessuna traccia dell’imprenditore Mario Bozzoli. Dopo la sospensione di domenica pomeriggio, riprenderanno lunedì alla 15 le ricerche che, secondo accordi raggiunti in prefettura, dovrebbero durare altre 48 ore. Intanto si appende che è sparito anche il cellulare dell’imprenditore. “E’ stato composto il numero ma risulta staccato”, è stato detto. Segno che qualcuno, terze persone, lo ha avrebbe staccato volontariamente con l’intento di non farsi rintracciare.

Domenica è stato il terzo giorno di ricerche dell’imprenditore Mario Bozzoli, svanito nel nulla giovedi sera. Tra venerdi e sabato nessun esito positivo. Gli investigatori continuano a indagare con il massimo riserbo.  Le tracce dell’uomo, Mario Bozzoli, 50 anni, si sono perse tre giorni fa, giovedi, introno alle 19.30, quando stava per uscire dalla sua azienda, a pochi chilometri da Marcheno, il suo paese di origine. Apprensione dei parenti che sono in ansia per il loro congiunto inghiottito nel nulla.

Sulla scomparsa di Mario Bozzoli, indagano senza soste i carabinieri della compagnia di Gardone Valtrompia. Sabato mattina, a poco più di 36 ore dalla scomparsa, erano arrivati anche gli uomini del Ris di Parma nell’azienda di Marcheno, che è di proprietà dei fratelli Bozzoli. I Ris cercano tracce dell’uomo, ma al momento tutte le ricerche non hanno portato ad alcun esito.

Venerdì i cani molecolari avevano fiutato tracce in direzione nord, nei pressi del fiume Mella. Impiegati nelle ricerche anche la Protezione civile e i Vigili del Fuoco. La moglie dell’uomo e il fratello sono stati ascoltati dai carabinieri, che non escludono alcuna ipotesi, ma l’ombra di un eventuale sequestro si fa sempre più ingombrante a 48 ore dalla scomparsa.

Mario Bozzoli, con il fratello, è titolare dell’omonima fonderia, a Marcheno. Da quanto scrivono i media locali, sembra che Mario Bozzoli abbia telefonato alla moglie prima di uscire dalla fonderia, dicendole: “Ho finito, tra poco arrivo”. Poi è svanito nel nulla. I vestiti e le chiavi dell’automobile erano riposti nel suo armadietto. E’ mistero fitto. Gli inquirenti hanno preso visione anche delle telecamere di sorveglianza dell’azienda. Sulle indagini non filtra nulla. Massima discrezione e riserbo da parte dei Carabinieri. La faccenda è complessa e delicata.

Marliana (Pistoia), tenta di uccidere l'ex con 30 coltellate. Arrestato

Marliana (Pistoia), tenta di uccidere l'ex con 30 coltellate. Arrestato Emanuele Nelli - Vittima Kelly Bonacchi
Da sinistra Emanuele Nelli e la vittima Kelly Bonacchi 

Voleva forse emulare la tragedia di Nicolosi, ma questa volta lo “stalker” non c’è riuscito a portare a termine la sua missione di morte. Il copione è quasi sempre lo stesso. Una coppia avvia una convivenza e mette al mondo un bimbo. Poi lei si stanca e lo lascia, lui non si rassegna e allora cominciano le percosse, i tallonamenti e le persecuzioni fino all’epilogo finale.

La tragedia (per fortuna sfiorata) è successa questa volta a Momigno, una frazione del comune di Marliana, piccolo centro in provincia di Pistoia dove un uomo, Emanuele Nelli, di 34 anni, di Lamporecchio, ha inferto una trentina di coltellate all’ex compagna, Kelly Bonacchi, di 25 anni, accoppata al suo rientro a casa dall’ex convivente. Anche lei aveva denunciato il giovane per stalking, al punto che al giovane questa estate veniva vietato di avvicinarla.

Venerdì sera i fatti. Kelly Bonacchi esce di casa con la sua auto. Emanuele Nelli è fuori ad attenderla. La ragazza, che si era accorta della sua presenza fuori mette in allerta la madre e i familiari. Esce lo stesso, mette in moto e si avvia. L’uomo a quel punto sperona l’automobile, spacca il finestrino e comincia ad accoltellarla da fuori. La madre di Kelly vede tutto e invoca aiuto. Lei, in auto ferita, si difende e nei secondi concitati finisce in una piccola scarpata. Kelly Bonacchi è gravemente ferita e perde molto sangue. Perde i sensi. L’aggressore, con l’aiuto dell’ex suocera tenta di soccorrerla.

Quando a un certo punto, vista la situazione scappa a gambe levate, incerto se l’abbia fatta fuori oppure no. Nelli torna a casa con l’idea di suicidarsi, ma nono trova una corda per impiccarsi. A quel punto sarebbe tornato fuori per vagare chissà dove per tutta la notte. Il suo avvocato dirà che Nelli non si ricorda di nulla. “Voleva solo suicidarsi, per questo ha preso il coltello da cucina”, servito alla fine per tentare di uccidere Kelly.

Intanto, la giovane è ora ricoverata in prognosi riservata per un fendente che le ha trafitto il polmone. Ha subìto un lungo e delicato intervento chirurgico. Non sarebbe in pericolo di vita. Emanuele Nelli, dopo che per tutta la notte le forze dell’ordine lo hanno cercato, si è presentato sabato mattina ai Carabinieri di Pistoia accompagnato dal suo legale. Sottoposto a fermo di polizia giudiziaria, il giovane è accusato di tentato omicidio. Il gip già lunedì potrebbe convalidare il fermo.

Napoli, agguato a sorella del boss D'Amico e poi gambizzato uomo

Agguato a Canonal Ponticelli Napoli. Uccisa Nunzia D'Amico
Il luogo dell’agguato a Nunzia D’Amico

Scorre di nuovo sangue a Napoli. Agguato mortale contro la sorella di un boss a Ponticelli, quartiere della periferia est di Napoli. Una donna, Nunzia D’Amico, 40 anni,è stata uccisa a colpi di arma da fuoco nel parco Conocal, intorno alle 13 di sabato.

La vittima era imparentata con alcuni esponenti apicali del presunto clan camorristico D’Amico, molto attivo nella zona.

La donna è stata trasportata al pronto soccorso del nosocomio Villa Betania, ma è deceduta poco dopo aver raggiunto il reparto di emergenza.

Sull’omicidio di Nunzia D’Amico indaga la Polizia di Stato intervenuta sul posto. Il delitto è di matrice camorristica. Non si esclude un regolamento di conti in ambienti criminali o una ritorsione nei confronti del boss del clan di Ponticelli. Dopo settimane di tregua sembra riprendere la guerra di camorra a Napoli.

Sempre oggi un pregiudicato, Ciro Gioia, 40 anni, è stato ferito a Napoli. L’uomo è stato colpito ad una gamba. La polizia sta cercando di accertare se l’episodio sia legato all’uccisione della donna.

Nunzia D’ Amico aveva posizione vertice in clan – Annunziata D’Amico, 40 anni, detta Nunzia, è stata colpita nei pressi di casa, al Parco Conocal, nel quartiere Ponticelli. Ad aprire il fuoco sarebbero stati sicari in numero non ancora precisato.

La donna aveva numerosi precedenti penali, compreso il reato di associazione per delinquere di stampo camorristico. Nunzia D’Amico era sorella di Giuseppe ed Antonio D’Amico, ritenuti i capi dell’omonimo clan attivo a Ponticelli.

La donna avrebbe assunto negli ultimi tempi un ruolo di guida nell’organizzazione, decimata da una serie di arresti avvenuti nel marzo scorso ed in lotta con il clan rivale dei D’Amico. Pochi minuti dopo il ferimento di Nunzia D’Amico, morta poco dopo alla clinica VIlla Betania, è stato ferito sempre a Ponticelli un pregiudicato, Ciro Gioia, 40 anni, che si è recato con mezzi propri all’ ospedale “Loreto Mare”. A Villa Betania sono giunti numerosi parenti e conoscenti dei D’Amico.

Attentato ad Ankara. 128 morti e 508 feriti. Demirtas. "Li troveremo" VIDEO

Bandiere della pace coprono alcune vittime dell'attentato terroristico ad Ankara, Turchia
Bandiere della pace coprono alcune vittime dell’attentato terroristico ad Ankara, Turchia

E’ tragico il bilancio dell’attentato ad Ankara. Secondo Selahattin Demirtas – uno dei due leader pro curdi – il numero dei morti  è di 128 morti e oltre 500 feriti . Il bilancio è ancora provvisorio. “Purtroppo abbiamo perso 128 nostri compagni”, ha detto. “Noi non agiremo per vendetta, ma staneremo i responsabili e chiederemo loro conto”, del crimine che hanno commesso.

Una manifestazione per la pace si è trasformata in una carneficina terroristica ad Ankara, in Turchia, dove almeno due esplosioni hanno causato 97 morti e duecento feriti, di cui alcuni molto gravi.

Le detonazioni sono state concentrate vicino la stazione di Ankara, da dove sarebbe dovuto partire un corteo pacifista in cui si chiedeva la fine delle ostilità con il Pkk curdo. Tutto questo a tre settimane dalle elezioni politiche. Nessun dubbio sulla matrice terroristica del sanguinoso attacco. Non è esclusa la pista delle fazioni vicine al califfato dell’Isis. Forse si tratta di kamikaze nella folla. Alcuni media turchi sostengono possa trattarsi di autobombe.

Il ministero dell’Interno turco l’ha definito un “attacco alla pace e alla democrazia in Turchia”. Indagini sono state avviate per chiarire se sia trattato di un attentato kamikaze, come suggerito da alcuni media e ipotizzato da Kemal Kilicdaroglu, leader del principale partito di opposizione, il socialdemocratico Chp.

VIDEO DELL’ESPLOSIONE AD ANKARA E IL DRAMMA DEI FERITI

Il premier turco Ahmet Davutoglu ha subito convocato una riunione d’emergenza sulla sicurezza, mentre i principali leader politici hanno interrotto la loro campagna elettorale per recarsi sul luogo dell’attacco.

La manifestazione per la pace è stata annullata e gli organizzatori hanno chiesto ai partecipanti e a quelli che stavano arrivando da altre città di tornare a casa nel timore di nuovi attentati.

“Stiamo assistendo a un enorme massacro. È una continuazione di quelli di Diyarbakir e Suruc”, ha denunciato il leader del partito filo-curdo Hdp, Selahattin Demirtas, riferendosi all’attentato a un suo comizio a Diyarbakir alla vigilia del voto di giugno, in cui morirono 2 persone, e a quello del 20 luglio a Suruc, con 33 attivisti diretti a Kobane uccisi da un kamikaze dell’Isis.

Nicolosi, Giordana Di Stefano, uccisa con 42 coltellate. VIDEO

frame arresto Luca Priolo42 coltellate. E’ questo il numero di fendenti che Luca Priolo ha inferto ala povera Giordana Di Stefano, l’ex convivente con cui ha avuto una bambina che oggi ha 4 anni. Il gip di Milano ha convalidato il fermo effettuato a Milano dai militari alla stazione centrale. Quindi è stato trasferito in carcere in attesa di un suo eventuale trasferimento in Sicilia. Sarà ora il tribunale del Riesame a valutare le risultanze investigative e le motivazioni del gip.

Dopo aver confessato l’orrendo delitto, Priolo ha dichiarato agli inquirenti milanesi di aver comprato “un coltellino di pochi centimetri da un’armeria cinque mesi fa” per “sicurezza e difesa”, visto che la zona in cui abita, alla periferia di Belpasso, nel Catanese, “la sera è isolata e pericolosa”, ha detto Priolo al gip di Milano alla domanda sul perché avesse un’arma da taglio quando ha incontrato e ucciso con circa 42 coltellate, Giordana Di Stefano.

Il giovane è stato arrestato a Milano grazie alle indagini dei carabinieri di Catania. Luca Priolo dopo il crimine stava probabilmente per recarsi all’estero, cercando di sfuggire alla caccia all’uomo avviata dai Carabinieri in Sicilia.

Da Nicolosi l’ex compagno della vittima era partito per il Nord. Luca Priolo era arrivato alla Stazione Centrale di Milano forse convinto di farla franca. Sapeva di essere braccato, ma forse in una grande metropoli una piccola chance di “perdersi”, rispetto a un piccolo paesino, l’aveva maturata. Non avrebbe mai immaginato, però, che i militari dell’Arma potessero essere più veloci di lui fino a quel punto.

In questo video diffuso dai Carabinieri si vede Luca Priolo mentre arriva con un trolley alla Centrale. Cammina. Sembra stanco e teso. Poi, ad un certo punto si ferma e si guarda intorno. Smarrito.

Luca PrioloI Carabinieri lo osservano, e anche le telecamere di sorveglianza lo riprendono mentre va avanti e indietro per i corridoi della stazione.

Appena cerca di rimettersi in cammino, quattro o cinque militari in borghese lo avvicinano e si presentano mostrando il distintivo. Luca Priolo lì pe lì cade dalle nuvole. Nemmeno il tempo di pensare…

Giordana Di Stefano“Devi venire con noi in caserma”, gli intimano i carabinieri. Priolo pare non opporre resistenza e segue i militari che lo ammanettano e lo porteranno  in Caserma a Milano, dove d’intesa coi Carabinieri siciliani, sarà interrogato e messo di fronte alle sue responsabilità.

“Si, sono stato io a uccidere Giordana Di Stefano”, dirà ai magistrati Luca Priolo, davanti ai quali rende tutta la confessione di quella tragica mattina in Sicilia.
VIDEO DELLA CATTURA

Giallo ad Arcola (La Spezia). Trovato cadavere in un bosco

Giallo ad Arcola (La Spezia). Trovato cadavere in un bosco CanarbinoGiallo in Liguria. I resti del corpo di un uomo sono stati ritrovati nel tardo pomeriggio di venerdì nei boschi di Canarbino, nel Comune di Arcola in provincia di La Spezia.

A fare la scoperta sono stati alcuni alcuni cacciatori che battevano la zona. Gli uomini appena notato il corpo dell’uomo senza vita hanno avvertito i Carabinieri di Sarzana, che si sono subito recati sul posto.

Il cadavere è in avanzato stato di decomposizione. Il morto, che ancora non è stato identificato, potrebbe essere giovane, dall’apparente età di 30/35 anni. Sui resti non è stato rinvenuto nessun documento di identità.

I militari dell’Arma hanno avviato indagini per cercare di risalire all’identità della vittima, in particolare si cerca di capire se vi siano persone scomparse nella zona da almeno due mesi a questa parte.

Il resti della persona deceduta in serata sono stati rimossi dai Vigili del fuoco intervenuti sul luogo. Da stabilire se l’uomo è morto per cause naturali o accidentali, se attaccato da qualche cinghiale oppure, ipotesi, non remota, se sia stato ucciso e abbandonato nella boscaglia. Ad accertare le cause del decesso sarà l’autopsia che sarà eseguita nelle prossime ore. Seguono aggiornamenti

Lionel Messi e Max Biaggi nei guai col fisco spagnolo e italiano

Lionel Messi e Max Biaggi
Lionel Messi e Max Biaggi

Sono uomini di sport. Uomini d successo e anche facoltosi. Ma talvolta accade che si dimenticano di saldare presunti conti o debiti col fisco. E così, ad esempio, per Lionel Messi, la stella argentina del calcio mondiale, erede privilegiato di Diego Armando Maradona (anche lui in passato nei guai), è arrivata una richiesta di condanna pesantisssima per frode fiscale: 22 mesi di reclusione. A chiederli, il procuratore di Stato spagnolo.

Secondo la magistratura inquirente, il fuoriclasse del Barcellona avrebbe frodato insieme al padre Jorge, oltre 4 milioni di euro. L’avvocatura: Messi non può ignorare i fatti. Pochi giorni fa la procura aveva deciso di procedere solo nei confronti del padre del giocatore, con una richiesta di 18 mesi di carcere, mentre aveva archiviato la posizione della star del calcio perché ritenuta non a conoscenza dei fatti.

L’avvocatura dello Stato, pur ritenendo Messi “profano” in materia fiscale sostiene che il giocatore “non può ignorare” che gran parte dei redditi derivanti dallo sfruttamento dei suoi diritti d’immagine transitino da società con sede in paradisi fiscali come l’Uruguay o il Belize.

Il giudice che segue il caso ha aperto un fascicolo su Messi e suo padre dopo aver ricevuto la segnalazione dall’agenzia tributaria. Nell’ordinanza, il giudice afferma che ci sono “fondati indizi criminosi” contro i due imputati, pur evidenziando la “collaborazione” fornita da Messi e da suo padre.

Per Messi è un periodo non proprio felice. A fine settembre si è infortunato al legamento collaterale del ginocchio durante una partita di campionato contro il Las Palmas, un incidente che lo terrà lontano dai campi per circa due mesi.

Altro periodo nero lo sta vivendo l’ex campione del mondo di motociclismo, Max Biaggi. Il campione è stato rinviato a giudizio dal tribunale di Roma con l’accusa di avere evaso al Fisco per circa 18 milioni di euro. Lo ha deciso il Giudice per l’udienza preliminare, Valerio Savio che ha fissato il processo al 15 settembre del 2016 davanti al giudice monocratico Bruno Costantini.

Per Biaggi è invece andato in prescrizione il reato penale. Il pilota di Superbike usufruì dello scudo fiscale per far rientrare in Italia capitali depositati all’estero ma è finito sotto processo con l’accusa di aver trasferito in modo fittizio la propria residenza nel Principato di Monaco dove il regime fiscale è più leggero.

La reazione di Biaggi: “E’ una vicenda che si trascina da molti anni, mi meraviglio che sia uscita solo ora. Riguarda la mia residenza a Montecarlo dove vivo realmente dal 1992 e dove sono nati i miei figli. Non riguarda un problema di evasione fiscale, come erroneamente riportato sugli organi di stampa, ma riguarda unicamente la circostanza che non avrei pagato ad Equitalia tutte le imposte che ha provvisoriamente iscritto al ruolo. Voglio precisare che si tratta d’imposte provvisoriamente iscritte al ruolo, perché su di esse il giudizio è comunque pendente”.

Atterraggi di emergenza per EasyJet e American Arlines

atterraggio di emergenza easyJet
Un aereo EasyJet

Un aereo della EasyJet, una delle compagnie low cost più importanti del mondo, è stato costretto a un atterraggio di emergenza nello scalo “Marco Polo” di Venezia Tessera a causa di un malore del comandante. Il volo era decollato da Londra diretto a Creta. A richiedere l’attivazione della procedura è stato il copilota, dopo che il comandante aveva perso conoscenza.

La torre di controllo ha immediatamente attivato la procedura e sulla pista sono stati dispiegati  i mezzi di soccorso dei vigili del fuoco. Il comandante dell’esasyJet è stato soccorso e portato il ospedale, le sue condizioni non sarebbero gravi. Tutti i passeggeri sono stati fatti scendere e dopo qualche ora di attesa in aeroporto sono stati fatti proseguire. A parte il disagio, non sono state registrate scene di panico a bordo.

Panico sull’American Arlines – Minuti di panico, invece l’altro giorno, tra i membri dell’equipaggio e i passeggeri di un aereo dell’American Airlines, decollato da Boston, in Massachusets e diretto a Phoenix, a 7.500 chilometri di distanza e circa cinque ore di volo.

Per cause ignote, dopo qualche minuto di volo, il pilota al comando del Boeing è morto a causa di un malore. Con il pilota automatico attivato, il co-pilota ha prima tentato di rianimarlo con l’aiuto di membri dell’equipaggio, poi, constatato il decesso, ha avvertito, come prescrive il protocollo di volo, la torre di controllo, per poi prendere il comando dell’aereo.

La destinazione era troppo lontana per proseguire da solo, e allora il giovane co-pilota ha chiesto all’aeroporto di Syracuse il permesso per un atterraggio di emergenza. Il copilota seguendo le istruzioni da terra, ha cominciato la discesa per atterrare in tutta sicurezza sulla pista dell’aeroporto dello Stato di New York.  I 147 passeggeri a bordo sono andati nel panico per questo atterraggio ad appena mezzora dal decollo. Ma sono poi sbarcati tutti illesi.

Gaza, sale la tensione con Israele. 5 palestinesi morti

Sarebbe di 5 morti e circa 20 feriti tra i palestinesi, il bilancio degli scontri in corso con l’esercito israeliano a ridosso della barriera difensiva con Gaza, nei pressi del kibbutz di Nahal Oz. Lo riferisce l’agenzia Maan che cita fonti mediche locali. Per ora nessuna conferma da parte di Israele.

Il leader di Hamas a Gaza Ismail Haniyeh si è appellato oggi per “un rafforzamento dell’Intifada, unica strada che può condurre alla liberazione”. “Gaza si unirà all’Intifada per Gerusalemme”, ha detto, secondo i media, in un intervento durante la preghiera del venerdì nella moschea di Gaza City.

L’attentato a Dimona – Sono quattro gli arabi accoltellati presumibilmente dallo stesso assalitore. Lo ha detto la polizia israeliana secondo cui si tratta in apparenza di un attacco ”nazionalistico” di un abitante di Dimona in ritorsione agli attacchi palestinesi dei giorni scorsi. Gli aggrediti sono un netturbino e tre muratori. Secondo i media le condizioni di due dei quattro arabi assaliti oggi sono da moderate a serie, mentre per gli altri due si parla solo di ferite leggere. Tutti e quattro sono ricoverati nell’ospedale di Dimona. Due degli aggrediti sono beduini cittadini di Israele, gli altri due sono invece palestinesi che lavoravano nell’edilizia.

Attentato a un ragazzo a Gerusalemme – Un israeliano di 14 anni è stato accoltellato oggi in un quartiere ebraico di Gerusalemme in quello che sembra un “attentato”. Lo dicono i media secondo cui le condizioni del ragazzo non sarebbero gravi. La polizia sta indagando sulla dinamica. Secondo i media, l’aggressore sarebbe stato “neutralizzato”.

Intanto la polizia israeliana ha reso noto che è morto il palestinese responsabile dell’aggressione ad una agente nella colonia ebraica di Kiryat Arba (Hebron) che era stato colpito dalla reazione della polizia. Nel frattempo, aggiorna radio Gerusalemme, gruppi di coloni stanno cercando di raggiungere Hebron, ma l’esercito israeliano è finora riuscito a sbarrare loro la strada.

Abusi sessuali all'Itis di Moncalieri, condannato a 11 anni docente

Abusi sessuali, condannato a 11 anni Andrea Fino
Andrea Fino

E’ stato condannato giovedì scorso, col rito abbreviato, a 11 anni di reclusione, Andrea Fino, il professore dell’istituto tecnico Pininfarina di Moncalieri, nel Torinese, e attivista dei diritti degli omosessuali.

Nel giugno del 2014 era stato arrestato dalla polizia municipale con l’accusa di avere offerto soldi ad alcuni suoi allievi in cambio di rapporti sessuali.

Il gup Gianni Macchioni ha accolto le richieste del pm Francesco Pelosi. L’insegnante era accusato di presunta violenza sessuale, prostituzione minorile, concussione e altri reati. Una decina sarebbero le “vittime” di abusi.

Andrea Fino, ormai ex docente dell’It di Moncalieri, era molto conosciuto nel mondo di chi si batte per i diritti omosessuali, e nel 2011 era stato coordinatore del “Gay Pride” torinese.

Libia, raggiunta intesa per nuovo governo di unità nazionale

Il delegato Onu Bernardino Leon
Il delegato Onu Bernardino Leon

Intesa raggiunta su un nuovo governo di unità nazionale in Libia. Dopo mesi di negoziati le delegazioni riunite in Marocco hanno raggiunto un accordo sulla lista dei nomi dei candidati alla guida del paese, che ora passerà al vaglio dei due governi rivali di Tobruk e Tripoli. A dare l’annuncio è stato in nottata l’inviato speciale dell’Onu per la Libia Bernardino Leon.

“Speriamo – ha detto Leon – che questa lista di nomi possa avere il sostegno di tutti i libici. Questo governo avrà bisogno del sostegno di tutti i libici e sono sicuro che ci sarà anche molto supporto dalla comunità internazionale”. Il premier proposto per il nuovo esecutivo di concordia è Fayez Serraj (originario di Tripoli), membro del Parlamento di Tobruk ma non nella lista dei designati da Tobruk.

Ad occupare i posti di vicepremier Ahmed Maetiq (Misurata, ‘Parlamento’ di Tripoli), Moussa Kony (Sud, indipendente), Fathi Majbari (Est, sostenuto da Tobruk ma anche da Ajdabia e dall’Esercito libico), mentre tra i ministri figurano Mohamed Ammari (Tripoli) e Omar Al Assuad (Zintan).

Esprimiamo “la nostra gioia perché c’è almeno una chance”, ha aggiunto Leon. “Troppi libici hanno perso la vita, troppi bambini e troppe madri sofferto. Secondo le agenzie Onu, circa 2,4 milioni sono in una grave situazione umanitaria. A tutti loro vanno le nostre scuse per non essere stati capaci di proporre prima questo governo”, ha aggiunto.

L’intesa raggiunta in nottata è un successo legato al ruolo dell’inviato dell’Onu, che è riuscito a portare a casa un risultato pochi giorni prima della scadenza del suo mandato e dopo mesi di lunghe ed intense trattative.

LE TAPPE – Il lavoro diplomatico dell’inviato dell’Onu inizia infatti a settembre del 2014 quando viene incaricato Rappresentante Speciale delle Nazioni Unite per la Libia. Ma è nei primi mesi dell’anno in corso che iniziano le trattative vere e proprie.

La strada appare tutta in salita, con numerosi annunci e smentite di accordi e mediazioni. Una prima bozza di intesa viene raggiunta a luglio, fra Tobruk, Misurata, Zintan e gran parte delle municipalità di Tripoli, ma senza il consenso del parlamento di Tripoli, che non firma l’accordo. A quel punto il pressing da parte della comunità internazionale su Tripoli si fa sempre più forte.

Il 13 settembre i due governi rivali raggiungono una sorta di “consenso” sui principali punti. Il percorso a quel punto appare meno accidentato e si rinnovano le speranze più volte deluse. Ma nei giorni a venire la discussione si arena in particolare sui nomi di chi andrà ad occupare le posizioni di vertice nella nuova Libia. A inizio ottobre riprendono i negoziati in Marocco, ma diventa sempre più chiaro agli occhi di tutti che le posizioni fra le due ‘capitali’ libiche prendono strade sempre più opposte.

Leon rinnova i suoi aut-aut ed innesca un vero e proprio braccio di ferro con il Parlamento di Tripoli, che però prende tempo. Fino a stanotte con l’annuncio della lista del novo governo unitario. Un percorso accidentato pieno di intoppi che parte dal lontano 2011 dopo la rivoluzione e la morte di Muammar Gheddafi che fanno piombare la Libia nel caos più totale.

Un anno dopo la caduta del regime ed in piena ricostruzione dopo le bombe della coalizione internazionale si svolgono le prime elezioni libere che conferiscono al Paese una prima vera svolta democratica. Ma gli scontri accesi e le violenze tra le varie milizie e gli ex ribelli che non hanno abbandonato le armi, complicano ulteriormente la situazione.

Ma è nell’estate del 2014 che avviene il tracollo delle istituzioni, quando esplode la guerra tra le milizie di Zintan e di Misurata per il controllo di Tripoli. Il nuovo Parlamento eletto, insieme al governo del premier Abdullah al Thani, riconosciuto dalla comunità internazionale, sono costretti a rifugiarsi ad est e ad insediarsi nella città di Tobruk, in Cirenaica.

Nello stesso periodo la capitale cade sotto il controllo delle milizie filo-islamiche di Fajr Libya, che impongono un vero e proprio governo opposto a quello di Tobruk e legato ai Fratelli musulmani. Il risultato è un Paese spaccato in due con in mezzo, nell’area di Sirte, la presenza minacciosa dei jihadisti dell’Isis dove hanno imposto una sorta di emirato basato su una rigida interpretazione della sharia.

Soddisfazione per questa intesa è stata espressa dal ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. Ora è fondamentale che tutte le parti approvino l’intesa raggiunta questa notte e procedano alla firma dell’accordo”, ha commentato Gentiloni a proposito “L’Italia, nel riconoscere l’incessante sforzo compiuto dall’inviato delle Nazioni Unite, Bernardino Leon – ha concluso il ministro – continuerà a dare il suo sostegno alle prossime tappe verso la pace e la stabilità della Libia”.

Matt Damon compie 45 anni, tra Jeson Bourne e il marziano

Matt Damon
Matt Damon compie 45 anni

Tutti lo ricordano per la straordinaria e azzeccata saga “The Bourne”, ma sul set Matt Damon di film ne ha recitati una trentina. L’ultimo in sala è “The Martian”, in cui interpreta con Jessica Chastain, un astronauta disperso su Marte. Un film che ha avuto una critica generosa.

“Jeson” ha spento 45 candeline e si gode tutto il suo successo sotto i riflettori di Hollywood. Matt Damon è uno degli attori più ricercati dai registi per la sua versatilità. Ha interpretato ruoli d’azione mozzafiato, ma anche commedie per tutta la famiglia. C’era lui tra rapinatori “di classe” di Ocean “Eleven, Twelve e Thirteen”, altra saga di successo accanto a George Clooney, Brad Pitt, De Niro, Andy Garcia altri celebri attori. Ha lavorato con registi del calibro di Martin Scorsese, Clint Eastwood, Francis Ford Coppola, Steven Spielberg.

Qualcuno avrebbe pensato di affidargli anche il ruolo di 007, al posto di Daniel Craig. Sarebbe all’altezza di sua Maestà Elisabetta. Ma al momento sembra solo una ipotesi.

Nonostante sia stato spesso utilizzato in ruoli da comprimario, Matt Damon, molto riservato nella vita privata, ha vinto un Golden Globe, ed è stato candidato all’Oscar come miglior attore per Will Hunting – Genio ribelle. Ha ottenuto il plauso della critica per le sue interpretazioni in drammi quali Syriana (2005) e The Good Shepherd (2006), oltre che per il suo ruolo di cattivo nel film drammatico The Departed (2006).

Matt Damon ha conquistato la notorietà con film come: “The Bourne”, l’agente segreto canaglia Jason Bourne, nel, “Il talento” di Mr. Ripley (1999), nel ruolo di un giovane soldato in “Salvate il soldato Ryan” (1998), e nel ruolo di un gemello siamese in Fratelli per la pelle (2003). Insomma, un attore sulla cresta dell’onda…

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