11 Ottobre 2024

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Bagheria, crolla il muro omertoso sul racket. 22 arresti. VIDEO

carabinieri arrestano 22 persone a bagheriaGrazie alla dettagliata ricostruzione fornita da 36 imprenditori che hanno trovato il coraggio, dopo decenni di silenzio, di ribellarsi al giogo del “pizzo” è stato possibile tracciare la mappa del racket a Bagheria (Palermo).

Così sono finiti in manette 22 persone che da anni colpivano ogni attività commerciale della zona. I carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito 22 provvedimenti cautelari nei confronti di capi e gregari del mandamento mafioso di Bagheria, accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, sequestro di persona e danneggiamento a seguito di incendio.

Le indagini, che sono culminate con l’avvio dell’operazione “Reset 2”, hanno evidenziato la soffocante pressione estorsiva esercitata dai boss che, dal 2003 al 2013, si sono succeduti ai vertici del clan. Cinquanta le estorsioni scoperte.

Gli estortori colpivano a tappeto. Dall’edilizia a ogni attività economica locale che portasse guadagni: negozi di mobili e di abbigliamento, attività all’ingrosso di frutta e di pesce, bar, sale giochi, centri scommesse. Questo grazie alla loro potenza criminale, complice la cappa di opertà e di paura in cui erano avvolti gli imprenditori che dopo vent’anni sono riusciti a denunciare e a dire basta.

VIDEO OPERAZIONE “RESET 2” A BAGHERIA

 

“Trentasei imprenditori hanno ammesso di avere pagato il pizzo. Alcuni di loro sono stati sottoposti a vessazioni per anni. E’ la breccia che ha aperto la strada per assestare un nuovo colpo a Cosa nostra, segno che i tempi sono cambiati e che imprenditori e commercianti finalmente si ribellano”. Così il colonnello Salvatore Altavilla, comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Palermo, ha commentato l’ultimo blitz dell’Arma contro la cosca di Bagheria reso possibile dalle denunce delle vittime del racket. Dei 22 boss ed estorsori raggiunti dal provvedimento cautelare solo cinque erano liberi.

Il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque si congratula con l’Arma: “L’amministrazione comunale di Bagheria si congratula con l’Arma dei Carabinieri per la vasta operazione che ha condotto con la collaborazione di 36 imprenditori bagheresi che si sono ribellati alla richiesta di pizzo da parte degli estorsori. Quanto ho auspicato, una città normale, una città basata sulla legalità, pian piano si sta realizzando”.  “Il mio plauso va alle Forze dell’ordine ma ancora di più ai 36 miei concittadini che hanno trovato il coraggio di denunciare, di non farsi intimidire, di voler lavorare serenamente nella legalità e senza gioghi. L’amministrazione sarà sempre dalla vostra parte con azioni. E’ un momento importante per Bagheria che vede affermare la legalità sul crimine. Il mio appello va a tutti i cittadini: non ci fermiamo, continuiamo a perseguire, in qualsiasi campo, ciò che è giusto e legale per noi e per l’intera comunità”.

Elezioni Turchia, Erdogan riconquista la maggioranza assoluta

Elezioni Turchia, Erdogan al seggio. Il suo partito Akp conquista la maggioranza assoluta
Elezioni Turchia, Erdogan al seggio. Il suo partito Akp conquista la maggioranza assoluta (Ansa/Ap Photo/Hussein Malla)

Con il 49,3% dei voti – pari a 315 seggi su 550, l’Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan riconquista la maggioranza assoluta dei seggi nel voto anticipato in Turchia. Il partito filo-curdo Hdp entrerebbe in Parlamento con il 10,4%, pari a 59 seggi, sfiorando di poco la soglia di sbarramento.

Scontri tra polizia e manifestanti curdi si sono registrati a Diyarbakir, principale città curda del sud-est della Turchia, dopo i primi risultati del voto di oggi che indicano il trionfo di Erdogan, dove si temeva il non superamento della percentuale di sbarramento per entrare in parlamento. Gli incidenti sono stati riferiti dai media locali che hanno parlato di incendi e barricate nelle strade. La polizia avrebbe sparato gas lacrimogeni contro i manifestanti.

L’affluenza alle urne nelle elezioni politiche anticipate di oggi in Turchia è molto alta: Quasi l’88 percento degli aventi diritto si è recata alle urne. Nel voto del 7 giugno scorso la partecipazione si fermò all’83,9%. Alla vigilia si temevano brogli elettorali.

Le urne si sono chiuse alle 17.00 (le 15.00 in Italia) in tutta la Turchia. Le operazioni di voto si sono svolte in un clima di alta tensione soprattutto nel sud-est turco a maggioranza curda, dove da luglio è riesploso il conflitto con il Pkk che ha fatto centinaia di morti.

Il ritorno alle urne a meno di 5 mesi dal voto del 7 giugno è stato deciso dopo che i partiti non sono riusciti a trovare un accordo per un governo di coalizione. Nella scorsa tornata l’Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan ha perso la maggioranza assoluta per la prima volta dal 2002, anche per lo storico ingresso in parlamento del partito filo-curdo Hdp. Secondo molti sondaggi l’esito del voto di oggi potrebbe rispecchiare quello di giugno, rendendo di nuovo necessario un esecutivo di coalizione. Cosa non facile per le tensioni tra le fazioni turche e curde che non intendono giungere ad un compromesso politico.

I sostenitori del partito curdo Hdp sfilano per le strade
I sostenitori del partito curdo Hdp sfilano per le strade (Ansa/Ap Photo Lefteris Pitarakis)

Alle elezioni dello scorso giugno il partito filo curdo Hdp aveva superato la soglia di sbarramaneto conquistando 78 seggi. L’artefice di quella storica vittoria è stato Selahattin Demirtas, detto il “Podemos curdo”, in riferimento al movimento antagonista uscito vittorioso in Spagna. L’Akp non ottenne la maggioranza assoluta e iniziò lo stallo culminato con le elezioni odierne.

A gettare un pesante macigno sulla consultazione di oggi, era stato l’attentato kamikaze al corteo pacifista curdo ad Ankara avvenuto il 10 ottobre scorso quando due esplosioni hanno causato 130 morti e diverse centinaia di feriti. A seguito della strage, i curdi diedero le responsabilità politiche a Erdogan. Poi l’Isis avrebbe rivendicato l’attacco, ma secondo il popolo curdo, sulla strage ci sarebbe un unico mandante, ossia il presidente Erdogan.

Maltempo in Calabria, un morto. Spazzate via strade e ferrovie

La linea ferroviaria in Calabria spazzata via dal maltempo
La linea ferroviaria nella Locride, in Calabria, spazzata via dal maltempo

Il maltempo sta flaggellando la Calabria sud orientale. Il bilancio provvisorio è di un morto e molti danni nel reggino. A causa delle forti piogge il torrente Ferruzzano, nella Locride, ha esondato spazzando via la statale 106 Ionica e la linea ferroviaria che in un tratto è rimasta sospesa nel vuoto.

Al momento non risultano dispersi. Sul posto squadre dei Vigili del fuoco, che hanno incontrato problemi per arrivare, a causa delle frane lungo il percorso. inoltre la circolazione ferroviaria fra Roccella e Palizzi, sulla linea Roccella Ionica-Melito Porto Salvo, è stata sospesa a causa dell’allagamento dei binari. I treni in viaggio sono stati fermati nelle stazioni di Locri, Brancaleone e Roccella Ionica. La società Fs ha comunicato le interruzioni specificando che per l’impraticabilità della rete stradale “al momento non è possibile effettuare servizi sostitutivi con autobus”.

Intanto, è stato trovato il cadavere di Salvatore Comandè, l’uomo disperso dal pomeriggio di sabato a Taurianova dopo essere stato trascinato con l’auto da un torrente ingrossato. Il corpo è stato trovato dai Vigili del fuoco sull’argine del torrente San Nicola. La vittima è stata individuato lungo l’argine, tra alcuni canneti, a circa 250 metri dal luogo in cui si era fermata la Panda sulla quale l’uomo viaggiava insieme alla figlia 17enne che è stata salvata in extremis da alcuni passanti.

Il Centro funzionale multirischi dell’Arpacal, l’agenzia regionale per l’ambiente, ha aggiornato il bollettino delle avverse criticità sulla Calabria, valido dalle 16 di oggi alle 16 di lunedì. Per il rischio idrogeologico, lo Ionio settentrionale scende ad arancione, mentre permane rosso su Ionio centrale e meridionale e Tirreno meridionale.

Allerta arancione su Tirreno centrale, mentre il Tirreno settentrionale scende a giallo. Gravi danni alla condotta idrica comunale di Reggio Calabria sono stati provocati dalla piena del torrente in località Pettogallico. Per questo motivo, domani ci saranno disagi nell’erogazione idrica nelle zone di Villa San Giuseppe, Modenelle, Arghillà e Pettogallico. Lo rende noto il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. I lavori di riparazione inizieranno non appena le condizioni meteorologiche lo permetteranno. Le violente mareggiate che si stanno abbattendo sulla costa ionica del catanzarese e del reggino per il vento forte che accompagna la pioggia hanno provocato danni ingenti al lungomare di Siderno e Caulonia.

Seicento millimetri di pioggia in 48 ore e venti che hanno raggiunto gli 80 chilometri orari. Sono alcuni dei dati sulla perturbazione che sta interessando la Calabria registrato dal Centro funzionale Multirischi dell’Arpacal. Secondo i rilevamenti dell’Arpacal, a Chiaravalle Centrale (Catanzaro) sono caduti 600 mm di pioggia nelle ultime 48 ore, 234 mm nelle ultime 24 ore; a Fabrizia Cassari (Vibo Valentia) 420 mm in 48 ore, 159 mm in 24 ore; ad Antonimina Canolo Nuovo (Reggio Calabria) 380 mm in 48 ore, 165 mm in 24 ore; a Mongiana (Vibo Valentia) 380 mm in 48 ore, 126 mm in 24 ore; ed a Platì (Reggio Calabria) 370 mm in 48 ore, 200 in 24 ore.

Tutta questa pioggia ha provocato “un generale e considerevole innalzamento dei livelli idrometrici” di tutti i corsi d’acqua. Ad esempio sulle Serre vibonesi, l’Ancinale, che sfocia nello Ionio nel soveratese, è stato raggiunto il livello di 4,95 m. Alla pioggia si è accompagnato il vento con raffiche fino a 80 chilometri orari su tutta la regione, specie sul versante ionico e mareggiate lungo le coste esposte. Le precipitazioni continueranno per tutta la giornata di oggi. Per domani, lunedì 2 ottobre, sono previsti ancora fenomeni sulla regione in progressiva attenuazione e da martedì si registrerà un deciso miglioramento.

Omicidio di Riace: "Ernesto Ienco ucciso da moglie e amante". Fermati

Calabria, omicidio Riace: Ernesto Ienco ucciso da moglie e l'amante. Fermati Sabrina Marziano e Agostino Micelotta
Agostino Micelotta e Sabrina Marziano i due presunti autori dell’omicidio di Ernesto Ienco

Svolta nel giallo dell’omicidio di Riace.  Sono stati fermati i presunti autori del delitto di Ernesto Ienco. Si tratta della moglie della vittima e dell’amante della donna. Ienco è stato ucciso a fucilate la notte di una settimana fa a Riace, Reggio Calabria.

I due fermati volevano evidentemente farsi una vita insieme e per questo avrebbero ucciso il marito di lei. Dopo una settimana di indagini i carabinieri della Compagnia di Roccella Ionica che, insieme a quelli del Gruppo di Locri, sono giunti a questa conclusione e hanno sottoposto a fermo Sabrina Marziano, 28 anni, ed il suo amante Agostino Micelotta, di anni 21, per l’omicidio di Ernesto Ienco, 31 anni, marito della donna, ucciso una settimana fa a Riace a colpi di fucile.

I due presunti assassini, secondo l’accusa, dopo aver sparato, hanno colpito la vittima alla testa con un oggetto. Marziano e Micelotta sono accusati di concorso in omicidio aggravato e detenzione illegale di armi.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la notte del 25 ottobre scorso, all’una e venti circa di notte, i due fermati, al rientro da un matrimonio fuori paese, hanno messo in atto il piano diabolico. Entrati nella casa coniugale hanno sparato quattro colpi di fucile caricato a pallettoni all’indirizzo di Ernesto Ienco.

Quindi, con un corpo contundente, avrebbero infierito sulla vittima colpendola ripetutamente alla nuca. Un omicidio da cui emerge ferocia e brutalità. Ai due, i militari dell’Arma sono giunti grazie alle numerose testimonianze raccolte, e alle attività tecniche svolte con intercettazioni, analisi di tabulati telefonici e perizie. Le indagini avrebbero fatto emergere le falsità dei racconti resi dalla coppia subito dopo il delitto.

Sabrina Marziano e Agostino Micelotta, secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri, si erano conosciuti proprio tramite il marito della donna e da circa due anni avevano quella che gli investigatori hanno definito “un’intensa relazione amorosa”. Da tempo, inoltre, avrebbero progettato l’idea di costruirsi un futuro insieme.

Progetto, però, fortemente osteggiato dal marito Erneso Ienco. L’uomo era quindi da ostacolo al loro desiderio. Da quì il piano per ucciderlo, scegliendo data e ora con macabra lucidità. Ernesto Ienco era figlio di Nicola, ucciso in un agguato nel marzo del 2011. I fermati sono stati condotti nelle Case circondariali di Palmi e Reggio Calabria a disposizione della Procura della repubblica di Locri. In base alle risultanze investigative, spetterà ora al gip convalidare o meno il fermo in arresto. Il provvedimento è atteso per le prossime ore.

Torremaggiore, Foggia. Agguato all'alba. Ucciso pregiudicato

Via Lucera a Torremaggiore (Foggia) Cerchiato in rosso dov'è stato ucciso Antonio Tancredi
Via Lucera a Torremaggiore (Foggia). Cerchiato in rosso il punto dov’è stato ucciso Antonio Tancredi

Un operatore ecologico di 45 anni, Antonio Tancredi, è stato ucciso domenica all’alba con colpi di arma da fuoco in una zona isolata alla periferia di Torremaggiore, provincia di Foggia.

L’uomo – secondo una prima ricostruzione – avrebbe percorso la strada provinciale 12 quando i killer all’incrocio con via Lucera hanno cominciato a sparare colpendo i vetri. Vistosi braccato, la vittima è uscito dalla sua Alfa Romeo 159 blu sulla quale viaggiava e ha tentato una disperata fuga a piedi, ma è stato raggiunto e poi finito dagli assassini.

Secondo quanto trapelato, Antonio Tancredi, pregiudicato del luogo con numerosi precedenti penali, era già sfuggito ad un agguato alcuni mesi fa quando ignoti lo avevano avvicinato e hanno iniziato a sparargli contro alcuni colpi di pistola. L’uomo era stato ferito alla testa e scampò miracolosamente all’agguato.

Sull’omicidio di Antonio Tancredi indagano i Carabinieri della locale stazione, giunti subito sul posto dopo che sono stati allertati da una telefonata all’alba. L’uomo era già morto quando sono giunti i soccorsi. Inutili i tentativi di rianimazione.

I militari, attraverso i rilievi cercano di ricostruire la dinamica e il movente del delitto che può essere maturato nel contesto malavitoso. Si cerca di risalire agli autori del delitto.

Brindisi, pirata ubriaco travolge due giovani, muore 18enne

il luogo dell'incidente Nel riquadro la vittima Andrea De Nigris morto nell'incidente a Brindisi
il luogo dell’incidente Nel riquadro la vittima Andrea De Nigris (Ansa/Grossi)

Tragedia a Brindisi nella notte di Halloween. Un pirata della strada, risultato positivo all’alcooltest ha perso il controllo della sua Suzuki e ha investito due ragazzi che stavano passeggiando su un marciapiede.

Uno dei due giovani, Andrea De Nigris, 18 anni è morto mentre la sua amica, una ragazza di 16 anni è rimasta ferita. L’ennesimo dramma della strada si è consumato alle 3 di notte in via Vespucci, nei pressi del porto di Brindisi.

Da quanto ricostruito, i due giovani di ritorno da una festa di Halloween, stavano camminando sul marciapiede nei pressi della Lega Navale di Brindisi quando per cause ancora in corso di accertamento, da un curvone è sbucata a tutta velocità una Suzuki di colore chiaro guidata da un 19enne che è sbandata travolgendo in pieno i due giovani.

Sul luogo la Polstrada, le volanti della Mobile, vigili del fuoco e i sanitari del 118 che non hanno potuto salvare la vita di Andrea De Nigris, mentre la ragazza è stata ricoverata presso il locale nosocomio. Le sue condizioni non sarebbero gravi.

Secondo i primi esami, il giovane pirata sarebbe risultato positivo all’alcooltest con soglia che sarebbe di gran lunga superiore al limite consentito dal Codice della Strada. Il ragazzo è indagato dalla procura per omicidio colposo.

Intanto c’è rabbia e sgomento tra i parenti e gli amici di Andrea De Nigris, giovane e promettente studente all’università del Salento. Rabbia per quella strada “maledetta” che “ubriachi o meno” – si sfoga su Republica, Marco Nocera, parente della giovane vittima – è un’arteria molto pericolosa in quanto le auto sfrecciano al altissima velocità “di notte e di giorno”. Nel tempo sarebbero state tante le segnalazione per piazzare sul rettilineo dissuasori di velocità o semafori. Rimedi che probabilmente avrebbero potuto salvare la vita del giovane brindisino.

Libia: "Navi da guerra italiane nelle nostre acque". Italia: "Falso"

Libia minaccciano Navi da guerra italiane nelle nostre acqueNavi da guerra italiane sarebbero nelle acque territoriali della Libia. Il governo di Tobruk “condanna con fermezza” la violazione delle proprie acque territoriali” dopo il presunto ingresso sabato di tre navi da guerra italiane nei pressi delle coste di Bengasi, a Daryana”, a 55 chilometri a est della città. Lo si legge in un comunicato del governo sulla propria pagina Facebook e Twitter. Il governo libico “non esiterà a ricorrere a tutti i mezzi che gli consentano di proteggere le sue frontiere e la sua sovranità territoriale”.

Il governo di Tobruk, inoltre, invita l’Italia “a rispettare i trattati firmati tra i due Paesi” e bolla “l’ingresso delle navi italiane come un atto contrario a tutti gli accordi internazionali ratificati dall’Onu”.

Roma respinge al mittente le accuse. “Nessuna nave militare italiana ha violato le acque antistanti Bengasi, in Libia”, sostengono fonti governative italiane ricordando che lunedì il governo di Tobruk dovrebbe votare la proposta dell’inviato speciale Onu, Bernardino Leon, per un governo di unità nazionale.

Intanto l’aviazione della Libia ha fatto decollare sabato in tarda serata i suoi caccia militari per “monitorare l’attività delle navi da guerra italiane”. Lo afferma il capo di Stato maggiore libico, Saqr Geroushi, citato dai media locali.

Cala il sipario su Expo. Mattarella: "Vince l'Italia unita"

Il commissario Sala, Il sindaco Pisapia, il capo dello Stato Mattarella e Roberto Maroni alla cerimonia di chiusura di Expo
Il commissario Sala, Il sindaco Pisapia, il capo dello Stato Mattarella e Roberto Maroni alla cerimonia di chiusura di Expo (Ansa)

Chiuso definitivamente l’Expo, giungono manifestazioni di soddisfazione per l’esposizione universale che ha attirato milioni di turisti da tutto il mondo. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo intervento alla cerimonia di chiusura ha affermato che “l’Italia vince se è consapevole del valore della sua unità, se è capace di sanare le fratture anzichè approfondirle. C’è una grande domanda di Italia. Di bellezza italiana, di cultura italiana, di gusto italiano. E’ bene impegnarsi – dice il capo dello Stato – per appagare questa attesa che si rinnova, affinando sempre più le nostre vocazioni, a partire da quella europea. Il nostro dibattito pubblico, per essere maturo e riconquistare credibilità e fiducia, non può oscurare le sinergie e i terreni di convergenza, pena un generale impoverimento”.

“L’Italia vince se è consapevole delle sue qualità. Il dialogo deve continuare” con tutti i paesi del mondo”, ha spiegato ancora il presidente della Repubblica che ricorda un evento al quale in questi sei mesi hanno partecipato visitatori da ogni luogo. “Per il nostro Paese l’Expo è stata una grande opportunità, sin dal giorno in cui la candidatura italiana è stata concepita”.

“Possiamo dire – sottolinea Mattarella – serenamente che la sfida, rivolta prima di tutto a noi stessi, è stata vinta. Grazie Commissario Sala per il suo lavoro. La sfida non è stata vinta da qualcuno contro qualcun altro. E’ stata vinta da un’Italia che, quando si unisce in un impegno comune, evitando che le naturali diversità producano eccessi di antagonismo, sa esprimere grandi doti e mostrare al mondo le sue originali qualità”.

“Nutrire il pianeta senza escludere nessuno è possibile. Eliminare la fame e la sete dalla faccia della terra è possibile, e rappresenta un elemento indispensabile per la costruzione della pace. Siamo davanti a una sfida epocale e a condizioni inedite per affrontarla”.

“Abbiamo bisogno – spiega – di un grande cambiamento culturale, che deve procedere di pari passo a programmi lungimiranti, non ipotecati da politiche del giorno per giorno. Il cambiamento, per realizzarsi, deve avere protagonisti i popoli, i corpi sociali, le persone: non ci sarà un umanesimo imposto dall’alto”.

“Dobbiamo conquistarlo, praticarlo, diffonderlo. Il grande interesse suscitato da Expo ha questo segno di riscatto globale”. La fame e la malnutrizione che, nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, ancora colpisce 800 milioni di esseri umani va combattuta con determinazione. “Allo stesso modo nel Nord del mondo dobbiamo contrastare l’obesità – ha evidenziato Mattarella – che è anch’essa una forma di malnutrizione, anche se ben diversa, e che riguarda altri 800 milioni di persone.

Secondo Mattarella “è assurdo, oltre che inaccettabile che, a fronte delle catastrofi umanitarie nelle regioni del bisogno, delle guerre, dei disastri ambientali, continui lo spreco nelle regioni del benessere. Non si può sfuggire all’evidenza che la lotta alla fame e alla sete sono pietre angolari di un nuovo governo globale, fondato sulla collaborazione economica e sull’affermazione dei diritti umani”.

Per il capo dello Stato è “esattamente il contrario degli scontri di civiltà e delle guerre di religione, che continuano a essere invece le maschere ideologiche dietro le quali si nascondono volontà di dominio e logiche di sopraffazione. E che ancora generano morte, violenze, discriminazioni, migrazioni epocali”. Ci sono alcune parole d’ordine nel discorso del presidente Mattarella: “Cultura del cibo, rispetto dell’ambiente e degli ecosistemi, innovazione e cooperazione possono aiutarci a contrastare la povertà, che resta il fattore primo di ingiustizia e di destabilizzazione. Possono aiutarci a rialzare la testa, e a farla rialzare a tutte le donne e a tutti gli uomini”.

Milano, arrestato vigile per l'omicidio di Gianfranco Ambrosini

omicidio Gianfranco Ambrosini Bussero MilanoUn agente della polizia locale è stato arrestato dai carabinieri del nucleo operativo di Monza, con l’accusa di aver ucciso il litografo di 53 anni, ammazzato venerdì sera a Bussero. Si tratta di Salvatore Empoli, 44 anni. Testimoni lo avrebbero visto litigare poco prima fuori da un bar, davanti al quale era stata notata anche la vittima.

Era un litografo incensurato Gianfranco Ambrosini, l’uomo di 53 anni ucciso ieri sera a Bussero, nel Milanese. Sul posto sono stati trovati sei bossoli calibro 7×65 ma non è ancora chiaro quanti lo abbiano raggiunto.

Dai primi accertamenti dei carabinieri di Cassano D’Adda la modalità sembra quella dell’esecuzione. Il 53enne è stato avvicinato mentre era a bordo della proprio Volkswagen Golf in viale Europa e poi è stato finito pochi metri più avanti dopo aver tentato una fuga. Gianfranco Ambrosini era incensurato e in passato non era mai stato segnalato alle forze dell’ordine. Non è ancora chiaro il movente per cui il killer ha sparato all’indirizzo della vittima.

Gianfranco Ambrosini era separato e con un figlio. Da qualche tempo era disoccupato. I militari stanno verificando alcune voci che riferiscono di presunto uso di droga da parte della vittima ma non ci sono ancora conferme. E’ comunque un punto di partenza per cercare di capire il movente dell’omicidio e il suo contesto. Bisogna capire che cosa riferirà agli inquirenti l’uomo arrestato con l’accusa di aver ucciso il litografo.

Egitto, precipita Airbus 321 russo sul Sinai con 219 persone. VIDEO

Egitto, precipita un Airbus russo sul Sinai con 219 personeUn aereo di linea russo con 219 persone a bordo (212 passeggeri e 7 membri dell’equipaggio) partito da Sharm el Sheik e diretto a San Pietroburgo in Russia si è schiantato sulla penisola egiziana del Sinai centrale.

Secondo quanto riferito da media arabi un Airbus A321, volo 92-68, appartenente alla compagnia aerea russa Kogalymavia, noto anche come Metro Jet, in viaggio da Sharm el-Sheikh (Egitto) a San Pietroburgo è decollato alle 6.51 ora di Mosca con arriva previsto alle 12.10 sempre con orario della capitale russa.

Alle 7.14 non ha contattato Larnaca (Cipro) ed è scomparso dai radar. L’aereo trasportava 212 passeggeri e sette membri dell’equipaggio”.

Poco prima  di scomparire dai radar, l’aereo aveva lanciato il mayday e chiesto un atterraggio di emergenza. Al momento le informazioni sono frammentarie. Lo schianto sarebbe avvenuto nell’area centrale del Sinai, in Egitto.

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L’agenzia russa Tass, citando fonti dell’aeroporto del Cairo, riferisce che l’aereo con a bordo 212 civili e 7 membri dell’equipaggio aveva richiesto un atterraggio di emergenza in uno degli aeroporti più vicini in Egitto poco prima di scomparire dai radar.

L’aereo di linea volava a 9.000 metri di quota quando il comandante dell’aereo ha contattato i controllori del traffico aereo e ha chiesto atterraggio di emergenza a causa di un malfunzionamento della stazione radio. Il collegamento con l’aereo è stato perso dopo.

Sarà Francesco Paolo Tronca a traghettare Roma nel dopo Marino

Il premier Matteo Renzi con il prefetto Francesco Paolo. Tronca a Milano Tronca sarà il commissario di Roma dopo la decadenza di Marino
Il premier Matteo Renzi con il prefetto Francesco Paolo Tronca a Milano (Ansa/Porta)

Sarà il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca il commissario straordinario individuato per guidare Roma dopo la decadenza del consiglio, della giunta e del sindaco Ignazio Marino; decadenza avvenuta a seguito delle dimissioni simultanee della metà dei consiglieri comunali di Roma capitale.

La scelta del prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca come commissario straordinario a Roma – riferiscono fonti del Viminale all’Ansa – va letta come un “riconoscimento per il lavoro fatto dal prefetto in occasione dell’Expo ed un auspicio affinché quella esperienza positiva venga replicata in occasione del Giubileo”.

E’ stato scelto il prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca come Commissario di Roma “perché il Giubileo deve funzionare come l’Expo”, ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano.

Il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, ha firmato la sua nomina. “Orgoglioso e felice della fiducia accordatami”, ha commentato Francesco Paolo Tronca appena appresa la notizia.

CHI E’ FRANCESCO PAOLO TRONCA

Il prefetto che dovrà guidare la capitale fino alle elezioni è nato a Palermo 63 anni fa. Tronca è esperto di sicurezza pubblica, di mediazione sociale, di problematiche dell’immigrazione e della gestione di emergenze. Laureato in Giurisprudenza e Storia, ha superato il concorso di commissario di Polizia, prendendo servizio a Varese nel 1977.

Il primo marzo 1979, dopo aver vinto il concorso di consigliere di prefettura, ha iniziato la carriera dell’amministrazione civile del ministero dell’Interno alla prefettura di Milano, ricoprendo l’incarico di capo della segreteria del prefetto e, quindi, gli incarichi di vicecapo di gabinetto e poi di capo di gabinetto, rispettivamente per 8 e 7 anni, fino al primo luglio del 2000, data della nomina a viceprefetto vicario di Milano. Il 23 maggio 2003 è stato nominato prefetto di Lucca. Nel 2006 è diventato prefetto di Brescia.

Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, è cultore di Storia del diritto italiano all’università statale di Milano ed autore di diverse pubblicazioni. Dal 28 novembre 2008 è stato capo del dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, per essere poi nominato nell’estate del 2013 prefetto di Milano. Il Commissario potrà essere già operativo da sabato.

Da quanto si apprende pare vi sia un “forte feeling” tra il prefetto Gabrielli, Tronca, Renzi e il ministro dell’Interno Angelino Alfano. La nomina del commissario sarebbe stata già concordata da Renzi e Alfano subito dopo la presentazione delle dimissioni di Marino il 12 ottobre scorso.

Scala, Ravello (Sa): bambino morto dopo la pasta al sugo. Tre indagati

Scala, Ravello (Salerno): bambino british mangia pasta al sugo e muoreRAVELLO (SALERNO) La procura di Salerno ha emesso tre avvisi di garanzia per la morte del bambino inglese morto dopo aver mangiato un piatto di pasta in un ristorante di Scala (Ravello), nel Salernitano. Gli indagati sono il titolare del ristorante, il responsabile di sala e lo chef. L’ipotesi di reato a loro carico è omicidio colposo. “Un atto dovuto”, spiegano i magistrati.

Il piccolo C. W. di 7 anni, cittadino britannico in vacanza con i suoi tra Cilento e Costiera amalfitana, in Campania è morto il 30 ottobre scorso nel reparto di rianimazione pediatrica dell’ospedale Santobono di Napoli, dove era stato ricoverato dal 27 ottobre scorso in seguito a un malore avvertito durante un pranzo in un ristorante di Scala, piccolo centro vicino Ravello, nel Salernitano.

La procura di Salerno ha aperto un’inchiesta e disposto l’autopsia per accertare eventuali responsabilità nell’accaduto. L’esame autoptico dovrebbe svolgersi in settimana e dovrebbe accertare le cause del decesso del bimbo.

Secondo quanto scrivono i media locali, la famiglia inglese si era fermata per pranzare in un ristorante a Scala, frazione di Ravello. Ai gestori i genitori della vittima avevano chiesto per il bimbo solo un piatto di pasta al pomodoro a causa di una forte intolleranza al lattosio (derivati del latte). Il bimbo dopo aver mangiato si è sentito male e sono stati chiamati i soccorsi.

Il 118 arrivato sul posto ha trovato il bimbo in arresto cardiaco e dopo 15 minuti di massaggio è riuscito a farlo tornare a battere. Ma la situazione cerebrale era molto compromessa. Inutile anche il trasferimento all’ospedale Santobono di Napoli dove è stato sottoposto a intervento chirurgico per rimuovere un edema cerebrale formatosi a causa della mancanza di ossigeno al cervello.

Dopo diverse ore di coma farmacologico il suo cuore ha smesso di battere il 30 ottobre. Ora la procura indaga per capire se il malore è stato causato da uno shock anafilattico per la presenza di formaggio o panna nel suo piatto. E’ molto probabile che la pasta sia stata preparata con pomodoro e delle sostanze contenente lattosio, oppure che durante la preparazione della pietanza è venuto in contatto con formaggio o panna.

Vercelli, aereo esplode in volo e precipita. Morti due piloti

Vercelli, aereo esplode in volo. Morti i piloti Pietro Venanzi e Herbert Moran
Vercelli, aereo esplode in volo. Morti i piloti Pietro Venanzi e Herbert Moran

Un aereo bimotore leggero, per cause ancora ignote, è esploso in volo ed è precipitato tra Santhià e Alice Castello, nelle campagne del Vercellese. Tragico il bilancio: due i morti carbonizzati. Si tratta di Pietro Venanzi, 53 anni, pilota di Sesto Calende (Varese) e un ex ufficiale della Marina statunitense, Herbert Moran, ex pilota della Marina americana originario dell’Oregon ma residente a Varese.

Il velivolo esploso in provincia di Vercelli è un Aw609 di Agusta Westland: si tratta di un convertiplano in fase di certificazione, in vista della futura commercializzazione esclusivamente a clienti civili. Un modello simile, negli Usa, è invece in uso al corpo dei Marines. Quello di oggi era un volo di prova e a bordo c’erano dei piloti collaudatori. Il convertiplano è un tipo di velivolo dotato di motori basculanti, cioè in grado di ruotare attorno all’asse orizzontale delle ali: questo permette di sollevarsi e atterrare come un elicottero e volare come un normale aereo.

Alcuni testimoni riferiscono di avere sentito un boato, seguito dalla caduta di rottami. La Procura di Vercelli ha aperto un’inchiesta per accertare le cause dell’incidente.

“Volava basso sulle case ed era in fiamme. Il pilota è stato bravo a portarlo fino sui campi di mais. Se fosse caduto in città, sarebbe stata una strage”, sostengono alcuni studenti, testimoni oculari dell’incidente. Secondo le prime informazioni raccolte, il velivolo sperimentale militare era partito da Vergirate, in provincia di Varese, dove ha sede l’Agusta Westland, casa madre di questi velivoli.

“Ho visto una palla di fuoco in cielo, poi una esplosione fortissima e quello strano aereo che cadeva”,  riferisce un testimone che ha visto precipitare il convertiplano militare. Lo schianto a Ponte di Ferro, una frazione nelle campagne tra Santhià, Alice Castello e Bianzè.

“Abbiamo visto spesso velivoli simili da queste parti”, dice un altro testimone. Il campo di mais in cui il velivolo è precipitato è stata delimitata. Sul posto, insieme a vigili del fuoco e 118, stanno operando anche polizia e carabinieri. Commozione per la morte di Pietro Venanzi e Herbert Moran ritenuti da tutti “due piloti esperti”.

Da Google sistema operativo universale per smartphone e pc

Google sistema operativo universale Android per Pc tablet e smartphoneRivoluzione in casa Google. Big G va verso un sistema operativo universale, valido sia su Pc che su tablet e smartphone. A governare tutti i dispositivi sarebbe Android, l’Os di Montain View al momento sotto la lente dell’Antitrust Ue per posizione dominante.

Secondo il Wall Street Journal, la società entro il 2017 potrebbe unire in un unico ambiente tecnologico ChromeOS e Android al fine di realizzare un’ecosistema unico. Fautore della convergenza è Sundar Pichai, ora capo di Google dopo la costituzione della holding Alphabet.

Secondo il Wsj, sarebbe Chrome a confluire in Android, che è il sistema operativo più usato al mondo: per la società Strategic Analytics è sull’85% degli smartphone. ChromeOs, invece, secondo i dati della società Idc, è a bordo solo del 3% dei computer di Google, i Chromebook.

La convergenza in un unico sistema operativo oltre a essere un sogno e una semplificazione per molti utenti ha anche una forte natura commerciale. Infatti, la combinazione dei due sistemi operativi significherebbe una ulteriore espansione di Android su computer portatili e desktop, con il supporto diretto al Google Play Store, cioè l’equivalente dell’Apple Store, il negozio digitale su cui comprare film canzoni, app e libri. Da qualche mese proprio il sistema operativo Android è sotto la lente dell’Antitrust Ue per abuso di posizione dominante.

Fine della “farsa”. Ignazio Marino dimesso da 26 firme

Fine della farsa. Ignazio Marino è stato dimesso da 26 firme
Ignazio Marino è stato dimesso

Per il sindaco Ignazio Marino è finita. Sono state raggiunte firme di dimissioni a sufficienza. Ventisei consiglieri comunali, 21 per la maggioranza e 5 dell’opposizione, sfrattano in anticipo il sindaco “venuto da Marte”. Mentre lui inaugurava all’auditorium il nuovo cda, dal notaio in via del Tritone andavano a firmare uno per uno i consiglieri. In soccorso a Renzi e Orfini sono andati Marchini e i fittiani più Ncd.

Non si sono presentati, i gruppi di Sel gli altri della lista Marino (maggioranza) e gli altri consiglieri dei gruppi dell’opposizione come Forza Italia, Fdi, Alemanno, M5S e Misto.

Con le dimissioni dei 26 è automaticamente sciolta l’assemblea capitolina e di conseguenza cadono giunta e sindaco. Il primo cittadino aveva sperato in un confronto in aula, ma il Pd non glielo ha consentito. Soprattutto per l’affronto del ritiro delle dimissioni di ieri che Marino aveva presentato il 12 ottobre.

Per quanto riguarda la maggioranza si tratta di tutti e 19 i membri del Pd, l’unico consigliere di Centro democratico e uno della lista civica Marino. Per la minoranza, i due della lista Marchini, i due fittiani di Conservatori riformisti e l’unico del gruppo Pdl (Ncd).

A dimettersi sono stati Fabrizio Panecaldo (capogruppo Pd), Marco Palumbo (Pd), Maurizio Policastro (Pd), Giulia Tempesta (Pd), Daniela Tiburzi (Pd), Alfredo Ferrari (Pd), Valeria Baglio (Pd), Gianni Paris (Pd), Michela Di Biase (Pd), Orlando Corsetti (Pd), Cecilia Fannunza (Pd), Antonio Stampete (Pd), Athos De Luca (Pd), Erica Battaglia (Pd), Valentina Grippo (Pd), Ilaria Piccolo (Pd), Laura Pastore (Pd), Liliana Mannocchi (Pd), Dario Nanni (Pd), Svetlana Celli (lista civica Ignazio Marino), Daniele Parrucci (Centro democratico), Alfio Marchini (lista Marchini), Alessandro Onorato (lista Marchini), Ignazio Cozzoli Poli (conservatori riformisti), Francesca Barbato (Conservatori riformisti), Roberto Cantiani (Ncd).

Roma, Ignazio Marino, durante la presentazione del nuovo Cda dell'Auditorium. Gli appunti con le cose d portare via dal Campidoglio
Ignazio Marino, durante la presentazione del nuovo Cda dell’Auditorium. Gli appunti con le cose d portare via dal Campidoglio (Ansa/Percossi)

Presenziando all’auditorium, il sindaco Ignazio Marino come appare in una foto dell’Ansa, ha iniziato a fare la lista delle cose da portare via dal Campidoglio. Tra queste si leggono “Scatole eleganti, 2 foto, scrittoio e cassetti e il piccolo mappamondo”. Oggetti personali dell’ex sindaco di Roma Capitale. Stamattina la notizia che Ignazio Marino è indagato per peculato e truffa. Il chirurgo ha commentato secco: “Avete preferito il notaio all’Aula. Il Pd – attacca – ha tradito il suo nome e il suo dna”. Per Marino si tratta di “una coltellata da 26 nomi ma un unico mandante” (Matteo Renzi, ndr). Adesso la norma prevede che il prefetto di Roma, preso atto dello scioglimento nomini un commissario per la gestione dell’ordinario fino alle prossime elezioni capitoline che dovrebbero tenersi tra aprile e giugno.

Roma, Marino indagato in due casi: Duro Esposito "E' bugiardo"

Il sindaco di Roma, Ignazio Marino
Il sindaco di Roma, Ignazio Marino (Ansa/Percossi)

Il sindaco di Roma, Ignazio Marino è indagato dalla procura di Roma per l’accusa di peculato e concorso in falso in atto pubblico. Lo rivela il quotidiano La Repubblica.

L’iscrizione nel registro degli indagati, avviene per la nota storia degli scontrini e delle spese effettuate dal sindaco con la carta di credito del comune.

La notizia è stata confermata dal legale di Marino, Enzo Musco: “Il sindaco doveva comunicarlo entro oggi”, scrive l’Ansa.

I pm, riporta Repubblica, contestano quindi al sindaco – che proprio ieri ha ritirato le dimissioni – i reati di peculato e concorso in falso in atto pubblico. Marino, stando a quanto si legge, avrebbe ricevuto un avviso di garanzia il 28 ottobre scorso.

Ma i guai per Marino non finiscono qui. Secondo quanto scrive il Corriere della Sera, Marino sarebbe finito nel registro degli indagati per l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato, anche nel procedimento avviato nei mesi scorsi dai pm coordinati dal Procuratore, Giuseppe Pignatone, sulla “Image onlus”, ente fondato nel 2005 dall’esponente del Pd per fornire aiuti sanitari in Honduras e nel Congo.

In questo caso l’iscrizione, stando all’articolo del quotidiano milanese, sarebbe avvenuta nei mesi scorsi. Ieri la Procura aveva smentito la notizia, diffusa poco prima dal legale di Marino, di una richiesta di archiviazione del procedimento.

Durissimo l’ex assessore ai Trasporti Esposito dimessosi ieri: “Dopo aver letto questo articolo, devo prendere atto di aver dato la mia lealtà ad un bugiardo. Vergogna‬”, sbotta su twitter Esposito.

Intanto, entro oggi dovrebbero dimettersi i 25 consiglieri (19 del Pd più altri) che provocherebbero lo scioglimento di giunta e consiglio. Si stanno raccogliendo le firme.

Duplice omicidio Roma, un fermo per il giallo di Ponte di Nona

Mirko Scarozza e Fabrizio Ventre Un fermo a Bologna per il duplice omicidio di Roma
Mirko Scarozza e Fabrizio Ventre

I carabinieri di Roma hanno rintracciato e fermato a Bologna uno dei presunti responsabili del duplice omicidio di Mirko Scarozza e Fabrizio Ventre avvenuto nel quartiere Ponte di Nona all’incrocio tra via Berta von Suttner e via Raoul Follerau, zona isolata alla periferia della capitale.

Subito dopo i fatti il presunto killer, aveva lasciato la Capitale per rifugiarsi nel capoluogo emiliano da alcuni conoscenti. Il fermo è stato eseguito dai carabinieri del Comando provinciale di Roma in collaborazione con i militari di Bologna. La persona fermata è sotto interrogatorio. Gli inquirenti cercano riscontri sulla dinamica e se l’uomo avrebbe eventualmente agito da solo o con dei complici. Soprattutto capire il movente. La scena del crimine, subito dopo l’agguato sarebbe stata “ripulita”. Nessun bossolo rinvenuto né armi. Una mossa per rallentare le forze dell’ordine nell’azione investigativa? Non è dato sapere.

I due pregiudicati, di 35 e 26 anni, entrambi di Tor Bella Monaca, sono stati trovati uccisi nella notte tra lunedì e martedi scorso. Probabilmente il movente è di natura passionale. Pare che Mirko Scarozza avesse una relazione con l’ex donna di Ventre. I due, che erano amici, si sarebbero dati appuntamento in quella zona, nei cui pressi abitava Ventre, per chiarire alcune questioni su presunti maltrattamenti operati dal più giovane sull’ex compagna. Chiarimenti urgenti e importanti tanto da spingere Mirko Scarozza a evadere i domiciliari col rischio di andare in carcere? Non è escluso che i due si siano uccisi a vicenda e poi qualcuno abbia appunto “ripulito” la scena facendo sparire le pistole e i bossoli espulsi dalle revolver. Già, ma chi?

Altre ipotesi portano alla droga e al racket: I due erano noti negli ambienti dello spaccio, ma Scarozza era ai domiciliari per estorsione. Doveva essere ascoltato nel processo a suo carico due giorni fa. E’ probabile che l’autore o gli autori del delitto avevano timore che la vittima potesse rivelare particolari e nomi sul giro del racket romano. Tutte ipotesi al vaglio degli inquirenti. Si sapranno maggiori dettagli dopo l’interrogatorio della persona sottoposta a fermo giudiziario, ma la questione è un vero rebus. Sono tante le cose che non tornano.

Grecia, 50 migranti morti in tre giorni tra cui molti bambini

Grecia, 50 migranti morti in tre giorni tra cui molti bambini
Uno dei naufragi avvenuti sull’isola di Kalymnos, Grecia (Ap)

Ventidue migranti, tra cui un numero imprecisato di bambini sono morti in due diversi naufragi nel mare Egeo orientale, in acque della Grecia. Lo conferma il ministero della Marina mercantile greco. L’incidente è avvenuto nei pressi dell’isola di Kalymnos nella notte. Le due imbarcazioni si sono rovesciate.

Il ministero, ha riferito anche che 138 persone sono state tratte in salvo dalle marina greca che si sommano ai sei salvati venerdi scorso, in un altro naufragio al largo dell’isola di Rodi dove sono morte tre persone. Altre otto persone erano morte giovedi al largo dell’isola di Lesbo. Il numero complessivo negli ultimi 3 giorni è di 50 vittime e 274 salvati, riferisce il ministero citato dall’agenzia Ekathimerini.

I naufragi sono avvenuti nel mezzo delle rotte dalle coste turche a quelle delle isole greche con il mare fortemente agitato. Le barche hanno iniziato a imbarcare acqua e sono affondate. I rifugiati sono annegati. Vi sarebbero anche altri bambini tra le persone soccorse e salvate. I minori sono stati ricoverati. Vi sarebbero alcuni dispersi.

Le autorità greche sostengono che sono in aumento gli sbarchi dalla Turchia alla Grecia. La maggior parte dei migranti proviene dalla Siria e dall’Afghanistan.

Messina senz'acqua. Renzi: "Una vergogna, intervenga l'esercito"

Autocisterna Acqua potabie Emergeza idrica Messina senza acquaUn guasto alla condotta di Fiumefreddo di Sicilia avvenuto a causa di una frana sabato scorso a Calatabiano (Catania), sta costringendo da una settimana tutta la città di Messina a restare senza acqua. Piovono aspre e giustificate polemiche da parte dei residenti che non possono accedere al bene più prezioso se non attraverso poche autobotti piazzate in qualche angolo della città siciliana.

Secondo i vertici dell’Amam (Azienda Meridionale Acque Messina S.p.A.), la società che gestisce la rete idrica, passeranno altri sei lunghi giorni prima che venga riparato del tutto il guasto. Mercoledì, infatti, si sono verificati nuovi problemi con altri smottamenti vicino la condotta danneggiata che hanno fermato i tecnici perché la condotta danneggiata è stata nuovamente ricoperta dal fango. A Messina sono chiuse anche oggi scuole, università ed uffici pubblici per evitare problemi igienico sanitari. Restano criticità in cliniche e ospedali dove ci sono i degenti. Le scorte degli autoclave sono esauriti e si rischia il collasso.

La Prefettura di Messina dopo il vertice annuncia in una nota che è stata costituita una unità di crisi preposta alla gestione dell’emergenza idrica e per fornire un adeguato supporto all’amministrazione comunale affinché possa efficientemente organizzare le proprie strutture per la gestione di tale emergenza. L’unità di crisi è attiva dalle 8 alle 20 fino alla cessazione dell’emergenza.

Il gruppo di lavoro in questione si raccorderà con l’ufficio di Gabinetto del Comune, con la Protezione Civile regionale -Servizio di Messina, con l’Autoparco municipale a cui è stata affidata la responsabilità della distribuzione dell’acqua a mezzo autobotti ed infine con l’Amam, l’azienda idrica, per seguire l’evoluzione dei lavori di consolidamento della frana che ha interessato la condotta di Fiumefreddo di Sicilia.

Ma c’è un’altra incognita che getta nella disperazione i residenti: le cattive previsioni meteo, con l’allerta nelle zone colpite dagli smottamenti che potranno rendere ancora più difficili gli interventi. Il sindaco di Messina, Renato Accorinti, ha chiesto l’intervento dello Stato e la proclamazione dello stato di calamità naturale. Il direttore dell’Amam, Luigi La Rosa, ha prospettato l’ipotesi di un by-pass tra l’acquedotto dell’Alcantara e quello di Fiumefreddo di Sicilia per risolvere l’emergenza. Già dal primo mattino numerose persone si stanno rifornendo di acqua dalle uniche cisterne e fontane funzionanti in città.

Problemi soprattutto per disabili e anziani che si muovono con difficoltà. Numerose le critiche da parte di diversi partiti e dei cittadini sui social network nei confronti dell’amministrazione, dell’Amam e del governo nazionale.
Il timore dei cittadini è che se i vertici dell’amministrazione di Messina è stata spiazzata dall’emergenza, dall’altra paventano tempi davvero lunghi per tornare alla normalità con il rischio che alla mancanza dell’acqua si possa venire sommersi dalle imminenti piogge.

Intanto il premier Matteo Renzi ha fatto sapere di essere infuriato per i ritardi e le lungaggini che tengono Messina senza acqua da diversi giorni. Lo riferiscono ambienti della presidenza del Consiglio. Il premier ha definito, riportano le stesse fonti, la vicenda una “vergogna”. Perciò anche la decisione di far intervenire l’esercito.

Expo, Cia: L’agricoltura del Sud per la legalità e lo sviluppo

Il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina all'Expo - Cia
Il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina

L’agricoltura del Mezzogiorno come strumento di rilancio per l’Italia: questo l’argomento al centro dell’assemblea nazionale della Cia (Confederazione italiana agricoltori), a Expo, intitolata “L’agricoltura del Sud per la legalità e per lo sviluppo dell’economia nazionale”. All’incontro, tenutosi a Palazzo Italia, hanno partecipato, fra gli altri, il ministro per le Politiche Agricole, Maurizio Martina, il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, il presidente di Cia, Dino Scannavano, e i presidenti di Puglia e Calabria, Michele Emiliano e Mario Oliverio.

L’agricoltura per il Mezzogiorno rappresenta una componente economica rilevante, che contribuisce per il 4% alla formazione di valore aggiunto rispetto alla media nazionale del 2%. Tuttavia alcuni limiti infrastrutturali e alcune condizioni socio-economiche ne condizionano negativamente lo sviluppo. Tra queste, la criminalità organizzata, che negli ultimi 30 anni è riuscita a sottrarre più di 100 miliardi di euro all’economia legale dell’agricoltura e dell’agroalimentare.

“Dobbiamo dare dignità umana, attraverso il lavoro, alla gente meravigliosa che lavora nelle nostre campagne e dove, guardacaso, le mafie stanno facendo i loro grandi affari – ha detto Don Ciotti -. In un momento di crisi la filiera agroalimentare è diventata una delle loro grandi risorse. Solo nel Lazio, su 160 beni confiscati, la metà erano ristoranti, pizzerie e bar”.

“Propongo un patto di lavoro quotidiano dove non ci sia uno slogan, ma l’impegno quotidiani per fare in modo che, attraverso l’esperienza agricola di tante regioni del Mezzogiorno, si possa creare sviluppo, occupazione, crescita, impresa – ha commentato il ministro Martina -. Dobbiamo riconoscere che, nonostante i tanti anni difficili che abbiamo alle spalle, abbiamo anche maturato tante opportunità e ci sono bellissime esperienze di impresa agricola nel Mezzogiorno, che, proprio, in questi anni, si sono fatte e hanno ottenuto successi clamorosi”.

Favorevoli e convinti della necessità e dell’importanza di investire nell’agricoltura al Sud sia il presidente pugliese Emiliano, sia il presidente calabrese Oliverio.

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